Scorrevano i minuti.
Il miracolo si ripeteva ciclicamente.
Nessuno aveva ancora compreso come fosse possibile.
Che fossero delle proiezioni olografiche, che fossero stati attaccati alle lastre di pietra dell'atrio, che fossero tutti e tre vittime di un incantesimo, mantenevano stoicamente le rispettive posizioni. E se non c'era sotto nulla di sinistro, cosa obbligava quell'allegra brigata a mantenere tali posizioni? Era evidente che avrebbero voluto essere in qualunque altro posto, a fare qualunque altra cosa. Eppure... Il flusso di studenti si era prima ingrossato, quasi improvvisamente e inavvertitamente i sacri editti fossero stati rotti, e le porte dell'inferno spalancate, e poi altrettanto repentinamente era andato scemando. Cosa facevano gli studenti il venerdì pomeriggio? Era pratica usuale darsi malati? Erano semplicemente meno di quanti non si fosse spinti a credere? C'era altro?
Ma torniamo alla nostra Storia.
Controcorrente rispetto agli ultimi studenti rimasti, diretti alle rispettive Sale Comuni, eccone spuntare uno. Un Serpeverde. Attirò immediatamente l'attenzione delle tre teste di quella bestia infernale, lo puntarono falchi per tutto il tempo, sino a quando infine, come previsto, li raggiunse. La Maltese bianca per più di qualche secondo parve sinceramente interessata a quell'inaspettato nuovo venuto, chi diavolo era? Ma ben presto, prima ancora che emettesse un qualche suono, la sua attenzione tornò a vagare per il grande atrio. Il Maine Coon nero mise da parte l'impellente bisogno di pulizia per più di qualche attimo, in quello che sembrava essere un tentativo di distensione, e pacificazione nei confronti di qualcuno venuto per una qualche ragione. Il terzo si dimostrò essere di gran lunga il più cordiale, nonostante i modi altrettanto distaccati, e le parole fredde come il ghiaccio. Non propriamente la migliore delle accoglienze, non c'era che dire, eppure quello passava il convento. E che convento, molto antico e altrettanto illustre.
Ah! Mr Sullivan, ma quale piacere. La attendevo in effetti, può chiamarmi Atlante. Ho ricevuto istruzioni molto precise da parte del Professore, mi ha detto in primo luogo di porgerle i suoi ringraziamenti, e i suoi saluti, ma era sorprendentemente di fretta. Le affido quindi Amalia, la cagnolina, che è anche la più irrequieta, e Winston, il gatto, dal temperamento abitualmente più mite. Al termine della passeggiata può fare ritorno direttamente dal Professore, che per allora dovrebbe essere ampiamente tornato da Londra.
Nonostante la qualunque assenza di una qualche forma di calore umano, in parole che sembravano più adatte a una sala operatoria, asettiche e sterili com'erano, evidentemente il giovane stava facendo del suo meglio per risultare cordiale e disponibile nei confronti del Serpeverde, non fosse altro perchè così gli era stato chiesto. In assenza del giovane studente, a chi sarebbe toccata in sorte quella salubre e salutare passeggiata? Quanta familiarità poteva avere con quella stramba pratica? Il semplice fatto che gli stesse fornendo tutte le indicazioni lì e subito era già indice del fatto che sarebbe stato solo in quell'escursione nella natura incontaminata del parco? Aveva vinto la lotteria, a spese di qualcun altro, e avevano contemporaneamente anticipato il Natale di qualche tempo? Eppure la risolutezza che traspariva dalle parole non sembrava lasciar adito a domande, o interrogativi. Non era abituato a fare domande, e trovava normale che neanche gli altri sentissero tale esigenza? Che razza di pratica barbara doveva essere fare domande?
Così come stridendo le parole erano terminate, così ripresero.
Mi è anche stato chiesto di darle una serie di consigli, nonostante la sua compagnia possa indicarla come già avvezzo ai felini. In primo luogo è indispensabile interessare i suoi accompagnatori, racconti loro una storia o qualcosa del genere, e sappia adattarla in fretta, se perde il loro interesse potrebbe perderli entrambi in meno di un soffio di eolo. Hanno anche naturalmente la pessima abitudine di cacciarsi in situazioni spiacevoli, stia in guardia. Non ceda alla tentazione di credere di potergli far fare quello che desidera, succede sempre l'opposto in un modo o nell'altro, sono più diabolici del Professore, se possibile. E non lasciate tracce nel parco, niente resti organici di nessun tipo. Da ultimo, mi è stato chiesto di offrirle l'ombrello, visto il tempo incerto potrebbe averne più bisogno del nostro anfitrione, almeno a parer suo. Può non preoccuparsi per i suoi accompagnatori. Mi è anche stato chiesto di consegnarle il guinzaglio di Amalia, se anche dovesse perderla di vista per pochi istanti, il guinzaglio tirerà con forza nella giusta direzione.
E quello cos'era? Un sorriso?
Tra il comico e il raggelante, forse lo era stato.
Neanche il tempo che le consegne fossero avvenute, e già la Maltese era scomparsa di gran fretta oltre il portone del Castello, a rotta di collo giù per i gradini, e via nell'erba bagnata del parco. All'inseguimento, con signorile distacco, il luogotenente della Morte, il felino. E come anticipato, ecco già il primo scrollone del semplice guinzaglio di cuoio ricamato appena ricevuto. Un primo passo verso sinistra l'aveva già mezzo fatto, tra la sorpresa di quella forza aliena, l'improvvisa inattesa spinta a scartare oltre, e lo sguardo attirato da quell'indistinta macchia bianca che 'in meno di un soffio di eolo' si era già per l'appunto data alla macchia. Era tempo di avventurarsi nel parco, senza aiuto apparente, che non un vecchio guinzaglio, tanto lucido da sembrare non essere mai stato realmente usato, e un vistoso ombrello viola. E il secondo gatto come l'avrebbe presa? Unghie piantate nella spalla e nella schiena, in quella che non sembrava una trepidante voglia? Il tempo dei convenevoli sembrava scaduto, passato, e forse mai esistito. Uno sguardo divertito, e un passo verso le scale parvero il congedo, e il termine stesso di quella già più che stramba conversazione.
Eeeeeh... via!
Siamo in onda.
Poche idee, ma precise, no?