Posts written by »Tuke

view post Posted: 21/2/2018, 21:19     Fatela, e torniamocene a casa! - Giardino

Accadde tutto proprio com'era iniziato: improvvisamente.
Addirittura, per molti versi, più che inaspettatamente. Un momento prima non sembrava che si stesse per prospettare il migliore dei futuri possibili, un momento dopo sembrava tutto risolto, almeno in apparenza. Eppure, l'avvincino sembrava tanto risoluto nel volersi concedere una pausa, quanto l'acromantula di fare un salto al caffè più vicino. Che si fossero dati un segreto appuntamento? Che fosse scoccata in quello stesso momento l'ora fatidica? Il clima uggioso e fosco venne inaspettatamente lacerato da un'esplosione di luce controllata che parve consumare in un lampo la superficie del lago, espandendosi dal punto zero sino all'orizzonte, per poi collassare su sè stessa. Così come la morsa era venuta così scomparve nell'oblio delle acque del Lago nero, era finalmente libero? Poteva tornare al suo compito? Al suo proposito? Che fine aveva fatto quell'ammasso di pelo? Intanto, non molto distante, un'acromantula indispettita se possibile più di quanto non fosse stata sino a quel momento aveva letteralmente preso il volo verso la foresta, da dove era uscita. Un volo breve tutto sommato, terminato non troppo gloriosamente, contro il fusto di un albero, ma non senza una certa sorpresa accolta dalla sua allegra combriccola. Due piccole acromantule che non esitarono nel 'prendere la via delle Indie', se poi quella passasse per la foresta o meno, l'avrebbero scoperto? Quanto era importante? La Serpeverde era finalmente libera? E dei due felini nemmeno l'ombra. Nemmeno un ringraziamento, ma dovevano essere ormai andati. Ma quel debole sfavillio cos'era stato? Battere la foresta alla ricerca di una nuova minaccia, o tornare al progetto iniziale?
Se per lei sembrava ed era finita, per lui l'ultimo atto non era ancora giunto. Dalle stesse acque del Lago venne risputato a riva, senza tante cerimonie, dove poco distante era approdata anche la maltese, visibilmente soddisfatta della nuotata. Tra una scrollata frenetica e l'altra, a momenti sembrava di poter perdere un'orecchia, se non l'intera testa, aveva anche infine dato alla luce la tanto insperata... sorpresa? Mai sterco venne accolto con tanta delizia? Non troppo lontano, un centinaio di yarde, dalla vetta di una delle tante collinette, dirette verso di loro, due code, sospettosamente familiari. Dove diamine erano andati a cacciarsi i due felini? E se i problemi viaggiano sempre in trio, e mai in coppia, chi era il terzo problema non ancora all'orizzonte?



Ottimo, signori ce l'avete fatta direi. Amalia l'ha fatta, il mio compito è finito (?), che miserevole Storia... Vi lascio in buona compagnia, a gestirvi gli ultimi turni. Vi consiglio anche di fare un salto in Infermeria, in On valutate voi quando. Penso di poter appurare che nonostante tutto non ve la siate cavata male, siete tutti e cinque vivi come previsto, no? Immagino anche che un simbolico PS possa essere attribuito ad Elijah (+1 Ps). Sì, è tutto, almeno per questa volta. :ihih:
view post Posted: 15/2/2018, 17:41     Fatela, e torniamocene a casa! - Giardino


Un attacco in piena regola.
Sembrava quasi che a prestarvi orecchio qualcuno stesse urlando 'all'arrembaggio', nel bel mezzo di quello che con un minimo di fantasia poteva sì essere considerato l'ottavo dei sette mari. Certo, era una battaglia tra poveri, non destinata a molto, sembrava difficile che qualche menestrello ne avrebbe composto una qualche canzone, e altrettanto complicato che i posteri ne avrebbero rammentato il verificarsi a distanza di uno o due secoli, eppure un nobile e prode cavaliere, che sino a pochi minuti prima si era lanciato nell'epico racconto di una favola, armato di un ombrello viola, in quei frangenti se la stava passando tutt'altro che bene. Quello che era iniziato come un innocente inseguimento di un'esule, cos'era diventato? L'avrebbe mai riagguantata? E che fine aveva fatto? Tra un'idea e un problema, e la ricerca di una sua possibile eventuale soluzione, con quella discreta dose di fortuna che non doveva mancare, che avesse perso di vista in più d'un senso il punto? Il guinzaglio era ancora lì, a tirare strattonando da una parte, il misterioso ma non troppo prezioso avversario si annidava ancora nelle acque scure del lago tirando dalla parte opposta. E se anche il depulso parve silenziosamente essere andato in porto, un nuovo non trascurabile peso gli si stava avvinghiando alla schiena, piegata all'indietro per trovare il giusto angolo di tiro. Che la soluzione fosse nel contorsionismo? A riva un'insolita volpe blu elettrico assisteva alla scena.
Intanto, distante qualche centinaio di yarde, al limitare della foresta proibita... Il quadro era cambiato, radicalmente e improvvisamente, un fortuito incontro sul far della sera, o comunque in un solitario venerdì pomeriggio, tra due coppie di Creature simili, era diventato il preludio di uno scontro imprevisto, e largamente inaspettato. Nonostante la sicurezza ostentata sorprendentemente dai felini, che non sembravano affatto intenzionati a desistere dal loro proposito, del medesimo avviso la coppia di aracnidi, che vedevano nelle due laute prede un Natale anticipato. Il cedere silenziosamente ma rovinosamente del suolo venne accolto con sdegno da otto paia d'occhi, non senza una certa sorpresa. Qualche scricchiolio e gemito iniziale rapidamente si estese a una vasta area di diverse yarde, arrivando a colmare anche l'intera distanza che sino a quel momento aveva diviso i due schieramenti. Si erano ritrovati, tra le proteste, con più d'un piede nella fossa, senza che ve ne fosse un apparente motivo... Che razza di prede si erano mai trovate? Eppure, non era finita. Le due giovani e inesperte acromantule erano orgogliosamente supervisionate a rispettosa distanza da una gelosa e apprensiva madre, che allo scomparire della prole, ancora nel fiore degli anni, ben presto ricondusse il tutto ad altro, che non all'equità del Caso. Presto, talmente presto che già la Serpeverde se l'era ritrovata d'appresso, impettita e imbufalita come solo una madre offesa nell'orgoglio avrebbe potuto. Un'enorme acromantula, due o tre volte più grossa di quanto non fossero state le precedenti minacce, impattò violentemente contro le ginocchia della Serpeverde, mandandola a terra, nonostante le intenzione non fossero certo state tanto innocue, lasciando che le due solide chele schioccassero rumorosamente a vuoto, quasi a voler fendere il vuoto. La giovane aveva poco tempo, qualche frazione di secondo, prima di essere nuovamente vittima dell'attacco convulso dell'aracnide, già proiettato sulla preda, e non certo intenzionato a mollare l'osso. Il corpo grasso e peloso era già sospeso sopra la prima parte delle gambe della Serpeverde, lo spazio di manovra era ridotto drasticamente a poche braccia. Quante altre volte aveva avuto a che fare con una Signora Acromantula infuriata? Quanto tempo aveva a disposizione? Qual era la cosa più logica da farsi, e quale la più istintiva?



Elijah Sullivan
Ps: 102/125
Pc: 60
Pm: 70
Exp: 8,5

Sophie Armstrong
Ps: 140/157
Pc: 91
Pm: 97
Exp: 15

Avvincino (3)
Ps: ?
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Acromantula (3)
Ps: 97
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Pm: 120
view post Posted: 10/2/2018, 14:56     Fatela, e torniamocene a casa! - Giardino


Un programma preciso.
Un'iniziativa temeraria, ma quanto mai necessaria.
Presto detto, tra la decisione e l'azione quanto era trascorso?
Quali rischi potevano annidarsi nella acque agitate del Lago? Intanto la Bolognese appariva e scompariva, rapida e lesta facendosi largo verso il centro del lago. Quanto aveva già percorso in quella rincorsa dietro a un'idea balzana, o un pesce particolarmente riottoso nell'essere acciuffato? L'insistente picchiettare della pioggia avrebbe ingrossato il lago, ma quanto sarebbe andato a influire su quella Storia? Forse per nulla. L'importante era acciuffare l'evasa, sempre a patto poi di ritrovare la coppia rimasta a riva... Eppure, il giovane Serpeverde sembrava sicuro almeno di quello. Così come del resto di raggiungere rapidamente l'esule atlantidea, e riportare tutti all'ovile, in un modo o nell'altro. Eppure, tra una bracciata e l'altra, lentamente andava maturando l'idea che in fondo sarebbe anche potuto non essere così immediato. L'attrito generato dall'inseguita era minimo, si faceva largo veleggiando spedita, e stava diventando complicato anche capire dove fosse, non fosse stato per il guinzaglio, che in effetti lo stava anche in parte trascinando. La situazione per lui era ben diversa, era sotto la pioggia, in acque agitate, e... possibile che una mano lo avesse appena preso per un piede? Che razza di esseri si annidavano nel Lago? Ne era proibita la balneazione per semplici ragioni di decoro, o sicurezza? La presa si allentò improvvisamente com'era venuta, sostituita da una leggera fitta alla caviglia sinistra. Qualcuno stava ben pensando di farsi uno sfilettanto di Serpeverde? Scottato ai ferri, e servito con contorno di verdure? Nuovamente qualcosa si attaccò all'altro piede. Non era più solo. Era una certezza. Due coincidenze fanno una prova?
Intanto, a riva, una farfalla gialla in un certo affanno si era posata affaticata su uno stelo più robusto e fiero di molti altri. Quello che però si era perso, era di non essere sola nemmeno lei, anzi. In presenza di due inguaribili felini, e due instancabili cacciatori. Quando il volo era ripreso, tra mille traversie, una nuova incombente minaccia era andata ad aggiungersi alle già molto numerose. Nell'erba bagnata emergevano flessuose due code, circospette e accorte, in quello che era un inseguimento senza dichiarazione d'intenti. Una vigliaccata in poche parole, ma nessuno è perfetto. E caso vuole la farfalla sembrava proprio intenzionata a trovare rifugio nelle frasche offerte dalla foresta. Una soluzione tanto geniale, quanto scontata. Ci sarebbe arrivata? Quello che però il Caso avrebbe salutato favorevolmente come una sfortunata coincidenza fu il ritrovarsi nello stesso medesimo posto, nello stesso identico istante, di due gatti, uno seguito a stretto giro dall'altro, una farfalla in stato confusionale, zigzagando tra le gocce di pioggia, e due esseri con i quali in non molti si fermerebbero a prendere un The. Quanto poteva essere salutare per un gatto trovarsi confrontato con un'acromantula? Se la farfalla era appena riuscita inavvertitamente a salvare la pellaccia per quella volta, dall'altra la coppia di felini si era appena imbarcata in un'altra Storia. I cacciatori erano divenuti i cacciati, o era solo questione di realizzare il problema, e trovare una soluzione? In quella pittoresca cornice, in quel crocicchio di strade mai tracciate da mano umana, ma evidentemente da altri, ecco sopraggiungere il terzo incomodo: una Serpeverde diretta a da dove erano venuti, il lago nero. Se nessuno aveva ancora realizzato dove fosse, eppure era lì. Sarebbe equivalso a un vantaggio per qualcuno? O il richiamo del lago sarebbe stato prevalente?




Elijah Sullivan
Ps: 117/125
Pc: 65
Pm: 70
Exp: 8,5

Sophie Armstrong
Ps: 157
Pc: 91
Pm: 97
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Avvincino (1)
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Avvincino (2)
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Acromantula (2)
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view post Posted: 7/2/2018, 22:52     Fatela, e torniamocene a casa! - Giardino


Tra bighellonare e fantasticare di storie sempre più improbabili, infine l'idea.
E se avessero avuto bisogno di uno stimolo, ancora più semplice e naturale di quanto in fondo non avesse preventivato? E se fosse finalmente andata in porto, sarebbe anche potuto tornare alla magione, fiero della delicata missione, con in tasca l'obiettivo raggiunto, pronto infine per la parte successiva. Quanto era raggiungibile tutto quello? Quanto credibile? Minimo sforzo, massimo risultato? Eppure, se anche solo la fortuna fosse girata, avrebbe potuto agguantare la svolta. Presto detto, tra qualche mugolio di protesta, afferrato il cane, e marcato dalla coppia di felini, si diressero infine sotto la pioggia, verso le acque mosse del lago nero. E sin lì tutto tranquillo.
Deposto il prezioso fardello, il quadro mutò repentinamente.
Quello paventato come un'eventualità 'inter nos', si concretizzò in meno di un soffio di eolo. Diretta come una freccia sul suo bersaglio, guadagnò presto le rive dell'acqua. Coda al vento, quasi a timonare correttamente la corsa, tra una buca e un dosso biecamente celati nell'erba, il resto della truppa faticava a tener dietro l'infervorato passo. Vuoi anche, in seconda battuta, per l'approssimarsi proprio del lago. I felini e l'acqua non erano noti per essere in rapporti eccessivamente buoni, e il principale nuovo inseguitore era ostacolato dalla reticenza stessa degli altri due nel voler procedere di eccessiva lena. Risultato? Un momento prima la palla di pelo bianco era lì, un momento dopo era sparita. Che fine avesse fatto? Che fosse capitombolata inaspettatamente in un fosso? Che si fosse lanciata verso una nuova spedizione? Che si fosse gettata nel lago? Le acque già mosse non sembravano prodighe di informazioni, ma il guinzaglio sì: puntava con decisione in avanti, con crescente intensità. Che si stesse allontanando? Nel lago, per giunta? Dopo un tempo sorprendentemente lungo, vuoi per il tempo stesso, vuoi per la montante tensione: come poteva essere giustificato un annegamento? Finalmente, a diverse yarde dalla riva, ricomparve la fuggiasca. Coda al vento, muso a pelo dell'acqua, si faceva largo in avanti, nuotando, diretta chissà dove. Che stesse braccando un pesce? O qualche altra sfortunata bestiola? E il resto della truppa?
Di gran lunga non certo interessato a quel fuori programma, rimaneva ben distante dalle stesse sponde del lago, in attesa di eventuali sviluppi. Cosa avrebbe fatto il giovane? Era tempo di scomodare un nuovo coniglio dal cilindro, o un 'wait and see' l'avrebbe in definitiva cavato dall'imbarazzo del problema? Quanto reale era il rischio? C'era? Erano stati davvero onesti nei suoi confronti? Era stato truffato, raggirato, gabbato?

view post Posted: 28/1/2018, 11:33     Fatela, e torniamocene a casa! - Giardino

Il racconto proseguiva, e con esso la pacificità di quel piccolo idillio.
Il trio apriva, facendo strada, il quarto seguiva narrando il racconto, tra un'esclamazione e l'altra. Quanto il pubblico fosse effettivamente preso dal racconto non era dato saperlo, ma per il momento ancora durava. Come poteva essere calcolato l'auditel di quel singolare pubblico? Quali erano le altre trasmissioni e attrazioni in onda, che si contendevano quella piccola quanto importante torta? C'erano speranze reali e concrete di fare qualcosa? Di capire? Qual era il mezzo da privilegiare? Il rendimento quanto rischiava di essere disperso? C'era un indice sintetico, da tenere sott'occhio? Poteva essere replicato un Etf di quello strambo mercato? La volatilità era data da un eccesso di flussi in entrata o in uscita, o da altri fattori che comunque non potevano essere determinati? E il fatto che non potessero essere aprioristicamente determinati di fatto non lasciava adito allo stesso problema iniziale? Dato un certo risultato, poteva essere preditticamente anticipato? Eppure, mentre la declamazione si avventurava verso il punto clou dell'intera Storia, ecco tornare l'acqua arcigna. Per quanto l'Astro non sembrava intenzionato affatto a fare i bagagli, e mollare al suo destino quella landa, già di fatto aveva ripreso a piovere. Allegre le gocce cadevano, quasi tintinnando, al suolo. Si fermavano leggere sul baldacchino erboso, prima di scivolare furtive sino al terreno. Quando sarebbe arrivata la neve quell'anno? Sarebbe successo, era solo questione di tempo. Ma così come il resto, come avrebbe potuto anticiparlo? Era il caso di preoccuparsene in quel momento? Eppure, l'allegro trio non sembrava ancora sufficientemente appagato da farla. Avrebbe infine segnato il tanto agognato congedo, ma doveva ancora guadagnarselo...



Tutto tranquillo, ma...
view post Posted: 21/1/2018, 12:22     Fatela, e torniamocene a casa! - Giardino


Così com'era iniziata, la Storia stava tornando nei binari.
Se doveva essere una tranquilla passeggiata nel parco, l'improvvisa quasi inaspettata intuizione del giovane Serpeverde ebbe l'effetto dell'acqua gelata a primavera, prima lo sguardo dell'una, poi del secondo, e infine del terzo. Che fosse tornato davvero ad avere in pugno la situazione? Mentre le parole cadenzate fluivano, il trio era tornato a muoversi fiutando e osservando l'erba color smeraldo, inerpicandosi verso il cuore del parco, a bruciare quelle calorie in eccesso, a fare quello che andava fatto, ma in una nuova modalità che avrebbe reso fiero lo stesso Alfieri. Niente più scorribande, niente più corse al mare, non sembrava più nel vocabolaborio di alcuno intonare il celebre 'Thalatta, thalatta!', che fosse stato dimenticato? Lo stesso topo di pietra, era rimasto sconcertato, abbandonato nel suo cantuccio, sembrava ormai essersi guadagnato il tempo necessario a diventare un vero topo. Sarebbe mai tornato nuovamente in azione? Protagonista di qualcosa? Ne avrebbero scritto i bardi una qualche canzone, in che razza di avventure si sarebbe potuto ritagliare un qualche ruolo? Eppure mai dire mai...
Intanto, il trio procedeva, orecchie tese, quasi a non volersi perdere il prosieguo della Storia. Il nodo della questione ora qual era? Aveva avuto fortuna? Aveva trovato effettivamente il modo? Era una Storia, se era quella la spiegazione, particolarmente gradita? O magari non l'avevano ancora sentita? Quanto era poi probabile che davvero distinguessero una Storia dall'altra? Quanto realistico? Ma tutti quei dubbi doveva scioglierli prima di raggiungere il termine del racconto, una volta concluso, cosa avrebbe fatto? Avrebbe nuovamente dovuto fare affidamento sulla buona sorte? Quanto era probabile che gli andasse bene due volte? Un timido raggio di sole parve voler infine incorniciare quell'inatteso successo, un pallido arcobaleno si aprì all'orizzonte, in lontananza l'oscuro ammasso della foresta proibita, alle spalle il castello, congiunti da quell'insospettabile ponte. Eppure, per quanto la ragione non fosse ancora stata accertata, sembrava che l'attenzione di almeno i due terzi dell'allegro trio nei confronti dell'ambiente circostante fosse improvvisamente scemata. O la scorta di rane era andata esaurita, o qualcosa doveva pur essere capitato. Che fossero davvero animali altamente istruiti? Che fosse tutta una coincidenza? Era solo l'ennesima stranezza da inserire in quel già lungo elenco?

view post Posted: 15/1/2018, 23:20     Fatela, e torniamocene a casa! - Giardino

Come stava proseguendo il pomeriggio?
Tra aspettato e inaspettato quella che sarebbe dovuta essere una pacifica passeggiata per smaltire i chili di troppo, e dar sfogo per l'appunto agli istinti più animaleschi si stava dimostrando essere una seduta di psicanalisi, unita a un'inedita forma di ordalia, che eppure non sembrava ancora abbastanza sadica da soddisfare quel suo dio. Cinquecento yarde più avanti di quanto non fossero stati all'inizio di tutto, tutto era tornato come era in principio. Nel mezzo erano stati corsi tutti e quaranta gli stadi dal prode Filippide di quel giorno. Possibile che ogni volta si riproponessero quegli impicci? Era per quello che Atlante era parso tanto sollevato di delegare a terzi l'incarico? Ma chi erano i Persiani di quella volta, e chi gli Ateniesi? A chi sarebbe stata portata la nefasta novella? Tale sarebbe comunque rimasta? E in tutto quello, come si sarebbe cavato dall'impiccio, armata di un ombrello, di un guinzaglio, e di... pazienza? Era una nuova inedita e rivisitata edizione del più classico dei problemi? Data una banana, una pallina da golf e una matita determinare la massa del sole? Qual era la portata di tali strumenti? Quale ne era l'essenza? Erano strumenti di dominio, o di ricerca? Quanto era indispensabile capirli, perchè effettivamente facessero la loro parte? Ancora una volta era tutto un problema di asimmetrie informative, non colmate da un mercato che per definizione era imperfetto? E se anche era così, qual era la soluzione al dilemma?
Ma in fondo non era ancora tempo di disperarsi, erano fuori da cinque minuti, si erano ricompattati almeno in apparenza del tutto casualmente, e ora era tornato ad avere una parvenza di iniziativa. Non male, tutto in una volta. Come aveva deciso di agire? Cercando un nuovo alleato, alla base della piramide animale, un topo che non era nemmeno un topo. Riponeva le sue speranze in un sasso. Una parola laconica, forse troppi pensieri per la mente, e quello che era un buon incrocio tra un ancora sasso, e quello che forse da grande avrebbe aspirato a essere un topo iniziò a muoversi. L'interesse dei due felini fu quasi immediatamente calamitato dal nuovo arrivato, quanto avrebbe retto l'inganno? Ci sarebbero cascati? Quello che continuava a essere in quasi tutto e per tutto ancora un sasso, ma che squittiva nervosamente, muovendosi lentamente, era lì, oggetto di un interesse di cui avrebbe fatto di gran lunga anche a meno. Tutto come previsto? Forse sì, forse no. E la terza che fine aveva fatto? Si era trovata in tutta autonomia il suo personalissimo topo, lesta come un gatto, balzò dall'erba quasi due yarde più avanti, ruzzolando su una povera rana, sino a pochi istanti prima intenta a gracidare in solitudine. Inviperita con il mondo, e maledicendo gli dei, quest'ultima convenne con se stessa fosse giunto il momento di ritirarsi nei suoi appartamenti. Un salto, e via nel buco, scomparve alla vista di tutti, lasciandoli con un pugno di mosche. Era già finita, così in miseria, l'epica epopea della bianca Maltese?
Eppure, nessuno sembrava ancora intenzionato a schiodarsi di lì. Sarebbe successo? Le probabilità che effettivamente non muovendosi la facessero, quant'erano? Era già tempo di pregare, e affidarsi alla fortuna? Gli mancavano davvero le informazioni, o in fondo non erano stati poi così avari con il Serpeverde?



Murifors! Il sasso si sarebbe dovuto trasformare in topo, come avrebbero reagito i due gatti?
Dunque, al netto dell'incantesimo che penso possiamo convenire sia andato a buon fine, ti suggerisco di pensare a quanto già sai. La soluzione è lì, a mio avviso era anche piuttosto netta, ma si sa ognuno si ritrova con lo stile che si merita, e il mio non è dei più chiari... quando non vuole esserlo. :ihih:
view post Posted: 11/1/2018, 22:47     Fatela, e torniamocene a casa! - Giardino


Quello che doveva essere un trio, e che sarebbe dovuto naufragare in quattro e quattr'otto, era stato invece per pochi momenti un inatteso quartetto, costretto a duo, che si era infine ineluttabilmente dimostrato essere in ogni caso un trio in fuga, e sempre lo stesso elemento all'inseguimento. Per quanto si volessero invertire l'ordine degli elementi, sembrava un'operazione destinata a godere di un po' troppe proprietà per essere interamente umana e logica. Commutativa, per quanto ci si ostinasse a invertire l'ordine degli elementi non cambiava il risultato, invariantiva perchè qualunque complessa operazione di ingegneria finaziaria sembrava non riuscire a mettere in croce i due elementi principali, distributiva, nonostante si cercasse di isolare un elemento il risultato complessivo non cambiava, associativa e dissociativa, l'elemento neutro poteva tranquillamente essere considerato l'1, come il 2 e come lo zero, tutto in ogni caso avrebbe dato lo stesso risultato? Se tant'era, perchè ci si sarebbe dovuti applicare in una qualche maniera differente, utile al risultato? La filosofia più corretta era davvero quella di non preoccuparsi più di quel tanto, aspettare e vedere? Male che andasse, dove sarebbero potuti finire? Quali rischi poteva celare un parco? Quali erano le legittime clausole che aveva accettato insieme all'incarico, che erano state taciute? Lo scambio sarebbe dovuto riavvenire a medesimo valore del pacchetto? Valore di scambio, valore d'uso, e valore intrinseco del carico di quanto erano destinati a divergere, e fluttuare? Tali fluttuazioni dovevano essere normalizzate, ci si attendeva che non ve ne fossero, o non erano in fondo dati destinati a pesare più di quel tanto? Qual era il punto? E se qualcosa non fosse dovuta andare secondo il piano ampiamente previsto da tutti?
L'arrivo dei due nuovi ribaldi fu accolto da un abbraccio frizzante, color smeraldo, di una superficie accidentata, tendente al brillante, istoriata di quella che sembrava rugiada. Due profonde tracce, l'una parallela all'altra, solcavano quell'oceano d'erba, puntando dritte davanti a loro, verso il cuore del parco. Risalivano la prima collina, si spingevano sicuri oltre il primo crinale, erano già spariti oltre, e poi? Già il terzo correva dietro ai primi due, il trio aveva guadagnato la posizione di testa, si sarebbero fermati? Il Serpeverde seguiva, quello che almeno dal suo punto di vista sembrava più una passeggiata che non un vero e proprio inseguimento? Non avevano ancora iniziato, e lasciato il lastrico del Castello, che si era già rassegnato all'ineluttabile sorte di quella strana e bucolica scampagnata? A cosa avrebbe condotto? In parte già lo sapeva, ma più concretamente? Almeno l'ombrello in tutto quello sembrava davvero destinato a dimostrarsi il più fedele degli alleati, o comunque non così smanioso di prendere il largo in quella strana rivisitazione di un nascondino ancora tutto da comprendere. Se da una parte il guinzaglio non sembrava curarsi particolarmente dei forti strattoni inflitti, in un rassicurante 'dritto davanti a te', l'ombrello parve destarsi da un lungo sonno mentre veniva spalancato. Il tempo di aprirsi del tutto, e già eccolo librarsi come un uccello, veleggiando impettito sul capo dello sfortunato 'pet sitter'. Eppure, guadagnata la prima collina, eccolì tutti là in religiosa attesa, baciati dai tiepidi raggi del sole, avvolti in quelle che sembravano boccioli d'acqua iridescente. Migliaia di piccole gocce di pioggia arrestavano inspiegabilmente la loro caduta, beffandosi del buon senso e delle più ovvie leggi della gravità, a pochi piedi da almeno due elementi scelti di quel ben singolare trio. E cosa aspettavano? In realtà nulla. Appostata nell'erba, pancia bassa e coda ritta e alta, Amalia faceva evidentemente la posta a qualcosa. Winston sembrava decisamente meno interessato, uno sguardo annoiato a destra, un altro a sinistra, una controllata indietro. E Stefan? C'era anche lui, poco distante, all'apparente di un riparo? Non si era mai parlato di pioggia, dopo tutto. Il Castello era ancora là, silente, la grande imponente facciata bagnata, le svettanti torri intabarrate in fascinosi e antiquati impermeabili.
Più la distanza diminuiva, più gli strattoni si facevano leggeri.
Il Gruppo si stava davvero ricompattando?
Era tempo di agire?



Hai riguadagnato il Gruppo.
Hai forse anche l'iniziativa?
view post Posted: 8/1/2018, 23:41     Fatela, e torniamocene a casa! - Giardino


Scorrevano i minuti.
Il miracolo si ripeteva ciclicamente.
Nessuno aveva ancora compreso come fosse possibile.
Che fossero delle proiezioni olografiche, che fossero stati attaccati alle lastre di pietra dell'atrio, che fossero tutti e tre vittime di un incantesimo, mantenevano stoicamente le rispettive posizioni. E se non c'era sotto nulla di sinistro, cosa obbligava quell'allegra brigata a mantenere tali posizioni? Era evidente che avrebbero voluto essere in qualunque altro posto, a fare qualunque altra cosa. Eppure... Il flusso di studenti si era prima ingrossato, quasi improvvisamente e inavvertitamente i sacri editti fossero stati rotti, e le porte dell'inferno spalancate, e poi altrettanto repentinamente era andato scemando. Cosa facevano gli studenti il venerdì pomeriggio? Era pratica usuale darsi malati? Erano semplicemente meno di quanti non si fosse spinti a credere? C'era altro?
Ma torniamo alla nostra Storia.
Controcorrente rispetto agli ultimi studenti rimasti, diretti alle rispettive Sale Comuni, eccone spuntare uno. Un Serpeverde. Attirò immediatamente l'attenzione delle tre teste di quella bestia infernale, lo puntarono falchi per tutto il tempo, sino a quando infine, come previsto, li raggiunse. La Maltese bianca per più di qualche secondo parve sinceramente interessata a quell'inaspettato nuovo venuto, chi diavolo era? Ma ben presto, prima ancora che emettesse un qualche suono, la sua attenzione tornò a vagare per il grande atrio. Il Maine Coon nero mise da parte l'impellente bisogno di pulizia per più di qualche attimo, in quello che sembrava essere un tentativo di distensione, e pacificazione nei confronti di qualcuno venuto per una qualche ragione. Il terzo si dimostrò essere di gran lunga il più cordiale, nonostante i modi altrettanto distaccati, e le parole fredde come il ghiaccio. Non propriamente la migliore delle accoglienze, non c'era che dire, eppure quello passava il convento. E che convento, molto antico e altrettanto illustre.


Ah! Mr Sullivan, ma quale piacere. La attendevo in effetti, può chiamarmi Atlante. Ho ricevuto istruzioni molto precise da parte del Professore, mi ha detto in primo luogo di porgerle i suoi ringraziamenti, e i suoi saluti, ma era sorprendentemente di fretta. Le affido quindi Amalia, la cagnolina, che è anche la più irrequieta, e Winston, il gatto, dal temperamento abitualmente più mite. Al termine della passeggiata può fare ritorno direttamente dal Professore, che per allora dovrebbe essere ampiamente tornato da Londra.

Nonostante la qualunque assenza di una qualche forma di calore umano, in parole che sembravano più adatte a una sala operatoria, asettiche e sterili com'erano, evidentemente il giovane stava facendo del suo meglio per risultare cordiale e disponibile nei confronti del Serpeverde, non fosse altro perchè così gli era stato chiesto. In assenza del giovane studente, a chi sarebbe toccata in sorte quella salubre e salutare passeggiata? Quanta familiarità poteva avere con quella stramba pratica? Il semplice fatto che gli stesse fornendo tutte le indicazioni lì e subito era già indice del fatto che sarebbe stato solo in quell'escursione nella natura incontaminata del parco? Aveva vinto la lotteria, a spese di qualcun altro, e avevano contemporaneamente anticipato il Natale di qualche tempo? Eppure la risolutezza che traspariva dalle parole non sembrava lasciar adito a domande, o interrogativi. Non era abituato a fare domande, e trovava normale che neanche gli altri sentissero tale esigenza? Che razza di pratica barbara doveva essere fare domande?
Così come stridendo le parole erano terminate, così ripresero.


Mi è anche stato chiesto di darle una serie di consigli, nonostante la sua compagnia possa indicarla come già avvezzo ai felini. In primo luogo è indispensabile interessare i suoi accompagnatori, racconti loro una storia o qualcosa del genere, e sappia adattarla in fretta, se perde il loro interesse potrebbe perderli entrambi in meno di un soffio di eolo. Hanno anche naturalmente la pessima abitudine di cacciarsi in situazioni spiacevoli, stia in guardia. Non ceda alla tentazione di credere di potergli far fare quello che desidera, succede sempre l'opposto in un modo o nell'altro, sono più diabolici del Professore, se possibile. E non lasciate tracce nel parco, niente resti organici di nessun tipo. Da ultimo, mi è stato chiesto di offrirle l'ombrello, visto il tempo incerto potrebbe averne più bisogno del nostro anfitrione, almeno a parer suo. Può non preoccuparsi per i suoi accompagnatori. Mi è anche stato chiesto di consegnarle il guinzaglio di Amalia, se anche dovesse perderla di vista per pochi istanti, il guinzaglio tirerà con forza nella giusta direzione.

E quello cos'era? Un sorriso?
Tra il comico e il raggelante, forse lo era stato.
Neanche il tempo che le consegne fossero avvenute, e già la Maltese era scomparsa di gran fretta oltre il portone del Castello, a rotta di collo giù per i gradini, e via nell'erba bagnata del parco. All'inseguimento, con signorile distacco, il luogotenente della Morte, il felino. E come anticipato, ecco già il primo scrollone del semplice guinzaglio di cuoio ricamato appena ricevuto. Un primo passo verso sinistra l'aveva già mezzo fatto, tra la sorpresa di quella forza aliena, l'improvvisa inattesa spinta a scartare oltre, e lo sguardo attirato da quell'indistinta macchia bianca che 'in meno di un soffio di eolo' si era già per l'appunto data alla macchia. Era tempo di avventurarsi nel parco, senza aiuto apparente, che non un vecchio guinzaglio, tanto lucido da sembrare non essere mai stato realmente usato, e un vistoso ombrello viola. E il secondo gatto come l'avrebbe presa? Unghie piantate nella spalla e nella schiena, in quella che non sembrava una trepidante voglia? Il tempo dei convenevoli sembrava scaduto, passato, e forse mai esistito. Uno sguardo divertito, e un passo verso le scale parvero il congedo, e il termine stesso di quella già più che stramba conversazione.



Eeeeeh... via! :aiuto:
Siamo in onda. :help!:
Poche idee, ma precise, no?
view post Posted: 7/1/2018, 22:57     Fatela, e torniamocene a casa! - Giardino

Era un venerdì come tanti altri, una mezza stagione, non troppo fredda, non troppo calda.
Il tempo prometteva tutto sommato bene, la classica giornata di quelle latitudini. Scherzosamente la chiamavano luce liquida. Pioveva, o meglio, piovigginava amabilmente, e splendeva al contempo il sole. Un astro pallido, affaticato, in una stagione che non gli apparteneva, dedita al riposo. Il dolce profumo dell'erba bagnata gravava quasi opprimente sul parco, insinuandosi all'interno del Castello. Era pomeriggio, le lezioni si sarebbero presto concluse, ma non quella di Storia. Era un venerdì strano, non era dal vecchio Professore anticiparne il termine, e millantare, o meglio minacciare, un recupero per il venerdì successivo. Tre ore di Storia della Magia come sarebbero state prese? Era forse la prima volta in tanti anni, Storia era sempre stata una di quelle certezze, seconda sola alla morte e alle tasse. La lezione iniziava quando era previsto che iniziasse, non prima e non dopo, e terminava all'ora esatta che recitava il programma. Eppure, l'eccezione avrebbe confermato la regola. Molto era cambiato, gli anni passavano.
Del Vecchio neanche l'ombra, eppure nel grande atrio, accanto al portone a doppio battente leggermente schiuso sostava un giovane, in attesa. Cosa aspettasse non era dato saperlo, ma nella sua lunga tunica bianca, e il colorito ambrato, tipico di ben altri luoghi, non era solo. Alla sua destra, seduta all'apparenza del tutto per caso, e pronta a uno scatto degno di un centometrista una cagnolina bianca, dalle dimensioni di gran lunga trascurabili, una palla di pelo ambulante, come non pochi non esitavano a definire a denti stretti, e sottovoce. Alla sinistra del giovane, un gatto dal pelo lungo e nero come la morte, anch'esso seduto, in attesa dell'epifania di un qualcuno non ancora meglio noto. Nonostante dei tre sembrasse di gran lunga il più maturo, non fosse altro per l'aria regale che sfoggiava, e l'indifferenza che trasudava degna di un felino, era anche il più giovane di quella stramba brigata. Sorprendentemente, ancora una volta nonostante le apparenze, la cagnolina sarebbe potuta essere la più anziana, nonostante lo scarso contegno di cui dava mostra anche in pubblico. Mentre la prima da destra studiava l'ambiente, in cerca di una via di fuga che non avrebbe tardato a trovare, il secondo passava al setaccio i primi Tassorosso e Serpeverde fuoriusciti dall'Aula al primo piano, e diretti nei sotterranei, evidentemente in cerca di qualcuno, mentre il terzo si leccava con fare annoiato una zampa. Cosa o chi attendevano tutti e tre?
Chi era quel giovane moro, dalla carnagione ambrata, smilzo e non troppo alto?
E perchè aveva in mano un vistoso ombrello viola?



Ottimo, come ti ho detto non avrai bisogno di nulla in particolare.
Ci penserà il nostro amico smilzo nel darti qualche consiglio, per il resto molta fantasia, e pazienza.
Dovrebbe essere tutto, cioè niente, nel caso ci sentiamo! :ihih:
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