Posts written by virginia*

view post Posted: 11/1/2017, 22:11     The show must go on - Diagon Alley
Con la fine delle festività anche la normale routine quotidiana aveva ripreso scandendo le giornate fra lavoro, lavoro e lavoro. Ultimamente stava succedendo di tutto e c’erano volte che ringraziavo Merlino per tutto quel daffare. Mi teneva impegnata la mente oltre che la persona permettendomi di non soffermarmi a pensare ad altro che a terminare una missione, presenziare una riunione o discutere, di lavoro, con i colleghi. La mia è una professione bellissima ma a volte anche impegnativa ed oltre a quella, tramite la stima e la simpatia di cui ho l’onore di godere presso alcuni stimati Colleghi, avevo assunto anche altri impegni che esulavano da quello che era l’occuparmi di Creature Magiche. Fra le varie cose trovavo sempre modo e la maniera di far tardi in ufficio e quando uscivo i negozi o erano già chiusi o stavano per chiudere.
Quella sera ero riuscita a trovare aperto solo un fruttivendolo nel cui negozio mi ero infilata quando la serranda stava per abbassarsi. Fatta incetta di patate, carote, banane ed arance ero uscita con le mani cariche di borsine e mi dirigevo verso casa. Camminare avrebbe stemperato la tensione della giornata e nonostante il freddo mi piaceva passeggiare per Diagon Alley.
Cappotto rosso, ancora non avevo smesso il colore natalizio, e berretta bianca bel calata il testa procedevo guardando a dove mettevo i piedi. La neve rendeva scivoloso il selciato e il pericolo di caduta era tutt’altro che remoto.
Transitando incontro pochi, infreddoliti passanti che si affrettano a raggiungere il calduccio delle loro case. A testa bassa non faccio troppo caso a dove sono; conoscendo a memoria la strada so che devo proseguire ancora per un bel tratto prima di giungere a destinazione.
Uno scoppio mi fa trasalire e mi costringe, mio malgrado, a sollevare lo sguardo per decifrarne la provenienza. Alcuni ragazzini si stanno divertendo con i Detonatori Abbindolanti davanti al negozio dei Tiri Vispi. Finite le feste ci debbono essere offerte speciali per i botti e i fanciulli, evidentemente, ne hanno approfittato. Sorriderei alla loro scanzonata allegria; ridono, si divertono e un po’ li invidio per la loro età spensierata. Sorriderei se facessi in tempo e se non perdessi l’equilibrio finendo una lastra di ghiaccio che mi fa sbandare. L’istinto di protezione mi costringe a mollare la presa su una delle borse che ho strette in mano e il suo contenuto finisce, parzialmente, sul marciapiede. Tre arance rotolano davanti a me finendo per fermarsi ai piedi di una figura che mi da le spalle. La luce tenue dei lampioni stradali evidenzia una figura scura col cappuccio tirato sul capo. Senza fretta, per non scivolare di nuovo, mi appresto ad avvicinarmi per raccogliere quello che è parte della mia cena e rimetterlo a posto. Quando arriverò nei pressi delle sfere arancioni mi chinerò per riprenderle ma sarà inevitabile che lo sguardo cada, di sfuggita, sul proprietario dei piedi accanto alle arance e avrò, per un momento, la sensazione di aver già visto quel viso parzialmente coperto dal cappuccio.

view post Posted: 29/12/2016, 15:49     Escape - La Capitale del Mondo Magico

Le cose non andavano affatto come avrebbero dovuto andare, o, perlomeno, non del tutto.
Emmet ed io non eravamo in perfetta forma ma eravamo ancora in piedi e questo era pur sempre qualcosa e qualcosa ancora di poteva fare per venire a capo di quella intricata matassa che si era rivelata la loro missione.
Nonostante i tentativi di offesa da parte del capellone e le ferite inferte dagli schiopodi il mio stimato Collega ed io eravamo ancora in grado di reagire nonostante il disappunto di vederci sparire sotto gli occhi i due brutti elementi che erano stati la causa di tutto quel casino. Avevamo dalla nostra le bacchette, la boccetta che avevano recuperato e il tesserino che ancora conservavo nella mia tasca. A qualcosa, ne ero certa, sarebbero serviti.
In primis la bacchetta che ora, fra le mie dita si solleva senza esitazione cercando di mettere fine all’esuberernte corteggiamento che il mio schiopodo sta facendo alla mia persona. Ho già ricevuto fin troppe attenzioni da quella cara bestiola e mi sembra arrivato il momento di raffreddare i suoi esagerati bollori.
Dando un’occhiata al mio Collega ritengo opportuno informarlo di quel che stò per fare. Urge farlo in tutta velocità. Da un cespuglio, a poca distanza da noi pare stia arrivando un’eventuale altro ostacolo e non posso pensare di affrontarlo sotto la costante minaccia dello schiopodo.

Emmett, io cerco di fermare questo fanciullo prima che lui fermi me. Lo senti anche tu questo lamento?
E’ con mano lesta che affronto lo schiopodo puntandogli la bacchetta contro cercando di mirare al suo punto debole. Una rapida frustata verso l’alto del catalizzatore segnerà l’inizio dell’azione. Le dita reggono il legno saldamente mentre pronuncio il più correttamente possibile la prima parte dell’incanto
Petrificus
Quando la mano arriva sull’obbiettivo si ferma per enunciarne il proseguimento e sarà ferma mentre dalla mia bocca uscirà un deciso
Totàlus

Sperando di aver centrato obbiettivo e intento cercherò di non dar peso al dolore della gamba attendendo di veder immobilizzata la Creatura. Mi spiacerà aver dovuto ricorrere a quell’espediente ma so che non sarà una condizione definitiva quello dello schiopodo e che si potrà rimediare in un secondo tempo con un controincantesimo.
Ora spettava di nuovo ad Emmett e a me far fronte alla nuova, eventuale, grana che, per il momento, aveva solo un suono che assomigliava ad un gemito. Memore dell’esperienza fatta con il ‘buon’ Hopper sarà opportuno non abbassare la guardia di un solo millimetro ed è a bacchetta spianta e con tutti i sensi all’erta che mi giro verso la fonte del rumore per accertarmi di cosa si tratti.



Virginia Brown:
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view post Posted: 24/11/2016, 11:54     Oilà! - Presentazioni
Ciao Matteo. Benvenuto!
Chiunque mi conosca sa bene quanto sono allergica ai codici per cui ti capisco perfettamente. :angry:
Se posso dare una mano,codici esclusi, ben volentieri. Ti troverai benissimo vedrai :fru:
view post Posted: 17/11/2016, 11:46     Escape - La Capitale del Mondo Magico




Amo le creature ma, da oggi, se riuscirò ad uscire viva da questo inferno, dubito che guarderò mai più con benevolenza uno schiopodo. Questo mi viene da pensare mentre non trattengo un grido. L’animale mi attacca di nuovo e stavolta è la mia gamba la vittima predestinata.
Prima che la simpatica creatura abbia il tempo e il modo di assaggiare di nuovo la mia carne però succede un fatto alquanto insolito. Le api evocate dal mio incanto colpiscono le bersaglio predestinato proprio mentre quest’ultimo lancia una boccetta misteriosa verso il maledetto Hopper ancora a terra. Non so cosa contenga, dalla mia posizione posso solo vedere che si tratta di un liquido giallo. Mi viene da pensare che debba essere qualcosa di importante o quantomeno di utile per l’occhialuto malandrino se il capellone si preoccupa di lanciarla nella direzione del suo complice in un momento simile.
Emmett intanto è ancora alle prese con le sue spasimanti sputafuoco. E’ ancora armato e questo mi consola non poco. Il collegana mi ricorda che queste creature sono attratte dal sangue.
Se la situazione non fosse tragica mi verrebbe da ridere.
C’e sangue per tutti gusti in giro ma pare che le creature preferiscano il mio e il suo.


Si Emmett, pare che il tuo sangue e il mio siano di loro gradimento.

Borbotto stringendo i denti per il dolore che mi fa piegare leggermente in avanti. Anche il barbuto però, ora, colpito dalle api e da un provvidenziale proiettile vagante, avrebbe potuto sanguinare. In cuor mio, spero che le creature abbiano voglia di assaggiare anche il suo di sangue ma non posso accontentarmi delle speranze. Fino a quel momento sperare non ha portato grossi benefici ne a me e nemmeno al mio collega che deve prendersi una scodata da una delle sue schiopode. Per fortuna rimane in piedi anche se presumo che non gli abbia fatto piacere l’ennesimo contatto ravvicinato con l’animale.

Tieni duro, questi non scherzano per niente ma venderemo cara la pelle.

Non so se il mio collega riesca a sentire le mie parole ma spero che colga la convinzione con la quale lo esorto a non cedere.
Malconcia ma ancora in grado di reggere la bacchetta la punto contro l’ampolla lanciata dal nerboruto energumeno. Non mi piacerebbe per nulla che finisse nelle mani di Hopper. Qualsiasi sostanza contenga ritengo che debba rimanere fuori dalla sua portata. In mano nostra sarà, se non utile, almeno inaccessibile da parte dei due Maghi che pare vogliano impedirci di tornare vivi al Ministero. Non so se la gamba mi reggerà, non so se riuscirò e per quanto tempo potrò rimanere dritta ma mi sforzo di farlo facendo appello a tutte la forza di volontà che possiedo e con voce sicura, forte e decisa enuncio l’incanto che, se andrà a buon fine, porterà fra le mie mani la bottiglietta sfuggita dalle mani del capellone.
Con il braccio ben teso verso l’ampollina contenente il liquido giallo cerco di portarla a me pronunciando il più chiaramente possibile


ACCIO

Attendo gli eventi col cuore in gola e, semmai la gamba dovesse cedere e dovessi cadere spero almeno di atterrare su Hopper e schiacciarlo. Ben gli starebbe.

Virginia Brown:
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Edited by virginia* - 17/11/2016, 12:54
view post Posted: 3/11/2016, 14:23     Escape - La Capitale del Mondo Magico


Le cose non si stavano mettendo come avevo sperato. Forse avevo solo immaginato di poter agire su due fronti in contemporanea. Forse chiedevo troppo a me stessa e probabilmente il danno subito dal mio braccio a causa del morso dello schiopodo aveva fatto più danni di quelli che io stessa potessi aver valutato minacciando la mia lucidità. Peccare di presunzione è la maniera peggiore per affrontare una situazione come questa. Ho bisogno della lucidità e dell’obbiettività per rendermi utile e devo cercare la maniera per venirne fuori. Scuoto il capo come a volermi riprendere da un brutto sogno e strizzo gli occhi per riaprirli dopo un solo istante. La mia camicia bucata è l’evidente segno lasciato dal morso dello schiopodo. Fa male, molto male ma devo farmi forza e continuare a combattere lucidamente, senza lasciarmi travolgere dell’ira. Devo valutare quale, in questo momento, sia il pericolo più imminente e anche se nutro astio verso Hopper ancora a terra credo sia meglio che il suo compagno capellone non si avvicini ulteriormente. Penso sia ancor più pericoloso della creatura che mi ha inflitto quella ferita e il mio incanto non è servito a disarmarlo. Per fortuna Emmett, più saggio di me, ha reso, per il momento, le sue schiopede incapaci di attaccare. Sapere lui al riparo dai denti e dalle fiamme della creatura mi reca non poco sollievo. Se il dolore al braccio ferito da un canto mi fa soffrire dall’altro mi riporta alla realtà in men che non si dica. Proverò a fermare il complice di Hopper e stavolta chiederò l’aiuto di altre creature. Le api. So che dovrò impegnarmi. So che non è cosa semplice e neppure sicura ma sento rinascere in me la giusta lucidità e determinazione per poter scagliare l’incanto che ho in mente. Lo schiopodo che mi ha ferita è a pochi passi da me e non ho molto tempo. Mi occuperò di lui se e non appena sarò riuscita a rallentare o fermare il brutto ceffo che continua ad avanzare. Pendo un respiro profondo e conduco la mente ad evocare l’immagine di un nutrito sciame di api. Le piccole, operose e agguerrite creature riempiono i miei pensieri con le loro alette svolazzanti e il lo ronzare incessante. Cerco di imprimerle in testa in ogni loro piccolo particolare. Cerco di osservale molto bene mentre, guidate dall’incanto, coprono il tragitto che porta dalla punta del catalizzatore a viso dello sconosciuto e capelluto aggressore. Tento di evocare l’immagine dello sciame che, compatto e agguerrito, si dirige verso la figura dell’uomo puntando al suo viso. Per piccine che siano le api quando attaccano fanno male, il loro veleno non è mortale ma un’attacco di massa, se ben riuscito, potrebbe mettere in seria difficoltà l’uomo. E’ con quella speranza e con una determinazione assoluta che cerco di far combaciare la forza dell’evocazione con la potenza dell’offensiva. Sollevo il braccio armato tendendolo verso il viso dell’avversario e facendo attenzioni affinchè la sua postura non risulti rigida. Sono talmente concentrata da non udire altro rumore che quello dello sciame che ho in mente e a non vedere altro che il percorso che si frappone fra la bacchetta e l’uomo che avanza. Spero davvero che gli insetti, le mia amate crature, non mi deludano ma so che dipende soprattutto da me affichè questo avvenga.
Concentrata sulla mia missione e speranzosa nel suo buon esito pronuncio la parola magica che potrebbe far la differenza fra una sconfitta e una vittoria e sono determinata a continuare a credere che saremo noi. Emmett, io e il Ministero tutto, ad avere l’ultima parola.

Apis
Nonostante il dolore mi pare di sentire la mia voce ferma e decisa nel pronunciare la formula magica e non mi pare di vedere tremore nel mio braccio puntato verso l’obbittivo . Se le cose andranno come spero ho uno schipodo a pochi passi di cui occuparmi e un verme che si chiama Hopper che attende di essere sistemato una volta per tutte.

Virginia Brown:
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view post Posted: 22/10/2016, 13:49     melancholy - La Capitale del Mondo Magico
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Cominciavo ad averne abbastanza delle lagne dello spilungone che continuava a lamentarsi invece di rimettere a posto le sue cose. Fossimo stati in un ambiente diverso, dove non c’era pericolo di essere visti da occhi babbani avrei provveduto a sistemare quel casino con la bacchetta ma a King Kross non era proprio il caso. Vero è che quelli della mia razza sono ovunque. Anche non molto distanti da me visto che ho appena visto, anche se solo di sfuggita, una copia della Gazzetta del Profeta che sicuramente non appartiene ad un babbano.
Senza aspettare che l’inutile e dinoccolato ragazzo si prodigasse in quella che sembrava una lunga litania di lamentele richiudo il suo bagaglio e glielo porgo facendo bene intendere che ritengo la discussione conclusa.

Ecco qua. Prenda le sue cose e vada. Immagino abbia di meglio da fare che star qui a lamentarsi. E…stia più attento la prossima volta. Avrebbe potuto farmi male.
Indispettita dall’incidente tendo la valigia, ormai richiusa, al ragazzo che si allontana con l’aria di chi non ci ha capito granchè.
Sospiro rassegnata al fatto che di persone distratte ce ne sono fin troppe quando mi si avvicina un uomo, lo stesso che poco prima avevo visto. Il lettore della Gazzetta. Un Mago ovviamente e questo da una parte mi rincuora e dall’altra le sue parole...

Nessuno le hai mai detto che la miglior difesa è l’attacco?
Rispondo guardandolo per un attimo seria seria. Poi sollevo un sopracciglio e un sorriso si dipinge sul mio viso. Un sorriso che tarda poco a trasformarsi in una risata liberatoria.
Se gli avessi dato corda prodigandomi in mille scuse a quest’ora sarebbe qui. In lacrime magari. E comunque….
Ribatto sostenendo la mia posizione
E anche sua! Doveva guardare dove metteva i piedi. Chi osserva vede e chi vede impara.
Ribadisco puntando lo sguardo da dove avevo visto spuntare il giornale.
Annuisco sperando capisca a cosa alludo ma, nel caso, meglio essere più espliciti onde evitare fraintendimenti.
Ci sono notizie interessanti oggi sul nostro giornale?
La situazione non era delle migliori negli ultimi tempi. Tante cose stavano accadendo. Tante erano note e altre meno. Alcune non lo sarebbero mai state, non i più almeno. Non mi sono mai fidata dei giornale e tantomeno dei giornalisti. Imbrattacarte a mio avviso. Farebbero e scriverebbero di tutto per vendere compreso seminare il panico e dare indicazioni non corrette e incomplete.
view post Posted: 16/10/2016, 15:13     melancholy - La Capitale del Mondo Magico
virginia

Uomini, donne, bambini. C’è parecchio movimento in giro ed è proprio in quella confusione che mi sento isolata e libera di lasciar scorrere i pensieri.
Gente che guarda l’orologio, altra che consulta i cartelloni delle partenze e degli arrivi. Altra ancora che accoglie i passeggeri che scendono dai convogli con baci e abbracci. Visualizzo quelle immagini che fanno da sfumato sfondo ai ricordi. La voce dello speaker che annunci arrivi e partenze ogni tanto mi fa sussultare tanto sono intenta guardare dentro me.
Perdo la cognizione del mio corpo oltre a quella del tempo e nel farlo distendo le gambe incrociando i piedi. Pessima mossa. Con tutto quell’andirivieni è quasi inevitabile e infatti succede. Succede che un ragazzo, correndo chissà dove e incontro a chissà che cosa, inciampa nelle mie gambe che hanno invaso la sua traiettoria e finisce lungo disteso a terra.
Mi riprendo dal mio fantasticare in un baleno e mi alzo di scatto per avvicinarmi a lui con l’intenzione di soccorrerlo. Non mi pare si sia fatto male ma il suo bagaglio si è aperto e i suoi effetti sono sparpagliati attorno a lui.

Si è fatto male?
Chiedo preoccupata mentre lo osservo.
Mi spiace, la aiuto a recuperare le sue cose.
Nel farlo cerco di raggiungere un astuccio tondeggiante che si è allontanato dal resto del disastro ed è finito vicino ai piedi di una sedia occupata da un’uomo. Raccattando l’oggetto sollevo lo sguardo e vedo che costui sta leggendo un giornale. Lo sguardo cade, accidentalmente sul quotidiano ma è solo quando mi rialzo e noto che questo cela una copia della Gazzetta del Profeta. Non è cosa insolita incontrare maghi a King Kross. Tutti noi abbiamo dovuto imparare ad interagire con i babbani.
Lancio un’occhiata eloquente prima all’uomo e poi alla Gazzetta e torno ad aiutare il malcapitato che sbraita come una mandragola al momento del trapianto.

La smetta di frignare e guardi dove mette i piedi la prossima volta. Ecco il suo astuccio. Le ho già chiesto scusa. Non la faccia tanto lunga.
Era pur vero che io avevo allungato le gambe ma non era certo mia intenzione farlo cadere e non potevo essere l’unica responsabile di quello che era successo.
view post Posted: 13/10/2016, 12:09     melancholy - La Capitale del Mondo Magico
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Mi capita. A volte capita anche a me di essere malinconica. La frizzante Mr. Brown, sempre attiva, sempre disponibile, sempre pronta ad intervenire se qualcuno ha bisogno del suoi aiuto non è altro che una donna. Le donne sono creature strane. A volte hanno la forza di un aeroplano che decolla, altre sono fragili come la porcellana. Mi sono chiesta spesso per quale motivo la mia vita è cosi piena di impegni e per quale motivo me la complico prendendone sempre di nuovi. Per me prendere un impegno vuol dire buttarsi anima e corpo in quel che faccio. Vuol dire cercare, con tutta me stessa, di non deludere chi ha riposto fiducia in me e questo assorbe tutte le mie energie, mi tiene occupata e tiene la mia mente lontana dai pensieri tristi. Detesto essere triste. Non sono nata per piangere e per compiangermi. Sono ottimista di natura e cerco il buono ovunque anche dove di buono c’è bene poco o nulla addirittura ma nonostante questo ogni tanto, quando la mia testa non è pressata da urgenze o incombenze pressanti….ecco che si crea una falla e la malinconia, come un’aspide, vi si infila rendendomi vulnerabile. In quei momenti mi isolo, preferisco rimanere sola a leccarmi le ferite aspettando che il brutto momento passi. Oggi è uno di quei giorni. E’ stata una giornata tranquilla, forse un po’ troppo per i miei gusti. Uscita la Ministero presso il quale lavoro il pensiero di tornare a casa non mi attrae per nulla e non so nemmeno io come e perché mi ritrovo alla stazione di King Kross. In mezzo alla folla si è soli, forse più soli che in un luogo isolato. Nessuno fa caso a nessuno. Ognuno procede verso la sua destinazione, cerca di raggiungere il suo obbiettivo e non bada a chi gli sta intorno. Da un distributore automatico, dopo aver litigato cinque buoni minuti con l’infernale macchinetta babbana che parla una lingua che faccio fatica a comprendere, prendo un bicchiere di the caldo e zuccherato per poi uscire e sedermi su una panchina libera accanto ad uno dei tanti binari. E’ quasi l’imbrunire e fa fresco. La bevanda non è il massimo ma il bicchiere mi scalda le mani e lo reggo tenendolo con entrambe. Indosso un cappotto leggero, rosso con la cintura nera alla vita. Appesa alla spalla ho la mia inseparabile borsa. Porto con me molto più del necessario ma non esco mai di casa senza la bacchetta. Fisso davanti a me con espressione assente mentre i pensieri volano sembrano nubi sospinte del vento. Si accavallano, si confondono. Passato e presente si sovrappongono creando, nella mia mente, scenari diversi da quella che è la realtà e mi abbandono ad osservare ritagli della mia vita. Alcuni importanti, altri assolutamente insignificanti e li lascio liberi di volteggiare, di incontrarsi e di scontrarsi. Perdo la dimensione del tempo e rimango lì. Immobile.
view post Posted: 23/9/2016, 12:38     Escape - La Capitale del Mondo Magico
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Male. Malissimo. Il focoso e intraprendente schiopodo che sono riuscita ad incantare è rimasto attaccato al mio braccio dopo avervi affondato i suoi dentini famelici. Non è la prima volta che vengo morsa da una creatura e anche se il mio istinto e la mia professione è quella di curarle ….beh…questa non mi ispira molta simpatia.
Stringo i denti per il dolore ma non mi sfugge l’occhiata che il capellone lancia alla ricerca dello sguardo di Hopper. Pare cercare, in quel breve istante i cui i loro sguardi si incrociano, approvazione e sostegno. Piano piano le cose cominciano a chiarirsi. Deve essere proprio Hopper il boss della situazione. Deve essere lui che ha montato tutta la messa in scena e teso il tranello nel quale io ed Hemmett siamo caduti. Se penso che fino a poco fa volevo pure soccorrerlo mi prenderei a bacchettate per la mia ingenuità. Quel verme strisciante è la mente del piano e il brutto ceffo il complice. Dolorante ma in piedi e ancora armata di bacchetta mi avvicino a quel lombrico tenendo il catalizzatore sempre alzato e ben stretto nella destra.
Intanto i falchi evocati da Hemmett, meno uno che è stato abbattuto dall’ancor sconosciuto cappellone, sono sulle due schiopode le cui intenzioni non sono di certo benevole nei confronti del mio abile collega gli sono vicine. Troppo vicine. Ormai decidere d’istinto stà diventando un’abitudine ma un minimo di razionalità penso ancora di averlo. Hopper…con lui me la vedrò a corpo a corpo, vigliacca ad infierire su un’uomo ferito? No. Solo molto arrabbiata e impaziente di concludere questa brutta storia e poi …se lo merita tutto.

Hemmett non pensare a me a ad Hopper. Con questo maledetto me la sbrigo da sola. Stai attento alle schiopode e a quel mostro.
Fisicamente non me la sarei cavata con bestione ma Hemmett ha bisogno d’aiuto con due creature arrabbiate che minacciano di morderlo. Io…avrei resistito. Ho una soglia del dolore abbastanza alta per farlo anche se fa davvero male e non posso usare il braccio sinistro. Il destro si però. Prendo un’attimo di respiro e mi avvicino sempre di più ad Hopper. Con la coda dell’occhio controllo i movimenti del nerboruto e mi sembra di capire che abbia intenzione di soccorrere il suo compagno. Faccio finta di ignorarlo e spero che questo serva a non mettere sulla difensiva il capellone perché è a lui che penso ed è lui il primo del quale voglio occuparmi; prima ancora di pensare al mio braccio ferito e prima di sistemare Hopper. Liberando la mente da indugi e pensieri mi concentro sul da farsi. Non voglio fallire e la mia determinazione a non farlo è assoluta. Ancora un respiro per eliminare dalla mente tutto ciò che non ha a che fare con mio obbiettivo e con un guizzo mi giro lesta in direzione dello sconosciuto. Carico il braccio armato cercando di bilanciarlo correttamente. Non troppo ma neppure troppo poco. La mia mano sale all’altezza del viso arrivando in corrispondenza del naso e stò attenta a non arretrare troppo. Distendo poi il braccio come se stessi per lanciare qualcosa e comincio a farlo salire verso la sagoma dell’uomo grosso e peloso. Non c’è dubbio che ci sia decisione mentre comincio a pronuciare l’incanto.
EX
Quando la mia mano è ferma e il braccio disteso e allineato, diretta alla figura dell’uomo finisco la formula più decisa che mai

PELLIARMUS
Fiduciosa di aver agito correttamente mi giro di nuovo e ora…Hopper a noi!
Prima ancora che la mia ombra lo raggiunga il fetente può sentire la mia voce minacciosa. Devo sembrare e mi sento un’arpia in quel momento mentre mi fiondo sul verme ferito.
Brutta bestia schifosa e viscida! Tu hai organizzato tutto questo casino. Tu hai messo a rischio il mio collega, me e queste creature.
Mai avrei definito ‘bestie’ le creature. Nemmeno quella che mi stava ancora martoriando il braccio ma il dolore certamente non aiuta ad essere compassionevoli ed è con rabbia che comincio a prendere a calci il lombrico a terra insistendo particolarmente sul braccio già devastato e poi, con un pizzico di cattiveria gratuita, con la punta della scarpa faccio cadere i suoi occhiali e li frantumo pestandoli con il tacco. Quelle lenti intonse mi avevano insospettita fin da subito e solo ora capisco il perché.

Virginia Brown:
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Punti Corpo: 107
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view post Posted: 17/9/2016, 13:08     magical sweetness - Florian Fortebraccio WizCafè

Rimango assorta ad ascoltare e osservare Rhaegar. Uno strano silenzio aleggia attorno a noi. Nonostante siamo in mezzo alla gente nessuno può udirci e i nostri discorsi, forse fin troppi seri per un pomeriggio cominciato con la prospettiva di una merenda luculliana e due chiacchiere per conoscerci, hanno assunto una piega che non mi aspettavo ma che trovo alquanto interessante.
Sono intimamente convinta che il Capo Auror e la presente Curatrice di creature magiche non siano uguali di carattere, anzi, penso che, sollevassimo anche altri argomenti, troveremmo motivo non di scontro ma di confronto. Ognuno di noi ha la sua storia alle spalle e dal passato non si sfugge. Ho le mie cicatrici e Rhaegar ha sicuramente le sue. Alcune visibili, come quella che presumo sia nascosta dalla benda che gli copre l’occhio, altre non così evidenti ma forse ancor più profonde. Anche e soprattutto in base alle cicatrici che ci portiamo addosso siamo quello che siamo e Voldemort non sfugge a questa regola a mio avviso. Non voglio giustificarlo. Ha fatto cose orribili e probabilmente ha in programma di farne altre ma fino a quando non capiamo le ragioni che lo inducono ad essere quello che è non potremo prevedere le sue mosse ne tantomeno fermarlo. Possiamo solo sperare di difenderci alla meglio.
Riflettendo su questi pensieri finisco la mia fetta di torta e mi rendo conto che è davvero quello che promette. Mi rendo conto che ha contribuito a realizzare un sogno. Un sogno che forse nemmeno io ero consapevole di avere fino a poco fa. Penso di aver iniziato a godere della fiducia dell’Auror e questo, per me, significa moltissimo. Mai mi sarei aspettata avesse dato credito ad una ragazza conosciuta da poco e in circostanze quanto meno strampalate e approfitto dell’occasione per esprime ad alta voce il mio pensiero.
Appoggio la forchetta a fianco del piatto ormai vuoto e appoggio le mani vicino ad esso assumendo una posizione di completa apertura verso l’uomo. Il viso sollevato e lo sguardo fisso nel suo. Non c’è bisogno di accalorarsi per discutere, non quando si è fra persone intelligenti che sanno comprendere, valutare e tener conto anche di un pensiero, di un’idea diversa da quella perseguita.

Vuoi che sia sincera? Compiango Voldemort. E’ vero. Non sappiamo molto del suo passato ma non deve essere stato facile per lui ridursi ad essere considerato solo per la sua malvagità. Non lo scuso, non fraintendermi. Ha trovato nel terrore la sua possibilità di essere notato. Non potendo essere amato ha scelto il lato opposto della barricata. Ha scelto di essere odiato e temuto. Nessuno gli ha insegnato altro che questo e questo è il risultato. Anche per questo motivo credo che sia utile che gli studenti vengano messi al corrente. Devono sapere che ci sono modi diversi per combattere la paura e la debolezza. La conoscenza può essere sicuramente uno di questi mezzi.
Sono una Curatrice e la mia professione mi fa, spesso, paragonare le persone agli animali. So bene che un grifone non ha la stessa indole di una puffola pigmea e che non sarà mai altrettanto docile e mansueto ma so che pure la puffola, se cresciuta in un’ambiente malsano, se maltrattata, se privata dei bisogni primari può diventare molto meno simpatica e penso anche l’amore sia il primo dei bisogni primari a cui tutti hanno diritto. Lungi da me l’idea di convertire Voldemort. Non ne ho le capacità e non saprei da che parte iniziare ma, per carattere, cerco sempre di andare oltre le mere apparenze e comprendere, senza scusare, le motivazioni che stanno dietro alle azioni più abbiette.<
Per Voldemort è tardi. Il suo spirito è troppo compresso per poter pensare ad un suo cambiamento di atteggiamento ma per i ragazzi no e se non li mettiamo al corrente chi non ci dice che presto non ne avremo un altro? Un altro ‘dittatore’. Un altro che, come giustamente dici tu, cercherà, per emergere, di fare ancor peggio del suo predecessore per metterlo in ombra? Purtroppo non c’è limite al male e quello che abbiamo passato potrebbe non essere il peggio. Le tue stesse parole lo confermano. La situazione è grave e se ci facciamo prendere dal panico e dalla paura sarà ancor peggio.
Forse una piega, di preoccupazione, solca la mia fronte ora. Sentire Rhaegar dichiarare apertamente che gravi e ancor misteriosi pericoli ci minacciano non è confortante ma essere messi al corrente, conoscere le cose e gli eventi è meno spaventoso che immaginarle e lasciare che la paura faccia da padrona e peggiori una situazione che di per se è già difficile.
La ruga d’espressione si distende subito dopo aver udito la proposta del Capo Auror alla quale acconsento senza il minimo indugio. Un sorriso sorpreso e compiaciuto distende le mie labbra e i miei occhi si illuminano di speranza ed entusiasmo.

Certo che mi va. I miei colleghi sapranno sicuramente sostituirmi in caso di necessità e con questo aggeggio, ogni tanto anche i babbani ne pensano qualcuna giusta, posso avvisare e prendermi il pomeriggio libero.
Nemmeno il tempo di finire di parlare e il braccio di stende alla ricerca della borsa dalla quale estraggo il cellullare. Un vecchio modello con una cover sulla quale risaltano le immagini di Galatea e Gideon nella loro sfolgorante bellezza. Ci voglio pochi attimi per mettere al corrente l’ ufficio della mia assenza. Poche parole concise che avvisano che ho bisogno di qualche ora per risolvere delle questioni personali mentre osservo Rheagar pagare il conto. Gli sarà costata una fortuna quella scorpacciata. Tutto sommato non ha fatto un gran affare ad incocciare nella sottoscritta. Prima Galatea gli ha fatto fuori le sue amate ciambelle e poi la sua amica umana gli ha fatto accendere un mutuo per pagare un conto del quale avrebbe dovuto accollarsi l’onere.
Sorrido all’uomo riponendo il telefono nella borsa e preparandomi ad alzarmi per seguirlo. Non chiedo dove mi porterà e nemmeno ciò che intende mostrarmi. Il solo fatto di godere della sua fiducia è talmente esaltante che potrei e vorrei mettermi a saltellare come una bambina il giorno del compleanno.

L’unica a protestare per il mio ritardo, e ti assicuro che lo farà con veemenza, sarà Galatea ma lei, nonostante sia terribilmente insofferente, irritante e sgradevole quando ci mette, è fondamentalmente buona e molto amata. Mi perdonerà. Andiamo?
Senta attendere oltre mi alzo in piedi e recupero la borsa pronta a partire. Per dove e per cosa non lo so ma di certo so che non mi pentirò di quel che sto facendo e vorrei che parte del mio entusiasmo arrivasse anche a Rhaegar con la speranza che nemmeno lui si penta di avermi dato credito.
Si parte!
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