Un battito.
Un respiro.
Lo sguardo che si innalzava verso il cielo scuro, rischiarato solo dalla luce rossa dell'Eclissi di sangue ormai iniziata.
Il leggero frusciare del vento che faceva muovere le foglie degli alberi, i fiori e gli steli d'erba nello sconfinato verde che circonda la sua amata Hogwarts.
Quel silenzio, così rilassante mentre si avvicinava al luogo dell'evento.
I soli suoni della Natura e dei suoi passi scalzi sul prato, l'avvolgevano come una coperta in una fredda giornata d'inverno.
L'emozione che provava per quella nottata era indescrivibile, e non riguardava il ballo scolastico, quello ci sarebbe stato ogni anno, con tematiche diverse, ma principalmente l'Eclissi di Sangue, un evento tanto raro quanto importante.
Sua nonna non era stata felice che la sua apprendista scappasse dalla cerimonia organizzata dalla loro congrega, per raggiungere quella ad Hogwarts, ma dopo un acceso scontro, alla fine l'anziana donna si era arresa, a patto che restasse fino a rituale concluso.
Ciò significava non poter n poco alla ragazza dispiaceva non poter celebrare l'Eclissi con la somma Laoise Alasdairdi, sacerdotessa di una coven conosciuta col nome di "Degli Aruspici", ma tempo addietro, quando aveva comunicato a tutti la sua intenzione di far domanda per diventare docente di Hogwarts, aveva promesso che non avrebbe mancato ai suoi doveri da apprendista, dando priorità alla famiglia quando era libera dall'insegnamento... e quella non sarebbe stata un'eccezione.
Aveva passato giorni a preparare la cerimonia al suo villaggio, un aiuto più manuale che organizzativo, visto che sua nonna aveva voluto decidere ogni minimo dettaglio per quell'importante evento astronomico e a lei era stata affidata solo l'allestimento. Ma infondo, non ne era rimasta troppo dispiaciuta, perchè così facendo si era potuta concentrare su cosa indossare a quello che si sarebbe rivelato il ballo più emozionante e spirituale a cui avesse mai partecipato.
Il vestito scelto era leggero e lungo, scivolava delicato sul manto erboso senza far il minimo rumore. Da due profondi spacchi laterarli, ad ogni passo facevano capolino due lunghe gambe snelle, mentre i piedi scalzi, con passo tranquillo, poggiavano sull'erba fresca con andatura sicura.
L'intreccio davanti al petto nascondeva i seni, mostrandone solo le morbide forme, fasce e corde di tessuto s'incrociavano a loro volta lungo i fianchi e la schiena, senza uno schema preciso, ma lasciando porzioni di pelle scoperta.
Un rosso intenso colorava la parte superiore dell'abito, per poi sfumare scendendo verso il basso, fino a diventare di un argento chiaro. L'effetto doveva richiamare l'immagine del sangue che, lentamente, colava lungo il corpo della ragazza, andando a sportare la candida veste argentata come la luce della luna.
I capelli sciolti, ricadevano ad onde lungo la schiena nuda, un lato tinto di un rosso cremisi, l'altro di un argento che ricordava quello del vestito... solo due ciocche erano raccolte dietro la testa, creando un vortice di colori, fermate da un prezioso fermaglio a forma di piuma.
La stessa piuma, impreziosiva il suo avambraccio, con un intreccio di catene e pendenti che riprendevano a loro volta quelli dell'abito.
Per quell'evento si era mantenuta sobria nella scelta di gioielli e accessori. Solo due orecchini rappresentanti il sole e la luna, ognuno incastonati con le pietre che li rappresentavano (eliolite per il sole e selenite per la luna). Al collo, una collana di rubini, con attenzione tagliati a gocce che, legate con fili sottilissimi, sembravano vero sangue che sgocciolava sul suo decoltè, superando la cicatrice, andando a imbrattarle il vestito.
Per il trucco aveva usato solo due colori: rosso e nero. Usati sugli occhi, le davano un aspetto quasi tormentato, i suoi occhi di un azzurro intenso, incorniciati da quel rosso maledetto, ingabbiati col nero più cupo. Le labbra di un rosso scuro attiravano l'attenzione con promesse pericolose e oscure.
Arrivata finalmente al giardino, un misto di soddisfazione ed emozione l'assalirono nel costatare quale meraviglioso lavoro era stato fatto per ottenere la giusta atmosfera di mistero e sacralità, perfetto per un evento astronomico di una tale portata.
L'odore di incenso saturava l'aria, dandole qualche giramento, ma ciò non le dispiaceva, anzi era cresciuta con quei fumi inebrianti, con quell'energia di vita pulsante, tanto potente da poterla quasi vedere, la magia che li circondava, intensificata dal rituale che la sacerdotessa stava svolgendo e dall'eclissi stessa.
Si diresse subito al banco dal Focolare Domestico, il suo outfit doveva esser ancora consluso.
Con l'Henné magico, si fece fare due tatuaggi temporanei sui piedi, un sole e una mezza luna stilizzati, imbelliti da altri ghirigori e intrecci di edera che richiamavano ancora gioielli e vestiti.
Non riuscendo ad arrivare in tempo per partecipare al rituale della sacerdotessa, aveva tutto il tempo per godersi il ballo e fare le sue tradizionali spese pazze.
inizialmente non era interessata ad aggiungere altri tatuaggi, le bastavano quello che la Sorte le aveva inciso a cicatrice sul petto, e quello vero e proprio sulla schiena che, trasferitasi a Londra, si era fatta per portare sempre con sè la sua amata Irlanda... ma mentre sfogliava il raccoglitore, in attesa che finissero con quelli ai piedi, un disegno attirò la sua attenzione.
Un fiore stilizzato sulla spalla della modella la fece tornare col la mente ad un ricordo passato...
Beltane ormai alle porte, il suo amato bosco dietro casa, poteva quasi sentirne l'odore selvatico, mentre vi s'inoltrava con la nonna stretta alla sua piccola mano.
E di colpo un enorme meraviglioso prato, i colori dei fiori che aggiungevano colore al verde dell'erba, su cui felice correva, saltava, rotolava, accompagnata dalle risate della nonna.
Ricordava che quel giorno erano andate a raccogliere i fiori per le ghirlande di Beltane, e in quell'occasione aveva scoperto l'erbario di famiglia. Curiosa aveva iniziato a sfogliarlo, ponendo domande su domande su ogni pianta disegnata o essiccata incontrasse finché, ad un certo punto, chiese all'anziana donna quale fiore la potesse rappresentare.
C'è chi lo chiama Destino, chi semplicemente Coincidenza... eppure, qualunque cosa fosse, Mìreen si ritrovò ad allungare la mano verso il foglio con la bozza del sole e luna, per poi girarlo e disegnare uno schizzo che mostrò alla tatuatrice insieme alla foto dell'album.
Si slacciò il vestito per lasciare la schiena nuda, tenendo la parte davanti ben ferma al petto, affinchè non cadesse mostrando forme che dovevano restare celate e restando il più ferma possibile, sopportando con coraggio il dolore (da vera Grifondoro), cercò di distrarsi osservando gli oggetti esposti in vendita e che sarebbero state sicuramente le prime vittime dello shopping sfrenato di quella sera, eppure i ricordi di quel pomeriggio spensierato continuavano a ripresentarsi.
Era così sovrappensiero che, quando le chiese che nome doveva scrivere insieme al fiore, una voce le parlò nella testa, e senza neanche rendersene conto con la mano destra riutilizzò il foglio di prima per trascrivere correttamente il nome che le era appena stato sussurrato.
A
tatuaggio finito, un sorriso di meraviglia e approvazione le comparve sul volto appena vide il bellissimo Iris stilizzato che sembrava arrampicarsi lungo la sua schiena, sotto alla fenice verde... ma subito dopo i suoi occhi si spalancarono, stupiti dal nome che inconsciamente aveva fatto tatuare:
Muìryn.
Non era poi così sbagliato, a casa la chiamavano spesso così, era il suo nome tradotto in un Irlandese più antico, ma qualcosa sotto sotto le diceva che c'era un altro motivo per cui inconsciamente l'aveva scelto, un motivo su cui adesso non voleva soffermarsi.
Lasciò da parte quei pensieri contorti, voleva godersi la serata e quale modo migliore di un bel sano shopping?
C'erano così tanti stand che non sapeva da quali iniziare, così optò per la tecnica più semplice e veloce: andare in fila, uno dopo l'altro e passarli tutti.
Dire che per ognuno di essi c'impiegò quasi un'ora per decidere cosa acquistare era riduttivo, troppi oggetti interessanti richiedevano non solo uno studio approfondito per decidere se comprarli o no, ma una grande forse di volontà ad andarsene senza svuotare l'intera bancarella!
Quando ebbe finito il giro di TUTTI i negozi, il suo portamonete si era alleggerito di più di un doppio centinaio di galeoni, ma ciò che più la preoccupava era come sarebbe riuscita a portare tutti gli acquisti nelle sue stanze dormendo proprio in cima alla torre... Oh bè, se ne sarebbe preoccupata a tempo debito, adesso che la cosa più urgente era stata fatta, poteva rilassarsi e godersi l'Eclissi di Sangue e tutta quella mistica magia che la circondava.