La ragazzina non emise un suono, la lezione procedeva come di consuetudine per il professore tra le sue lamentele generali sulla incompetenza dei grifondoro a maggior ragione se primini. Non riusciva a smettere di guardare quegli occhi enormi come l'oceano di notte , neri e cupi da far gelare il sangue. Ma quegli occhi avevano qualcosa che fece rilassare Lily, del perché non ne era a conoscenza, ma in cuor suo sapeva che c'era stranamente del buono in lui. ... La madre gli aveva raccontato dei suoi professori, e a parte quello di Difesa contro le Arti Oscure, gli altri erano rimasti gli stessi. Gli aveva raccontato di quando alla sua epoca era una Serpeverde, ma nonostante ciò quell'uomo aveva con tutti un atteggiamento freddo e distaccato. Eppure... quella mattina non gli aveva sorriso? come era possibile, pensò la ragazza scrutando il cielo stellato dal suo dormitorio. La giornata era passata veloce e ancora non aveva trovato nessuno con cui esprimere quello che aveva dentro. Si distese sul suo letto a baldacchino, era abbastanza grande per dividerlo con qualcuno, ma quella giornata era passata nell'indifferenza. Aveva sempre questa impressione di far paura alle persone che la circondavano, la guardavano sempre con timore. Anche lei aveva gli occhi neri come la pece solo quando si richiudeva in se stessa facendosi sopraffare dalla tristezza e dalla rabbia, ma quando era felice gli occhi diventavano di un verde smeraldino che brillavano in mezzo alle notti più buie e tempestose. Si addormentò. La mattina seguente, quando si svegliò, si rese conto di aver saltato la prima ora, era troppo tardi. *Moody mi farà a pezzettini e mi darà in cibo ai cani* pensò la ragazza in preda alla disperazione. Si gettò nell'armadio e prese l'uniforme, si vestì in fretta e furia. Si catapultò per i corridoi della scuola in preda ad un attacco isterico, stava per arrivare in ritardo pure alla seconda lezione del giorno, ed era solo il secondo giorno che frequentava quella scuola. Entrò col respiro affannato. - Giusto in tempo per la lezione signorina Pacey - si sentì dire in un tono quasi pacato ma non arrabbiato. Aveva tutti gli occhi degli alunni addosso. Con un passo rigido e deciso prese posizione al solito posto, davanti alla cattedra. - Bene ragazzi oggi spiegherò gli antidoti, qualcuno sà che cosè un antidoto? - Lily alzò la mano, il giorno prima aveva studiato quasi tutto il programma iniziale di pozioni, amava quella materia. Piton la indicò con il dito e fece un cenno col capo. - Antidoto deriva dalla parola persiana “pá zahar”che significa letteralmente PA = curare e zahar = veleno, possiamo quindi dire che è il nome generico di una serie di preparati, che possono essere sia magici o meno, che servono a neutralizzare o attenuare l'effetto di un veleno. - rispose la ragazza quasi incerta sulla prontezza innata che aveva tirato fuori, non era da lei. - Esatto Pacey! 5 punti ai Serpeverde - dissè Piton con un sorriso lieve sulle labbra. La classe ancora la fissava, stupefatta. Lei non amava tutte queste attenzioni quindi chiese il permesso di potersi assentare un attimo per recarsi al bagno e Piton acconsentì. Ma cosa diavolo stava capitando? Odia tutto ciò che la rende al centro dell'attenzione, odiava Piton e questo suo modo di fare, neanche due giorni e già poteva crearsi dei nemici e neanche un amico. In questo turbine di pensieri si avvicino una forza esterna. Un ragazzino la stava guardando dubbioso. - Hai qualcosa che non và? Stai bene? chiese con una sincera preoccupazione verso quella sconosciuta ragazzina. Lei era ancora lì, appoggiata alla porta, all'esterno del bagno. Rimase pietrificata, quindi disse solo - Sì, grazie. Ma ci conosciamo? il ragazzo dai capelli biondi e folti la guardò con uno sguardo felino, impreziosito dal colore azzurro ghiaccio che possedeva. No, ma ho notato che sei una Serpeverde! Vedi, io sono il prefetto e frequento il terzo anno. Piacere Draco Malfoy! - La ragazza rimase imbambolata, non sapeva se fosse un bene o un male stringere amicizia con lui. Ma presto lo avrebbe scoperto. Piacere, Lily Pacey! e si strinsero la mano.
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