Posts written by Bloody August

view post Posted: 16/5/2016, 15:19     Richiesta Prestavolto - Schedario
Nome del personaggio: Jacqueline McLain
Nome del prestavolto: Corinna Ingenleuf
view post Posted: 13/5/2016, 18:15     È stato tutto troppo veloce. - King's Cross Station
Plic. Plic.
Stava piovendo fitto sul soffitto di vetro della stazione di King’s Cross, a Londra. Visto dal basso, quell’immenso arco composto da tanti pannelli trasparenti sembrava una rete nera posta in contrasto contro un cielo grigio ma luminoso. Il suono della pioggia era appena percettibile, con un po’ di concentrazione. Se solo avesse potuto sentirlo in tutta la sua naturale forza…


« Jacqueline! » una voce familiare la scosse da quel suo eccessivo riflettere, spingendola a voltarsi verso sinistra: era sua madre. Schiuse le labbra, ma non riuscì a dire nulla. Un abbraccio l’aveva raggiunta prima che potesse farlo. Riconobbe subito il profumo di sua madre e facendo appena capolino dietro le sue ciocche ramate poté vedere anche l’altra persona che si trovava a pochi passi da loro: suo padre. Il sorriso di lui nascondeva tanta fierezza quanta malinconia su quel viso stanco. « M-mamma! » sussurrò appena la ragazzina dai corti capelli castani, lasciando intendere di aver ritenuto sufficiente il tempo di quell’abbraccio. Scusandosi, sua madre si alzò e per un secondo la guardò con uno sguardo che questa volta Jacqueline non poté capire. Quindi iniziò a guardare il suo carrello pieno degli acquisti fatti a Diagon Alley, soffermandosi subito, più che su bauli e valige, sul gufo. Si lasciò sfuggire una risata sorpresa, ma sinceramente divertita. « L’ho chiamato Leeuwenhoek. » confessò Jacqueline con un’insolita dolcezza impressa in quelle parole. La stessa impressa in una mano grande che successivamente si ritrovò sulla spalla. Mentre sua madre controllava che le valige fossero in ordine, suo padre le diede un paio di buoni consigli per la scuola. C’era un certo imbarazzo nella sua voce e sui suoi occhi evasivi, d’altronde l’uomo non poteva comprendere molto di quel mondo a lui proibito. Tuttavia, come disse anche lui, una scuola era pur sempre una scuola – anche se gli insegnamenti potevano e sarebbero stati certamente diversi. Jacqueline non sarebbe dovuta essere la migliore della classe o della scuola, nessuno dei suoi l’aveva mai preteso: doveva essere solo appassionata, inevitabilmente e inarrestabilmente appassionata. Jacqueline annuì a ciascuno dei consigli del padre, a volte consapevolmente, a volte più per riflesso. Attorno a loro c’erano comunicazioni, passanti veloci e un gran chiacchiericcio: non riusciva a godersi a pieno l’intensità di quel momento, schiacciata com’era da un’adrenalina che cresceva ogni parola che suo padre diceva, consapevole di essere sempre più vicina ad un momento importante.

Lo realizzò tardi, quando un fischio, seguito da una rapida ricerca di un orologio aveva fatto intendere ai genitori l’ora: non doveva mancare molto. Il treno in partenza non era chiaramente quello per Hogwarts, ma uno del mondo babbano usato come riferimento dalla coppia. Il professor McLain, d’altra parte, da pendolare conosceva molto bene gli orari dei treni. Jacqueline venne richiamata dalla madre, che la prese per mano e la fece venire con sé, sempre più lontana dalla figura paterna. Non avrebbe mai dimenticato quello sguardo. E mentre sentiva un certo prurito affliggerle gli occhi, sua madre le chiese un atto di fede: oltrepassare un muro. Un qualcosa che la ragazza non capì fino a quando non vide altri due ragazzi farlo, accompagnati dai relativi genitori. Prese un bel respiro e si sforzò di non arrendersi a ciò che il cervello le diceva. Affrettò il passo e una voce dentro di sé la ritenne una stupida che fa cose altrettanto stupide, perché quella cosa poteva avere razionalmente un solo finale. Non ci credeva e non lo fece neanche una frazione di secondo prima che il suo carrello toccasse il muro, sbagliando. Era dall’altra parte.

Ancora confusa ma non meno agitata, venne accompagnata dalla madre in prossimità del treno, già pronto per la partenza. Le due si avvicinarono al primo ingresso utile, quindi si salutarono, con un nuovo abbracciò che neanche questa volta Jacqueline poté evitare, ma non avrebbe neanche voluto farlo. E quello che avvenne poi, avvenne tutto troppo in fretta. Prender posto, guardare fuori dal finestrino, vedere le labbra muoversi senza udire una parola – avvenne tutto troppo in fretta. E quando il treno partì, solo allora realizzò la mancanza della presenza rassicurante dei suoi genitori in quel trambusto, perché così diverso era il medesimo brusio tra i vagoni di un vecchio treno ora che era sola in mezzo a tanta gente sconosciuta.
view post Posted: 9/5/2016, 21:26     Incantesimi Iniziali - News & comunicazioni
CITAZIONE
Acclario: pulisce vetri appannati o fa divenire limpida dell'acqua sporca
Apis: una dozzina di api esce dalla bacchetta, e volendo attacca l'avversario
Caeruleus Tintinnabulum Flammo:crea fiamme blu per far luce o scaldarsi.
Florikus: un colpo di aria fredda si sprigiona dalla bacchetta e colpisce il bersaglio
Fumos: genera fumo o vapore.
Illegibilus: fa si che qualche cosa diventi illegibile.
Lapsus: rende una piccola porzione di superficie molto scivolosa
Oppugno: per scagliare un oggetto in una particolare direzione, o indurre una propria creatura ad attaccare
Vermillius: colpisce il bersaglio scagliandolo all’indietro emettendo una luce verde. Molto debole. Molto più potente se l'avversario è disteso a terra.
Veronesi: incantesimo amalgamante, utilizzato in cucina per perfezionare creme, salse… e tutto quelle che vi passa per la testa! Comprese pozioni.
view post Posted: 9/5/2016, 17:15     Il Serraglio Stregato - Diagon Alley
Il Serraglio Stregato rappresentava, probabilmente, uno dei negozi preferiti dai ragazzi – per ben ovvie ragioni: chi non aveva mai desiderato un animaletto domestico da poter tenere con sé? Una volta una sua compagna delle elementari aveva convinto i suoi genitori a tenere un gattino che diceva di aver trovato abbandonato vicino al campo dietro alla scuola. Quando i suoi genitori le diedero il permesso, la bambina aveva sorriso incurante del dente da latte perduto pochi giorni prima.
Jacqueline, invece, era diversa. Con un padre zoologo aveva visto dozzine di specie diverse di animali, sui libri e nei musei, dietro i vetri e a portata di braccio – tanto da sentirne il pelo o la lingua. Non sentiva tutta questa necessità di avere un animale con sé, la ragazza. Però la lettera era ben chiara! Qualcosa avrebbe dovuto portare con sé nel dormitorio.

Tralasciando le specie più rare e mai sentite, Jacqueline non aveva molta scelta: c’erano i gufi e le civette, i gatti, i rospi e i topi. Topi. Dopo che aveva visto alcune delle schede del padre sui topi gialli non riusciva a capire come tanti ragazzini potessero desiderarne uno! E i rospi? Cosa avrebbe dovuto fare con un rospo? Erano viscidi e codardi. Inoltre non c’era modo di sapere quando avrebbero saltato e ciò le faceva paura. I gatti? Cielo, quanti gatti aveva visto prendere e posare da quando era arrivata. I gatti erano affascinanti, come tutti i felini. Però dopo aver letto un libro sui grandi felini dell’Africa come avrebbe potuto accontentarsi di un gatto?


Mi scusi, chiese alzando un braccio nel tentativo di attirare l’attenzione di chi avrebbe dovuto servirla, una volta arrivato il suo turno. vorrei un gufo. I gufi erano maestosi, grandi, severi. Un gufo sarebbe stato un buon amico. Alla scelta del colore, lei avrebbe risposto manifestando il desiderio di avere un comunissimo gufo marrone, scuro.
view post Posted: 9/5/2016, 17:14     Il Ghirigoro - Diagon Alley
La penultima visita fu quella al Ghirigoro. Aveva un suono strano quella parola, era così desueta, quasi infantile. La fece roteare in bocca un paio di volte mentre cercava l’insegna tra quelle dei negozi che insistevano sulla stessa via e quando si trovò dinanzi all’ingresso del locale, l’iniziale curiosità che provava per quel posto sconosciuto iniziò a mutare in vero e proprio interesse. *Una libreria!*, pensò mentre un largo sorriso le illuminava quel viso provato dal giro di compere. Abbandonata la strada , non appena il corpo iniziò a trovarsi più dentro che fuori dal negozio, Jacqueline venne rapita dal fascino di un luogo che inevitabilmente le trasmetteva serenità e sicurezza. Gli scaffali traboccavano di libri dalle copertine dai colori più disparati e di tutte le dimensioni. Ed ogni libro era una storia, una scoperta, un’esperienza. Se solo suo padre avesse potuto vedere tutti quei libri…! Sembrava così simile e allo stesso tempo così diversa da una normale libreria di Hertford…

Stava per avvicinarsi a quello che aveva tutta l’aria di essere il responsabile del negozio quando dovette fermarsi improvvisamente per far passare una bambina più piccola di lei che teneva tra le sue piccoline manine un libro da far vedere ai suoi genitori. Osservò la scena con una certa nostalgia negli occhi e, solo quando li vide allontanarsi, ricordò cosa doveva fare. Con un gesto della mano si sistemò i capelli dietro l’orecchio destro e, avanzando verso il bancone, ripensò a cosa avrebbe dovuto chiedere, sperando di togliersi quel dente al più presto. Salutò quindi il commesso per segnalare la sua presenza e quindi, sperando che lui le prestasse attenzione, disse:

Mi servirebbero i libri per il primo anno. Di Hogwarts, intendo. Una sottolineatura sciocca forse, la sua, ma ingenuamente pura. Cercò quindi quel vecchio foglio strapazzato e stropicciato che aveva in tasca: un angolo si era strappato in tutto quel trambusto di estrai-e-riponi. Se vuole ho i titoli e gli autori! esclamò con un gran sorriso, sperando di essere di qualche aiuto.
Se non ci fossero stati problemi, ricevuti i suoi libri li avrebbe contati per sincerarsi di averli ottenuti tutti e quindi avrebbe pagato per poi uscire con gli occhi di chi non vede l’ora di potersi sedere per sfogliare quei suoi primi e desiderati libri scolastici.
view post Posted: 9/5/2016, 17:12     Madam Malkin's - Diagon Alley
Come previsto la visita al negozio di Madame Malkin’s fu la più difficile da sopportare, per Jacqueline. L’interno pullulava di ragazzi e ragazze entusiasti all’idea di provare i loro abiti nuovi, i loro cappelli nuovi. Jacqueline, da parte sua, detestava comprare abiti, misurarli soprattutto. Forse perché sua madre era la tipica madre che mentre provava gli abiti nel camerino ne portava degli altri, scelti secondi i suoi gusti, e scostava la tenda incurante del fatto che fosse mezza nuda. Forse perché temeva che nel vedere il suo corpo nudo qualcuno avrebbe potuto ridere. O forse perché detestava vestirsi in un certo modo.

Ciò non toglie che anche quel giro di acquisti fu necessario. Si avvicinò al bancone con passo svogliato, trascinando con sé il carrello dove teneva gli oggetti che via via era andata collezionando.
Salve, disse, non con lo stesso entusiasmo della volta prima, contando mentalmente il terzo saluto del giorno. avrei bisogno degli abiti necessari per una studentessa del primo anno. Questi qui! Allungò quindi la sua lista ormai stropicciata, indicando con l’indice dell’altra mano i quattro nomi degli oggetti da acquistare proprio lì.

Con un po’ di fortuna, se la sarebbe cavata senza mostrarsi troppo a nessuno.
view post Posted: 9/5/2016, 17:10     Olivander - Diagon Alley
E venne il turno di Olivander. Sua madre le aveva parlato molto di questo negozio, che in sincerità non sembrava molto diverso dagli altri di Diagon Alley… dall’esterno. Ne era un po’ delusa: un negozio di bacchette magiche, per i suoi gusti, doveva essere strabiliante nel suo stesso aspetto! Povera Jacqueline. Aveva vissuto sempre tra i Babbani, era naturale che per lei l’idea stessa di “bacchetta magica” fosse strabiliante. Ma lì, a Diagon Alley, dove tutto era intriso di magia, un negozio di bacchette magiche non era poi così speciale.

È permesso? domando educatamente facendo capolino dalla cigolante porta d’ingresso, prima di iniziare a muoversi all’interno del locale. Era sola, in quel momento, non c’erano altri clienti. La pareti erano tappezzate da scatole, tutte di uguale dimensione, incolonnate l’una sulle altre, quasi a creare un altro muro – a scacchi. Aveva visto una cosa del genere una volta, nel negozio dove sua madre comprava il tè: tanti cassetti impilati l’uno sull’altro, tanto da farle venire il mal di testa. Perché tenevano le bacchette come foglie di tè?

Buongiorno, sono qui per acquistare la mia prima bacchetta magica. Quando rivolse queste parole al commesso le uscirono persino con un po’ di orgoglio, di fierezza. Non aveva idea di come funzionasse una bacchetta magica, ad essere sinceri, ma sapeva che avrebbe imparato a farlo al meglio. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di diventare una brava strega. D’altra parte, se non lo fosse diventata, avrebbero riso di lei – ne era certa.

Sono difficili da usare, le bacchette magiche? Chiese poi sottovoce, con un po’ di insicurezza travestita da curiosità, cercando di ricevere un buon consiglio per quanto avrebbe vissuto da lì a poco tempo.
view post Posted: 9/5/2016, 17:08     Mondomago - Diagon Alley
E presi gli ingredienti per le pozioni non poté che dirigersi al Mondomago, dove avrebbe se non altro completato quella parte della lista. O almeno così sperava. A differenza della farmacia di prima, questo posto era pieno di oggetti noiosi e poco stimolanti. Insomma, sul serio, al solo guardare tutte quelle bilance diverse le tornavano in mente le noiosissime gite al museo della storia della scienza: perché mai qualcuno avrebbe dovuto volere tante bilance diverse? Purtroppo, ancora non capiva. Per lei, d’altronde, tutti quei calderoni erano uguali e di sicuro non molto diversi da una pentola per le zuppe. Ignorante ingenuità, un classico. Il tipico pressapochismo dei ragazzini.

Buongiorno! alzò la mano destra con un gesto rapido, come a voler sottolineare quel saluto con tutta quella sua scoppiettante euforia che probabilmente sarebbe stata indirettamente proporzionale all’interesse che il povero commesso doveva avere per quell’ordine, dato il numero medio di studenti annuo che si recava da lui per le stesse identiche cose. Dunque, mi servirebbero… lasciò cadere la frase in sospensione, mentre cercava il punto sulla lista e, oltre a quella, cadde anche una ciocca di capelli. Lì, proprio davanti al suo occhio destro. La allontanò con uno sbuffo. Un calderone in peltro… ? ad essere sinceri, non sapeva neanche cosa fosse, il peltro. Era tipo il vetro? Ah! Misura standard due! precisò, ritenendo che fosse importante. E poi una bilancia in ottone, un telescopio e… cielo, ora la lista dava due possibilità diverse: le ampolle potevano essere sia in vetro che in cristallo. Immaginò che quelle in cristallo potessero essere leggermente più costose, quindi cercò il listino prezzi in giro e qualora non lo avesse trovato avrebbe chiesto la differenza di prezzo, per giungere comunque alla conclusione finale di scegliere il cristallo. Il cristallo era più nobile e bello del vetro, a scuola avrebbe fatto un figurone! Un set di ampolle in cristallo, grazie mille.

Stava per concludere il suo ordine quando, nel vedere dei grandi bauli in giro per il negozio. Se nel baule posso tenerci le mie cose personali quando sarò a scuola, ne vorrei uno. chiese, prima di confermare la conclusione dell’acquisto. Certo, portarsi dietro un baule del genere non sarebbe stato facile, ma se non altro avrebbe ridotto il numero di confezioni tra le mani…
view post Posted: 9/5/2016, 17:04     Farmacia da Misurino - Diagon Alley
Jacqueline rise, scioccamente. Il nome “Misurino” era buffo per lei, non poteva farci niente! Lasciò cadere lo sguardo giù dall’insegna, all’ingresso: stava per effettuare il suo primo acquisto. Aveva deciso di partire dagli ingredienti per le pozioni, semplicemente perché a provare degli abiti nuovi si sarebbe annoiata moltissimo e i libri erano così tanti che al pensiero di doverseli portare indietro per tutti gli altri acquisti già sentiva dolerle le braccia. Varcò così l’ingresso della farmacia, con gli occhietti vispi traboccanti di curiosità. Quel negozio non somigliava affatto ad una farmacia di quelle che vedeva in giro ad Hertford, anzi. C’era un’atmosfera strana, leggermente spaventosa. Aveva già provato una sensazione simile quando un giorno era andata in laboratorio con suo padre ed egli non aveva fatto altro che ripeterle per tutto il tempo di stare attenta a non toccare nulla. Cercò nella tasca della sua giacchetta scura, chiusa fino all’ultimo bottone, la lista degli acquisiti. Cielo, quanto odiava le liste. E questa, poi, era dannatamente piena!

Iniziò a leggere i nomi degli oggetti che avrebbe dovuto comprare qui. Che, per intenderci, non erano veri e propri oggetti. *Polvere di scarafaggi?* inarcò un sopracciglio *Ma che…*. Continuò a leggere, esitando un paio di volte sulla pronuncia di salamandra. *Che cos’hanno di diverso dalle nostre, le lacrime di ghiro?* si chiese guardando in modo interrogativo gli scaffali pieni di materiale da vendere attorno a sé. Avanzò di un passo seguendo la fila e continuò a leggere. Drago? I suoi occhi si spalancarono increduli. *QUEI draghi?*, si chiese cercando di immaginare quanto potessero essere grandi rispetto ai suoi comuni denti di latte. La verità è che non conosceva l’aspetto di nessuno di quei reagenti e, ad essere sincera, non capiva neanche che cosa avessero di speciale. Eccezion fatta per la Belladonna. Quella la conosceva, ne aveva letto qualcosa su un libro di papà. Cercò di ricordarsi cosa mentre guardava in giro, impaziente.

E venne il suo turno. Memore dei consigli di suo padre non toccò niente, neppure il bancone.
Salve, salutò pensando a quante volte avrebbe dovuto ripetere quella parola quella mattinata. Dovrei acquistare delle cose. Fatta la premessa, prese la lettera tra le mani e iniziò a leggere, lentamente, come un bambino che legge con tono inespressivo una poesia, snaturandola in litania: Un etto di polvere di scarafaggi, due manciate di occhi di salama-salamando-no! Salamandra, poi una boccetta di lacrime di ghiro nel dirlo il suo tono non poté celare quel suo interrogativo esistenziale sulle fantomatiche proprietà delle lacrime di ghiro due denti di drago, due etti di fegato di rana, due etti di àconito esitò o aconìto, non so, e poi... le tornò in mente ciò che cercava di ricordare un etto di Belladonna. Grazie. concluse, con un cenno del capo, attendendo che le fosse consegnato il tutto per poi pagare. Nel mentre, guardò l’ultimo nome di quella parte della lista con un ritrovato sospetto:

Le bacche della Belladonna erano velenose.
view post Posted: 8/5/2016, 16:32     La Febbre del Sabato Sera - Presentazioni
CITAZIONE (Draghy.Chan @ 8/5/2016, 17:30) 
Beh che dire, Daddy ti ha già illustrato il Sacro Regolamento che risponde a qualsiasi dubbio, domanda e fa anche altre mille mila cose... (Ma se ti sorge qualsiasi tipo di dubbio a cui il Regolamento non risponde, contatta pure un membro dello Staff o anche direttamente me)
Oltre a questo, non sei vecchia... Anche perché più o meno tre quarti delle persone del Forum hanno dai 15 ai 25 anni, ergo non sei vecchia u.u

Ti auguro una buona permanenza all'interno del Forum e non spaventarti a causa della pazzia che dilaga, tra un po' verrai infettata anche tu :3

Grazie, cara.

Pazzia? Infettata? Lo spero!
view post Posted: 8/5/2016, 16:19     Sportello Apertura Conto Bancario - Gringotts Bank
Wow esclamò sottovoce Jacqueline dinanzi all’ingresso della Gringotts Bank, uno degli edifici più grandi che avesse visto lì a Diagon Alley finora. Sembrava che non avesse mai visto prima colonne più bianche di quelle in tutta la sua vita, tant’è che per un secondo appena dimenticò di trovarsi fuori, proprio al centro di Diagon Alley, dove persone d’ogni età e degli aspetti più diversi s’incrociavano nel portare a termine i loro più svariati incarichi. Si destò così dai suoi pensieri e, prese le sue cose, varcò l’ingresso della banca unendosi ad un gruppo di persone che l’avevano preceduta in quella sua intenzione. Una volta dentro, un sorriso divertito ed entusiasta le comparve sul viso al vedere gli enormi lampadari che pendevano dal soffitto e gli ornamenti dorati che conferivano a quell’immensa sala d’ingresso una sorta di nobiltà, di antica eleganza. Jacqueline avanzò tra le due file di banconi lungo quella che sembrava una strada logica, un passaggio implicitamente obbligatorio.

E non le ci vollero nemmeno due passi tra quegli sportelli per vedere almeno un folletto. Dapprima si fermò, spaventata, forse perfino inorridita. Non erano poi così graziosi come nelle illustrazioni delle fiabe, i folletti, diciamocelo: il viso era raggrinzito, rugoso. Sembravano degli anziani in miniatura, con dei nasi troppo sporgenti e le dita delle mani tali da farle pensare ai ragni. Probabilmente restò a fissarli un po’, ma poi lasciò perdere – consapevole di come quel fissare quei volti indaffarati e decisamente non proprio cordiali fosse in fondo inappropriato e maleducato. Proseguì quindi seguendo il gli abbellimenti del pavimento sotto di sé fino a trovare uno sportello libero. Esitò, guardandosi attorno. Poteva avvicinarsi, oppure no? C’era qualche sportello speciale dove andarsi, una fila da rispettare, era questo il posto giusto, no? Decise di provarci. Si avvicinò piano piano, con la testa leggermente incurvata di lato, a metà tra la voglia di studiare quella creatura e la paura d’esser mangiata:
Salve! disse, forse un po’ troppo forte, dato che la sua voce le sembrò rimbombare un po’ tra quelle pareti. Ops, si corresse, chiudendo l’occhio sinistro ed accennando una risatina. Buongiorno, volevo dire. Questa volta era stato poco più che un sussurro. Mi è stato detto che devo aprire un conto qui, a mio nome. cercò un riscontro sul volto del folletto. Cioè Jacqueline McLain, precisò, annuendo convinta col capo. Posso farlo qui?
view post Posted: 7/5/2016, 22:54     La Febbre del Sabato Sera - Presentazioni
CITAZIONE (Fiammumski @ 7/5/2016, 23:48) 
E sono presentazioni come queste che ti migliorano le giornata....
Benvenuterrima :D

Si..mi hai fatto sorridere

Ora che lo so ho sorriso pure io.
Onorata di averlo fatto!
view post Posted: 7/5/2016, 22:24     La Febbre del Sabato Sera - Presentazioni
Yep, sto leggendo. Se sbaglierò qualcosa frustatemi. No, scusate, mi è uscita male: insomma, fatemelo presente e perdonatemi, se potete. Potrei avere del cioccolato.

Ops, vero, ho saltato il nome.
Ne ho uno, ma è lungo e potrebbe vagamente "cozzare" con il mio amore per il thrù mèdal ov stil.
Benedetta


Chiamatemi un po' come volete, purché non contenga la U. La U è il male.
view post Posted: 7/5/2016, 21:19     +1La Febbre del Sabato Sera - Presentazioni
Ehm ehm, scusate - non ho mai capito come funziona questa cosa dei titoli e, uhm, perché mi sento tipo con il fascio di luce di un riflettore addosso?

si schiarisce la voce

Buonasera, gente che... beh, tecnicamente siete voi i padroni di casa, quindi, well...
La prima cosa da sapere è che sono vecchia. Ok, non come la nonna brutta di Dracula: ho ventitré, anzi quasi ventiquattro diciannove anni e nella vita, che dire, amo le morti lente e dolorose, tipo le attese in linea al telefono con la segreteria studenti - ergo sono una studentessa universitaria.

E in attesa di conquistare l'agognata laurea, vivo anche di altre cose: mi diletto nello studio del pianoforte, pratico sport due volte a settimana (scusate, vi ho scambiato per il mio medico di base.), vivo una season di serie televisiva alla volta, ascolto musica (rock e metal per metterla sul generico), a volte - lo confesso - tento di avere una vita sociale conforme alle norme comunitarie UE ma siccome sono la peggior compagna di bevute/giochi da carte/biliardo/critica cinematografica/personal shopper che si possa trovare in giro... ruolo.

Ruolo ormai da oltre dieci anni e non lo dico per darmi arie - anzi, penso di dover ancora imparare molto -, ma per rendere un'idea di quanto mi piaccia. Insomma, la mia passione è rimasta immutata nonostante tutti gli inevitabili cambiamenti che la maturità di un ragazzo o una ragazza deve sopportare, quindi penso di essere qui perché realmente interessata a giocare, a divertirmi con voi!

Purtroppo non sono una potterhead, ma facendo parte della generazione del boom di Harry Potter grazie ai film (nel 2001 avevo 9 anni), posso dire di aver vissuto comunque molto di questo fenomeno. Anzi, da qualche parte dovrei avere ancora le Gazzette dei Maghi e delle Streghe... sob, ora mi metto a piangere!

Spero comunque di imparare molto qui, di aiutare con il mio PG a creare un po' di gioco per il GDR e di divertirmi con tutti voi. Un abbraccio!

No, non sono la figlia di Gianni.
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