Posts written by Master Adepto

view post Posted: 8/5/2024, 09:27     Glimmer - La Capitale del Mondo Magico
«Ci ho già pensato io. Tua nonna è via da un po', non crederai mica che non mi prenda cura della sua casa quando non c'è!» Era in parte vero. Da quando sua madre era partita per chissà dove, Seraphine era salita a casa sua con cadenza regolare per dare una spolverata e far arieggiare le stanze, ma più che per amore materno lo faceva per assicurarsi che la trascuratezza non causasse infestazioni di topi o chissà quali altre creature disgustose, che poi avrebbero potuto finire anche di sotto. Subito dopo la partenza di Millicent, Seraphine aveva notato con stupore quanto fosse ordinata quella casa. Lo stupore non era dovuto al fatto che sua madre fosse trasandata, quanto al fatto che Seraphine associava la magia al caos e al disordine, e si aspettava sempre di vedere strani alambicchi e diavolerie varie produrre colori e fumi bizzarri. Si trattava di cose che in realtà aveva già visto altre volte in passato, ma lo scorrere del tempo e il susseguirsi degli eventi della sua vita avevano deformato i suoi ricordi e la sua considerazione di tutto ciò che era magico. In ogni caso, non c'era alcun bisogno quel giorno di salire a casa di Millicent. Iniziando a togliere i piatti vuoti dalla tavola, Seraphine mise un punto alla questione. «Non serve che sali, mi serve che ti prepari la valigia e anche in fretta, che il viaggio è lungo e dobbiamo portare un sacco di cose. Anche perché... Oh, no!» Seraphine si fermò di botto, portandosi la mano libera sulla fronte e dandosi un colpo di incredulità. «Non ci credo! Ho dimenticato che c'è da ritirare il dolce in pasticceria! Completamente dimenticata... com'è possibile...»
Più che panico, nella voce e nel volto della donna si poteva leggere irritazione. Detestava gli imprevisti, e questo era uno bello grosso. La tabella di marcia era già fitta, ogni ulteriore aggiunta rischiava di causare un ritardo, e questo era inaccettabile. Pensò velocemente a tutte le opzioni: mandare Matthew era impensabile, avrebbe finito di lavorare giusto in tempo per rientrare a casa all'orario della partenza; peggio che mai mandare Amelia, non tanto per i bagagli - avrebbe potuto finirli lei per la figlia - quanto per il fatto che la pasticceria era un po' lontana e non si fidava a mandarla da sola. Doveva andare per forza lei, o a cena non ci sarebbe stato il dolce per nessuno. Presa la decisione, si voltò verso Gin, sguardo serio e tono imperativo, che tradiva un punta di disperazione. «Amy, devo andare a fare una commissione urgente di cui mi ero dimenticata. Farò più in fretta che posso. Ho bisogno che mi dai una mano, ovvero che ti finisci assolutamente il prima possibile la valigia e che sparecchi la tavola e fai partire la lavastoviglie, tutto quello che ti serve è sotto il lavello, sai come fare. Ci impiegherà circa mezz'ora/quaranta minuti. Quando finisce poi aprila, se riesci asciuga i piatti, altrimenti non fa niente ma basta che la apri! Posso contare su di te, sì?» Senza nemmeno aspettare una risposta, Seraphine corse a mettersi le scarpe e il cappottino leggero, si avvicinò a Gin e le baciò la fronte. «Grazie mille stellina. Torno presto!» Si mise in tasca le chiavi di casa, che comprendevano anche quelle di casa della nonna, così si sarebbe sentita più tranquilla all'idea che la figlia non perdesse tempo a cercare chissà cosa in quella soffitta. Uscì e si chiuse la porta alle spalle, lasciando così Gin sola in casa.


view post Posted: 6/5/2024, 11:30     Twinkle - La Capitale del Mondo Magico
Vide negli occhi della giovane la concentrazione necessaria e indispensabile per affrontare quell’incontro fuori dagli schemi. Aveva accolto positivamente ogni suggerimento datole e il modo in cui sembrava essere a suo agio, nonostante l’incognita del momento, rallegrò la Dottoressa Howards. I suoi metodi erano stati più e più volte rimproverati, ma era convinta che approcciarsi in punta di piedi con gli animali non fosse la migliore delle idee. Con cautala e precauzione? Assolutamente sì. Ma fingersi sottomessi all’animale senza mostrargli il rispetto che merita lo riteneva un atteggiamento passivo poco proficuo. Non conveniva a nessuna delle creature in essere, fantastiche o umane che fossero, celare la propria indole a favore dell’altra. Era del parere che si dovesse instaurare sin dal principio un reciproco rapporto di fiducia. Ritenne, per cui, fondamentale mettere alla prova Megan con un approccio più aggressivo, sebbene in alcun modo rischioso per la sua incolumità. Questo specifico snaso era talmente piccolo da non costituire pericolo; se avesse provato a morderla, probabilmente avrebbe suscitato del piacevole solletico e se avesse provato a graffiarla, al massimo le avrebbe lasciato qualche disegno superficiale sulla pelle candida. Non c’era da temere. Per ora. Era meglio che la giovane fosse pronta sin da subito, in condizione di assoluta sicurezza, ad approcciarsi allo snaso in un caso di emergenza, piuttosto che ritrovarsi in futuro senza sapere come agire in una situazione analoga.
Con estrema fierezza in se stessa, per aver pensato con tale lungimiranza, la Dottoressa si tenne a pochi passi dalla ragazza: abbastanza distante da non dare l’impressione di starle col fiato sul collo, ma al contempo abbastanza vicina da poter intervenire in qualsiasi modo, se se ne fosse presentata la necessità.
Assistette in silenzio ai due giovani che prendevano confidenza l’uno con l’altra. Megan si comportò in maniera esemplare: sebbene fu palese la rigidità del torso, presumibilmente dovuta alla tensione del momento, riuscì a mantenere la calma e fu evidente dall’atteggiamento totalmente spensierato dello snaso che, senza indugi, proseguì pacato la sua caccia al tesoro. Si riempì la pancia al punto da faticare a deambulare e la scena rendeva l’esito di quell’approccio ben più divertente del previsto. La Dottoressa non riuscì a trattenere un risolino. Si coprì la bocca con il dorso della mano, per contegno, ma non potè nascondere la tenerezza che le generò quella vista.
La studentessa optò per una distrazione che la coinvolgesse in primo piano e funzionò perfettamente: l’attenzione dello snaso venne immediatamente dirottata quando la ragazza si posò tra le mani i monili che la creatura non aveva ancora raggiunto. La Dottoressa lo vide scivolare, o per meglio dire ‘rotolare’, lungo il braccio destro e fermarsi sulle sue mani. Totalmente a suo agio, a quel punto, si lasciò anche carezzare da lei. Si mise a pancia in su, scoprendo la sua più grande debolezza.
«Ottimo, Megan. Davvero eccellente.» Lasciò ai due qualche istante di carineria, prima di spostarsi di fronte alla ragazza.
«Ricordati di questo momento. Nel caso in cui si rivelasse necessario avere la sua totale fiducia, sarai in grado di attirarlo da te e distrarlo con un approccio così diretto. Non è detto che, crescendo, non diventi più furbetto, per cui tieni in considerazione l’ipotesi di attirarlo o stanarlo creando una distrazione a distanza da te, ad esempio lanciando qualcosa a terra, così che tu possa intervenire. Suggerisco un Levicorpus su di lui, per consentirti di avere del tempo materiale di raggiungerlo ed, eventualmente, agire per recuperare qualsiasi cosa possa aver rubato senza consenso.» le spiegò, distendendo le labbra in un ampio sorriso. Carica di orgoglio per quella giovane così intraprendente, proseguì.
«Ora. Come fare per recuperare tutti questi oggetti, ipotizzando non gli sia concesso di averli? Come accennato qualche minuto fa, il metodo più rapido ed efficace è sicuramente quello di afferrarlo per le zampe e scuoterlo a testa in giù. Se riesci a creare una condizione di tranquillità, come in questo momento, puoi concedergli un approccio meno invasivo: basta inclinarlo un po’ di lato, in modo che il marsupio sia rivolto verso il basso. Con del solletico sul pancino, vedrai cadere tutti i suoi tesori sul terreno. Fin quando il suo peso ti consentirà di farlo, puoi tenerlo sul dorso con una mano e sorreggergli la testa con l’altra, come se volessi cullarlo, ma inclinato. Da questa posizione, muovere le dita sul marsupio non dovrebbe essere complicato. Prova.»


view post Posted: 4/5/2024, 20:44     From Ashes Through Blood - La Capitale del Mondo Magico

UDd62IT
Calma apparente, come magma sotto strati di terra.
Gli occhi di Madeline fissi sulle fiamme, il calore assorbito dal nero delle iridi spente. Inspirò ed espirò, nell’attesa. L’orologio scandiva il tempo, apriva ferite. Verità. Nascosta e poi rivelata come si solleva un tappeto. L’odore del passato, bugie celate dietro strati di polvere che ora cadeva giù pesante come una valanga non prevista. Lei sapeva come ci si sentiva; la morsa nello stomaco e il desiderio di voler correre lontano, vomitare rabbia e piangere fino a non avere più aria nei polmoni.
Lei lo sapeva, tuttavia si rifiutò di vedere. Di riconoscere quella sensazione familiare e lasciare che la travolgesse. Sei tu che decidi Maddy, la colpa non è di nessun altro.
Si accarezzò il collo, lo lasciò cadere da una parte e poi dall’altra mentre le parole di Draven si fecero largo nel piccolo spazio che li circondava; il battito delle mani sulle gambe a sottolinearne l’asprezza, che mal celava dietro l’apparente espressione annoiata. La donna si voltò lentamente, sondò le iridi smeraldine del ragazzo e tese le labbra in un breve sorriso asettico.
«Non c’è altro ma, se avete bisogno, sapete anche voi dove trovarmi» rispose con tono piatto, noncurante, sebbene sapesse cosa aveva appena scatenato nelle loro vite. Sei tu che decidi, le aveva detto suo padre. Perseguire nel pericolo, rischiare di distruggere tutto attorno a sé. Lei lo aveva fatto e adesso, ancora una volta, non si sentiva abbastanza in colpa per lasciare perdere.
Posò lo sguardo su Adeline, nello stesso istante lei svanì sotto i suoi occhi: un getto d’aria accarezzò il lungo abito, un fruscio secco e poi il vuoto.
«Sai dove è l’uscita» disse tornando su Draven. Si allungò a prendere una sigaretta e l’accese voltandogli le spalle.

La porta si chiuse. Adesso la pioggia incessante irrompeva nel silenzio della casa, più forte. Un lampo, poi un tuono: le fondamenta tremarono. Nei pensieri di Madeline si plasmarono una, due, tre immagini. Esiti probabili di un futuro incerto. Sperò di aver centrato il punto, di aver tolto il primo mattone di quel muro che pochi anni prima le era sembrato inarrivabile.
Lilien Shaw doveva pagare il prezzo per averle portato via tutto, capire cosa significasse essere come Madison Prewett.
Non era finita. Quella che aveva raccontato era solo una parte della storia.



Bene,
Eccoci giunti alla fine della vostra prima quest di background. È stato un viaggio carico di emozioni; molto intenso, oserei dire, per le vite di Adeline e Draven.
Madeline sarà disponibile qualora aveste bisogno di ulteriori informazioni sulla vostra famiglia. Vi si presenta dunque la possibilità di uno scambio diretto con lei (di persona o via gufo), basta mandare un mp.

Piccolo appunto per Adeline: è vietato modificare i post se non previa autorizzazione del Master. In questo è andata ma ricordalo in futuro.

Ci vediamo presto!

view post Posted: 29/4/2024, 14:41     L'altro lato del negozio - Diagon Alley
Lo sguardo di Fred e George si posò sulle giovani streghe, un’espressione ilare che si spense l’attimo seguente. A passo deciso Memory e Gwen avevano varcato la soglia del piccolo e angusto negozio con un fremito di rabbia che non era sfuggito ai due. Entrambe, ora, erano ferme dinanzi al bancone. Un breve silenzio anticipò le loro parole. In un movimento coordinato, i due ragazzi incrociarono le braccia al petto e appoggiarono le spalle sul tramezzo che dava su una porta chiusa a chiave. Ascoltarono. Le parole di Memory erano cariche di evidente disappunto. Fred lanciò un’occhiata a George, sorpreso. «Aspetta, aspetta…» si protese in avanti, verso la ragazzina. Gli occhi posarono sulla ferita: un taglio lungo la guancia abbastanza profondo, la pelle bruciata sul primo strato. «Beh…» sospirò, consapevole che fosse stato un incanto a colpirla. «Mi sembra che ve la siete cavata piuttosto bene» sorrise convinto di aver mostrato empatia, poi spostò lo sguardo su Gwen: la ragazzina aveva l’aria stanca. «Giusto?»
«Fred voleva dire che siamo dispiaciuti» intervenne George poggiando una mano sulla spalla del fratello. Le dita strinsero il tessuto della giacca, lo scosse appena. «Sì, certo. Non ne sapevamo un bel niente di tutta questa storia» Fred si tirò indietro.
«Allora? Esiste o no questo medaglione?» chiese George. Si accovaccio al di là del bancone, aprì un cassetto e porse a Memory una scatola di salviette.
«Abbiamo solo queste. Sono imbevute di un gel al dittamo e alga curativa, ecco perché il colore rosso. Se lo appoggi sopra alla ferita dovrebbe attaccarsi alla pelle e, PUFF!, chiudere la ferita» annuì il Weasley.
«Tuttavia, non siamo sicuri dell’esito» dissero entrambi, all'unisono.
«Già, beh… Non te li consiglierei, effettivamente. Potresti peggiorare la situazione» continuò George e ritirò la scatola. «È meglio che tu vada al San Mungo senza complicazioni, è una ferita piuttosto…»
Fred tossì per richiamare a sé l'attenzione e si appoggiò al bancone con un bel sacchetto ricco di gelatine, estratto dalla tasca dei pantaloni. Il tintinnio del metallo riempì lo spazio. «Bene. Data la faccenda decisamente complicata e per il vostro disturbo, offriamo quattro gelatine ciascuna in cambio del medaglione. Che ne pensi George?»
«Lo avete, no?» rispose il gemello. Protese il palmo verso Fred, lui versò su di esso sei gelatine d’oro. George le porse davanti alle due. L’altra mano imitò lo stesso gesto e, vuota, attese di stringere l'oggetto prezioso: «Da oggi sarete sempre le benvenute! Mi raccomando però, acqua in bocca con questa faccenda.» le ammonì con gentilezza, fece loro l’occhiolino. Fred portò un dito sulle labbra per mimare il silenzio.
Era fatta. Gwen e Memory, ora, non dovevano far altro che accettare quello scambio.


OFF GDR & STATISTICHE:

Siamo giunti al termine.
Mi complimento con voi, abbiamo fatto un lungo viaggio!

Guadagnate entrambe:
1 EXP || +2 PC || + 2 PM || +2 PS
e quattro gelatine d'oro ciascuna.

Memory, ripristina le tue statistiche al San Mungo:
Il tuo pg riporta una lesione parziale alla caviglia, attualmente coperta dall’incanto Ferula, e un taglio lungo la guancia per una bruciatura generata dalla magia.

PS: 201/209
PC: 83/94
PM: 126/126

Non vi resta che fare ottimi acquisti!

Il fato vi saluta, per adesso...



Susan G. Nieranth

PS: 162/162
PC: 87/87
PM: 100/100
PP: 190
EXP: 14

Memory MacWood

PS: 201/209
PC: 83/94
PM: 126/126
PP: 225
EXP: 22,5




QUEST LIBERA

view post Posted: 19/4/2024, 09:03     Glimmer - La Capitale del Mondo Magico
Un tiepido, debole raggio di sole illuminava uno scorcio dell'ampio salotto di casa Moonword-Brown. L'aria primaverile era palpabile, ma il cielo coperto non consentiva ancora di godere completamente del tepore del sole. Due valigie già pronte vicino al portone, estremamente in anticipo rispetto alla tabella di marcia, e una tavola allestita per la colazione accoglievano l'ingresso di Gin, sveglia non da molto ma pronta a iniziare la giornata. Erano quasi le nove del mattino, ma a giudicare dalla situazione in salotto sembrava che qualcuno fosse in piedi già da parecchie ore. La giacca e il cappello di Matthew Brown non erano nell'appendiabiti, il che voleva dire che era già uscito per andare al lavoro. Due delle tre postazioni preparate per la colazione erano già state chiaramente usate, ne rimaneva una sola, con un piatto vuoto e tazza e bicchiere ancora rovesciati.
«Ma buongiorno, Amy! Ce l'hai fatta a svegliarti, finalmente» tuonò Seraphine con finta serietà, sbucando dalla cucina, per lasciarsi poi andare a un tenero sorriso. «Forza, muoviti a fare colazione, poi voglio che finisci i bagagli. Dobbiamo partire subito dopo pranzo, se no facciamo tardi per la cena, e i tuoi nonni non ne sarebbero contenti.»
Ebbene, che ne fosse felice o meno, quella sera Gin sarebbe andata in Francia con i suoi genitori per passare la Pasqua, che sarebbe stata il giorno successivo, insieme ai nonni paterni. Seraphine le aveva detto che i nonni erano stati così contenti di averla con loro l'estate scorsa che avevano insistito per rivederla alla prima occasione utile, per cui avrebbero approfittato delle vacanze pasquali per andarli a trovare. Ma, per quanto questo fosse in parte vero, per Seraphine ogni occasione era buona per tenere Gin fuori da Hogwarts, e possibilmente averla sott'occhio. Che a Gin questo fosse evidente o meno non era rilevante, ma Seraphine era piuttosto convinta di essere brava a tenere a bada, nonché nascosta, la sua idiosincrasia nei confronti di tutto ciò che era magico.
Di fronte alla tovaglietta di Gin apparecchiata c'erano un cestino con svariati tipi di biscotti, una caraffa di latte tiepido, una caffettiera mezza piena, un bricco di succo di frutta e una teglia dalla quale erano state raschiate via quasi tutte le uova e il bacon. «Se ti fossi alzata prima ne avresti trovato di più» precisò Seraphine con un pizzico di stizza, che forse avrebbe potuto infastidire un po' Gin. Alla fine non era poi così tardi, e non era certo colpa sua se i suoi genitori avevano deciso di svegliarsi al canto del gallo. Comunque, probabilmente le sarebbe convenuto non tirarla per le lunghe, sbrigarsi a mangiare e poi andare a fare la valigia, così da evitarsi un'intera mattinata di pressione materna.
Seraphine entrava e usciva dal salotto a intervalli irregolari, sicuramente impegnata in varie faccende prima della partenza, e di tanto in tanto si fermava nei pressi di Gin. A un certo punto si piazzò proprio di fronte a lei, gomiti sul tavolo, con aria inquisitoria da pettegolezzo. «Allora Amy, che mi racconti? Hai conosciuto qualcuno di interessante a scuola? Un amichetto speciale, magari?» Dopotutto, Gin era tornata per le vacanze solamente la sera prima, non si vedevano da tanto tempo, ed era sinceramente curiosa di saperne di più sulla situazione sociale della figlia. Degli studi a Hogwarts le importava poco, ma era importante che la sua bambina si circondasse di bravi amichetti, per quanto in cuor suo preferisse senza ombra di dubbio che frequentasse i ragazzini babbani del quartiere. «Sarebbe bello se un giorno, magari in estate, invitassi a casa qualcuno dei tuoi compagnetti!» Per tenerli d'occhio, naturalmente.


Benvenuta alla tua quest di background. Ci troviamo a casa di Amelia durante le vacanze pasquali. Ricordati di postare le statistiche e l'inventario. Buon divertimento, buona fortuna, e per qualunque cosa non esitare a scrivermi per mp!
view post Posted: 19/3/2024, 09:05     Cheesy Prova - British Magic Museum

L’aria nel retrobottega dell’Atelier di Camillo Breendbergh si fece densa, mentre risoluto egli si apprestava ad eseguire l’incanto, tanto affascinante quanto complesso. La sua intraprendenza era ineccepibile, così come la sicurezza nel calcare i movimenti. Non doveva essere stata una scelta presa a cuor leggero, quella di dedicarsi all’apprendimento di una magia di tale potenza. L’esito dipendeva da talmente tanti fattori tutti insieme, che la determinazione dell’ex Tassorosso fu da subito lesa dalla grandiosità dell’impresa.
In quanto a carisma, poteva ritenersi all’altezza del compito, ma per una perfetta esecuzione del Magisterium era indispensabile che ogni parte di sé lavorasse all’unisono, che corpo e mente divenissero una cosa sola.
Nel primo tentativo, il giovane commerciante fallì nel dedicare alla muscolatura la giusta attenzione. La mancanza intaccò la fluidità dei movimenti.
La volontà la faceva da padrone e quella di Camillo vacillò.
Era consapevole della mole di quell’incanto, per cui, abbandonare l’impresa così presto non fu minimamente contemplato.
Tentò una seconda volta, focalizzandosi sulla pronuncia, quasi impeccabile, ma mancò di nuovo di coordinare pensieri, parole e movimenti in un’azione fluida e convincente. Quindi, passò a un terzo tentativo, dedicandosi alle proprie emozioni, convogliandone la determinazione nella bacchetta, e poi a un quarto, in cui il coordinamento tra gli elementi iniziava a prendere forma.
Ma non era ancora abbastanza.
La frustrazione si fece pressante. La smania di successo, invasiva.
Memento dei suoi insuccessi, la scritta istigatrice non voleva saperne di lasciarsi cancellare. La sua protezione sembrava prendersi gioco delle abilità di Camillo.
Il mago sapeva di dover mantenere calma e concentrazione per far sì che l’incantesimo riuscisse. Per cui, non potè far altro che rimboccarsi le maniche e proseguire.
Tentare ancora e attingere alla delusione del fallimento, come legna da ardere, invece che soccombervi.
A dimostrazione della sua resilienza, non cedette al supplizio.
Provò di nuovo. Più volte. Fino allo sfinimento. Fin quando ne risentì la postura, si presentò la necessità di riprendere fiato e ritrovare la calma.
Se il Magisterium fosse stato facile da imparare, chiunque avrebbe saputo usarlo. Una magia di tale potenza poteva appartenere solo a un mago abbastanza degno da poterla usare. D’altronde, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” ed era fondamentale che Camillo entrasse in simbiosi con l’incanto per poterne essere all’altezza.
Dovette ritrovare la giusta concentrazione. Fare di muscoli, tendini, nervi e ossa i catalizzatori della sua assoluta fermezza. Far sì che la magia si formasse dai suoi movimenti e attraversasse la bacchetta con fiera energia. Che la pronuncia dell’incanto risultasse poderosa ed emanasse la determinatazione di cui quel connubio necessitava.
E quando, per l’ennesima volta, si avvicinò speranzoso alla lavagna, dopo tanto tribolare poté finalmente veder sparire la scritta sotto il passaggio del cancellino.


INCANTO APPRESO

Puoi aggiungerlo in scheda. Complimenti, Camillo!

view post Posted: 29/2/2024, 13:01     L'altro lato del negozio - Diagon Alley
Tic, tac. Tic, tac.
Le assi del putrido pavimento scricchiolarono sotto il peso dell’uomo che a fatica si rizzò in piedi. «Madre, svegliati!» Le dita tozze scossero la spalla della donna che s’irrigidí al tocco del figlio. «l'Amuleto…» disse lei ancora intontita dagli effetti del succo, gli occhi vacui fissavano un punto indefinito nella penombra della stanza. «Hanno preso l'Amuleto» continuò con voce tremante. Si toccò il petto, tastando la pelle nuda, poi la mano ricadde lungo le ginocchia anticipando un profondo respiro. Tornò a chiudere gli occhi l’istante seguente.
L’uomo grugnì minaccioso e si voltò in direzione del piccolo corridoio. Barcollò per un paio di metri, lasciò cadere alcuni oggetti a ridosso del muro e avanzò a grandi e lunghi passi verso la porta. La grande mano contro la maniglia, la strattonò una, due, tre volte… «Maledette mocciose!» gridò, i pugni contro il legno.
Gwen dall’altro lato potè così assicurarsi di aver eseguito l’incanto sigillante con accurata decisione e fermezza. La porta tremava dinanzi a sé, polvere e detriti scivolarono sulla sua testa e sulle spalle ad ogni colpo inferto dall’uomo dietro di essa.
«Aprite questa porta!»
Ancora una volta il tempo si mostrava protagonista di azioni immediate e la strategia adottata dalle due Tassorosso risultò valida.
Memory strinse la mano dell’amica, le dita si chiusero con fermezza sulla pelle nuda di lei, mentre la bacchetta contro i tralicci rispose al comando imposto. Un bagliore accecante invase lo spazio, come un lampo fermò la scena e accarezzò la superficie con violenza. La voce riecheggiò nell’aria come una eco all'interno di una gola scavata nelle profondità della terra. Così, i lunghi rami del Tranello del Diavolo si contorsero. Un fremito incontrollato. Accarezzarono il suolo lasciando segni visibili, si ritirarono nell’ombra a fatica.
Gli occhi delle due studentesse si schiusero, infine, sul risultato. Il passaggio era libero di essere percorso senza alcun pericolo. Passi spediti, il dolore delle ferite ad ogni impatto contro il suolo. Il cancello socchiuso ad accoglierle fino a vederle svanire nel medesimo istante in cui la porta cadde e la terra tremò.

Nocturn Alley l’avrebbe accolte nel silenzio e nell'ombra; il cielo coperto di nuvole rischiarava appena le pareti di case e negozi, volti di streghe e maghi avanzavano accalcandosi gli uni sugli altri per afferrare un pezzo di pane. Non farsi trovare era essenziale qualora l’uomo le avesse seguite. Davanti a loro l’opportunità di amalgamarsi, confondersi nella marmaglia di gente lungo la via. Profondi respiri, cuori che risalgono in gola. Passi lenti e cadenzati, prima di spingersi fuori da quel luogo.
«Ma non mi dire!» le voci all’unisono dei due fratelli avrebbero accolto le loro figure dinanzi all’entrata del piccolo negozio.


OFF GDR & STATISTICHE:


Un bellissimo turno, complimenti!
Riuscite ad uscire dalla casa consapevoli del pericolo dietro di voi da disseminare. A fine post consideratevi nel negozio. Ultime battute finali!

Memory continuerai a perdere punti finché non avrai posto rimedio alla ferita.

A presto!


Susan G. Nieranth

PS: 162/162
PC: 87/87
PM: 100/100
PP: 190
EXP: 14

Memory MacWood

PS: 203/209
PC: 85/94
PM: 126/126
PP: 225
EXP: 22,5


view post Posted: 22/2/2024, 10:38     Twinkle - La Capitale del Mondo Magico
Oltre le folte querce, la Dottoressa Howard studiò il cielo plumbeo con un’occhiataccia, quasi volesse minacciarlo di non azzardarsi a piovere proprio in quel momento. Il terreno si sarebbe infangato e sarebbe stato molto, molto più complicato portare avanti quel colloquio illesi. Senza contare che lo snaso sarebbe andato in solluchero e avrebbero rischiato di non trovarlo più.
La giovane studentessa aveva le nozioni indispensabili alla comprensione di quella creatura, nonché alla sua cura, per cui sarebbe stato un vero peccato dover interrompere il tutto per via del maltempo. Un imprevisto. Un’emergenza non calcolata.
Con la testa tra le nuvole, alla Dottoressa venne un’idea che alcuni avrebbero considerato poco ortodossa. D’altronde, era sua indole uscire dagli schemi comuni, a maggior ragione se tornava utile a favorire un’esperienza a 360°.
Dopo aver ricevuto conferma dalla ragazza che non avesse niente addosso di allettante per lo snaso, si mosse impavida verso l’imponente struttura a formicaio davanti a loro, con in viso un’espressione impassibile che non lasciava in alcun modo a vedere quanto le sue rotelle un po’ fuori posto stessero lavorando attivamente. Fece segno a Megan di restare a quel paio di metri di distanza di sicurezza.
«È bene che tu tenga sempre a mente di non fare movimenti repentini: una regola di base quando si ha a che fare con degli animali, soprattutto se dall’indole selvatica. Potrebbe tornarti utile anche in futuro. Nello specifico dello snaso, potrebbe morderti per difendere i suoi tesori se lo toccassi nella zona della pancia. Il marsupio è un’area molto sensibile. Ricorda le caratteristiche della sua indole e andrà tutto bene.» le rispose, studiando con lo sguardo la struttura fatta di cunicoli e strettoie di terra.
Estrasse da una tasca dei pantaloni una sacca di pelle che conteneva bigiotteria luccicante di ogni tipo: monete antiche, collane, bracciali, anelli, orecchini. Gli oggetti si fermarono sulla superficie del formicaio. Dopo un colpo di bacchetta, Megan li avrebbe visti scivolare nel terriccio e disperdersi tra i cunicoli a vista. Solo in quel momento, e finalmente, lo snaso fece la sua comparsa: qualcosa era appena entrato nel suo territorio e prese ad annusare l’aria e il terreno a lui tutto intorno in cerca degli inaspettati doni. Il muso che si muoveva a scatti, curioso e affascinato. Molto probabilmente non aveva fatto altro che dormire e mangiucchiare vermi nell’attesa, perché sembrò particolarmente contento di avere una missione da compiere.
«È un tipetto vispo. Non lo trovi carinissimo?» chiese la Dottoressa, indietreggiando per tornare al fianco della giovane. Le diede un minuto per godersi la scena ed elaborare il fatto che quella piccola creatura sarebbe presto andata via insieme a lei, poi si spostò alle sue spalle.
«Non appena avrà finito di raccogliere tutti i suoi nuovi tesori, si renderà conto che c’è altro oltre quei cunicoli di terra. Sai che gli snasi hanno un olfatto eccellente, per cui sfrutteremo questa dote per attirarlo da te e farvi familiarizzare. In maniera controllata, s'intende.» le spiegò, prima di far comparire una scia di monete che avrebbe tracciato il percorso dello snaso fino a raggiungere la studentessa. Un altro colpo di bacchetta e Megan si ritrovò con addosso monili di ogni tipo: mezza dozzina di collane ad adornare il collo, braccialetti luccicanti fino a metà avambraccio, le dita piene di anelli brillanti.
«Mantieni la calma e ricorda: niente movimenti repentini.» l’avvisò la Dottoressa. Un ultimo accorgimento prima di vedere il piccolo snaso spuntare in alto, oltre le strettoie di terriccio che lo avevano tenuto impegnato per quei pochi minuti di preparazione. Solitamente, per interagire con queste creature, il meccanismo era sempre lo stesso: dargli un oggetto luccicante come dono per generare il primo contatto, poi assisterli nella caccia al tesoro per instaurare fiducia reciproca. Era, di fatti, ciò che la Dottoressa Howard aveva previsto per lei: ma cos’è la vita senza un po’ di brivido e originalità? Senza contare che, molto spesso, chi si approcciava a degli animali aveva la tendenza a esserne remissivo. Pretese da Megan, invece, un atteggiamento sicuro: doveva essere convinta di saper gestire uno snaso anche in casi di presunto pericolo. Un primo approccio forse aggressivo, ma che si sarebbe rivelato efficace se eseguito con le dovute accortezze.
Tenne impugnata la bacchetta, per precauzione, nel caso in cui si fosse reso necessario intervenire per mantenere incolume la ragazza. Per quanto, sperò vivamente che non ce ne sarebbe stato bisogno.
Lo snaso si mosse lungo la stradina di monete, raccogliendole una ad una, fino a raggiungere la ragazza. Con la pancia già piena, visto il suo piccolo corpicino, si mosse più lentamente, appesantito dall’ingordigia. L’annusò, la studiò. Infine, si mosse: su di lei, sotto i suoi abiti, raccogliendo tesori qua e là, carezzandole i capelli, solleticandole la pelle. Come avrebbe reagito Megan? Avrebbe azzardato un approccio diretto o una distrazione? La decisione su come interagire con la creatura, come educarla alla propria presenza, spettava solo a lei.


view post Posted: 14/2/2024, 17:35     From Ashes Through Blood - La Capitale del Mondo Magico

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Attesa. Madeline si sporse in avanti e lasciò tintinnare la ceramica sul piattino. Rivolse lo sguardo ad Adeline solo quando lei le fece una chiara domanda e annuì ben prima che Draven potesse risponderle. Il passaggio del testimone, la lettera tra le dita del giovane studente - letta frettolosamente - e il fastidio palpabile in ogni ruga d’espressione che macchiava il suo volto spigoloso. Osservò ogni cosa con attenzione.
«Bene, Draven» tese il braccio in avanti e sfilò il foglio tra le sue dita con delicatezza, chiedendogli il permesso con un solo e tagliente sguardo come se lui avesse avuto altra scelta. L’espressione era seria sul suo volto, impassibile come se nulla potesse scalfire la sua pelle diamante. Madeline piegò la vecchia missiva e la rimise nella scatola.
Per esigui istanti il fruscio della carta e lo scoppiettio delle fiamme nel camino divennero protagonisti; le dita affusolate di lei accarezzavano le lettere in cerca di quella giusta, l’ultima.
«Cecilia, Adeline e Ameliè sono sorelle, figlie di Lilien Shaw» continuò con noncuranza, sfilò la lettera che cercava e si alzò l’attimo seguente portando alle labbra l’ennesima Rothmans.
«Lilien ha affidato le sue tre figlie a mio padre, il quale doveva fare loro da padre al posto di Genophilius» la rotellina dell’accendino scintillò nella penombra, «Genophilius era un uomo violento a detta di Lilien. Scatti di rabbia che a volte sfociavano in vere e proprie violenze, non solo verbali (ci sono interi racconti in questa scatola dei suoi comportamenti in famiglia). In alcune lettere Lilien scriveva degli abusi e di come era giunta ad un patto per far sì che lui la smettesse, che non toccasse mai più nessuna delle loro figlie. Così, ha cancellato loro la memoria di quei momenti inventando una storiella, nonostante mio padre fosse completamente in disaccordo» inspirò piano gustandosi il sapore del tabacco nella bocca, poi schiuse le labbra liberando una nuvola di fumo. «Ha lottato molto per mantenerle al sicuro e non si è fermata davanti a niente. Devo dire ammirevole, dopotutto, se non fosse che non l’ha fatto nemmeno davanti alla debolezza di mio padre» ringhiò con voce profonda e scosse il capo. Si muoveva nella stanza, avanti e indietro, come una bestia in gabbia che conosce la libertà e la brama più di qualsiasi altra cosa al mondo. Madeline voleva liberarsi di quel peso facendo affidamento su una verità che avrebbe potuto distruggere la vita di Lilien, così come quest’ultima aveva distrutto quella di Alexander. Draven ed Adeline erano vittime e papabili protagonisti di quella futura vendetta, di un passato che ora veniva piano a galla. Sebbene Madeline non potesse sapere cosa avrebbe acceso in loro quella confessione, nutriva la speranza di aver fatto centro, bramava di stare al fianco di quella donna e vederla distrutta.
«Devozione» disse con sdegno e una smorfia di disgusto le ombrò il volto, l’ennesimo tiro di sigaretta. «Mio padre è stato così devoto a questa donna, tanto da abbandonare mia madre a se stessa, limitandosi solo fornirle cure palliative pagate da vostra nonna» fissò entrambi e si avvicinò, ormai era giusto sottolineare la parentela. «Aveva loro, doveva fargli da “padre” ed io ero il cane che lo aspettava la sera per essere coccolata e amata tanto quanto amava loro… Non sono mai riuscita ad odiarlo, ero troppo ingenua e all’oscuro di tante cose ed ora che le so provo pena per lui: per aver amato una donna tanto egoista» le labbra si incurvarono in segno di disprezzo, ancora una volta. «Sono stati anni difficili ma non per lui. Ameliè, Adeline e Cecilia erano diventate tutto. Amava Lilien più di mia madre, l’ha amata fino alla fine e non riesco a capire perché» portò la sigaretta sul posacenere, lasciando cadere un lungo strato di cenere sul fondo. «Ameliè poi si ammalò, Lilien non è mai stata chiara con mio padre ma io credo che sia stato Genophilius la causa. Era rimasto in contatto con le figlie di nascosto da Lilien, forse una sorta di lavaggio del cervello ad hoc. In una lettera cita testualmente: “Non so come sia possibile ma c’è riuscito”» buttò fuori l’ennesima nuvola di fumo. «È una mia teoria, niente di certo. Fatto sta che lentamente ogni cosa si è sgretolata: Adeline portò con sé sua sorella allontanandola definitivamente dalla vita che fino ad ora avevano vissuto e lasciò Cecilia con la madre perché ancora troppo piccola» un attimo di pausa e riprese: «Mia madre morì qualche mese dopo la morte di Ameliè e questo li unì ancora di più: entrambi condividevano il dolore. Fino a quando Cecilia non uccise qualcuno ad Hogwarts e venne espulsa» tenne tra le labbra la sigaretta e aprì la lettera, dando un'occhiata veloce a Draven. Lo sapeva? Aveva importanza adesso? «Un incidente» aggiunse subito con lieve disprezzo. Non credeva a quella storia, bensì era certa che Genophilius c'entrasse qualcosa per DNA: nascere da un padre violento alza le possibilità di essere violenti.
Infine diede loro la missiva. «Questa è l’ultima lettera che ha scritto a mio padre prima di abbandonarlo di nuovo».

Caro Xander,
Probabilmente sarà l’ultima lettera che riceverai da me. Non credevo che mia figlia potesse arrivare a tanto, uccidere… Voglio credere sia stato un incidente. Ho cercato di proteggere anche lei ma è stato tutto inutile, me lo aveva detto che mi avrebbe portato via tutto. In qualche modo più tenti di sfuggire ai tuoi demoni più loro ti tolgono ogni cosa pezzo dopo pezzo, lentamente.
Ho perso tutto, sono stata obbligata a fingere solo per non vedere crollare ogni cosa, ho fatto cose tremende e non biasimo mia figlia Adeline per avermi portato via Ameliè e non avermi permesso nemmeno di dirle addio, né di conoscere mia nipote. Eppure, tutto sta cadendo a pezzi ed io continuo a lottare affinché non accada. Le scelte hanno un prezzo, io sono pronta a pagare: devo ricominciare e lo farò a modo mio, ho sbagliato la prima volta ed ora non commetterò più lo stesso errore, non lascerò nulla al caso. Mi dispiace molto, continuerò ad aiutarti. Riceverai i soldi che ti servono per andare avanti ma non posso rimanere e saperti in pericolo, sarebbe anche tua figlia a pagarne lo scotto: lui vi troverà e non posso permetterglielo dopo quello che hai fatto per me in questi anni. Farò un modo che smetta, farò in modo che possa esserci un nuovo inizio per tutti.

Addio.

Per sempre Tua

Lili



«Peccato che il “suo Xander” si sia ammalato e non abbiamo più visto un singolo galone» disse a bassa voce. Buttò la sigaretta nel camino e si fermò a fissare le fiamme.


view post Posted: 26/1/2024, 09:32     La Rapina - Lo Zoo


Qualcuno avrebbe potuto pensare che i due Corvonero avessero comunicato telepaticamente. O forse, che si conoscessero talmente bene da coordinarsi in modo così perfetto. Nessuna delle due cose era vera, o almeno, tra i due c’era una certa sintonia ma non così elevata da giustificare tale allineamento astrale. Eppure, vuoi il fato, vuoi l’intelligenza, vuoi che il cielo avesse deciso che i due erano stati fin troppo sfortunati quella mattina, i pianeti si allinearono perfettamente. Gioco di squadra senza strategia, ma perfettamente funzionante.
Gregor era pronto a scagliare contro il giovane riccioluto tutta la sua rabbia e frustrazione, e il primo ad accorgersi di questo fu Felix, che Merlino solo sa come si sentisse in quel momento. Era stordito, scioccato da se stesso, dal fatto di aver agito per proteggere i due ragazzi che aveva incontrato. E qualcosa dentro di lui gli diceva che il suo compito ancora non era finito. Quei due avrebbero potuto denunciarlo immediatamente, invece di restare lì con lui e rischiare di essere ridotti in polvere dal vero ladro. Stavano rischiando tanto per lui, e Felix ne era consapevole. Per cui, conscio che Edmund fosse esposto a un enorme pericolo, fece la prima cosa che gli venne in mente. «Ehi, tu!» urlò a Gregor, cercando di attirare la sua attenzione. «È con me che ce l’hai, ho io l’uovo: prenditela con me!»
L’istante che seguì quelle parole fu eterno, per Felix. Si rese conto solo in quel momento del fatto che le ire di Gregor si sarebbero quasi certamente rivolte contro di lui. E così fu, infatti. Gregor si era voltato subito a guardarlo, ricolmo di una rabbia cieca che ormai cercava solo un manichino su cui sfogarsi. L’omone aveva perso lucidità, ma non forza. Al grido di «Everte Statim», scagliò l’incanto con decisione contro l’inerme Felix, che volò all’indietro prendendo una sonora botta al sedere, che si ripercosse anche sulla schiena: non aveva sbattuto la testa o perso conoscenza, ma era rimasto a terra molto dolorante (-20 PS).
Nel frattempo, si stava mettendo in atto la congiunzione astrale. Il Lapsus di Edmund colpì la neve sotto i piedi di Gregor, e come immaginato dal giovane divenne una lastra di ghiaccio scivolosa. Non appena compiuto l’incanto, Edmund iniziò a correre verso il basso, dalla parte opposta rispetto alla loro destinazione, con la speranza che Gregor lo inseguisse e nel fare ciò scivolasse nella trappola di ghiaccio che gli aveva preparato. Questo, però, non accadde. Accadde invece qualcosa di ben più drastico e a suo modo divertente. Quasi in contemporanea, la tenace Megan aveva messo insieme tutta la sua forza mentale per concentrarla in un unico, semplice movimento, che non richiedesse troppo sforzo data la sua parziale immobilità. Il Tarantallegra colpì in pieno le cosce del distratto Gregor, che non vide arrivare né il primo incantesimo né questo. Mentre Megan si rimetteva in piedi, avrebbe potuto ammirare la danza appena causata al sedicente Ministeriale, che prese a zampettare in modo incontrollato sulla lastra di ghiaccio sotto i suoi piedi. Il risultato non avrebbe certamente stupido nessuno: Gregor provò in ogni modo a restare in piedi, ma la tarantella sul ghiaccio con tutti quei chili da gestire avrebbe piegato anche il migliore dei ballerini, e crollò irrimediabilmente a terra, prendendo anche lui una signora sederata (-13 ps).
Gregor non aveva perso la bacchetta, era rimasta salda nella sua mano, ma ci avrebbe messo un po’ di tempo a concentrarsi su quanto appena accaduto, a mantenere saldo il braccio a sufficienza e formulare il Finite che avrebbe lanciato su se stesso e sulla lastra di ghiaccio, in modo da potersi alzare. In questo frangente, Megan avrebbe avuto tutto il tempo di scappare con l’uovo senza che Gregor potesse inseguirla, ma per farlo avrebbe dovuto lasciare lì il dolorante Felix, che si era sacrificato per proteggere Edmund. Avrebbe anche potuto aiutare il ragazzo a rialzarsi, ma si sarebbe poi trovata di nuovo ad affrontare Gregor, anche se questa volta sarebbero stati ad armi pari. Edmund nel frattempo, non avendo visto quanto appena accaduto, stava continuando a correre: chissà se prima o poi si sarebbe accorto di non essere seguito e sarebbe tornato indietro, o se avrebbe scelto di approfittarne per trovare un’altra strada e magari raggiungere le guardie per informarle di quanto accaduto. Megan avrebbe anche potuto inseguirlo, ma forse questa non sarebbe stata la più brillante delle soluzioni in quel momento. In ogni caso, la ragazza era in piedi, perfettamente cosciente e con a disposizione il tempo di effettuare la sua scelta.







Oltre all'ennesimo rinnovo di scuse per il ritardo, vi rivolgo i miei complimenti per il bel gioco di squadra di questo turno.
Detto ciò, la situazione per Edmund e Megan si fa positiva: Edmund si è allontanato dalla scena, può decidere liberamente se tornare indietro o andare da un'altra parte; Megan è in piedi, bacchetta in mano, prontissima a tutto, e anche lei deve scegliere cosa fare. Tenete conto che al prossimo turno Gregor sarà nuovamente in piedi e pronto all'attacco.

Statistiche Edmund
PS: 99/106
PC: 52/52
PM: 50

Statistiche Megan
PS: 287/303
PC: 238/238
PM: 249


**************

Statistiche Gregor
PS: 287/310
PC: 240/240
PM: 160

Statistiche Felix
PS: 160/180
PC: 130/130
PM: 200

Legenda mappa: rosso=Felix, verde=Megan, azzurro=Edmund, viola=Gregor
parte tratteggiata in blu=guardie

view post Posted: 12/12/2023, 23:52     From Ashes Through Blood - La Capitale del Mondo Magico

UDd62IT
Gli occhi puntati su entrambi. Uno sbuffo di fumo e il lento tamburellare delle dita sulla scatola aperta. Madeline attendeva che ogni singola parola venisse letta, elaborata, nella speranza di poter rendere più semplice quel discorso e soprattutto di non cadere in ovvie risposte e, dunque, ricevere banali domande.
Scostò di poco lo sguardo in un punto indefinito al lato della poltrona dirimpetto, ora vuota e lasciata libera da Draven che non aveva mosso alcuna intenzione di tornare al suo posto, altresì di andare via.
«Mrs. Walker, sono certa che capirà ancora meglio» le allungò la seconda lettera. «Non vi farò leggere tutto il contenuto nella scatola ma arriveremo al dunque, per gradi, secondo le mie volontà» schioccò un’occhiata torva a Draven.
«Prendermela con tua nonna? È quello che sto facendo, credimi» gli rivolse un sorriso sbieco.

Ancora volta sulla vecchia carta ingiallita dal tempo vi era scritto il mittente ed il destinatario, la data era esattamente un mese dopo dalla prima lettera.

Caro Xander,
È bello poterti sentire e sono lieta del fatto che tu mi abbia risposto. Mi piacerebbe molto conoscere la piccola Maddy e magari presentarla a Cecilia - la più giovane delle mie adorate figlie. Dovresti conoscere anche Amelie: è intelligente, gentile e sempre così solare… Adeline è uguale a suo padre, non so come fare con lei ma confido che prima o poi le passi. Da quando ho lasciato Genophilius andare via di casa mi parla a malapena, dicono che fa parte dell'adolescenza ma, a prescindere da questo, credimi l’ho fatto solo per il loro bene.
Hai ragione ad essere sorpreso nel sentirmi ma giuro che non ti avrei scritto se non fosse stato importante.
Ho dovuto fare una cosa orribile ma era l’unica soluzione, non potevo permettere di vedere andare a rotoli ogni cosa. Sai? Genophilius voleva che smettessi di lavorare, voleva che gli dessi le nostre figlie e non sai il prezzo che ho dovuto pagare...
È un momento difficile anche per te ma prometto che ti aiuterò con le cure di tua moglie, pagherò tutto il necessario.
Ti chiedo solo di poter far da padre alle mie figlie, hanno bisogno di una figura paterna ed io ho bisogno che dimentichino ciò che hanno vissuto.

Ti abbraccio,

Tua, Lili



Un altro tuono. Le finestre vibrarono più intensamente; le fiamme danzarono sgraziate per pochi istanti.
Madeline ripiegò con cura la prima lettera e la rimise nella scatola. Ancora una volta rimase in attesa mentre gli sguardi dei suoi ospiti incontravano parole d'inchiostro. I dubbi avrebbero iniziato a sfumare via e ben presto - unendo ogni singolo tassello delle loro vite, delle vite dei loro genitori - Adeline e Draven avrebbero capito che tutto aveva avuto inizio da lì, da quelle vecchie lettere.
Nel silenzio interrotto dalla pioggia in tempesta e dallo scoppiare delle lingue infuocate nel camino, la donna fece un ultimo tiro di sigaretta, poi la spense e bevve un lungo sorso di tè ancora caldo.


view post Posted: 3/12/2023, 14:16     L'altro lato del negozio - Diagon Alley
Il tempo ticchettava silente nella casa, non vi sarebbe stato altro modo per le due studentesse di cogliere il vantaggio che quella situazione portava con sé e mettere un punto definitivo. La vecchia, inerme, sedeva sulla poltrona; quello che si era rivelato essere un Animagus si trovava accanto a lei, a terra. Memory aveva giocato bene le sue carte, dopotutto, seppur riportando una ferita che sanguinava lenta lungo la guancia (-2PS; -2PC). Gwen, d’altra parte, aveva assecondato le mosse dell’amica, fidandosi ciecamente di lei e questo, senza dubbio, avrebbe lasciato un ulteriore segno su quello che era il loro rapporto.

Così, entrambe non fecero altro che muoversi su un filo pericoloso con coraggio e abilità. Fuggire da lì era l’unica cosa da fare, avevano tutte le carte in regola e un obiettivo preciso ormai facile da raggiungere.
In tal modo Gwen, assicurandosi delle condizioni fisiche dell’amica, si prese carico del ragazzo a terra.
«Pedès Plumbeum!» enunciò sulle gambe dell’uomo che sfregò le unghie con più vigore, sollevando un grido di rabbia.
Nel mentre Memory puntò la bacchetta dritta sul medaglione; lo vide staccarsi dal collo della donna. Un tac sordo: la catenina si spezzò lasciando un evidente segno sulla pelle raggrinzita. Il corpo immobile ebbe uno spasmo involontario, gli occhi ancora chiusi.
Strinse tra le mani il ciondolo prezioso, Gwen con decisione l’afferrò per il braccio trascinandola verso l’uscita. Pochi passi sino alla porta che le aveva accolte, per poi girare la maniglia ed uscire da lì.
Un cigolio sinistro, l’aria gelida invase il corridoio scontrandosi con i loro corpi ansanti. Ad accoglierle quello che in principio avevano già affrontato: bastava superare il Tranello del Diavolo che estendeva i suoi arbusti lungo tutto il perimetro della dimora, coprendo il piccolo vialetto che le avrebbe condotte al di là del cancello aperto. Le tenebre coprivano il cielo e il tempo era una costante che picchiettava impaziente attorno a loro e minacciava di cambiare le carte in tavola ancora una volta, di rendere vano tutto ciò che entrambe avevano fatto. Cosa sarebbe accaduto se i due le avessero raggiunte? Le grida dell’uomo rimbombavano come un’eco soffocante: «Tornate qui, stupide ragazzine!»
Si era alzato? Stava per correre alla porta? Le avrebbe seguite? Era forse il caso di prendere qualche precauzione?
Accettare quella missione fornita dai Wesley era stata una follia e forse era il caso di capire quanto ne fosse valsa la pena.



OFF GDR & STATISTICHE:


Si procede, bravissime!
Entrambe avete ottenuto ciò che volevate ed ora vi trovate al di là della porta d’ingresso. Di fronte a voi uno scenario che già conoscete, dietro chissà. Siete ormai ad un passo dal ritenere la prova superata e tornare dai fratelli Weasley con l’Amuleto ma non lasciate nulla al caso.
Memory continuerai a perdere punti finché non avrai posto rimedio alla ferita.

A voi il gioco, sapete dove trovarmi!


Susan G. Nieranth

PS: 162/162
PC: 87/87
PM: 100/100
PP: 190
EXP: 14

Memory MacWood

PS: 205/209
PC: 87/94
PM: 126/126
PP: 225
EXP: 22,5


view post Posted: 25/11/2023, 19:15     Il Canto del Mare - Giardino
Un quesito importante galleggia placidamente tra di voi. Sta lì, statico a mezz’aria, che studia attentamente le vostre reazioni – qualunque esse siano – alla situazione venutasi a creare. Assieme a lui, tutto sembra fermarsi e attendere con ansia la risposta tanto desiderata. Persino le bolle, che sfiorano ed escono dalle vostre labbra, rallentano il ritmo del loro scorrere. Sospiri trattenuti, poi rilasciati con sollievo quando prendi finalmente la parola.

La fiamma della speranza s’innalza e divampa nella giovane quando tu, in pochi istanti, raggiungi l’obiettivo che lei si era quasi arresa a conquistare. Non sa dove la tua deduzione la porterà, letteralmente. È un enorme passo avanti, ma la lascia confusa per un istante «Mar Rosso!?» le parole sono lo specchio delle tue, ma il tono è interrogativo e la sua espressione indica qualcosa di completamente diverso. Il suo volto si fa corrucciato, si sforza di ricordare se ha già sentito quel nome e dove. Se, addirittura, c’è capitata per caso durante il suo vano peregrinare durato anni. E d’improvviso il cassetto giusto della memoria si apre, rilascia luminosi flash della sua vita che quasi aveva dimenticato «Sì, Kàlha conoscere!» è stata lì da piccola proprio con la famiglia, già a quella tenera età i genitori la sgridavano perché amava curiosare in superficie con il rischio di farsi scoprire dalle persone sbagliate. Spezzoni della sua infanzia che passano veloci davanti ai suoi occhi, attimi felici tra litorali esotici ormai sfumati e che crede tristemente di non poter più assaporare.
«Sì, noi trovare!» lo dice con forte convinzione e rinnovato ottimismo. Non le importa di quanto possa essere lungo il viaggio, lei non si tirerà indietro – né ora né in futuro. È entusiasta, il suo sguardo brilla di gioia e gratitudine nei tuoi confronti. Può sembrare poco ciò che ha ottenuto, ma il realtà anche avere un punto di partenza è un enorme passo avanti. È tanto per una giovane che brama di afferrare l’agognata verità, non le sfuggirà ancora per molto.

Non palesa timore alcuno per la bacchetta che mostri, l’Abete danza e rilascia scintille di pura magia. Senza esitazione l’altra accetta la copia della tavola che gentilmente le porgi, la stringe con le braccia al petto come fosse un tesoro d’inestimabile valore. Il suo mento poggia sul bordo roccioso, mentre lo sguardo segue i tuoi movimenti. Stai per andartene, ma ti comprende e ti saluta per adesso. Può sembrare malinconico come scenario, ma in cuor suo sa di poter stare tranquilla: ti rivedrà, ciò le basta perché un sorriso le illumini il volto come un caldo raggio di sole estivo.
«Noi, incontrare.» anche lei ora guarda in alto, là dove la Luna ancora bacia il pelo dell’acqua «Noi, partire.» non ha fretta, però, rispetterà i tuoi tempi «Io qui Oriveh, tutto tempo che vorrai. Poi cercare insieme mia famiglia, quando tu pronto.» appena tornerai con informazioni più precise lei sarà lì, ad accoglierti come stanotte. Allora avrete sicuramente un punto d’incontro tra mare e terra e, da lì, potrete dirigervi verso le meta definitiva. Conta già i giorni, i minuti, persino i singoli secondi che la separano dall’inizio di questa nuova avventura.
Freme d’emozione e intanto ti osserva assorta mentre ti allontani, un puntino che si fa sfocato, avvolto dalle alghe che leggiadre ondeggiano a ritmo lento. Mentre è preda dei pensieri che le vorticano in mente, Kherné le si avvicina e segue lo sguardo della Sirena fino a sfiorare la tua figura con il suo. Un tentacolo si solleva, si muove sinuoso in un buffo saluto. Il suo personale “Arrivederci”.
Perché sì, questo e solamente un arrivederci, non un drastico addio.

La prima parte è terminata, le coordinate sono state decifrate correttamente! Adesso ci sposteremo ne “Il Resto del Mondo Magico”, ti verranno fornite a breve informazioni più dettagliate.
view post Posted: 7/11/2023, 23:21     Ivory House - La Capitale del Mondo Magico



Un grugnito porcino lascia il naso di Freeman mentre scuote il capo in segno di dissenso
«La colazione è il pasto più importante della giornata.»
Lamenta, a voce alta quanto basti per venire udito dalla giovane Auror la quale potrebbe anche scorgere come Otho nell'avanzare stia muovendo le labbra per scimmiottare parola per parola quanto detto dal compare, facendogli il verso e trattenendo a malapena il principio di un sorriso.
E' una piccola parentesi che segnala la natura confidenziale del rapporto, dando una sfumatura di colore nuova alla personalità altrimenti aspra del DetectIve.

Quando raggiungono la casa la tensione è tornata fitta come la nebbia delle prime mattine inglesi.


Otho e Freeman sono immobili all'ingresso della cucina, braccia conserte e spalle tese in una postura che richiama sicurezza, autorità, ma anche chiusura.
«"Cerca di ricostruire cosa è successo nella cucina prima di farmi domande".»
La schernisce così, ripetendo le proprie istruzioni e occhieggiando dall'alto la "consulente".
Con un cenno della bacchetta, atto a spronarla ad avanzare, l'Agente Reid muove i primi passi dentro la cucina, arrivando ad affiancare adesso l'Auror.
Non la guarda negli occhi, soffermando invece il pieno della sua attenzione sulla scena del crimine.
Se Coleman si era dovuto presto congedare per l'odore e la brutalità della scena, la sua collega sembra reggere nettamente meglio il colpo, non riuscendo però a nascondere la smorfia disgustata delle labbra e il pallore del volto.
«Sappiamo che i quattro corpi portati al San Mungo sono di babbani, tutti impiegati nella struttura e in servizio serale il giorno degli omicidi. Sappiamo con certezza che i loro corpi non sono stati vittime di colluttazioni fisiche, né magiche. Le analisi dicono che il sangue sulle pareti ...» Si interrompe, portando la manica della giacca contro il naso, tamponandolo per riuscire a contenere la nausea. Il taccuino che tiene nell'altra mano, viene riaperto a forza, sfogliando rapidamente le pagine fino alla zona tenuta dal segnalibro di nastro.
Legge quanto riportato «... il sangue appartiene alla stessa persona. E' poco più di un litro e mezzo, abbastanza da stordire un adulto senza mandarlo direttamente in shock.»
A quel punto è sempre Otho a sollevare la bacchetta, portando la sua agente a zittirsi; è come vedere un direttore d'orchestra all'opera, non fosse che in questo caso si parla di un Detective in carriera e con una fama spiacevole.
Amanda abbassa lo sguardo, complice, stringendo le labbra per forzarsi al silenzio e scoccando un'occhiata di sbieco a Mary, la stessa che in quel momento viene nuovamente interpellata.
«... il vicino ha segnalato alcune urla e ha chiamato le autorità. Ora, è possibile che le vittime abbiano reagito nel vedere i loro colleghi morire, o che le urla venissero da chi ha perso tutto questo sangue. Riassumendo: abbiamo quattro corpi al san mungo, apparentemente illesi, un litro e mezzo di sangue a decorare una cucina e una scena del crimine e una casa senza alcun segno di lotta e danni di alcuna sorta. Sappiamo con certezza che la magia li ha uccisi e che a lavorare in questa struttura ci sono solo babbani e che la sera degli omicidi cinque persone erano di servizio. Ora, dopo aver riassunto, come avanzeresti nelle indagini? Teorie più solide da proporci?»


Scadenza il 14/11 alle ore 23.59
Proroghe richieste: 0/3.

EDIT - proroga richiesta, termine prolungato al 19/11 alle 23.59


Otho Madison [Cucina] (x):
PS: 170
PC: 130
PM: 130
Ezra Freeman [Cucina] (x):
PS: 170
PC: 130
PM: 130
Pastor Coleman [Ingresso Casa](x):
PS: 160
PC: 130
PM: 130
Amanda Reid [Cucina] (x):
PS: 170
PC: 130
PM: 130
Mary Grenger:
PS: 317
PC: 240
PM: 245.5


Edited by Master Adepto - 15/11/2023, 16:41
view post Posted: 31/10/2023, 19:37     Twinkle - La Capitale del Mondo Magico
Sconvolgente quanto l’inflazione avesse influito anche nella Scuola di Magia e Stregoneria migliore al mondo, così tanto da non potersi permettere di avere nel programma di studio semplici creature di Classe XXX come lo snaso.
O forse l’inflazione non c’entrava niente e davano maggior importanza a qualche altra creatura, potenzialmente più pericolosa, per mettere in guardia gli studenti. Beh, sì, anche così aveva senso.
In ogni caso, la Dottoressa Howard si soffermò a guardare la giovane Corvonero con tanto d’occhi e a bocca spalancata. Non riuscì a mandare giù con il tè il fatto che a Hogwarts non venisse preso in considerazione lo studio approfondito degli snasi. Riportò la tazza di nuovo sul tavolino affinché non spillasse via per l’improvviso tremolio nervoso delle sue mani.
Il Preside avrebbe ricevuto presto una sua lettera a riguardo.
Tra la storia strappalacrime, la curiosità di cercare informazioni in biblioteca e quella che mostrò essere devozione nei confronti dell’impegno, Megan poteva moralmente meritare di avere uno snaso di compagnia. Come avrebbe potuto, però, prendersene cura senza sapere più che pochi dettagli? «Ah! Ma certo!» esclamò ad alta voce la Dottoressa. Si battè il palmo della destra sulla fronte come a voler toccare con mano la lampadina di genio che aveva appena avuto. «Sei qui anche per questo!» realizzò con entusiasmo. Un gran sorriso solcò le sue labbra e il momento di nervosismo degli istanti precedenti sembrò appartenere a un passato lontano.
«È tutto corretto ciò che hai detto. Gli snasi sono creature onnivore, hanno bisogno di proteine e minerali per tenersi in forze. Trovano sotto terra tutti i nutrienti di cui hanno bisogno, motivo per cui è consigliabile non tenerli rinchiusi in un appartamento o un’abitazione che non abbia libero accesso al loro habitat naturale. Si adattano facilmente, purché abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno sia a livello alimentare che di svago. Ti suggerisco di fare rifornimento di bigiotteria di poco conto così che il tuo snaso abbia sempre il suo gran da fare, tendono ad annoiarsi facilmente e ciò li rende inquieti. Non lasciare in giro null’altro che possa attirare la sua attenzione. Sai, la loro fisionomia è molto simile a quella delle talpe babbane, hai detto bene, ma sul ventre hanno un marsupio naturale molto simile a quello dei canguri babbani, hai presente? Con la differenza che gli snasi non lo usano per la cura dei loro cuccioli, bensì per nasconderci dentro i loro tesori. La loro pelliccia rende difficile scovare questo marsupio, per cui una volta rubato un oggetto potrebbe essere complicato recuperarlo. C’è chi li mette a testa in giù e li scuote fino a fargli svuotare le tasche, ma non mi sembra una scelta etica. Sta attenta, dunque: tieni sempre in sicurezza sia la creatura che i tuoi averi.» spiegò, annuendo tra sé con fare orgoglioso. Prese un sospiro, mostrò un altro sorriso e, infine, riprese tra le mani la tazza di porcellana.
«Finisci il tuo tè, cara. Abbiamo uno snaso da andare a conoscere.»
Uno, due, tre sorsi e la tazza tornò ancora una volta sul tavolino, stavolta vuota.
La Dottoressa Howard si disse fiera di come stessero procedendo tanto in fretta. Era finalmente giunto il momento delle presentazioni.
Avrebbe atteso che la ragazza fosse pronta a seguirla, poi si sarebbe alzata dalla sedia.
«Seguimi.» le comandò, voltando su se stessa a darle le spalle per direzionarsi verso l’area in cui aveva lasciato lo snaso a giocare.
«Da Il Serraglio Stregato vendono giocattoli morbidi visivamente identici ad oggetti luccicanti come collane, finti galeoni ed anelli e hanno anche delle tane a prova di Snaso, estese per magia da una serie di cunicoli dalle pareti dorate e fondo di terriccio davvero ottime, soprattutto per i primi anni di crescita in cattività, se ti senti più sicura che a lasciarlo in giro senza tenerlo d’occhio. Facci un salto.»
Prese a camminare nella direzione opposta da cui la ragazza aveva avuto accesso al cortile interno. La radura si chiuse su un piccolo gruppo di querce che circondava un’elaborata struttura in terriccio, fatta di cunicoli come un formicaio a vista e magicamente incantato per impedire allo snaso al suo interno di allontanarsi oltre quella porzione d’area a lui concessa.
La Dottoressa Howard si fermò a circa un metro da esso, con le mani posate sui fianchi e le gambe leggermente divaricate.
«Se fin qui è tutto chiaro, possiamo procedere con l’avvicinamento. Hai domande da farmi?» disse, annuendo tra sé di nuovo con quell’espressione fiera in viso.
Si volse, poi, per guardare con attenzione la giovane da capo a piedi, ispezionandola con lo sguardo.
«Niente orecchini, collane e bracciali in vista. Molto bene. Hai qualcosa di luccicante nascosto nelle tasche? Controlla, non si è mai troppo cauti.»


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