Posts written by .:Lord-Voldemort:.

view post Posted: 26/4/2024, 20:36     Aldilà - La Capitale del Mondo Magico
There's no God that does not demand mortal suffering.
Silenziosi serpeggiano, sciocchi sibili. Mugugni infranti di una ragazza che, non potendo far altro, giace inerte sopra le loro teste. "N-no..."

Villa Malfoy non è luogo per molti. Inospitale, inerpicata lungo un pervio percorso. Umorale, come il suo legittimo proprietario, si staglia contro una pioggia che non cessa da giorni. Il vento ulula, e questo non fa che aprire e lasciar cigolare le finestre ai piani alti. Con loro quasi si maschera il prego infranto di chi giace nei suoi sotterranei. E, come Lord Voldemort, è cupa, priva di luce, ogni candela preferisce spegnersi pur di non illuminare un sentiero di sangue.

Piegata in un arco innaturale, gli occhi chiusi e stretti in una morsa di dolore. Sotto di lei, il fratello, in piedi come una tremenda statuina al cospetto del suo Signore. In ombra, Voldermort stringe la presa sulla mente di Marco.
Un mutuo soffrire lo lega alla sorella, le cui vertebre vengono spezzate una ad una, ed i cui sospiri di dolore sono gli unici echi concessi dal suo vero Dio.
«Intendi pregarmi, Marco un ringhio dal profondo, scuote le ombre. Il ragazzo tace, piega il capo ed in lui si smuove un livore tanto profondo da scavare solchi eterni. Pregare, soccombere, per il Signore Oscuro questo non fa alcuna differenza. Avanza piano, ed ogni passo, ogni movimento, è un grido di dolore che strappa alla ragazza, lei è già in balico, pronta a varcare la soglia, lì ad un respiro dal perderli tutti.
Marco non muove un muscolo, la sua fedeltà è messa a dura prova e - tuttavia - non crolla. Gli occhi fiammeggiano di un azzurro glaciale. Il suo Signore allunga la mano pallida, con le dita affusolate stringe il mento, affinché il suo adepto comprenda il disappunto che ha generato la sua incompetenza. «No, dunque» condanna la ragazza.

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Uno scatto. Il corpo della giovane compie un'ultima torsione, prima di cadere in un tonfo sordo. Il corpo giace accanto a Marco, un braccio della ragazza è teso verso un suo piede. Lo scansa senza guardarla, mentre il suo unico padrone stringe appena una mano alla sua gola. «Brami essere il suo successore?» le sue restano domande che esigono risposte ovvie. Ma guai a sbagliarle.
Il silenzio viene spezzato rapidamente da Marco.
«No, Mio Signore» solido, feroce, Marco mostra una scintilla di pura follia, e questo compiace Voldemort, finalmente. Con un lieve cenno di approvazione, ritrae la mano in una spinta che mantenga il ragazzo distante da lui, piegato lì dove la sorella giace. «Liberatene» ordina. Un cenno a due Mangiamorte accanto al ragazzo, e l'ennesima candela si spegne

Di nuovo solo, colui che troppi anni fa era un uomo, allunga una carezza all'unico altro essere che può tollerare in quella dimora. «Presto, Nagini... presto» mormora, nel permetterle di alzare il muso e mostrarsi. Alla fine della muta, la pelle si rischiara, le scaglie molli del ventre si fanno più lucide. Che meravigliosa donna dev'essere stata.
Incapace di una tregua, Lord Voldemort apre i varchi. Tre perfetti specchi ovali fluttuano davanti a lui. Da uno di essi proviene il tepore caldo dell'Egitto, il disgusto di Lord Voldemort, i volti chiari delle Leonesse di Sekmeth. In un altro, la casa del traditore, il ribollire del sangue del Signore Oscuro, la vendetta che verrà masticata osso dopo osso. Nell'ultimo, il disappunto, il sospetto di un tradimento profondo, uno squarcio dai capelli ramati che - stretta una mano - scompare dallo specchio.
Uno scricchiolio anticipa l'infrangersi dei vetri, che si fanno polvere.

©harrypotter.it| ©Ârwen


Vagnard, prosegui pure con la tua quest, il mio intervento è dato per conferirti la consapevolezza di ciò che si muove intorno ad essa. Ti attendo al termine, buona continuazione.

view post Posted: 18/5/2014, 18:22     ~ Down. - La Capitale del Mondo Magico

Ancora una volta l'oscurità privava la luce di stella luminosa.
Una supernova nelle sue mani sarebbe presto diventata spietato Buco Nero ricolmo di anti-materia che tutto annienta e tutto divora.
Non ricordava nemmeno quanto tempo fosse passato dall'ultimo attimo di pura, folle felicità e fisico piacere derivante dalla constatazione della conquista di raro e prezioso gioiello e strumento di forza.
Oh, sì. Ogni centimetro della pelle fremeva di desiderio di continuare, di raggiungere il limite e trascinare con sé Lei...Per privarla di tutto ciò che non fosse Lui stesso...
La giovane promessa lo sorprendeva. Divorata dalla verità accettava il Bene Superiore rappresentato dal libero e vizioso Male.
E la giovane donna osava piacevolmente sfidarlo con mal celato e voluttuoso, attraente contatto fisico...Impercettibile, ma sfrontato e battagliero, complice e voluto.
Occhi che temevano e comunque combattevano incrociavano sguardo feroce e soddisfatto di Lui.
Un sorriso ricolmo di sostenuta superbia ed un cenno del capo riflettevano la soddisfazione di Lui.
Era come se Lei avesse accettato di esser sé stessa.
E il Signore Oscuro lo sapeva, lo vedeva nella mente articolata di Lei.
Le mani e le braccia si aprivano a formare un corpo perfetto che si spalancava come a volere accogliere a sé aria, potere, acqua, terra, fuoco.
Il volto si rivolgeva verso l'alto e gli occhi per un istante si socchiudevano come se Lui avesse finalmente raggiunto la pace. I nervi, i muscoli, i tendini erano tesi e sembravano voler trafiggere la pelle.
E l'attenzione era sempre e comunque rivolta alla sua giovane apprendista.
La vedeva ora rivolta verso la casa. Una bacchetta veniva riposta in sede di "riposo" e tutto si concentrava nella mente, nella volontà e nel furore di Lei.
Lui sorrideva. Anche quel gesto era gradito. Nobile sicurezza di sé. Pura follia. Vera forza.
E mentre lei ardeva di desiderio di apprendere e liberarsi, Lui voleva condurla sempre più nel buio dell'oscurità fino a farla smarrire insieme a lui. Dietro di Lei, Lord Voldemort si avvicinava e nuovamente sfiorava la sua figura. Sussurrava...Attraente male...sinistro seduttore.
E' difficile farlo con intenzione...L'affinità con il tuo elemento, il Fuoco, non e' immediata da raggiungere...Ma tu puoi farlo...Certo che puoi...Io posso insegnarti tutto...Per ora, ti basti cercare di innescarlo senza comprenderne ragione e senso...lasciati travolgere da quell'odioso passato che ti rende...COLPEVOLE...Annienta la colpa...Uccidi il dolore...Scatena le fiamme che ardono dentro...Non puntare il bersaglio...Saranno le fiamme a raggiungerlo quando tu ti lascerai andare tra le braccia della libertà, dell'odio. Odiare ciò che ci fa male è giusto, naturale, legittimo...Senti le urla, senti i lamenti innocenti...FALLI TACERE ORA!
Era l'inizio...L'incipit di una consapevolezza interiore di esser veramente FUOCO.
E Lui sarebbe stato il comburente...Ossigeno puro per l'attraente fuoco...
LIBERATI ADESSO!

view post Posted: 13/3/2014, 13:14     ~ Down. - La Capitale del Mondo Magico

Che sottile, suadente piacere...
Sentiva il sapore della persuasione, il profumo dell'irresistibilmente seducente dubbio, l'odore del desiderio di esplodere in tutta la meravigliosa bellezza della razionale scelta di esser Sè Stessa.
Lui, nell'oscuro silenzio della propria anima corrotta sino alla morte, esultava vittorioso.
Un esultare sinistro, privo di manifestazione di gioia alcuna, ma solo fonte di nuova sorgente di Male.
Progettava, programmava, valutava ogni singolo particolare del luogo e del momento per mettere alla prova Lei, sconvolgerLa, ferirLa, esaltarLa, umiliarLa, addolorarLa, renderLa violenta e vendicativa...FarLa Sua.
L'accesso ai suoi pensieri era sin troppo dolce e piacevole per abbandonarlo.
Percepiva i contrastanti sentimenti di orgoglio e timore, di spavada forza e titubante accettazione della verità, di desiderio di essere libera e di volontà di mantenere il decoro del razionale.
Come irresistibile, prelibato, succulento, rigoglioso rivolo di candida e fresca acqua di sorgente a disposizione di Uomo Assetato, Egli si abbeverava dei pensieri di Lei e li possedeva con impertinente senso di Avere.
Sostava ora dinanzi a Lei per fissarla, per incrociare quello sguardo fiero e fin troppo giovane per esser così ardito.
Entrambi sapevano l'uno dell'altra.
Nonostante ancora non fosse stata resa ufficiale la Sua identità, Lui sapeva...Lei sapeva.
Non vi fu conferma verbale di quanto riflesso nella mente di Lei. Ma ogni pensiero, ogni tacita domanda trovava risposta negli occhi di Lui, nel lieve cenno di assenso del capo..Nel sibilante "Sì..." che rimbombava come tuono silenzioso nell'angolo cosciente dell'anima della giovane donna.
Oh, sì...Era proprio Lui...L'unico che non avesse bisogno di pronunciare il proprio nome per esser riconosciuto...L'unico a non dover temere di esser anonimo Essere.
Percepiva la celata lusinga che pervadeva Lei per esser annoverata quale Creatura simile a Lui. E di questo Lui se ne compiaceva. Si trattava di manifesta ammirazione per il potere di Lui. E, consapevole Lui stesso della propria vanità, non poteva fare a meno di provare ancora più piacere nel circuirla, tentarla e stravolgere la Sua vita.
Era da tempo che La voleva. Ne aveva colto l'interiore conflitto e soprattutto aveva percepito la Sua innata potenzialità di Esser Grande e Spietata. E vedere un'anima perdersi nell'Oscurità consapevolmente e con consenso, era quanto di più suadente e meraviglioso potesse esistere. Una giovane alleata da crescere nell'arido Male fino a consumarla e a trasformarla in divina donna del Male, acuta, sinistra, a Lui fedele.
*Perchè Tu vuoi...Perchè tu sai che l'istinto senza l'atto razionale di volontà ed accettazione non è altro che atto...Perchè Tu non vuoi ridurre la tua Vita a meri atti di umana ordinarietà...Perchè tu vuoi essere Libera e questa vita convenzionale ti tiene imprigionata e tu senti il peso della privazione, quasi fosse stretta morsa nei polsi, nelle caviglie, quasi stringesse anche il collo fino a privarti di aria.*
E mentre Lui si insinuava nei pensieri di Lei e la tentava con la melliflua e spietata verità, Lui levava il braccio della mano destra impugnante la diabolica arma magica, la bacchetta del Male, in direzione di una lontana abitazione a Lei familiare...
Dolore e Crudeltà, violenza e disperazione...Erano i soli mezzi per vincolarla a Lui con vera, fedele realtà.
*Chissà chi è in casa a quest'ora...Arwen...Lo fai tu? O lo faccio Io?...*
Gli occhi di Lord Voldemort sembravano essersi accesi di quella fiamma ardente che Lui stesso voleva veder scaturire da Lei con innata capacità.
*Fallo...Devi solo volerlo...E io ti darò ciò che cerchi e ciò che vuoi Dominare...Ti sto già dicendo come fare...Ti sto già indicando la via...Fallo...*

view post Posted: 25/2/2014, 13:12     ~ Down. - La Capitale del Mondo Magico

Lo sentiva...Oh, sì...Percepiva quel turbinìo di sensazioni che convergevano in un unico e potentissimo mezzo di vittoria...
Il Dubbio.
Paura, rabbia, forza, rancore, ricordo, dolore, piacere...Sottile e celato piacere...Nascosto nella condotta definita "onorevole", ma in relatà falsa e meschina, e nel senso di soggettiva giustizia che quel Mondo Corrotto dalla civiltà e dalla limitazione razionale imponevano.
Ancorata nel concetto di Giusto e Sbagliato, ponendolo a specchio nelle definizioni di Bene e Male, il mondo non capiva, non sapeva ciò che Lui non si poteva permettere di ignorare. Seguendo solo ciò che naturalmente l'uomo ricercava - potere, forza, immortalità, supremazia - egli si dirigeva verso via di rettitudine e normalità.
Dunque...Chi era in errore?...Lui?
...Lei.
Mastro della Verità, o forse solo mostruoso, egoista Essere del Male, Lui desiderava Lei.
Ne sentiva l'interiore lotta e percepiva ancora una volta il Dubbio. Ciò che più lo entusiasmava era il fatto che la giovane donna accogliesse il Dubbio nel proprio animo e si facesse quasi sovrastare da quell'istinto che la spingeva verso di Lui.
Il Signore Oscuro sapeva che, tuttavia, la Conversione Totale alla Luce dell'Oscurità avrebbe richiesto cura, minuzia, Tempo...E Lui di Tempo ne disponeva.
L'avrebbe logorata sino all'estremo, avrebbe corrotto la sua anima senza pietà, avrebbe annientato tutte le banali mura della civiltà e l'avrebbe dominata affinchè Lei potesse sentirsi finalmente libera...Libera di essere Sua Serva. E senza nemmeno dover combattere con ostilità o resistenza mentale della giovane donna, Egli si impossessava di ogni suo pensiero proprio nell'istante durante il quale Ella lo elaborava, lo materializzava nel proprio conscio inconscio e lo rendeva Suo...Del suo signore.
Immagini rapide ma nitide e minuziose, come la precisione del suo intelletto, donavano fondamenta di perfetto scenario per attaccare, per colpirla con suadenti e melliflue parole velenose capaci di confonderla ed ammaliarla, illuminarla fino ad irretirLe i sensi...
Un affetto mal celato, o forse indifferenza e fastidio...Un padre...Una morte prematura di madre...Fiamme...Un ragazzo...Oh...Il piccolo e talentuoso discepolo, confuso traditore...Come se Lui non avesse colto, capito, percepito sin dal Suo ritorno in Villa Malfoy.
Dunque un cerchio perfetto...Tutto tornava a Lui con corsi e ricorsi "storici".
Meraviglioso e fedele il Fato...Promotore di successo implacabile, capace di donare Libero Arbitrio pur imponendo una unica via, il Fato portava a Lei la giovane donna ancor prima che l'Oscuro Signore stesso si premurasse di deciderlo, di volerlo, di programmarlo.
Camminava silenzioso attorno a Lei; si avvicinava e si allontanava.
La voce, sempre pacata, suadente, gentile, sembrava volere indurla a cedere.
Le mani e le braccia aperte come in segno di resa, non erano altro che un invito subdolo ad assecondarlo. Gli occhi fissi su di Lei cercavano il turbamento per potersene compiacere.
Ed ecco giungere le parole che avrebbero potuto innescare l'irreversibile percorso verso di Lui.
Tutti? Tutti?!
Un sussurro incredulo, a tratti teatrale ed impostato, ma pur sempre credibile.
Credi davvero a quello che stai dicendo? Noo...Io lo soo...Ti sento...Tu non accetteresti mai di far parte di "Tutti". Tu sai bene che non è così. Percepisci quella insoddisfazione che solo coloro che davvero "vedono" la verità riescono a provare. Non ti basta essere una cellula dell'arto...Tu vuoi essere l'arto...Ed hai ragione, mia giovane Arwen. Io non ti biasimo. Io ti capisco...Siamo simili io e te...Non c'è nulla di Male in ciò che provi...Il piacere del fuoco, del potere, l'istintivo desiderio di vedere divampare la luce da noi stessa generata fino alla distruzione, non è Male...Non è altro che l'inizio di qualcosa di nuovo. Non sempre la morte e la distruzione rappresentano la Fine...E tu, già piccolo prodigio della Natura, sapevi che questa è la Verità sin da piccola, innocente bambina. Sei stata tuu...Perchè l'intenzione e l'azione sono la stessa cosa. Se si desidera qualcosa e altra mano, umana o fatale, porta a compimento tale brama, non siamo forse noi stessi complici perchè in comunione con quell'istinto?...Davvero credi che sia un assassino solo colui che agisce? E chi lo pensa? Chi lo vuole? Chi prepara piano perfetto senza tuttavia metterlo in atto ma rispecchia l'azione del carnefice non è egualmente colpevole? Colpevole...Che falsa parola celata dietro la verità dell'istinto. Un assassino è davvero Reo? Accetta la realtà...Fidati di me. Io non mento...Mai...Io ti presenterò sempre e solo la realtà, cruda e mera realtà. E ti mostrerò la Via della Grandezza. Dominerai l'elemento che ti è caro e potrai finalmente sentirti LIBERA!


view post Posted: 12/2/2014, 13:25     ~ Down. - La Capitale del Mondo Magico

Attimi a definirsi infiniti...Momenti nel corso dei quali Egli stabiliva il primo vincolo con la preda, attraverso glaciale e rovente legame mentale univoco e unione del senso del tatto.
La presa affascinante e titanica per durezza e metallica fusione rispecchiava il possesso di ricordi, ideali, pensieri, riflessioni custoditi nella mente di Lei.
Era già SUA ancor prima di tentarla. Lo sapeva, lo percepiva, lo voleva.
Una smaterializzazione perfetta, priva di alcun tipo di incertezza.
Del resto, Egli sapeva esattamente dove andare e forse...Anche Lei.
Non permetteva che alcuno potesse sfiorare la sua persona. In effetti, esisteva essere degno di poter sfiorare dio?
Tuttavia, al contrario, egli provava un sottile piacere legato alla soddisfazione di potere "violare" seppur con una sola, delicata, fredda mano, la sua preda, poichè quest'ultima non aveva scelta e non ne avrebbe avuta alcuna.
Mentre dissoluzione e disgregazione molecolare permettevano a Lui e a Lei di raggiungere il luogo dello "Spettacolo", il Signore Oscuro vigile ed attento, sempre in "moto" per pianificazione e controllo, scavava nei pensieri della giovane, futura perla nera, al fine di valutarne istinto e paura.
Oh, sì...Poichè, riflettendo bene sull'uno e sull'altra, si poteva quasi affermare che l'istinto fosse figlio di una inconscia paura, priva di "razionale ragione" e che pertanto appartenessero alla stessa radice: Natura.
Ed il Male non era altro che il diletto consorte dell'istinto. Vero, sincero, realmente e sinceramente amato dalla Natura ed amante della stessa, il Male non tradiva la sua stessa essenza, rimanendo gelosamente aggrappato alla spontanea voglia, la pura brama della sopravvivenza e della supremazia...E solo la forza maggiore poteva vivere...
Ed ecco il sopraggiungere dell'idea di Male quale Bene Superiore poichè effettivamente naturale e privo del vizio della scelta e della limitazione.
Le molecole trovavano nuovamente perfetta posizione ed unione. La mano del Signore Oscuro, ancora serrata e riposta su quella di Lei, ritrovava materia e consistenza. Lunga, affusolata, ferma, rappresentava seducente promessa di eterno possesso.
Eccolo...Spazio aperto, conosciuto da Lui attraverso i ricordi di Lei. Fiamme, fuoco, paura ed eccitazione inconsapevole, brivido rovente...
Sentiva il profumo del successo oramai prossimo. Aveva preparato la trappola nei minimi particolari, con maniacale attenzione, come solo Lui riusciva a fare. Una trappola dolce e dolorosa, amara e tremendamente seducente...Piano ben architettato che potesse definirsi degno della Sua astuta preda...
Ah, sì...Si sentiva divino, perfetto. E lo era...E questo lo rendeva ancor più terrificante e seducente.
Dimmi Arwen...
La mano lasciava la presa e con passi lenti, quasi sacrali, Lord Voldemort si allontanava dalla giovane donna per poi accerchiarla con i suoi passi e la sua presenza, come se Lei fosse il sole e Lui il Rosso Pianeta. Ma tutto lentamente, senza fretta.
Il tono della voce si faceva più basso ma ancora sinistramente melodioso.
Dimmi dove siamo. Dimmi quanto è piacevole essere qui...Di nuovo...
La notte risplendeva glaciale. Il cielo invernale, sempre coperto dalla coltre di nubi, rendeva ancora più tenebrosa la notte, così tenebrosa da abbagliare gli occhi di Lei. Non vi era più pioggia o nebbia a cullarli.
Solo la Notte.
Te le ricordi? Quelle seducenti fiamme che tutto logorano?...Che uccidono? E tu dici di non esser Assassina?...
L'ultima parola fu pronunciata sibilando, come a non voler violare la sensazione di puro piacere che Egli provava nel richiamarla. Il piacere del Potere. Il piacere della distruzione...

view post Posted: 3/1/2014, 18:37     ~ Down. - La Capitale del Mondo Magico

Sorrideva.
Ancor prima di percepire, passo dopo passo, l'avanzare della giovane donna, umile ed orgogliosa accettazione della propria brama di conoscenza e di potere, Lui sorrideva.
Procedeva dinanzi a lei, assaporando il freddo glaciale dell'aria, ed il calore rovente della collera e del desiderio di avere di più.
Respirava paura, fastidio, curiosità, brama, attesa, stupore di lei ... E se ne deliziava.
Tutto nelle sue mani, ogni cosa da lui prevista e voluta, trovava compimento.
Eppure, era solo l'inizio di un interessante esperimento cui lui stesso sarebbe stato spettatore e regista ed autore e sceneggiatore.
E la sua Musa, la sua piccola ed ingenua protagonista, avrebbe invaso quel copione da lui scritto e mai prima utilizzato.
Ed il vicolo trovava fine e si rendeva necessario allontanarsi dai gretti luoghi pubblici per inoltrarsi nelle vie più buie e prive di inutili vite curiose e dotate di occhi e vista fastidiosi.
Nessuno doveva vedere, nè maghi, nè sudici esseri umani privi di Magia e pertanto null'altro che niente.
Un viaggio che cominciava con un incedere incessante ma tutt'altro che frettoloso. Il tempo non era un nemico...Mai...Soprattutto per Lui.
Ma tale pensiero lo faceva quasi ridere per la pena per contrappasso che invece, la giovane donna, aveva subito.
Proprio a causa del Tempo...Quest'ultimo, crudele e sempre giusto ed equilibrato, aveva invece iniquamente sottratto a Lei sè stesso...Il Tempo e le aveva portato via adolescenza ed anni beati.
Tempo...
Beffardo, Traditore in tal caso...Ma assolutamente in Tempo per Lui...
Non vi era momento migliore, non esisteva occasione più allettante.
Era perfetto.
Ed ancora una volta Lui si sarebbe servito del Tempo...Per Lei...
Ancora passi lentamente rapidi ma quasi regali poichè ogni attimo, ogni istante era ricolmo di pensieri, riflessioni, progetti, piccole azioni ritenute quasi impercettibili di Lei, ma da Lui captate come fossero sonoro allarme ed interessante monologo.
Ascoltava il loquace silenzio della giovane donna e, sebbene ella fosse dietro di lui, egli mostrava palesemente, con elegante ma arrogante tacito riso, sussurrato con delicato alito e sommessa corda vocale, il suo potere ed il suo sapere...
Ancora un vicolo svoltato per addentrarsi nelle zone più malfamate ed isolate della Vecchia Capitale. Sopra di loro, intemperie, intorno a loro il freddo, sotto di loro sudici strade...E, all'improvviso, di fianco a Lei, Lui.

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Arrestatosi dall'avanzare, proprio nel mezzo di una stretta stradina protetta da palazzi logori e forse disabitati o semplicemente abitati da discreti esseri silenziosi e desiderosi di star lontani da pericolo e morte, Lui si voltava verso di Lei, la affiancava e, con terrificante eleganza porgeva la mano, come ad invitarla, o meglio ad obbligarla, ad accettare di rimando di riporre la sua delicata mano su quella di lui.
La fissava e la sua bocca non proferiva parola, ma nella mente di Lei si insinuava nuovamente, sfacciato e forte.
*Andiamo dove tutto è cominciato...Mia piccola, malvagia...Assassina...Ricordi? Ti viene in mente la morte dell'innocenza? Rammenti? Oh...Sì...Che rammenti...Ne sono certo....*
Parole...Mute...Prive di significato...O forse ella aveva compreso?

view post Posted: 16/12/2013, 21:52     ~ Down. - La Capitale del Mondo Magico

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Sfrontata, sfacciata, inquieta e tormentata, la giovane donna palesava un incedere vorticoso di sensazioni ed emozioni che lo facevano divertire.
Il contatto mentale, il "muto" dialogo si materializzavano nella testa di Lei per poi venire riflessi in quella di Lui come specchio implacabile della verità.
E Lui se ne compiaceva.
I misteri svelati, le parole non dette ma comunque sonore nel pensiero, rimbombavano nella mente del Signore Oscuro. Ed Arwen appariva ora una persona fin troppo conosciuta per non incrementare la certezza di Lord Voldemort di avere ben agito e di avere utilizzato il suo prezioso tempo per una comune strega...Che forse avrebbe potuto elevarsi ad alto grado di perfezione se solo avesse ben agito.
Lo sguardo, fisso su di lei, come gelido getto infuocato puntato sulla preda, mai cessava di esaminare, controllare. Gli occhi di lui, feroci ed ammalianti, continuavano a scrutare quelli della donna.
E passo, dopo passo, la "prescelta" si avvicinava alla Fine...Oppure all'Inizio.
Del resto, avrebbe potuto trattarsi della medesima cosa, come cerchio infinito che mai cessa di evolvere.
Sì...Certamente sarebbe stata una Fine. Sì...Senza dubbio si poteva trattare di un Inizio.
A dire il vero, il Signore Oscuro si deliziava dinanzi ai cambiamenti che lui stesso era in grado di provocare.
Quasi si trattasse di perverso gioco "umano", ove misere pedine venivano frantumate con le sue stesse mani per esser nuovamente "coniate" a seconda "vita", ricostruite, riplasmate per divenire Sue, Egli si dilettava nel ricercare la "giusta materia magica" (rappresentata da maghi e streghe) per ottenere seguaci degni della Sua stessa natura divina.
Contorto, fonte di turbamento ed orrore, maniacalmente sedotto dalla sua stessa persona, crudele fino a rasentare la genialità assoluta, il Signore Oscuro ora attendeva la giovane donna, certo che i propri piani avrebbero trovato giusto compimento, sicuro che Lei sarebbe stata Sua Preda.
Egli non falliva. Egli non sbagliava. Riusciva a setacciare ogni piccolo angolo della mente umana, catturando quella goccia, quella giusta dose di Male che ciascuno celava nel proprio animo.
Catalizzatore della violenza e della crudeltà, egli non avrebbe mai permesso alla donna di effettuare scelta diversa da quella prevista.
Passo, dopo passo...
Ella si guardava intorno quasi disprezzasse l'ambiente che la circondava, quasi percepisse, come lui, la miseria di tal luogo privo di magia e di divino potere.
Eppure, la stessa presenza di Lei e di Lui, rendevano quel luogo speciale e vibrante di note armoniosamente discordanti, pronte a creare sinfonia nuova e
rivoluzionaria.
Legato alle più degne tradizioni magiche, Lord Voldemort, consapevolmente, sapeva di essere un innovatore...Pur sempre classico ma...Un innovatore.
Ella era vicina. Si approssimava alla porta, sempre ricolma di pensieri e disappunto, ma anche curiosità, timore, rabbia, fuoco...
Il fuoco...
Gli occhi del Signore Oscuro, per un attimo, assunsero nuovamente quel colore vermiglio e quella freddezza che lo rendevano agghiacciante.
La porta si apriva ed egli esultava...Soddisfatto...
La donna si avvicinava ed egli sentiva crescere il senso di vittoria e soddisfazione.
Arwen parlava con forza e "velata", indecisa decisione, e Lui comprendeva quanto il suo successo fosse vicino.
Una domanda sfrontata. Parole chiare. Fastidio manifesto. Lei.
Un sorriso sicuro. Lui.
Seguimi Arwen.
Lord Voldemort si voltò e si incamminò verso lo svoltare del vicolo, senza aggiungere altro...Come certo che lei lo avrebbe seguito.
*Non puoi fuggire...Se questa fosse la tua idea...Non puoi rifiutare il mio...Invito...Non farmi domande di cui conosci già la risposta...Cosa voglio?...TE! Chi sono?...TU...LO...SAI...Cosa ti offro?...FUOCO...*
Una voce insidiosa nella mente della donna...Un'invasione fastidiosa ed affascinante...

view post Posted: 30/11/2013, 12:08     ~ Down. - La Capitale del Mondo Magico
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Sapeva di essere sempre stato capace di aspettare e, nello stesso tempo, incapace di essere paziente...Poichè...Aspettare e pazientare erano due atti molto distinti...
Ma avrebbe atteso, perchè l'attesa era un fastidio allettante, quasi piacevole se ben riposto nel soggetto giusto. Attratto dalla Magia e non dall'essenza dell'essere umano, il Signore Oscuro troppo a lungo aveva delegato sudditi gretti e poco abili al reclutamento di promettenti maghi, per dedicarsi solo al potere ed all'immortale senso del Male che lo avevano inebriato e lo avevano condotto al dominio dell'Oscurità.
Era giunto il momento di agire personalmente e con decisione.
O SUA...O DI NESSUN ALTRO...
Del resto, una vita lontana dal Male, per Lui, non poteva esser vissuta. Non vi era scelta...Vi era un'unica Via.
La osservava quasi divertito ed incuriosito. Una piccola, allettante preda, attendeva solo di esser...catturata.
E lui non avrebbe disatteso tale "attesa"...
Da troppo tempo conosciuto solo per la pura essenza di malvagità, gli avversari avevan forse dimenticato quanto Lord Voldemort sapesse essere ammaliante, affascinante nella sua cattiveria, seduttivo nella sua calcolata freddezza, irresistibile nella sua sconvolgente decisione...Prima di affondare la lama del Male.
La piccola preda si guardava intorno, in attesa, impaziente, scoraggiata e non sapeva che il suo predatore era già lì.
Il richiamo degli occhi attraverso i quali ella cercava, fu sopraffatto dallo sguardo di Lui...L'unico che avrebbe potuto attirare l'attenzione della giovane donna.
E LUI lo sapeva.
Gli occhi di lei dicevano tutto. Essi già appartenevano a lui, e nulla potevano per evitare l'inevitabile.
Sguardi che si incrociavano, si catturavano e tutto diventava chiaro, ma...Paradossalmente nebuloso, insicuro, incerto.
Il volto divertito dell'Oscuro Signore, quasi poteva ammaliare e terrorizzare, confondere e disarmare.
E non vi era arma più letale del dubbio.
Mai Lord Voldemort si stupiva...Mai poteva godere dell'eccitante sorpresa poichè egli conosceva i pensieri dei deboli maghi dinanzi a lui...SEMPRE...
Diabolico Legilimens, egli attendeva solo quel contatto per potersi intromettere nella miriade di interessanti pensieri che invadevano la mente della giovane donna.
Occhi che si aprivano a lui. E lui vedeva...
E si stupiva...Per la prima volta...Non per la legittima paura ma...per la curiosa attrazione che ella provava per il pericolo che tuttavia percepiva e sapeva esser reale...
*Non puoi...Non puoi aspettare...Questo tu lo sai...Arwen...*
Parole pronunciate come un sussurro, lente, delicate e violente, graffianti e dolci, risuonavano nella mente della donna. Era lui...
L'ostinazione dell'attesa e della speranza che lui se ne potesse andare, lo divertirono.
E una piccola, lieve, affascinante risata, risuonò nei pensieri di Lei.
Lord Voldemort l'aveva già spogliata di ogni segreto...E lei lo sapeva...
Dietro la vetrata, fuori dal locale, lui...Lui...Ancora aspettava...
view post Posted: 24/11/2013, 13:36     ~ Down. - La Capitale del Mondo Magico
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Erano trascorsi anni da quando il suo viso, "umanamente" corrotto da "umanità" e mortalità, aveva perso quell'insignificante aspetto che lo rendeva nient'altro che uomo.
Il riflesso tagliente di uno specchio implacabile e gretto, lo catapultavano ad un'epoca passata nella quale Egli non si riconosceva più...Poichè Lui era il Futuro.
Un atto quasi forzato fu quello di dover celare la propria perfezione, l'aspetto divino che terrorizzava e trasmetteva orrore e disperata consapevolezza di Morte.
Un uomo...Un disgustoso, mortale aspetto che non rifletteva affatto l'essenza della sua anima...Ammesso che egli ne possedesse ancora una...
Sorrise disgustato al suo stesso riflesso e, voltate le spalle a sè stesso, si diresse verso la porta. La mano raggiunse la maniglia. Le dita affusolate, forti, pallide, parevano essere l'unica costante tra il mortale e l'immortale: perfette, nervose, pronte ad impugnare la bacchetta riposta nella tasca della giacca.
Il progetto che si era insinuato nella sua mente dopo avere saputo, dopo avere osservato attentamente Lei, doveva prendere forma e consistenza.
Sentiva ancora l'odore della selvaggia paura ed il sapore pungente e metallico della malvagità che l'aveva assalita forse consapevolmente, forse istintivamente, forse in maniera assolutamente involontaria. Eppure...Eppure il Male mai nasceva dal Nulla.
C'era sempre stato in Lei...Così doveva essere...Così era.
Ed il piano a Lei riservato sarebbe apparso quale scambio di "doni". La conoscenza in cambio della Sua Anima.

Camminava ora lungo le strade della città. Il cielo era inquieto, oscuro, palpitante, come fosse in attesa della fatalità.
Il freddo, la pioggia percorrevano un lungo tragitto dai cieli fino al corrotto suolo, trafiggevano la sua pelle ed egli se ne deliziava. Si sentiva in comunione con quell'inverno, con quell'arido gelo che rispecchiava la Sua Vera Identità.
Sapeva dove Lei si sarebbe diretta.
L'avidità di conoscenza della giovane donna l'aveva condotta a Lui. L'abilità della Sua Magia l'aveva designata quale Scelta per Lui.
I passi misurati, perfetti, pazienti, lo conducevano, svincolo dopo svincolo, ad una via pregna di debolezza umana.
Il desiderio di uccidere quelle inutili figure alterate da alcool e debolezza, quasi lo inebriò.
La mano destra, fino a quel momento esposta all'aria ed alla pioggia, raggiunse la tasca ove risiedeva la Sua Bacchetta; per un attimo la abbracciò, la strinse forte tra le dita.
Un profondo respiro gli fece quasi assaporare l'idea della distruzione: sangue che percorreva le strade mescolandosi ad acqua, fango, sporcizia...
Socchiuse gli occhi...Respirò il sapore del Male...
Ma non estrasse la bacchetta.
Ripose la mano fuori dalla tasca. Ancora sentiva pulsare la brama di devastazione, la folle voglia di rivelare il Suo potere. Elettricità nelle dita...

E La vide.
Desiderosa di mescolarsi tra tanti, di essere anonima creatura nascosta al Mondo Magico, la donna entrava in un locale, assolutamente ignara di esser seguita da Lui.

Lui non entrò.
Fermo, dinanzi alla vetrata che permetteva di osservare l'interno del sudicio pub, non perdeva il contatto visivo dalla figura della giovane donna.
La vide sedersi, guardarsi intorno furtiva, in impaziente attesa...
Sorrise...
*Guardami*

Nessuna magia.
Lui sapeva che Lei si sarebbe voltata prima o poi: istinto o forse...Sesto senso.
E l'incontro dello sguardo avrebbe decretato il successo del piano del Signore Oscuro.
Oh, sì...Si sarebbe voltata...
Del resto, la fatalità, non era essa stessa Magia?

view post Posted: 2/10/2010, 21:04     Crayford Manor House - La Capitale del Mondo Magico


Si osservo' attorno e ora che il gioco era finito, appariva quasi annoiato del tempo passato li dentro

-possiamo anche andare ora...-

li invito' ad uscire da li, poi, si sarebbero smaterializzati fuori dal covo
Una volta che i due si fossero avviati, Voldemort avrebbe dato un'ultimo sguardo al salotto e con un Bombarda creato con maestria, fatto esplodere il camino e cosi, lasciato libero il fuoco in casa.
Poi, se ne sarebbe andato, direzione, villa Malfoy


view post Posted: 7/9/2010, 20:11     Crayford Manor House - La Capitale del Mondo Magico

Se si fosse andati oltre il pianto del bambino, si sarebbero potuto sentire le rotelle del cervello di Remus sferaggliare per trovare un modo nel compiacere il suo futuro signore.
Fu cosi', che quando Remus parlo' di un Neptuno, decise di premunirsi e di scostarsi dalla traiettoria di un possibile incanto acquatico. Non che non andasse d'accordo con qualcosa di cosi' potente, solo che non avrebbe voluto essere travolto, rischiando di bagnarsi. Dopotutto avrebbe potuto deviare l'incanto ma recare troppo danno all'abitazione e far arrivare, quelle che i babbani chiamano "pulizia" o qualcosa di simile.
Il bambino frignante, venne quindi fatto sedere su una tavola e l'oscuro, con un cenno della veste lungha, lo invito' ad agire.
Il ministro non perse tempo: eseguito l'incanto e il movimento del braccio giusto, quando la pronuncia della formula termino, una scia, grossa e diretta, parti' dalla punta della bacchetta e ando' a schiantarsi sul petto esile del fanciullo che venne sbalzato via dalla tavola, cessando di piangere e cozzando, contro il caminetto accesso, caraccolando poi al suolo. Apparve come una bambola, scagliata da un troll ecco cosa.

Voldemort si avvicino', lo sollevo' per una gamba e mostro il corpo morto e deformato dall'impatto del piccino per poi con un sorriso sprezzante dire

-benvenuto in famiglia!-

e buttare il cadavere del piccolo nel camino accesso come se fosse una cartaccia.


view post Posted: 6/9/2010, 23:24     Crayford Manor House - La Capitale del Mondo Magico

Fu come se la donna, fosse stata fatta accomodare su una sedia elettrica, senza bagnare la spugna che permetteva una morta rapida e "indolore". L'urlo che usci dalle labbra, mentre il corpo veniva preso da convulsioni, fu quasi disumano e quell'odore acre, di pelle, peli e capelli che venivano bruciati fu quanto mai rivoltante.
Emily, forse, avrebbe distolto lo sguardo dato che la speranza di vederla finire in modo rapido non fu assecondato e Voldemort, invece, rimase li, imperscrutabile nello sguardo ma con un sorriso melifuo stampato sulle labbra sottili.
Quando la donna, divenne carne molle un colpo di bacchetta fece scomparire il muro che le teneva ferma e con un tonfo sordo cadde a terra

-nagini...-

la voce suadente, invitante verso il serpente, venne udita come un sibilo dai presenti per poi volgersi verso i due e borbottare, nuovamente verso Lupin

-e del fanciullo cosa facciamo?-

glielo mostro', piangente e rosso in volto. Voldemort aveva gia' diverse idee, ma voleva vedere quanto malevolo fosse il ministro.


view post Posted: 2/9/2010, 23:07     Crayford Manor House - La Capitale del Mondo Magico

L'incantesimo dell'abile mangiamorte avvenne con successo: dietro la donna, che fino a poco prima ballava con il ministro sembro apparire un muro con catene strette che si attaccarono alle caviglie e ai polsi. La donna urlo' dalla paura, e in seguito, il dolore degli arti che adavano in cancrena la fece singhiozzare con furia mentre gemeva e si disperava per il bambino e per il suo futuro, che al momento, sembrava marciare a senso unico.

Voldemort osservo' la donna, irritato da quel verso e con un gesto di bacchetta, la lingua di ella si attacco al palato, un languelingua per creare la giusta atmosfera di dialogo, anche se l'Oscuro, non sembrava molto propenso ad esso

-Ministro..spero che non ci siano altri fraintendimenti, senno andra' a far compagnia alla donna dato che le piaceva tanto farla ballare tra le sue braccia.-

un cenno del capo, in senso dispregiativo, come per far sottolineare a Remus che la di lui parlata era fatta di sottointensi e metafore e il ballare, stava certamente per qualcosa di diabolico e malvagio

-ora vediamo se e' capace di finire le sofferenze di questa babbana in modo teatrale...-

non gli sarebbe bastato un avada kedrava.



view post Posted: 16/8/2010, 23:07     Crayford Manor House - La Capitale del Mondo Magico


Voldemort rimase perplesso e poggiando un gomito sul dorso dell'altra mano osservava Remus Lupin prendere sottobraccio la donna imperiata e condurla. Si stava chiedendo cosa non avesse capito delle sue parole

-c'e' qualcosa che vi turba forse Ministro?-

La voce era aspra, come se fosse infastidito dal comportamento dell'uomo che a suo parere sembrava prendersi gioco di lui

-o forse non sapete far ballare la gente...Lovegood!-

richiamo' la donna che si era messo di lato. Forse era giunto il momento che Remus Lupin avesse una scossa di vita

-vediamo se riesci tu a condurre il nostro amico sulla giusta strada...-

quello che Voldemort voleva ora dalla sua seguace era che mostrasse a Remus dove aveva sbagliato


view post Posted: 11/8/2010, 23:30     Crayford Manor House - La Capitale del Mondo Magico



-Sono lieto di avervi qui...-

Annuncio' avvicinandosi a loro, con la bambina ancora in braccio. La piccola figura, rannichiata contro la veste consunta del mago dormiva, come se i gridolini della madre o il rumore della mandibola di Nagini, che si allargava e degluttiva per ingozzarsi della carcassa dell'uomo non la turbassero

-di partecipare a questa festicciola-

disse, con tono scanzonatorio. La bacchetta bianca si levo' e venne puntata contro la donna. Un raggio rapido, di chi non aveva timore di usare una maledizione senza perdono si impadroni' della donna in veste da notte che, come una maronetta governata da fili invisibili iniziava a danzare in maniera volutamente scomposta smettendo di piangere e con occhio infinitamente vacquo

-ero stanco di vederla ballare da solo, non se a cava male...almeno non come il marito..-

un sorriso melifuo' si poso' sul volto del Signore Oscuro

-ma prego...caro ministro, l'ho sempre pensata come un ottimo ballerino...vuole mostrare come si fa?-

e il corpo della donna, si fermo' davanti a Remus, seguito poi da un cenno del capo di Voldemort che intimava a Emily di farsi da parte e a Remus di agire.

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