E così un altro anno era giunto a conclusione.
Lungo, complicato, ricco, variegato. E tanto per cambiare era in ritardo.
Era ancora a Londra, quando sarebbe dovuto essere già da ore al Nord. Certo, nulla di irrimediabile, ma era pur sempre indispensabile muoversi. L'ennesima corsa contro il tempo, in nome di un Dio non meglio definito. Scendeva rumorosamente gli ultimi scalini di un enorme scalone, con un nero bastone tirato a lucido sotto un braccio, calcandosi un cappello in testa, sull'ancora folta chioma argentea. Si inserì nella fiumana del traffico cittadino, antistante le segrete stanze dei luoghi del potere e dei loro misteri con apparente indifferenza, e una certa sinistra eleganza, inseguito a vista da un minuto assistente, armato di ombrello, e un faldone di documenti sotto l'altro braccio. Una lunga veste gialla, coperta da un leggero mantello blu acceso fasciava generosa il Vecchio, e il divertente della cosa era che nonostante tutto, l'avrebbe potuto scommettere, il mal capitato cui aveva tagliato il passo pochi istanti prima non si era accorto di nulla, e avrebbe affermato certo che gli fosse da un pezzo dietro. Com'era apparso, in quel fiume indistinto di impiegati e dipendenti in prevalenza pubblici, nelle loro tristi sembianze grigie, marroni, e nere, tanto repentinamente era scomparso. Senza perdere un passo, nuovamente con la sicurezza di chi era ormai da tempo avvezzo a quei veloci spostamenti risaliva ora il leggero pendio che l'avrebbe condotto ai cancelli del Castello, e al parco. Aveva anche smesso di piovigginare, il che non poteva che essere una buona notizia. Il cappello, e le vesti dai colori sgargianti avevano ceduto il passo a una più dimessa, per quanto ancora più strana toga. Quasi interamente bianca, non fosse stato per la sottile bordatura purpurea, che oltre ogni ragionevole dubbio lo identificava come un Quirite. Certo, era decisamente uno scenario improbabile, era quasi certamente il primo ad aver mai messo piede in quelle terre, ma così sembrava. Sottili calighe risalivano dalle piante dei piedi, avviluppandoli stretti, quasi nel tentativo di frenarne l'avanzata. Mentre veleggiava verso il cuore del parco, e già il minuto assistente risaliva la collina, diretto al Castello, una prima conferma: la musica.
Dopo tutto non era poi così in ritardo, era pur qualcosa, andava riconosciuto.
Se n'era ricordato, e quello era un secondo punto a suo favore.
Contro ogni ragionevole dubbio? Forse no, ma poco ci mancava.
E quindi? Fingere di essere stato presente dall'inizio era sufficientemente improbabile.
Semplicemente non far nulla come al solito, ignorando il problema. Sembrava la migliore delle soluzioni, e indubbiamente la migliore delle possibili. Un silenzio assenso chiamato a garantirlo. Del resto non era morto nessuno, saltare l'ennesima festa, evitare con eleganza le ennesime imboscate, nulla di incomprensibile. Era però curioso di scoprire chi altri avesse avuto la sua medesima pensata, con la certezza che non dovessero essere pochi. Professori in testa. Per quanto proseguisse la scabrosa e tradizionale media anagrafica, era abbastanza sicuro che se non si fosse anche trovato solo, poco vi sarebbe mancato. Sarebbe stato un problema? No, non lo era mai stato. Non era cambiato nulla. Aveva un compito preciso, prima di potersi nuovamente eclissare.
Ed ormai era fatta. Un cenno qui, un saluto di là, un'occhiataccia al mal capitato giù, un lungo sospiro all'indirizzo del quarto, un dito ammonitore riservato al quinto. Se era stupito di trovarsi lì, e non dava troppo a vederlo, nel mezzo di quella insolita ormai notturna distesa di alberi e alberelli, mentre si inoltrava nel boschetto, i mal capitati finiti sulla sua rotta sembravano ancor più sorpresi. Che fosse filtrato il messaggio che era tanto ostile a balli e feste che ormai l'invito era recapitato per pura prassi d'ufficio? Qual era il giusto mezzo tra dovere, e piacere? La presenza di un valido sostituto l'aveva sino a quel momento risparmiato, non quell'anno. Sic transit gloria mundi? Proseguiva spedito, di buon passo, tra svolte e tornanti. Il più sembrava fatto. Tutto quel bianco iniziava a dargli sui nervi.
Non fosse stato per longitudine e latitudine avrebbe potuto dubitare della lieta o funesta ricorrenza. Curioso che il bianco in fondo potesse andar in entrambe le circostanze, almeno nella modernità, ma tant'era. Quindi? Tanto valeva procedere. Perchè temporeggiare, se per una volta la via di fuga era spianata e già aperta? In fondo, non che dovesse annunciare chissà quale inedita e inauspicabile scoperta, tutto seguiva il copione, e le clessidre erano lì a testimoniarlo. Nessun colpo di testa, nessun punto dell'ultimo minuto da assegnare, nulla di nulla. E del resto, presto detto, era anche quella una tradizione da diverso tempo. Sarebbe stato sorprendente il contrario. Aveva tra le mani una non notizia? Il perfetto rompicapo già rotto tipico di uno storico? Non aveva scoperto nulla di nuovo, ma si apprestava a comunicarlo al mondo 'gaudium magnum' con l'imperturbabilità di una statua. O forse no?
Ecco il palco, il luogo del delitto.
E lì era diretto. Avrebbero inteso?
Lo sperava per loro. Un piccolo sacrificio.
Una questione da pochi minuti. Un solo attimo.
Prima che tutti tornassero alle loro inutili faccenduole, da ballo.
Mentre il Sonorus faceva effetto, e mentre il peso della Coppa affondava tra la morbida stoffa della toga, guadagnò il palco, e allegro fu pronto alla recita. Ormai era fatta. Ciak azione!
Signori buonasera! Un altro anno volge altermine, ed è tempo degli annunci di rito. Abbastanza singolarmente inviterei Mademoiselle Bell e Mademoiselle Attwood a prepararsi per aprire le danze, sarà sicuramente da vedere, mentre adesso vediamo anche di sistemare la Coppa, offrendole un sicuro tetto sotto cui dormire.
Dispensando sguardi truci, e in tralice, era già ora della fase due. Era ora di sbarazzarsene, se l'era tenuta più che a sufficienza, ed aveva una certa età.
Quindi, veniamo a noi. Tassorosso si aggiudica il quarto posto della classifica, non andando oltre soglia 1439 punti. Il che certamente non va bene. Segue a breve distanza Serpeverde, a 1709. A una certa distanza si posizionano i Corvonero, con un ragguardevole 2654 punti, che è un buon traguardo. Un bell'applauso invece a Grifondoro che con i suoi 4007 punti, artiglia saldamente la Coppa, di cui sono più che lieto liberarmi.
Questo dovrebbe essere un monito a 'far meglio' per molti degli altri.
Tacque sollevato del concludersi anche di quella questione, si guardava sorridente in giro nella speranza che qualche buontempone accogliesse il silente invito a farsi avanti. Anche quell'anno era ormai concluso? L'avrebbero sepolto di gran premura, e orbato il prima possibile?
Da ultimo, ma non ultimo, il più spiacevole dei sassolini, che infine con un che di liberatorio, e non senza una certa soddisfazione, si era infine levato dai piedi, più per una ragione, che non per un'altra. A contare era però che fosse infine concluso anche quello. Archiviato. In via definitiva.
Da ultimo, prima di lasciarvi tornare alle morigeratezze dei doverosi festeggiamenti, una seconda quasi inaspettata Coppa. Anche il Barnabus Finkley ha infine e infatti salutato il suo campione, anche in questo caso a vincere è stata Grifondoro, il Prefetto Rigos, che è al momento assente, ma sono certo i suoi concasati sapranno fare buona guardia della Coppa. Un bell'applauso per festeggiare!
Il supplizio? Lo stillicidio? L'ecatombe? La tragicommedia?
Via, un sorriso e andare... per festeggiare e basta, che è già qualcosa.
Edited by Ignotus Albus E. Peverell - 14/2/2021, 16:51