Posts written by FabioMiwako

view post Posted: 26/6/2014, 21:00     Il Serraglio Stregato - Diagon Alley
La giornata non si era ancora conclusa. Non che fosse stata del tutto pesante, ma il caldo asfissiante era davvero insopportabile. Lui, in giacca e cravatta, stava decisamente schiattando nonostante sudasse raramente e relativamente poco. Ha avuti non pochi problemi da piccolo per quanto riguardava la sudorazione. Ma questa è un'altra storia.
Facendo girare la bacchetta e sventolando una copia del
'Profeta' per dare un po' di aria a quel povero viso ormai quasi rosso come un semaforo per il caldo.
Cercò riparò intento a tornare al suo albergo al centro di Londra, ma aveva bisogno di bere qualcosa. Le mentine, per quanto zucchero potessero dargli, non erano per nulla sufficienti a fargli passare quel mal di testa che la pressione bassa, a causa del grande caldo, gli stava causando.
Finalmente, dopo aver camminato un bel po', si riparò sotto una piccola tettoia di un negozio che non riconobbe subito, ma che l'essere passato in giovine età gli fece provare una strana sensazione di nostalgia subito dopo. Come proprio Diagon Alley con tutti i suoi negozi aveva fatto.
Il Serragio Stregato. L'odore di peli e piume, nonché ovviamente di cacche nauseabonde, fuoriusciva dalla vetrina leggermente aperta per far passare quel poco di vento che l'assolatissima giornata offriva.
Da piccolo, aveva comprato per la sua compagnia a Hogwarts una gatta dal pelo scuro, sempre arruffato, che ricordava con nostalgia. La chiamava Delilah. Purtroppo, morì di vecchiaia il suo quarto anno a scuola. Nonostante volesse sempre apparire come una persona forte, nella sua allegria e rassicurazione, la sua morte lo colpì così tanto che non frequentò le lezioni dei due giorni seguenti, rimanendo chiuso in dormitorio, scendendo solo per mangiare qualcosa e inviare qualche lettera alla madre.
Accantonando i brutti ricordi, entrò nel negozio. Un grosso frastuono di versi differenti espressi come urla in un unico istante gli colpì le orecchie, tappandosele all'istante. Tra l'odore, le piume svolazzanti e le rane che saltavano, un gufo bruno gli volò sopra la testa, poggiandosi poi sul suo trespolo come a farsi notare e a dire "Ehi, sono in vendita".
Sorrise a quel pensiero e si avvicinò al bancone, quasi non riuscendo a sentire le sue parole nel frastuono.

- Vorrei quel birbantone lì, per cortesia! - Indicando il gufone che cominciò subito dopo di nuovo a volare per il negozio.
view post Posted: 26/6/2014, 11:20     Olivander - Diagon Alley
I folletti padroni della banca gli avevano lasciato un bel ricordino dopo la visita che gli aveva fatto al suo primo ritorno a Londra dopo ben tredici anni di continui viaggi nel continente britannico e altrove. Ritrovarsi in certi luoghi, che hanno segnato una certa parte della propria vita, faceva sempre uno strano effetto a chiunque.
L'acquisto dell'occorrente necessario ad affrontare il primissimo anno a Hogwarts era comunque il primo approccio reale e concreto di qualunque bambino con il mondo magico. Visitare i negozi, comprare qualcosa per sé stessi. Pensare poi che andremo a usare quelle cose nel famoso castello.
Tutte quelle emozioni che stava analizzando in quel momento, erano senza alcuna ombra di dubbio le stesse che aveva provato all'età di undici anni. Viste come un ricordo, quella piccola avventura era un concentrato di emozioni che gli facevano venire le farfalle nello stomaco. Viste dall'esterno, probabilmente, tutto ciò lo faceva fin troppo esaltare.
Stava scendendo le poche paia di scale di marmo della banca da cui era appena uscito, mentre pensava a tutte queste cose. L'euforia era tale che sentì, senza sapere realmente il perché, il bisogno di accendersi una sigaretta. Come se il tabacco potesse offrirgli una sensazione più calma, e magari più matura. Sembrava davvero un bambino. Mentre inspirava il fumo proveniente da quella dannosissima striscia di carta, gli venne da pensare persino al perché. Probabilmente per l'idea di poter, in età molto più avanzata, poter comprare una pipa. Ha sempre adorato quell'oggetto, dall'aria molto signorile ma contenente un vizio che proprio gli immaturi in età adolescenziale si portano dietro fino a tardi.
Quasi alla fine della sigaretta, sorpassò uno strambo negozio di vestiti che decisamente non ricordava con quelle stoffe che mai avrebbe indossato in vita sua. Avrebbe di gran lunga preferito una qualche strana tortura cinese, nudo.
Buttata la sigaretta, ormai consumata fino al filtro, svoltò l'angolo e camminò per un po'. Le scarpe eleganti facevano un rumore molto piacevole con i mattoni, anche se alcuni non perfettamente allineati perfetti per inciampare lo avevano costretto a riflessi degni di un portiere di Quidditch per non farlo cadere e analizzare il suolo col suo naso e magari qualche dente.
Arrivò finalmente nel negozio che più si portava nel cuore dalla sua visita da unidcenne, dopo i meravigliosi Tiri Vispi Weasley, che avrebbe certamente visitato una volta uscito da lì.
Olivander. Dal 382 a.C. Da piccolo aveva stupidamente pensato che il vecchio signore fosse immortale, e se il ministeriale che quel giorno lo accompagnò lo avesse fermato, gliel'avrebbe sicuramente chiesto. "Com'è avere tutti quegli anni? I capelli non dovrebbero essere già caduti da un pezzo?".
Una delle vere volte in cui si è sentito salvato la vita.
Il campanellino della cigolante porta accompagnò il suo ingresso nell'angusto e polveroso negozio. Piccolo, molto poco illuminato e soprattutto, carico di scaffali con spigolose custodie contenenti all'interno bacchette di ogni tipo, legno, dimensione, anima.
Prima ancora di intravedere il vecchio, probabilmente sul retro, sentì il proprio schifoso alito di tabacco. Era l'unica cosa che odiava della sigaretta. L'odore che lasciava nella bocca del fumatore lo faceva sentire sporco, come se non si lavasse i denti. Aveva dimenticato di prendere un po' di Burrobirra o magari un tè, data l'ora. Prima che fosse troppo tardi, si frugò tra le tasche dei comodissimi pantaloni eleganti in cerca di qualcosa, una tazza di caffè magari. Nero bollente, come piaceva a lui.
Non ci trovò liquidi provenienti dalla Colombia, ma una mentina in condizioni accettabili, probabilmente risalente a qualche giorno fa. Non ci pensò tanto su e se la infilò in bocca, giusto in tempo che vide il negoziante tornare al bancone.

- Buon pomeriggio! Sono qui per una revisione della mia bacchetta, per cortesia. -
Si diceva che quell'uomo ricordasse ogni singola bacchetta che aveva venduto, e ci avrebbe contato. Non tanto sul ricordare i nomi delle persone a cui le ha vendute, ma è già un gran bel risultato.
Aria decisamente stanca, capelli bianchi arruffati ancora attaccati lì al cranio, rughe persino sul naso. Non si sarebbe stupito se gli avesse detto di avere più di duemila anni. Eppure sembrava identico a come lo vide la prima volta. Ma invecchiava? Assumeva qualche sostanza che lo rendeva immortale? Non che non fosse felice di vederlo lì, ovvio.
L'età che probabilmente avrebbe voluto avere quando sarebbe venuto il momento di comprare una pipa.
view post Posted: 24/6/2014, 23:46     Sportello Apertura Conto Bancario - Gringotts Bank
La meravigliosa aria londinese! Quale gioia, quale gaudio, nell'essere lì, tra i grossi palazzi della metropoli, gli enormi pullman rossi che scorrazzavano quelle strade, le persone che correvano a destra e a manca. Quanto tempo era passato da quando era stato lì l'ultima volta? Tredici anni.
E nonostante fossero passati in un lampo, tutti gli eventi che sono accaduti in quel lasso di tempo hanno reso un giovane ragazzino a cui piaceva rubare i libri nelle piccole biblioteche, quell'uomo che camminava lì, i capelli tutti sparati all'insù, le lunghe basette, il solito vestito elegante dove le mani avevano trovato le tasche in cui riposavano e che gli davano quell'aria allegra e spensierata, un sorrisetto incuriosito sopra cui posavano occhi scuri che saettavano di qua e di là per scovare ogni minimo cambiamento da quello che poteva ricordare quando aveva undici anni.
Dopo aver camminato per molto tempo arrivò finalmente davanti a un muro dove moltissimo tempo fa un uomo dai capelli biondo spento e gli occhiali l'aveva portato per la prima volta, dopo averlo preso dalla madre a cui avevano promesso soldi e cure.
Gli ci volle qualche tentativo per toccare le mattonelle giuste, ma dopo qualche minutino senza escludere piccole imprecazioni, il portale gli si aprì davanti agli occhi e gli presentò lo spettacolo che, sotto sotto, si aspettava di vedere.
Oggetti strambi, insegne di legno, lanterne, gabbie con animali di tutti i generi, uomini e donne vestiti con lunghi mantelli e cappelli a punta, folte barbe e nasi adunchi, gonnoni da befana, gnomi che correvano via inseguiti da vecchi urlanti. E oltre a questo grande spettacolo del tutto in stile "vecchia magia", c'erano anche ragazzini in jeans e maglietta, che si scambiavano figurine, strappavano giornali, mangiavano caramelle, altri che si tenevano la mano, quasi non sembravano maghi e streghe.
E costellato da questa cornice di negozi fuorvianti e maniche di gente, alla fine della strada, c'era una grossa e altezzosa struttura bianca, con colonne antiche, e una scritta a caratteri cubitali.
"GRINGOTT'S BANK".
Un sorriso non poté che accendersi sul viso del tipo che camminava tra la gente, arrivato finalmente dove doveva arrivare, nonostante il lungo viaggio fosse appena iniziato.
Un ultimo sguardo al bel panorama di persone, alle mille parole e alle grida che annunciavano l'ultima uscita del 'Profeta', e poi, avanzò, diretto verso la banca dei maghi, luogo dei folletti.
E fu proprio in loro che si imbatté non appena aprì con delicatezza il grosso portone sotto il porticato della struttura. Gli scappò una piccola risatina, sperando di non essere sentito dal primo folletto al bancone, intento a scribacchiare.

*Non sembrano essere migliorati in fatto di lifting.* pensò velocemente.
Piccoli, appuntiti, con le dita lunghissime, in vesti eleganti, sin da quando aveva undici anni non li aveva trovato spaventosi o inquietanti, bensì divertenti, quasi buffi.
Erano bassi, tozzi e vestiti manco fossero parte di una reggia dell'800, la maggior parte di loro aveva quella vocina squillante come uno squittio di un topo, i lineamenti simili a un pipistrello. L'unica cosa forse meno divertente che ricordava era l'alito.
Si avvicinò al primo folletto libero, e nonostante avesse ormai ventiquattro anni, si sentì come quando era bambino, a chiedere le stesse esatte parole.

- Salve! Desidererei aprire un conto! A nome di David Joe Lander, per cortesia! -
L'allegria derivata dal suo divertimento nel vedere quelle testone spelacchiate che da piccolo guardava dal basso, era stato un po' esagerato, forse.
Per consolarsi, pensò che un po' di sorrisetti a queste creature non avrebbe fatto male. Immaginò un folletto ridere e si sforzò di non fare lo stesso. Sembrava ubriaco, era così felice di essere lì dopo tanto tempo?
view post Posted: 23/6/2014, 12:59     L'angolo delle partenze e dei ritorni - News & comunicazioni
Dopo quasi tre anni, sono di nuovo qui xD e penso di restare attivo per un bel po'... U.u
view post Posted: 23/6/2014, 12:56     Richiesta Prestavolto - Schedario
Nome dell'attore: David Tennant
Nome del personaggio: David Joe Lander
David Tennant è già stato scelto nel 2011 come prestavolto, ma l'utente è cancellato, quindi ho ritenuto fosse libero... se ci sono problemi fatemelo sapere!
view post Posted: 16/4/2013, 21:10     Napoli COMICON 2013 - Off-Topic



Per chi fosse interessato! Da giovedì 25 a domenica 28 aprile, alla Mostra d'Oltremare di Napoli.
Sarebbe davvero una bella occasione per incontrarci e organizzare un piccolo raduno, per chi è della zona o per chi è capace di arrivarci in qualche modo XD
E' davvero un evento molto interessante, ci si diverte tanto e qualcuno di voi c'è già stato probabilmente.
Ora, chi è che ci sarà? Così magari, nel caso ci siano tante persone disposte a presentarsi, potremmo organizzare qualcosa di rilevante per vederci XD

Sito ufficiale per info, prezzi e programmi: http://comicon.it/

Fate sapere uwu

view post Posted: 6/2/2012, 14:52     TOPIC DELLO SFOGO - Off-Topic
Siete solo uno sciame di pu**ane (:
view post Posted: 5/2/2012, 20:24     Aria di ritorni. - Torre di Astronomia
Di solito non s'imbarazzava così facilmente, e forse era l'ora di rivedere quella caratteristica perché era diventato tutto rosso.
Forse perché non si sarebbe aspettato un rifiuto dopo quello che lei aveva detto, a prescindere dal suo misterioso ritorno.
La Serpeverde era lì, ferma, senza muoversi, una palese risposta negativa alla frase detta poc'anzi per avvicinarla a sé. Per riabbracciare quella ragazza.
E davvero non riuscì a capire il motivo finché non lei parlò, e ci volle un minuto buono per assimilare bene quella frase.
Anche abbastanza diretta, per lo più.

- Oh... -.
Voce roca che subito schiarì abbassando lentamente le braccia, guardando il davanzale dalla finestra.
A dir la verità non lo ricordava così. Forse più basso? Nah, solo un'impressione... mettendolo ben a fuoco gli vennero in mente tutte le volte su cui ci si era seduto sopra, ricordandone la superficie, le crepe, la polvere...
Eppure non ci veniva da tempo lassù. Chissà se le visite sarebbero ritornate.
Incrociò le braccia e lo sguardo della ragazza.
Non si era mossa da lì.
Un piccolo sorrisetto gli affiorò sul viso, pronto per la risposta.

- E il compromesso di cui parlavi prima? -
view post Posted: 4/1/2012, 22:26     Aria di ritorni. - Torre di Astronomia
Doveva ammetterlo: con quel ritorno la situazione era decisamente migliorata, e se prima pensava di non voler più vederla, si sbagliava proprio di grosso.
Ed eccola uscire con la prima frase, cosa che non aveva per niente tenuto conto, una risposta ovvia... ma il gioco era bello quando durava poco.
Lo sguardo che per tanto non aveva incrociato si staccò dal suo, e subito ne sentì la mancanza, anche se non la bionda non lo fece attendere molto.
Vederla riflettere in quel modo sul loro rapporto era parecchio strano... anche se non l'aveva mai visto direttamente, sapeva bene quante di quelle volte ci aveva rimuginato... ma di solito, in sua presenza, la cosa era pressoché spontanea e diretta. Niente rimorsi, discussioni o dubbi.
Ma quei tempi erano andati tempo fa. Con lei al ballo, insieme a mister-sbuco-all-improvviso-e-ti-frego-tutto Alexander. Ancora un po' a pensarci e gli sarebbe arrivato un attacco di emicrania.
Si schiarì la voce, quando lei concluse di parlare, o di minacciare la sua situazione sentimentale ovviamente a zero. Piuttosto piacevole come cosa.
La gelosia era una dimostrazione di amore, no?
Però lei non lo amava, o non lo avrebbe lasciato solo quel pomeriggio, in riva al lago, su una sedia, con la musica nelle orecchie e la preside che informava tutta la sala dell'ultimo posto in classifica dei Grifondoro.
Allora perché era tornata?

*Emicrania, emicrania.*
Si allontanò di poco, alzandosi le maniche della giacca col cappuccio. Cominciava a fare caldo, per i suoi gusti.
Sorrise però. Un piccolo sorriso, con gli occhi piuttosto lucidi e le lacrime pronte ad arrivare, ma che sapeva nascondere.
Respirò, tanto per fare. Che diavolo gli succedeva ora? Il passato gli stava facendo ancora del male?

- Vieni qui. -
Voleva stringerla a sé, perché gli mancava da un sacco quel tipo di contatto, ed era passato così tanto tempo...
Non era il tipo, ma l'ironia era andata via troppo velocemente. Nostalgia?
view post Posted: 4/1/2012, 02:11     Aria di ritorni. - Torre di Astronomia
Il freddo di dicembre si faceva sentire parecchio, a quell'altitudine. Era da molto che non provava una cosa del genere. Su quella torre non ci saliva dall'inizio dell'anno, in effetti... E gli era mancata quasi quanto la ragazza, che ora era lì, dinanzi a lui, pronta ad accoglierlo come aveva fatto sempre.
Il suo sorriso e il senso dell'umorismo che facevano da cornice alla risposta che gli rifilò lo fece sorridere divertito. Andava tutto fin troppo bene, ma avrebbe aspettato prima di cedere. Anche se la tentazione era forte.
I suoi capelli erano splendidi proprio come li ricordava. Forse un po' più lunghi, ma identici a quelli che aveva accarezzato tznte di quelle volte... Così profumati...

- È stata pura follia ritornare dopo tutto questo tempo, quasi quanto la tua improvvisa fuga... -
Le si avvicinò, sfiorandole la mano sinistra con la destra, quasi a farle desiderare il contatto con le dita, aspettando che fosse lei a cedere.
Ma prima di quel tanto atteso momento, perché non scherzare ancora un po' con quella dannata bionda?

- E se ti dicessi che qualcun'altra ha preso il tuo posto? Se adesso stessi amando un'altra ragazza? - le sussurrò piano, in modo che fosse costretta ad avvicinarsi per capire appieno le sue parole.
Sarebbe stato più che possibile, in effetti. Qualche volta ci aveva pensato sul serio, non vedendola più aggirarsi in giro per il castello.
Gli era mancata, la sua principessa.
view post Posted: 4/1/2012, 00:36     Aria di ritorni. - Torre di Astronomia
Quel sorriso gli fece arrivare le farfalle nello stomaco. Era da tempo che non lo vedeva, e gli era mancato davvero parecchio.
No, no, no. Doveva essere arrabbiato, non poteva perdonarle quello che gli aveva fatto.
Ma come si poteva non sorridere dinanzi a quel viso che tanto aveva amato per tutto l'anno scorso? Sarebbe contro la propria natura. E gli sarebbe davvero mancato, se l'avrebbe perso ancora.
Voleva tanto tirarla a sé, stringerla per tutto il tempo in cui era mancata, lasciando il vuoto.
Ma doveva andare con calma, avrebbero avuto tutto il tempo del mondo.
Si schiarì la voce.

- L'ultima volta mi hai lasciato sull'altare... - disse, con un mezzo sorriso tanto per non dare troppo peso alla questione.
Aveva avuto tantissimo tempo per pensarci, e davvero non c'era stato giorno in cui con la mente non avesse sfiorato il pensiero di lei al suo fianco.
Infilò le mani nelle tasche dei jeans, in attesa di una risposta.
view post Posted: 4/1/2012, 00:02     Aria di ritorni. - Torre di Astronomia
Riconoscere il suo sguardo gli diede le tanto mancate fitte allo stomaco, che però sparirono al ricordo di ciò che gli aveva fatto la ragazza.
L'aveva abbandonato, quando gli aveva promesso di non separarsi più da lui per non fare lo stesso errore, ma era davvero così tardi? E forse non era neanche quello il motivo di quella 'rimpatriata'.
Si rese conto che tremava, aveva le mani ormai senza neanche più il tatto, e intanto si tormentava la lingua.
Respirò profondamente, rendendosi conto anche che era parecchio imbarazzante incontrarsi nuovamente dopo gli avvenimenti passati.
Che poteva dirle? Ormai era ovvio che un semplice 'ciao' non lo avrebbe più usato con lei. Ma già da tempo.
Si avvicinò, facendo due passi davanti a lei, anche per osservarla meglio. L'ansia andava sempre più aumentando.

- Sì. E tu? Sei la mia vecchia Malfoy? -
Meravigliosamente incredibile la spontaneità della frase. Quasi si stupì dei progressi che aveva fatto.
E anche per l'infantile motivo che si sentiva alquanto vecchio, con la voce diventata più bassa, diversa dal ballo di fine anno.
Il cuore, intanto, era a mille.
view post Posted: 3/1/2012, 23:05     Aria di ritorni. - Torre di Astronomia
Incredibile che il freddo fosse così pesante, con l'arrivo del nuovo anno. Che aveva portato anche delle pioggerelle più che spiacevoli, nei giorni precedenti. Ciò che odiava di più era il freddo col maltempo. Portava malumore.
Ed era sicuramente ciò di cui avevo meno bisogno, conciato com'era: Persa ormai con la coppa del Quidditch ogni minima voglia di aprire un libro e concentrarsi, i suoi voti di certo non sarebbero migliorati. Avrebbe avuto bisogno di distrarsi un po' per riprendersi dal K.O ricevuto dai Tassorosso.
Demyx glielo avrebbe rinfacciato, una volta incontrato? Il suo peggior timore. Ma l'idea di rivederlo dopo tutti quegli impegni che nuocevano gravemente alla sua vita sociale, gli faceva sempre tornare il sorriso sulla faccia.
Infondo ce l'aveva messa tutta, per quanto riguardava la sua carriera da Cercatore. Ma sì, non aveva nessuna colpa, in fin dei conti. Chissà se avrebbe continuato, una volta ricominciato il campionato.
Proprio nel momento in cui immaginava il relax più totale che realmente si meritava, un gufo gli fece volare una lettera tra le mani. Una lettera poi... erano solo due frasi. Due periodi anonimi che, una volta riconosciuta la calligrafia e identificate le iniziali, si trasformarono in giornate di sole passate ovunque, nella più bella delle oasi in cui aveva avuto il piacere di trascorrere ore indimenticabili.
Ma in quel momento era sì e no un tugurio, un oblio interminabile pieno di dubbi e incertezze, neanche più un senso. Quando mai ne aveva avuto uno? Ma in fondo era per quel motivo che, un tempo, non poteva non vivere senza quella follia.
Diede un'occhiata all'orologio: 18:47. Beh, sicuramente non l'avrebbe gambizzato se fosse venuto un po' in anticipo, meglio ancora se non ci fosse ancora lì sopra. Si sarebbe preparato qualcosa da dire. Ma allora perché non rimaneva ancora un po' lì, a riflettere su cosa fare, essendo ancora in tempo? Perché ricordava che non aveva mai organizzato nulla sin dall'inizio di tutto, che era stata sempre una cosa spontanea, quasi quotidiana. Perché interrompere quel disco, se la musica che voleva ascoltare era la stessa?
Non volle però correre come faceva una volta. Affiancati dai favolosi ricordi di un tempo, c'erano anche quelli brutti, di grande evidenzia l'ultimo, mesi e mesi prima. Al ballo. Dove quel periodo aveva trovato finalmente un punto. Chissà se sarebbe andato a capo, pronto a scrivere una nuova riga.
Difficile a dirsi.
Una volta davanti alla porta che non aveva oltrepassato da quel giorno, con le mani congelate, oltrepassò la soglia la riconobbe, subito, immediatamente, senza neanche pensarci un po'.
A guardarla, quasi per niente cambiata, quella scritta stampata sull'avambraccio sinistro, che una volta aveva persino cercato di togliere con un coltello della Sala Grande, sembrava bruciare come un marchio infuocato.
Invece lui si sentiva cambiato... i capelli un po' più lunghi dell'ultima volta, l'altezza che andava sempre ad aumentare, il tono di voce più basso. Forse non lo avrebbe neanche riconosciuto.
Solo a guardarlo negli occhi forse, lei lo avrebbe figurato di nuovo come quel ragazzo con cui aveva passato molto tempo... perché gli occhi non erano cambiati.
E neanche quelli della ragazza.
view post Posted: 5/12/2011, 22:50     I'm Come Back - Presentazioni
Prefetto impavido! Bentornato u.u

Posso rubarle ancora il monopattino. *Si canta la colonna sonora*
627 replies since 9/2/2010