Cray si appoggiò alla colonna più vicina al treno che lo avrebbe portato alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, ormai prossimo alla partenza. Non era stato difficile trovarlo, anche se nascosto dietro ad un muro illusorio. Appena entrato era stato subito stordito da due cose. La prima era la folla. Storme di ragazzini con i loro amati familiari che ridevano, correvano, scherzavano, trascinavano le loro cose. O anche gruppetti di amici che si rivedevano dopo le vacanze raccontandosi le cavolate fatte in compagnia o non, vantandosene come fossero una specie di trofeo. Madri che abbracciavano in lacrime i loro figli ormai abbastanza adulti da affrontare il mondo, almeno secondo le leggi dell'uomo bianco, ovvio. E ancora... bambini e famiglie sperduti, che cercavano un aiuto da chi era loro intorno, aiuto che non arrivava mai visto che probabilmente loro erano mezzosangue e le loro famiglie erano normali. Cray si guardò attorno. Fissò il vuoto attorno a se, la totale assenza di persone vicine. La sua espressione si fece ancora più corrucciata e infastidita. Ma non era solo colpa della folla... era anche la seconda cosa. L'odore. Quel posto puzzava terribilmente. Puzzava di metallo, puzzava di sporcizia e rifiuti, puzzava di fango, puzzava di profumi comprati chissà dove e messi con la speranza di raccattare il bellone o la bellona di turna, puzzava soprattutto di gas di scappamento. Cosa aspettarsi in fin dei conti da un treno a vapore? Avrebbe dovuto sopportare quella puzza per tutto il viaggio... e forse per tutto il suo soggiorno in quella maledetta scuola. Oh, ma perché non aveva tenuto la bocca chiusa con sua madre! Invece niente, eccolo qua... in esilio nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Ma poi che razza di nome era quello? Persino i babbani americani avevano più fantasia. Patetico, ecco tutto. Cray abbassò quindi lo sguardo sui suoi bagagli. Erano tanti... tanti e pesanti. Fortuna che i Worren venivano allenati allo sforzo fisico fin da piccoli. Così se uno di loro si rivelava un mago-no, poteva comunque essere d'aiuto. Comunque quei bagagli erano veramente troppi. A che diavolo gli serviva tutta quella roba? Un calderone? Un telescopio? Ma in che razza di posto stava andando? Dove erano finiti i vecchi metodi tradizionali? Domande a cui non avrebbe mai avuto risposta, non in un luogo pessimo come quello in cui era. E neanche in un luogo pessimo come quello verso cui stava andando. Il giovane Worren tirò un sospiro di rassegnazione. Inutile tergiversare. Cray prese quindi fiato per poi sollevare i pesanti bagagli e caricarseli sulle spalle. Quindi fissò il cielo in silenzio per poi emettere un sonoro fischio. Pochi secondi ed ecco che Carlos, il suo gufo reale, planava verso di lui andando poi a posarsi sulla sua spalla. Aveva impegnato poco ad addestrare quell'animale, tutto merito dei metodi Worren. L'idea che Carlos fosse uno spirito antico e non un semplice oggetto da divertimento aiutava molto nei rapporti empatici con gli animali. Loro erano superiori a noi, ecco tutto. Stava ancora una volta tergiversando inutilmente. Era ora di partire. Cray sospirò nuovamente quindi si mosse verso il treno, storcendo nuovamente il naso quando questi emise uno sbuffo di fumo. Da dietro un altro ragazzo lo esortava a salire e Cray si prese qualche secondo per lanciargli un'cchiataccia, che non sortì alcun effetto, prima di salire a tutti gli effetti sul vagone. Era ora di partire. E lui non vedeva già l'ora di tornare.
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