Posts written by Sirius White

view post Posted: 29/8/2022, 16:19     Casey Bell vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti
SIRIUS WHITE
vs. Casey Bell
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Mugugnò patendo un dolore che solo raramente aveva avvertito nella sua vita e che cocente gli rammentava momenti ben poco felici. Sirius White, il docente di pozioni della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, mago adulto ed abile pozionista dall’esperienza ampia e vissuta, avvertiva, impotente, la bruttissima sensazione di essere in difficoltà.
E tutto a causa di una pazza, maledetta piromane dai coloro rosso-oro.
Avrebbe voluto urlare, di rabbia e di dolore ne aveva a sufficienza ma mentre le fiamme lambivano il suo corpo divorando gli strati di pelle, l’unica cosa che il docente desiderava era uno stramaledettissimo attimo di tregua che non voleva saperne di venire. La ragione gli urlava contro la necessità di ripiegare ma la follia di quella studentessa che aveva davanti, tradiva la cruda realtà dei fatti: non era ammesso riposo ma solo annientamento reciproco.
Non c’era più alcuna strategia in quello scontro e per quanto Sirius cercasse di dimostrare il contrario, il corso del duello aveva preso ben altra piega. Casey non vedeva l’ora di bruciarlo vivo, probabilmente lo desiderava morto a quel punto. Sirius non intendeva, dal canto suo, cedere di un solo passo, a costo di bruciare vivo.
Ma questo dove lo avrebbe, anzi li avrebbe portati da lì a qualche breve attimo? Qualcuno avrebbe mai ceduto prima dell’altro?
Niente affatto.
Le corde e la posizione innaturale potevano pur stare iniziando a far pesare i loro effetti sul corpo di Casey così come le fiamme imponevano una reazione decisa ma l’imperativo resta solo quello: andare avanti.
Il docente aveva provato a porvi una fine ma l’aguamenti si era risolto in uno spettacolo di elementi al centro del campo di combattimento e nient’altro di più. Che fosse stata la stanchezza, che fosse l’istinto di sopravvivenza poco importava perché quel duello, ormai Sirius lo sapeva, avrebbe portato entrambi i duellanti ai loro più estremi limiti.
Quantomeno il loro doveva sembrare uno spettacolo unico degno di una finale di quel tipo.
Ma sarebbe stato il dolore, la consapevolezza di dover far qualcosa per quelle fiamme che sembravano voler attecchire anche agli strati più profondi del suo fisico, a spingere il docente a far leva sul proprio istinto prima e sul corpo poi in modo da portarlo a posarsi completamente in avanti sul pavimento, un estremo tentativo per avere ragione delle fiamme residue. Qualcuno avrebbe potuto biasimare le sue mosse ma come poteva ricorrere a un incantesimo difensivo o una controfattura efficace quando la controparte aveva solo deciso di agire per ottenere la sua fine? Non gli era rimasto che quella alternativa, cedere completamente alla forza di gravità e rovinare in avanti sul suolo con il proprio fisico nella speranza che bastasse a ridurre gli effetti deleteri dell’incendio. Se non tutto, quanto meno in parte. Certo, c’erano ancora altre fiamme da estinguere ma se fosse riuscito almeno a spegnere quelle che minacciavano il suo corpo, il resto sarebbe stato più facile. Torace ed arti contro il pavimento inoltre gli avrebbero consentito, lo sperava, di attingere a zone di queste non ancora incantate dal lapsus. Sarebbe forse stato possibile tentare una rotazione sul lato a quel punto? Non lo sapeva ma avrebbe dovuto pensarci in un secondo momento in quanto non poteva dimenticare di avere ancora Casey di fronte a sé, sicuramente pronta a fare la sua mossa.
La rapidità era allora imperativa. Per questo motivo non aveva atteso gli effetti dell’aguamenti, per questo stesso motivo non aveva lasciato a quello spettacolo di elementi il privilegio di attrarre la sua attenzione. Ci avevano pensato le fiamme e il dolore, la necessità e lo spirito di sopravvivenza a dettare la sua mossa successiva. Sì, giacchè una volta ottenuta quella nuova posizione, prona, sapeva perfettamente cosa doveva fare: mettere finalmente fuori gioco quella piromane e prendersi con la forza la sua sacrosanta e meritata tregua. Doveva sfruttare il tempo che aveva a disposizione, cercando di dominare il dolore, attingendo anzi da esso tutta la forza che gli fosse stato possibile, cosicché appena fosse riuscito a rivedere nuovamente il corpo di Casey, avrebbe disteso il braccio dominante che nel frattempo aveva piegato dietro la propria spalla destra, come nel tentativo di lanciare una canna di pesca.
La sua concentrazione poteva anche risentirne ma non la sua motivazione e il suo desiderio di porre fine a quelle prime drammatiche battute. Doveva solo tenere una buona presa sulla bacchetta, evocare un buon incantesimo e lasciare ad abiti zuppi e una pedana da quel lato completamente bagnata il compito di fare il resto. D’altronde se fosse anche riuscito parzialmente a fare il suo dovere l’incantesimo avrebbe dovuto lasciare Casey stordita per qualche attimo consentendogli di pensare con calma al resto.
Doveva solo resistere un altro poco.
Nello spazio di brevi attimi avrebbe dunque lasciato andare la mente al pensiero dei temporali, ancora una volta si sarebbe appellato agli elementi della natura. Voleva imbrigliarne la forza, brandirne la scintilla che dalla magia e dal suo dolore fisico serpeggiava forte dentro di lui. Non si trattava di una semplice esecuzione ma di un atto di estrema disperazione. Aveva avvertito il dolore delle fiamme che lo divoravamo, la rabbia cocente del sentirsi sopraffatto come vinto dagli ostacoli magici e dalle necessità. Poteva ancora attingere alla sua scintilla mortale? Al suo imperativo e cocente desiderio di avere ragione di Casey? Si era sentito solo rare volte così e questo era tutto dire. Lo scoppiettare di fiamma, il respiro vitale reso più rapido dal dolore fisico, il battito accelerato del suo cuore, tutto era energia, dentro e fuori di lui. C’era elettricità nel suo corpo, nella sua mente, sulla pelle che attraverso le terminazioni nervose si faceva testimone centrale della sua percezione dolorifica così come in ogni cellula del suo cuore che attraverso vie specializzate conduceva lo stimolo necessario ad affrettarne il moto. Tutto in quel momento era attacco o fuga, tutto era istinto primordiale di sopravvivenza e lui, Sirius White, avrebbe tentato di attingere a questa elementare energia. Doveva dar forza e concretezza alla sua magia. Doveva colpire Casey, doveva fermarla prima che potesse fare qualsiasi altra cosa.
Il braccio sarebbe allora scattato in avanti con estrema rapidità puntando esattamente al suo obiettivo disteso ed incatenato. Rapida l’esecuzione e rapida la formula nella scelta della variante più abbreviata ma ugualmente efficace, la presa sulla bacchetta mai allentata ma via via più forte per reggerne l’eventuale contraccolpo.
<< Sèuz >>
Pochissime sillabe eppure così cariche di intenzioni. Pochi lettere ma una grande, imprescindibile speranza, il fondo del suo vaso di Pandora.


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view post Posted: 15/8/2022, 20:18     Casey Bell vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti
SIRIUS WHITE
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Era successo di nuovo ed era stato esattamente come una replica di una storia già scritta. Sirius cadeva e nel modo più triste e mediocre possibile: senza che che potesse farci niente. Aveva fallito, ancora una volta e proprio nel tentativo di porre rimedio a quella sua passività. Un nulla di fatto. Sì, perché nonostante si impegnasse a reagire, nonostante cercasse di recuperare la stasi nella quale era finito, Casey si era rivelata ben più astuta e ponderata di lui. A nulla avevano potuto la rabbia, a niente il suo desiderio di rivalsa o di restituirle pan per focaccia. Il docente di pozioni era caduto e lo aveva fatto dinanzi a una fanciulla che stava or ora affacciandosi all’esercizio della magia. Era umiliante e giaceva proprio dinanzi a lei, carponi, la bacchetta ancora stretta nel pugno, nella zona incantata dal lapsus, brandelli di carne che ancora subivano la minaccia del fuoco alimentandosi di quella già poca autostima che gli era rimasta. Come era stato possibile ? Aveva provato con l’iracundia, aveva tentato ancora con un schiantesimo di tutto rispetto come era l’orbus, ma un lapsus e un paio di incendio ben piazzati avevano avuto ragione di lui facendolo rovinare sul pavimento. E la rabbia, la delusione, bruciavano dentro più di quanto l’incendio non facesse alle sue carni ora esposte e vittime delle fiamme.
Miseriaccia. Non era affatto come aveva creduto e non perché avesse pensato che quell’incontro sarebbe stato facile ma perché ancora una volta una fanciulla, Casey, come la stessa Nihandra, gli avevano ricordato l’umiltà e il senso di tutta quella competizione: era solo questione di astuzia e di strategia. Non era mai stata la potenza di fuoco a decidere le sorti di un duello magico. Sirius White avvertiva ancora bruciante dolore, il puzzo della carne bruciata, degli abiti che pian piano cedevano il passo alle fiamme, gli giungeva dritto sotto il naso, rammentandogli con tutta la chiarezza possibile dove si trovasse e cose gli stesse accadendo. Non poteva restare in quella posizione, non poteva abbandonarsi ai sentimenti o ai sensi di colpa, non poteva cedere completamente alla rabbia. Non poteva permettersi il lusso di perdere la lucidità e il raziocinio che lo avevano sempre contraddistinto. Niente era deciso. La sua vita era sempre stata così. I momenti più difficili lo avevano sempre messo di fronte ai propri limiti e lui li aveva sempre superati rialzandosi più forte di quanto non lo fosse stato prima. Quello che doveva fare era solo il punto della situazione, ripensare al filo di una strategia che sembrava aver perso in quelle battute finale e riprendere esattamente da dove aveva lasciato prima. Nella posizione in cui si trovava infatti una prima schiacciante verità lo coglieva: mostrava di nuovo il fianco alla sua nemica che si prestava a un nuovo celere attacco. Che fosse poi la replica di quanto aveva già subito era possibile ma lui non poteva e non doveva saperlo perché aveva una sola cosa da fare e cioè agire prima che lo facesse lei. Se a Casey piaceva così tanto giocare con l’incendio, bisognava toglierle il giochino dalle mani rendendolo privo di qualsiasi utilità futura. E lui sapeva perfettamente come doveva fare. La bacchetta era ancora stretta nel suo pugno, l’arto libero di muoversi giàcchè con le ginocchia piantate al suolo e una mano, una qualche parvenza di stabilità doveva pur averla. Solo, doveva agire in fretta.
Facendo forza sull’altro braccio ma staccando quello armato dal
Pavimento, con gli occhi ora rivolti a Casey, avrebbe disteso l’arto e puntato la
Bacchetta proprio dinanzi a sè , oltre la sua testa, ma nella traiettoria della sua avversaria. Nella sua mente avrebbe immaginato il flusso imperioso, ribelle
di una rapida, i flussi vorticosi ed accelerati pronti a schiantarsi ed annientare qualunque ostacolo sul proprio cammino. A questa immagine mentale avrebbe impresso tutto la sua energia. Se fino a quel momento Casey era stata una incendiaria, lui sarebbe stato come un pompiere chiamato e spegnere quei maledetti incendi.
<< Aguamènti >>
Avrebbe urlato ponendo l’accento sulla E. Voleva un getto rapido, costante, progressivamente più violento nella stessa traiettoria della sua avversaria, bacchetta contro bacchetta. Almeno in quella prima fase. E lo avrebbe tenuto fino a quando la forza glielo avesse consentito, a qualunque costo. Elemento contro elemento. Acqua contro fuoco. Qualunque cosa gli fosse venuto contro Avrebbe trovato il
Muro d’acqua ad accoglierlo. E Qualunque cosa fosse sperava solo che il
Suo incantesimo fosse più forte.
La sua strategia non si era affatto arenata. Anzi era molto precisa. Se fosse riuscito in quella prima azione cercando un controllo della portata e riducendone via via il flusso avrebbe infatti deviato la traiettoria verso il suo corpo affinché inzuppandosi l’acqua spegnesse ogni fiamma residua.



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view post Posted: 30/7/2022, 18:41     Casey Bell vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti
SIRIUS WHITE
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Era infine accaduto. La rabbia furente lo aveva colto esattamente come si aspettava, improvvisa, reale come una imminente verità . L’aveva sempre saputo e in cuor suo, un moto di orgoglio lo spronava a far di più, a combattere meglio. Casey Bell non era affatto una anima vinta e il dolore che veniva dal suo pettorale in fiamme ne era la dimostrazione.
Ben fatto ma che dolore accidenti !
E se da un lato inconsciamente si rallegrava di quell’azione tanto violenta e repentina da prenderlo alla sprovvista, allo stesso tempo la rabbia e l’orgoglio si impadronivano di lui. Il lapsus gli impediva di muoversi liberamente, le fiamme gli divoravano il tessuto giungendo cocente alla carne e ai peli del suo petto di cui iniziava a sentire il caratteristico puzzo di bruciato. Forse una gioia per le astanti, un colpo inaspettato di fortuna ma quella situazione imbarazzante non gli piaceva affatto. Aveva fallito una offensiva semplice, determinante e ora subiva lo scotto aggiuntivo di un secondo imprevisto, le fiamme. L’unica nota positiva era la rotazione ottenuta del busto che aveva portato la mano dominante ad indicare finalmente il suo obiettivo.
Santi Numi, solo Merlino sapeva quanto desiderasse restituirle pan per focaccia ma nonostante la rabbia, quello stato di animo che lo metteva in una cocente agitazione, non poteva non prendere in considerazione il bruciante dolore che gli veniva dal petto e a cui inevitabile era andata la sua attenzione.
Istintiva, la mano era andata esattamente alla stoffa e al suo petto nel tentativo disperato di estinguere anche solo parzialmente le fiamme. Avrebbe potuto attingere alla magia di un extinguo ma non poteva volgere ulteriormente il fianco alla sua nemica. Con quella instabilità provvisoria, le gambe ancora divaricate per conservare quel prezioso baricentro, sapeva perfettamente di doversi difendere e di dover attaccare. E forse, avrebbe potuto anche farlo. Doveva solo lasciarsi andare, dimenticare la sua solita pacata serenità, l’autocontrollo, lasciarsi andare alle emozioni, lasciarle fluire dentro e fuori di lui esattamente come quel fuoco cocente che si stava alimentando di lui.
Era in pericolo, in tremendo pericolo e la situazione gli rammentó quanto l’attacco dei mangiamorte gli avevano portato via la dignità e il braccio di Nicholas. Era da tempo che non riportava alla memoria quella sensazione di impotenza e di nullità che aveva provato. L’aveva forse sepolta nel più oscuro meandro del suo cuore, nel piu remoto angolo della sua memoria? Un’onta, una esperienza di cui aveva voluto disfarsi come un ospite indesiderato ma che a volte emergeva con tutta la forza con la quale solo un ricordo scomodo può fare. Pungente, terribile ed accompagnato da tutta la rabbia che un animo quieto sa trattenere ma che quando esplode, lo fa con tutta la violenza e la volontà distruttiva di cui era capace. Sapeva esattamente cosa doveva fare ma doveva farlo nel modo e nel tempo giusto mentre il palmo della mano si infrangeva violento contro il suo petto, in uno, due colpi ben assestati e strisciati, il desiderio di estinguere anche solo parzialmente le fiamme. D’altronde se di pace poteva farne a meno, di dolore proprio no. Sarebbe stato il suo comburente, la miccia che avrebbe alimentato la sua reazione.
Sarebbero bastati dunque pochi colpi, ben piazzati, forse anche tentati dal panico, prima che la sua attenzione si volgesse altrove, verso la fonte di quella situazione. Casey Bell non era affatto un uccellino indifeso ma neanche lui poteva dirsi un docile animaletto da compagnia.
Rabbia, decisione e tanta voglia di restituire una offensiva che si era prematuramente spenta nella sua sola mente, presto si impadronirono di lui mentre il cuore accelerava con i suoi battiti, la respirazione si faceva più incombente. Aveva già provato quella sensazione e gli ricordava il panico, l’istinto di sopravvivenza che prendeva il sopravvento.
Doveva agire, rapidamente e sperando di farlo con efficacia ma nonostante sapesse di aver perso il controllo doveva lasciarsi andare come se quella azione ne dipendesse la sua completa esistenza. E allora alla malora le eventuali fiamme residue che forse sarebbero rimaste non estinte, il suo corpo con una temperatura superiore alla norma, quel dono di una runa recuperata, lo avrebbe forse aiutato?
Non lo sapeva e non gliene fregava un **** onestamente. Doveva solo sollevare la bacchetta in alto, flettere l’avambraccio lasciando quindi che tutto l’arto svettasse verso l’alto, gli occhi ormai iniettati di sangue, attizzati da chissà quale rabbia repressa. La
Mano non dominante sarebbe stata di nuovo Impegnata a mantenere l’equilibrio della sua posizione precaria.
Era ora.
Casey Bell non aveva ancora realizzato quanto realmente fosse capace di fare. Si sarebbe pentita di quelle mossa impertinente. E l’avrebbe fatto con tutta la rabbia cocente che aveva in corpo.
Per quanto glielo consentissero le circostante avrebbe tentato di visualizzare meglio che poteva il suo obiettivo, steso a terra ma ancora fonte di pericoloso. Doveva appellare una offensiva efficacia ma al tempo stesso una barriera forte che annullasse qualsiasi altro attacco Casey avesse voluto destinargli. Offesa e difesa in una sola azione. Sperava bastasse perché di imprevisti ne aveva avuti già tanti e il Lapsus sicuramente non aveva smesso di nuocere alla sua posizione.
Quando chiara gli fosse stata l’intenzione, palese l’obiettivo e la sua destinazione, con la rabbia che animava esattamente come quel fuoco che lo aveva colto poco prima, avrebbe disegnato un cerchio in aria urlando a pieni polmoni la formula del suo incantesimo. La rabbia di cui l’avrebbe nutrita avrebbe forse fatto trasalire gli astanti ma doveva metterci tutto il fervore e la volontà che possedeva
<< IRACUNDIA!!!! >>
senza particolari accenti ma ben scandita nella sua semplicità come una qualche sorta di imprecazione nata all’improvviso da una situazione mal tollerata.
Non aveva la minima idea di come pensasse di muoversi Casey ma una cosa era certa, doveva essere il più rapido possibile. Doveva colpirla questa volta o altrimenti avrebbe dovuto rivedere la sua intera strategia.
Doveva restare a guardare speranzoso ma fiducioso delle proprio possibilità, il raggio dello schiantesimo e la perfetta barriera ben delineata nella sua mente.
* o la va o la spacca! *



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view post Posted: 18/7/2022, 09:21     Casey Bell vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

La massa d’acqua evocata dalla magia della sua bacchetta prese vita come il docente aveva sperato lasciando che l’onda d’urto distruttiva coprisse la distanza che lo separava da Casey. Era stato violento, aggressivo, esattamente come aveva fatto con Maurzio, con l’unica differenza che quest’ultimo almeno era un adulto. Casey invece era una studentessa.
Aveva esagerato? Probabilmente eppure entrambi i duellanti avrebbero dovuto sapere che in un duello non c’era esserci spazio per esitazioni o sentimentalisti. A Sirius era già capitato. Si era limitato e contenuto con Nihandra Alistine e ne aveva pagato ogni scotto in termini sia insoddisfazione personale che di imprevisti e difficoltà durante la tenzone. Con Maurizio aveva dato tutto il suo meglio e la vittoria era giunta senza difficoltà meritevole della sua e dell’altrui attenzione.
Con Casey aveva deciso per un percorso analogo, uno scontro pulito, senza esitazioni, la migliore forma di rispetto che si potesse dare a un duellante durante una competizione magica. Aveva di che biasimarsi? Casey stessa lo stava forse giudicando? E l’arbitro? Gli spalti tutti?
Non lo sapeva e non aveva neanche il tempo né la voglia di pensarci. Dopotutto era stata la congrega a permettere uno scontro di tale proporzione. Per di più, come Casey aveva già dimostrato durante le prime battute del duello, non sempre era la potenza magica a fare la differenza ma la strategia e l’ardente desiderio di competere. Ne avrebbe tratto un momento di crescita, forse, ma dipendeva tutto da lei. In quel momento, giudizi a parte, avrebbe ricevuto dal suo docente, tutto ciò che gli fosse stato concesso e permesso. L’esperienza era e sarebbe sempre stata l’insegnante più difficile. Come per lui, esattamente per Casey. Tutto era immutato.
Tornando alla realtà del proprio duello c’era solo una cosa che allo stato attuale interessava e preoccupava il docente di pozioni. Se l’onda d’urto aveva trovato il modo di colpire e abbattere la caposcuola, d’altro canto, la porzione di pavimento ai suoi piedi s’era fatta improvvisamente scivolosa, costringendolo ad un equilibrio precario.
Se ne sarebbe immediatamente adirato. Di fatti quell’incantesimo, nonostante non gli fosse costata una caduta, aveva completamente e inevitabilmente rovinato tutti i suoi piani. Il Neptuno faceva parte di una strategia ben precisa ma in quella situazione, con un equilibro incerto ed instabile, le sue possibili azioni s’erano fatte decisamente più limitate.
Ma non doveva darsi per vinto. Il lapsus non gli avrebbe consentito di muoversi rapidamente ma dalla sua parte aveva il tempo che il Neptuno gli avrebbe regalato e la vista appena recuperata per l’esaurirsi degli effetti del lumos. Per quanto tosta quella situazione, le sue possibilità non erano affatto annullate. Inoltre temeva la controffensiva di Casey. Qualunque animale, messo così alle strette, prima o poi avrebbe reagito con tutta la violenza e la rabbia che il suo corpo gli avrebbe permesso. Sirius non poteva concedersi un lusso simile.
Con la gambe allargate su quel pavimento scivolosa, l’unica possibilità di evitare una caduta, era ampliare il suo baricentro. Si sentiva come quando una persona inesperta pattinava sul ghiaccio alle sue prime volte. Braccia aperte, la bacchetta rivolta agli spalti, gambe divaricate. Come piaceva alla fisica una situazione di equilibro instabile per definizione.
Poteva muoversi ma assolutamente non doveva perdere il baricentro che aveva già ottenuto o sarebbe caduto.
Non appena dunque la massa d’acqua fosse sparita e quindi la posizione di Casey fosse stata individuabile, eseguendo movimenti uguali e contrari delle braccia avrebbe portato la punta della bacchetta all’indirizzo della sua nemica. Se il braccio armato si fosse mosse in avanti per ritrovare Casey, quello sinistro si sarebbe mosso all’indietro, il tutto con una rotazione del busto atta a consentire quel movimento. I piedi non dovevano muoversi. Si trattava di una mossa azzardata? Probabilmente. Eppure qualcosa gli diceva che se anche non fosse andato a buon fine, l’eventuale caduta gli avrebbe consentito di uscire dal campo di azione della grifondoro e questo non gli dispiaceva affatto. Sicuramente non poteva restare così immobile e tutto per il lapsus i cui effetti sperava non fossero permanenti ma in ogni modo ci avrebbe pensato dopo.
Ottenuta allora una nuova situazione di equilibrio con quella recente posizione l’unica parte che si sarebbe mossa a quel punto sarebbe stato il suo polso a cui il docente avrebbe impresso una rotazione di 360 gradi in senso antiorario. Stava puntando al corpo disteso di Casey e sperava con quell’azione di impedirle qualsiasi azione avesse in mente di realizzare.
Caricò il suo cuore di tutta la decisione e la carica offensiva possibile. Doveva fermarla. Lasciò che la sua energia fluisse dal corpo alla mano armata e quindi alla bacchetta. Doveva imprimere al suo incantesimo la giusta energia sufficiente a capovolgere e spingere lontano il suo avversario. Per questo immaginò Casey, come animata da una improvvisa magia sollevarsi a gambe all’aria, una marionetta nelle sue mani e così sospinta via con tutta la violenza possibile.
Quando l’immagine gli fosse stata ben chiara nella mente, senza che questo gli togliesse eccessivamente tempo, a movimento ultimato avrebbe enunciato la formula dell’incantesimo offensivo.
<< ORBUS!>>
Potente e deciso come già aveva fatto in passato. Casey non doveva avere scampo.



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view post Posted: 22/6/2022, 09:27     Casey Bell vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti
SIRIUS WHITE
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Mosse e contromosse.
Non si trattava di uno scontro facile e già dalle prime battute, i propositi di entrambi i duellanti parevano convergere verso un’unica direzione: indebolire il proprio avversario. Lo aveva dimostrato Sirius con la sua prima fattura tesa a minare la concentrazione della sua avversaria, lo aveva ribadito la stessa Casey che celere aveva fatto ricorso a un incantesimo di base, prima di disarmo poi di indebolimento della vista ma dagli effetti decisivi.
L’incarceramus poi, lanciato qualche attimo prima, aveva avuto la singola intenzione di legarle finalmente le mani ma il docente non aveva avuto sentore della riuscita completa o meno del suo incantesimo evocativo.
Era stato interrotto. Il lampo accecante, il bagliore, giunto senza preavviso, lo aveva costretto a chiudere gli occhi lasciandogli una visuale ridotta, puntellata di pallini luminosi, e forme non ben definite.
Dove era Casey?
Avrebbe inveito se ne avesse avuto i modi e le occasioni ma non faceva parte dei suoi costumi sebbene la rabbia montante lo stesse travolgendo minando i suoi precedenti buoni propositi.
Ma tutto poteva giocare a favore suo se avesse mostrato il coraggio e la forza di approfittarne.
Il docente non si poteva fermare.
Aveva messo in moto una strategia, anche se con difficoltà, stava cercando di portarla a termine. Non era ancora finita perché sapeva già perfettamente cosa avrebbe dovuto fare. Non era la prima volta che subiva quell’incantesimo, ne conosceva fin troppo bene gli effetti. Doveva solo arrangiarsi tenendo conto del malus che gli era capitato.
Niente a cui una magia, potente e a lungo raggio non potesse rimediare ma doveva sbrigarsi.
Il bagliore che lo aveva accecato gli rammentò una cocente giornata d’estate, uno sguardo incauto al sole che lo aveva lasciato per qualche attimo abbagliato.
Azione e reazione senza alcuna soluzione di continuo. Sarebbe stato il punto di partenza della sua nuova controffensiva.
Nessun incantesimo volto a indebolire quella volta, solo pure potenza offensiva che Casey avrebbe subito nelle condizioni in cui si trovava. Non gliela avrebbe fatta fare franca. Doveva solo andare a buon fine.
Per questo motivo, la reazione istintiva lo avrebbe in qualche modo facilitato. Avrebbe staccato la presa della mano non dominante da quella che impugnava la bacchetta. A presa ristabilita non c’era infatti alcun motivo di conservare quella posizione a due mani che invece ora gli necessitava fossero libero, per l’appunto, per potersi avvalere del suo incantesimo evocativo.
Rammentò una placida distesa d’acqua, il sole che si specchiava sulla sua superficie. Il fatto che avesse gli occhi socchiusi per via del lumos maxima sperava facilitasse la meditazione di quell’attimo. Ne avvertì la quiete, si impossessò della sua calma contenendo in quel solo frangente tutta la sua rabbia, l’avrebbe isolata ma senza allentarla, tenuta in angolo affinchè potesse poi rilasciarla al momento opportuno. Avvertì il cuore che rallentava i suoi battiti, il suo respiro farsi sempre più regolare, più lungo come in una sorta di meditazione, il tutto per migliorare la sua fase di concentrazione. Piano piano, lasciando che le sue emozioni venissero a galla da quelle profondità in cui le aveva rilegate, rilasciò la rabbia, il desiderio di ledere e di colpire Casey, il dolore prima della scottatura, poi dell’accecante lumos maxima.
Avrebbe lasciato ribollissero iniziando a smuovere i flutti, ad agitare e increspare la superficie del suo placido mare.
Sarebbe allora esploso di rabbia, sentendo le correnti animarsi intorno a lui. Non poteva vedere il suo obiettivo ma le loro posizioni non dovevano essere significativamente variate. Inoltre potendo sfruttare l’offensiva ad ampio raggio del suo incantesimo era confidente sul riuscire comunque a coinvolgere Casey, fosse stato anche solo di striscio. Doveva solo colpire, doveva solo sfogare tutta la rabbia. La mole di acqua sperava, lo avrebbe difeso anche da un eventuale attacco.
Tutta la fase di concentrazione sarebbe durata qualche breve attimo. Ormai ne era avvezzo ed essendo coinvolto in un duello doveva essere rapido.
A mani staccate, rivolte dinanzi a sé, avrebbe eseguito un immaginario semicerchio verso l’interno con le mani partendo dall’alto e poi prolungato allargando le braccia. La mano sinistra si sarebbe mossa in senso orario, la destra in senso antiorario.
<< NEPTUNO!!! >>
Rapido, deciso in quella esplosione della formula a cui di certo non avrebbe dimenticato di calcare sulla U volendo semplicemente prolungarla.
Voleva travolgere ogni cosa, spazzare via tutto quanto con la sua violenza e potenza.
Non sapeva come Casey avrebbe reagito ma non gli importava benchè era giunto il momento di fare sul serio. Se lo avesse colpito con violenza, lui avrebbe fatto altrettanto.
Botta e riposta. Sempre. Senza sconti e incertezze.


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view post Posted: 6/6/2022, 16:43     Casey Bell vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Seppe poco del successo della sua azione e non perché non vi avesse posto la giusta attenzione ma perché il bruciore che il docente avvertì alla mano dominante che impugnava il salice gli aveva rivelato fin troppo chiaramente ove l’azione della grifondoro fosse andata a parate. In svantaggio, in difensiva fin dalla sua prima mossa eppure insidiosa da subito. Tenace, forte ma soprattutto astuta, doveva ammetterlo. Con Casey Bell non si poteva scherzare.
Non si trattava infatti nè di potenza né di esperienza ma di strategia e fiducia nelle proprie possibilità. Il quadro era già perfettamente ben delineato.
Dal canto suo Sirius conosceva fin troppo bene l’incantesimo per non coglierne la natura e il significato ma sebbene avesse dato il disarmo come conseguenza inevitabile, così non era stato.
Una fortuna o quanto meno il segno indiretto che il suo cefalea avesse fatto la sua parte.
Casey mirava a metterlo in difficoltà, a minare la sua potenza offensiva, a metterlo fuori gioco prima che lui potesse mettere in campo tutto il meglio del suo arsenale.
Aveva capito.
Avrebbe risposto.
Avrebbe rispedito chiaro e limpido il messaggio al mittente non perché fosse animato da un grandissimi spirito agostino o da una rabbia indomabile ma perché aveva letto nel gesto, in quella azione, qualcosa che non poteva permettere passasse inosservato. Si era trattata di una frazione di secondo ma sufficiente affinchè il bruciore, pur limitato nella sua intensità magica, fosse riuscito a fargli aprire le dita della mano ed così allentare la presa sul legnetto di salice. E c’era voluta tutta la sua forza di volontà, contraria a ogni fisiologico riflesso perché la mano si ritraesse allontanando l’arto dalla fonte di dolore. La bruciatura era stata solo di striscio, tangibile ma bacchetta era rimasta sola sul palmo della mano, pronta a scivolare dalla sua presa.
Pericolo. Non era stato disarmato ma se non avesse fatto qualcosa per evitarlo avrebbe ugualmente perso la presa sulla sua arma e allora sarebbe stata la fine.
Aveva offerto il fianco, in quel momento si trovava sbilanciato, doveva agire.
Presto.
Cerò di ignorare il dolore, serrando nuovamente le dita della mano intorno al legnetto e sperando che il calore del flagrate fosse già scemato. Non sarebbe bastato: per assicurarne la presa avrebbe accompagnato alla prima anche la seconda mano lasciando che le dita si serrassero intorno a quelle della mano dominante già chiusa.
Una presa a due mani, solida, sperava efficace.
Micidiale.
Se fosse stato fortunato nella manovra, cercando di restringere quanto più possibile la finestra temporale tra una azione e l’altra avrebbe rivolto allora la punta della sua arma verso il tronco della sua avversaria.
Non si illudeva di poterla fermare al 100% ma almeno non gliela voleva fare facile. Se anche lui avesse dovuto pensare agli effetti di una qualche fattura che gli fosse arrivato contro in quel frangente, Casey avrebbe visto aggiungersi agli svantaggi del cefalea anche quelli di un incantesimo che nei duelli poteva quasi dirsi il suo preferito.
Immaginò una fune sufficiente leggera, il suo era un incanto evocatico che doveva avere il tempo di raggiungere il suo avversario, nella speranza che il suo incantesimo fosse più rapido. Nessuna catena dunque, una semplice corda, spesso quanto bastava per avvolgere il corpo di Casey e allontanare la sua bacchetta da lui.
Nella mente di lui, ogni filo di iuta progressivamente si sarebbe intrecciato, in una corsa a spirale per comporre la sua creazione. Frazioni di secondo ma consumati durante la sferzata che avrebbe anticipato l’enunciazione del suo incantesimo.
Non aveva bisogno di alcun effetto di sorpresa in quel momento. Doveva solo essere efficace e soprattutto trasmettere tutta la sua volontà al suo incantesimo.
Volontà di fermare, volontà di contenere, di intrappolare.
Ora.
<< Incarceramus!!!!! >>
Urlato a pieni polmoni. Con tono deciso. Non avrebbe ammesso alcuna replica.
Casey Bell doveva finire legata come un salame.



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view post Posted: 15/5/2022, 09:24     Casey Bell vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Capitata di rado e non era affatto una coincidenza che i suoi propositi venissero soddisfatti e in effetti nemmeno in quella circostanza lo erano stati. Il lancio della monetina e la scelta della prima mossa erano momenti niente affatto semplici o scontati come invece piacere agli altri e questo perché non solo da essi dipendeva buona parte del corso del duello ma anche perché scegliere la prima mossa era impresa assai ardua. Avrebbe preferito non doverlo fare, contando sul fatto di potere rispondere ad attacco come voleva ma come si era detto, spesso i suoi propositi non erano oggetto dell’altrui contemplazione.
Pazienza.
Si ritrovò dunque così, dal lato della sua pedana, la sfidante di fronte e un insolito, inquietante arbitro a far da testimone alla competizione.
Da parte sua il docente aveva già impugnato la bacchetta in legno di Salice, assunto la posizione che gli si richiedeva, dopo il solenne inchino di cortesia ma ora?
Trasfigurazione o incantesimi? Attacco o difensiva? Destabilizzazione o dura offensiva?
Il duello magico godeva di regole ben precise ma la prima mossa celava in sé ogni possibile rosa di possibilità. Non che fosse difficile prendere una decisione, altrimenti lo avrebbe fatto senza colpo ferire ma che ci fosse proprio Casey Bell di fronte a lui, complicava ancora più la situazione.
Eppure doveva prendere una decisione.
Gli era già capitato e sollecita gli era saltata alla memoria il suo primo duello con una studentessa. Nihandra gli aveva fatto sudare talmente tanto quella vittoria che alla fine dei giochi aveva imparato più lui da docente che come discente.
Occasione preziosa che non voleva per nulla al mondo sprecare.
Strategia ed azione, magia insidiosa e violenta offensiva ma ne era venuto a capo come peraltro nel duello che gli si era succeduto.
Diverso nelle modalità e negli approcci con il quale si era consumato lo scontro con Mauritio, aveva una sola cosa che ora rammentava finalmente bene: quel fastidio, quel dolore pungente, quella difficoltà a trovare una concentrazione, quella spina maledetta nel fianco.
Sapeva perfettamente cosa doveva fare.
Amava la simmetria e soprattutto apprezzava che per quella tipologia di incantesimo l’esecuzione fosse decisamente rapida. La memoria del passato, il fastidio che aveva provato gli sarebbero stati da testimone, ingredienti principali di una azione che sperava sarebbe andata a buon fine. Ne riportò ogni carattere nella sua presentazione mentale nell’intento, una volta che il ricordo fosse stato ben chiaro, di proiettarlo magicamente al suo sfidante. Doveva essere tutto ben più che chiaro: le fitte, la difficoltà di concentrazione, la contrattura muscolare alla tempia, esattamente come lo aveva sperimentato per ben due volte in passato.
Il docente di pozioni protese in avanti la bacchetta facendo in modo che l’estremità puntasse proprio alla fronte di Casey.
La pronuncia non verbale sarebbe allora giunta lesta e senza grosse difficoltà, dettata almeno in quel momento dalla volontà di non palesare le sue mosse. La prima mossa poteva costituire uno svantaggio per lui ma questo non voleva dire che non nascondesse alcun vantaggio.
* Cefalèa *
Chiara e limpida nella sua mente, esattamente come l’aveva immaginata, l’accento posto sulla seconda e. L’incantesimo enunciato non verbalmente non avrebbe peccato di quella intenzionalità di cui si sarebbe fatto portavoce.
Non aveva ceduto la prima mossa e per quanto possibile non si era limitato. Rispetto prima di tutto.
E ora la mossa spettava a Casey.



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view post Posted: 9/5/2022, 20:53     Casey Bell vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti
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L’arrivo dell’arbitro per il loro duello ruppe ogni forma di galanteria e in breve tempo, dopo i saluti di rito, entrambi raggiunsero le postazioni che gli erano state assegnate. A confrontarsi ai due lati di una pedana, circondati da una folta schiera di spettatori e di giornalisti, c’erano un professore e una studentessa, un uomo adulto e una giovane studentessa che avevano dato prova di essere all’altezza di una competizione simile, i migliori di due gironi separati pronti a darsi battaglia.
La situazione tanto singolare, meritava l’attenzione di entrambi i parteciparti ma in particolare quella di Sirius, soprattutto per le difficoltà nelle quali era incappato. Il docente di pozioni sapeva molto bene cosa significava per lui quel torneo duellanti così come lo sfondo in cui era stato organizzato ma sapeva anche altrettanto bene quando arduo sarebbe stato per lui confrontarsi senza esitazioni con una studentessa, a maggior ragione la Bell. L’aveva conosciuta durante le lezioni, approfondito il rapporto durante il colloquio di orientamento. Rischiava molto, soprattutto perché, a fronte della esplicita necessità di far ammenda per i suoi e altrui sbagli come quelli di Raven, far del male a una sua studentessa era davvero una ipocrisia.
Così, mentre la sua figura prendeva posizione sulla pedana, la sua psiche ritrovava nuovamente quella frammentazione da cui aveva tentato di tenersi lontano da quando Raven era stato arrestato.
Qualcuno avrebbe visto un insegnante e una studentessa quella mattina sulla pedana, ma in verità c’erano più di due persone a confrontarsi: da un lato una studentessa eccezionale, abile e preparata più di quanto non avesse mai visto, dall’altro il docente con la sua psiche fratturata, Sirius e Re, bene e male, luce e oscurità che avrebbe dovuto ben guardarsi dal mostrare.
Ci sarebbe stata espiazione? Forse alla fine se ne sarebbe ritrovato purificato? Non lo sapeva ma doveva fare tutto il possibile per tornare ad essere la persona che era stata un tempo nonostante gli errori e le cicatrici e tutto quello che l’accompagnava.
<< Serpecorno sia, dunque >>
C’erano quasi. La bacchetta di salice era stretta nel pugno della mano dominante. Il primo passo di quello scontro sensazionale, l’avrebbe fatto dunque fatto il fato.
Non dovevano far altro che stare a guardare.


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view post Posted: 3/5/2022, 20:49     Casey Bell vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti
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Disciplina, ordine, sacrificio.
Aveva accolto ogni beneficio da ogni esperienza, sospinto il proprio corpo fin sull’orlo dello sfinimento ma non si era mai dato per vinto. Era stato forse questo a portarlo alla finale di uno torneo duellanti tanto famoso e prestigioso come lo era quello della congrega duellanti?
Probabilmente eppure il carissimo professore non era affatto in grado di riconoscere la bontà dei propri successi. Sembrava capitasse tutto a caso, qualche volta, spinto da chissà quale sprizza di autostima, era riuscito finanche ad autocelebrarsi ma raramente. Il suo passato, le sue scelte, lo avevano condotto su sentieri bui di cui si portava ancora gli strascichi.
Quanto avrebbe voluto cancellare il passato, essere diverso, nascere diverso ma questo gli era toccato. E lui non aveva ancora imparato a conoscersi affondo.
Era impegnato nella lettura di alcuni fogli di pergamena sulla ben note proprietà dell’algabranchia quando una candida civetta, facendosi spazio tra le torrette del castello, giunse recando l’invito a partecipare alla finale del duello.
Non s’aspettava di finire con quel particolare candidato giacchè l’idea di potersi scontrarsi con Emily Rose, la caposcuola di Serpeverde, lo aveva stuzzicato. Così, nell’apprendere del di lei abbandono alla competizione, aveva sospirato un tantino dispiaciuto. Non sarebbe forse stato una buonisima opportunità per saltare tutti i loro conti in sospeso? Vero, anzi, verissimo ma il fato aveva saputo essere più benevolo di quanto lui non fosse mai stato con se stesso e questo non perché non apprezzava la sua nuova sfidante ma perché, eliminata Emily dai suoi pensieri, l’oscuro passeggero che lo accompagnava poteva tornare a dormire facendo spazio al candido e correttissimo docenti di Pozioni.
Aveva già conosciuto Casey, l’aveva interrogata di persona, vi si era confrontato in occasione di un colloquio di orientamento e l’aveva apprezzata in tutta la sua singolarità oltre che per le numerosissime poitenzialità con le quali si accompagnava.
Non aveva mai visto una studentessa tanto brillante come la caposcuola rosso-rosso o forse sì; Gli rammentava proprio lui.
E così un semplici scontro tra duellanti apriva dinanzi a sé ogni più inverosibile prospettiva. Docente e discente, adulto e adolescente, ordine e caos, vecchio e nuovo, passato e futuro.
La faccenda lo eccitava. Aveva sorriso e l’idea divertito così tanto da attendere il giorno promesso con trepidazione e non poca ansia. Non si trattava di paura, non lo era mai stato. Si trattava solo di desiderio ardente di mettersi alla prova, di confrontarsi con una studentessa che sapeva perfettamente di essere abile e che lo avrebbe sicuramente sorpreso come peraltro già era accaduto in passato.
Dopotutto le vie del fato non eran forse numerose ed imperscrutabili?
<< E tu che ci fai ancora qui ? >>
In piedi accanto proprio a quella studentessa che aveva raggiunto appena fatto il suo ingresso nella sala, avrebbe posato, dolcemente una mano sulla spalla, porgendo l’altra libera, come un invito ad sollevarsi da un gradone fin troppo basso.
Un sorriso come un silenzioso incoraggiamento.
Che lo volessero o no, il momento era giunto e dovevano esser pronti.
Così quando e se la fanciulla avesse colto il suo invito, porgendo i suoi saluti all’arbitro che per l’occasione era stato designato, avrebbe scortato la giovane a quella pedana che li attendeva per la competizione, non più anonimi ma coraggiosi sfidanti senza paura.
<< Buona fortuna….>>
Le avrebbe sussurrato, allontanandosi di sua volta per raggiungere il lato opposto di quella pedana.
<< Ne avrò bisogno anche io! >>



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view post Posted: 1/4/2022, 21:57     +1La Giornata del Duellante - News & comunicazioni
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view post Posted: 10/7/2021, 10:25     Vestiti & Vestiti - Diagon Alley
CITAZIONE
Gentilissimo Up. Per non perdere di vista la faccenda, mi ritengo servito. Grazie!
view post Posted: 28/6/2021, 21:10     Maurizio Pisciottu vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti

La Giornata
del Duellante



Lo sovrastava, inerme, la bacchetta ancora rivolta contro il corpo dell’antimago e in poche frazioni di secondi lo assalì l’incertezza sul da farsi. Gli ultimi incantesimi si erano rivelati più potenti di quanto lo stesso docente di pozioni avesse potuto immaginare. Resistenza, perseveranza, tenacia, erano state solo poche tra le virtù e qualità che Maurizio aveva dimostrato. Si era rivelato un nemico all’altezza della sua persona e per questo meritava tutto il rispetto che si doveva a un mago di una tale portata.
Per questo indugiava, incerto, nient’affatto convinto sul da farsi. Sirius White sapeva molto bene di non poter concedere attimi di tregua durante un duello magico eppure la sua morale gli impediva di inferire su un corpo già oltremodo provato.
C’era ancora forza in quel corpo martoriato? Una qualche forma di energia in grado di resuscitare qualcuno che si era dimostrato nientemeno che come un carro armato? Probabile ma nient’affatto sicuro. Ciononostante attaccare senza il minimo rimorso era impensabile.
Il Lampo e lo stupeficium avevano lasciato Maurizio svenuto e privo di protezione, completamente scoperto al suo attacco ma alcuna ulteriore offensiva sarebbe giunta dalla sua bacchetta. Sirius conosceva molti incantesimi, sapeva di poterli mettere in atto quando voleva ma non era quello il momento, tantomeno il caso. In quella situazione, con quelle premesse c’era solo una cosa da fare.
Mettere un punto.
La fine dei giochi.
E lui, dopo quel temporaneo indugiare, aveva preso la sua decisione.
Il docente caricò il braccio come nel punto di lanciare un sasso ma senza esagerare affinché la mano giungesse circa all’altezza del naso ma senza superarlo.
Quello che voleva fare era molto semplice e per questo confidava di non poter sbagliare. C’era un a unica speranza, un’unica freccia all’arco del suo nemico: la bacchetta. Se fosse riuscito a privarlo della sua unica arma il duello probabilmente si sarebbe potuto considerare come concluso.
L’animò allora la forza di volontà, la decisione di farla finita, di agire con decisione e risolutezza.
<< Ex…>>
enunciò a mano ancora ferma
<< pelliarmus>>
continuò con un movimento rapido e deciso distendendo il braccio per allinearsi al suo obiettivo e ciò la bacchetta ancora nella mano di Maurizio.
Forse stava sbagliando. Avrebbe potuto essere più incisivo ma aveva preso una decisione e l’avrebbe onorata fino alla fine ovunque l’avesse portato.
Quelle dovevano essere le battute finali.


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view post Posted: 3/6/2021, 21:39     Maurizio Pisciottu vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti

La Giornata
del Duellante



La bacchetta si animò di vita propria e vibrando contro il palmo della sua mano diede corpo a magia elementare potente ed arcana che con la propria furia incontrò il corpo del povero antimago.
Eccezionale!
Niente era riuscito nell’intento di scaraventare al suolo Maurizio, nemmeno il Neptuno, sicuramente tra gli incantesimi più potenti. Avrebbe dunque sorriso di soddisfazione se il rispetto dell’etichetta non glielo avesse imposto. Non si addiceva alla sportività di una competizione magica ma in cuor suo la soddisfazione per esser riuscito ad atterrare un drago come Maurizio lo riempì di carico ed entusiasmo.Stava andando bene, stava dando corpo alle sue idee e alle proprie strategie. Il docente di pozioni poteva dirsi fiero di se stesso. Conosceva bene i propri limiti, comprendeva il potere di Maurizio ma non si sentiva per niente in dovere di sottovalutarlo o di darlo per vinto. La botta era stata pesante, le cariche elettrostatiche ancora si innalzavano fremendo sul corpo di lui e sul campo elettrizzato dalla presenza di pozze di acque, un maledetto campo di mine. Lo scontro non era affatto terminato e l’antimago aveva dimostrato di poter mettere in atto una violenza senza limiti. Poteva rialzarsi? Certo che poteva. Il punto era non permetterlo giacchè se di qualcosa poteva dirsi certo, quella era la sua apparente posizione di vantaggio. E se non fosse stato per la caduta a terra del suo sfidante, la scomparsa alla sua vista, avrebbe sicuramente agito con più rapidità ed efficacia. Il Lampo aveva agito facendo crollare ciò che fin a quel momento era stato come una statua granitica. La caduta tuttavia lo aveva portato lontano dalla sua vista e quindi dalla sua portata. Doveva rimediare.
La pedana dinanzi a lui era ormai diventata un campo di combattimento ma questo non gli avrebbe affatto impedito di muoversi di lato. Doveva vedere il suo nemico, identificarlo, colpirlo ancora e lasciarlo al suolo laddove si trovava. Si erano battuti bene ma era forse giunto il momento di farla finita?
Quanto ancora potevano tirare avanti?
Non appena la bacchetta avesse smetto di vibrare trasmettendo la potenza del fulmine di cui si era fatta garante, il docente di pozioni avrebbe percorso la pedana in senso laterale avvicinandosi verso il bordo della pedana e quindi scendendo nel tentativo nel portarsi alla stessa altezza della sua controparte. Non poteva colpirlo se non avesse ritrovato una idonea posizione per fronteggiarlo. Il duello a quanto pare avrebbe dovuto svolgersi giù dalla pedana. Era insolito ma le circostanze lo richiedevano. Chi era lui per opporsi a una tale chiamata?
Avrebbe quindi percorso le distanze, recuperato la vista dell’antimago cercando di evitare eventuali pozze di acqua che gli si sarebbero parete dinanzi. Non avrebbe dovuto trovarle giacchè il Neptuno aveva portato la sua furia dinanzi a sé ma non poteva mai dirsi. Muovendosi di lato e quindi portandosi dallo stesso lato di Maurizio non avrebbe fatto altro che traslare la sua posizione. . Se era stato al sicuro nella posizione di poc’anzi perché doveva sospettare di non esserlo nella nuova che stava appunto semplicemente più in basso e di lato?
Un eccesso di zelo ma era necessario.
Non aveva fretta. Il Lampo era un incantesimo potente che avrebbe dovuto lasciare Maurizio paralizzato per il tempo necessario a consentirgli di agire con efficacia. La domanda era solo una:
Come?
Lo sguardo avrebbe indugiato su di lui, la mano ancora armata della sua bacchetta posata sul corpo inerme del mago ancora scosso dagli spasmi provocato dal Lampo.
Era pronto a dargli il colpo di grazia? Il brusio era sfumato eppure l’aria era divenuta così satura di tensione da rendersi quasi palpabile. Non attendevano tutti la mossa successiva? Eppure il silenzio imperversava, il futuro così carico di prospettive.
Doveva agire.
Maurizio era forse ancora cosciente. I spasmi muscolari che lo animavano potevano anche essere solo il riflesso della stimolazione elettrica del suo lampo ma perché rischiare? E inoltre quale altro gesto poteva rivelarsi più gentile di metterlo definitamente a dormire sottraendolo ai dolori che il suo corpo stava sperimentando?
Dalla posizione in cui avrebbe dovuto trovarsi Sirius avrebbe potuto avere buona visuale di lui, puntare la bacchetta contro il suo petto, l’ultimo baluardo, la sua più forte difesa, il cuore dell’antimago. La magia di cui ora il docente voleva appropriarsi non era molto diversa da quella evocata in precedenza, prima il fulmine poi lo schiantesimo, una diversa stimolazione sensoriale ma con molti punti vicini. La prima aveva stimolato le sinapsi dello sfidante, la seconda le avrebbe sovraccaricate e spezzate definitamente facendogli perdere definitivamente i sensi.
Cercò di immaginarle esattamente come erano, delle connessioni, come fili di rame percorsi dalla corrente elettrica. Lo stupeficium agiva proprio su queste connessioni interrompendole improvvisamente. Come sempre la magia doveva venire da se stesso e trasmettere la propria volontà su quella nemica. Un corpo così stimolato doveva richiedere maggiore energie per potersi rivelare efficace così il docente cercò di ottenere la giusta concentrazione prima di poter agire alacremente. Vagò con mente cercando di pensare alla propria magia come una scintilla improvvisa che agendo su quel fluire di informazioni, di messaggeri chimici, le mandava letteralmente in cortocircuito.
Concentrò l’energia, prima un’aura scarlatta, come una piccola sfera luminosa crescere dentro di lui, poi pian piano fluire verso la punta della sua bacchetta pronta ad esplodere, pronta a incalzare Maurizio con tutta la sua forza.
Il braccio si mosse e in un movimento di rapida flessione si ritrovò verso se stesso, poi disteso nuovamente contro il petto della sua ignara vittima.
La concentrazione era al punto giusto, la sentiva. La carica offensiva pure giacché il docente voleva con tutte le sue forze mandare a dormire quel toro indemoniato che era stato Maurizio.
<<stupeficium!!!!!!>>
Lo avrebbe urlato con decisione e sicurezza, una formula magica ben precisa, semplice ma che non ammetteva repliche. Non c’era andato leggero, neanche questa volta, Ma aveva imparato. Durante un duello magico non c’era alcun motivo per trattenersi. Rispetto voleva dire anche quello.
Ad nuova azione si sarebbe forse opposta una contromossa.
Doveva solo capire quale ma naturalmente calibrando anche eventuali movimento del nemico. Non doveva sottovalutare né dare per scontato nulla.


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view post Posted: 31/5/2021, 21:05     Maurizio Pisciottu vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti

La Giornata
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Sin da quando aveva messo piede sulla pedana della congrega duellanti di Londra una cosa gli era stata immediatamente chiara: vincere non sarebbe stato facile. Sirius White non era un mago abituato a lasciarsi andare ma con il primo scontro e con quello che stava appena vivendo le sue capacità sembravano di fatto molto migliorate. Si stava impegnando e complici gli apprendimenti e gli sforzi che aveva fatto nel corso dei mesi poteva affermare a gran voce di starsela cavando niente affatto male. il Neptuno evocato dalla sua bacchetta magica si era infranto contro la cortina fumogena di Maurizio ma nella sua foga non aveva affatto tralasciato di svolgere la mansione più importante per la quale era stata evocata: travolgere il suo obiettivo. Solo la caduta del soffitto colpita dal bombarda di Maurizio avrebbe spento il suo completo entusiasmo giacché i frammenti dell’esplosione erano rovinati in basso sulla sua spalla e sul capo evocando il familiare dolore che per tutto il duello lo aveva accompagnato. Ad aggiungersi infatti ai traumi subiti la botta al capo e all’arto avrebbero sicuramente aggiunto una variabile da non trascurare per l’esecuzione degli incantesimi successivi. La testa doleva ancora leggermente ma gli effetti del cefalea erano svaniti. Inoltre il successo del suo incanto evocativo aveva dimostrato di non possedere più alcun effetto Malus sulle sue capacità magiche. E questo finalmente aveva aperto innumerevoli nuovi scenari e altrettante prospettive di cui presto Maurizio si sarebbe fatto capace. La sua azione faceva parte di una strategia che intendeva portava fin proprio alla fine perché Sirius aveva appena iniziato a giocare con lui. Poteva anche sforzarsi con tutti bombarda che gli stava lanciando contro ma gli avrebbe dimostrato che anche pensare a una strategia efficace poteva rivelarsi una arma sufficiente a portare avanti con successo un duello magico.
Accusato il colpo e portata la mano non dominante al capo laddove il bassorilievo lo aveva appena colpito il docente di incantesimi si sarebbe spostato istintivamente di lato nel tentativo di scansare gli altri detriti eventualmente provenienti dall’alto. La cortina di fumo si era attenuata e quando la sua attenzione si fosse finalmente distolta dal soffitto andando alla ricerca del nemico lo avrebbe trovato lì, sorprendentemente giù dalla pedana, visibile solo fin dalla cintola in sù. I danni che la pedana aveva subito, il fumo, le polveri e il gesso occupavano buona parte dello scenario ma il suo sguardo si sarebbe concentrato nuovamente su di lui, pronto a mettere in atto la sua nuova offensiva. C’era solo quel piccolo problema, il dolore all’arto dominante che sperava non compromettesse l’esecuzione del suo incanto.
Se avesse avuto qualche momento in più per pensare forse avrebbe indugiato sul chiedersi il motivo per il quale l’onda magica non aveva portato via il suo sfidante ma nella sorpresa di trovarlo lì in piedi, alla sua destra avrebbe abbracciato quella circostanza come una fortuna giacché lo facilitava nell’azione che stava per mettere in pratica. La pedana davanti a lui così come aveva ragione di credere, Maurizio, dovevano essere fradici e questo lo facilitava enormemente. La marea era giunta da lui e da lui era venuta per abbattersi contro i suoi nemici. Non percepiva di essere bagnato giacchè l'onda anomala si era diretta contro il suo sfidante. A quel punto non doveva far altro che sfruttarne gli effetti nella speranza che riuscendo potesse fargli più danni di quanto normalmente non avrebbe già fatto.
Lasciando andare verso il basso la mancina per assicurare il giusto equilibrio avrebbe stretto con forza la mano dominante affinché la presa fosse salda il più possibile. Non potevano e non dovevano esserci esitazioni nella sua mossa pena il fallimento dell’incanto. Il movimento rapido per quanto possibile considerando la dolenzia del trauma appena subito alla spalla dell’arto dominante avrebbe portato il braccio armato di bacchetta dietro la spalla dell’omolato come nell’atto di caricare un lancio di canna da pesca o semplicemente una frusta. Avrebbe accusato sicuramente del dolore ma avrebbe tentato con ogni forza di sopportarlo, anche se gli fosse costato essere un po' meno rapido del previsto. Quello che gli interessava in massima parte era conservare una ferrea presa sul suo catalizzatore in modo da non perderne il possesso. Inoltre se anche non fosse stato preciso con la mira, nel caso questa fosse variata per qualsivoglia motivo, avrebbe giovato degli effetti del Neptuno che aveva appena lanciato. Sembrava a suo dire aver calcolato proprio tutto.
Quando se la fosse sentita il braccio sarebbe allora scattato in avanti verso Maurizio e per la precisione verso la porzione più estesa che era anche l’unica che gli fosse ben visibile: il busto.
Durante l’esecuzione avrebbe lasciato che la mente vagasse verso cieli nebulosi, mari in tempesta, le nubi temporalesche che improvvisamente si accendevano pronte a rilasciare il proprio potenziale elettrico. L’avrebbe vista chiaramente con la mente la scintilla, lo scoppio di luci e la folgore che generata si dirigeva repentina verso la terra e in questo caso contro Maurizio. Avrebbe raccolto tutte le sue energie, lasciato che la propria potenza magica si condensasse sulla punta del suo catalizzatore pronto a far scaturire tutto il suo potere distruttivo. C’era qualcosa di particolarmente straordinario in quella azione perché stava cercando di appellarsi alla magia degli elementi, tanto potente quanto arcana. La scintilla magica che scorreva nel suo sangue animando ogni cellula del suo corpo avrebbe dovuto concentrarsi per esplodere al momento più opportuno. Il dolore avrebbe fatto da comburente in grado di innescare la miccia e fornire alla sua magia la giusta carica offensiva di cui necessitava. L’avrebbe percepita nel suo braccio quasi come una vibrazione in crescendo: il silenzio poi quella esplosione di luce coincidente con la pronuncia dell’incantesimo e il movimento in avanti del braccio armato verso l'obiettivo.
La percepiva, la sentiva.
<< LAMPO!!!!! >>
A quel punto con la bacchetta rivolta contro il suo avversario avrebbe atteso il risultato della sua azione. La presa, doveva stare attento a quella. Non avrebbe dovuto mollarla per nessun motivo. Non si sarebbe arreso. Non a quel punto.


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view post Posted: 11/5/2021, 20:43     Maurizio Pisciottu vs Sirius White - Congrega dei Saggi Duellanti

La Giornata
del Duellante



Sirius White non avrebbe mai avuto modo di gioire del successo della sua azione o per meglio dire della consapevolezza di aver colpito il suo obiettivo. L’aculeo che era venuto fuori dalla sua bacchetta si sarebbe infatti scontrato contro un muro di fumo che nel frattempo Maurizio aveva sapientemente evocato. L’aveva forse colpito o avrebbe arrestato la sua corsa contro le pareti della sala ovvero il legno della pedana? Non avrebbe potuto mai dirlo. L’unica certezza era che avendo attraversato quel muro, la faglia di fumo aveva inghiottito non solo il suo aculeo ma anche tutte le sue speranze che ad esso si erano accompagnate.
Incredibile.
Maurizio sicuramente non gliela stava rendendo facile.
Animato da una rabbia che rare volte aveva sperimentato nella sua vita il docente avrebbe piantato con tenacia la mano sinistra sulla superficie lignea della pedana e con un colpo e facendo peraltro forza sul ginocchio destro avrebbe tentato di rimettersi in piedi, la punta della bacchetta rivolta esattamente contro il muro di fumo che gli si stagliava davanti appena fosse riuscito a mettersi in piedi. Non aveva voglia né desiderio di ammetterlo ma in quelle condizioni riuscire nell’intento di colpire l’antimago con qualsivoglia incantesimo sarebbe stato possibile.
Eppure…..
Sollievo, incredulità ma si sarebbe rapidamente reso conto della facilità e della fluidità con cui adesso scorrevano i suoi pensieri. Il cefalea che fino a quel momento aveva limitato le sue capacità aveva finalmente estinto i suoi malus. Un mondo di possibilità si stava schiudendo dinanzi a lui.
Ne avrebbe sorriso.
Non poteva conoscere la posizione di Maurizio, non poteva agire sulla faglia di fumo, non poteva sapere se il suo antares era andato a buon fine ma un cosa era certa: sapeva perfettamente come avrebbe potuto agire. Finalmente tutti quegli sforzi, tutti gli apprendimenti nel cuore della biblioteca avrebbero potuto dare i suoi frutti.
Residuava un tenue malessere, le botte subite, la polemizza agli arti ma nulla faceva credere al docente di non poter agire con una buona probabilità di successo. L’incantesimo che aveva deciso di lanciare non solo rispondeva alla necessità di agire su di un ampio raggio ma celava in sé anche le peculiarità di una offensiva di tutto rispetto. Dovunque si fosse trovato su quella pedana il suo incantesimo lo avrebbe raggiunto portando con sé la sua forza distruttiva. Con quel fumo l’antimago poteva credere di aver ottenuto un prezioso vantaggio ma vedere non sempre era possibile. Nessuno dei due sapeva dove si trovava l’altro ma Sirius sapeva perfettamente come poter porvi rimedio.
E Maurizio?
Avrebbe puntato la bacchetta di fronte a lui. Non aveva bisogno di essere preciso. Tutto ciò di cui abbisognava era la giusta dose di concentrazione e l’opportuna carica offensiva. Quell’incantesimo faceva proprio al caso suo e con il cefalea fuori dai giochi avrebbe avuto sicuramente maggiori capacità di riuscirci. Doveva provarci.
Respirò profondamente, regolarizzando la frequenza e lasciando che la mente vagasse altrove nel tentativo di creare i giusti presupposti per la fase mentale del suo incantesimo.
Immaginò una distesa d’acqua, cercò di avvertirne la quiete e lentamente di impossessarsi della sua calma fino a immergersi completamente in essa. Avvertì il cuore che rallentava i suoi battiti, il suo respiro farsi sempre più regolare, più lungo. La quiete prima della tempesta, l’ordine prima della distruzione.
Prima il mare, il suo placido incedere, la lenta marea, lo scrosciare delle acque senza alcuna aggressività. Era esattamente così che accadeva. Le onde anomale venivano fuori dal nulla, dalla quiete la riva giungeva a ritirarsi per una esplosione improvvisa in mezzo al mare e infine le onde anomale si ergevano pronte ad arrecare tutta la loro forza distruttrice. Come aveva fatto in precedenza lasciò che le sue sensazioni, i suoi sentimenti si trasferissero all’immagine mentale che aveva appena concepito.
Con le sue emozioni, con la rabbia che lo animava avrebbe lasciato che l’acqua crescesse nella sua immagine mentale ribollendo intorno a lui. Doveva lasciare che le correnti si animassero intorno a lui, violente si unissero in una grandiosa distesa di acqua pronta ad inghiottire il muro di fumo e raggiungere Maurizio ovunque egli si trovasse. Sirius voleva colpirlo, investirlo con tutta la sua forza.
Quando avvertì che l’immagine mentale fosse chiara e decisa eseguì un immaginario semicerchio verso l’interno con le mani partendo dall’alto e poi prolungato allargando le braccia. La mano sinistra si sarebbe mossa in senso orario, la destra in senso antiorario.
*NEPTUNO!!! *
Un pensiero silenzioso ma non per questo meno efficace. Maurizio doveva credere che dalla sua metà della pedana non sarebbe giunta alcuna controffensiva. Dopotutto come poteva quando non aveva la minima idea di dove egli si trovasse? Doveva credere di averlo preso e colto impreparato ma non facendo neanche un fiato Sirius non sarebbe stato in alcun modo rintracciabile.
Seppur nella forma non verbale avrebbe fatto attenzione a calcare sulla U con l’intenzione di volerla prolungare.
La volontà era ferrea, inflessibile. Desiderava solo dar corpo e realtà alla sua offensiva. Doveva sperarci con tutte le forze, credere nelle proprie capacità. Doveva farcela…..

Statistiche
PS 267/300 |
PC 291/300 |
PM 288/300 |

Incantesimi conosciuti :
Prima classe: Completa.
Seconda classe: Completa [incluso Orcolevitas/Monstrum]
Terza classe: Completa [incluso Iracundia e Fattoriam]
Quarta classe: Completa [incluso Circumflamma, Colossum e Repsi Genitum, Ignimenti, mucum ad nauseam, Napteria, AcquaEructo/Neptuno]
Quinta classe: Completa [incluso Claudo/Perclaudo, Plutonis, Stupeficium, Nebula Demitto, Vultus converto]
Sesta Classe : Completa [incluso Imperio, gli altri esclusi]
Settima Classe : Accendio/Ascendio, Confringo, Entomorphis, Magisterium, Mobilia Conformo, Occludo Magistre, Piertotum Locomotor, Protego Totalus, Retorqueo, Sectio Pereat, Tritonis

Incantesimi chiari.
Stupeficium
Scripto Confundo
Osrumpo
Repello
Rituale Difensivo
Magisterium
Agens Patronus
Caricamento
Seuz Lampo
Diruptio
Fenix Felicitas

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