Posts written by Horus Sekhmeth

view post Posted: 27/4/2024, 15:52     +1Toc toc - Presentazioni
CITAZIONE
Prima di iscrivermi mi sono letto ogni vostro possibile regolamento, spero quindi di non combinare troppi disastri come studente.

:ow: :<31:

È sempre molto bello leggere questa premura e siamo molto felici di averti incuriosito!
Nessun disastro, ogni studente è ben accolto ad Hogwarts e più combina danni... meglio è [if you know what I mean]

Per il resto, sono curiosissimo di leggere del tuo personaggio e di scoprire in quale Casata finirà. Per qualsiasi cosa chiedi pure, come vedi hai l'imbarazzo della scelta :asd:

Ancora benvenuto e buon gioco! :flower:
view post Posted: 26/4/2024, 17:44     +3TOPIC DELLO SFOGO - Off-Topic
Mi chiedo perché ogni volta per chiede un certificato di malattia tocca raccomandasse l'anima al diavolo perché ci fosse una (1) volta in cui il medico:
- Azzecca le date
- Azzecca inizio/continuazione
- Non si scordi
- Non risponda per ore facendoti prendere ansia.


Porco giuda oh.
view post Posted: 25/4/2024, 10:49     +1Cosa stai ascoltando in questo momento? - Angolo Giochini
Walk on Water – Sal3m.

Grazie Spotify random che mi metti canzoni di un tizio sconosciuto con 3 ascoltatori mensili che mi sento in loop 100 volte al giorno solo perché secondo me Horus c'ha sta voce. :fix:
Devo avè na fissa coi francesi

(No è perché io c'ho le fisse e questa canzone è pure bellina assai).
view post Posted: 19/4/2024, 14:12     +1Cosa stai ascoltando in questo momento? - Angolo Giochini
CITAZIONE (Helena Whisper @ 9/4/2024, 23:07) 
CITAZIONE (Horus Sekhmeth @ 9/4/2024, 18:45) 
In vena di ricaccioni:

Lorelei – Theatre of Tragedy.

Non capisco se mi manda vibes nostalgiche o triggeranti perché mi scorre tutta l'adolescenza come quando schiatti e vedi la vita davanti. :fix:

Vabbè ma che RICORDONE mi hai sbloccato?! :cry2:

A Hamlet for a Slothful Vassal - Theatre of Tragedy


Ma io mi sono perso questo commento INASPETTATISSIMO??????
Io che veramente pensavo "certo chi casso se li sentiva sti disgraziati qui dentro" E INVECE sei arrivata tu. Piango e mi commuovo :cry3:




Cameo – Kavinsky.
view post Posted: 11/4/2024, 09:59     +1Ultimo libro letto - Angolo Giochini
Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop — Fannie Flagg.

Al di lá del fatto che io e Læx lo stavamo leggendo in contemporanea senza saperlo, l’ho adorato.
Soprattutto il piccoluccio dettagliuccio che proprio non ti aspetti da un libro del genere e che mi ha lasciato: :fix:
view post Posted: 9/4/2024, 17:45     +1Cosa stai ascoltando in questo momento? - Angolo Giochini
In vena di ricaccioni:

Lorelei – Theatre of Tragedy.

Non capisco se mi manda vibes nostalgiche o triggeranti perché mi scorre tutta l'adolescenza come quando schiatti e vedi la vita davanti. :fix:
view post Posted: 30/3/2024, 22:38     +3Contest a Tema - Sala quiz e concorsi
• Nome utente: Horus Sekhmeth
• Nome PG: Horus Ra Sekhmeth
• Link della role: Itaca.
view post Posted: 30/3/2024, 22:33     E n d u r a n c e. - Frammenti
◤ Contest a Tema, marzo 2024: Focolare ◥

– Itaca –
3 anni prima

hvHleYt
– Ainsel —
yvRNU5J
Villa Andromeda - Somerset

« Allora, tesoro, sei agitato? »
La voce di mia madre mi spinge ad alzare il viso dalle pagine ingiallite che sto leggendo ed io, accecato dal sole inglese (ben più mite di quello d’Egitto) impiego un attimo per metterla a fuoco.
« Per? » Domando schermandomi gli occhi con una mano.
Lei si siede di fianco a me ed il suo profumo di gelsomino mi accarezza come se le sue dita mi sfiorassero la guancia.
Mi rinvengo subito, chiudendo il libro con uno scatto secco.
«Per domani intendi? » È una domanda retorica a cui lei risponde con un cenno della testa.
« Mah, meno di quel che pensi. » Mi stringo nelle spalle, passandomi le dita fra i capelli e guardando distrattamente le siepi che circondano casa.
Da quando sono tornato, dopo gli anni passati tra Menfi e Nekhen*, il giardino è esploso di colori e piante: le ortensie, i cespugli farfallini e i narcisi sono più rigogliosi che mai e perennemente in fiore; bello, bellissimo, ma una grande sfortuna per me e per la mia allergia. Il prato, poi, è di un verde meraviglioso e accecante, le rose così brillanti da sembrare finte. Senza parlare poi della monstera gigantesca e i pothos che riempiono ogni mensola del salotto e della cucina. Sinceramente non ho la più pallida idea di come diavolo mia madre faccia a far crescere tutte queste piante; è veramente assurdo pensando a quanto io sia sempre stato un ignorante totale in Erbologia; materia che è poi sempre stata l’unica che ho trovato davvero complicata e che ho odiato, subito dopo quello schifo di Divinazione.
Mamma non risponde subito; con le mani gioca con la stoffa bianca della sua gonna a pieghe, lunga fino alle caviglie, e come me guarda le siepi. Io ne osservo i lineamenti con molta attenzione: il naso alla francese, il viso pieno di lentiggini, le lunghe ciglia bionde, gli intensi occhi blu mare.
Lo so a cosa sta pensando: a papà.
Quando le ho detto cosa avrei voluto fare e le ho rivelato che lo studio era il motivo (più o meno principale) per cui sono andato a stare in Egitto per ben tre anni, non l’ha presa bene.
Dopo la Sua scomparsa, il suo attaccamento nei miei confronti è aumentato al punto da risultare spesso e volentieri piuttosto soffocante. Ce l’ho avuta con lei per un po’, quando Camille spezzò il sigillo** e io ho scoperto come mamma avesse incantato la mia mente affinché non ricordassi del legame fra Osiris e i Mangiamorte, quando origliai una conversazione fra i miei genitori.
Col tempo ho imparato a perdonarla: papà e mamma si sono amati così tanto che persino io, bambino, riuscivo a comprendere la grandezza di quel sentimento. Perderlo e vivere nella speranza che fosse ancora vivo, anno dopo anno, è stato logorante per me che ero il figlio, figuriamoci per lei che era la moglie.
Perciò è normale che non fosse particolarmente entusiasta della mia scelta di lavorare come Spezzaincantesimi, la figura che, in teoria, avrebbe dovuto proteggere papà durante tutte le sue missioni… inclusa l’ultima.
« Questo… »
La sua voce è roca, come se emergesse da pensieri profondi cui io non ho accesso. Si volta piano, si porta una ciocca dietro l’orecchio. « … Non ha nulla a che fare con lui… vero? »
Mi immobilizzo al mio posto e trattengo il respiro.
Non parliamo mai di papà, mai: le sue foto sono scomparse da casa, la porta del suo studio è perennemente chiusa, i suoi abiti sigillati in un baule in soffitta. Persino sul letto matrimoniale non esiste un cuscino che possa anche solo lasciarne ipotizzare un’impronta, una presenza, un fantasma. Come se, una volta sparite le sue cose, fosse possibile dimenticarne l’esistenza in questa casa, il calore della sua risata spazzata via dall’inesistenza del suo viso.
Mamma mi fissa ed io, a disagio, mi costringo a guardare altrove, fra le fronde degli alberi.
« No, certo che no. » Mi affretto a rispondere, consapevole, però, che il dubbio si insinui in ogni parola pronunciata.
Sussulto quando le sue dita gelide mi sfiorano il viso in una carezza dolce. Mi costringo a guardarla, consapevole della sofferenza e della nostalgia che per un attimo soltanto offusca l’oceano delle sue iridi. Raccolgo la sua mano nella mia, lasciando che indugi sulla pelle abbronzata del mio volto. Le sorrido con dolcezza, incoraggiante.
« Va tutto bene, mamma. Io torno sempre a casa, lo sai. »
Casa… lo so che non sempre è facile chiamarla così, non davvero, ma in fondo, mamma, non mi hai sempre detto che ci possiamo bastare, tu ed io?
Eppure dal tuo sguardo adesso non mi sembra più così: è un fuoco debole in un camino pieno di ceneri ma che tuttavia resiste, si inerpica come quel pothos in cucina.
Lei annuisce piano, ma non risponde al sorriso.
« Dovresti proprio rasartela la barba, Horus. E quei capelli… sono troppo lunghi. »
Lunghi… come li portava Lui.
Quando rientro in salone lasciandola sola in veranda, mi sembra di udire un singhiozzo.

hvHleYt
– Isabella —
yvRNU5J
Dipartimento Spezzaincantesimi

« Bene Sekhmeth, Saitou ci ha avvisato delle tue conoscenze e dei tuoi studi, motivo per il quale a quanto pare puoi saltare la prima parte dell’addestramento. »
Il tizio davanti a me, di cui tra l’altro nemmeno ricordo il nome, cammina spedito tra i corridoi del piano senza lasciarmi nemmeno il tempo di guardarmi intorno. Nonostante sia più basso di me di mezza spanna, fila veloce come un Boccino ed io devo stargli dietro a grandi falcate. Avrò tempo di osservare quella che sarà la mia seconda casa, qui al Ministero, eppure mi è inevitabile non far agganciare lo sguardo alle vetrine piene di reperti espositivi e calchi che si intervallano fra la porta di un ufficio e un’altra.
« Passerai direttamente alla seconda parte, quella pratica: domani hai un’esercitazione sulle fatture, un approfondimento sui sortilegi e per i prossimi giorni sarai affiancato da un collega più esperto per la sicurezza in scavo. Tutto chiaro? »
L’uomo si pianta davanti una porta aperta, fissandomi torvo. Ho come l’impressione che non gli vada particolarmente a genio uno nuovo che salta a pie’ pari la parte teorica dell’addestramento da Spezzaincantesimi. L’antipatia che mi ispira mi porta ad annuire senza spiccicare parola per non dare credito alla sua strafottenza.
Lui nemmeno si degna di guardarmi mentre si affaccia nell’ufficio e prorompe in un odioso: « Cunningham… quando hai finito di farti gli affari tuoi, la matricola è tua. » Ed è tuo pure il calcio nel culo che vorrei tirarti, amico; ho giusto il buon gusto di non inimicarmi qualcuno già dal primo giorno di lavoro.
Mi affaccio anche io, il tempo di vedere due anfibi sporchi di fango –brrr– su una scrivania incasinatissima e una testa piena di treccine. La donna, sorprendentemente massiccia, salta già dalla sedia con un grande e caloroso sorriso ad accogliermi: il primo da quando sono arrivato.
« Uellà regazzì! Isabella Cunningham, la tua nuova baby sitter! » Mi porge una mano inanellata che stringo forte.
« Ciao Isabella, sono Sekhmeth. »
« Oh sì caro, so bene chi sei. » Ghigna al mio sguardo interrogativo.
« Girava voce che quello nuovo c’avesse un visetto molto caruccio. »
L’allusione mi porta a sorridere, ma il tizio stringe le labbra con enorme fastidio. A quanto pare ho aggiunto un’altra tacca alla sua palese antipatia per me: questa cosa mi delizia.
« Non siamo ad un concorso di bellezza. » Commenta acido. Isabella gli tira una spinta che per poco non lo lancia fuori dalla finestra.
« Eddai, Ford, si scherza, si fà pe’ ride! » la butta in caciara, poi mi prende a braccetto. « Vabbè porto il pupo a fasse un giro, se vedemio, Ford! » Senza neanche voltarsi, Isabella mi conduce via.
Il suo forte accento scozzese mi crea non pochi problemi e faccio fatica a comprendere tutte le parole. La frase che segue, però, la capisco benissimo.
« Lascialo perde quello. C’ha perennemente ‘na mandragora su per il culo. » Mi sibila nell’orecchio. Io scoppio a ridere ben più di quanto sia opportuno e la mia risata ci fa eco quando ci avviciniamo ad un altro ufficio.
In quest’improvvisa allegria, mi sembra quasi di dimenticare il peso della discussione con mia madre di un giorno fa ed il magone che ho provato incrociando, lungo il percorso, alcuni studi appartenenti a Magiarcheologi della Soprintendenza.
Saresti felice per me? O avresti costantemente paura che io rischi la vita, come pensa la mamma?
No, tu saresti fiero di me: diresti che un leone è pur sempre il figlio di un leone.

« Vieni, visto che saremo sempre sotto lo stesso tetto, ti presento il tuo vicino di cas––cubicolo… Lyyyyynchhhhh, ci seiii? »
« Lynch?! »
« Sì, Ned Lynch. Lo conosci? »
« Altroché! » Il mio sorriso si fa tutto denti.

hvHleYt
– Ra —
yvRNU5J
Da qualche parte – Scozia

La corrente d’aria fredda si insinua e scorre, come acqua, fra le piume remiganti che fendono il vento; i caldi raggi aranciati del sole accendono il mio manto come se fossi una meteora che attraversa il cielo al tramonto.
Ra sta fischiando irritato e io faccio scattare il becco in segno di protesta, virando a destra per allontanarmi da lui. Sembriamo due fratelli: lui è sicuramente il maggiore, quello assennato e con la testa sulle spalle. Io sono il ragazzino ribelle che non ascolta e si va a sempre cacciare in un mare di guai. Tuttavia in questa forma, con quest’anima, non esiste più alcun ragionamento umano, né alcun schema o archetipo da dover rispettare.
Sono io e basta. Non c’è una gabbia di carne e di ossa, non ci sono tegole sopra la testa. C’è solo un vasto e sterminato dominio di cui mi inebrio anche solo respirando, il tempio celeste degli Dei.
Non c’è luogo sulla terra in cui io possa stare e sentirmi come mi sento quando sono un falco, fra le nubi d’ovatta e la furia del vento. Mentre sotto di me il reticolato di strade umane si inerpicano insignificanti su una mappa impostata, qui sono senza confini.
Persino il grosso gufo che mi è davanti non rappresenta un ostacolo, anzi. Allungo il collo in avanti e mi inserisco in un flusso d’aria più calda facendo vibrare la coda per bilanciare l’accelerazione e raggiungerlo alle spalle. Quando il mio becco si chiude, una piuma dell’ignaro postino viene strappata via ed il rapace sibila d’indignazione. Gira la testa, mi guarda come un anziano che biasima il giovinastro che gli sfreccia di fianco facendolo barcollare. Io lo sfido, cerco di beccargli ancora una volta la coda per poi scartare all’ultimo secondo, un attimo prima che lui mi colpisca con l’ala.
Ra è sopra di noi: dopo avermi richiamato all’ordine un paio di volte, alla fine ha deciso di lasciarmi fare. Non è molto contento, lo so, ma io sì.
So che, umanamente parlando, sono solo dispettucci, cazzate da bambini. È solo che quassù non esiste morale o etica, figuriamoci il rispetto per gli anziani.
Quassù puoi fare qualunque cosa: anche stizzire un gufo che è quasi il doppio di te, consapevole che le hai già prese un sacco di volte da quelli come lui.
E quando ritorno di gran carriera con un battito d’ali per pizzicare la zampa del rapace, questi infine si sfinisce e, proprio come il vecchio tira un bastone contro il marmocchio indisponente, il gufo mi tira una tale beccata sul collo da strapparmi un ciuffo di morbide piumette che si perdono nell’aria.
Ra si esibisce in un “kiiii” lunghissimo: sono indeciso se interpretarlo come un severo “ben ti sta” o come una specie di sonora risata.
Io, arruffato, salgo di quota e mi affianco a lui con un trillo di scuse.
Mi sgrideresti anche tu, se solo fossi stato a casa con me abbastanza a lungo da vedermi crescere?

È che… vedi, io il mio spazio me lo sono ricavato alla fine, anche senza di Te: ho un nido dove tornare, un luogo da condividere con degli amici, un regno dove sentirmi libero.
Ho trovato un posto per ogni parte di me: non servi Tu a donargli calore.

Allora perché dovunque io vada sento così freddo in fondo al cuore?
Perché nessun nido, luogo, regno o casa mi scalda davvero da quando non ci sei più tu, It-y***?

|| Above the sand you hold my hand before the end of time comes ||
code ©Horus.



* = Menfi, antica capitale sopra cui ora si trova Il Cairo; Nekhen, nome egizio della città di Ieracompolis dedicata al Dio Falco.
** = In riferimento a quanto accaduto in Ritorno a Dulwich
***It-y = "it" significa "padre" in antico egizio. Il suffisso "-y" è un vezzeggiativo, come "papà".
view post Posted: 29/3/2024, 15:37     +3Hot Zone - Richiesta d'Accesso - News & comunicazioni
Ucci ucci sento odor di maialucci... :shifty:

Si può, si può. :secret:
view post Posted: 20/3/2024, 16:20     +10TOPIC DELL'APPREZZAMENTO - Off-Topic
Poter studiare sulla terrazza di casa mia, col sole alle spalle, il profumo della primavera, la vista sui campi e il cane che dorme vicino a me.


Peccato per il "studiare" :sospetto:

Cane che oggi fa tre anni AUGURI AMORE DELLA MIA VITA RAGGIO DI SOLE FORMAGGIONE TAPIRONE
view post Posted: 20/3/2024, 15:18     Glitch. - La Capitale del Mondo Magico
– Glitch –
|| London || June ||

Evening
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Xq3Xktx
« Beh… »
Isa si fa avanti guardando prima me e poi Ned con un grande sorriso, pronta ad esibirsi come suo solito.
« Ti ricordi Ford? Quel… » Si guarda intorno con fare circospetto « …pezzo di merda che tortura Aston. » Continuo io, ma Isabella mi tira una sberla dietro la nuca. « Ahia! » Esclamo massaggiandomi il collo e guardando in tralice la mia amica.
« A’ scemo, metti che era dietro di me? »
« Anche sti cazzi. » Borbotto stringendomi nelle spalle. Isa agita una mano davanti a sé, come a voler scacciare il siparietto appena avvenuto.
« Zitto, fammi finì. Dicevo. » Prosegue schiarendosi la gola. « … Beh, sì, quello là. Insomma, c’è stata un’infestazione di Bundimun giù al quarto livello, non ti dico che isteria. Non chiedermi perché, ma tuo fratello è riuscito a procurarsi una provetta di muco di Bundimun e… » Io, nel frattempo, arriccio il naso per lo schifo e tremo per un lungo brivido che mi scivola lungo la schiena. Ned mi ha minacciato di tirarmelo addosso motivo per cui… « … Horus l’ha sfidato a rovesciarlo nel caffè di ‘sto qua. Lui ha detto che l’avrebbe bevuto, Ned invece ha detto di no. »
Il sorriso di Isabella si allarga e si volta a guardarmi; il suo ghigno si riflette anche sul mio volto.
« E lui –Ford dico, sciiiiiup! » Butta indietro la testa –di nuovo– imitando il famoso shottino. « Ned pensava non sarebbe stato così stupido. Io ho confermato che Ford è proprio il deficiente che pensavo che fosse. » Concludo, amabile.
Mentre Isabella parlava, ho assistito allo scambio di abbracci fra Ned ed Eloise ricordando, d’un tratto, quello che lei mi ha dato quella sera maledetta al ballo ad Hogwarts. Il mio sguardo si fa vacuo per un istante nel ricordare Emily intenta a fissarmi per dei secondi interminabili, ma battendo le palpebre scaccio via la sua sagoma per sostituirla a quella di Eloise e al suo “Ti voglio bene, lo sai?”
Allora il mio sorriso si fa più dolce mentre la guardo e, mentre tutti seguono Ned, io rimango indietro di qualche passo, guardandoli chiacchierare e sentendomi, improvvisamente, molto fortunato. …E molto triste allo stesso tempo.
« Allora, di che si tratta? »
Li raggiungo con un paio di passi veloci, svicolando al fianco di Ned e mettendogli nuovamente il braccio attorno la spalla. Poi gli ficco il casco nero della moto in mano e mi sporgo per guardare Eloise.
« La punizione è che deve venire in moto con me. » Dico innocente. « E proprio non capisco come mai non vuoi, amico caro. » Mi fingo molto offeso, mentre con un ampio e plateale gesto indico il mezzo, parcheggiato poco più avanti.
« Una Firebolt è molto più veloce e tu sei un asso a volare! Quindi che sarà mai un mezzuccio Babbano innocuo come una Scopalinda! » Toh, Ned, beccati ‘sta sviolinata.
« Peccaaaato, El, che tuo fratello si sia fregato da solo dando a Hor il contatto di un tizio… che aggeggia con la roba Babbana. » Isa si china all’altezza dell’orecchio di Eloise, schermandosi la bocca con una mano.
Io lascio la mia presa rapace su Ned e mi metto una mano sul cuore.
« Non so di cosa tu stia parlando! » Pavento indignazione, confidando nel man forte che solo Eloise sa darmi.
Mi sento così leggero da permettermi di rifugiarmi in questo calore che, adesso, col sole ha ben poco a che fare.

|| You can't live without the fire 'cause you're born to live and fight it all the way ||

code ©Horus.


Scusi il ritardoOooO
view post Posted: 14/3/2024, 22:33     TOPIC DELLO SFOGO - Off-Topic
La “giornata perfetta” be like: io che studio in biblioteca e ti dico “se vuoi vieni a lavorare pure tu in biblioteca” :fix:
Tu che devi assolutamente rivalutare il termine “perfetto”
view post Posted: 10/3/2024, 15:50     +1Ciao ♥️ - Presentazioni
Ciao Giorgia, benvenutissima! :tifo:
Le presentazioni sono una rottura, ma hai detto tutto quello che serve (videogiochi compresi).

Qua mi hanno tutti anticipato (:sospetto:) ma come avrai capito siamo tutti carini e coccolosi e disponibili :fru:

Buona permanenza e buon gioco!
3907 replies since 7/1/2012