alexander "lexy" hydra
Ti piace - un po' troppo? - vedere le persone arrossire. A maggior ragione se quel colorito lo scateni tu. Non che tu sia un egoriferito borioso, certo che no! Ma la dolcezza che richiama l'aver fatto breccia qui e lì, è invitante. La guardi, sornione e felice, nel riportarla in piedi. Hai un piccolo dubbio, nell'averla un po' studiata, che poi in piedi sia anche in grado di restarci. Per questo, lasciata la presa sulla pensilina di legno scricchiolante, resti con un braccio vicino alla ragazza. Così per darle l'equilibrio che in pratica le hai tolto sempre tu.
Ma, mentre i gattoni si avvicinano a qualunque cosa sia dentro le buste di carta - e tu sei certo che almeno quattro di loro siano lì per la carta, e per masticarsi quella, la ragazzina ti lascia in sospeso.
Mr. Chu - come lo chiama lei - ridacchia, regge le sue gattone con un braccio solo e l'altro lo usa per sminuire i problemi di colesterolo. D'altronde tu sai che lui crede poco nell'industria farmaceutica, è convinto che la terra sia a forma di ellissi, che l'Australia non esista e le stelle siano incollate al cielo con la supercolla. Tu ridi se lui ride, se minimizza, sbuffa. A volte ti chiedi perché nella normalità non parli quasi mai, ma sappia poi - davanti al suo narghilè - raccontarti un mondo, vite che nessuno potrà riempire così tanto come Abchanchu ha fatto con la propria.
— Naaaaah lo senti sbuffare, sornione e lo vedi allungare la mano, libera dai gattoni, proprio verso il sacchetto che la ragazzina ha portato e, nel piegarsi, le fa perfino l'occhiolino.
— Vaaa bene, al caffè penso io.E, in tutto ciò, non l'hai davvero persa di vista.
— Haru ripeti, e ti profondi in un inchino da vero giullare. Chiudi gli occhi, abbassi il capo e poi ti rialzi, tanto che ti sei accorto che quasi arriva a guardarti negli occhi, è un alberello che si è lanciato molto più in alto di molti altri.
— Credo che Santa Miley non avrebbe avuto niente da ridire, e... non ne ho nemmeno io continui a sorriderle, tamburelli sul mobiletto, ma ora che sembra si regga la lasci beatamente in pace, rilassi le spalle, non serve più che scatti da nessuna parte.
— Io sono Lex e basta, Lex basta eccome.
— Colpito, mi hai colpito ti massaggi l'ultima volta quel punto della schiena di cui si prenderà cura Rocky quando tornerai a casa, ma lo fai senza smettere di sorridere ad Haru
— è solo un po’ più difficile affondarmi. Stupido, quanto sei stupido, Lexy. Tanto che una cosa te la sei dimenticata. Beh sì magari il rossore di Haru è sintomo che stia benissimo, ma ti chiedi se non l'hai stretta un filo stroppo. Che sei delicato, di solito, ma lei resta un piccolo stecco, non è che hai esagerato?
In fondo, devi aver visto qualcosa di simile nei film coreani, mi chiedo se non sia per quello che - a volte - ti muovi come in quei drama che ti spari con Rocky ad orari improbabili.
— Quindiii... allunghi l'ultima vocale, estrai la bacchetta solo per raddoppiare i caffè, ora che c'è un'ospite in più e, lentamente raccatti uno dei micini negli stivali. Ha il pelo tanto lungo da sembrare un ibrido con una puffola pigmea, ma non emette fiato quando resta appallottolato nella tua mano. Glielo porgi, sembra un piccolo Ambrogio - tanto che ti immagini sia lui il padre.
— ... sei anche tu amica di Abb-Mr.Chu?commesso per l'atelier delle modernerie di camillo