Posts written by MemoryMacWood

view post Posted: 7/4/2024, 11:30     L'altro lato del negozio - Diagon Alley
Memory MacWood
Come appartenenti ad un ricordo lontano, giunsero i rumori di una porta scossa in malo modo. Ma Memory era immersa nelle proprie intenzioni: solo lei, la Bacchetta e la propria coscienza. Il braccio sollevato e la voce vibrante come quella di un Fwooper. Cantò al Sole e questi si mostrò per le due ragazze strette dall'incontro delle loro mani, dal legame della loro amicizia, dal timore per la loro sorte.
Ad occhi serrati e il capo leggermente chino, con il mento tendenzialmente incassato tra le spalle, Memory seguì con l'udito lo strisciare violento dei rami serpeggianti. Contò il proprio respiro per resistere all'istinto di controllare con la vista, ancora per un paio di secondi. Infine li aprì, non poteva sapere quanto ancora la porta avrebbe sbarrato il passo al pericolo.
Gwen, come stai?
L’istinto di entrambe dettò all’unisono la priorità.
Memory sorrise a Gwen, minimizzando, anche se i muscoli mimici sollecitarono tirando la pelle lesa sulla guancia. Cercò di nascondere immediatamente la smorfia:
Sei pronta?
Mosse la caviglia mentre restava ancora sul posto, come se alla domanda rivolta all'amica, volesse al contempo risvegliare l'arto compromesso.
Andrà tutto bene!
Continuò, ancora rivolta all'amica. E ancora incoraggiò se stessa a sfidare il fastidio e il dolore, preparandosi a correre già mentalmente. Ancora una volta la porta fu scossa violentemente e le giovani non persero più nemmeno un secondo. Corsero lungo il vialetto sgombro e attraversarono il cancello socchiuso. Un brivido formicolò lungo la schiena di Memory nel momento stesso in cui si ritrovò sul terreno neutrale di Nocturn Alley. Questa volta la sensazione non arrivò dalla caviglia, ma da qualcosa di più distante. Nella sua pancia una morsa l’avvertì che il tremore della terra era stato reale e non c’era affatto tempo di voltarsi. Anche se i suoi occhi non potevano vedere che la porta aveva ceduto, tutti gli altri sensi le diedero certezza a sufficienza che presto i due che aveva appena derubato sarebbero stati alle loro calcagna. Perciò non arrestò il proprio passo e stringendo la spalla di Gwen, oltre a trarne sostegno, impartì la muta richiesta di non esitare nemmeno lei.
Nella percezione di Memory fu come se il tempo fosse dilatato, anche se invece tutto avvenne in pochi attimi. Le ragazze continuarono a correre e Memory non lasciò Gwen nemmeno per un secondo, assecondando la sua guida, affinchè potessero scansare i passanti e i loro sguardi per nulla affidabili. Uno tra quegli sconosciuti le capitò che la guardasse a pochi centimetri dal naso e la ragazzina in quella frazione di secondo ebbe come la sensazione che il grugno l’avesse fissata con sorpresa, come se se le fosse trovate davanti improvvisamente dal nulla.
Ad un tratto Gwen trovò un’insenatura, giusto una nicchia in cui la fece appoggiare e sedere al suolo per riprendere fiato. Proprio quando i muscoli mollarono la necessaria tensione, le fitte alla caviglia esplosero tutte insieme. Sentì le guance come roventi, mentre strinse i denti. Ma il dolore della guancia non fece altro che sommarsi e amplificare quello del piede. La benda evocata da lei stessa era ancora lì, ma più tesa per il gonfiore; allora decise di continuare a non curarsene, mentre con la mano destra andò a tastare la guancia. Stringeva ancora la Bacchetta, perciò sciolse solo due dita per picchiettare alla cieca, lì dove sentiva il bruciore; allontanò dal viso la mano, in modo da poter vedere i polpastrelli che avevano fatto da sonda: qualche stilla di sangue aveva tinto la pelle delle falangi, segno che ancora la ferita era aperta. Fu allora che si accorse della voce e dell’espressione più che preoccupata di Gwen. Si chiese se non stessero perdendo del tempo prezioso solo per colpa sua.
Non devi preoccuparti. Non è niente.
Piuttosto… dobbiamo fare qualcosa… aspetta!

Non le importava davvero delle proprie ferite, adesso tutto ciò che le importava era di tornare il prima possibile dai Gemelli, che in fondo non erano poi così lontani. Dovevano riuscire giusto a svoltare su Diagon Alley e sentiva che potevano farcela. Aprì la tracolla e frugò per assicurarsi di non espellere per errore il prezioso cimelio, mandando all’aria tutto ciò che avevano passato. Così, con accuratezza, estrasse il Mantello Cinese. Il tessuto lucido e fine dava sempre l’impressione di essere quasi fluido. Lo porse a Gwen e si lasciò aiutare a rimettersi in piedi. Avevano ripreso fiato e con la protezione dell’invisibilità avrebbero potuto raggiungere il negozio con minor timore.

Riposero il Mantello solo in prossimità della loro meta.
«Ma non mi dire!» le voci all’unisono dei due fratelli risuonarono dinanzi all’entrata del piccolo negozio.
Memory fu sconcertata dalla loro sorpresa e nel petto le montò un groviglio di emozioni che volevano precipitarsi fuori dalla gola tutte assieme. Così finì per non poter rispondere immediatamente come avrebbe voluto. Nell’incredulità cercò anche lo sguardo dell’amica e notò che anche lei aveva assunto un cipiglio furente. Quest’ultima allora fu più rapida di lei nel mostrare verbalmente il proprio disappunto, ma innescò la marea che finalmente trovò strada per innalzarsi oltre le labbra di Memory:
Si, insomma! Potevate avvertirci un po’ di più su quella casa. Tanto per cominciare sulla pianta che ci ha aggredite all’esterno e poi sul fatto che la vecchia signora non era sola. Che c’era un topo con lei che non era un topo. E che se anche non fossimo state attaccate con la Magia, lo saremmo state da miriadi di germi… anzi, probabilmente tutta la muffa di quella casa infernale si è attaccata ad ogni frammento dei nostri vestiti, dei capelli…
Si guardò le mani e poi di nuovo i suoi interlocutori. In fondo i due negozianti avevano dato loro una scelta e forse non disponevano nemmeno di tutti quei dettagli. Scosse il capo e sospirò, pensando che sarebbe stato meglio farla finita al più presto. Questa volta far visita all’infermeria del castello era un passaggio obbligato.
Beh, ecco… non c’è niente che possiate fare per me adesso? - chiese, con toni ormai ridimensionati, indicando il proprio viso. Si mise alla ricerca del gioiello, all’interno della sua borsa, ma se i Gemelli avessero intanto potuto arrestare la ferita, si sarebbe sentita meno in colpa verso Gwen, nel viaggio di ritorno ad Hogwarts.
Porse il ciondolo verso il Weasley più vicino e la superficie baluginò.


Statistiche
PS: 203/209
PC: 85/94
PM: 126/126
PP: 225
EXP: 22,5

Conoscenze
• Prima Classe: tutta
• Seconda Classe: tutta, tranne Orcolevitas
• Terza Classe: tutti i 'normali'
• Conoscenza teorica dell'Ardemonio
• Innati: Acclario, Aparecium, Ardesco, Illegibilus, Lapsus, Luminarium, Manina, Orchideus, Veronesi, Vitreo.

Inventario
• Bacchetta
• Macchina Fotografica Magica
• Mantello Cinese
Ciondolo sottratto alla Donna di Nocturn riposto in borsa
• Bracciale Yürei
• Bracciocchio
• Anello del Giusto
• Anello con Giada
• Anello Luminoso
• Anello Vegvisir
• Ciondolo Akashita
• Caduceo
• Borsa
• Sacchetto Portagaleoni
• vari pezzi in valuta dei Maghi
• Guanti di Newt Scamander
• Un sacchetto di Api Frizzole
• Una cioccorana già scartata

• Un numero della Gazzetta del Profeta
• Pantaloni Chiari
• Altri indumenti babbani
• 1 Gelatina D'oro

Riassunto
Gwen e Mem riescono a fuggire. Memory non guarda indietro per vedere se sono inseguite, ma se lo sente. Quando Gwen trova un punto in cui riprendere fiato, Mem riprende il Mantello Cinese per coprire entrambe fino al negozio dei Weasley. Non contenta dell’accoglienza dei gemelli, li investe con un mare di parole, che alla fine capisce essere senza senso. Chiede aiuto per la ferita sanguinante e porge il frutto dell’impresa.

Danni
Caviglia (sinistra) ferita dal Tranello del Diavolo: lacerazione circolare, con lieve emostasi, gonfia, dolorante, infiammata, pruriginosa (-3 PC).
Escoriazione trasversale sulla guancia destra, a livello della quale la pelle ha subito un’ustione da incantesimo; la lesione è sanguinante, arrossata, brucia e tende per il gonfiore (-6PS; -6PC).

© code by Suguni
view post Posted: 25/2/2024, 15:48     Il Ghirigoro - Diagon Alley

Tra un articolo e l’altro del Profeta, saltellava tra le parole e gli argomenti. A volte sorridendo, a volte indignandosi, a tratti acquisendo curiose conoscenze.
Ecco che di colpo, nella danza gli occhi inciamparono un trafiletto pubblicitario.
Lo stava aspettando da un po’ e quando lo ebbe lì, fu d’obbligo organizzarsi e partire alla volta di Diagon Alley. Era troppa la voglia di aggiungere la nuova fatica di Viktor Haunt alla sua collezione, quindi andò direttamente al Ghirigoro.
Buongiorno.
Prendo questo.
Oh, no no, grazie, è sufficiente una confezione normale.
- Precisò, sorridendo alla domanda del commesso. Poichè non poteva non essere attratta dalla disposizione di certe riviste, cedette al manico di scopa che si pavoneggiava, galleggiando sulla copertina.
Mi scusi, per favore, vorrei aggiungere anche quello lì e… si, anche il Cavillo.
I colori le fecero venire una gran voglia di frivolezza, che di tanto in tanto non poteva certo far male.
Pagò il dovuto e ringraziò ancora. Un sorriso accompagnò un trillante “arrivederci” e poi via, di nuovo tra le invitanti vetrine della via londinese. Ora avrebbe potuto dedicarsi ad altre compere.


Memory acquista:
"Oggetti Infestati del Regno Unito" di Viktor Haunt - 9 Galeoni
l’ultimo numero di "Quale manico di scopa" - 1 Falce
l’ultimo numero de”Il Cavillo” - 1 Falce

view post Posted: 5/2/2024, 22:51     L'altro lato del negozio - Diagon Alley
Memory MacWood
Con un leggero contraccolpo si ritrovò il ciondolo proprio là dove aveva desiderato che fosse e strinse le dita in una morsa che sbiancò le nocche. Non ebbe il tempo di distrarsi dall’urgenza di fuggire, ma solo grazie a Gwen. Lei si sarebbe lasciata incuriosire dalla trama del prezioso monile, ma per loro fortuna l’altra restò vigile abbastanza da afferrarla e condurla verso l’uscita.
Ma certo! - esalò in un sussurro, quasi una risposta ai suoi stessi pensieri. Ma non era tempo di seguire le sue fantasie e la prontezza dell’amica attivò anche i suoi riflessi. Sentiva il viso rovente, specie nella zona lesa dalla magia. Sapeva che le stille, minute e lente, stavano ancora inseguendosi oltre il varco della sua pelle. Non era la sua priorità. Adesso stava infilando un passo dietro l’altro, concentrata piuttosto sull’altra ferita che ad ogni tocco del pavimento le produceva una fitta. Nonostante il suo passo non fosse del tutto naturale, non si arrese al dolore e cercò di mantenere la stessa rapidità della concasata, per non rallentare ambedue. Fu silenziosamente grata della stretta della ragazza sul suo braccio, perchè le diede quel pizzico di coraggio in più che, per quanto piccolo, non poteva non fare la differenza.
Giunte alla porta, Gwen persistette nel suo slancio e senza alcun indugio aprì.
Per le mutande di Merlino! - deglutì forzatamente.
Mi piacerebbe proprio avere una Passaporta adesso!
Ciascuna delle due ragazze reagì a proprio modo alla vista lugubre che le attese oltre la soglia.
Si, certo, non l’aveva mica dimenticato quel manto d’erba maledetta!
Solo che non potè proprio impedirsi di sgranare gli occhi e desiderare una via di fuga più facile.
La sua percezione degli intricati viticci fu quella di una massa ancora più minacciosa di prima, come se fosse trascorso un tempo tanto lungo da permettergli di quadruplicare tutti i suoi insidiosi tentacoli.
Rispose con un piccolo riso all’amica, lieta di condividere quel secondo di leggerezza.
Oh tranquilla! Abbiamo un conto in sospeso che non vedo l’ora di regolare!
Così, restando vicine, negli istanti in cui l’amica armeggiò con l’uscio, lei si apprestò a fronteggiare nuovamente l’infida erbaccia.
L’atmosfera era rimasta tristemente buia, come quando erano arrivate, se non addirittura di più, e l’aria sembrava densa di un’umidità puzzolente che pizzicava un po’ le narici ogni volta che inspirava.
Stava ancora stringendo forte l'oggetto appena conquistato e decise di riporre la sua conquista all’interno della tracolla. Si concentrò soppesando ben bene la propria Bacchetta, stabilendo con essa ancora una volta il patto intimo di una fiduciosa intesa. Dal Larice sentiva arrivarle la forza; dalla piuma donata dal Fwooper una leggera follia; dalla Rugiada un senso di piacevole frescura ergersi a contrasto dell’aria stagna in cui lei e la sua amica ancora erano immerse. Sentì l’adrenalina montare, alimentata dai messaggi positivi della sua elettrizzante Appendice, alla quale si aggrappò ancora più intensamente.
Sollevò gli occhi verso il cielo, tinto dei toni più cupi di grigio, e cominciò a modellare l’immagine di una luce più salubre. Il suo desiderio era quello di poter far ritrarre i rami infestanti, il più in fretta possibile, sperando fossero ancora provati dal colpo subito al primo passaggio delle due ragazze. Si figurò la massa verminosa correre a rifugiarsi di nuovo verso i meandri da cui traeva origine e fu presa dall’esaltante pensiero di provare anche a tenerla a bada abbastanza a lungo da permettere a lei e Gwen di percorrere in sicurezza il percorso fino al cancelletto. Tenendo in conto che la sua caviglia avrebbe potuto creare il pericolo di una caduta - e non avrebbe voluto trascinare con sè Gwen, mandando a monte tutti i loro sforzi - si soffermò sull’idea di una luce molto intensa, ripescando dalla coscienza alcune particolari corse in sella della sua Firebolt, durante le quali aveva sfidato se stessa contro il cielo talmente limpido da lasciare che la luminosità del giorno le abbagliasse gli occhi.
Inspirò profondamente, ancora caricando, nel petto e nella mente. La tensione le fece formicolare di compiacimento il braccio armato. Perfino il dolore della caviglia e della guancia si fecero più sordi, quasi si fossero attenuati grazie alla potenza che la ragazzina stava convogliando in sè. Avrebbero dovuto strizzare le palpebre, favorendo le pupille a poter far leva su un loro innato meccanismo di difesa. Non sarebbe stato agevole, ma con accortezza avrebbero potuto farcela. Così voleva credere e dentro di sé ci stava già credendo. Accarezzando la sensazione di una giornata estiva e assolata e luminosa, lungo la distesa di sabbia e acqua salata di Irbhinn che tanto le era cara e presso la quale sentiva sempre stare bene, guardò ancora il cielo. Il grigio ai suoi occhi era trasfigurato dalla propria immaginazione. La voce scaturì dal profondo della sua coscienza, mentre il braccio sinistro si allungava a cercare l'amica:
Gwen, sei pronta a chiudere gli occhi per qualche istante?
Il braccio si era mosso guidato solo dalla certezza del cuore, che ci sarebbe stata Gwen ad afferrare la sua mano. La voce si era assicurata di preparare l'amica al pericolo che avrebbe potuto generare se il Fato avesse deciso di assecondare i suoi desideri più folli. Lo sguardo, la mente e il suo Legno erano rimasti coesi sulle immagini di incontenibile chiarore.
Il respiro accompagnò il braccio destro nel tendersi e muovere con mano sicura e fiduciosa l'Arma a puntare il cielo.
Più abbagliante di una camicia bianca di Versace! L'urlo corse veloce su per la gola, pronto a dare voce ad ogni qualsiasi elemento dell'immaginazione in grado di plasmare ciò a cui stava anelando. Fino a coronare nell'innovazione della Magia:
Lumos Maxima!
L'ordine secco avrebbe potuto riecheggiare nello spazio tutto intorno e nelle orecchie di chi avesse potuto essere alla portata. Il Larice restituì sicurezza; il Fwooper cantò all'unisono; la Rugiada fu lì pronta a rafforzare gli effetti, proprio come di consueto riflette dalla sua superficie i raggi del sole del mattino.
La ragazzina riversò tutto nella voce, mentre ad occhi chiusi strinse la mano incontrata dall'amica, sperando con tutta se stessa, se il suo tentativo fosse stato accolto, di poter contribuire alla fuga di entrambe.



Statistiche
PS: 205/209
PC: 87/94
PM: 126/126
PP: 225
EXP: 22,5

Conoscenze
• Prima Classe: tutta
• Seconda Classe: tutta, tranne Orcolevitas
• Terza Classe: tutti i 'normali'
• Conoscenza teorica dell'Ardemonio
• Innati: Acclario, Aparecium, Ardesco, Illegibilus, Lapsus, Luminarium, Manina, Orchideus, Veronesi, Vitreo.

Inventario
• Bacchetta
• Macchina Fotografica Magica
• Mantello Cinese ripiegato alla meglio in borsa
Ciondolo sottratto alla Donna di Nocturn riposto in borsa
• Bracciale Yürei
• Bracciocchio
• Anello del Giusto
• Anello con Giada
• Anello Luminoso
• Anello Vegvisir
• Ciondolo Akashita
• Caduceo
• Borsa
• Sacchetto Portagaleoni
• vari pezzi in valuta dei Maghi
• Guanti di Newt Scamander
• Un sacchetto di Api Frizzole
• Una cioccorana già scartata

• Un numero della Gazzetta del Profeta
• Pantaloni Chiari
• Altri indumenti babbani
• 1 Gelatina D'oro

Riassunto
Gwen e Mem si spalleggiano. Restano fianco a fianco anche se ognuna sceglie un bersaglio diverso: mentre Gwen tenta di bloccare la possibile fuga degli umani all'interno; Mem prova ad agevolare quella delle due ragazze all'esterno.

Danni
Caviglia (sinistra) ferita dal Tranello del Diavolo: lacerazione circolare, con lieve emostasi, gonfia, dolorante, infiammata, pruriginosa (-3 PC).
Escoriazione trasversale sulla guancia destra, a livello della quale la pelle ha subito un’ustione da incantesimo; la lesione è sanguinante, arrossata, brucia e tende per il gonfiore (-4PS; -4PC).

© code by Suguni



N. B. Nessun capo di Versace ha subito maltrattamenti per il piccolo omaggio a Camomillo. 😜
view post Posted: 10/11/2023, 14:44     +2Oggetti Infestati - Sala quiz e concorsi
NOME PERSONAGGIO: Memory MacWood
BIGLIETTO SCELTO (NOME E NUMERO): Il Bambino Piangente n. 11

*_*
view post Posted: 15/10/2023, 18:15     L'altro lato del negozio - Diagon Alley
Memory MacWood
L’umore, i toni, le movenze della loro ospite, restarono per tutto il tempo sotto un critico esame da parte di Memory.
La ragazzina non avrebbe potuto prendere serenamente quei continui cambi di polarità che percepiva. Un attimo prima la donna sembrava contrita e un attimo dopo i suoi occhi si facevano fiammeggianti come dardi.
Oh, dentro di sé la dodicenne stava cercando in tutti i modi di destreggiarsi a mantenere la rotta scelta nel mare di emozioni che stava vivendo durante tutta quella strana, lunga e intensa conversazione. Allacciarsi a ciò che Gwen aveva tirato fuori durante la sua assenza. Interpretare la bambina altruista che vuole solo guadagnarsi in modo etico la gloria nella carriera scolastica. Cercare di captare le intenzioni di quella signora che non le aveva ispirato fiducia sin dal primo istante. Restare concentrata sulla sorveglianza della bevanda tra le mani della sua amica e delle annusate potenzialmente traditrici del topo.
Ecco, quell’ingrata creatura invece aveva avuto da parte di Memory una buona misura del beneficio del dubbio, a parer suo. Eppure non aveva ricambiato l’offerta in cioccolata e caramelle aiutandole ad entrare, nè adesso voleva assecondare di buona lena la convivialità di una bevanda preparata con cura.
Da quando era tornata a sedersi nel salottino, la Tassorosso tra un sorriso benevolo e l’altro era tornata ad accarezzare la presa del suo Legno, pronta a sfoderarlo dalla manica in cui l’aveva riposto.
Lacrime? Erano davvero lacrime quelle che la mano incartapecorita aveva spazzato via dallo zigomo raggrinzito? Incredibilmente alla ragazzina fecero quasi più paura di quanto l’avesse fatta rabbrividire la precedente risata. Lacrime, trappole, incidenti e volersi scusare. Era veramente esasperante l’altalena emotiva di quella signora. Oltretutto improvvisamente si era messa ad agitare la bacchetta per rovistare sembrava, ma la cosa avrebbe potuto anche sfuggire di mano. In quel momento la pancia suggerì a Memory di dover agire, anche a causa di un accenno del movimento sbagliato, per preservare lo stato di veglia e vigilanza di Gwen.
Tutta una serie di cose sembrarono precipitare all’interno del salotto. Quasi fosse scoppiata la bolla di ostentata, malferma e costruita benevolenza protrattasi fino a pochi istanti prima. D’un tratto la bacchetta tanto temuta era puntata contro di loro e Memory si rese conto di fronteggiarla con la sua ben salda nella presa della mano, anche se con ancora un’espressione confusamente innocente sul volto. Solo la fuga del roditore riuscì a far distogliere per prima lo sguardo della Donna.
Finalmente una mossa fatta da quel topo che, seppure per un tempo brevissimo, poteva darle modo di scandire i propri pensieri.
Osservò la donna, che sembrava di nuovo combattutta tra l’ira e la compassione. Anche se ora la compassione non era più rivolta alle intruse, bensì al topolino. Memory si sentì in colpa per una brevissima frazione di secondo e non avrebbe potuto farlo per un tempo più lungo, perchè, al contrario della parte del suo animo tenero, la parte astiosa ed evidentemente formidabile della Vecchia non aveva mai smesso di essere riservata a lei e a Gwen.
Sentì l’amica. Anche se coglieva le diverse frasi - a parer suo sconnesse - della Donna, le analizzava e immagazzinava cercando di mantenere la sua concentrazione su quanto avrebbe potuto fare per l’amica e per sè stessa. Invece udire la voce di Gwen fu diverso, per un attimo.
*Come fa? Dove le trova le parole per darle retta e rispondere?*
Si augurò che Gwen avesse ragione, che quella pozione non avesse davvero ucciso il topo, ma fece un passo verso l’amica e la guardò, cedendo alla curiosità di comprenderla. Forse fu un errore, perché rigirandosi trovò la Vecchia a sovrastarla. Seppure fosse rimasta pressocchè vicino all’animale, la collera nel suo sguardo la faceva sembrare più grande agli occhi della ragazzina. La minima distrazione la fece ritardare, seppure quasi impercettibilmente, nella reazione di riflesso, ma fu sufficiente a far andare a segno il colpo della Vecchia. Memory incespicò con una fitta sulla caviglia lesa e andò a urtare contro il pavimento sul proprio fianco sinistro, ma subito si rialzò, senza più perdere il contatto visivo con la Donna. Il fracasso di un vaso in frantumi dietro di lei e la Vecchia che si rimpiccioliva accasciandosi e perdendo l’arma, mentre ancora biascicava le sue minacce. Memory testò per un momento la stabilità delle proprie gambe; il dorso della mano andò istintivamente a cacciar via il fastidioso pizzicore che sentiva, insolito e improvviso, sulla guancia. Respirò, monitorando la Vecchia; meccanicamente rispose a Gwen: Si, tutto bene…
Le parole le morirono sulle labbra, mentre altre affiorarono insieme al timore che risalì dallo stomaco alla gola: ...ma cos…
Gwen, lo vedi anche tu?

Si voltò, allarmata e di nuovo confusa, a cercare conforto nello sguardo dell’amica.
Uno scambio necessario. Si, sembrava proprio esistere davvero il corpo di un umano dove era stato prima quello di un topo. Negli occhi dell’amica trovò anche ben altro. Vi lesse la stessa urgenza che cominciò a gridare nella propria testa e che sentì il bisogno di dover esprimere con la voce, quasi fosse l’unico modo per sciogliersi da una catena che altrimenti l’avrebbe tenuta lì, immobile e terribilmente esposta.
Dobbiamo fare presto! Forse era solo che scontato; forse era stata Gwen a muoversi per prima. Non lo sapeva in quel momento. E tantomeno le importava. Non aveva la minima idea di quanto sarebbe durato l’effetto della Sanguinaria, quindi la sola cosa che avrebbe dovuto fare era di riprendere il controllo di sé e tornare concentrata.
La bacchetta avversaria, per quanto abbandonata a sè stessa, restava pericolosamente vicina alla mano della sua Portatrice. Sapeva il gioiello, che sempre più alla ragazzina sembrava essere il prezioso monile bramato dai Gemelli, proprio lì, al collo della Donna, indifeso e disponibile. La distanza tra i due oggetti le sembrò piuttosto pari. Il desiderio dei due oggetti sentì poterle far risultare come due distanze diverse.
*Si sveglierà e la pagheremo molto cara…* la considerazione negativa si erse tra le sue valutazioni, ma Memory strinse forte i denti e notò Gwen sollevare la propria Arma. Non avrebbe permesso che la Vecchia si fosse rivoltata contro la sua amica per una colpa che invece era la sua e decise che sarebbe stato meglio portare entrambe fuori da lì il prima possibile.
Con gli occhi fissi sull’obiettivo, strinse forte l’ardente anelito che urlava dentro di lei. Incanalò profondamente l’aria attraverso le narici; sollevò il braccio armato fino a puntare, cercando la migliore mira contro il brillante bersaglio; allargò le dita leggermente incurvate per aumentare la superficie d’impatto e rendere più elastica e pronta la presa, portando anche l’altra mano ad un’altezza pari a quella del suo Legno, tendendo ad acquisire una studiata simmetria.
Accio Ciondolo!
Aveva immaginato la sensazione del contatto sulla pelle, del peso che avrebbe avuto occupando il suo palmo. Aveva focalizzato quell’immagine e accarezzato le sensazioni, fino a riversare tutto in un unico fiato: voce e pensiero in un attimo all’unisono. Se proprio tutto fosse andato male, lei almeno ci avrebbe provato fino alla fine. Non avrebbe voluto nemmeno per un secondo ritrovarsi, nonostante tutti gli sforzi, ad aver deluso la sua amica. Per di più la Vecchia avrebbe comunque potuto svegliarsi e bloccarle, se non addirittura stenderle definitivamente, perciò perchè non tentare di avere nelle mani il loro trofeo e poi scappare?


Statistiche
PS: 207/209
PC: 89/94
PM: 126/126
PP: 225
EXP: 22,5

Conoscenze
• Prima Classe: tutta
• Seconda Classe: tutta, tranne Orcolevitas
• Terza Classe: tutti i 'normali'
• Conoscenza teorica dell'Ardemonio
• Innati: Acclario, Aparecium, Ardesco, Illegibilus, Lapsus, Luminarium, Manina, Orchideus, Veronesi, Vitreo.

Inventario
• Bacchetta
• Macchina Fotografica Magica
• Mantello Cinese ripiegato alla meglio in borsa
• Bracciale Yürei
• Bracciocchio
• Anello del Giusto
• Anello con Giada
• Anello Luminoso
• Anello Vegvisir
• Ciondolo Akashita
• Caduceo
• Borsa
• Sacchetto Portagaleoni
• vari pezzi in valuta dei Maghi
• Guanti di Newt Scamander
• Un sacchetto di Api Frizzole
• Una cioccorana già scartata

• Un numero della Gazzetta del Profeta
• Pantaloni Chiari
• Altri indumenti babbani
• 1 Gelatina D'oro

Riassunto
Mem è sempre guardinga verso la donna e finge di sorridere, mentre cerca di mantenersi calma e vigile. Riesce ad impedire a Gwen di bere l’intruglio, ma suscitando i sospetti della Donna si ritrova la sua bacchetta puntata contro. Da lì la ragazzina ha già sfoderato la propria e cerca in tutti i modi di essere pronta a difendere l’amica e se stessa. Cerca di riprendersi in fretta da una piccola distrazione, ma finisce per essere colpita. Grazie alla pozione la Vecchia sbaglia la mira. Le due ragazze hanno un piccolo scambio, ma vengono sorprese dalla mutazione del Topo in Ragazzo. Memory valuta la situazione e decide di appellare il ciondolo della Donna.

Danni
Caviglia (sinistra) ferita dal Tranello del Diavolo: lacerazione circolare, con lieve emostasi, gonfia, dolorante, infiammata, pruriginosa (-3 PC).
Escoriazione trasversale sulla guancia destra, a livello della quale la pelle ha subito un’ustione da incantesimo; la lesione è arrossata, brucia e tende per il gonfiore (-2PS; -2PC).

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view post Posted: 22/9/2023, 22:46     Eclissi di Sangue - Giardino
Memory
macwood
Hufflepuff student — 12 y.o.
Scrutò ancora tra coloro che nella cenere ritrovavano i pezzi di sé.
Poi la vide e il corpo si mosse con una certezza indiscutibile.
Non sorrise, ma camminò dritta.
Il suono di due parole la raggiunse, ma ancora le servirono un paio di piccoli passi. Non le arrivò una gran voce, chiara e ferma. Anzi, la percepì sottile e lieve nel suo profondo rammarico. Addirittura interpretò, più che cogliere chiaramente, le parole vere e proprie; non ne era del tutto sicura. Tuttavia poco le importava, perché sul tono era certa di non potersi sbagliare.
Un paio di passi e fu vicina come desiderava.
La sua voce non si udì. Non subito.
Al contrario, la bocca rimase chiusa, mentre il volto spariva alla vista della giovane, appena Memory allargò le braccia e la avvolse con tutto il suo trasporto.
L'abbraccio stretto fuse le stoffe cangianti. Il rosso e il nero si sovrapposero; le balze delle gonne si mescolarono dando vita a un unico bianco macchiato delle due sfumature. Eccola la rappresentazione delle facce della Luna: immersa nella notte fonda; a volte luminosa; qualche volta insanguinata.
Memory strinse ancora per qualche secondo le palpebre, godendo del calore della sua ritrovata amica.
Aveva udito il suo dispiacere e poteva sentirlo davvero, palpabile attraverso ogni fibra delle sue membra.
Di rimando, il proprio corpo cercava di comunicare silenziosamente all'altra che non avrebbe dovuto dispiacersi di ciò che era; di non vergognarsene mai più. Né con lei, né con nessun altro.
Si staccò e le sorrise, trattenendola dalle spalle e scrutandola in volto.
Le sorrise come era stato naturale sempre, fino ad allora.
Hai mangiato qualcosa?
Perché non andiamo ad assaggiare il buffet?

Non si era per niente scusata. Non avrebbe ammesso a parole distinte la sua stupidità. L'aveva sentita nel petto, ma si era rifiutata di chiamarla per nome. Be' si, era una bambina e doveva ancora lavorarci. Adesso il meglio che pensò di fare fu di non assecondare la tristezza di Gwen. Era certa che avrebbero ripreso l'argomento e forse per allora avrebbe trovato le parole giuste per scusarsi senza apparire del tutto idiota, ma non in quel momento. Tutto ciò che voleva ora era che la sua amica sentisse che in lei non era cambiato niente e che per quella sera la tristezza era già stata più che abbastanza.
Una mano scivolò fino a quella di Gwen, annuì per rassicurarla e con lo sguardo le fece intendere che era tempo di riprendere a gironzolare.

• • Ultimi acquisti e altri incontri • •

C'era davvero un angolo dedicato a cibarie e bevande, ma per raggiungerlo furono di nuovo vicino ai banchetti ricchi di mercanzie.
Guarda, qui non ci siamo ancora passate
E trascinò quindi Gwen tra i colori e la leggerezza dello Zufolo
Si mise a giocherellare e chiese al commesso se era possibile provare qualche strumento. Queste le voglio! - esclamò quando sentì il suono prodotto dalle Maracas. Non si trattava solo del divertente tintinnio. Sembrava entrarle dentro e raggiungere la pancia, proprio il punto in cui le si aggrovigliava tutto nei momenti oscuri. Le agitò ancora una volta, traendone ancora piacere inconscio, riflettendo in silenzio e mostrando solo un sorriso distante, che le permettesse di tenere fuori in quell’istante tutto e tutti, lontani dalle sue arcane emozioni. Poco dopo le passò al commesso perchè le preparasse per lei, tornando ad un volto più aperto e disteso.
Gwen, guarda. Oh, questo non me lo posso perdere.
Per favore, devo assolutamente avere una copia di Half-Blood
Gli Hobgoblins con la loro musica sarebbero stati la colonna sonora delle volte in cui sarebbe ricaduta nei suoi errori. Lo sapeva che sarebbe finita altre mille mila volte in conflitto con la Memory ottusa, ebbene quella musica sarebbe stata il suo monito, sperava. Le avrebbe ricordato il percorso di quella lunga e intensa serata, fino a farle trovare la strada.
Si compiacque di aver ritrovato Gwen e di riguadagnare il tempo passato con lei. Finito a quello stand, le propose di raggiungere Helena, che aveva visto poco più in là. Perciò le si avvicinarono.
Presero a scambiarsi le prime impressioni sull’ambientazione, la musica, la volta cesellata. Hel e Mem sapevano essere concitate, quando si lasciavano prendere da tutte le cose che trovavano interessanti. Però non fecero in tempo a confrontarsi sui loro acquisti che videro arrivare il Preside, in tutta la sua solennità cadenzata. Memory si avvicinò all’orecchio di Hel per sussurrarle che non sarebbe mancato tempo di mostrare i loro nuovi oggettini una volta arrivate nella camera Tassorosso che condividevano.
Seguì con gli occhi l’avanzare volteggiante di porpora e poi le tre ragazze decisero di trovare un posto con una migliore visuale del palco.

• • DISCORSI E COMMIATO • •

Ascoltarono le parole del Preside e Memory ridacchiò tra sè, divertita come sempre dalle peculiarità di Peverell, conciso e frivolo all’apparenza, ma eloquente e centrato grattando un po’ quella allusiva vernice luccicosa.
Quando passò la parola alla professoressa McLinder, bagliori di ammirazione accesero le pupille della ragazzina. Era fiera dell’esuberanza curiosa e creativa della sua Capocasa. Ascoltarla la caricò e non poco. Tanto che nel momento in cui proclamò i Tassorosso vincitori della Coppa delle Case, la sua voce si perse insieme a tutti gli altri. Saltellò sul posto applaudendo, fino a che si girò da una parte incontrando Helena. Si ritrovarono ad esultare abbracciate e poi a seguire Thalia e Camille verso il palco. Fece attenzione a non perdere la sua Gwen, tra tutti i Tassini festanti che attorniavano Camille e che si accordavano alle sue parole, fieri e gioiosi.
Si trattenne con gli altri, passando di mano in mano la Coppa. Poi si divisero nuovamente in gruppetti e Memory si ritrovò a ballare tra la folla, sulla pista. Dei salti liberatori e poi via, in accordo con Gwen tornarono al Castello, nei sotterranei dove la festa sarebbe continuata.

Mentre andavano via, Memory si voltò una sola volta indietro. Un’ultima volta da sola con se stessa in quell’atmosfera inusuale. Osservò distante la cenere sollevarsi in pagliuzze leggere e si soffermò sull’immagine che riaffiorò alla mente: Laoise china e dolente. Era successo in un momento ormai lontano, ma la ragazzina aveva colto in un brivido l’eco straziante della sacerdotessa che scavava tra la cenere.

The moon will guide you through the night with her brightness, but she will always dwell in the darkness, in order to be seen.
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Interazioni con Gwen ed Hel (concordate)
Menzioni a Thalia, Camille, Atena, Peverell

Dallo stand di ”Evviva lo Zufolo”:
✔ MARACAS DEL RIVERBERO (18G)
✔ HALF-BLOOD degli Hobgoblins (7G)

Grazie davvero a Suguni e a chi ha condotto questo evento
Complimenti ai Tassini
view post Posted: 13/9/2023, 20:35     Eclissi di Sangue - Giardino
Memory
macwood
Hufflepuff student — 12 y.o.
Erano molto piccole. E imbronciate.
Georgia aveva faticato, quel giorno, a convincere la figlia. Non c'era stata, fino ad allora, occasione in cui Memory non avesse mostrato entusiasmo per il tempo passato con Lucy.
Non quel giorno.
Sua madre non capiva, ecco. A lei importava non far la brutta figura con la madre di Lucy.
Nemmeno Connor quella volta aveva voluto capire. Suo padre di solito cercava sempre un modo di comprendere la figlia e di accontentarla. Era difficile appoggiarla però, anche per un uomo tanto paziente, se lei si ostinava a non dire ciò che era davvero successo.
Memory era ferma sulla sua posizione: non vedere più Lucy.
Ciò che loro non potevano sapere era che la colpa era tutta di Lucy.
Era stata lei a mentirle. Da quando era iniziata la scuola, Memory l'aveva vista strana. Un giorno finalmente aveva scoperto il motivo per cui ultimamente non passava a giocare con lei, oppure passava per minor tempo del solito.
L'aveva vista. Era con una ragazzina che Memory non conosceva.
Dopo quella visione, Memory non aveva più rivolto la parola a Lucy e invece quel giorno sua madre l'aveva costretta a passare ore a Irbhinn per la stupida festa.
Non le aveva rivolto parola alcuna. Né si era soffermata sulla piega contrita degli occhi dell'altra bambina. Appena era riuscita a sgattaiolare via, oltre lo sguardo di Georgia e di tutti gli altri, Memory era uscita. Per allontanarsi. Per isolarsi nella sua autocommiserazione.
La nonna però l'aveva vista uscire e sempre attenta e premurosa, si era avvicinata a Lucy. Con discrezione, in un leggero sussurro velato, fugace, gentile e sornione, aveva suggerito: "la riva oggi è un bel posto dove incontrarsi".
Così anche Lucy, alle parole di nonna Mary, era uscita. Cercando Memory. Cercando di scusarsi.
Non fu difficile trovarla. Mary aveva avuto ragione: Memory si stagliava su una linea non troppo lontana, lungo la distesa piatta di sabbia e mare. Una distanza fisica più breve di quella morale le separava e Lucy corse verso di lei.
《Non volevo!》
E con quelle parole, secondo lei, Memory avrebbe dovuto perdonarla?
Memory aveva deciso di restare al suo posto. Ferma nel corpo quanto irremovibile nella mente.
《Torna dalle tue amiche!》
In realtà non le importava che Lucy avesse avuto altre amiche. Cioè si, anche quello, ma il peggio era averglielo nascosto.
Una volta ripreso fiato, Lucy aveva urlato altre supplichevoli motivazioni, ma Memory non si era lasciata intenerire, non si era pronunciata affatto, finchè non si era alzata e tornata da sola a casa. Percepiva Lucy, arresasi a tacere, seguirla a distanza di sicurezza.
Dovette passare tanto tempo prima che Memory tornasse ad ascoltare Lucy, la quale dal canto suo non perse facilmente la speranza e un po’ di più ogni giorno, rivolse ugualmente la parola a Memory. Usava argomenti leggeri e poco seri, fino a quando un giorno Lucy aveva deciso di farsi più audace appoggiando la valva di una conchiglia sul banco di Memory:
-《Ti ricordi? Io preferisco cercare le conchiglie insieme a te.》
-《Perchè mi hai mentito? Lo sai che non sopporto le bugie.》


Memory si era seduta per terra, presso un angolo più isolato. Aveva smesso di piangere, mentre con la Bacchetta si era messa a giocherellare con le stelle attraverso uno dei tasselli della volta. Ruotava, allargava, restringeva il campo. Tra un comando sussurrato, sovrapponeva le immagini della memoria. Aveva ricordato quei momenti di distacco, ripensando a come si era sentita a lungo male nel considerare Lucy come una traditrice. Erano bambine eppure ancora adesso Memory non capiva perchè le aveva nascosto di essere stata invitata da un’altra bambina. Con il tempo il loro forte legame aveva prevalso, ma quella sera, con la rivelazione di Gwen, Memory aveva ripercorso tutto.
Era ironico come il Fato l’avesse indotta a scegliere proprio la conchiglia su cui lei e Lucy avevano sugellato l’intimo patto. Quel legame era forte, per questo quella conchiglia che le aveva viste ridere, poi allontanarsi, poi tornare a dimostrarsi il bene che si volevano, era stato qualcosa di concreto.
Guardò il suo anellino e le sembrò così triste lontano dal gemello. Chissà dov’era adesso Gwen. Adesso stava confondendo i suoi pensieri.
Gwen non era Lucy. E lei era ancora una ragazzina. Gwen le aveva taciuto una cosa diversa dal vedere altri amici.
Sussurrò ancora verso gli Astri, con la sua Bacchetta a rimandarle l’energia necessaria ad ascoltare se stessa nel profondo.
Si chiese perchè quel ballo si stava rivelando così doloroso per lei. Perchè stava succedendo questo? Si chiese se il sangue che macchiava la luna veniva dalle ferite che ciascun umano portava con se.
Era una ragazzina. Abbassò la sua Bacchetta, ma si aggrappò forte la presa. Guardò il suo anello e lo fece ruotare intorno al dito.
Dov’era Gwen?
Era stata proprio una stupida fino a questo momento della sua vita. E dire che lasciando la sua conchiglia si era ripromessa inconsciamente di aprirsi al Nuovo!
Ripose la Bacchetta. Si alzò e si scrollò di dosso la polvere rimasta sul vestito.
Il suo vestito e quello di Gwen…
Anche su questo il Fato ci aveva messo lo zampino non permettendo loro di farli interagire. Era forse per questo? Perchè sarebbe arrivata la rottura?
Un sorriso amaro piegò le labbra di Memory, quando sollevò lo sguardo verso la protagonista di quella serata, vestita di rossastro e sola.
Era proprio una stupida, se restava lì a non saper ascoltare e discernere tra le tante bugie che il mondo le avrebbe sempre proposto.
Chi provava più dolore tra lei e Gwen?
Riprese a camminare. Tornando poco a poco tra le voci sommesse che brulicavano tra la pista da ballo e la passerella dei banchetti. Si accorgeva adesso che c’erano anche cibi e bevande e cominciò a muovere il muso come un gatto, qui e lì scrutando e sperando di trovare Gwen. Cominciava a sentirsi sola. E forse era più sua la colpa.
Era di nuovo tra le mercanzie e anche se i suoi occhi cercavano qualcuno, non potè impedirsi di far caso a ciò che a parer suo l’avrebbe aiutata ad essere più forte e fare esperienze. In fondo era ancora una ragazzina. Con molti buoni propositi e voglia di vivere avventure nuove anche con la sua amica. Perchè loro si sarebbero ritrovate, ne era certa.

• • MAGIE SINISTER • •

• • ARS ARCANA • •

Fu più rapida, individuando subito le cose che più l’attiravano. Anche perchè tra un sorriso e l’altro girava intorno lo sguardo, sempre alla ricerca della figura familiare. Per favore, posso avere quella polvere? e Prego, vorrei quel ciondolo
Aveva chiesto ai commessi, fermandosi ancora davanti a due banchetti diversi. L’atmosfera era sempre più intensa, anche se adesso i suoi pensieri erano meno pesanti. Ora sapeva cosa voleva fare. Aveva osservato la Luna e aveva capito. Sapeva almeno che ci avrebbe provato.
Un anello sul piano attirò la sua attenzione. Le parole vergate sul cartellino alimentarono il suo fascino magnetico. - Si, era prorpio perfetto, giudicò

• • RITUALE • •

Fece in tempo a terminare anche quell’acquisto che la Fenice stridette.
Sulla piattaforma della sacerdotessa e dei suoi aruspici si rianimò del movimento.
Allora Memory si spostò in cerca della migliore visuale.
Non fu per nulla piacevole, quando si rese conto di ciò che avvenne. La musica e un canto lamentoso degli officianti accompagnarono ogni istante con una precisione tale da alimentare l’esasperazione della miriade di lingue di fuoco che avvilupparono tutto. E tutto fu cenere e fumo. Niente più piume, nè ali, nè voce. Niente più soffernza.
Si strinse appena nelle spalle e con i pugni imprigionò la stoffa cangiante del suo abito.
Chinò il capo, leggermente, e le ciocche che seguirono il movimento si accesero nei loro riflessi rosso cupo. Rosso come la solitaria Luna e brillante come il Fuoco di fronte a lei.
Fu uno spettacolo. Bellissimo e terribile allo stesso tempo.
Poi finì. Il fuoco smise di ardere, lasciando solo il fumo dietro di se.
E di nuovo tutto cambiò, sotto gli occhi degli astanti. Memory si lasciò cullare per un po’ dalla musica. La mente per qualche istante fu sgombra e leggera. A poco a poco si accorse dell’invito dell’uomo tatuato. Si affrettò, tirando un po’ l’orlo del vestito per un passo più svelto. C’era una maggiore probabilità, magari, che l’importanza del momento avesse portato anche Gwen lì, ai piedi dell’Obelisco.
Si accovacciò e scavò veloce. Fu anche per istinto che riconobbe il suo amuleto.
Era ben diverso dalla conchiglia che aveva lasciato, eppure nel cristallo che riempì il suo palmo, potè notare parecchie somiglianze. La forma un po’ triangolare del perimetro, anche se in solido più piena dell’originaria conchiglia; la pietra si confonde con la madreperla, in uno splendido colore non definito, qualcosa che sembra poter essere ancora malleabile. Lo sollevò per guardarlo meglio sotto i riflessi della luna e lo stupore la colse con qualcosa che non avrebbe potuto immaginare: incrociando in modo diretto i raggi lunari, frapponendo il cristallo tra la Luna e i suoi occhi, i suoi colori cambiarono ancora. Le sembrò di tenere un liquido puro tra le mani, ma non le scivolò via tra le dita come invece avrebbe fatto un vero liquido.
Lo strinse, portando il pugno al petto. Era divenuto più della promessa originale. Era adesso una promessa a se stessa, oltre che alle persone a cui teneva profondamente. Era allo stesso tempo il dolore stesso delle lacrime che avevano dato vita a quelle promesse.
Lo ripose e guardò dritto in faccia alla propria determinazione. Era tempo di trovare Gwen
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Menzioni a Gwen (concordate)

Dallo stand di ”Magie Sinister”:
✔ SABBIA DI SANGUE (6G)
✔ SPILLA CRESCENTE E CALANTE (21G)

Dallo stand di Ars Arcana:
✔ CIONDOLO FRECCIA DEL GIAGUARO (14G)
✔ ANELLO DELLE ECLISSI (32G)

Ultimo paragrafo per il Master
view post Posted: 20/8/2023, 17:06     Eclissi di Sangue - Giardino
Memory
macwood
Hufflepuff student — 12 y.o.
Mentre si allontana dall’Obelisco, fatica a sentirsi davvero leggera. Sorride, ma sta solo cacciando indietro il senso di nostalgia. Ha lasciato solo una conchiglia dietro di sè, ma ha in mente Lucy e il suo viso serio che salutandola le ricorda di quel piccolo pegno. Sembra solo ieri che l’arrivo di una lettera portata a becco da un gufo la porta a nascondere alla sua migliore amica che andrà a studiare in un castello magico. Lei ha promesso che non avrebbe dimenticato tutti i momenti insieme e che ce ne sarebbero stati altri ugualmente intensi, tutte le volte in cui sarebbe tornata a casa.

Solo quando incontrò gli occhi di Gwen sorrise con la sua solita sincerità. Il sorriso aperto di chi sente di non mancare alla promessa: ogni volta che ritroverà Lucy sarà uno scambio di esperienze e le nuove amicizie non sostituiranno le precedenti.
Ebbe una strana sensazione, ma pensò subito che l’amica avesse subìto maggiormente il distacco dalla sua offerta. E certo i mutamenti si avvertivano anche nell’atmosfera. Memory guardò alla volta cesellata e giudicò non ci fosse ancora una luce da afflizioni, quindi provò a distogliere Gwen dai suoi pensieri. O forse voleva solo rafforzare la convinzione che il proprio non era ancora un taglio netto con l’altro suo mondo. Ecco, forse si sarebbe concessa di tenere a bada la subdola tristezza, comportandosi da bambina ancora per qualche tempo.
Gwen
Avvicinò le dita e se Gwen l’avesse lasciata fare, avrebbe preso la sua mano. Continuò con lo stesso tono caldo, soffuso nell’atmosfera in cui erano immerse:
Dobbiamo assolutamente passare a salutare gli Elfi del Focolare Domestico. Vedrai, ti piacerà molto il loro banchetto.

• • IL FOCOLARE DOMESTICO • •
• • VESTITI & VESTITI • •
Salutò con la solita cortesia gli Elfi. Anche loro erano diventati parte delle sue amicizie. Nuove e del tutto impensabili. Presentò loro Gwen: non sapeva se davvero non li conoscesse ancora. Poche parole e la loro molta dolcezza. E i pensieri di Memory, aiutati dai versi della Fenice - mai conosciuti prima in quei toni, ora percepiti come un lamento che tiene all’amo una parte di lei - restarono quindi al suo essere ancora una bambina. Gli occhi cercarono l’uccello di fuoco e una ruga si formò tra le sue sopracciglia percependola arruffata. Tornò al banchetto, a riservare un po’ di attenzione qui e là agli oggetti in vendita. Aveva un’idea su come avrebbe potuto essere usata la somma raccolta e ammise che saperlo faceva parte del suo crescere. Cercò il confronto con Gwen prima di capitolare sui propri acquisti. Voleva il suo parere o semplicemente scambiare dei commenti con lei. Non era un normale momento di compere: i suoi pensieri erano comunque davvero rivolti alla Luna, al cambiamento, alla voglia di non fallire quella prova interiore a cui stava provando a sottoporsi, al capire meglio se stessa. Anche discorrere sugli oggetti a cui prestavano attenzione, in fondo la riportava alla riflessione sull’eccezionalità della luce, che gradatamente dal carminio aveva cominciato a diffondere il buio, a poco a poco sempre più vivido. Al tempo stesso teneva d’occhio Gwen e come di tanto in tanto sembrava perdersi guardando nel vuoto.
Certo, sembrano interessanti anche quelle cose lì.
Ringraziati gli Elfi e ricevuti gli articoli che aveva indicato, si diresse con Gwen poco più in là, al banco dove pregiate stoffe invitavano gli astanti.
Se non sapessi di trovarmi dove mi trovo, forse spenderei tutti i miei pezzi d’oro. invece, era distratta dal dondolìo ritmico delle note e per la consapevolezza del luogo e di ciò che era in corso, a dispetto delle apparenze. Perciò si stava dedicando solo alla selezione di pezzi unici, che non avrebbe forse più avuto occasione di comprare. Ma al di là di questo, teneva d’occhio i movimenti intorno a lei, soprattutto sopra la piattaforma, confortata finchè la musica degli Hobgoblins manteneva la cadenza costante. Certo, più della sacerdotessa immobile nella sua meditazione, attirava molto di più lo stato a tratti preoccupante della fenice. Tra tuniche e mantelli, fu più facile ritagliare un piccolo spazio un po’ più tranquillo e allora decise di osare.
Sto pensando a cosa significa per me aver lasciato quella conchiglia.
Devo ammettere che mi dispiace. Mi sento come se mi fossi separata da chi me l’ha regalata. Però sai, voglio pensare a ciò che mi porterà questa perdita. Penso sia il momento di non essere legata solo a qualcosa che posso sentire tra le mani. Ciò che conta resterà ugualmente dentro di me.

Si dilungò in un preambolo confuso, finchè arrivò a ciò che le premeva chiedere a Gwen:
Anche tu sei dispiaciuta della perdita? Ascoltò le parole di Gwen con attenzione e qualcosa le sembrò restare nel silenzio, ma la seguì immediatamente, quando chiese ciò che voleva acquistare. Così anche Memory porse al commesso ciò che desiderava e alla svelta pagò. Voleva sbrigarsi a riavvicinarsi all’amica e a camminare un po’ distanti dai gruppetti, se avesse desiderato andare in fondo all’argomento e condividere di più le loro riflessioni, visto che la sua sembrava turbarla.

• • • •

Seguì con pazienza il tentennare della giovane. Non la disturbava, ma si stava dispiacendo per lei. Almeno finchè non arrivarono quelle parole.
Fu un momento del tutto assurdo. La ragazza le aveva appena rivelato un tassello molto importante della sua vita, qualcosa di estremamente spiacevole. Eppure la sola cosa che gridava nella sua testa era: “ti ha nascosto la verità. ti ha nascosto la verità. ti ha nascosto la verità”. Un’eco prepotente che sovrastava il groviglio di fatti: Chi ho di fronte? Non mi ha mai detto una cosa così importante. Mi ha nascosto ciò che è davvero. Perchè non mi ha mai dato fiducia? Chi è davvero questa ragazza?
Io… non ti ho mai nascosto niente, mi fidavo di te… - un leggero sussurro. Poi distolse lo guardo sconvolto dall’incredulità e pronunciò altre parole senza senso: Devo andare ora…
Si sganciò dal tocco dell’altra e si allontanò. Scappò in effetti, da quella persona e dalla sua rivelazione. Si sentiva ferita, perchè non trovava ammissibile il suo tacere per così lungo tempo. Avevano attraversato troppi momenti insieme. Fin dalla prima volta, in Galles, Memory si era preoccupata per lei. Fin da subito le aveva affidato le sue gioie e le sue insicurezze. Era sempre la prima tra i suoi pensieri. Anche nel fuoco di una Hogsmead stravolta, era rimasta al suo fianco. Aveva sempre voluto condividere con lei ogni cosa. L’aveva protetta quella volta in cui si erano cacciate insieme a Nocturn Alley, sotto lo sguardo arcigno di quella spaventosa Vecchia. Erano state sempre insieme, eppure lei non le aveva detto ciò che contava davvero nella sua esistenza. Non riusciva nemmeno più a pensarlo il suo nome… Gwen o Susan o nessuno dei due.
La delusione montava sempre più in una rabbia sorda. Si mise a camminare a vuoto, ancora tra i banchi con i loro “specchietti” per attirare gli sguardi su prodotti e oggetti e stoffe. Tutto era imperdibile, tutto era eccezionale, tutto era unico… tutto era inganno. Ecco cosa la circondava e sentì bruciare ancor più la rivelazione, perchè l’inganno era dentro di lei e nelle parole che continuavano a vorticarle nella testa.

• • RITUALE • •
La fenice stride e si muove.
Memory cercò la sua immagine e le sembrò non poter trovare un sollievo.
E’ un grido che suscita disperazione, il suo; atterra poco distante da dove i passi della ragazzina si sono arrestati, lì, sulla piattaforma; il suo fulgore è spento.
Il silenzio ha inghiottito la musica e il gong riverbera nella pancia della ragazzina. La fenice si muove di nuovo, fino a sfuggire dagli occhi di Memory, che restano sulla pedana ad osservare gli officianti.
E’ la sacerdotessa a muoversi ora. Lenta, come il respiro di Memory.
Poi all’improvviso, Memory restò senza fiato alla vista di quel gesto forte e ancor più per la determinazione con la quale la donna si procurò l’emorragia. Gli occhi strabuzzati tornarono a distendersi, continuando a seguire i tre sulla pedana. Si chiese perchè l’uomo, un suo seguace, mostrasse tanta disapprovazione.
La apostrofa in malo modo e quella parola radica dai timpani di Memory fino alla sua mente
… e subito nell’immaginazione apparve il volto della Concasata. Memory ingoiò a vuoto, abbassò il capo scoprendosi a stringere i denti e al pari i pugni lungo i fianchi. Non le erano mai piaciuti gli ipocriti; per quanto la riguardava erano solo buoni a mostrare una faccia molto diversa da quella che avevano realmente. Sentì le labbra assottigliarsi, mentre ancora nella memoria riviveva il volto e le parole di quella che fino a poco prima credeva un’amica.
Ogni suono rimbombava tra le sue viscere e la sua testa, mentre in gola cominciò a sentire un macigno. In quell’istante avrebbe voluto avere a disposizione diversi macigni e barricarsi contro tutto il via vai che le ronzava intorno. Eppure dapprima non riuscì a muoversi da lì, neppure di un passo, per un tempo che ad un tratto le sembrò infinito. Alzò lo sguardo verso il punto in cui la volta magica incorniciava la Luna. Forse un tentativo di distendere i muscoli aggrovigliati del collo. Osservò il satellite protagonista della serata e allora vide come il suo rossore fosse inconsueto. Tremolò davanti ai suoi occhi, sanguinante e racchiusa in uno squarcio…
Riabbassò il capo, tanto che le ciocche dei capelli ricaddero a coprirle parte della visuale. Ma non importava, vedeva abbastanza da muoversi in direzione dell’Obelisco. Non sapeva cosa avrebbe offerto questa volta. Nemmeno quello era importante in quell’istante. Giunse e si accovacciò alla base dell’altare. Le dita poggiarono sulla fredda pietra, mentre l’altra mano accomodò dietro l’orecchio i lunghi capelli.
Tirò su col naso e allora la mano lasciò la pietra per correre al viso. Il liquido scorse copioso, come non si sarebbe nemmeno aspettata. Osservò le goccioline sui suoi polpastrelli. Non fu necessario alcun indugio, alcuna riflessione esplicita: era questo ciò che sentiva di essere in quel momento, solo puro rammarico. Dunque, che altro di lei poteva dare se non questo?
Allungò le dita, prima che non fossero più in grado di trattenerle e attese che le goccioline convogliassero sulla punta, finchè finalmente le sue lacrime si infransero sulla pietra.
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Interazioni con Gwen (concordate)

Dallo stand di ”Estia”:
✔ CROCICCHIO (10G)
✔ CHIAVE DEL COSMO (12G)
✔ TALISMANO SPIRITUALE (7G)

Dallo stand di VESTITI & VESTITI:
✔ MANTELLO DI RAHU (45G)
✔ TUNICA LUNARE (18G)

Ultimo paragrafo per il Master: l’offerta di Memory sono le sue lacrime
view post Posted: 2/8/2023, 20:56     Eclissi di Sangue - Giardino
Memory
macwood
Hufflepuff student — 12 y.o.
Come per ogni notizia grandiosa, appena iniziarono a circolare le voci sul ballo, Memory cominciò a focalizzarsi con straripante entusiasmo. Non era particolarmente incline a quelle occasioni, ma una volta certa di aver inteso quale sarebbe stato il tema dell’occasione, aveva cominciato a sollecitare Gwen perché andassero insieme. Questa volta Mem non dovette faticare fino a prenderla per sfinimento: la luna di sangue era così attraente da far cedere chiunque in un tempo accettabilmente breve.
Oh, povera Gwen! Non sapeva che comunque non avrebbe avuto pace. In ciascun loro momento libero, Memory non fece altro che parlare del ballo: dei loro abiti, di come sarebbe stata l’atmosfera, delle sue fantasie sulla luna rossa, perfino del modo in cui avrebbero luccicato gli anelli da cui difficilmente si separava.
Il suo lunascopio era divenuto un’appendice da quando si preparava all’occasione. Se qualche volta si era dedicata all’osservazione della luna in solitaria in riva al Lago Nero, cercando sempre di rispettare il coprifuoco, ora cominciò ad avere meno remore e sgattaiolò più volte di nascosto, in tarda sera, celandosi sotto il suo Mantello Cinese, per salire in cima alla Torre di Astronomia e scrutare il cielo. Invito esteso alla sua compagna, con la quale riempivano il silenzio notturno con le loro chiacchiere sussurrate.
Fu in una di quelle occasioni che Gwen propose un’intrigante scelta in merito agli abiti. La ragazza descrisse a Memory come secondo lei sarebbe stato bello se anche i loro abiti avessero manifestato la sinergia che tra loro si era instaurata, rispecchiando allo stesso tempo l’eccezionale incontro tra Sole e Luna, tanto raro quanto magico. Memory condivise subito quell’immagine e il senso che ne derivava. Il desiderio di Gwen era di ottenere due abiti che insieme potessero ricreare un’eclissi, eppure in nessuno dei loro ostinati tentativi riuscirono ad incantare gli abiti come avrebbero voluto.
Avrebbero potuto chiedere l’aiuto dei concasati più grandi, ma qualcosa di istintivo indusse infine Memory a convincere Gwen che i loro abiti dai tessuti cangianti si abbinavano tra loro ed erano già belli così. Ciascun abito aveva di fondo il chiarore argenteo della luna piena, mentre si distinguevano nelle sfumature: nel nero del lato nascosto quello di Gwen; nel rosso del lato colpito dalla insolita luce quello di Memory. Il lato sconosciuto per la prima; il lato ferito per l’altra.
Parole scorrevano tra le ragazze, ma non tutte le sensazioni trovavano spazio tra di esse. Tra queste quasi tutto ciò che riguardava l’oggetto che avrebbero portato con loro.
Memory dovette meditare a lungo, tanto che stava quasi per arrendersi al fatto che forse non era pronta a nessun cambiamento. Si era ritrovata più volte ad osservare ciascuna delle sue cose, anche la più banale tra le api frizzole e i pallini acidi, però non aveva fatto altro, aveva solo osservato e osservato, senza mai nemmeno osare sfiorare le sue cose. Faticava ad ammetterlo a se stessa, ma sapeva che non le toccava per non dover scoprire da cosa si sarebbe separata. Quando cominciò a chiedersi se Gwen si stesse accorgendo che la sua convinzione di prender parte al ballo cominciava a vacillare, si decise: deludere la sua amica per un atteggiamento infantile le sarebbe dispiaciuto molto. Perciò mise mano al suo baule. E questa volta rovistò ben bene, fino in fondo.

• • GIARDINO • •

Mentre si avvicinavano sempre più ai luoghi del Ballo, Memory ascoltò ancora una volta le spiegazioni del fenomeno che avrebbe tinto la luna di rosso. Aveva sentito Gwen ripetere quelle nozioni scientifiche un’infinità di volte, tanto da stupirsi per come la ragazza sapesse trovare sempre un modo diverso di dirle. Lei le accoglieva sempre con un sorriso… anche tra i Babbani, non era mai stata particolarmente capace di seguire teorie e leggi fisiche e cose del genere. Preferiva gustarsi quanto i suoi sensi potevano percepire, quando si trattava di fenomeni piacevoli. Altrimenti sbatteva il muso contro quelli meno piacevoli, per colpa delle sue conoscenze troppo superficiali. Dopotutto anche quello era un modo di sperimentare, no?
Gwen invece sembrava più attenta a studiare quei dettagli, guardandoli proprio come facevano i Babbani, pur avendo consapevolezza degli aspetti che i loro occhi non riescono a cogliere. A dire il vero, c’erano dei momenti in cui Memory aveva la sensazione che la ragazza quasi si rifugiasse in quei discorsi, che esaltavano la logica babbana ed escludevano la magia. Se non fosse stato per la quasi impercettibile incertezza nella voce di Gwen, avrebbe anche potuto pensare di sbagliarsi. Ma quell’incertezza sembrava proprio esserci alle orecchie della ragazzina, mimetizzata dall’entusiasmo e schermata di tanto in tanto da un “ma in fondo non so proprio tutto dell’argomento”. Memory sorrideva e rimandava ad un momento migliore l'impulso di chiedere se andasse tutto bene.
Anche allora, quasi giunte a destinazione, Memory sorrise. Anche perchè era divertente pensare alla Luna che arrossisce. E istintivamente, tirò su la mano in cui portava un nuovo anellino, piegando le dita in modo da incontrare il suo complementare indossato da Gwen. Sole e Luna ad incontrarsi tramite la vicinanza tra le ragazze: era un tentativo di manifestare all’amica che in fondo apprezzava la sua passione verso le dinamiche di quel meraviglioso fenomeno.
Si inoltrarono quindi nello sfavillante ingresso. Immediatamente il naso di Memory si indirizzò al cielo. O meglio all’incredibile volta che li ricopriva e che al tempo stesso permetteva di individuare la Luna nel suo viaggio notturno. Solo dopo aver osservato con grande stupore i curiosi tasselli, tornò a guardarsi intorno a minori altezze, rimandando il momento in cui avrebbe provato ciò che essi permettevano di sperimentare.
Anche “a terra” era tutto splendido e ogni banchetto colpiva e attirava per il proprio allestimento perfettamente integrato con tutte le decorazioni, seppure ciascuno mantenesse la propria identità. In sottofondo le note degli Hobgoblins completavano il tutto, favorendo una completa immersione fin da subito.
Memory accolse il suggerimento di Gwen e insieme si avvicinarono al banco di Zarathustra. Ancor prima della dimostrazione, Memory fu attratta dalla Coppa Lunare.

• • RITUALE • •

Di colpo Memory ebbe la sensazione che qualcosa nell’aria fosse cambiato. No, non era l’aria in se’: erano i movimenti di una figura dalle larghe spalle, che camminava con un passo del tutto peculiare; celato da una cappa rossa, sembrava comandare la musica; o era la musica che si adattava e lo seguiva. Era la musica stessa che, svanita l’immagine dell’uomo oltre i teli rossi ancora distesi, si fermò.
Un suono acuto. Alla sensazione, distante come se fosse antico. Un verso e delle ali di fuoco.
Nel momento in cui le guide avrebbero dato l’avvio al percorso interiore, la musica ne avrebbe seguito il senso, modulata abilmente dagli Hobgoblins in favore di ogni astante.
Memory osservò i movimenti di ciascuno. La sacerdotessa per prima; i suoi Aruspici a seguire; altri partecipanti a quella serata; la sua Gwen… Incrociò il suo sguardo con impotenza. Fu una sorpresa non riuscire a decifrare ciò che l’amica celava dietro la piega delle palpebre. Non le venne alla memoria di aver già avuto una difficoltà simile, non certo con Gwen! Le provocò dolore sostenere lo sguardo dell’altra, tuttavia non riuscì a staccarsene. E quando lei lo distolse per prima, Memory seguì con gli occhi il righello dall’aria parecchio vissuta, i passi della ragazza e la sua offerta.
Deglutì, riavendosi finalmente, ma non si sentì ancora pronta. Temeva e dubitava ancora di se e di ciò che si apprestava a lasciare. Non era niente agli occhi dei più. Le dita sfiorarono i solchi sulla superficie, mentre la ragazzina lasciava ancora che fossero altri a muoversi verso l’altare. Con la mente persa in quel giorno di sole, in cui le onde spumavano delicatamente lungo la riva, vagò nel ricordo del gioco con Lucy, delle corse e di quello scambio tra bambine. Abbassò lo sguardo sul palmo in cui ora la conchiglia poteva essere colpita dalla luce di quella notte.
Era il momento. E allora anche lei si mosse. I passi, ancora incerti all’inizio, si allungarono e si fecero più convinti a mano a mano che Memory si avvicinava all’obelisco. Appoggiando ciò che per anni le era appartenuto, lasciava che la sua infanzia mutasse; lasciava che la profonda amicizia che la legava a Lucy rappresentasse il filo che l’avrebbe sempre tenuta salda con il suo lato Babbano. Ma con quel dono, intendeva suggellare la propria evoluzione e fare spazio a chi e a tutto ciò che ancora le riservava il suo lato Magico.
Allontanandosi poi, avrebbe cercato lo sguardo di Gwen per sorriderle.

The moon will guide you through the night with her brightness, but she will always dwell in the darkness, in order to be seen.
© CODE BY SUGUNI

Interazioni con Gwen (concordate)

Dallo stand di Zarathustra:
✔ OCCHIALI FELINI (18G)
✔ COPPA LUNARE (21G)

Ultimo paragrafo per il Master: l’offerta di Memory è una conchiglia che le è stata donata dall’amica Babbana quando erano bambine.

view post Posted: 8/7/2023, 10:23     L'altro lato del negozio - Diagon Alley
Memory MacWood
«dettagli…
…nemmeno troppo interessanti»

Erano queste le parole della donna, che aveva colto entrando nella stanza. Parole con cui cercava di capire su cosa avesse orientato il discorso la sua amica. Ma la loro ospite spostò l'attenzione e Memory dovette rimandare. Anzi, si fece più attenta a ciò che poteva succedere con l'intruglio che lei stessa aveva osato servire.
I complimenti della donna e le lusinghe arrivarono alle sue orecchie, ma la ragazzina se li fece scivolare via. Si impose di mantenere una maschera sorridente, il più possibile compiacente, mentre con tutti i sensi cercava di tenersi all'erta e guardinga. Cercò di tenere d'occhio i gesti della donna e i bicchieri. Osservò le movenze del topolino e quel suo annusare…
*Topaccio impertinente. Cos'avrai da annusare tanto?*
Cominciò a temere che l'olfatto del topo, probabilmente più sviluppato di quello della vecchia, l'avrebbe tradita. Quindi cercò una scusa per spostare l'attenzione della donna:
La prego signora, il primo bicchiere spetta a lei.
E spostò un po' il vassoio più verso la vecchia ospite, accomodandosi poi di nuovo al fianco della sua amica. Ma la signora sembrava aver ancora da tergiversare.
Memory continuò a sorriderle, finchè il sorriso le si gelò sul volto in una paresi che cercò di nascondere voltandosi verso Gwen. Quella risata la fece rabbrividire, ma immediatamente si costrinse a reagire. Lei sapeva che avevano ancora una possibilità nell'intruglio e guardando la sua compagna distese di nuovo le labbra. Voleva sperare di rassicurare la sua amica, augurandosi che potesse intendere una nota di ottimismo nel suo sguardo. Però non osò indugiare in alcun segno ulteriore e tornò ad occuparsi della donna, del topo e della bevanda.
Pur dialogando con i suoi modi dubbi, la donna prese finalmente uno dei bicchieri, sorbendone il contenuto. Memory non osò muovere un muscolo, né battere le palpebre nella speranza di veder il piccolo roditore imitare la sua padrona: forse il fatto che lei si fosse fidata, avrebbe indotto anche lui a far lo stesso.
Tuttavia l'incalzare della vecchia esigeva delle risposte e Gwen fu pronta a proseguire sulla linea che aveva intrapreso. Perciò Memory fece ben attenzione a non intervenire se prima non avesse colto ogni possibile dettaglio dalle parole e dal tono dell'amica. Si limitò ad annuire, fino a complimentarsi mentalmente per la sua prontezza di spirito.
La donna sembrò seguire con altrettanto interesse le spiegazioni di Gwen. Memory, che ancora osservava critica, si chiese se fosse solo per poter trovare qualche altra lacuna a cui appigliarsi. Quando poi la concasata azzardò alla richiesta della prova, la MacWood cercò di nascondere un lieve sussulto, abbassando il volto a lisciare un'improbabile piega della stoffa che ricopriva la propria gamba. Ma tornò subito a sorridere amabile alla volta della donna e quando Gwen concluse ripeté la constatazione della compagna:
Si, sta a lei decidere. - così, giusto per dare man forte a tutta quella scena, insomma.
Difficile dire con certezza se fossero state credibili, anche perché la donna le invitò a servirsi a loro volta. Memory lasciò che Gwen prendesse la bibita. Forse era dovuto al fatto che lei sapeva cosa contenessero i bicchieri, ma alle sue orecchie l'ennesimo invito della vecchia, accompagnato da quel suo risolino inquietante, risuonò come una subdola sfida. E non era pronta a cedere.
Certo, non voleva nemmeno sacrificare la sua amica, ma alla domanda del tutto innocente, decise di assecondare ancora l'idea che la bevanda fosse innocua:
Finora non ho mai sentito che un po' di te al succo di zucca abbia recato danno ad alcuna creatura.
Lei signora lo sa? Magari con un suo incoraggiamento anche il suo piccolo amico ci farà compagnia.

Sempre con la sua migliore maschera, allungò la mano e anche lei afferrò un bicchiere per sé.
La sua attenzione era distribuita tra le reazioni dei loro ospiti e il bicchiere della compagna; di nuovo il topo che si avvicinava solo per annusare. Al minimo cenno di Gwen ad avvicinare alle labbra l'intruglio, Memory sarebbe balzata in piedi:
Ma tu guarda, il fuoco sembra aver bisogno di essere riattizzato...
Oh Merlino, che maldestra!
Scusa, scusami tanto. Davvero, lascia che ti aiuti…

Fingendo di inciampare contro la stessa Gwen, l'avrebbe maldestramente urtata. Ed essendo un gesto ancora più semplice, le avrebbe rovesciato addosso anche parte del proprio bicchiere. Così sperò che il trambusto avesse dissuaso il topo dalla sua indagine. O magari avesse investito anche lui, fino a farlo cadere muso nel cucchiaio! Inoltre fu un tentativo di essere sicura che la ragazza, e lei stessa nel tentativo di porre rimedio, fossero impegnate in altro e prima che la donna si proponesse di aiutarle.
La sola cosa che nella mente della ragazzina, mentre cercava uno scambio di sguardi con l'amica che aiutava, cominciò a farla temere era che in effetti ancora la bevanda non aveva fatto effetto. Che il sorso fosse stato troppo piccolo? Che non avesse aggiunto abbastanza Sanguinaria? Che avesse sbagliato tutto ponendo fiducia nella miscela improvvisata?



Statistiche
PS: 209/209
PC: 91/94
PM: 126/126
PP: 225
EXP: 22,5

Conoscenze
• Prima Classe: tutta
• Seconda Classe: tutta, tranne Orcolevitas
• Terza Classe: tutti i 'normali'
• Conoscenza teorica dell'Ardemonio
• Innati: Acclario, Aparecium, Ardesco, Illegibilus, Lapsus, Luminarium, Manina, Orchideus, Veronesi, Vitreo.

Inventario
• Bacchetta
• Macchina Fotografica Magica
• Mantello Cinese ripiegato alla meglio in borsa
• Bracciale Yürei
• Bracciocchio
• Anello del Giusto
• Anello con Giada
• Anello Luminoso
• Anello Vegvisir
• Ciondolo Akashita
• Caduceo
• Borsa
• Sacchetto Portagaleoni
• vari pezzi in valuta dei Maghi
• Guanti di Newt Scamander
• Un sacchetto di Api Frizzole
• Una cioccorana già scartata

• Un numero della Gazzetta del Profeta
• Pantaloni Chiari
• Altri indumenti babbani
• 1 Gelatina D'oro

Riassunto
Mem incoraggia la signora a bere, ma cerca di far attenzione ad eventuali sospetti, soprattutto sperando che un olfatto maggiormente sviluppato nel topo non la tradisca. Nel frattempo ascolta con altrettanta attenzione le spiegazioni di Gwen e annuisce fingendo di sapere di cosa si stia parlando. Quando sono costrette a prender ciascuna il proprio bicchiere, cerca il momento migliore per impedire a Gwen e a sé stessa di bere per davvero.

Danni
Caviglia (sinistra) ferita dal Tranello del Diavolo: lacerazione circolare, con lieve emostasi, gonfia, dolorante, infiammata, pruriginosa (-3 PC).

© code by Suguni



N.B. Mi spiace per l'eventuale equivoco nel precedente post, ma Memory non ha fatto ricorso a nessun incantesimo: ha aperto gli sportelli manualmente, ma trattenendo la bacchetta con due dita della stessa mano (fino a riporla, quando è diventata d'impaccio)
Grazie in ogni caso, il reminder ci tornerà sicuramente utile.
view post Posted: 26/3/2023, 10:43     L'altro lato del negozio - Diagon Alley
Memory MacWood
L’ammissione delle proprie ridotte capacità suonò male alle orecchie di Memory, che non credette del tutto al repentino cambiamento di registro della donna. Tuttavia non mostrò la sua incredulità, anzi fece ricorso ad una maschera di compassione. Certo, lontanamente provava davvero dispiacere per l’anziana: era certa che a modo suo fosse sincera almeno sul fatto che non poteva star dietro alla gestione di una grande casa. Passò ad un genuino sorriso di comprensione, quando la invitò a sostituirla nelle buone pratiche dettate dall’ospitalità.
Ne sarei lieta, davvero.
Non deve preoccuparsi di nulla, ci penserò io. Col suo permesso, saprei già dove andare.

E non finse nell’essere così volenterosa. Dirigendosi verso l’altra stanza, lasciò il suo posto con uno sguardo a Gwen, augurandole mentalmente di cavarsela e restare guardinga con la donna. Aveva accettato troppo facilmente la loro storia improvvisata, secondo le impressioni della ragazzina. Dal canto suo, sperava che allontanandosi avrebbe avuto un attimo per pensare a come arrivare a quel ciondolo, che tanto le sembrava essere l’oggetto della loro missione.
Oh, che carino.
Vieni, mi sarai di compagnia
- aggiunse poi, quando sotto l’arco che introduceva alla cucina, si accorse del piccolo amico che le sgambettò di fianco.
Dunque, che ne pensi se cominciamo da questo? - conversò col piccoletto, che, se avesse voluto, con pochi balzi avrebbe potuto prender posto sul tavolo, dove lei cominciò a gestire ciò che giudicava occorrerle. Dispose infatti un ampio vassoio davanti a sè, dopo averlo separato da una pila di stoviglie ammonticchiate. Era patinato, opaco, con evidenti segni di ossidazione che celavano una brillantezza che forse un tempo c’era stata; difficile specchiarsi sulla superficie metallica, ma la ragazzina non fece commenti negativi ad alta voce. Anzi, in circostanze diverse, si sarebbe immediatamente offerta di rimettere a posto a beneficio degli abitanti di quella dimora. Ma il pulsare della caviglia ad ogni passo, le ricordava il modo poco accogliente di introdurre lei e Gwen in casa e per questo manteneva un certo sospetto. Preferì dunque adoperarsi per finire alla svelta il lavoro per il quale erano lì, semmai ne avesse avuto una vaga opportunità.
E’ buono dunque il tuo biscotto, mi pare di capire. Di’ un po’, tu cosa preferisci? Il succo di zucca oppure scaldarti con un sorso di tè? - chiese al topolino, senza davvero aspettarsi una risposta. E proprio per questo, cominciò ad aprire una alla volta le ante dei pensili, incrostate di grasso e sudicio. Non che fosse felice di prendere contatto con quelle superfici, ma considerava migliore un’azione rapida e magari soffermarsi piuttosto quell’istante in più nello scrutare il contenuto di ciascun vano. Così, con la destra, che non aveva ancora lasciato la presa sul Larice con le tre dita e il pollice in opposizione, con l’indice imprimeva il movimento che permetteva di portare alla vista l’interno dei mobiletti.
Eccoli! - trillò quando vide le confezioni di Succo di Zucca.
Ne portò una più vicino al tavolo e lesse sulla confezione: un inevitabile riflesso dettato dallo stato di poca grazia in cui si trovava tutto là dentro. Sarebbe stato inaspettato se si fosse rivelato non ancora del tutto vecchio:

Non è ghiacciato, ma potrebbe ugualmente esser buono. Che ne pensi? - propose al piccolo roditore.
Oltretutto direi che oggi non è affatto una giornata particolarmente calda, quindi ce lo gusteremo anche ad un'altra temperatura.
Qui abbiamo tre bei bicchieri e per te… Direi che potremmo ricorrere a questo grande cucchiaio qui. Così dovresti esser più comodo.

Chiacchierava gioviale con la piccola creatura, intanto che recuperava ciò che poteva tornare utile, sia dal mucchio sul tavolo, sia dallo scaffale che aveva scoperto.
E in quello scaffale, nel suo avanti e indietro non vide solo il succo di zucca.

Sai cosa penso? Perchè accontentarci, quando possiamo avere entrambi? Io dico che visto che i visitatori qui non si vedono spesso, allora approfittiamone oggi e osiamo un po’. Preparerò la ricetta speciale della mia bisnonna. Lei si chiama Mary, sai e un po’ per farci sorridere, un po’ per farci sentire delle piccole donne, preparava per la mia amica Lucy e me il suo speciale Bloody-pumpkin-Mary
-In realtà la ragazzina stava di nuovo improvvisando. Ciò che aveva scoperto tra le boccette sullo scaffale le fece tornare in mente un’altra preparazione; una di quelle su cui aveva studiato nei sotterranei di Hogwarts. Ed ora doveva prendere tempo per provare a realizzare la sua idea, per quanto audace le sembrasse.
Comincerò col preparare il tè, che ci servirà dopo. Avremo quindi una bevanda calda così avremo più tempo da trascorrere insieme mentre aspettiamo di sorseggiarlo a mano a mano che si raffredda. - Allora decise di mettere da parte la Bacchetta, infilandola al di sotto della manica sinistra, rivolgendo un pensiero anche al fatto che questo avrebbe potuto tornare a suo favore, se avesse indotto il suo piccolo testimone a vederla meno sulla difensiva. Con destrezza, infilò con un dito il colino dell’infusione e con la stessa mano sinistra, in un solo gesto veloce si avvicinò e afferrò la boccetta sulla quale aveva appena visto in una grafia sottile la parola ‘Sanguinaria’. Doveva cercare di seguire il flash, un ricordo dei sotterranei in cui si era trovata a rimestare la pozione Addormenta Draghi. Con l’altra mano, allo stesso tempo aveva preso il barattolo del tè. Cercando di sfruttare anche la sua altezza, sperò di coprire il suo gesto anche con la sua ingombrante testa. Si pose a schermo del contenitore di diffusione, appoggiandolo sul piano davanti alla sua pancia e dando le spalle al topo; lasciò che una manciata di piccoli pezzi della pianta cadesse nel filtro. Doveva essere il più possibile rapida e si augurò di aver azzeccato una dose sufficiente, che immediatamente coprì con i pezzi di foglie di tè. Con accortezza, avrebbe messo via alla svelta e di nuovo camuffando i gesti rapidi.
Prese il bollitore e lo riempì d’acqua al lavabo. Avrebbe fatto una velocissima smorfia a labbra serrate, mentre si chiedeva se almeno quell’acqua era fresca e potabile.
Azzardando nel fingere che tutto fosse normale, sarebbe tornata alla mensola:
Ecco qui, questo darà il tocco finale. - disse mostrando la boccetta con su scritto ‘Menta’ al topolino; avrebbe attirato su di essa la sua attenzione, appoggiandola di fianco al vassoio per qualche secondo. Si sarebbe mossa al piano di lavoro, come cercando un cucchiaino, tornando subito al tavolo, dove già aveva visto poco prima si trovassero. Ne prese uno, afferrando nuovamente la menta e mimando una precisa misurazione, avrebbe aggiunto i pezzi essiccati nel colino, sopra quelli del te.
Mentre agiva non avrebbe smesso di parlare, fingendo e mantenendo lo stesso tono di poco prima, anche se il suo cuore aveva accelerato i battiti:

Anche nonna Mary abbina sempre dei biscotti a questo suo speciale tè. Dice che non c’è abbinamento migliore che un tè aromatico insieme a dei biscotti fragranti. Soprattutto quando contengono anche del cioccolato.[color] Intanto avrebbe continuato a muovere le mani in modo da riporre i due contenitori e dopo affaccendarsi -anche un po’ esagerando per dissimulare- con i bicchieri, il cucchiaio da portata e la posizione di ciascuno sul vassoio.
[color=543030]Anche il modo in cui presenteremo il tè dovrà essere accattivante, non credi? - chiese al topolino, mentre aspettavano che il liquido arrivasse al bollore.
Al fischio di avviso avrebbe recuperato il bollitore, nel quale rapida avrebbe tuffato l’altro, preparato per la diffusione di essenze e aromi.

Ecco fatto.
Adesso, fuori dal fuoco, aggiungeremo una parte di succo di zucca. Una bella rimestata e avremo il nostro Bloody-pumpkin-Mary.
Non ci resta che portare tutto di là.

Avrebbe preso il vassoio con la destra e aiutandosi con l’avambraccio. Aveva il suo peso, gravato dalle stoviglie, ma almeno erano ancora vuote e disposte in modo da distribuire il carico. Fece delle prove per saggiare bene il tutto e accertarsi di poter camminare mantenendo tutto in equilibrio fino all’altra stanza. Così preparata, avrebbe potuto prendere dal manico la teiera, con la sinistra. Quindi tornare nel salotto.
Ho pensato ad una bevanda speciale, insegnatami dalla mia bisnonna. Avremo modo di farci compagnia per più tempo, perchè col suo calore e con il camino acceso, insieme ai biscotti mi sembra perfetta. Mentre spiegava, avrebbe sistemato ogni cosa sul tavolinetto, facendo attenzione a non versare l’infuso caldo e a non rovesciare l’intero vassoio. Non era una provetta casalinga, ma era vero dopotutto che c’erano stati pomeriggi freddi nei quali aveva servito lei il tè nel salottino della nonna, ad Irbhinn, con i biscotti dolci al punto giusto e profumati di cannella e burro, preparati dalle mani sapienti di nonna Mary.
Da ultimo, avrebbe versato in ogni bicchiere e nel grosso cucchiaio il liquido arancione scuro, fumante seppure stemperato dal succo di zucca che era a temperatura ambiente. Un piacevole profumo di menta si sarebbe espanso fino alle narici.

Spero di essere stata brava.
Avrebbe sorriso alla donna, pronunciando l’ultima frase. Era del tutto sincera, dimenticando per un attimo ciò che aveva tentato subdolamente di fare. Ma rimettendosi a sedere, vicino alla sua amica evitando di guardarla, se ne sarebbe ricordata e istintivamente avrebbe saggiato la sua rassicurante Bacchetta al di sotto del tessuto che le copriva il braccio sinistro.

Statistiche
PS: 209/209
PC: 91/94
PM: 126/126
PP: 225
EXP: 22,5

Conoscenze
• Prima Classe: tutta
• Seconda Classe: tutta, tranne Orcolevitas
• Terza Classe: tutti i 'normali'
• Conoscenza teorica dell'Ardemonio
• Innati: Acclario, Aparecium, Ardesco, Illegibilus, Lapsus, Luminarium, Manina, Orchideus, Veronesi, Vitreo.

Inventario
• Bacchetta
• Macchina Fotografica Magica
• Mantello Cinese ripiegato alla meglio in borsa
• Bracciale Yürei
• Bracciocchio
• Anello del Giusto
• Anello con Giada
• Anello Luminoso
• Anello Vegvisir
• Ciondolo Akashita
• Caduceo
• Borsa
• Sacchetto Portagaleoni
• vari pezzi in valuta dei Maghi
• Guanti di Newt Scamander
• Un sacchetto di Api Frizzole
• Una cioccorana già scartata
• Un numero della Gazzetta del Profeta
• Pantaloni Chiari
• Altri indumenti babbani
• 1 Gelatina D'oro

Riassunto
Mem accetta la proposta della cucina. Inaspettatamente fa una scoperta che le suscita l’idea di sfruttare la situazione. Rimane guardinga verso il topolino, memore di come le aveva abbandonate nel giardino, ma cerca di ottenere un infuso che “addormenti” i poco accoglienti abitanti della casa. Ha dovuto separarsi da Gwen, ma confida che entrambe se la possano cavare.

Danni
Caviglia (sinistra) ferita dal Tranello del Diavolo: lacerazione circolare, con lieve emostasi, gonfia, dolorante, infiammata, pruriginosa (-3 PC).

© code by Suguni
view post Posted: 4/12/2022, 13:27     Il Ghirigoro - Diagon Alley


L'ultima volta che era stata lì si era presa del tempo per dare un'occhiata alle novità e alle pubblicazioni più curiose.
Questa volta non aveva tanto tempo a disposizione, si trovava al negozio di libri per uno specifico acquisto, a cui teneva. Si era appassionata alla lettura delle diverse pubblicazioni di quell'autore e non poteva farsi scappare l'ultima uscita.
Buongiorno.
Sono qui per una copia del nuovo libro di Viktor Haunt.
Sa, per la mia collezione. Ho già gli altri suoi libri: dei capolavori.

Mentre il suo acquisto veniva confezionato, lei già fantasticava su quanto avrebbe trovato all'interno, le meravigliose foto di ogni luogo, le leggende e le storie curiose.
Oh, grazie davvero.
Mentre prendeva il suo pacchetto le cadde lo sguardo sui quotidiani
Per favore, posso avere anche l'ultimo numero di "Quidditch"?
Pagò il dovuto e salutò allegramente, con un arrivederci alla prossima occasione.


Memory acquista:
"Castelli Stregati del Mondo Magico" di Viktor Haunt
e l'ultimo numero del quotidiano "Quidditch".

view post Posted: 28/11/2022, 00:00     Adotta una Mandragora - Giardino
Memory MacWood
Tassorosso | 12 anni | II anno |

QTeqC6a
Rimirò ancora il suo omino di Mandragora, ora dotato di cordino. Tanto valeva indossare subito l’Homunculus appena realizzato. Quindi infilò la testa all’interno della grande asola e poi fece passare l’opera al di sotto della blusa.
Prima di tornare al tavolo principale, Memory con un sorriso riprese dal piano su cui lo aveva appoggiato, il suo sacchetto acchiappasogni fatto da Gwen. Era contenta che ciascuna delle ragazze avesse apprezzato il suo piccolo dono e accolse lo scambio da parte della sua amica con genuino entusiasmo, rassicurandola che era venuto benissimo. Aveva poi ricambiato con trasporto il tenero abbraccio di Helena. Annusò attraverso la stoffa e di nuovo un sorriso le affiorò alle labbra, ripensando a Gwen che mostrava i segni sulle dita del suo destreggiarsi nel cucito: Memory lo avrebbe tenuto da conto come un piccolo tesoro.

Potatura Cercò le altre Mandragirls e le raggiunse al tavolo che era stato mutato per il travaso. Tutto il materiale utile per seguire la teoria era stato riposto. Adesso divenivano protagoniste le piante poste davanti a ciascun partecipante, insieme agli zaini in cui avrebbero trovato tutto l’occorrente alle operazioni pratiche. Indossò anche lei il grembiule di un giallo scuro e a tratti sbiadito. Scambiò uno sguardo con Helena, chiedendosi se anche lei stesse pensando a quanto erano terrificanti quei colori e subito fu attirata dalla voce di Gwen che le indicava la scritta che si attorcigliava tra le fibre del tessuto formando il suo nome. «Anche sul tuo…» - era sorprendente anche se l’avevano visto succedere a quello dell’insegnante. La voce di Gwen squillò di nuovo e Memory si girò di scatto a guardarla, come se avesse percepito una nota stonata. Anche nei suoi occhi le sembrò di cogliere un’ombra, ma decise di assecondare il momento di ironia che aveva deciso di impostare. Si unì, facendo eco al commento di Helena: «Manca solo che oltre ad essere bruttina sia anche puzzolente!»
Si apprestò a seguire le indicazioni dell’insegnante.
Prima di tutto esaminò le foglie della piantina che aveva di fronte, una ad una. Alcune avevano delle macchie scure e un paio erano sottilissime e raggrinzite. Memory impugnò le forbici e con decisione eliminò per prime proprio queste avvizzite. Poi sfoltì anche quelle chiazzate, poichè restavano foglie a sufficienza per garantire il nutrimento della pianta. Proprio come aveva spiegato la professoressa, non dovevano esagerare, perciò Memory lasciò le foglie più verdi a formare il piccolo ciuffetto.

Travaso Calzò i paraorecchie, facendo attenzione che aderissero perfettamente. Non sentiva più sussurri e mormorii diffusi nella sala. Non poteva più distinguere nettamente la professoressa, nel caso avesse aggiunto ancora qualche dettaglio. Piuttosto Memory, riepilogò nella mente l’ordine di ciò che doveva fare. *Afferrare. Tirare. Travasare.*
Memory pose un po’ del terriccio preparato apposta per quelle piantine malconce dentro il vaso che avrebbe accolto la piantina. Con la sinistra sistemò i granuli e fece una piccola fossetta, quasi una culla. Mentre afferrava il ciuffo di foglie, sentì montare un suono ovattato. D’istinto allentò la presa e sollevò lo sguardo per capire cosa stesse succedendo. Resistette al naturale gesto di abbassare l’oggetto che ostacolava ai suoni di raggiungere limpidamente i suoi timpani, soprattutto perchè notò qui e lì gli assistenti affaccendarsi per soccorrere qualcuno che aveva ceduto agli strilli che adesso aleggiavano all’interno della serra. In effetti Memory ne udiva una sorta di eco, forse perchè erano tante a strillare tutte insieme. C’era qualcosa nel fondo di quegli stridii, un lamento profondo. Pensò che sarebbe stato meglio darsi una mossa, prima che la suggestione crescesse così tanto da far svenire anche lei.
Tornò ad afferrare la sua piantina e tirò con fare sicuro, per non rischiare che l’esitazione spezzasse le foglie rimaste integre. Nel momento in cui emerse dalla terra, la radice si presentò piangendo e facendo smorfie che la rendevano ancora più grinzosa. Memory provò a vedere se anche le altre avevano conosciuto le proprie. Incontrò Hel nell’intento di avvicinare le due radici e capendo le intenzioni della ragazza, accompagnò la sua in quella conoscenza. Sembrò servire a ben poco per entrambe le piangenti e Memory facendo spallucce, indicò ad Helena il proprio vaso, per farle capire che non c’era altro da fare per consolarle se non infossarle nuovamente.
Dopo tutto quel piagnucolio in sottotono, le aveva raggiunto il cervello, paraorecchie o meno. Carezzò con un dito la radice, mentre cercava di rassicurarla: «Tranquilla, so che mi senti. Vedrai che tra poco andrà tutto bene. Ci penso io a te.»
Mentre con la mano destra la poggiava sulla terra preparata nel vaso, con la sinistra la accompagnò a prender posto. Trattenendola quindi, andò subito ad afferrare la paletta e un po’ alla volta aggiunse terriccio fino a ricoprire ogni parte della radice. Allargò lievemente la piccola rosa di foglie e ne spolverò le superfici su cui era finito il terriccio, riportando in evidenza il verde brillante. Si sentì soddisfatta, sembrandole di non sentire più piangere la piantina davanti a lei. Per sicurezza seguì l’esempio di Gwen e aspettò a togliere le cuffie.
Adotta una mandragora
view post Posted: 20/11/2022, 12:21     +1Hogwarts Advent Calendar - Sala quiz e concorsi
Nome utente: Memory
Nome Cognome PG: MacWood
Casata di appartenenza: Tassorosso
Ruolo: Studentessa II anno
view post Posted: 14/11/2022, 23:46     L'altro lato del negozio - Diagon Alley
Memory MacWood
Memory si mantenne all’erta, mentre la donna sembrò annusare l’aria cercando di scovarla. Si ostinò a restare ancora coperta. Del resto non le sembrava il momento opportuno per sollevare teatralmente il mantello fino a che l’angolo inferiore dell’orlo avesse descritto una parabola nello spazio d’avanti alla sua faccia e gridare sorridente: “CU-CU’,,
Piuttosto ne osservò ogni movimento, concentrata e con gli occhi su quella bacchetta che sferrava di qui e di lì. Non sembrava avere l’intenzione di precederle nel salotto e Memory sentì il bisogno di conferme dalla sua amica. Allungò una mano protetta dal velo di pregiato tessuto, fino a sfiorare il braccio della compagna a cui si era posta di fianco. Solo se le avesse dato un qualsiasi segno di assenso, avrebbe capito che era d’accordo perché anche lei si palesasse. E allora lo avrebbe fatto, con lentezza e sempre con gli occhi puntati verso quelli della donna che avrebbero potuto cogliere ogni gesto col quale la ragazzina, in silenzio sarebbe riapparsa, ripiegato il mantello e riposto nella sua tracolla. Non era un sguardo di sfida, solo attenzione: doveva ancora capire quanto fidarsi. Quindi, sempre sotto lo sguardo della donna, che sembrava non volerle perdere di vista neanche per un secondo, avrebbero obbedito raggiungendo il divano. Sedendosi sentì uno spasmo alla caviglia sotto le bende.
Il divano si rivelò tutt’altro che comodo, ma tutto sembrò avere una nuova prospettiva. Quando anche la donna prese posto vicino a loro, Memory allargò la sua visuale a seguire anche i movimenti del topolino. Almeno in una cosa ci aveva visto giusto: gli piacevano i dolci. Anche questi poco invitanti offerti alle due ragazzine.
Quasi subito dopo essersi seduta, ecco la donna riattivarsi per armeggiare con il tappeto davanti al camino. Memory sollevò un sopracciglio e si morse il labbro inferiore. In quell’istante un ciondolo scivolò dal petto della donna; sembrò volersi mettere in mostra a beneficio delle giovani ospiti. Memory si volse lentamente a cercare lo sguardo di Gwen, chiedendosi se stesse avendo anche lei la stessa sensazione che a lei fece sollevare i peletti sugli avambracci.
Fu allora, senza il minimo tentativo di nascondere il gioiello, che la donna si rivolse nuovamente alle due ragazzine. Di nuovo chiedendo cosa erano venute a fare.
Memory sollevò il petto in un profondo sospiro. L’aria era allettante tanto quanto i pasticcini, ma alla ragazzina servì staccare con quella pausa. Allungò la mano sinistra sugli squallidi biscotti. Senza star lì a scegliere, ne prese uno e assunse una seduta migliore sul bordo del divano, il corpo leggermente rivolto verso la figura della donna, la mano armata in riposo sul ventre, con la presa salda a custodire e a trarre forza dal suo Legno.
Siamo qui in missione. - disse con tutta calma e liberando infine un bonario sorriso.
Guardò Gwen: Vero Gwen? e avrebbe lasciato qualche attimo all’amica per aggiungere qualcosa. O forse solo per riprendersi dallo shock e decidere se seguirla su quella incerta strada.
Vede, eravamo a Diagon Alley, a far spese. In uno dei negozi abbiamo chiesto se conoscessero qualcuno che potesse aiutarci con l’attività extra-scolastica che ci hanno assegnato. Gesticolava, muovendo la mano con il biscotto da una parte e dall’altra.
In realtà il compito consiste proprio nel passare un po’ di tempo con chi di solito ha poca compagnia. Ci hanno indicato la sua casa e… eccoci qui. Riappoggiò il polso della mano col biscotto di nuovo sulla coscia. E di nuovo sorrise alla signora. Abbiamo conosciuto il suo famiglio già in giardino. Allungò l’arto e offrì il biscotto in direzione del topolino: Sei davvero molto carino.
Camuffare la verità non era proprio come mentire. O no?



Statistiche
PS: 209/209
PC: 91/94
PM: 126/126
PP: 225
EXP: 22,5

Conoscenze
• Prima Classe: tutta
• Seconda Classe: tutta, tranne Orcolevitas
• Terza Classe: tutti i 'normali'
• Conoscenza teorica dell'Ardemonio
• Innati: Acclario, Aparecium, Ardesco, Illegibilus, Lapsus, Luminarium, Manina, Orchideus, Veronesi, Vitreo.

Inventario
• Bacchetta
• Macchina Fotografica Magica
• Mantello Cinese ripiegato alla meglio in borsa
• Bracciale Yürei
• Bracciocchio
• Anello del Giusto
• Anello con Giada
• Anello Luminoso
• Anello Vegvisir
• Ciondolo Akashita
• Caduceo
• Borsa
• Sacchetto Portagaleoni
• vari pezzi in valuta dei Maghi
• Guanti di Newt Scamander
• Un sacchetto di Api Frizzole
• Una cioccorana già scartata
• Un numero della Gazzetta del Profeta
• Pantaloni Chiari
• Altri indumenti babbani
• 1 Gelatina D'oro

Riassunto
Mem interpreta come un consenso la stretta di Gwen e si scopre. Seguono entrambe l'ordine della donna di accomodarsi. Alla vista del gioiello, emerge la sensazione che si tratti di ciò che stanno cercando: che sia nel giusto o meno, cerca di ingraziarsi la donna, fornendo una sua risposta e augurandosi che Gwen le dia corda.

Danni
Caviglia (sinistra) ferita dal Tranello del Diavolo: lacerazione circolare, con lieve emostasi, gonfia, dolorante, infiammata, pruriginosa (-3 PC).

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