Posts written by Gaelle

view post Posted: 26/4/2024, 17:44     Glimmer - La Capitale del Mondo Magico
Amelia Gin
Moonword
«Non fa bene soffermarsi sui sogni e dimenticarsi di vivere»

► Età:12 ► Corvonero ► Vacanze pasquali 2024

Hogwarts Express. Sulla via del ritorno a Londra.



«Siamo quasi arrivati, Ka. Dovrò liberarti. Lo sai che non puoi venire a casa con me. Però puoi sempre stare dalle parti di Diagon Alley, oppure prova di andare nell’appartamento della nonna… Se è tornata le dico di tenerti una finestra aperta. Vedrai che starai bene e io proverò di lasciarti sempre qualcosa da mangiare sui davanzali delle finestre. Promesso».

Gin parlava con il suo grande gufo nero Ka, che non sembrava particolarmente felice del loro ritorno a Londra. Le vacanze pasquali quell’anno erano arrivate così velocemente che la ragazza quasi non se n’era accorta. Ecco perché la lettera della madre, arrivata qualche giorno prima, l’aveva colta così di sorpresa. E, a dirla tutta, la sorpresa non era solo dovuta alle tempistiche. Erano mesi che non aveva notizie di casa. Ma ecco che, dopo mesi di silenzio, una piccola lettera semplice, senza fronzoli era arrivata dalla madre. L’aveva trovata qualche sera prima sulla sua scrivania in camera da letto, quindi non aveva idea di come fosse arrivata. Immaginava non per gufo, dato che non era a conoscenza di un “gufo di famiglia”. E comunque non credeva che sua madre fosse capace di affidare ad un gufo qualcosa. Adesso che ci pensava, la madre odiava i volatili, o no? Gin non ci aveva mai pensato, né prestato attenzione. Era proprio vero che i babbani tendono a non accorgersi di certe cose. Da quando era andata ad Hogwarts aveva come la sensazione di essersi “svegliata” da un sogno.

“Ti aspettiamo a casa per Pasqua, non vediamo l’ora di riabbracciarti”.

Poche parole, nessuna firma, una certa leggerezza. La grafia era inequivocabile.

Possibile che la madre si fosse infine decisa ad accettare la scuola della figlia e la sua natura di strega? Possibile che quello fosse un modo per recuperare un rapporto che era sempre stato piuttosto superficiale? Era stato forse il padre ad intervenire? Gin si era arrovellata con quelle domande per tutta la notte. Da un lato trovava strano l’improvviso messaggio della madre, dall’altro era tipico di lei -la madre- fare finta di niente di fronte a situazioni che non le piacevano.


Gin aveva deciso di andare in fondo alla questione. Aveva fatto il baule e si era messa in viaggio, pronta ad affrontare la questione non appena ne avesse avuto l’occasione. Anche della nonna Cent, nessuna nuova traccia. La madre sicuramente sapeva qualcosa di più e Gin, questa volta, le avrebbe fatto una domanda diretta. Senza contare che sicuramente la nonna aveva lasciato qualche indizio nel suo appartamento.


Londra, ore 8:45



Toc toc! Toc toc!
Gin stava ancora dormendo nel suo letto londinese. Il ticchettio che avrebbe potuto distintamente sentire, se solo fosse stata un pochino più sveglia, era del suo gufo Ka, che veniva a reclamare attenzioni e cibo.
Toc toc! Toc toc!

«Arrivo, arrivo» disse infine assonnata, aprendo gli occhi. La sveglia sul comodino diceva che erano le 8:45. Non così presto come avrebbe voluto. La sera prima era stata come una doccia fredda: non appena aveva messo piede in casa, la madre le aveva comunicato che sarebbero andati in Francia dai nonni paterni già il giorno dopo, per passare con loro la Pasqua. L’atteggiamento della madre era stato il solito: leggero e sostanzialmente gioioso, come se nulla fosse accaduto. Come se HOGWARTS non fosse mai accaduta.

Nonostante tutto, Gin le aveva chiesto se sapeva dove fosse la nonna, ma la madre aveva detto che non ne sapeva nulla e le aveva rifilato talmente tante commissioni che Gin non aveva avuto altro tempo per pensare ad un piano per salire nell’appartamento della tanto amata nonna. Era andata a letto frastornata dalla delusione e dalla quantità di cose che la madre le aveva chiesto di fare, dimenticandosi oltrettutto di lasciare la finestra un po’ aperta per Ka.


La piccola Gin si stropicciò gli occhi e si tirò su dal letto, trascinando il passo come a voler dimostrare con le sue azioni quanto tutto non stesse andando secondo i suoi piani. Aprì la finestra e tentò di accarezzare la testa di Ka che, per tutta risposta, le diede un piccolo morso.

«Eddai, nemmeno per me è facile, sai? Scusami, mi sono dimenticata… Senti… adesso che andiamo via, in Francia, vedi tu cosa vuoi fare. Forse potresti tornare ad Hogwarts e startene lì fino al mio ritorno. Oppure ci vediamo a casa dei nonni fra qualche giorno…»

Mise sul davanzale una manciata di biscottini per gufi e procedette a vestirsi. Sperava che Ka non l’avrebbe abbandonata, ma non voleva nemmeno obbligarlo a farsi un viaggio tutto solo. Non poteva di certo pensare di portarselo in treno in gabbia. La madre sarebbe diventata matta al solo pensiero! Senza contare che lei non sapeva dell’esistenza di Ka.

Cinque minuti dopo Gin era già pronta. Andò in cucina dove una scoppiettante mamma sembrava essere parecchio indaffarata.

«Ma buongiorno, Amy! Ce l'hai fatta a svegliarti, finalmente. Forza, muoviti a fare colazione, poi voglio che finisci i bagagli. Dobbiamo partire subito dopo pranzo, se no facciamo tardi per la cena, e i tuoi nonni non ne sarebbero contenti.»
Le parole la investivano come una tormenta. *Mi sto appena svegliando, cavoli!* pensò.

«Sì, ok. Ho quasi fatto» disse, invece, senza grande entusiasmo, sedendosi al tavolo della colazione. Le valigie, comunque, non le aveva nemmeno cominciate. Del resto: era appena arrivata, e già doveva ripartire. *Perchééééééééé?* si chiedeva.
«Se ti fossi alzata prima ne avresti trovato di più»
«Non ho molta fame non preoccuparti, va bene quello che c’è» rispose Gin, mangiando meccanicamente quello che aveva di fronte. Non aveva prestato molta attenzione alla situazione della stanza e della tavola. Immaginava che il padre fosse già uscito, come di solito. E vedeva la madre andare e venire, come di solito.
«Allora Amy, che mi racconti? Hai conosciuto qualcuno di interessante a scuola? Un amichetto speciale, magari? Sarebbe bello se un giorno, magari in estate, invitassi a casa qualcuno dei tuoi compagnetti!»
Ecco quella era una frase che poteva risvegliare Gin dai suoi pensieri!

«Eh?» rispose Gin attonita dall’improvviso interesse della madre. Ma si riprese quasi subito, anche se con una certa incertezza. Che fosse quello il momento di tastare un po’ meglio il terreno?
«Beh.. perché no, penso che si potrebbe invitare qualcuno una volta…» ma chi avrebbe potuto chiamare? Figurati se Megan o Jean o Edmund sarebbero mai andati a casa sua… lo escludeva senz’altro. Rimaneva soltanto Rosaline, la sua amica di Tassorosso, che però conosceva solo superficialmente. Adesso che ci pensava non le aveva nemmeno detto che sarebbe partita per Pasqua! *Bisognerà che le mandi un biglietto* pensò, così Ka potrà starsene ad Hogwarts tranquillo mentre io sono via.

«In realtà mi sto dedicando molto allo studio… ma, a proposito, sei sicura che nonna Cent non mi abbia lasciato proprio niente? Pensavo che, forse, prima di andare via, sarebbe bene andare a dare una spolverata su da lei. Magari faccio cambiare solo aria, aprendo un po’ le finestre…»

Ecco: aveva lanciato l’amo. Se la mamma avesse detto “ok”, avrebbe finito in fretta la colazione e si sarebbe fiondata di sopra usando la chiave ufficiale appesa nel portachiavi da muro all’ingresso, alla ricerca di una qualche traccia che potesse spiegare dove si era andata a cacciare la nonna. Se, invece, la madre avesse trovato una qualche scusa per dire di no, cosa che si aspettava, sarebbe andata in camera sua con la scusa delle valige e avrebbe usato il vecchio sistema per raggiungere il piano di sopra attraverso le finestre… sempre che la nonna non le avesse bloccate dall’interno….



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Inventario:
• Bacchetta magica in Legno di Salice, con interno di Crine di Unicorno, 10 pollici e tre quarti, ragionevolmente elastica
• Una copia della Gazzetta del Profeta
• Piuma di Pettirosso (+2PM) - Secondo la leggenda il pettirosso inizialmente era di colore grigio-bianco e soltanto dopo un atto d'amore il suo petto si è tinto di rosso. Annuncia l'Inverno, è simbolo di viva speranza. La piuma è raffinata, interamente bianca, al contatto si tinge tuttavia di rosso. Sembra che porti allegria, spensieratezza e buon umore quando si usa per scrivere.
• Matita lestorimedio (+1 PC) - Matita in legno di salice, decorata da una semplice scritta dorata che richiama il logo della Gazzetta del Profeta. All’estremità è dotata di una gomma molto delicata: se strofinata sulla pelle umana, può rimarginare – come cancellando – leggere ferite, ad es. piccoli tagli e scottature non estese (dito bruciato), abrasioni come sbucciature. Valida una volta in Quest / Eventi.
• Ciondolo argentato a forma di aquila ottenuto con la Quest L'Ufficio del Guardiano (+1PC)
• 2 fiale di pozione AguzzaIngegno, ottenute qui

Conoscenze apprese:
• Tutti gli incantesimi della Prima Classe esclusi i proibiti
• Tutti gli incantesimi della Seconda Classe esclusi i proibiti
• Appresi storia della bacchetta magica, Incantesimo di Librazione e Contro-Incantesimo
• Expelliarmus, Flipendo e Rictusempra
• Appresi Incantesimi famiglia Lumos e Nox
• Appresi Incantesimi del Suono
• Appresi incantesimi Expelliarmus, Flipendo e Rictusempra
• Apprese classi della Trasfigurazione ed Evanesco
• Appresi Feles, Feraverto ed Inversum
• Appresi Acutus, Pulvinus, Scabellum, Membrana
• Appresi Teoria della Paura, Molliccio e Riddikulus
• Appreso incantesimo di Confusione o Confundus
• Appreso incantesimo di attacco o Oppugno
• Appresa l'origine della Magia: la civiltà di Atlantide
• Appresi i calderoni, la classificazione di Stuff, le pozioni semplici, complesse, brevi e lunghe
• Appresa la Teoria del Volo
• Appresi i Veleni e gli Antidoti
• Apprese le nozioni base dell’Erbologia e le Giunchiglie Strombazzanti
• Appresa storia e teoria del Quidditch
• Apprese Pozioni Rigeneranti, Appresi Decotto Tiramisù e Decotto al Dittamo
• Appresa Magia e Misteri dell'Antico Egitto
• Appresa la vera storia dell'Olimpo: Circe e Calipso
• Apprese le origini della Scopa
• Appreso il riconoscimento delle piante: somiglianze e differenze tra Frullobulbo e Tranello del Diavolo
view post Posted: 26/2/2024, 14:19     +6L'angolo delle partenze e dei ritorni - News & comunicazioni
Anche per me continua un periodo di generale affaticamento lavorativo e familiare! Ma vi seguo e penso sempre (alcune settimane più di altre, ammetto)! Tra i nuovi studenti e i nuovi corsi, un periodo da disoccupata (carriera universitaria ti soffro molto) e, speriamo, un nuovo contratto (sempre precario ma almeno di 3 anni), ce la farò a tornare e a passare di anno! La piccola Amelia Gin scalpita per crescere ancora un pochino! Questi 12 anni sono ormai un po' indigesti!
view post Posted: 28/12/2023, 11:22     +2L'angolo delle partenze e dei ritorni - News & comunicazioni
Cari, queste feste sono più complicate del previsto!!! Che incubo bello avere una bimba di 4 anni sempre a casa!! Tornerò! A breve spero!
view post Posted: 26/5/2023, 09:36     +3L'angolo delle partenze e dei ritorni - News & comunicazioni
Buongiorno, sappiate che non sono sparita! Tornerò presto! Tengo comunque monitorate quest e Testa di Porco. Mi scuso con chi mi aspetta per le role (avete detto Ed?).
view post Posted: 31/3/2023, 11:53     +2L'angolo delle partenze e dei ritorni - News & comunicazioni
A tutti coloro che stanno aspettando una mia risposta, chiedo venia!! Il periodo è stato intenso, anche troppo. Spero di riprendere le mie attività sul forum a breve!
view post Posted: 24/2/2023, 12:23     L'ufficio del Guardiano - Piano Terra

Amelia Gin Moonword
Ruolo: Stud. Primo anno 12 anni Outfit: pantaloni e felpa Corvonero



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Erano passi quelli che Amelia sentiva avvicinarsi? O era la sua immaginazione? Quanto ci sarebbe ancora voluto a Gazza per tornare? Che strano, in quel momento non ricordava nemmeno più perché se ne fosse andato e perché non l’avesse sorvegliata. Certo, se lui fosse stato presente, lei non sarebbe finita in quel guaio, ma non avrebbe nemmeno potuto trovare il ciondolo. E poi, quell’essere malefico non le sarebbe volato addosso, non le avrebbe tirato i capelli, non le avrebbe morso il dito. O forse si? Cosa importava? Se Gazza fosse entrato in quel momento non poteva sapere cosa avrebbe detto, probabilmente le avrebbe dato la colpa per l’esistenza stessa della creatura e sicuramente non sarebbe stato felice di vedere che non aveva per niente fatto il lavoro assegnatole, e anzi, che aveva peggiorato la situazione! Del resto era a un passo dal liberarsi dell’essere. Lo poteva vedere proprio lì davanti a lei, così piccolo che avrebbe potuto schiacciarlo tra le mani come faceva nella campagna francese con le zanzare. Ma quell’essere non era una zanzara, e la sua curiosità la portava a volerne sapere di più. Se lo catturava, avrebbe forse potuto approfondire. Avrebbe forse potuto prenderlo via e portarlo dal professor Cravenmoore per farselo identificare e chiedere spiegazioni su cosa fosse meglio fare… Beh se questa era la sua decisione doveva agire in fretta. Di ucciderlo non se ne parlava. Si guardò velocemente intorno, per capire se poteva usare qualcosa per catturare l’animale, o quello che era. Subito identificò alcuni barattoli. Ce ne erano diversi, sul ripiano basso del mobile che si trovava alla sua sinistra. Sembravano vuoti e provvisti di coperchio. Ottimo, poteva usare quelli. Non erano lontani, poteva raggiungerli semplicemente spostandosi brevemente. Si sarebbe dunque allungata e abbassata quel poco che bastava per agguantare uno dei barattoli con la mano con cui non teneva la bacchetta. Lo avrebbe poi posizionato sotto il gomito sinistro, per bloccarlo meglio contro il suo fianco e poterlo più facilmente aprire senza dover appoggiare la bacchetta. Se il barattolo si fosse aperto senza problemi, avrebbe cercato di catturare l’esserino e di rinchiuderlo nel barattolo, operando un movimento fluido ma deciso dall’alto verso il basso, leggermente in diagonale, senza remore ma senza nemmeno muoverlo eccessivamente per evitare che l’essere si spaventasse più di quanto non fosse già. Avrebbe sentito a quel punto più decisamente dei passi arrivare e, presa dalla fretta, avrebbe riposto il barattolo chiuso nella tasca interna della felpa della divisa. Ma non avrebbe dimenticato il ciondolo, che avrebbe potuto ancora vedere dalla sua posizione. Si trovava a pochi passi di distanza da lei, su alcuni documenti che si erano rovesciati, probabilmente durante uno degli attacchi della creatura. I passi che si avvicinavano però non se li era immaginati. Velocemente, ma decisamente, si sarebbe avvicinata al ciodolo abbassandosi. Avrebbe in sostanza fatto un leggero balzo per essere veloce e atterrare già al fianco dell’oggetto. Avrebbe subito rivolto la bacchetta verso il ciondolo, disegnando un piccolo cerchio in aria e avrebbe abbassato la bacchetta fino a toccarlo. Quindi avrebbe detto piano, ma precisamente e decisamente, «Membranah», prestando attenzione a trascinare la a finale, come se ci fosse stata una h. L’intenzione sarebbe stata quella di trasformare il ciondolo in una pergamena vuota e poterla quindi mettere in tasca come oggetto personale che le fosse caduto. Se Gazza fosse entrato in quel momento e tutto fosse andato come da intenzioni di Gin, l’avrebbe probabilmente trovata a terra, come dopo una caduta con una tradizionale pergamena da studente in mano.

Chissà se sarebbe riuscita a fare tutto in quel poco tempo a disposizione? Chissà se era proprio Gazza quello che si avvicinava e chissà se sarebbe riuscita nell’intento di portarsi via, per studiarli con più calma, non uno ma ben due oggetti. Se avesse dovuto dire in quel momento quale avrebbe preferito portarsi via non avrebbe saputo dirlo. Entrambi avevano una grande attrattiva per lei: l’essere perché era incuriosita dalle creature magiche e già pensava di andare da Cravenmoore per saperne di più e poi l’aveva proprio fatta dannare quindi voleva saperne di più; d’altro canto il ciondolo sembrava in qualche modo legato a lei e alla sua casata e avrebbe cercato di approfondire prima in biblioteca e poi, forse, con qualche altro docente. Sarebbe comunque stata pronta con una ottima scusa a giustificare la pergamena e la sua posizione, o almeno così sperava!




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PS: 104 94 PC: 51 PM: 51

view post Posted: 20/2/2023, 20:38     The Roaring 20's - Giardino




Gin si era riunita al gruppo dei suoi concasati a cui si era aggiunta Lyvie. Il trambusto che era seguito al bar non le aveva permesso di scambiare che poche parole con i suoi compagni. Edmund se ne era andato, Gin lo vide impegnato in altre conversazioni. Poco dopo se ne andarono anche Megan, Draven e Lyvie.

«A questo punto penso che andrò a ballare» disse infine, guardando velocemente Jean e Derek e scoccando una occhiata eloquente, o almeno così sperava, a Damian.

Le pareva, ma poteva sbagliare, che Jean e Derek potessero voler restare soli e non sarebbe certo stata lei a ostacolare questo desiderio. Forse Gin se lo era immaginato, ma non importava.

Si girò e con calma ma decisa andò diretta alla zona del palco, dove già sentiva il preside parlare della Coppa delle Case.

Non fece in tempo a raggiungere bene il palco che udì le battute finali del discorso e capì che avevano vinto la coppa delle case!

Vide Megan andare a ricevere la coppa e pronunciare un breve ma intenso discorso!

Gin si dedicò ad alcune piroette solitarie al centro della pista da ballo, già affollata degli studenti che ascoltavano il preside. Ad un certo punto si fermò e disse, sempre ad alta voce.

«Chissà se in Sala Comune ci sarà una festa.. E chissà se qualche maggiorenne ci porterà una burrobirra…»

Non si rivolgeva a nessuno in particolare, ma il suo fazzbook si dipinse con quel nuovo pensiero “chissà se qualche maggiorenne ci porterà una burrobirra…”. Quindi si avviò verso il castello.




Menzioni: Lyvie, Megan, Draven, Edmund, Damian
Interazioni: -
Posizione: Palco



Scusate la fretta e l'enorme ritardo. Buonanotte a tutti
view post Posted: 1/2/2023, 20:50     The Roaring 20's - Giardino


Gin era in ritardo, di nuovo. Ultimamente era sempre in ritardo. Rivolse uno sguardo ai suoi compagni di squadra che la stavano aspettando. Mentre faceva la sua azione, aveva notato Ed con il ragazzo nuovo che si muovevano. Immaginò che stessero andando a cercare aiuto per trovare il bar segreto da soli. *Bene* disse tra sé, sentendosi subito meno in colpa per quel ritardo che gli stava facendo accumulare. Voleva tornare da loro, però. Le piaceva quella armonia che si era creata e aveva tutta l’intenzione di passare una bella serata.

«Tranquilla, andrei però altrimenti—» le rispose la ragazza a cui aveva rubato il biglietto. Ma non fece in tempo a ribattere che una serie di eventi la ammutolirono: Alice si era avvicinata, con un’altra ragazza che non conosceva, e sembrava proprio che fosse arrabbiata. Non conosceva quel lato di Alice, ma del resto, l’aveva vista solo un paio di volte. Aveva sentito qualche voce in suo proposito ma niente di più.

Nell’istante in cui tutte quelle parole cariche di astio furono emesse dalle persone coinvolte, Gin decise che quello non era il posto per lei. Non conosceva bene nessuna delle ragazze per prendere le parti di una o dell’altra e, in generale, non era nella sua natura prendere le parti di qualcuno di cui non conosceva a fondo la storia. Decise dunque di seguire la ragazza che si allontanava, dispiaciuta per l’astio che era volato.

Non disse niente alle ragazze coinvolte, del resto non sapeva cosa avrebbe potuto dire e odiava aprire la bocca a caso. Avrebbe forse avuto modo di salutare Lyvie in un altro momento.

«Io vado» aveva detto la ragazza del biglietto e Gin l’aveva seguita per un pezzetto, sentendosi in qualche modo "presa in causa" dal suo sguardo. Tuttavia voleva anche raggiungere i suoi compagni di Corvonero e la ragazza del biglietto stava prendendo un'altra direzione. Sembrava pensierosa e, forse, non aveva voglia di compagnia. Del resto non l'aveva propriamente invitata a seguirla e Gin poteva benissimo essersi immaginata l'occhiata che le aveva rivolto. Ma a Gin dispiaceva girarsi sui tacchi e basta, quindi le disse in fretta, da dietro: «Ehi, io torno un attimo dai miei amici, ma ci vediamo dopo allo Speakeasy, se ti va. Grazie per l’indizio…»

Non pensava che l’avesse sentita e infatti non le sembrò di vederla voltare. Tornò, quindi, dai suoi compagni, che la stavano aspettando. Ormai sapevano già dello Speakeasy, grazie, apprese, ad Edmund e al nuovo arrivato. Quindi si avviò con loro.

Mentre camminavano, si presentò al ragazzo sconosciuto.

«Ciao, piacere, io sono Gin. Scusa se prima non mi sono fermata, ma ero in missione…»

Arrivati allo Speakeasy, Gin si accorse subito che non erano i primi ad averlo trovato. Seduti ad un tavolo c’erano Megan con il ragazzo che aveva intravisto prima. Sembravano immersi in una conversazione e il loro atteggiamento era inequivocabilmente quello di due che si stavano frequentando. Gin sorrise fra sè. Erano molto carini insieme. Si trovò ad invidiare, per un secondo, quella complicità che vedeva tra persone che si volevano bene, in quel modo particolare. Gin non aveva mai ancora pensato davvero all’amore, ma ammirava le persone che lo provavano. Si chiedeva cosa fosse, cosa si provasse e quanta felicità (o infelicità) portasse.

All’invito di Derek di portare da bere, disse:
«Vengo con te, ti aiuto a portarli»

Sapeva che non poteva bere alcolici, quindi ordinò un cocktail analcolico a caso, ma sperava che qualcuno degli altri le avrebbe fatto assaggiare qualcosa di più forte, in seguito. Era ancora al bancone quando si accorse della presenza della ragazza a cui aveva rubato il biglietto. Sembrava ancora pensierosa. E probabilmente non stava bevendo un analcolico. Si avvicinò, per un attimo, e le disse, non senza un certo imbarazzo:

«Ciao, di nuovo. Io sono Gin, non mi sono presentata prima»

Non voleva bloccarle la serata con la sua presenza, ma ci teneva a salutarla e a presentarsi, almeno.

«Sono con i miei compagni di squadra» le disse, facendo un veloce cenno del capo verso il gruppetto che si stava avvicinando al tavolo di Megan.

«Non so se conosci qualcuno di loro ma, se ti vuoi unire, sei la benvenuta… »

Le sorrise, semplicemente, e poi si avviò verso gli altri al tavolo.




Menzioni: Alice, Lyvie, Megan, Draven, Edmund
Interazioni: Emily, Derek, Damian
Posizione: Speakeasy

view post Posted: 25/1/2023, 15:49     The Roaring 20's - Giardino


Gin si stava appuntando il fazzoletto con su scritto “Non so bene” al maglione con una vistosa spilla a forma di pavone che aveva trovato nella sua tasca e che era uno dei lasciti di un qualche lavoretto di bigiotteria con cui si dilettava , quando all’improvviso la festa esplose.

Se prima c’erano solo alcune persone che gironzolavano per il giardino, ora, rialzando lo sguardo, Amelia Gin potè vedere che le persone si erano almeno decuplicate. Certo, loro stavano al bar e quello era di certo il posto in cui tutti tendevano a riversarsi non appena arrivati alle feste. Succedeva la stessa, identica, cosa alle feste babbane! Sorrise mentalmente all’idea di cosa avrebbero detto tutti quei maghi in erba se avesse espresso quel pensiero ad alta voce ma Gin, stranamente, in quel momento non lo fece. Si ritrovò solo a sorridere, divertita, mentre osservava Edmund cercare di fare, un po’ impacciato, un complimento a Jean. Le piaceva quel compagno, si sentiva a suo agio in sua compagnia, probabilmente perché non era troppo serioso, come molti altri, e sembrava una persona senza secondi fini. Lo stava ancora osservando, ancora persa nel suo mondo, quando lo sentì rivolgersi a lei.

«Amelia, c’è una che guarda continuamente da questa parte, secondo me ti conosce… Tu sai chi è quella con quel vestito coi pantaloni? Una Serpeverde credo…»

Gin si girò verso il punto indicato dal compagno. «Sì certo. È Lyvie. Lavoriamo insieme al Testa di Porco. A proposito non sei mai venuto a trovarmi, ancora! Anche se, adesso che ci penso, non so se ci puoi venire…» fece spallucce, come a chiudere la questione.

In quel momento Lyvie sembrava assorta in una conversazione con qualcuno, una ragazza che Gin non conosceva. Non riusciva a capire se Lyvie ci si stava trovando bene o se invece fosse in una di quelle situazioni da cui si vuole uscire. Non la conosceva così bene, ma le stava simpatica. Decise quindi che si sarebbe avvicinata a lei per salutarla ed eventualmente per toglierla d'impaccio. Del resto era un po’ di tempo che non la vedeva e avrebbe colto l’occasione per aggiornarla sul locale, se ne avesse avuto modo e, inoltre, dai Corvonero si stava succedendo un bel via vai di persone che andavano a salutare Megan o altri concasati, e Gin si stava innervosendo per l'inazione. Un ragazzo grande in particolare sembrava avere infastidito Megan parecchio, e Gin lo guardò, quasi stupita: «Che strano quel tipo…» disse senza dare troppo peso alle sue parole, una volta che il tipo se ne fu andato. Prima di avviarsi verso Lyvie, sentì Derek rispondere alla domanda di Ed e alla sua considerazione sul bar segreto.

«Grazie Amelia, ma qui non ne vedo. Non è per ciò che potrebbero servire, c'è una zona nascosta. E' nostro preciso dovere trovarla. Andiamo a vedere se troviamo questo bar?»

«Concordo, non c’è niente di meglio di una bella caccia al tesoro!» esclamò Gin, aggiungendo subito dopo, «vediamo se qualcuno qui sa qualcosa. Arrivo subito» e, detto questo, lasciò i suoi compagni per avviarsi verso Lyvie che la stava salutando più in là, con l'intenzione di chiedere anche a loro.

Mentre iniziava a spostarsi vide avvicinarsi ad Edmund un altro ragazzo, più o meno della sua età, e uno più grande che sembrava sfrecciare verso il loro gruppo ma che, di sicuro, non stava cercando lei. Anche Lyvie non sembrava destinata a restare sola con la ragazza bionda, perché venne raggiunta, probabilmente, da una sua amica, visto il modo in cui si era avvicinata a lei. Anche in quel caso, Gin non sapeva chi fosse ma il suo sguardo cadde su un oggetto che aveva in mano la nuova arrivata. Sembrava un piccolo biglietto dorato e quando captò dei brandelli di frase, tra cui «So…. segreto», intuì che doveva trattarsi del misterioso bar.

«Ciao Lyvie» esordì, dunque, ormai giunta nei pressi del trio, «ciao anche a voi. Io sono Gin e sto cercando un bar segreto, ti spiace se do una sbirciata a questo?» continuò con un sorriso realmente incuriosito, e senza secondi fini. Senza attendere una risposta, afferrò il biglietto dalla mano alla ragazza appena arrivata, gli diede una occhiata veloce e glielo porse indietro, riflettendo solo in quel momento che il suo gesto poteva non essere stato molto cortese. «Scusami, certe volte non so cosa mi prenda! Quando sono in missione non riesco a trattenermi» disse rivolta alla ragazza, arrossendo leggermente e stupendosi per quel flusso di parole, abbastanza inconsueto per lei.




Menzioni: Lucas, Damien, Draven
Interazioni: Edmund, Megan, Derek, Jean, Lyvie, Vivienne, Emily
Interazione con Emily concordata
Posizione: Rinfresco

view post Posted: 14/1/2023, 10:19     The Roaring 20's - Giardino


Il tragitto tra l’ingresso e il padiglione con il rinfresco non fu molto lungo. Sui percorsi che portavano ai diversi gazebi, Gin vide molti studenti. Si sorprese nel constatare quanti pochi ne conoscesse. Ultimamente, anche grazie al Quidditch, le sue conoscenze erano aumentate soprattutto tra i suoi concasati e di questo non poteva che esserne felice, davvero felice. Ma ancora non poteva dire di avere degli amici veri e propri al castello. Aveva potuto approfondire in parte la conoscenza di Marjorie, a cui aveva mandato un regalino, ma dopo quella ormai lontana festa non si erano più viste, se non da lontano sul campo di gioco. Si chiedeva se l’avrebbe ritrovata lì quella sera. Sarebbe potuta essere un’occasione per salutarla prima delle vacanze natalizie.

Gin sarebbe rimasta al castello, anche quell’anno. Del resto non aveva un vero scambio con i suoi genitori da tempo e men che meno con la nonna, che sembrava ancora dispersa. Quando Gin aveva mandato il gufo a casa dai suoi per dirgli che anche quell’anno sarebbe rimasta al castello, la loro risposta era stata decisamente concorde.

“Buon Natale” le avevano infatti scritto indietro, allegando un piccolo regalo babbano che consisteva in una cintura, di quelle che si usano per legare i libri.

*Almeno è qualcosa di utile* disse Gin a se stessa, osservando il regalo, mentre cercava di mandare giù il groppo che le si era formato in gola.

Ora si trovava a girovagare per la festa, senza una vera e propria direzione. Aveva espresso la volontà di andare a bere qualcosa e, in effetti, il caso o i suoi piedi l’avevano davvero messa sulla strada del rinfresco, dove già si ammassavano gli studenti.

Con una rapida occhiata, Gin si accorse che la zona del rinfresco era affiancata da un piccolo gazebo che vendeva strani oggetti. Si avvicinò e prese in mano la cosa più semplice che trovò e che catturò la sua attenzione. Sembrava un fazzoletto.

«Cos’è che fa questo?» chiese alla persona dietro il banco, che, però era indaffarata e non sembrò prestarle troppo attenzione, poiché, infatti, le disse qualcosa a proposito di pensieri e di ricami a mano molto velocemente.

«Lo prendo» rispose d’impulso Gin, lasciando i soldi sul banco e dirigendosi ora verso il bancone delle bibite, tenendo saldamente il fazzoletto in mano.

Arrivata al bancone, si appoggiò con i gomiti su di esso, piegandosi leggermente in avanti con l’obiettivo di catturare lo sguardo di un barman e quasi cadde con la faccia sul bancone quando sentì una voce familiare dire:

«Ciao! Sono riuscito a trovare il regalo, grazie mille è molto bello! Lo leggerò sicuramente! Mi piacciono un sacco i draghi!Grazie mille davvero!»

Gin si girò di scatto, tirandosi su e dando ora il fianco al bancone. Era il suo compagno Ed.

«Oh ciao Ed, sono contenta che ti sia piaciuto il regalo!» disse al compagno sorridendo. Velocemente il suo sguardo abbracciò l’outfit del ragazzo. «Stai una favola, comunque» aggiunse con lo stesso identico tono di voce cordiale. Non era molto brava a fare complimenti.

«Non sono esplosi vero?» aggiunse infine pensando ai palloncini.

«Dove andiamo? Sai dove potrebbero essere gli altri?» le chiese Ed. Gin non fece in tempo a rispondere che alcuni loro concasati si stavano avvicinando. Si trattava di Megan, Derek e Jean.

«Eccoli» disse Gin a Ed facendogli un cenno con la testa e poi, rivolgendosi agli altri «Buona serata a tutti. Siete bellissimi»

Tutti e tre la ringraziarono per i regali e Gin non potè fare a meno di arrossire appena mentre stringeva la mano di Jean e rispondeva agli altri. Era felice che i palloncini non fossero esplosi e che la sua magia avesse funzionato e sperava di aver azzeccato i titoli.

Quando Derek chiese se qualcuno sapeva come arrivare al bar nascosto Gin intervenne dicendo:

«Credo bisogna chiedere a qualcuno. Ma non ne so di più. Invece avete idea di cosa faccia questo? Non so bene…» e mostrò il fazzoletto che aveva in mano.

Subito, sulla sua superficie apparve una scritta che prima non c’era e che recitava “Non so bene”.

«Oh beh, questo sì che è utile» disse infine con una punta di sarcasmo «Forse era meglio comprare quelle specie di sigarette…»



Menzioni: Marjorie
Interazioni: Edmund, Megan, Derek, Jean
Acquisti: 1 Fazzbook
Posizione: Rinfresco

view post Posted: 4/1/2023, 17:48     The Roaring 20's - Giardino


Un altro semestre era passato. Si era impegnata, come sempre, nel fare ottenere punti alla sua casa, ma la vita e i suoi avvenimenti sembravano ogni volta mettersi in mezzo. Sperava che avrebbero vinto la Coppa delle Case lo stesso.

Tuttavia doveva ammettere che non era riuscita a concentrarsi come avrebbe voluto e come avrebbe saputo fare.

Pazienza, pensò, farò meglio il prossimo semestre.

Quella sera doveva fare due cose in particolare: consegnare i regali che aveva comprato qualche giorno prima ad Hogsmeade e fare una capatina al ballo di fine anno. Non aveva molta voglia di andarci, a dire il vero, ma doveva consegnare i regali prima che tutti se ne andassero via. Certo, avrebbe anche potuto metterli sotto l’albero in sala comune, ma ce n’erano già parecchi e temeva che i suoi, così banali, non venissero trovati e scartati. Il suo terrore era di capitare in sala comune a Gennaio, al termine delle feste, e di trovare i suoi pacchetti ancora lì, abbandonati. Certo, avrebbe benissimo potuto tenerseli per lei, a quel punto, ma ci sarebbe rimasta molto male. Aveva dunque deciso qualche ora prima di usare il ballo come scusa per vedere tutti e lasciare loro i regali. Era quindi uscita e si era brevemente mischiata al personale che stava allestendo per la festa. Solo per qualche minuto. Si era inventata un sistema ingegnoso, in tema con la serata. Aveva infatti attaccato un palloncino dorato e nero ad ognuno dei regali. Sul palloncino aveva scritto il nome del destinatario. Se il destinatario avesse partecipato al ballo, oppure fosse andato a prendersi il regalo, ecco gli sarebbe bastato slegare il cordino che lo teneva legato al palloncino. Il palloncino sarebbe a quel punto volato in cielo. Se invece il destinatario non fosse andato a prenderselo, al termine della festa il palloncino sarebbe volato via portandosi dietro il regalo stesso. L’incantesimo che aveva fatto ai palloncini era abbastanza semplice, quindi confidava che nulla sarebbe andato storto (e che nessun regalo scoppiasse in faccia al destinatario, per esempio)!

Un bigliettino (uguale per tutti) sarebbe stato recapitato da Ka ad ognuno di loro per spiegare dove si trovassero i regali. Certo avrebbe anche potuto più semplicemente mandare un gufo con anche i regali, ma lo aveva già fatto l’anno precedente e poi Ka sembrava un po’ giù di corda ultimamente, quindi voleva evitargli di portare troppo peso.

Sul biglietto che i ragazzi avrebbero ricevuto c’era scritto:


Cari Meghan, Jean, Derek, Edmund, Jae, Lorelei e prof. Drake. Venite alla festa? Beh spero di sì perché ho preparato per voi una piccolissima sorpresa per farvi i miei migliori auguri di Buon Natale.

Troverete qualcosa per voi appena usciti dal portone del castello, sulla via per il ballo. Quando uscite (o rientrate) andare leggermente a destra (o a sinistra), prima di incamminarvi verso i gazebo (o quando ritornate a letto), troverete qualcosa per voi.

Attenzione però, hanno un timer.

Ciao,

A. Gin



Capiranno?, si trovò a pensare mentre li consegnava a KA. Ricordavano forse, un po’ troppo, gli indovinelli che giravano per la sala comune ogni tanto… Ma Gin pensò che i suoi colleghi ce l’avrebbero fatta!

Se tutto fosse andato come previsto, appena fuori del castello, sulla destra del portone, ognuno di loro avrebbe trovato un palloncino con il suo nome e, appeso ad esso, un pacchetto.


Megan M. Haven troverà attaccato al suo palloncino un pacchetto con dentro il libro Il profumo dell'Amortentia, di Ernest Highwoods (+1PM)

Jean Grey. troverà attaccato al suo palloncino un pacchetto con dentro il libro Viaggio sulle vie del sogno, di Dinari Amilia (+1PM)

*Derek troverà attaccato al suo palloncino un pacchetto con dentro il libro Allevare Draghi per lavoro o per hobby (+1PM)

Edmund Knight troverà attaccato al suo palloncino un pacchetto con dentro il libro Uomini che amano troppo i draghi (+1PM)

†Gunrock† troverà attaccato al suo palloncino un pacchetto con dentro il libro Famosi cantanti del Mondo Magico (+1PM)

Dhevan troverà attaccato al suo palloncino un pacchetto con dentro il libro Sonetti di uno stregone (+1PM) e il biglietto:
"Buonasera professore, è stato interessante giocare con lei a Quidditch! A presto, credo. Amelia Gin M."

Lorelei troverà attaccato al suo palloncino un pacchetto con dentro il libro Vita domestica e abitudini sociali dei Babbani inglesi (+1PM) e il biglietto:
"Ho pensato ti potesse interessare in qualche modo... a presto..! Amelia Gin M."




Una volta osservato Ka che si allontanava con tutti i biglietti, a Gin non restava che scendere alla festa. I regali erano pronti, belli impacchettati, ognuno con il suo palloncino. Gli incantesimi erano già stati fatti. Doveva solo metterli in posizione nel punto indicato dal bigliettino. Si era già vestita. Apprezzava il tema della festa, ma aveva optato per un look molto semplice e, forse, un po’ accademico. Non se la sentiva di mettersi eccessivamente in tiro quella sera. Aveva semplicemente e debolmente legato i lunghi e folti capelli in una coda bassa, che lasciava sfuggire diversi ricci morbidi, e aveva indossato un paio di comodi pantaloni chiari (un beige molto chiaro), tenuti stretti da una grande cintura marrone e sopra si era messa un semplice e morbido maglione marrone a collo alto, che l’avrebbe tenuta al caldo per tutta la sera. Per stare più in tema con la festa, aveva optato per una decorazione nei capelli, costituita da un pettinino a cui erano attaccati dei lunghi fili di minuscoli brillantini dorati e luccicanti. Anche questi erano raccolti all’interno della coda.

Prese dunque i palloncini e i regali e si diresse alla festa. Uscita dal portone principale non potè fare a meno di notare che la festa era già iniziata e che diverse persone erano già presenti sui percorsi illuminati che portavano ai vari gazebi. Gin si fermò un secondo ad osservare la magnificenza di quella serata e delle sue decorazioni.

Una festa perfetta per festeggiare qualcosa disse tra sè e si avviò nel posto dove aveva previsto di installare i suoi palloncini. Era fuori dalla vista, non lontano dal portone principale. Chi si fosse spostato leggermente a destra fuori dal percorso principale avrebbe immediatamente visto un gruppetto di palloncini che svolazzavano all’aria fresca della sera. Non sarebbe stato difficile trovarli per chi sapeva di doverli cercare. Lì sistemò velocemente e tornò sul percorso principale.

“Penso che andrò a bere qualcosa” disse, questa volta ad alta voce, avviandosi in uno dei percorsi che, sperava, l’avrebbero portata ai drink.

view post Posted: 8/12/2022, 10:57     Bacheca Hogsmeade - Piano Terra


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Amelia Gin Moonword

studentessa |12 anni | I anno | Corvonero


Quella mattina Gin si era svegliata prestissimo: aveva appuntamento con Jean per andare ad Hogsmeade a fare acquisti. Le aveva cortesemente chiesto di accompagnarla qualche giorno prima poiché, essendo ancora al primo anno, non poteva andare da sola. Certo, non poteva andarci per piacere, mentre ci andava abitualmente per recarsi al suo lavoro presso il pub Testa di Porco.

Quella mattina, dunque, Gin si stava vestendo, con una bella sciarpa spessa di lana, risalente al Natale precedente e un bel paio di guanti invernali bianchi.


“Ci vediamo più tardi ad Hogsmeade, se mi vuoi raggiungermi per i pacchetti” disse Gin al suo gufo Ka, mentre gli lasciava un biscottino sul davanzale della finestra aperta, dove si trovava l’animale.

Scese le scale del dormitorio e della torre in cui si trovava la Sala Comune Corvonero e camminando velocemente raggiunse l’ingresso dove trovò Jean ad aspettarla.


“Ciao” le disse rivolgendole un ampio sorriso “grazie per accompagnarmi. Sì sono pronta!”. Detto questo si avviò con Jean verso il villaggio.



PS: 117 | PM: 51 | PC: 51 | EXP: 4




© Gaelle


view post Posted: 23/11/2022, 12:11     L'ufficio del Guardiano - Piano Terra

Amelia Gin Moonword
Ruolo: Stud. Primo anno 12 anni Outfit: pantaloni e felpa Corvonero



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L’oggetto che aveva in mano era certamente di interesse. La sua fattura era ottima, forse aveva anche un valore. Ma a Gin il valore economico di quell’oggetto non le interessava. Si chiedeva più che altro se avesse una qualche relazione con la sua casata, o con lei. Possibile fosse un caso che proprio lei lo avesse trovato? Gin non credeva al caso, ma non pensava nemmeno di essere esclusivamente mossa dal destino, né tantomeno di essere predestinata a qualcosa. Era certa che ci fosse una qualche armonia nel cosmo che poteva mettere sulla sua strada scelte più o meno interessanti, ma credeva fermamente che fosse poi lei a decidere che strada prendere. Era questo che voleva dire prendersi la responsabilità della propria vita. E Amelia Gin lo faceva, o almeno ci provava. Purtroppo non era una ragazza senza scrupoli, avrebbe benissimo potuto non preoccuparsi di quello che le succedeva intorno. E se così fosse stato, avrebbe probabilmente tentato di aprire l’oggetto, l’avrebbe strofinato o, forse, gli avrebbe detto parole come “Apriti sesamo!”, in memoria di una vecchia storia babbana. E invece non lo aveva fatto, si era invece chiesta dove fosse finita Mrs Purr e aveva alzato lo sguardo. Aveva quindi trovato il gatto rannicchiato in un angolo, tremante. Lo poteva vedere bene dalla posizione in cui si trovava. E il terrore che leggeva nell’animale, le fece riconsiderare la situazione nel suo complesso in cerca della fonte della paura del felino. Non doveva stupirsi che l’essere antropomorfo stesse tornando a disturbarla. In fondo era lei che gli aveva fatto male poco prima! Ora quella creatura malefica si dirigeva verso di lei, volava in maniera difficile da prevedere, nervosa, e di certo non sembrava avere buone intenzioni. Le stava ora volando intorno. Gin, con la mano con cui teneva l’oggetto alato, iniziò a cercare di dare fastidio alla creatura, come quando si cerca di scacciare una mosca, ma quelle blande azioni non sembravano avere effetto.

«Mi hai proprio scocciato!» gli urlò contro proprio nel momento in cui l’essere prendeva una ciocca dei suoi capelli e la tirava a più non posso.

«Ahia!!» urlò Gin «Ma sei impazzito?»

Nel mentre, la mano che teneva il ciondolo andò di riflesso al punto della testa dove sentiva dolore, lasciando la presa sull’oggetto che sarebbe a quel punto probabilmente rovinato a terra o altrove. Ma l’attenzione di Gin era in quel momento pienamente rivolta all’essere maledetto che le stava facendo male. Si era accorta che il ciondolo le era caduto ma non aveva tempo di pensarci, se ne sarebbe preoccupata più tardi.

La scelta che fece per difendersi non fu ragionata, ma d’impulso. La mano che reggeva la bacchetta si rivolse all’essere decisamente. Quindi fece un movimento fluido e continuo dall’alto verso il basso mentre la sua bocca pronunciava la formula «Reducio». Nella mente di Gin c’era un essere grande come una mosca o una zanzara, questo era quello che le era venuto in mente e che le aveva fatto scegliere quel particolare incantesimo. La voce ferma, con una leggera punta di astio, ma non di cattiveria. La sua intenzione non era, quindi, quella di fare del male alla creatura ma solo di levargliela di torno rimpicciolendola abbastanza da spaventarla o da poterla catturare in qualche modo. In quel momento la sua attenzione era pienamente rivolta a quella azione. Non avrebbe potuto dire dove fosse finito il ciondolo, né se fosse realmente finito da qualche parte né, tanto meno, se si fosse aperto, rovinato o altro. Si sarebbe certamente preoccupata di ritrovarlo più tardi.




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PS: 104 94 PC: 51 PM: 51

view post Posted: 19/11/2022, 19:10     +4Hogwarts Advent Calendar - Sala quiz e concorsi
Ci sono anche io!!! Che iniziativa bellissima!

Nome utente: Gaelle
Nome Cognome PG: Amelia Gin Moonword
Casata di appartenenza: Corvonero
Ruolo: studentessa I anno
view post Posted: 23/10/2022, 10:34     Accessori di Prima Qualità per il Quidditch - Diagon Alley




Amelia Gin Moonword

studentessa |12 anni | I anno | Corvonero


Quel giorno Gin doveva assolutamente recarsi a comprare l’attrezzatura per il Quidditch. Ormai la ripresa era imminente e non avrebbe avuto altra occasione per andarci.

Chiamò Ka affinché l’accompagnasse ma il suo grande gufo sembrava essere uscito per uno spuntino. Gli lasciò un biscotto su cui aveva appuntato la foto di Diagon Alley, sperando tornasse a casa in tempo e capisse che doveva raggiungerla per aiutarla a portare le sue cose.

Ancora il suo rapporto con i genitori era teso e non parlavano mai della sua scuola e, men che meno, della magia. Della nonna Cent non aveva ancora notizie. Doveva per forza andare da sola.

Uscì quindi dalla finestra, bacchetta nascosta sotto la felpa. Si arrampicò giù dal balcone, dal lato del cortile interno, in modo che nessuno dalla strada potesse vederla. Lo aveva fatto milioni di volte ed era ormai esperta. Il percorso non era difficile, scendeva progressivamente utilizzando pluviali e decorazioni. In men che non si dica era al suolo.

Diagon Alley era come sempre affollata di persone. Gin tirò un sospiro di sollievo. Si sentiva a casa. Hogwarts le mancava terribilmente, ma ancora pochi giorni e sarebbe tornata. Si diresse subito verso il negozio che cercava, entrò e subito fu sbalordita dalla quantità di accessori che erano disposti sugli scaffali e in ogni angolo visibile (e probabilmente anche invisibile) del negozio. Le scope erano in bella mostra. Ce n’erano di bellissime, ma Gin non poteva permettersele: agli studenti del primo anno sarebbero state assegnate delle scope della scuola.

Aveva le idee abbastanza chiare su cosa le serviva ma fece lo stesso un rapido giro degli scaffali per accertarsi che tutto quello di cui aveva bisogno fosse effettivamente disponibile.

Si avviò dunque al bancone. Salutò il garzone di turno e gli porse un biglietto su cui aveva ordinatamente scritto quello che le serviva. Mentre attendeva che tutto fosse portato e impacchettato continuava a guardare fuori dalla finestra nella speranza di trovare Ka che, in effetti, si affacciò pochi minuti dopo. *Per fortuna* pensò Gin, mentre guardava la pila di pacchetti crescere sul bancone stesso. Alla fine disse rivolta al garzone:
“Ah mi stavo dimenticando, mi daresti anche un kit di manutenzione della scopa? Chissà in che stato troverò quella della scuola…Grazie”.

Pensò che doveva anche fare un salto in libreria a cercare qualche manuale per affinare la sua conoscenza del Quidditch e delle possibili tattiche di gioco.



PS: 117 | PM: 51 | PC: 51 | EXP: 4




© Gaelle




Gin prende:
Divisa di Quidditch Corvonero - 10 falci
Copribraccia e Busto Testuggine - 15 Galeoni
Occhialini semplici - 10 falci
Parastinchi super - 8 Galeoni
Guanti in pelle - 8 Galeoni
Mazza da Battitore Ultra - 32 Galeoni
Stivali semplici - 10 falci
Elmo semplice - 5 Galeoni
Kit di manutenzione della scopa - 10 Galeoni
Se non ho sbagliato i conti sono 78 Galeoni e 30 falci + 2G di mancia al commesso che sarà così gentile da servirmi e sorvolare sulla scena di Gin che tenta di uscire dal negozio facendo un unico viaggio con tutti i pacchetti!
86 replies since 7/11/2014