Carmelita non ne poteva più... tra il presunto tradimento dello storico fidanzato, l'affitto dell'appartamentino a Diagon Alley da pagare (che poi chiamarlo appartamento era tutto dire, somigliava più ad una bettola da quattro falci e il proprietario aumentava i galeoni dovuti a più non posso), i turni lavorativi che non le lasciavano un attimo di tempo. Tutto, per Carmelita, cominciava a
stare stretto – perfino la divisa ch'era tenuta ad indossare in pasticceria e che, di continuo, allentava nel nodo del grembiule colorato. La verità, purtroppo, le risultava nitida come il vetro del bicchiere che stringeva ora tra le mani: voleva,
doveva cambiare la propria vita. Carmelita era destinata a tanto, tanto altro: un viaggio intorno al mondo, un volo in paracadute con le sorelle Harvey, una storia d'amore da perdere la testa e chissà cos'altro. Voleva tutto, dalla vita: e perché non avrebbe dovuto? Era una persona molto generosa, buona, disponibile; un cuore grande, la testa tra le nuvole e molti,
troppi sogni nel cassetto. Non cercava un colpo di fortuna, più che altro desiderava che le cose procedessero con un pizzico di normalità che non aveva ancora sperimentato (la ruota girava, si diceva: la sua, forse, si era spezzata fino ad arrestarsi). Passava da un tavolo all'altro, prendeva le ordinazioni, sorrideva in modo quasi meccanico, e poi tornava dietro il bancone in attesa della prossima richiesta in locale. Con lei, come un promemoria, c'era il libro
I crimini della pasticceria di Hillhouse di Primma C. Adems – il titolo aveva attirato un botto di lettori, fin da quando la Gazzetta del Profeta l'aveva consigliato come lettura estiva d'anni addietro. Per Carmelita, però, si trattava di molto d più. Sognava la stessa affinità della protagonista con la vita, con il tempo, con le persone di cui sapeva circondarsi pagina dopo pagina. La storia, pur velata dal crimine violento, aveva un ché di magico che faceva battere il petto. Ecco, era quello. Carmelita voleva che il cuore le battesse freneticamente. Sempre. Non chiedeva altro.
«Cioccoragni e Cioccostrelli, arrivano subito.» Accennò un sorriso all'indirizzo della ragazza che le aveva appena rivolto parola. I gesti di Carmelita divennero automatici: uno, due, tre, tanti sacchetti di carta con lo stemma stilizzato della pasticceria, e via di tanti dolcetti così in voga tra loro. Chiese poco dopo sette falci in totale, adocchiando finalmente (e meglio) la persona che le era di fronte. Era bella, molto, molto bella. La seguì andare via, un po' come una stalker segreta. Iniziava a seguire le orme di Primma Adems e del suo libro o, ahimè, altro non era che un guizzo d'invidia? Cercò un cioccolatino, l'ultima consolazione.
Ops. Aggiornato.