Una persona alla volta - G. Strada
"Se fare politica significa cercare un modo decente di convivere con altri essere umani e prendersene cura, allora farò sempre politica contro l’ottusità della guerra che impone una divisione del mondo in amici e nemici, collocando ovviamente dalla parte del nemico chiunque abbia un po’ di considerazione per la sofferenza degli altri."
Dio di illusioni - D. Tartt
"Perché quella piccola voce ostinata nella nostra testa ci tormenta così? […] Forse perché ci ricorda che siamo vivi, che siamo mortali, che abbiamo anime autonome – che, dopotutto, siamo troppo pavidi per cedere, ma che pure ci procurano un grave malessere? E’ una cosa terribile imparare da bambini che si è un essere separato dal resto del mondo, che niente e nessuno soffre i nostri medesimi dolori di scottature alla lingua o di sbucciature alle ginocchia: che ognuno è solo con i propri acciacchi e le proprie pene. Ancor più terribile, invecchiando, scoprire che nessuna persona – non importa quanto vicina – potrà mai capirci davvero. I nostri io sono ciò che ci rende più infelici, ed è per questo che bramiamo di perderli, non credete?"
Radio Silence - A. Oseman
”A volte mi chiedo se sei una stella già esplosa, se ciò che vedo è la persona che eri tre milioni di anni fa, e in realtà adesso non ci sei più. Come possiamo stare insieme qui, ora, se sei così distante nello spazio? Nel tempo? Grido fortissimo, ma non ti giri mai a guardarmi. Forse sono io, la stella già esplosa.”
Pappagalli verdi, cronache di un chirurgo di guerra - G. Strada
”Poi diventa un incubo. Sogno un ospedale dove di notte succedono cose che non avremmo mai sospettato, dove i pazienti se ne vanno in giro, indossando un camice, diventano medici e uccidono altri pazienti, o li aiutano a farla finita. Sogno di essere in una grande corsia buia piena di malati costretti a letto, con le finestre tutte chiuse. Sento che manca l’aria, sento il respiro frequente, pesante, e il sudore che cola dalla fronte…”
La vita invisibile di Addie LaRue - V. E. Schwab
”Marzo è un mese così ballerino.
Cuce insieme l’inverno e la primavera, e per quanto cucire lasci pensare ad un orlo regolare, marzo somiglia più a una rozza imbastitura opera di una mano malferma, che sbanda furiosamente tra il ventaccio di gennaio e i raccolti di giugno. Non sai mai quello che ti aspetta, finché non metti la testa fuori.” ♡