| ◤Cedric || Aveva appena sollevato la bacchetta, quando la porta si aprì e la sagoma del docente di Erbologia s'introdusse nel negozio. Il panno che aveva usato per lucidare la vetrina di fronte a lei cadde, vittima di quell'istante di distrazione. Coi lunghi capelli raccolti in una crocchia bassa, Nieve batté le palpebre per ritrovare la compostezza perduta. Benché fosse abituata a vivere l'esperienza scolastica a stretto contatto coi membri del corpo docente, le provocava sempre una certa sorpresa - mista a soggezione - trovarsi al loro cospetto in condizioni di assoluta normalità. Per certi versi, mancava di eliminare l'elemento di spersonalizzazione che la professione portava spesso con sé. Non si curò di prorompere in un saluto verbale per non distoglierlo dai suoi intenti. Ricambiò il cenno del capo con un rapido movimento della mano. Il professor Black pareva così preso dalla necessità di trovare esattamente ciò che cercava da rendere superflua qualsiasi studiata forma di intrattenimento. Poco male, rifletté Nieve nel chinarsi per recuperare lo strofinaccio dal pavimento. Era un bene che non avesse colto quell'attimo di istupidito cedimento e che fosse così risoluto a mettere mano al portafogli. Rinfoderò la bacchetta di tiglio argentato, agganciandola alla cintola, quando l'uomo si decise a chiamarla. Prontamente, Nieve lo raggiunse e prese nota delle indicazioni che le erano state date con un cenno d'assenso.
«Si accomodi pure presso il bancone. Mi occupo del recupero degli articoli e la raggiungo,» lo invitò con gentilezza, regalandogli un sorriso, prima che gli occhi tornassero a correre tra le teche.
Si mosse con la rapidità dovuta ad anni di instancabile servizio. Da quando era diventata garzona presso Safarà, l'esperienza diretta le era venuta incontro per colmare le lacune dovute alla giovane età sicché, dopo anni, svolgeva i propri compiti con naturalezza. Conosceva la sistemazione degli articoli per avervi contribuito lei stessa; le erano familiari gli incantesimi di cui erano imbevuti alcuni mobili per impedire l'avvicinamento di chi non era legittimato; e sapeva trattare con i clienti, qualunque fosse la loro provenienza ed estrazione sociale. Tornò al bancone a più a più riprese per assicurarsi di recuperare ogni cosa senza correre il rischio di un danneggiamento. Incartò la camicia e si dispose a occuparsi degli altri due oggetti.
Gli occhi grandi cercarono il volto del professore. «Il negozio si occupa anche del servizio di incastonatura, se lo desidera,» lo informò, allungando la mano sul fianco per munirsi della propria bacchetta. La fece roteare per mostrare la base al docente. «In linea di massima, l'incastonatura può avvenire in qualsiasi angolo dell'impugnatura e, tuttavia, noi suggeriamo di disporla alla base per esaltare le potenzialità della pietra.» Lo sguardo saettava dall'uomo al catalizzatore. Quando terminò la spiegazione, ripose il legnetto nel punto dal quale l'aveva sganciato. «Nel frattempo, se lo desidera, può dare un'occhiata al resto della merce in esposizione.» Il margine destro della bocca s'innalzò appena, mentre allungava il braccio per indicare una zona specifica del negozio. «In quell'angolo, in particolare, troverà degli articoli molto interessanti. Sono suddivisi per genere, dunque in alto troverà gli articoli adatti ad una clientela prettamente maschile e, in basso, quelli destinati alla clientela femminile.» Il guizzo nello sguardo di Nieve sarebbe stato mascherato dall'atteggiamento professionale. «In ogni caso, considerato il fatto che l'incastonatura è compresa nel prezzo, ad ora il totale è di 240 galeoni e 14 falci, ma andranno bene 240 galeoni.»
Sorrise.
* * *
◤Horus || Nell'istante in cui Horus Sekhmeth varcò la soglia del negozio con una buona attitudine alla spesa, Nieve Rigos dava le spalle alla porta d'ingresso e osservava con espressione intenta le assi logore della parete che dava sul retrobottega. Lei e il datore di lavoro avevano avuto un'accesa discussione circa la necessità di rinnovare il locale: l'uomo riteneva che non ci fosse nulla da cambiare e che la floridità degli affari deponesse a favore della sua tesi; la ragazza, dal canto suo, non aveva mancato di sottolineare l'importanza di un'apparenza di ordine e pulizia. Ed era un dato di fatto che, per chissà quale ragione, Safarà desse sempre l'impressione di un locale a lungo dismesso e riaperto da poco. Troppo poco. Si voltò giusto in tempo per accantonare momentaneamente le riflessioni relative alla querelle e per individuare la figura piacente del Caposcuola Tassorosso che si aggirava per il negozio. Poggiò i gomiti sul bancone e il mento sul palmo della mano destra, un sorriso sornione a inarcarle le labbra.
«Sekhmeth, Sekhmeth, Sekhmeth,» rispose con fare altrettanto canzonatorio, gli occhi vispi fissi in quelli chiari di lui. Si guardò intorno con atteggiamento a metà tra l'innocenza e l'impudenza, prima di tornare sul ragazzo e rispondere: «Potrei dire la stessa cosa di te, non trovi?!» Recuperò la posizione eretta e parve quasi che, oltre che in altezza, Nieve avesse guadagnato qualcosina in sfacciataggine, perché tornò a parlargli con gioviale spigliatezza. «O devo pensare che sentissi un po' la mia mancanza?!» Horus era stato una scoperta per lei: era passato dall'essere un nome tra i tanti cui non riusciva ad associare un volto all'occupare un posto tutto suo - senz'altro particolare e di complessa definizione - tra i ranghi delle preferenze della Rigos. A Nieve piaceva Horus, empaticamente. «Senz'altro. Recupero tutto e sono subito da te.»
Sparì nel retrobottega per riapparire solo dopo qualche minuto. Portava tra le mani un baule di modeste dimensioni e, impilato sopra, un calderone che pesava quasi il doppio. Le scappò un "Fiordo benedetto!" a denti stretti quando riuscì a liberarsi dell'ingombro di entrambi gli articoli. A differenza di quelli esposti, rilucevano di magia nel pieno fulgore. Il datore di lavoro della Grifondoro era maniacale circa la conservazione della mercanzia, il che era probabilmente uno dei motivi per cui la clientela non fosse mai diminuita negli anni. Si appuntò di fare presente il contrasto tra la merce in esposizione e quella che effettivamente fornivano ai clienti per segnare un punto a favore della sua tesi. Poi, tornò a dedicarsi a Horus.
«Come dici?» Lo sguardo di Nieve seguì la direzione di quello di Horus. Fece presto ad accostarsi alla mensola per recuperare uno degli oggetti in esposizione e condurlo presso il bancone. Lo depositò con estrema cautela, prima di cercare lo sguardo del ragazzo. «Questo è un Pensatoio,» gli spiegò. «Si tratta di un oggetto molto prezioso perché...» S'interruppe per elaborare una risposta che fosse soddisfacente. «La magia che lo imbeve permette a chi lo possiede di rivivere un ricordo nel vero senso della parola. Non si limita a illustrarlo, a fartelo ripercorrere mentalmente. E' come essere risucchiati nel ricordo e poterlo osservare dalla prospettiva di un osservatore esterno.» C'era quasi, si disse. «Immagina di tornare a Hogwarts e voler rivivere il ricordo di questo preciso momento. Attraverso il Pensatoio, verresti calato in questa stessa stanza, possibilmente saresti qui al mio fianco, o in prossimità della porta, o anche seduto sul bancone. Quello che vedresti sarebbe niente di più e niente di meno di quello che sta accadendo: me e te mentre parliamo del Pensatoio.» Con le dita della mano sinistra, sfiorò il bordo di metallo dell'oggetto. «E' estremamente prezioso, perché ti permette di carpire dettagli a cui non sapresti attingere altrimenti. Il Pensatoio, infatti, è in grado di ricreare la situazione che hai vissuto, mettendo in scena anche ciò che hai percepito solo inconsciamente. Che si tratti dello spasmo involontario sul viso del tuo interlocutore, di una crepa sulle assi del pavimento o di un mucchietto di polvere, qualsiasi cosa viene minuziosamente riprodotta. Per questo, oltre ad essere prezioso, è anche molto pericoloso: se non ti assicurassi di custodirlo a dovere e, con esso, anche i ricordi che gli hai affidato, questi sarebbero accessibili a chiunque fosse in grado di avvicinarsi al Pensatoio.» Avrebbe dovuto stupirla il fatto che la domanda di Horus avesse instillato in lei una curiosità ben lontana dall'essere meramente professionale, ma non fu così. «E' anche possibile farne un altro tipo di uso, ma è talmente complesso che pochissimi riescono nell'impresa: oltre che i ricordi, potresti affidare al Pensatoio anche le tue idee.» Una sottile ruga d'espressione si formò nel punto in cui le sopracciglia minacciavano di unirsi per lo sforzo di concentrazione. Batté le palpebre per scacciare quell'eccesso di serietà e aggiungere: «Però, dura tutta la vita, costa relativamente poco e, guarda caso, ti trovi in uno dei pochissimi negozi dov'è possibile reperirlo, nonché quello con la garzona più simpatica e disponibile. E, aggiungendo il Pensatoio, il totale non si alzerebbe poi di troppo: 90 galeoni ed è tutto tuo.»
Cedric Totale spesa: 240 galeoni. Aggiornato.
Horus Totale spesa: 90 galeoni. Aggiornato
Ti fioro molto per tutti questi acquisti! Il Buzzi lo fioro al prossimo post. Edited by ~ Nieve Rigos - 25/7/2018, 19:57
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