Safarà

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 29/3/2018, 08:58
Avatar


Group:
Mago
Posts:
1,340

Status:


HKAxExo
Posò la mano sulla maniglia, una leggera spinta e la porta si aprì con un cigolio sinistro.
All’interno del piccolo negozio regnava la penombra; le fiammelle delle candele si riflettevano sulle superfici delle vetrine, dando l’impressione di essere molte più di quante in realtà non fossero. Ogni volta che vi entrava, quella vista le procurava un momento di sconcerto. Anche l’odore di polvere e di pozioni di ogni sorta la disorientava. Sembrava fatto apposta per annebbiare la mente. Eppure, quell’atmosfera pareva avere al tempo stesso un che di magico. Si chiese se fosse davvero così, o se si trattasse soltanto dell’eccitazione dovuta al fatto che quel negozio rappresentasse per lei la tappa finale di una lunga ricerca.
Aveva cercato quel pezzo da molto tempo. Aveva contattato mercanti e rivenditori, ma senza successo. La maggior parte di loro non erano altro che avidi omuncoli, capaci di rifilarti qualunque cosa pur di trarne un profitto. Sciocchi. Come se non conoscesse bene ciò che cercava.
Infine, l’aveva trovato proprio lì, a due passi dal centro di Hogsmeade. Il proprietario di Safarà non le aveva fatto un'impressione migliore di molti altri negozianti, ma se non altro aveva ciò che desiderava e ad un prezzo che si poteva definire sufficientemente abbordabile.
Percorse a passi lenti il locale, lasciando scivolare lo sguardo sulla merce esposta. Giunta al bancone, si rivolse al primo commesso che si fosse avvicinato.

«Buongiorno, il proprietario mi ha riferito che avete delle Camice Magiche di Ad’non. Dovrebbe avermene messa da parte una».
Attese quindi che le fosse consegnata la merce richiesta, poi avrebbe pagato la somma dov
uta.



Ciao bellini :fru: Mi acchiappo una Camicia Magica di Ad’non
 
Top
view post Posted on 7/4/2018, 14:00
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Un'altra interminabile giornata a lavoro, in quel negozio dove la penombra regnava sovrana e che Wolf sinceramente adorava: certo, avrebbe preferito non rischiare una cecità precoce ed era sinceramente sollevato da non avere un'allergia alla polvere. Un paio di clienti in più e sarebbe stato al settimo cielo.
Quel giorno, però, sembrava essere fortunato: una cliente - un viso familiare, oggettivamente bello e armonioso - era finalmente arrivata a interrompere la noia di quel pomeriggio uggioso. Nonostante si fosse guardata attorno, si era diretta con decisione evidente al bancone con una richiesta a dir poco inusuale.

Ottimo acquisto, Miss.
Wolf si diresse nel retro del locale, dove il proprietario teneva la merce più rara, tra cui la Camicia Magica di Ad'non che la nuova cliente aveva richiesto. Una volta tornato nel locale principale, impacchettò la camicia e la porse alla ragazza.
È incredibilmente resistente e versatile: rafforza le difese e dimezza il danno degli incanti subiti. Sono 80 Galeoni.
Il prezzo era già abbastanza elevato senza stare troppo a polemizzare su Falci e Zellini.

Scusa il ritardo Atena
 
Top
view post Posted on 16/4/2018, 18:42
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


txS7Mpg

«Prego, mi perdoni.»
La figura alle sue spalle lo aveva sorpreso più del dovuto; lo sguardo che fuggiva quello dell'anziana signora ora accanto, il volto già leggermente in imbarazzo, Oliver si ritrovò inconsapevolmente a trattenere il respiro per pochi istanti. Permise all'altra di proseguire senza più ostacoli sul percorso, lasciandole spingere la porta del negozio di Safarà senza troppi preamboli né pause aggiuntive. E subito dopo, così come in principio, Oliver riprese il filo dei suoi stessi pensieri, quel filo involontariamente e rapidamente interrotto. C'era qualcosa nelle vicinanze del locale che lo incuriosiva, ma non avrebbe saputo dire effettivamente di cosa potesse trattarsi; la mano destra continuò ad indagare la superficie levigata dell'ingresso, una carezza senza fine dal basso verso l'alto e viceversa, come a voler strapparne la corteccia e scoprirne il contenuto forse celato. Ma non c'era nulla di fuori dall'ordinario, nulla di eccezionale, nulla di interessante. Per un solo frangente le narici del Mago pizzicarono, captando un profumo diverso, strano, eppure familiare, che non fu in grado tuttavia di riconoscere. Confuso più dalle sue stesse sensazioni che dal contesto che stava vivendo, abbandonò ogni ipotesi e si diresse a sua volta nel negozio; si tenne a distanza dalla donna precedentemente incontrata, consapevole di non aver fatto una bella figura in attesa, senza motivo, sull'uscio del prezioso locale. Quando fu il suo turno, senza troppi giri turistici e di analisi degli articoli magici né grande pretese, Oliver si stampò un sorriso cordiale sul volto e pose la sua richiesta. «Salve, vorrei un Anello mistico delle Sirene e un Mantello della Resistenza. Se possibile, sulle tonalità del grigio, dell'argento o del nero. Altrimenti va bene qualsiasi altro colore, purché non sia rosa, viola o magenta. Non credo possa essere apprezzato dal destinatario.» Ammiccò, più ironico che altro, prima di attendere una qualsiasi risposta e pagare la somma dovuta. A quel punto, un saluto di circostanza a fare da pendant, la giornata di acquisti si sarebbe rapidamente e semplicemente conclusa. Il rientro al castello non sarebbe stato così complicato.


Dal Conto Grifondoro
• Anello mistico delle Sirene
• Mantello della Resistenza
 
Top
view post Posted on 20/4/2018, 09:49
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Sembrava che fuori dal negozio ci fosse qualcuno che tentava di impedire l'ingresso all'anziana signora Marlene: poco male, era una tale taccagna, sempre a tirare sul prezzo. Tuttavia, i clienti avevano sempre ragione e il vecchio proprietario del negozio "adorava" mantenere i rapporti con i clienti abituali come Marlene La Taccagna, quindi Wolf stampandosi un bel sorriso sul volto - falso, infido: all'inferno ti aspettano le Malebolge - andò a recuperare il pacchetto che era stato messo da parte solo per lei.
Un bastone da passeggio e la pietra per bacchetta che ha richiesto, Ms. Marlene.
Dopo aver contrattato sul prezzo come al solito - ormai aveva preso l'abitudine di levitare il prezzo iniziale di modo da permettere comunque al negozio di guadagnare - Wolf si poté dedicare a chi aveva tentato, inutilmente, di salvarlo dalle grinfie di Marlie.
Oliver, come posso aiutarti oggi?
Anche il Caposcuola di Grifondoro era un cliente abituale, ma la differenza tra lui e quella precedente non poteva essere più abissale.
Oh, qualcuno non è poi così sicuro della propria mascolinità? Scherzo, ovviamente: ti porto subito quello che hai chiesto.
Con la rapidità dovuta ormai al lungo periodo in cui aveva lavorato al Safarà, compose il pacchetto richiesto, facendo attenzione a mostrare il colore argentato del mantello.
Un anello mistico delle sirene e un mantello della resistenza: in totale sono 64 Galeoni.
Dopo aver pagato, Wolf salutò il Caposcuola con aria distratta: aveva proprio bisogno di una pausa sigaretta.


AGGIORNATO
 
Top
view post Posted on 23/4/2018, 12:29
Avatar


Group:
Mago
Posts:
2,815
Location:
Ireland

Status:


C'era sempre un piccolo spazio di tempo da dedicare alle compere, fondamentale se si voleva evitare di perdersi le novità sempre affascinanti dei vari negozi presenti nel mondo magico. QUel giorno decise di dedicare la sua attenzione al famso negozio Safarà, presente in quel di Hogsmeade.
Aveva già visitato quel negozio in passato ed aveva trovato i suoi articoli sempre degni della sua attenzione, al punto che qualche volta si era lasciato andare a spendere forse anche troppo.
Non aveva bisogno di qualcosa in particolare, decise dunque di andare alla "cieca" e comprare ciò che avrebbe trovato di suo gradimento.
Si fece largo tra la gente che affollava le strade di Hosgmeade in quella bella giornata primaverile, riconobbe alcuni conoscenti ma non si fermò per nessun chiacchiericcio, pensò di dedicarsi in primis alle compere e poi ai vari svaghi presenti nel villaggio.
Arrivati dinanzi al negozio tirò un sospiro di sollievo, era da molto che non dedicava un pò di tempo libero per sè stesso e cosa fondamentale amava investire il suo denaro nell'acquisto di oggetti rari.
Entrò nel negozio salutando con un cenno del capo il commesso presente all'interno di esso, e da subito si fiondò con lo sguardo sugli articoli presenti.
Non era il tipo che perdeva molto tempo, tutto ciò che finiva sotto i suoi occhi e le piaceva veniva automaticamente acquistato. Andava molto a sensazioni e quel giorno da Safarà vi erano alcuni articoli che avevano attirato la sua attenzione.
Con un cenno della mano seguito dallo sguardo chiamò il commesso poco distante, che vigile osservava il mago dalla sua posizione


Per favore vorrei acquisire questi articoli se non le dispiace!

Gli sorrise nell'attesa che quest'ultimo potesse raggiungerlo, nel frattempo elencò i vari articoli da lui scelti.

Allora mi interessa questa Camicia Magica di Ad’, questo bastone da passeggio insieme alla pietra!

Aveva scelto degli articoli abbastanza costosi, ma non badava al fatto di poter spendere molto in fondo il fattore economico per lui non era mai stato un problema!

Edited by † Cedric Eric Black † - 23/4/2018, 13:48
 
Web  Top
view post Posted on 23/4/2018, 19:17
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,033
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


uHBZAWo




Horus

Sekhmeth



? 18 | ? Headboy |? mood: satisfied

Nel corso di quella mattinata, Horus aveva rischiato di appisolarsi un numero infinito di volte. Mentre giaceva in stato catatonico sulle rive del Lago Nero, appollaiato tra le grandi radici del suo faggio preferito, aveva spesso sentito qualche studente passargli vicino e chiedersi se fosse morto o meno.
In effetti, il Caposcuola non ci andava troppo lontano: il rush degli ultimi giorni che l'aveva spinto a fare nottate per poter terminare gli studi entro la fine dell'anno, lo aveva lasciato sfinito e senza forze. Quel sabato, il primo da elfo studente libero, aveva deciso di passarlo nella nullafacenza più assoluta. Si era svegliato relativamente tardi per i suoi standard —ben le nove!—, aveva fatto colazione con qualche muffin alle mele e si era poi diretto di buona lena verso l'albero, convinto che sotto la frescura delle sue fronde si sarebbe goduto una buona lettura —"Volava come un pazzo (biografia di Dai "Dinamite" Llewellyn)"— e un po' d'aria primaverile. Il risultato, però, era stato diverso dalle aspettative: ogni due per tre la palpebra calava, si faceva pesante ed il dolce sciabordio delle acque del Lago cullavano la sua mente che, intorpidita, cedeva facilmente alle lusinghe di Morfeo.
Horus aveva capito che era decisamente ora di alzarsi da lì e farsi un giro, quando si era svegliato trovandosi davanti una matricola intenta a scrutarlo con fare perplesso. La scena che era seguita aveva un che di imbarazzante che Horus avrebbe volentieri taciuto: il marmocchio aveva urlato, sobbalzando per la sorpresa, e lui, rintronato per il pisolino fuori programma, aveva gridato di tutta risposta, brandendo il libro e colpendo dritto in faccia al poveretto. Il disgraziato aveva cominciato a piagnucolare ed Horus si era ritrovato ad eseguire un Epismendo per curargli l'epistassi che lui stesso gli aveva procurato, cercando nel frattempo di non ridere.
A ben pensarci, ora che camminava nella strada affollata di Hogsmeade, quell'episodio l'aveva definitivamente svegliato e ricordando il suono secco del libro sul naso —"SBRECK!"— gli scappò nuovamente da ridere.
*Che meschino.* Si rimproverò senza troppa verve mentre guardava distrattamente le vetrine. Hogsmeade era stata una meta che giocoforza aveva scelto. Dopo quanto accaduto, Horus aveva deciso che sarebbe stato più deleteria la nullafacenza che un po' d'attività e così, vista la splendida giornata che ancora una volta la Scozia aveva donato alla popolazione, il Villaggio s'era rivelato il luogo ideale dove sgranchirsi le gambe, e la mente. Aveva così girovagato per High Street senza una meta precisa, guardando questa o quella vetrina, ponderando se comprare qualcosa o risparmiare. In realtà era di quell'umore indeciso affatto incline alle compere: era entrato da Bibliomagic, aveva adocchiato qualche titolo, ma poi aveva storto la bocca e li aveva lasciati lì sulle loro mensole; lo stesso aveva fatto con Scrivenshaft. Alla fine ne era uscito sempre a mani vuote. Con un sospiro, chiudendosi alle spalle la porta della bottega di piume, Horus cominciò a pensare di tornarsene al Castello. Era ormai l'ora di pranzo e la fame si faceva sentire; avrebbe volentieri pranzato ai Tre Manici di Scopa, ma non aveva la benché minima voglia di ritrovarsi davanti la faccia della barista. Il ricordo di quanto era accaduto alla festa di Halloween tornò a balenargli nella mente, attorcigliandogli le viscere. Quel bacio appassionato in cui la donna aveva intrappolato Urania, come una fiamma brucia la falena, gli era tornato spesso nella memoria, molto più di quanto avrebbe voluto. Ne era rimasto imbarazzato ed una parte di lui l'aveva persino apprezzato, per quanto Horus negasse l'evidenza con ogni sua volontà. Tuttavia rimaneva l'amarezza di un gesto che ancora adesso, a mesi di distanza, lo confondeva. Da quel giorno non aveva più visto Urania né aveva compreso perché lei non aveva mai risposto al suo gufo. L'iniziale tristezza, però, aveva lasciato il passo ad un'acredine molto simile al rancore e, con più forza del necessario, il Tassorosso colpì un sasso col piede. Il ciottolo schizzò sulla strada lastricata, rimbalzando sull'angolo di un vicolo e rotolò giù per una piccola discesa producendo un rumore sordo e sempre più lontano. Quel suono lo distolse dai suoi pensieri ed osservando distrattamente l'angusto angiporto, Horus riconobbe quel luogo. C'era stato parecchio tempo prima e, come allora, v'era capitato quasi per caso. Se non ricordava male... il ragazzo si addentrò nel vicolo, cercando nella semi-oscurità offerta dagli alti edifici in cui la viuzza era schiacciata, le familiari scale. Le trovò ad una cinquantina di metri da sé e, come ricordava, il portone della bottega troneggiava in cima agli scalini. Sorrise: chissà se da Safarà avrebbe trovato qualcosa in grado di allietare la sua mattinata. Senza timori, salì le scale ed entrò nel negozio. Non prestò attenzione a chi c'era nel locale e, notando solo di sfuggita una sagoma davanti al bancone, si concesse del tempo per osservare la merce esposta. Dopo un'iniziale delusione —indumenti e gioielli proprio non facevano per lui, ora—, Horus cominciò a vedere in un baule e in un calderone, oggetti con un potenziale. Si soffermò in particolare sul baule in pelle rossa. La descrizione prometteva un doppio fondo invisibile a chiunque al di fuori del proprietario. Inevitabilmente il frammento di maschera del Mangiamorte che aveva ucciso a Dulwich, e che giaceva ben nascosto dentro una sciarpa infondo al suo, di baule, fu la risposta perfetta al dubbio: "mi serve oppure no?". Aveva sempre pensato di trovare un nascondiglio più sicuro per quel pericoloso souvenir che si era portato dietro dopo quel decisivo scontro; con un sorriso sghembo a tagliargli il viso, Horus fu più che sicuro di averlo trovato.
Si diresse al bancone, dopo aver atteso l'uscita del precedente avventore (non era proprio un bel luogo, quello), e riconobbe Nieve servire al di là del bancone.
« Toh, la Rigos! » Esclamò, arcuando le sopracciglia in un'espressione chiaramente divertita. « Sei proprio appassionata di luoghi stretti e bui, eh? » Scherzò, ma il sorriso si era addolcito ed il suo tono di voce s'era fatto affabile e colloquiale. Gli piaceva Nieve: possedeva quell'ironia sottile in grado di farlo ridere e benché il loro incontro fosse stato tutt'altro che idilliaco, lo ricordava ancora con un certo divertimento.
<b>« Senti, potresti darmi un baule rosso ed un calderone oscuro, per favore? » Era lì, lì per metter mano al portamonete quando l'occhio gli cadde su una mensola occupata da quelle che sembravano a prima vista delle bacinelle. Incuriosito dalla presenza di quegli strambi oggetti, la cui manifattura sembrava estranea al resto del negozio, Horus allungò il collo per osservarle meglio.
<b>« Quelli cosa sono? » Si ritrovò a chiedere, non riuscendo a vedere da lì alcun cartelluno chiarificatore.
Aveva come l'impressione che si sarebbe ritrovato a comprare anche uno di quei cosi; qualunque fosse stato il loro scopo, i simboli arcani incisi sulla superficie avevano un'attrattiva che Horus trovava difficile da ignorare.

? Look up at the stars and not down at your feet ?


CODICE ROLE SCHEME © dominionpf


Frufrufru :flower: I cosi sono i Pensatoi.
 
Top
view post Posted on 27/4/2018, 23:30
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:



◤Cedric || Aveva appena sollevato la bacchetta, quando la porta si aprì e la sagoma del docente di Erbologia s'introdusse nel negozio. Il panno che aveva usato per lucidare la vetrina di fronte a lei cadde, vittima di quell'istante di distrazione. Coi lunghi capelli raccolti in una crocchia bassa, Nieve batté le palpebre per ritrovare la compostezza perduta. Benché fosse abituata a vivere l'esperienza scolastica a stretto contatto coi membri del corpo docente, le provocava sempre una certa sorpresa - mista a soggezione - trovarsi al loro cospetto in condizioni di assoluta normalità. Per certi versi, mancava di eliminare l'elemento di spersonalizzazione che la professione portava spesso con sé. Non si curò di prorompere in un saluto verbale per non distoglierlo dai suoi intenti. Ricambiò il cenno del capo con un rapido movimento della mano. Il professor Black pareva così preso dalla necessità di trovare esattamente ciò che cercava da rendere superflua qualsiasi studiata forma di intrattenimento. Poco male, rifletté Nieve nel chinarsi per recuperare lo strofinaccio dal pavimento. Era un bene che non avesse colto quell'attimo di istupidito cedimento e che fosse così risoluto a mettere mano al portafogli. Rinfoderò la bacchetta di tiglio argentato, agganciandola alla cintola, quando l'uomo si decise a chiamarla. Prontamente, Nieve lo raggiunse e prese nota delle indicazioni che le erano state date con un cenno d'assenso.

«Si accomodi pure presso il bancone. Mi occupo del recupero degli articoli e la raggiungo,» lo invitò con gentilezza, regalandogli un sorriso, prima che gli occhi tornassero a correre tra le teche.

Si mosse con la rapidità dovuta ad anni di instancabile servizio. Da quando era diventata garzona presso Safarà, l'esperienza diretta le era venuta incontro per colmare le lacune dovute alla giovane età sicché, dopo anni, svolgeva i propri compiti con naturalezza. Conosceva la sistemazione degli articoli per avervi contribuito lei stessa; le erano familiari gli incantesimi di cui erano imbevuti alcuni mobili per impedire l'avvicinamento di chi non era legittimato; e sapeva trattare con i clienti, qualunque fosse la loro provenienza ed estrazione sociale. Tornò al bancone a più a più riprese per assicurarsi di recuperare ogni cosa senza correre il rischio di un danneggiamento. Incartò la camicia e si dispose a occuparsi degli altri due oggetti.

Gli occhi grandi cercarono il volto del professore. «Il negozio si occupa anche del servizio di incastonatura, se lo desidera,» lo informò, allungando la mano sul fianco per munirsi della propria bacchetta. La fece roteare per mostrare la base al docente. «In linea di massima, l'incastonatura può avvenire in qualsiasi angolo dell'impugnatura e, tuttavia, noi suggeriamo di disporla alla base per esaltare le potenzialità della pietra.» Lo sguardo saettava dall'uomo al catalizzatore. Quando terminò la spiegazione, ripose il legnetto nel punto dal quale l'aveva sganciato. «Nel frattempo, se lo desidera, può dare un'occhiata al resto della merce in esposizione.» Il margine destro della bocca s'innalzò appena, mentre allungava il braccio per indicare una zona specifica del negozio. «In quell'angolo, in particolare, troverà degli articoli molto interessanti. Sono suddivisi per genere, dunque in alto troverà gli articoli adatti ad una clientela prettamente maschile e, in basso, quelli destinati alla clientela femminile.» Il guizzo nello sguardo di Nieve sarebbe stato mascherato dall'atteggiamento professionale. «In ogni caso, considerato il fatto che l'incastonatura è compresa nel prezzo, ad ora il totale è di 240 galeoni e 14 falci, ma andranno bene 240 galeoni.»

Sorrise.

* * *



◤Horus || Nell'istante in cui Horus Sekhmeth varcò la soglia del negozio con una buona attitudine alla spesa, Nieve Rigos dava le spalle alla porta d'ingresso e osservava con espressione intenta le assi logore della parete che dava sul retrobottega. Lei e il datore di lavoro avevano avuto un'accesa discussione circa la necessità di rinnovare il locale: l'uomo riteneva che non ci fosse nulla da cambiare e che la floridità degli affari deponesse a favore della sua tesi; la ragazza, dal canto suo, non aveva mancato di sottolineare l'importanza di un'apparenza di ordine e pulizia. Ed era un dato di fatto che, per chissà quale ragione, Safarà desse sempre l'impressione di un locale a lungo dismesso e riaperto da poco. Troppo poco. Si voltò giusto in tempo per accantonare momentaneamente le riflessioni relative alla querelle e per individuare la figura piacente del Caposcuola Tassorosso che si aggirava per il negozio. Poggiò i gomiti sul bancone e il mento sul palmo della mano destra, un sorriso sornione a inarcarle le labbra.

«Sekhmeth, Sekhmeth, Sekhmeth,» rispose con fare altrettanto canzonatorio, gli occhi vispi fissi in quelli chiari di lui. Si guardò intorno con atteggiamento a metà tra l'innocenza e l'impudenza, prima di tornare sul ragazzo e rispondere: «Potrei dire la stessa cosa di te, non trovi?!» Recuperò la posizione eretta e parve quasi che, oltre che in altezza, Nieve avesse guadagnato qualcosina in sfacciataggine, perché tornò a parlargli con gioviale spigliatezza. «O devo pensare che sentissi un po' la mia mancanza?!» Horus era stato una scoperta per lei: era passato dall'essere un nome tra i tanti cui non riusciva ad associare un volto all'occupare un posto tutto suo - senz'altro particolare e di complessa definizione - tra i ranghi delle preferenze della Rigos. A Nieve piaceva Horus, empaticamente. «Senz'altro. Recupero tutto e sono subito da te.»

Sparì nel retrobottega per riapparire solo dopo qualche minuto. Portava tra le mani un baule di modeste dimensioni e, impilato sopra, un calderone che pesava quasi il doppio. Le scappò un "Fiordo benedetto!" a denti stretti quando riuscì a liberarsi dell'ingombro di entrambi gli articoli. A differenza di quelli esposti, rilucevano di magia nel pieno fulgore. Il datore di lavoro della Grifondoro era maniacale circa la conservazione della mercanzia, il che era probabilmente uno dei motivi per cui la clientela non fosse mai diminuita negli anni. Si appuntò di fare presente il contrasto tra la merce in esposizione e quella che effettivamente fornivano ai clienti per segnare un punto a favore della sua tesi. Poi, tornò a dedicarsi a Horus.

«Come dici?» Lo sguardo di Nieve seguì la direzione di quello di Horus. Fece presto ad accostarsi alla mensola per recuperare uno degli oggetti in esposizione e condurlo presso il bancone. Lo depositò con estrema cautela, prima di cercare lo sguardo del ragazzo. «Questo è un Pensatoio,» gli spiegò. «Si tratta di un oggetto molto prezioso perché...» S'interruppe per elaborare una risposta che fosse soddisfacente. «La magia che lo imbeve permette a chi lo possiede di rivivere un ricordo nel vero senso della parola. Non si limita a illustrarlo, a fartelo ripercorrere mentalmente. E' come essere risucchiati nel ricordo e poterlo osservare dalla prospettiva di un osservatore esterno.» C'era quasi, si disse. «Immagina di tornare a Hogwarts e voler rivivere il ricordo di questo preciso momento. Attraverso il Pensatoio, verresti calato in questa stessa stanza, possibilmente saresti qui al mio fianco, o in prossimità della porta, o anche seduto sul bancone. Quello che vedresti sarebbe niente di più e niente di meno di quello che sta accadendo: me e te mentre parliamo del Pensatoio.» Con le dita della mano sinistra, sfiorò il bordo di metallo dell'oggetto. «E' estremamente prezioso, perché ti permette di carpire dettagli a cui non sapresti attingere altrimenti. Il Pensatoio, infatti, è in grado di ricreare la situazione che hai vissuto, mettendo in scena anche ciò che hai percepito solo inconsciamente. Che si tratti dello spasmo involontario sul viso del tuo interlocutore, di una crepa sulle assi del pavimento o di un mucchietto di polvere, qualsiasi cosa viene minuziosamente riprodotta. Per questo, oltre ad essere prezioso, è anche molto pericoloso: se non ti assicurassi di custodirlo a dovere e, con esso, anche i ricordi che gli hai affidato, questi sarebbero accessibili a chiunque fosse in grado di avvicinarsi al Pensatoio.» Avrebbe dovuto stupirla il fatto che la domanda di Horus avesse instillato in lei una curiosità ben lontana dall'essere meramente professionale, ma non fu così. «E' anche possibile farne un altro tipo di uso, ma è talmente complesso che pochissimi riescono nell'impresa: oltre che i ricordi, potresti affidare al Pensatoio anche le tue idee.» Una sottile ruga d'espressione si formò nel punto in cui le sopracciglia minacciavano di unirsi per lo sforzo di concentrazione. Batté le palpebre per scacciare quell'eccesso di serietà e aggiungere: «Però, dura tutta la vita, costa relativamente poco e, guarda caso, ti trovi in uno dei pochissimi negozi dov'è possibile reperirlo, nonché quello con la garzona più simpatica e disponibile. E, aggiungendo il Pensatoio, il totale non si alzerebbe poi di troppo: 90 galeoni ed è tutto tuo.»



Cedric
Totale spesa: 240 galeoni. Aggiornato.

Horus
Totale spesa: 90 galeoni. Aggiornato


Ti fioro molto per tutti questi acquisti! :flower:
Il Buzzi lo fioro al prossimo post.


Edited by ~ Nieve Rigos - 25/7/2018, 19:57
 
Top
view post Posted on 21/6/2018, 16:55
Avatar


Group:
Auror
Posts:
1,504

Status:


Anche se solitamente il piccolo borgo si riempiva di gente, quel sabato mattina sembrava vuoto. Giunse al negozio pochi minuti dopo l’orario di apertura, con la stanchezza accumulata durante la settimana. Percorse gli scaffali nel silenzio delle prime ore della giornata, e gli parve che persino il battito del suo cuore suscitasse un’eco. Senza riuscire a nascondere il proprio interesse, Dorian contemplò un anello con una pietra verde simile ad uno smeraldo e un ciondolo in argento dall'intarsiatura squamata, che gli ricordava la pelle di un serpente. Guardando il prezzo, alzò le sopracciglia in un’espressione di sorpresa e, attirando l’attenzione del commesso, non perse tempo:
«Vorrei acquistare questo Anello del troll; lo accompagnerei, se possibile, al Ciondolo scaglia di basilisco esposto nella teca prospiciente.»
Con le mani eleganti, aprì il portafogli e si accinse a saldare il conto.

Per necessità mi considero servito, un caro saluto.

Edited by Dorian - 21/6/2018, 18:23
 
Top
view post Posted on 23/6/2018, 13:51
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Quella mattinata non si era ancora visto un cliente e Wolfgang era a dir poco annoiato: almeno poteva approfittarne per continuare a svolgere i compiti di Trasfigurazione - purtroppo era rimasto indietro dato che il proprietario del Safarà non sempre apprezzava che i suoi commessi si facessero trovare troppo impegnati davanti ai clienti. Problema che in quel momento, in realtà, non sembrava sussistere, non essendoci neppure l'ombra di un cliente: di conseguenza, quando finalmente qualcuno entrò nel negozio, l'inchiostro sulla pergamena era ancora fresco e stava mentalmente elencando tutte le differenze tra il "Feles" e il "Feraverto".

Il nuovo cliente, però, era una sua vecchia conoscenza: con celata curiosità, Wolf osservò i movimenti del professore di Difesa Contro le Arti Oscure e soprattutto gli oggetti su cui si era concentrata la sua attenzione. Tuttavia decise di intervenire solamente quando il professor Midnight chiese il suo intervento: non amava disturbare i clienti, preferiva lasciare che si guardassero intorno e decidessero di loro iniziativa cosa acquistare - sembrava che quel cliente in particolare avesse fatto la sua scelta. Con gesti decisi e veloci, raccolse gli oggetti indicati dal professore e gli fece un pacchetto semplice, ma elegante con della carta verde e argentata, recuperata da sotto il bancone. Era forse di parte?


In totale sono 45 Galeoni, professore.


--

AGGIORNATO
 
Top
view post Posted on 7/7/2018, 15:04
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:


90f7282c3de81c00472bcc14762b8d21


Trattenne a stento l'impulso di maledire l'ultimo cliente, mentre tornava per l'ennesima volta alla teca e scambiava l'Occhio della Banshee con il Cuore della Banshee. Aveva compiuto l'operazione ormai tre volte sulla scorta delle indecisioni dell'uomo. *Se ci ripensa di nuovo, giuro che glielo tiro!* Mise a tacere le proteste della sé più zelante: di lì a una manciata di minuti lo sconosciuto sarebbe sparito dalla sua vista e tante care cose. Doveva solo pazientare ancora un po', il tempo necessario a che Wolfgang arrivasse in negozio per darle il cambio e consentirle di fare ritorno a Hogwarts.

«Credo che tornerò domani, magari con più calma. Non sono ancora convinto dell'acquisto, ma la ringrazio tanto per la disponibilità, signorina. Buona giornata!»

Se n'era andato, in quattro e quattr'otto. Un istante prima era al di là del bancone a farle quasi perdere il senno e quello dopo era sparito, chiudendo dietro di sé la porta del negozio come se nulla fosse. Quando Wolfgang oltrepassò la soglia, Nieve aveva ancora dipinta in volto un'espressione che era un concentrato di incredulità, sollievo e fastidio.

«Tu non puoi capire che razza di idiota è appena uscito di qui, Wolfgang,» fece, tornando per l'ultima volta alla teca e sistemando gli articoli che, pur manipolati, erano rimasti in possesso al negozio. Sbuffò, inviperita. Avrebbe dovuto cacciarlo via al secondo cambio d'idea, invece di ostinarsi a credere che fosse la volta buona. «Tra qualche ora, dovrebbe arrivare un carico molto importante. Pare che sia una cosa dell'ultimo minuto e il vecchio non ha detto altro,» gli comunicò, mentre raccattava i suoi averi e trafficava con il contenuto della tasca interna del mantello. «Senti, non è che mi faresti un favore?» Estrasse un sacchetto ricolmo di galeoni. «Mi prenderesti una pietra per bacchetta? Non preoccuparti dell'incastonatura. A quella, ci penso io domani ché sono di fretta.»


Una pietra per bacchetta magica per la sottoscritta. :flower:
 
Top
view post Posted on 11/7/2018, 13:12
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Successe all'improvviso.

Un attimo prima era impegnato a percorrere la strada che l'avrebbe condotto al Safarà - con passo svelto, per non costringere Nieve a tardare per sostituirlo - e l'attimo dopo un tipo grassoccio e, probabilmente, di fretta l'aveva urtato con tale forza da fargli quasi perdere l'equilibrio, arroccandosi, poi, anche di insultarlo per la sua disattenzione. Ma tu guarda che tipo: fortuna che sembrava camminare nelle direzione opposta a quella del negozio, non avrebbe sopportato di averlo come cliente.
Quando Wolf entrò nel negozio, già innervosito a causa del "piacevole" incontro, venne accolto da un'insolita espressione di fastidio dipinta sul viso di Nieve: apparentemente neppure lei aveva passato una giornata tranquilla.


Se è lo stesso idiota che ho appena avuto il piacere di incontrare io, posso capirti perfettamente.

Si tolse la giacca e si diresse dietro al bancone, osservandola ritirare un numero considerevole di articoli - cliente difficile, ovviamente - e ascoltando la sua spiegazione su un eventuale carico importante: chissà, magari sarebbe riuscito a mettere le mani su qualcosa di prezioso. Poi, alla richiesta della ragazza, si diresse al suo angolo preferito del negozio, quello dove tenevano le pietre per bacchetta, e ne scelse una, quella che a suo parere sarebbe stata di maggior gusto per Nieve.

Non ti preoccupare, non è affatto un problema: sono 90 Galeoni, scordiamoci pure i 10 Falci. Anzi, sai cosa ti dico? Oggi non ho con me i soldi necessari, ma non è che domani la prepareresti anche per me?


--

Ricambio il "favore" e acquisto anche io una pietra xD


AGGIORNATO
 
Top
view post Posted on 16/7/2018, 18:58
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:



Sorrise con un certo divertimento, dopo aver riposto la pietra nella tasca interna del mantello, là dove teneva la bacchetta. Quella sera, si disse, avrebbe finito di compilare la pergamena per il professor Channing - maledettamente belloccio come sempre! - e, appollaiata sul davanzale della finestra della Sala Comune, avrebbe fantasticato sul modo in cui procedere all'incastonatura. Nel frattempo, concesse un'ultima occhiata alla teca che tanto piaceva a entrambi i garzoni.

Tornò a soffermarsi su Wolfgang. «Solo perché sei il mio preferito tra tutti gli altri garzoni.»

Lo salutò con un occhiolino, prima di lasciare Safarà alla volta di Hogwarts.

* * *


Quando Wolfgang oltrepassò la soglia del negozio, Nieve era alle prese con un baule. Benché adorasse ricorrere alla magia e si cimentasse spesso nell'esecuzione degli incantesimi più peculiari - l'Aula 21 le era testimone! - con la pretesa di riuscire, c'erano incombenze che preferiva svolgere manualmente. Gli sforzi fisici, in qualche modo, l'aiutavano a impedire che la mente prendesse il sopravvento a scapito del suo equilibrio psicologico. Si limitò a un cenno del capo in tutta fretta, i capelli che ciondolavano ai lati del viso arrossato. Con la poca grazia che le apparteneva, Nieve ebbe la brillante idea di lasciarsi cadere sulla superficie dell'oggetto, una volta raggiunto il punto designato. Aveva la guancia schiacciata sulla superficie fresca del baule e il fiato corto per il recente sforzo fisico. Senza troppi ripensamenti, vagliò l'ipotesi di cambiare finalmente registro: mai come in quel momento un Wingardium Leviosa le parve una soluzione appropriata e confortevole.

«Arrivo, eh!» biascicò, mentre si rimetteva in piedi e, nel percorso verso il bancone, faceva tappa presso la vetrina con le pietre per bacchetta. Si assicurò di richiuderla a dovere, prima di raggiungere il ragazzo. Gli sorrise. «Sempre per la storia che sei il mio collega preferito, ti faccio risparmiare i 10 falci. Dammi 90 galeoni e siamo a posto, raccomandato!»


Wolfgang
Totale spesa: 90 galeoni. Aggiornato.
 
Top
view post Posted on 25/7/2018, 16:40
Avatar


Group:
Auror
Posts:
684

Status:




PELc1mc
Uscii
da lavoro che erano le sette inoltrate e temetti di non fare in tempo. Per assicurarmi di trovare ancora il negozio aperto, mi smaterializzai.
Da Safarà non avevo mai messo piede. Sapevo che avrei potuto acquistare un Occhio di Banshee, utile alla mia imminente partenza. Sapevo anche che ci lavorava Nieve, che non vedevo da tempo - per la precisione, dall'incontro particolare, dopo il Ballo del plenilunio, avuto ai Tre Manici di Scopa.
Arrivai sul filo della chiusura. Aprii la porta ed entrai spedita, intercettando subito il profilo di Nieve, appena di spalle, dietro il bancone, intenta a incastonare quella che sembrava una pietra in una bacchetta. Avevo sentito parlare di quella pratica, seppur non ne avessi mai beneficiato. Poteva essere il momento giusto e sentivo che lei mi avrebbe consigliato bene.
«Ciao Nieve, come stai?» dissi con un sorriso, aspettando che lei ultimasse e si voltasse a guardarmi. La trovai concentrata e stanca ma bella, forte, impetuosa come la ricordavo; lo sguardo deciso e determinato.
«Sono venuta per acquistare un Occhio di Banshee e... se è possibile e non di troppo disturbo» cominciai, poggiando la mia bacchetta sul bancone, «vorrei facessi lo stesso con la mia bacchetta. Una bella pietra, se posso sceglierla» aggiunsi, indicando con il mento il suo lavoro minuzioso.




❤❤❤
 
Top
view post Posted on 25/7/2018, 17:24
Avatar

entropia.

Group:
Grifondoro
Posts:
3,693

Status:



Quando il marchingegno che avevano a disposizione si attivò, Nieve trattenne il respiro, inconsapevolmente. Aveva compiuto ogni passaggio - meticolosa, precisa, oltremodo accorta - decine di volte negli anni di impiego presso Safarà. Eppure, adesso che era la sua bacchetta a giacere nelle grinfie della magia, l'animava un timore viscerale, indomabile. Stretta nel nodo delle proprie preoccupazioni, osservò il legno di tiglio argentato fremere in opposizione e la pietra ritagliarsi uno spazio con la presunzione di un amante violento, bestialmente votato al proprio piacere. Si morse il labbro inferiore. Aveva le spalle ritte per la tensione e il volto trasfigurato da un sentimento che militava nei ranghi del senso di colpa. Stupidamente, Nieve sentì il bisogno di chiedere scusa alla bacchetta. E l'avrebbe fatto, se l'ingresso trionfale di una cliente non ne avesse distolto l'attenzione. I suoi occhi grandi studiarono i lineamenti affilati di Urania e ne riconobbero la sconvolgente bellezza androgina.

«U-Urania, ciao!» Si stupì della propria incertezza, del tutto dimentica del procedimento che l'aveva affannata fino all'istante prima. Non fosse stato per la peculiarità del loro primo e ultimo incontro, l'avrebbe sorpresa anche il fatto che ne ricordasse il nome. Involontariamente, arrossì. «Certo. Lo recupero subito. Dammi giusto un istante.»

Le mani raccolsero il corpo tiepido, stremato del catalizzatore: mentre il palmo della sinistra fungeva da appoggio, le dita della destra ne sfiorarono il profilo affusolato con infinita delicatezza. La depose sul bancone, prima di affrettarsi a recuperare l'articolo di cui Urania le aveva parlato. Fu in quel momento che la colse di sorpresa la seconda richiesta della giovane. Le sorrise, annuendo sommessamente. Depose l'Occhio della Banshee sul bancone, proprio di fronte alla cliente, dunque la oltrepassò per raggiungere il lato opposto del negozio. La teca si schiuse con arrendevolezza al tocco della chiave incantata e le pietre le si fecero incontro. Nieve le passò brevemente in rassegna, chiedendosi se e quanto potesse osare sulle modulazioni di colore. Di solito, i clienti non si ponevano il problema estetico - eccezion fatta per i soggetti più eccentrici! - , dunque lei e Wolfgang avevano libertà assoluta. Eppure...

Accostò la pietra al fusto della bacchetta per consentire alla ragazza di sollevare eventuali obiezioni sulla tonalità prescelta. «Non è di nessun disturbo, specie se mi paghi,» le disse, lanciandole un'occhiata impudente. «Il procedimento non comporta rischi,» le spiegò, «ma è plausibile che la bacchetta abbia bisogno di un breve periodo di assestamento. Direi qualche ora, meglio se tutta la notte. Il potenziale magico della pietra deve farsi accettare dal legno, entrare in contatto con nucleo e instaurare una convivenza pacifica, mettiamola così.» Si voltò per affidare la bacchetta di Urania alle cure dello strumento. Si mosse con la sicurezza che le apparteneva entro i confini dell'ambiente lavorativo. Aggiunse la pietra color ametista che aveva selezionato per Urania. «Intanto, il totale è 130 galeoni e 10 falci.»

Quando restituì la bacchetta alla legittima proprietaria - la quercia scura pareva brillare, impetuosamente sconcertata da quell'imposizione non richiesta, alla luce tenue delle candele di Safarà -, il legno trasmise alle mani affusolate di Urania il tepore da cui era avvinto. Nieve le sorrise, affrettandosi a recuperare i suoi averi, prima di invitare la cliente a seguirla in direzione dell'uscita.

«Ora, se non vuoi che il vecchio pazzo,» un grugnito si levò dal retrobottega, strappandole un ghigno, «ti cacci di qui come solo lui sa fare, ti suggerisco di seguirmi e lasciare Safarà. Ma torna pure quando vuoi... Magari, gestisci meglio i tempi la prossima volta, ecco!» Chiuse il portone alle loro spalle, dunque scese un paio di gradini. Si voltò solo quand'era a metà della scalinata in pietra che conduceva al negozio. «Spero che tu stia bene!»


Urania
Totale spesa: 130 galeoni e 10 falci. Aggiornato.

 
Top
view post Posted on 4/10/2018, 22:59
Avatar


Group:
Mago
Posts:
1,340

Status:


HKAxExo
Il proprietario di Safarà non si poteva annoverare tra le persone più raccomandabili che Atena avesse conosciuto: l'uomo le dava costantemente l'impressione di farsi beffa del mondo intero e di essere incline ad ogni sorta di sottile sotterfugio – se lo portava addosso come un odore, nelle movenze della mani, nelle ombre che si disegnavano intorno agli zigomi, nella luce che di tanto in tanto gli accendeva lo sguardo, sinistra.
Ciò nonostante, la mercanzia che con orgoglio esponeva nel suo negozio era sempre stata in grado di suscitare l’interesse di Maghi e Streghe di ogni età e condizione, e più di una volta Atena stessa vi si era recata, nella maggior parte dei casi senza rimanere delusa.
L’ultimo incontro con l’uomo era avvenuto soltanto qualche giorno prima. Lo aveva avvicinato privatamente, fuori dall’orario di apertura. Voleva accertarsi personalmente che fosse in possesso di quanto stava cercando e appurare che si trattasse di merce di prima qualità. Gli aveva chiesto tre oggetti - misteriosi, affascinanti, seducenti. Aveva soppesato con cura ciascuno di essi, saggiandone il peso e la fattura; si era soffermata qualche istante in più sulla lama fredda e lucida dello stiletto: un manufatto di antica lavorazione, pregiato, sapeva che non ne esistevano molti in circolazione. Erano esattamente ciò che stava cercando.
Aveva quindi acconsentito all'offerta con un cenno del capo; i due avevano fissato un prezzo equo e si erano infine accordati sul giorno e l’ora in cui sarebbe passata a ritirare l’ordine.

Quel pomeriggio, come concordato, Atena si era presentata quindi al negozio e senza indugiare sulle vetrine o sugli scaffali esposti nel locale, si era diretta con sicurezza verso il bancone.

«Buongiorno. Sono qui per ritirare un pacchetto, il proprietario l’ha messo da parte per me.» un sorriso cortese ad accompagnare le parole.
Avrebbe atteso che il commesso le porgesse la confezione a lei designata, dopodiché avrebbe saldato il debito e senza aggiungere altro che un saluto, sarebbe tornata sui suoi passi, alla volta di Hogwarts.




Prendo il pacchetto Banshee completo :fru:
- Cuore della Banshee
- Occhio della Banshee
- Stiletto della Banshee
Dovrebbero essere 136 galeoni e 13 falci ☆
 
Top
592 replies since 14/2/2006, 16:29   11445 views
  Share