«A pity they let the old punishments die. God, I miss the screaming.»
Nessuna esitazione, nessun ripensamento. Una parte del cuore di Godric pulsava in quello di Alice, e se era vero che l'antico cavaliere aveva posseduto sia una bacchetta che una spada per combattere sempre ad armi pari con maghi e babbani, la scelta della Grifondoro non poteva essere che un segno dell'immortalità dei suoi valori. Nulla, nemmeno la più sperata vittoria, era in grado compensare la perdita di una vita.
La nobiltà d'animo non implicava sconfitta a priori, ma Alice avrebbe accettato di lasciare a quella ragazzina, se non agli altri due, la famosa terza piuma rossa? Come aveva detto il grande capo Aquila in Volo, chi non riusciva a recuperarne una era destinato a vagare da solo fino alla morte in quelle lande, bandito dalla Tribù delle Piume... Tornare ad Hogwarts sarebbe valso la vita di uno di loro?
I gemiti e le maledizioni si silenziarono non appena Alice emerse dal mare di felci e comparve alla vista della bambina. Questa sgranò gli occhi, e sembrò stringere qualcosa dietro la schiena, pronta nel caso Alice si fosse rivelata aggressiva nei suoi confronti. Tuttavia si trattenne, notando con estremo stupore che invece intendeva aiutarla.
«Cos-» sibilò.
«Che vuoi farmi?!»Chiuse gli occhi, poi li riaprì. In un batter d'occhio la radice che le intrappolava la caviglia si era spezzata in due di netto liberandola. Non aveva visto con cosa Alice l'aveva salvata, ma di sicuro doveva aver portato con se qualcosa di tagliente per affrontare la prova. L'istinto le diceva di scappare finché poteva, e di approfittarne per guadagnare un certo vantaggio. Si raccolse e strisciò all'indietro, ma si fermò dopo poco: lei non era come quei due.
«Grazie.» disse.
«Io sono Koko e mi hanno lasciata qui.»Un certo senso di colpa le afferrò le viscere con quell'affermazione. Quando lei e gli altri avevano compreso che una quarta persona - letteralmente sbucata dal nulla - si sarebbe contesa con loro le tre piume, avevano deciso di fare gioco di squadra.
«Mi sono impigliata e hanno deciso che sono troppo lenta e... mi hanno detto che una femmina non potrà mai diventare un Giovane Falco.»Il volto di Koko combatteva con emozioni contrastanti. Da un lato la rabbia le increspava le labbra pronunciando quelle parole, dall'altra i suoi occhi erano pieni di tristezza e sembrava poter scoppiare in lacrime da un momento all'altro.
«Se dobbiamo batterli - sarà l'ultima cosa che faccio! - dobbiamo muoverci. Le frecce sono oltre quelle rocce, le ho viste volare proprio lì in fondo.»Detto fatto, Koko prese per mano Alice senza porsi alcuna domanda e la trascinò con sé verso l'insenatura fra le rocce. L'altra sarebbe potuta andare per la sua strada, ma se quei due facevano gruppo contro di loro, allora loro si sarebbero dovute coalizzare, poche chiacchiere!
Sarebbe stato bello, molto bello, arrivare subito, senza perder tempo, in cima al cumulo di rocce. Fatto qualche passo guidata da Koko, Alice sentì all'improvviso di non riuscire più a muovere il sinistro. Qualcosa la ancorava al terreno e tentava di risalirle serpentino lungo la gamba. Una radice della grande quercia si era mossa, animata da chissà quale magia, decisa a non lasciarla andare. Poco più avanti un'altra stava strisciando verso l'indianina, pronta a riafferrarle la caviglia. Sembrava che l'intera foresta consistesse in una prova più ardua della caccia alle piume rosse.
Molto bene Alice. Il tuo incantesimo è andato a buon fine. In futuro considera sempre l'importanza della parte "mentale" dell'esecuzione di un incantesimo, soprattutto per quelli più complessi.