L'ufficio del Guardiano, Quest Fissa

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view post Posted on 2/7/2020, 21:51
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Il Fato

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«A pity they let the old punishments die. God, I miss the screaming.»
Nessuna esitazione, nessun ripensamento. Una parte del cuore di Godric pulsava in quello di Alice, e se era vero che l'antico cavaliere aveva posseduto sia una bacchetta che una spada per combattere sempre ad armi pari con maghi e babbani, la scelta della Grifondoro non poteva essere che un segno dell'immortalità dei suoi valori. Nulla, nemmeno la più sperata vittoria, era in grado compensare la perdita di una vita.
La nobiltà d'animo non implicava sconfitta a priori, ma Alice avrebbe accettato di lasciare a quella ragazzina, se non agli altri due, la famosa terza piuma rossa? Come aveva detto il grande capo Aquila in Volo, chi non riusciva a recuperarne una era destinato a vagare da solo fino alla morte in quelle lande, bandito dalla Tribù delle Piume... Tornare ad Hogwarts sarebbe valso la vita di uno di loro?

I gemiti e le maledizioni si silenziarono non appena Alice emerse dal mare di felci e comparve alla vista della bambina. Questa sgranò gli occhi, e sembrò stringere qualcosa dietro la schiena, pronta nel caso Alice si fosse rivelata aggressiva nei suoi confronti. Tuttavia si trattenne, notando con estremo stupore che invece intendeva aiutarla.
«Cos-» sibilò. «Che vuoi farmi?!»
Chiuse gli occhi, poi li riaprì. In un batter d'occhio la radice che le intrappolava la caviglia si era spezzata in due di netto liberandola. Non aveva visto con cosa Alice l'aveva salvata, ma di sicuro doveva aver portato con se qualcosa di tagliente per affrontare la prova. L'istinto le diceva di scappare finché poteva, e di approfittarne per guadagnare un certo vantaggio. Si raccolse e strisciò all'indietro, ma si fermò dopo poco: lei non era come quei due.
«Grazie.» disse. «Io sono Koko e mi hanno lasciata qui.»
Un certo senso di colpa le afferrò le viscere con quell'affermazione. Quando lei e gli altri avevano compreso che una quarta persona - letteralmente sbucata dal nulla - si sarebbe contesa con loro le tre piume, avevano deciso di fare gioco di squadra.
«Mi sono impigliata e hanno deciso che sono troppo lenta e... mi hanno detto che una femmina non potrà mai diventare un Giovane Falco.»
Il volto di Koko combatteva con emozioni contrastanti. Da un lato la rabbia le increspava le labbra pronunciando quelle parole, dall'altra i suoi occhi erano pieni di tristezza e sembrava poter scoppiare in lacrime da un momento all'altro.
«Se dobbiamo batterli - sarà l'ultima cosa che faccio! - dobbiamo muoverci. Le frecce sono oltre quelle rocce, le ho viste volare proprio lì in fondo.»
Detto fatto, Koko prese per mano Alice senza porsi alcuna domanda e la trascinò con sé verso l'insenatura fra le rocce. L'altra sarebbe potuta andare per la sua strada, ma se quei due facevano gruppo contro di loro, allora loro si sarebbero dovute coalizzare, poche chiacchiere!
Sarebbe stato bello, molto bello, arrivare subito, senza perder tempo, in cima al cumulo di rocce. Fatto qualche passo guidata da Koko, Alice sentì all'improvviso di non riuscire più a muovere il sinistro. Qualcosa la ancorava al terreno e tentava di risalirle serpentino lungo la gamba. Una radice della grande quercia si era mossa, animata da chissà quale magia, decisa a non lasciarla andare. Poco più avanti un'altra stava strisciando verso l'indianina, pronta a riafferrarle la caviglia. Sembrava che l'intera foresta consistesse in una prova più ardua della caccia alle piume rosse.
Molto bene Alice. Il tuo incantesimo è andato a buon fine. In futuro considera sempre l'importanza della parte "mentale" dell'esecuzione di un incantesimo, soprattutto per quelli più complessi.
 
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view post Posted on 12/7/2020, 23:09
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Alice Wagner
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A lice era felicissima. Il suo incantesimo era andato a segno! Aveva visto sotto i suoi occhi gli effetti che qualche colpo di bacchetta poteva provocare, inoltre aveva aiutato qualcuno in difficoltà. Mai si era sentita più fiera e felice, gli occhi le brillavano e rimase per diversi secondi a fissare ciò che aveva fatto. Non c'era comunque molto tempo per pensare, se avessero voluto uscire da quella foresta avrebbero dovuto agire al più presto e magari collaborare, dopotutto la vittoria sarebbe potuta teoricamente essere di entrambe. Sollevò lo sguardo sulla ragazzina e sorrise ampiamente << Figurati, è stato un piacere. >> disse dandosi un po' delle arie. Koko sembrava una tipa a posto, anche se Alice non si fidava spesso della gente, aveva bisogno di conoscerla a fondo e studiarla, ma in quell'occasione -si era detta- non era possibile prendersi del tempo. Forse si sarebbe rivelata utile come alleata più avanti. Voltò lo sguardo su di lei, un'espressione irritata ad incorniciarle il viso << Coooosa? PUAH! >>esclamò con versi di disappunto. Non sopportava il sessismo, lei era una convintissima femminista e sapeva di poter arrivare esattamente dove i suoi colleghi maschi potevano, anzi spesso li menava anche più forte. Si alzò in piedi, uno sguardo deciso, coraggioso, di fuoco << Gliela facciamo vedere noi a quei buoni a nulla, non solo diventeremo Giovane Falco, ma lo faremo anche prima di loro!>> spronò entrambe, occhieggiando l'altra con fiducia, pronta a dare il suo meglio e aspettandosi altrettanto. Alice era competitiva, le mancava solo una sfida aperta per completare la sua sete di vittoria. Mentre meditava piani vendicativi sui due maschi, considerando quali tra la tortura o la lenta tortura utilizzare per punirli, Koko la trascinò via, verso il sentiero che aveva già deciso di voler percorrere precedentemente. Alice rimase per un momento stupita dal cambio di atteggiamento dell'altra, ma finì per seguirla con uno spirito leggero e combattivo, non c'era tempo da perdere, dovevano recuperare quella stramaledetta piuma. Purtroppo, nonostante l'incantesimo andato a segno, non fecero molta strada prima che quelle strane radici tornassero all'attacco. Alice fece una smorfia mentre quella cosa le afferrava la gamba e cercò di pensare con tutte le sue forze a qualche incantesimo che fosse in grado di farla allontanare. Avrebbe potuto riutilizzare un Diffindo, ma se il tempo di tregua era ridotto a cinque minuti non sarebbero mai riuscite a percorrere il sentiero, le avrebbe richiesto troppe energie. Pensò e ripensò a fondo alle lezioni di incantesimi e si ricordò di una pianta particolarmente allergica alla luce solare. Ora, non conosceva quel tipo di radici, nè quella pianta in particolare ma magari avrebbe potuto provare un Lumos Solem per vedere se questa avesse reagito di conseguenza, così da dar modo a lei e Koko insieme di raggiungere l'altura. Pensò all'incantesimo e lo visualizzò nella sua mente, tastandolo con il pensiero, nel frattempo la mano virò verso la bacchetta, tirandola fuori e puntandola verso quello che sembrava il tronco dell'albero. Era qualcosa di mentalmente difficile, doveva concentrarsi molto per non sbagliare e le richiedeva molta energia, visualizzò esattamente la luce che voleva procurare. Gli incantesimi Lumos non avevano una particolare pronuncia, per cui una volta pronunciato << Lumos Solem! >> l'incantesimo avrebbe dovuto avere effetto immediato, una luce avrebbe dovuto scaturirsi dalla bacchetta, con un'intensità pari a diverse candele messe insieme, non forte abbastanza da accecarle, ma forse dannosa per la pianta. La sensazione fu strana, avvertì quasi la magia scorrerle tra le vene partendo dal pensiero e passare lungo il braccio fino a confluire nella bacchetta. Se tutto fosse andato a buon fine e la pianta si fosse ritratta, Alice avrebbe provato a correre, tenendo stretta la mano di Koko, verso l'altura. I pensieri sul vecchio Gazza e Tobi sembravano essere stati interrotti da altri, momentaneamente più importanti.


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view post Posted on 28/7/2020, 20:08
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«A pity they let the old punishments die. God, I miss the screaming.»
Tic tac, tic tac. Per quanto nella foresta non vi fossero orologi, lo scorrere del tempo non era un'opinione e la luce del Sole, già in procinto di catapultarsi oltre l'orizzonte all'inizio della gara, diventava sempre più fioca fra i piccoli spiragli nel tetto di fronde. Come sarebbe stato difficile trovare una piccola piuma, magari sotterrata dalle foglie mosse dal vento o in mezzo alle chiome coprenti degli alberi, col solo ausilio della Luna. Eppure non doveva essere esattamente questo il problema principale delle due bambine: alla disputa concorrevano altri due sfidanti, che a quanto pareva erano più avanti di loro, e benché le piume scarlatte fossero tre quei ragazzini si erano dimostrati piuttosto vili con la loro compagna. Alice era proprio sicura che avrebbero lasciato loro l'ultima freccia?

Una mente scattante, pronta a sfoderare quanto imparato in ogni occasione era proprio ciò che ci voleva. L'Erbologia era una materia che molti studenti di Hogwarts snobbavano, persino reputandola "robaccia da Elfi Domestici", nonostante fosse estremamente collegata ad altre importanti arti; quanto si sarebbero ricreduti se fossero stati tutti almeno una volta nella loro vita in quella radura, proprio nei panni di Alice Wagner. Chissà, magari avrebbero rivalutato la materia... oppure no.
La luce scaturita dalla bacchetta di sequoia si proiettò sul tronco dell'albero inseguitore, mentalmente evocata come una pioggia di spilli pronti a pungere la pianta, ma ebbero lo stesso effetto che potevano avere i raggi solari su un qualsiasi albero: lo illuminarono, e basta.
Effettivamente se quella fosse stata una pianta differente forse adesso le radici della quercia non le sarebbero salite fino alle ginocchia bloccandole l'articolazione delle gambe, né le avrebbero stretto così tanto la caviglia destra da disegnarci attorno un'aureola rossastra (-1PC). Nel mentre Koko se la stava vedendo con un'insidiosa amica in più: una seconda radice le mancò per poco un piede, e ora la piccola porzione di strada che la separava da Alice era sbarrata.
«Oh no! Sbrigati, o non ce la faremo mai!»
La situazione si faceva sempre più dura man mano che i secondi passavano. Tic tac, tic tac.
 
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view post Posted on 10/8/2020, 16:06
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Alice Wagner
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Alice doveva muoversi, il sole stava iniziando a calare ed i primi fiocchi d'ombra si spargevano per il luogo, rendendolo ancora più infimo. Stare in quella foresta e rimanere intrappolata stava iniziando a darle ai nervi. Certo la foresta le piaceva, ma non poteva rimanerci intrappolata per così tanto tempo. Doveva tornare a casa, da Tobi! E recuperare quella cavolo di piuma. Ovviamente non poteva essere completamente certa di quello che frullava nella sua testa, a volte aveva solo stupide idee a volte si faceva prendere dal panico. E questa era senza dubbio una di quelle, di una cosa era certa non avrebbe mollato, mai e poi mai. Le radici continuarono a stringerle e ad impedire di proseguire, una smorfia irritata sul viso della rossa <<scheiße!>>bofonchió verso il raggio di luce fuori uscito dalla bacchetta che non fece altro che creare due scintille visivamente carine, ma praticamente inutili. Era la sua prima avventura così lontana da casa e con la magia dalla sua parte, sentiva un certo tipo di responsabilità nei confronti dell'altra ragazzina, voleva proteggerla, ma allo stesso tempo la pressione non la faceva ragionare lucidamente. Puntò ancora una volta la bacchetta verso le radici che incastravano Koko, era importante per lei mettere i più deboli avanti e prendersi cura di loro prima che di se stessa. Lei avrebbe resistito in qualche modo. Avvertì la magia scrorrerle lungo il corpo, la mente ora iniziava ad essere stanca, non aveva mai usato così tanti incantesimi di seguito, stava sudando. Il flusso magico ora sarebbe dovuto fuori uscire al suono di<<diffindo!!>> e colpire le radici della ragazza. Nel caso fosse andato a segno avrebbe provato a replicarlo su di lei, in modo da liberarsi delle radici giusto in tempo per correre via da quel giogo e incamminarsi verso l'altura.


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view post Posted on 20/8/2020, 15:54
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Il Fato

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«A pity they let the old punishments die. God, I miss the screaming.»
Coraggio, cavalleria ed altruismo erano i valori che muovevano Alice alla pari di ogni degno adepto di Godric. Nulla, nemmeno l'istinto di autoconservazione poteva privarla di queste qualità. Il Diffindo accorse in aiuto della compagna di gara tagliando la radice più vicina a lei e mettendola nella condizione di difendersi da sola dalle altre o di scappare. Tuttavia nulla poté contro quelle che cingevano le gambe della valorosa Grifondoro, che presero a trascinarla all'indietro, verso una cavità buia e abbastanza larga da farcela passare. Terra e foglie secche ammorbidirono l'attrito del traino ma alcun incantesimo sarebbe riuscito a contrastare la forza di Madre Natura. Koko notò troppo tardi il risucchio di Alice e, sebbene si fosse protesa verso di lei per darle la sua mano, le radici si mossero con una tale rapidità da farla scomparire in un battibaleno nel sottosuolo.

La ragazzina cadde nell'oscurità per un paio di secondi fra le frustate delle radici degli alberi che abitavano la crosta della foresta. Piombò però su un morbido letto di foglie marce e terra umida sporcandosi gli abiti da indianina che indossava. Qualche graffio le decorava volto, braccia e gambe, un discreto dolore al coccige le preannunciò il livido violaceo che le sarebbe rimasto alla base della schiena per i prossimi giorni (-8 PS;-5PC). Nonostante tutto la fortuna sembrava essere stata dalla sua parte, non permettendo agli alberi animati della foresta di romperle l'osso del collo.
«Hey! Stai bene?! Riesci a sentirmi?!»
La voce di Koko rimbombò nel tronco cavo della quercia, ma la piccola indiana non osò affacciarsi dall'apertura, forse per paura di essere ugualmente afferrata e gettata giù. Comunque doveva voler dire qualcosa se non era ancora scappata per cercare di arraffare per prima la piuma rossa!
All'interno dell'albero cavo, però, non sembravano regnare né il silenzio né il buio assoluti. Un lieve scroscio d'acqua giungeva sino alle orecchie della Grifondoro e, se lei si fosse guardata attorno, avrebbe concretizzato di trovarsi in una piccola grotta a lato di un fiume. L'acqua scorreva all'esterno ma aveva penetrato l'insenatura sotterranea ristagnando e riducendo in fango il suo pavimento. La pozza d'acqua era lunga circa sei metri, stretta tre, colmando lo spazio antistante Alice, la quale si trovava su una vera e propria riva. A due passi da lei l'acqua scura sembrava ferma ma si potevano percepire qualche sporadica increspatura e dei leggeri scrosci più in là, come il muoversi di una coda sul pelo dello stagno.
Le opzioni a questo punto erano due: risalire arrampicandosi su per le radici della quercia, già dimostratesi piuttosto cattive, o attraversare l'acqua, che non doveva essere nemmeno tanto profonda, per raggiungere il fiume e risalire dall'esterno. La scelta non doveva poi essere così ardua, anche perché, aguzzando lo sguardo, Alice avrebbe potuto notare qualcosa di lungo, rosso e sottile oscillare nel vento proprio alla base dell'apertura. Doveva essersi incastrata in un ramo o in una radice.
STATISTICHE AGGIORNATE:

Alice Wagner
PS: 91/100
PC: 45/50
PM: 50/50
Dolore al coccige per la caduta, graffi superficiali su viso, gambe e braccia.

Se vuoi tener traccia anche tu delle statistiche in diminuzione di Alice ricordati di farle combaciare con quelle che ti segno io nei masteraggi.

 
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view post Posted on 31/8/2020, 19:45
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Alice Wagner
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Ci era riuscita, aveva liberato Koko dall'incombenza dei rami, il suo incantesimo era andato a segno ancora una volta. Non si poteva dire lo stesso di quello fatto verso le radici che la imprigionavano, si sarebbe aspettata tutto tranne che essere trascinata via dalla foresta fino all'interno di un tronco. La cosa la prese in contropiede e uno strillo sonoro fece largo nella sua bocca, maledicendo le radici nella sua lingua madre. Ce l'avevano proprio con lei! Vari tagli si formarono sulla sua pelle chiara mentre finiva giù e il dolore anche se non intenso si faceva sentire. Si sarebbe rotta l'osso del collo? Forse. Non riusciva a pensare a nessun incantesimo in quel momento, perché era stata presa alla sprovvista totale e anche perché fu questione di attimi prima che si ritrovasse con il sedere su un comodo letto di foglie- Comodo per modo di dire, anche se almeno aveva avuto la fortuna di non finire spiacciacata sul terreno. Atterraggio fortunato, il suo. Per tutto il tempo della caduta aveva chiuso gli occhi, incerta se voler vedere la fine che avrebbe fatto, solo dopo essere atterrata lì riaprì di scatto, cercando di ricomporre la situazione, flesse le gambe e si alzò in piedi massaggiandosi i muscoli contratti e i graffietti in giro per il corpo. Varie smorfie di dolore si sostituirono sul suo viso, non se la passava alla grande. Avvertì la voce di Koko provenire da sopra, la ragazzina era rimasta lì, non l'aveva abbandonata! Alice fu sorpresa dalla sua inaspettata fedeltà e solo dopo qualche minuto sollevó il capo e pose le mani intorno alla bocca, così da poter indirizzare meglio il suono della sua voce
<< Tutto bene, sono ancora viva!! Ma tu----Avviati, vai a cercare la piuma!>> pensò di aver avuto un sacco di fortuna ad essere ancora intera e non voleva che la ragazzina finisse in un pericolo peggiore, meglio lasciarla andare. Almeno non le avrebbe compromesso la possibilità di trovare la sua di piuma, non avrebbe comunque potuto aiutarla a risalire, era troppo pericoloso avvicinarsi alle radici. Il cunicolo dove era finita non era del tutto buio, ma gli occhi dovettero abituarsi al cambio di luce e prima che Alice riuscisse a capire bene cosa stesse accadendo intorno a lei avvertì un gorgoglio d'acqua. Aveva tenuto la bacchetta stretta nella destra per tutto il tempo, quindi se fosse dovuta essere ancora lì con lei, per assicurarsi una vista maggiore, avrebbe provato a richiamare la magia ancora una volta. Un incantesimo semplice, che chiedeva ancora mana e suggeriva alla bacchetta di illuminarsi di una tiepida luce. Visualizzò l'incanto nella sua mente e rilasciò quella visione pronunciando con chiarezza << Lumos! >> a quel punto se tutto fosse andato secondo i piani la bacchetta avrebbe dovuto illuminarsi un pochino, così da mostrarle ancor più chiaramente cosa si trovasse di fronte a sé. Aveva già avvertito una stretta allo stomaco nel sentire il suono dell'acqua gorgogliare e ora che si trovava di fronte ad una pozza d'acqua piuttosto ampia le sembrava già salire l'ansia. Acqua. Aveva terrore delle pozzanghere più profonde di due centimetri tra un po', figuriamoci una pozza vera e propria. Provò a fare un grosso respiro ma non sembrò funzionare, i battiti del cuore macinavano terreno più velocemente del normale ed Alice sembrava immobilizzata. Doveva fare qualcosa, doveva muoversi ma non ci riusciva. L'acqua era come la sua Kryptonite, le dava un'angoscia non indifferente, non sarebbe MAI e poi mai riuscita ad attraversarla. Provò a mettere un piede dentro, poi l'altro giusto per controllare quanto profonda fosse e per dare un'occhiata su dove sbucasse, dei brividi freddi iniziarono ad attraversare il suo corpicino, ricordi orribili e sensazioni decisamente poco piacevoli si fecero spazio nella sua mente. Appena si rese conto che la pozza era decisamente più profonda di dieci centimetri, indietreggiò spaventata mugolando tra sé << Ah Scheiße, Scheiße, Scheiße >> aveva troppa paura per proseguire. Con la coda dell'occhio le era sembrato di aver visto qualcosa di rosso, per cui con ancora i battiti accelerati, provo a spiare ancora, senza tuttavia avvicinarsi all'acqua, allungando il busto e la bacchetta illuminata verso l'apertura. Che fosse la sua piuma quella? Ma come diamine era finita lì? Era in un bel guaio ora. Cosa avrebbe mai potuto fare per prenderla e fuggire di lì senza attraversare la pozza? Più si spremeva le meningi più non riusciva a venirne a capo. Era troppo scarsa ad incantesimi per poterne trovare uno adatto a far scomparire quella quantità d'acqua << Oh per l'amor del cielo Alice! >> sospirò ancora, prendendo un bel respiro. Il metodo era uno solo. Non ci pensò troppo prima di buttarsi nella pozza. Sperava solo che non fosse troppo profonda, o sarebbe tornata indietro a costo di arrampicarsi sui rami selvaggi e lasciare la piuma nelle cavità del tronco. Iniziò a camminare molto lentamente, sudando freddo ad ogni passo, non per la temperatura dell'acqua ma per il livello. Si stava dirigendo verso quell'oggetto impigliato con il solo scopo di afferrarlo e tornare verso gli alberi. Avrebbe provato quindi a prendere quella cosa rossa intravista, sempre se si fosse trattato della piuma, sperando vivamente di poter tornare indietro sana e salva sulla sponda o magari con un po' di fortuna sarebbe riuscita a risalire dall'altra parte senza dover fare altri passi in quella pozza maledetta, sbucando direttamente dall'altra parte.


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Narcissa E. Miller
view post Posted on 2/9/2020, 19:32





Narcissa Elodie Miller
Serpeverde | Studentessa, I anno | 11 anni | Outfit | ♪XwFHG5M
Un forte trambusto veniva da una porta socchiusa sita nel cuore del piano terra. Al suo interno un uomo dall'aria sgangherata, accompagnato dal suo gatto dall'aspetto malconcio e aggressivo, sembrava tutto affaccendato per ripristinare una sorta d'ordine all'interno del locale. Inveiva contro qualcuno o qualcosa, Narcissa poteva udirne distintamente le imprecazioni. Sembrava dannatamente furioso, quasi avessero messo a dura prova la sua pazienza. Per certi versi Narcissa provava compassione per quell'uomo: solo, deriso dalla vita - provate voi a essere un magonò in mezzo a un'orda di studenti affannosamente impegnati nello studio di incantesimi, pozioni et similia! - e incapace di usare la magia.
La piccola Serpeverde restò accanto a quella porta socchiusa. L'uomo sembrava in evidente difficoltà e, di tanto in tanto, Mrs. Purr manifestava disappunto alzando il pelo e mostrandosi quasi volesse attaccare un qualche nemico invisibile.
*E' tutto così assurdo* pensò Narcissa, mentre spiava quello strano quadretto da dietro la porta socchiusa.
Una parte di lei le suggeriva di allontanarsi a grandi falcate, ma un'altra invece le aveva fatto intuire che probabilmente farsi amico quel burbero guardiano avrebbe potuto giovarle nel corso della sua permanenza a Hogwarts. Fu allora che senza nemmeno rendersene conto mise davanti i propri interessi a qualsiasi altra forma logica e razionale di pensiero e la sua mano scattò in avanti, andando a bussare sulla porta.

"Signor Gazza" esordì Narcissa, mostrandosi estremamente remissiva e cordiale quanto bastava da non risultare troppo forzata. Aveva visto più volte Mastro Gazza dubitare dell'integrità degli studenti. Era rimasto così tante volte vittima dei loro scherzi e delle loro marachelle che era impossibile biasimarlo: chiunque al posto suo avrebbe subito visto della malizia in qualsiasi atteggiamento gentile. Ma Narcissa fortunatamente aveva avuto un'ottima scuola alle spalle: non era facile trattare con sua nonna materna Elodie, tanto che s'era più e più volte impegnata per risultare estremamente cordiale, ma mai al limite della finzione. Sua nonna era una donna particolarmente astuta, ma Gazza?
*Beh, dai, non penso possa battere mia nonna* pensò Narcissa. Nel mentre sfoderò un'espressione seria e decisa in direzione dell'uomo, nell'attesa che questi si girasse verso di lei. Sperava di non dover fornire troppe spiegazioni circa la sua presenza al di fuori di quella porta, ma semmai l'uomo avesse domandato, Narcissa aveva già la scusa pronta da rifilargli servita su di un piatto d'argento.



PS: 101 | PC: 50 | PM: 50| PE: 1
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view post Posted on 15/9/2020, 14:56
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L'acqua doveva essere il più grande tallone di Achille della Wagner, considerato tutto il tempo che ella perdette di fronte a quella pozzangherina. L'acqua stagnante non era nulla di che, forse un po' fetida per chi possedeva un animo troppo schizzinoso, ma ad una persona adulta doveva arrivare più o meno a metà coscia, ad Alice all'incirca alla vita. Non vi avrebbe immerso la testa, né rischiato di sguazzarvi dentro a rana facendosi un bel bagno di fanghi.
Per fortuna la piuma rossa incastrata fra i rami secchi all'uscita dalla grotta rimase attaccata lì quanto bastò per far finalmente prendere una decisione ad Alice. La bambina si immerse nella pozza e si inoltrò nella fanghiglia e, nonostante il Lumos ben castato che rischiarava le pareti terrose dell'insenatura, non riuscì più a vedere il suo corpo dalla vita in giù. Forse sarebbe stato più logico essere schifati piuttosto che impauriti.
Non le ci volle molto per arrivare a metà della pozza, ma proprio quando sembrava andare tutto per il verso giusto ecco che una gran folata di vento riuscì a districare la piuma rossa assieme alla sua freccia dai rami, a trascinarla verso sinistra per un po' fino a farla scomparire fra i flutti del fiumiciattolo. Ormai sembrava del tutto persa e che nulla potesse andare ancor più storto, quando dalla grande apertura sul mondo esterno la Grifondoro poté udire dei sonori sghignazzi. Provenivano proprio da sopra la sua testa, dove stava Koko, e dopo poco tempo fu chiaro che non era stata lei ad averli prodotti.
«Cosa ci fate voi qui?! Lasciatemi stare!»
La voce dell'indianina risuonò forte, le sue parole molto chiare. Forse stava accadendo qualcosa che nessuna delle due aveva predetto - come se il resto degli eventi che le avevano investite e separate fossero del tutto deducibili. Comunque era piuttosto chiaro che Koko si trovasse in difetto rispetto al numero di... chiunque essi fossero, e che aveva bisogno urgentemente di una mano. Alice aveva già corso il rischio di venire risucchiata dalla terra per salvarla; lasciare andare la piuma e vagabondare per il resto della sua vita per quelle lande governate dalla Natura non doveva poi spaventarla più di tanto. O no?
Se Alice avesse avuto una qualsiasi forma di dubbio o si fosse fermata ad aspettare qualche secondo in più, ecco che qualcos'altro giungeva in suo aiuto! All'improvviso una terribile fitta di dolore le travolse il polpaccio sinistro. A giudicare dal modo in cui la carne si era aperta, aveva tutta l'aria di essere un morso dato da due belle arcate dentali piuttosto aguzze (-13PS). Insomma, tirava una brutta aria da quelle parti e conveniva darsi una mossa, anche perché subito dopo qualcosa emerse dalla melma proprio accanto a lei. A un primo sguardo assomigliava molto a uno di quei ceppi tozzi e marci di piccole dimensioni che bruciavano nel caminetto della sala comune rosso-oro - un ceppo piuttosto strano, considerate le pinne laterali di cui era munito. Qualsiasi lecita domanda sulla natura di quella cosa sarebbe stata fugata quando aprì la sua bocca munita di zanne giallognole, sporgenti e affilate, pronta ad affondare un nuovo poderosissimo morso.
STATISTICHE AGGIORNATE:

Alice Wagner
PS: 78/100
PC: 45/50
PM: 50/50
Dolore al coccige per la caduta, graffi superficiali su viso, gambe e braccia. Profondo morso al polpaccio sinistro.

Dugbog
PS: 80
PC: 60
PM: 60

Per Narcissa: come già spiegato via MP, non ti è possibile intraprendere questa strada ora che è occupata da un’altra utente. Il tuo post viene considerato come congelato, il che significa che qualora volessi avvicinarti a questa avventura quando sarà libera, potrai scongelarlo e proseguire di conseguenza.

 
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view post Posted on 2/10/2020, 05:17
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Alice Wagner
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Si poteva tranquillamente dire che l'acqua era la cosa che la spaventava di più al mondo. Dopo essere quasi affogata in un laghetto ghiacciato da bambina, Alice aveva deciso di tagliare i ponti con tutti i tipi di pozze più alte di due centimetri. Nonostante ciò si fece coraggio, dopotutto anche i migliori grifondoro sanno che il coraggio nasce dalla paura e dalla capacità di affrontarla e andare oltre ad essa. Senza paura dunque non c'è coraggio e viceversa. Affondò dunque i piedi in quella melma disgustosa che cosparse per metà quella specie di sacca che indossava come vestito, cercò quindi di concentrarsi su quanto fosse disgustosa più che sulla sua profondità, intimandosi di fare grossi respiri e di restare il più concentrata possibile verso l'obbiettivo. La bacchetta ferma nella destra, con su quella piccola fiammella di luce dettata dall'incantesimo precedente. Nonostante fosse riuscita ad equipaggiarsi abbastanza bene, non riusciva assolutamente a vedersi i piedi, il che le creava non poca ansia. Decise di ignorare quella sensazione e di focalizzarsi sulla piuma. Era ormai a metà strada, poteva avvertire con il pensiero il tocco soffice e delicato della sua superficie, ma sfortunatamente non fece in tempo a raggiungerla che volò via. Maledisse qualsiasi cosa mentre si faceva largo verso l'apertura esterna, provando a rincorrerla. Teoricamente sarebbe potuta andare alla ricerca della piuma, non fosse stato per gli schiamazzi burberi che richiamarono immediatamente la sua attenzione. Koko doveva essersi cacciata nei guai. Di nuovo? Possibile che non le desse mai ascolto? Alice esitò per un istante, lanciando occhiate tra la piuma e l'apertura alla fine della quale doveva trovarsi la sua compagna di avventure e quel momento le costò caro. Dalla pozza di melma si fece spazio una specie di pesce a forma di ceppo, che non aveva assolutamente voglia di condividere lo spazio con la Grifondoro e quindi decise di difendere il suo territorio con un morso vorace. Alice, che non si aspettava minimamente la presenza di una qualche forma di vita così aggressiva, non riuscì a prevedere la mossa e venne colpita in pieno dal morso. Urlò dal dolore, avvertendo chiaramente i denti farsi spazio nella carne, e sul viso le appaverve un'espressione sofferente. Avrebbe quindi provato ad avvicinarsi il più presto possibile alla riva nei pressi dell'apertura che avrebbe dovuto condurla da Koko. Anche se il dolore forte alla gamba l'avrebbe probabilmente costretta a trascinare la gamba ferita con sé, non si sarebbe arresa. Non avrebbe mai lasciato una persona indifesa da sola. Doveva farcela. <<koko! Cosa succede? S-Sto arrivando! >> avrebbe quindi pronunciato facendosi spazio nella cavità, fino all'apertura verso l'esterno, con voce alta. La bacchetta era salda e nonostante il dolore che le offuscava un po' I sensi era cerca di riuscire a contrattaccare. O almeno ci sperava.

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I denti appuntiti del Dugbog produssero solo uno zac che rimbombò fra le pareti delle grotta e una manciata di schizzi d'acqua sporca. Alice era riuscita a sfuggirgli, lasciandogli mordere solo aria fritta.
La corsa non fu affatto semplice data la viscosa consistenza dell'acquitrino, ma abbastanza veloce da sfuggire alla creaturina magica, che si spinse più in fretta che poté verso di lei con le sue goffe zampine porose. Nonostante ciò, anche se colei che aveva invaso la sua abitazione era diretta verso l'uscio, non sembrava tanto intenzionato a ringhiarle solo dalla porta. Il calore e la luce del sole che si infrangevano sui flutti del fiumiciattolo lo spinsero a trovare conforto in acqua, in cui si rituffò per intero confondendosi col resto dei rami e dei tronchi secchi sparpagliati sulla riva.
Per fortuna però Alice aveva già toccato la terraferma. Fradicia dalla vita in giù, la colse un brivido di freddo, al contrario del Dugbog. La veste di pelli era zuppa e le pesava sulle gambe, ma ciò non le impedì di sentire le voci che provenivano da quella porzione di bosco. Se da una parte il fiume scorreva lento e pacifico portando con sé una ormai indistinguibile piuma rossa, proprio sopra la piccola grotta dentro cui l'avevano trascinata le radici, fra gli alberi e i cespugli tre figure sembravano starsi per dare alle mani. Alzando lo sguardo, oltre il ripido declivio della sponda, Alice avrebbe visto Koko in balia di quelli che sembravano gli altri due contendenti della sfida della Tribù.
«Ho detto che dovete lasciatemi stare!»
La ragazzina era arrabbiata ma spaventata. Gli altri due, uno dalla faccia dipinta di blu e uno di giallo, ghignavano e avanzavano verso di lei con evidenti cattive intenzioni. Il primo dei due riuscì a raggiungerla più in fretta e, anche se lei indietreggiava, palesemente in difetto rispetto a loro, riuscì a trovarsi ad un palmo da lei. La spinse all'indietro con forza e la fece cadere a terra, ridendo tronfio, per poi portarsi le mani ai fianchi.
«Cosa ci fai ancora qui? Dovresti essere ormai in esilio. Ti ho già detto che non sarai mai un Giovane Falco!» Koko provò a rialzarsi ma non ci riuscì: le faceva molto male una caviglia. Se la prese fra le mani scorticate dalla caduta. «Noi abbiamo già preso le nostre piume, eccole qui!» disse l'altro, ed entrambi presero da una tasca interna delle loro casacche due esemplari di piume scarlatte di forma e dettagli ben diversi di quella trasportata dalle acque. A quel punto, Koko scoppiò in lacrime. Non riuscì a trattenersi, per la frustrazione e per la vergogna di trovarsi in quella condizione, e non riuscì a far altro che singhiozzare e continuare a massaggiarsi la caviglia infiammata.
«Guardati, sei ridicola» continuò il bambino dipinto di blu guardandola dall'alto in basso. Si rivolse dopo al suo compagno: «Direi che adesso possiamo tornare da Aquila in Volo e dire addio a questa perdente.»
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Alice Wagner
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Se riuscì a scampare al morso di quella creatura fu per un vero e proprio colpo di fortuna. Il movimento agile le impedì di avvertire i denti nella carne e con evidente difficoltà ma forte determinazione si fece spazio in quella melma appiccicosa fino a toccare la riva. Rimase stesa in una posizione asimmetrica con il bacino ruotato e un ginocchio piegato, mentre la schiena stava all'insù per riprendere fiato. Giusto qualche secondo. Doveva andar via e raggiungere Koko e soprattutto scappare da quella cosa che aveva cercato di morderla. Il dolore al coccige era ancora forte, tanto che nel tirarsi su si massaggió il didietro, mentre i graffi superficiali ancora bruciavano. Decise comunque di ignorare il dolore, per quanto fosse possibile e concentrarsi sulla scena di fronte a sé. Koko a terra in lacrime e i due concorrenti visti precedentemente al falò, che la prendevano in giro. Alice non sopportava i bulletti, nè i ragazzetti che facevano i gradassi. Se dovevano prendersela con qualcuno gliel' avrebbe fatta vedere lei, a costo di fare a scazzottate. Non sarebbe comunque stata la prima volta. Tranquillizzò Koko con uno sguardo deciso<< Stai tranquilla Koko, ci penso io... non piangere!>> sussurrò dolcemente, poi si voltò verso i due prepotenti << Ehi voi, perchè non ve la prendete con qualcuno della vostra stazza?>> gli urlò con un fare parecchio aggressivo. Se c'era una cosa che non sopportava, quelle erano le ingiustizie <<siete soltanto dei prepotenti dalla lingua biforcuta! >> li sgridò provando ad avvicinarsi alla loro direzione, li avrebbe poi puntati con il dito. Sapeva di non poter utilizzare la magia su dei babbani e nonostante si sarebbero meritati una buona punizione, avrebbe quindi poi riposto la bacchetta all'interno della sacca da indiano che aveva addosso. Non le facevano comunque spavento quegli idioti. Improvvisamente le venne in mente un'idea geniale, sapeva come potersi prendere gioco di loro << Ah e quindi avete preso SOLO le vostre piume? Che razza di guerrieri siete? Un vero guerriero le avrebbe recuperate tutte, così da togliere di mezzo anche una possibile concorrenza... >> prese a sfotterli con tono saccente << Che sfigati! E vi vantate pure delle vostre conquiste? >> la sua idea era di farli andare a recuperare la propria piuma e magari anche quella di Koko così da fargli perdere tempo e poi riappropriarsene a suon di botte. Certo non si poteva dire fosse un piano sicuro, ma ora come ora doveva distrarli e non permetter loro di vincere, altrimenti per lei e Koko sarebbe stata la fine, inoltre fare semplicemente a botte non avrebbe risolto il problema, nonostante le prudessero le mani. Sapeva come ragionavano le menti dei bulli e solitamente non erano particolarmente brillanti. Provó quindi a prenderli in giro. Il tempo Scorreva e se loro avessero potuto darle anche un minimo indizio sulle loro piume, sarebbe potuto essere di grande aiuto.

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Fino al midollo, Alice era una Grifondoro fino al midollo. Si era dimostrata pronta a difendere valorosamente la sua nuova compagna di avventure senza alcuna esitazione in corpo, e nel suo cuore una rigida legge morale stabiliva che non sarebbe stata usata magia contro due ragazzini privi di bacchetta. Lo stesso Godric qualche secolo addietro inforcò la spada per fronteggiare gli spadaccini babbani, per amor della giustizia e dell'onor cavalleresco di combattere ad armi pari.

La giovane studentessa stupì tutti, persino Koko. Evidentemente passare alle mani rimaneva pur sempre l'ultima spiaggia. Sorpassando con un gran balzo ogni tentativo di diplomazia - a ben vedere, dato che i contendenti non avevano tutta l'aria di voler stringere loro la mano - dimostrò di conoscere molto bene l'orgoglio dei "primi della classe". Un bel sotterfugio senza dubbio, ma era sicura di aver ascoltato bene le parole di Aquila in Volo?
I due ragazzini sobbalzarono sul posto non appena sentirono la sua voce. La fissarono con cipiglio leggermente più nervoso rispetto alla sfrontata sicurezza con cui poco prima avevano spintonato Koko. Tuttavia, esaurito il discorso, si guardarono per qualche istante e poi, insolenti, scoppiarono a ridere.
«Ah già, esiste anche 'sta qui.» Il ragazzino blu si avvicinò di un passo ad Alice consapevole che il suo compagno dietro di lui, ripresosi dalle risa, caricava la fionda con un sasso raccolto da terra.
«Non ho idea di chi tu sia, da dove vieni, e sinceramente non mi interessa. Però una domanda ce l'ho per te: perché dovremmo fare come dici tu quando sarebbe molto più divertente vedervi scannare l'un l'altra per l'ultima piuma?»
Koko emise un singulto. Quanto diceva il suo compagno era vero: le piume erano solo tre, e se i due ragazzini erano riuscite a prendere le loro voleva dire che lei e Alice si sarebbero dovute contendere l'ultima. Quella che ora fluttuava imperturbabile nella corrente del fiumiciattolo...
«E considerato che siete delle perdenti potreste metterci tutta l'eternità, diglielo!» disse l'altro.
«Hai proprio ragione» rispose il blu. «Piuttosto vi conviene correre. Non vorrei che l'ultima piuma venga trascinata lontano dal vento o digerita da un bue. Che dici, le diamo una mano?» Pose l'interrogativo al giallo che tirò ancora di più l'elastico della fionda, pronto a scoccare la pietra dritto in faccia ad Alice. «Sarà fatto!»
La valorosa Grifondoro avrebbe mantenuto alti i propositi della sua morale? In uno scontro due contro uno, totalmente disarmata eccetto una bacchetta, avrebbe davvero alzato i pugni?
Nel mentre, proprio dietro di lei, l'acqua della riva gorgogliava.

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A lice non pensava fosse giusto utilizzare la magia contro i babbani. E sopratutto contro i bulli. Altrimenti quale sarebbe stata la differenza tra loro due? Certo quando le partivano i cinque minuti non risparmiava nessuno dalle sue provocazioni continue e il suo sarcasmo, ma piuttosto che comportarsi come loro avrebbe preferito prenderle.
Ripose quindi la bacchetta nella tasca della sacca e si abbassò per afferrare, se vi fosse riuscita, un ramo da tenere a mo' di arma, ma nascondendolo dietro la schiena nell'avvicinarsi a loro. Effettivamente quello che i bulletti dicevano era vero, avrebbero potuto vincere senza problemi semplicemente con le loro piume. Il fatto era che ad Alice non servisse una piuma qualunque ma la SUA piuma o non sarebbe più tornata a casa, senza contare tutta la questione di Koko << Ah quindi mi volete dire che è questo il modo in cui dimostrate al capo della vostra tribù di essere i più forti? >> continuò con la sua strategia, convinta che in qualche modo i due avrebbero finito per abboccare. Un sorrisetto dispettoso, per nulla spaventato << Ah due contro uno. Un classico per chi se la fa sotto. Cos'è avete paura di affrontare una ragazza senza imbrogliare? >> li guardò entrambi con i suoi occhietti vispi, non era la prima volta di Alice con le ingiustizie. Continió poi decisa <<... Credo proprio che quando Aquila in Volo scoprirà il tutto finirete per perdere le vostre piume... E IO che pensavo che avreste avuto abbastanza fegato da affrontare quella bestia nelle profondità, quella che mi ha procurato questi graffi sulle braccia, vedete? Ah sono stata troppo debole per farcela, evidentemente solo un VERO guerriero della vostra tribù ne può essere capace... >> uno sbuffo appena accennato di una risata provocatoria. Alice sapeva di essere in svantaggio, sapeva di poterle prenderle di brutto ma questo non le impedì di mettersi di fronte a chi è più debole e opporsi alla violenza fisica e verbale dei due gargoyle.
Certo stava bluffando alla grande e li stava praticamente invitando a metter piede nella tana del lupo, ma ehi aveva sempre un piano B. Nel caso i due testa di rapa non avessero abboccato, Alice avrebbe utilizzato il rametto per difendersi dalla sassata, dopotutto era abbastanza brava a baseball e il tizio con la fionda non sembrava proprio una cima. Oppure un'altra delle sue tecniche preferite era quella di muoversi rapidamente, così da sfuggire via agli attacchi. Quanto sarebbe stato divertente se invece che prendere lei avesse preso il suo compagno, il sasso? Degno di un film comico. Mentre si faceva tutti questi film mentali avvertì uno strano gorgoglio dietro le spalle. Cosa stava per succedere? Dugbog sarebbe tornato all'attacco? Certo non avrebbe potuto prevederlo, ma un aiutino non avrebbe fatto male al momento.


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Mi scuso per il ritardo!

 
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La Wagner, impetuosa e impavida, fautrice di una moralità impeccabile, in certi momenti correva il rischio di risultare un po' troppo caparbia.
«Mi stai annoiando.» Il ragazzino dipinto di blu sbadigliò sonoramente passandosi una mano davanti alla bocca. «Non ho mai detto di voler essere il più forte. Meglio te che me, non so se sono stato chiaro. Aquila in Volo premia chi arriva per primo, non gli stupidi.» Evidentemente i principi che animavano l'uno e l'altra erano molto diversi. Entrambi desideravano conquistarsi la vittoria ma perseguendo strade opposte.
«Adesso togliti di mezzo e non rendere ancor più pietosa la tua sconfitta. Se avessi avuto un briciolo di cervello in più avresti già mollato questa perdente per recuperare la tua piuma.»
Calcate quelle parole con tono rude e derisorio, il ragazzino giallo tese ancora di più la fionda. Alice era nel suo mirino ma le mani gli tremavano. Che quei discorsi avessero più colpito lui che il compagno? Che stesse cominciando a ricredersi sul valore vero di quella vittoria e sulla necessità di quelle angherie? Tuttavia un paio di mani tremanti prendevano decisioni più rapide rispetto a un cervello incerto.
«Fuoco!» L'ordine generò nel giallo una reazione di risposta veloce e impulsiva. La fionda scoccò il colpo, il sasso fendette l'aria silvana. Il fischio tuttavia canticchiò spensierato all'orecchio destro di Alice senza nemmeno sfiorarlo. Mancata la mira del bersaglio il dardo cedette alla forza di gravità poco più indietro piombando nell'acqua della riva.
Accadde tutto così velocemente che persino io faccio fatica a descriverlo. Il plop del proiettile pietroso fu solo il primo dei rumori acquosi prodotti dalla diatriba. Il giallo si mise le mani fra i capelli, il blu roteò gli occhi borbottando qualcosa come «sei sempre il solito», Koko fece l'espressione perplessa e un po' sconfitta di chi comprende di aver avuto paura solo di un paio di bambocci. L'acqua dietro di Alice gorgogliava, ribolliva di rabbia. Schiuma e schizzi si produssero in una piccola onda quando il Dugbog fuoriuscì dalla riva, panzuto e arrabbiato come un cane a cui era stata pestata la coda. Correva spedito lungo la breve salita, il muso all'apparenza ligneo puntato verso il familiarissimo polpaccio già morso. A quanto pareva le creaturine di quel luogo erano piuttosto permalose e non dimenticavano i torti subiti.
Alice, per una seconda volta bersaglio, avrebbe finalmente usufruito di tutti i suoi mezzi? Sarebbe scappata come una codarda suscitando le risate dei presenti? Avrebbe trovato una terza soluzione? In fondo un Dugbog era molto meno spaventoso di quei due manigoldi.


Ci siamo quasi. La fortuna premia gli audaci!

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I bambocci le davano proprio ai nervi, soprattutto quelli privi di morale e pronti solo a pensare a sé stessi. Alice disprezzava tutti coloro che sceglievano di essere egoisti. Non si sarebbe mai e poi mai mossa, oltre che caparbia come un mulo era anche abbastanza orgogliosa, per cui anche se il sasso avesse dovuto colpirla non avrebbe versato una goccia di lacrima << Puah, che codardi. Hai visto Koko? E tu hai paura di questi due idioti che non sanno combattere da soli contro una ragazza? >> utilizzava il sarcasmo e le provocazioni un po' per tirarsi su emotivamente da una situazione in chiaro svantaggio, un po' perché le procurava immenso piacere essere irritante. Alice era una di quelle persone che di fronte al nemico non avrebbe mai mostrato la propria debolezza, era infatti per lei difficile già farlo di fronte ai suoi amici, figuriamoci coloro che disprezzava. Quando la fionda scoccó il sasso Alice non chiuse gli occhi, distratta com'era dal già rumoroso borbottio d'acqua stagnante. Stava per succedere qualcosa ed improvvisamente sapeva dentro di sé, che il sasso non sarebbe andato a segno, il buono a nulla stava tenendo la fionda troppo storta. Notò solo dopo la faccia del bamboccio numero due, chiamato nella sua mente Gelb-arsch, tradotto dal tedesco "Culo giallo." Gelb-arsch se la stava facendo nei pantaloni e il sorrisetto che questa realizzazione le procurò non glielo avrebbe strappato nessuno dal viso. O forse qualcuno avrebbe potuto. Qualcuno come Duborg che riemerse dalle acqua in versione meno aggraziata di una Venere Botticelliana. Alice si voltó immediatamente, la mano andò a cercare la bacchetta << Koko, dietro di me. SUBITO. >> Si pose quindi in maniera da coprire la ragazzina, voltandosi appena verso i due idioti << Ehi buoni a nulla, questo è un buon momento per darvela a gambe. Mi rallentereste soltanto. >>disse in maniera piuttosto acida, sebbene li disprezzasse sapeva che avrebbe finito per aiutarli contro la bestiolina. Se avessero voluto unirsi gli avrebbe comunque dato modo di prendersi qualche graffio però, perché gli stava bene, ma di quello dubitava fortemente. Ora doveva concentrarsi, Duborg avrebbe attaccato presto e già la stava guardando come un pasticcino alla zucca mentre proseguiva nella sua direzione << Nein nein nein, la mia gamba rimane dov'è, Fischchen. >>essere chiamato pesciolino, non doveva sembrare molto carino, per cui Alice iniziò a far richiamo al suo mana. La potenza magica le scorreva nelle vene come non mai e la Grifondoro doveva solo dirigerla verso la bacchetta ed incanarla in un incantesimo a sua scelta. Puntò la bacchetta verso il grasso pesciotto e l'idea era quella di scagliarlo contro il tronco dell'albero che si trovava dietro di lui, magari l'albero lo avrebbe risucchiato come aveva fatto con lei. In ogni caso la mente di Alice era stracolma di piani b e di tutte le lettere successive dell'alfabeto. La magia ora fluiva verso la bacchetta, puntata verso il pesce, con voce sicura esclamò << Oppugno! >> le sembrò quasi di lanciare lei un sasso gigante con la fionda, con la differenza che questo tipo di fionda era una bacchetta e piena di magia. Se fosse riuscita a scagliarlo contro l'albero avrebbe potuto pensare all' incantesimo successivo. Ma aspetta un attimo, quel coso non era allergico al sole e al calore? Le era sembrato non molto affine ad esso mentre tentava di mettersi in salvo la gamba.

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