L'ufficio del Guardiano, Quest Fissa

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view post Posted on 18/11/2020, 19:59
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Il Fato

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«A pity they let the old punishments die. God, I miss the screaming.»
Qualcuno aveva preso un paio di uova e aveva sbattuto una bella frittata sulle loro teste.
Sentimenti ed emozioni più che contrastanti animavano i loro volti, attacchi mal riusciti e altri in procinto di manifestarsi rendevano incerta la via da prendere. Il blu digrignava i denti come un Dugbog inferocito, il giallo piagnucolava afflosciato sulle sue ginocchia, Koko si rialzava da terra incuriosita dal nuovo imminente evento. Alice nel mentre aveva escogitato la prossima mossa. Dopo l'ennesima frecciatina alla viltà dei due ragazzini, si premurò di estrarre la bacchetta per occuparsi della minaccia incombente - ben più minacciosa di loro, a quanto pareva.
La creaturina legnosa cambiò tutt'a un tratto obbiettivo. Si sentì trascinare da una forza sconosciuta che in pochi secondi confuse col suo stesso istinto - oh, come desiderava scontrarsi contro quell'albero, doveva correre, correre ancor più veloce e... SBADAPAM!
Il Dugbog andò a sbattere di testa contro il tronco e si spense all'improvviso, ridotto a un catorcio. Insomma, stecchito, finito, K. O.; si sarebbe risvegliato fra un bel po' indolenzito e disidratato per il sole. Magari per Alice era normale vedere una scena simile, ma non lo era altrettanto per gli altri. Il giallo, paonazzo in volto e con gli occhi fuori dalle orbite, indicò la Grifondoro con un dito tremante.
«A-avete visto c-cosa ha f-f-fatto?»
Gli occhi dei tre rimbalzavano da Alice alla sua vittima e da questa ad Alice. Il blu, compreso di aver sottovalutato la situazione, scattò senza badare a niente e a nessuno, compreso l'amico, dandosela letteralmente a gambe. Si lasciò alle spalle un guizzo fiammeggiante che, in pochi secondi, oscillando a mezz'aria, si rivelò essere la sua piuma scarlatta, il passepartout per il mondo adulto.
«Hey, aspettami!»
Fu così seguito a rotta di collo dal giallo, che non si rese conto di quella perdita, e sparirono entrambi nella bruma del crepuscolo.
Oh, Alice ci aveva visto bene: quei due non possedevano una bacchetta e, chissà, forse erano un tantino a digiuno in quanto a Magia. Probabilmente anche Koko.
La ragazzina dipinta di verde era rimasta in disparte, seguendo le direttive di Alice, ed era un tantino stranita. Tuttavia anche lei aveva adocchiato la piuma rossa adagiarsi sui fili d'erba della sponda, e un sorriso divertito le si disegnò sul volto: una piccola vendetta nei confronti di colui che aveva desiderato vederla competere con la sua nuova strana amica proprio per quella fiammella solidificata. Ma il divertimento si trasformò quasi subito in un sorriso amaro.
«Alice» esordì. «E' tua, prendila. Senza di te non mi sarei mai liberata di loro. Nessuno può meritarsela quanto te. Io... andrò in cerca dell'altra, o costringerò quei due idioti a darmi la loro.» Sui suoi occhi una patina di tristezza e paura. La prova finale era pur sempre stata quella, non potevano farci nulla. Non potevano spartisti la piuma, né far finta che tutto andasse bene. Qualcuno doveva continuare e qualcuno doveva mollare.

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Alice Wagner
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Dolore al coccige per la caduta, graffi superficiali su viso, gambe e braccia. Profondo morso al polpaccio sinistro.

Dugbog --> K. O.
 
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view post Posted on 21/11/2020, 15:33
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Alice Wagner
Grifondoro | Studentessa I anno | 11 | Scheda | Outfit |♪XwFHG5M
Non se lo aspettava proprio Alice, che il suo incantesimo avrebbe avuto un effetto così disastroso sul povero Dugbog. Si sentiva potente e avvertiva la magia fluirle in ogni singola parte del corpo, aveva proprio notato lo spostamento del mana confluire nella bacchetta e scagliarsi contro il pescetto. I due grandi cuor di leone dietro di lei, che poco prima l'avevano minacciata di farle le peggio torture ora sembravano essere sbiancati. Alice sorrise assumendo un'espressione birbante al limite della prepotenza, lei ADORAVA vincere ed avere ragione e non poteva di certo non tirarsela almeno un pochino. Si voltò per avvicinarsi a Koko e porgerle la mano, così da farla alzare in piedi. Quando sollevò lo sguardo notò che Blu e Giallo se la stavano dando a gambe. Scosse dunque il capo tirando gli occhi al cielo << E quei buoni a nulla dovrebbero vincere questa competizione? >> disse soffocando una risatina. Sicuramente ai suoi occhi Koko era risultata più coraggiosa e più forte degli altri due bambocci. Ma solo quando la ragazza le suggerì della piuma Alice la notò scintillare tra le foglie del terreno. Come cavolo aveva fatto ad arrivare fin lì? Nel vederla sorrise e urlò felice per la vittoria. Si concesse anche un balletto saltellato, coinvolgendo Koko e facendola roteare come una trottola prima di realizzare che effettivamente Koko non aveva ancora trovato la sua. E ora? Osservò il faccino della sua compagna di avventure, chiaramente rattristito. Alice le sorrise, guardandola con i suoi grandi occhi color cielo, sembrava proprio che il loro fosse un addio << Ehi, ovvio che ne saresti capace. Non parlare come se non ne avessi il coraggio. Sei molto più forte di quanto credi Koko! Dovresti essere tu la vincitrice.>> si chinò momentaneamente per raccogliere la piuma, se fosse stata la sua piuma forse toccandola sarebbe tornata del suo mondo ma se non fosse stata la sua, l'avrebbe volentieri concessa a Koko. Dopotutto era fermamente convinta che l'amica ora aveva imparato la lezione e che sicuramente si darebbe fatta valere anche in futuro.

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Bacchetta (Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11pollici, Flessibile)

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view post Posted on 22/11/2020, 10:52
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«A pity they let the old punishments die. God, I miss the screaming.»
La piuma scarlatta si lasciò cogliere senza opporre alcuna resistenza, né abbandonandosi al vento né sfuggendo dalle dita esili com'era accaduto poco prima nella grotta. Koko la guardò con malinconia: eccola che svaniva di nuovo fra le mani di Alice, un'avversaria ma anche una nuova amica. E se l'avesse presa lei? Se Alice, invece di appropriarsene gliel'avesse donata? E se in quel momento la cosa migliore da fare fosse strappargliela e scappare da Aquila in Volo per poter riabbracciare tutti i suoi cari? No, non era così che si faceva, non poteva comportarsi come un'ingrata dopo tutto ciò che la rossa aveva fatto per lei. Zittì quella vocina e si preparò ad affrontare il suo destino, che consistesse nel ricongiungimento con la tribù o nell'esilio a vita.
«Addio Alice. Spero di rivederti un giorno.» La salutò senza privarla di un ultimo sorriso.
La fioca luce del crepuscolo venne assorbita da un'esplosione di raggi fiammeggianti. I colori si mescolarono, il verde degli alberi col giallo del sole che ancora brillava sopra Hogwarts, il blu dell'acqua fluviale e del cielo col grigiore dell'ufficio di Argus Gazza. Dopo un'incalcolabile serie di giravolte e risucchi caleidoscopici, la Grifondoro si ritrovò di nuovo nei panni di una studentessa del primo anno con tanto di divisa e stemma col leone rosso-oro. La sua mano stringeva fra le dita la piuma scarlatta ancora a mezzaria, proprio lì dove il precedente contatto l'aveva spedita in un mondo molto, molto lontano.

Il tempismo inclemente non le permise di ridestarsi con calma dal formicolio cosparso per tutto il corpo. Mrs Purr aveva già spiccato il balzo, lo stesso balzo in cui si era lanciata nel momento in cui Alice si era assentata. Tobi, presagito l'attacco, corse e si infilò dietro i barattoli di gobbiglie sparsi per gli scaffali polverosi rovesciandoli, uno dei quali cadde giusto in testa alla vecchia gatta spelacchiata.
«Oh no, Mrs Purr!» La voce roca di Gazza sovrastò il rumore prodotto dallo scontro e i miagolii lamentosi. «Cosa ti ha fatto quello sporco topastro?! Tu!» disse rivolto ad Alice indicandola col suo dito ossuto. «Ho cambiato idea! Fuori di qui, alla svelta! Sciò!» Così l'uomo prese la Grifondoro per un braccio e la sbatté fuori con Tobi, mentre lei teneva ancora la piuma scarlatta in mano. Dunque la porta dell'ufficio si chiuse con un fragoroso botto e, fra il mugugnare disperato di gatta e padrone, non si capì quale fosse quello di uno e quello dell'altro.
Bene, siamo giunti alla fine dell'avventura di Alice! Sei stata brava e per la costanza e l'impegno ti assegno 1PS, 1PC, 1PM e 1PE. Puoi conservare la piuma scarlatta come ricordo, dato che ormai ha esaurito il suo potenziale. E' richiesto un post di chiusura, dopodiché la quest sarà libera e potrai portare il tuo PG in infermeria a curare le sue ferite.
Per qualsiasi dubbio rimango sempre a disposizione via MP. Buona continuazione!

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view post Posted on 25/11/2020, 07:26
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Alice Wagner
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E ccoci qui, quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe rivisto Koko. Alice se lo sentiva dentro, ne era quasi un po' intristita. Avevano avuto una bella avventura loro due, nonostante lei non avesse idea di dove si trovasse. Avrebbe voluto scriverle per sapere se poi sarebbe diventata capovillaggio, ma probabilmente i gufi non consegnava o da quelle parti. Sapeva che il suo destino doveva essere compiuto da lei stessa e che Alice avrebbe potuta aiutarla solo fino ad un certo punto <<buona fortuna Koko, spero di rivederti un giorno! >> le disse guardandola in viso per un ultimo istante prima di afferrare la Piuma scarlatta e venir catapultata ancora una volta ad Hogwarts. Era strano, le sembrava fossero passati giorni dal momento in cui aveva preso la piuma, si era perfino chiesta se la stessero cercando tutti, ma quando la luce rossa si affievolì si rese semplicemente conto che tutto quello che era successo non aveva tolto più di un minuto dalla sua realtà attuale ad Hogwarts. Non ebbe tempo di mettere a fuoco la situazione, che Tobi combinó un guaio. La povera Mrs. Purr era stata ferita e Gazza era furioso. Alice lo guardò confusamente mentre la sbatteva fuori, ancora incredula dell'avventura che aveva appena vissuto. La Piuma rossa rimaneva stretta tra le sue mani ed il guardiano non sembrava essersene accorto. Ritrovatasi di nuovo in corridoio, con i segni della battaglia ancora sottopelle, Tobi sembrò preoccupato e iniziò a toccarle il viso con le zampette << Non puoi mai credere a cosa mi è capitato Tobi. Assolutamente fantastico. e dicendole gli rivolse un sorriso entusiasta, le sembrava ora di star tornando lentamente in sé. Forse però ora era tempo di andare in infermeria ed affidarsi a mani più esperte, si sentiva decisamente stanca.

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Grazie mille per l'avventura mi sono divertita molto!

 
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view post Posted on 25/11/2020, 09:36
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QUEST LIBERA

 
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view post Posted on 22/4/2021, 09:40
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Amelia Gin Moonword
‹ Studentessa I Anno ‹ 12 anni ‹ Pantaloni neri e felpa Corvonero



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Quando Amelia Gin Moonword ricevette la sua lettera di ammissione ad Hogwarts non immaginò nemmeno lontanamente quanto avrebbe dovuto studiare! Era sempre stata una ragazza curiosa, avida lettrice, bravissima con lezioni e compiti ma l'arrivo ad Hogwarts l'aveva sbilanciata: tra le novità di un mondo magico che non conosceva e la stranezza (e bellezza) di tutte quelle nuove materie e nozioni, stava facendo fatica a stare al passo. Non era la prima volta che si perdeva nel castello, non era la prima volta che non arrivava in tempo al pranzo e non era la prima volta che arrivava in ritardo ad una qualche lezione. Non era mancanza di interesse, né di capacità. Semplicemente si sentiva sommersa dalle cose e dagli avvenimenti. Aveva fatto ancora poche amicizie, sebbene importanti e per le quali era molto contenta. Ma tutti erano impegnati con le loro lezioni e le loro faccende private e non avevano tanto tempo per stare anche con lei o per aiutarla più di tanto. Del resto non lo aveva nemmeno chiesto l'aiuto. Aveva bisogno di una svolta. Doveva ancora imparare a prendere in mano la situazione e la sua vita.

Quella mattina Gin (così si faceva chiamare) stava camminando frettolosa verso la successiva lezione. Camminava senza vedere esattamente dove stava andando perché portava una pila di libri in bilico tra le mani davanti a lei. Tutti prestiti della biblioteca che aveva in programma di restituire quel giorno, prima della lezione. Era al piano terra, appena uscita dalla Sala Grande dove aveva fatto colazione. Si era messa in tasca un paio di giuggiole, come spuntino. Ormai era diventata un'abitudine per lei: visto che le capitava di saltare il pranzo faceva sempre un'ottima colazione e si metteva in tasca qualcosa.

Camminava verso quella che pensava fosse la direzione delle scale della biblioteca e, presa dal peso dei libri e dai pensieri sul compito di Erbologia non ancora consegnato, non si accorse che le aveva già passate da un pezzo e che si stava dirigendo verso un'area del pianterreno che non aveva ancora avuto modo di perlustrare. Alcuni ragazzi, che non conosceva, stavano correndo a tutta velocità verso di lei, come scappando da qualcosa o da qualcuno. Urtarono appena Gin che si sbilanciò e fece cadere per terra l'enorme pila di libri, i quali si sparpagliarono sul pavimento.


"Attenzione" urlò, con frustrazione. Ma i ragazzi o non la sentirono o decisero di non aiutarla, tant'è che non si fermarono.

Gin, che si trovava dunque in ginocchio per terra, iniziò a raccogliere i libri velocemente, stava di nuovo facendo tardi a lezione. Mentre li raccoglieva vide vicino ad uno di essi una pallina piccola e viola, morbida, di quelle che sembravano giochi per gatti babbani. Non era sua ma forse apparteneva ai ragazzi che erano corsi via. Gin si guardò intorno e si accorse che si trovava davanti una grande porta di legno aperta. *Forse appartiene a qualcuno qui dentro?* pensò. Si alzò in piedi e si affacciò alla porta. Sembrava un ufficio, o un grande ripostiglio. Era parecchio caotico ma, da dove si trovava, non riusciva a vederlo tutto.

"C'è nessuno? È permesso?" chiese ancora sulla porta, sbirciando all'interno con la testa.

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Modifica concordata con Master, relativa a immagini scadute


Edited by Gaelle - 3/3/2022, 11:04
 
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La giovane Corvonero non aveva alcuna idea del guaio in cui si stava lentamente e inconsapevolmente cacciando. Spinta da un pizzico di ingenua curiosità, si era messa a sbirciare oltre la porta davanti a sè. Curiosava anche se - molto probabilmente - avrebbe dovuto in verità pensare bene di darsela a gambe, perché... in fondo, com'è che diceva quel vecchio detto? Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino... O qualcosa di simile? Ebbene, il racconto di ciò che accadde quel giorno sarebbe potuto cominciare in questo modo. L'inizio di questa storia avrebbe visto una ragazzina forse un po' troppo ficcanaso e... qualcosa in procinto di avvenire. Dall'interno del misterioso ufficio al pianoterra, oltre ai rumori di cianfrusaglie che venivano spostate, si poté udire ad un certo punto un inatteso miagolio. « Studenti in cerca di guai, Mrs. Purr? » Una ripugnante voce nasale da uomo - ulteriormente sporcata da una leggera raucedine dovuta probabilmente all'età - fu poi l'unico suono che si ebbe modo di cogliere. A chi apparteneva? Chi aveva appena parlato? Al momento non si sarebbe potuto dare una risposta a questo interrogativo, eppure di chiunque si fosse trattato, si era per caso rivolto al gatto? Ora però un insolito gioco di luci rese visibili un paio di ombre - una grande e una decisamente più piccola - impresse sul pavimento che avevano preso a muoversi avvicinandosi minacciosamente alla porta. I passi - lenti e al tempo stesso decisi - vennero presto raggiunti da un secondo miagolio decisamente più vicino. Poi, tutto accadde all'improvviso. Quello che poté vedere la ragazzina fu la porta che - con uno scatto deciso - si spalancava definitivamente, e un uomo anziano e leggermente ingobbito che portava in braccio un bel felino dal pelo lungo. « Non dovresti essere a lezione, ragazzina? Invece che ficcanasare in giro? » Dava l'impressione di essere uno che ne aveva viste tante nella sua vita, e in quel momento non sembrava affatto di buon umore. O forse era uno di quei tipi che mal sopportava avere a che fare con le altre persone? In particolare se queste studiavano in quella scuola? Intanto, Mrs. Purr - la gatta - osservava la studentessa con aria circospetta. « Dimmi un po', marmocchia... Vuoi finire appesa per i pollici per caso? » Un piccolo sorriso beffardo si dipinse inaspettatamente sulle labbra dell'uomo. La prospettiva di mettere la piccola impicciona in punizione sembrava per certi versi attirarlo. Chissà... L'avrebbe davvero punita? Nel frattempo, la ragazzina aveva adesso la possibilità di rilevare, nella sua interezza, il disordine che regnava in quell'angusto ufficio. Scatole, scartoffie e cianfrusaglie varie, erano disposte alla rinfusa dando origine al caos più totale.

Benvenuta, Amelia, nella tua Quest del Guardiano! Perdona l'attesa. Non è stato un buon periodo, ma ora dovremmo riuscire a procedere in maniera più spedita.
Hai già inserito le statistiche, molto bene! Ti chiedo però di aggiungere le conoscenze apprese fino al momento del tuo post (non dovrebbero esserci grosse difficoltà: combaciano con quelle trascritte al momento nella tua scheda).
Se dovessi sentire la necessità di modificare i tuoi post, potrai farlo solo dopo aver ricevuto il permesso da me. Detto ciò ti auguro una buona fortuna, Amelia! Per ogni dubbio o necessità, scrivimi pure un mp!
 
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view post Posted on 13/7/2021, 10:21
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Amelia Gin Moonword
Ruolo: studentessa I anno | Età: 12 anni | Outfit: pantaloni e felpa corvonero



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La curiosità era sicuramente una delle caratteristiche di Gin. E ancora di più lo era un certo senso del dovere che da un lato la rendeva benvoluta dagli adulti (almeno in genere), ma dall'altro poteva renderla un po' noiosa ai suoi coetanei. Quando si era ritrovata per terra a raccogliere i suoi libri - anzi, i libri della biblioteca - e aveva trovato quell'oggetto, la sua mente automaticamente aveva deciso di trovarne il proprietario. Del resto non era sua madre che le aveva sempre detto che "un oggetto ha sempre un proprietario, sta a te scoprire chi sia"?

Sì, sua madre, la donna che non sentiva dall'inizio della scuola, perché... bella questione questa... Perché? Perché sua madre aveva rifiutato la magia? Per quale strana ragione? Sebbena nata in una famiglia di maghi, forse lei non era in grado di praticarla? Oppure semplicemente rifiutava di essere una strega? Gin non lo sapeva. Non aveva mai visto la madre compiere magie e prima della lettera non sapeva nemmeno dell'esistenza di essa. Quanto avrebbe voluto conoscere le risposte a queste domande...

Ma quello non era il momento di rimuginare sulle sue enigmatiche vicende familiari. Si trovava in mano un oggetto non suo e le era stato insegnato che restituirlo al legittimo proprietario era un suo dovere, o quantomeno doveva tentare. Ecco perché fu sconcertata quando sbirciando con la testa dentro la stanza che aveva di fronte aveva subito percepito che qualcosa non funzionava. Qualcosa non era come se lo aspettava. Ma cosa immaginava? Una semplice stanza sgombra o un ufficio ordinato, che profumava di legno e pergamena come la maggior parte delle aule e degli uffici di Hogwarts? Sì, qualcosa del genere. E invece, pur non potendo ancora scorgere niente di più che ombre, le sue narici captavano odore di vecchio, di cibo muffito. Forse cibo per cani o per qualunque creatura abitasse là dentro. Un vago odore di cipolla e ruggine e poi ferro e marcio arrivavano subito dopo.

*Ma che diavolo c'è qui dentro?* pensò Gin. Stava per fare un passo avanti quando la voce di un uomo la trattenne. Non era conciliante, anzi, sembrava vagamente minacciosa: «Studenti in cerca di guai, Mrs. Purr?»

*Oh no! Ohhhhhh NO* pensò Gin immediatamente, sconfortata. Era odore di cibo per gatti quello che sentiva e quello che parlava doveva essere il signor Gazza, il custode. Gin ne aveva sentito parlare, certo. E come non avrebbe potuto. Tutti gli studenti a scuola parlavano di Gazza e della necessità di evitare a tutti i costi di restare soli con lui, di dargli fastidio e, in generale, di incrociarlo. O almeno questo era quello che dicevano i ragazzi del primo anno, a lezione. Se Gazza era lì voleva dire che quella stanza conteneva qualcosa di proibito, e lei si era probabilmente appena messa in un guaio. *Cavoli, farò ancora tardi a lezione se non mi sbrigo* pensò Gin, cercando di escogitare un modo per tirarsi fuori da quella situazione. Poteva semplicemente voltarsi indietro e scappare. Oppure mentire? Ma cosa poteva dire? E poi aveva quell'oggetto in mano: Gazza avrebbe pensato forse che lo aveva rubato? Forse non era una semplice pallina per gatti ma qualche oggetto magico? Gin stava freneticamente pensando a queste cose quando un forte schiocco la fece trasalire: la porta si era spalancata e lei per poco non cadde a terra dalla paura. Vide l'uomo che si faceva avanti minaccioso e quasi non capì la frase che le indirizzò. I suoi occhi ora passavano velocemente dall'uomo, alla gatta, alla stanza dietro di loro, in uno snervante circolo vizioso.

*Pensa Gin, forza*. Poi tentò:

«Io... I.. o... mi scusi...n...non... » *dai Gin, ripigliati* si incalzò da sola. Rifocalizzò la vista sull'uomo che ora vedeva chiaramente essere il custode Gazza e riprese, un po' più in sé, «mi scusi signore, non volevo disturbarla. È solo che ho trovato questa qua fuori e pensavo.... beh... pensavo che forse proveniva da questo sgabuzzino» *sgabuzzino? ma cosa diavolo dici?* «ehm volevo dire, stanza», si corresse subito, aprendo la mano e mostrando la pallina sul palmo. L'aveva scampata? Ma cosa le era saltato in testa? Sgabuzzino? Doveva essere impazzita! Se Gazza era lì, quella stanza doveva essere importante. Anche se, adesso che poteva scorgerla più chiaramente, le sembrava un enorme macello. Che fosse il leggendario ufficio di Gazza? No, non era possibile, nessuno avrebbe potuto avere un ufficio così disordinato: anche da quella distanza sembrava non ci fosse posto per camminare, figurarsi per sedersi! No, doveva senz'altro essere un posto in cui gli studenti non dovevano entrare. In cui LEI non doveva entrare. Ma perché? I suoi occhi passavano velocemente dal caos della stanza al custode al gatto, senza fermarsi troppo a lungo né sull'uno né sugli altri, in attesa di una risposta.

spu2R2Y
PS: 104 | PC: 51 | PM: 51 | EXP: 2


Modifiche concordate con Master, relative alle immagini scadute


Conoscenze apprese:
- Tutti gli incantesimi Prima Classe esclusi i proibiti
- Appresi storia della bacchetta magica, Incantesimo di Librazione e Contro-Incantesimo
- Expelliarmus, Flipendo e Rictusempra
- Appresi Incantesimi famiglia Lumos e Nox
- Appresi Incantesimi del Suono
- Appresa l'origine della Magia: la civlità di Atlantide
- Appresi I calderoni, la classificazione di Stuff, le pozioni semplici, complesse, brevi e lunghe
- Appresa la Teoria del Volo
- Appresi i Veleni e gli Antidoti


Nelle tasche in questo momento:
- Bacchetta magica in Legno di Salice, con interno di Crine di Unicorno
- Spilla C.R.E.P.A.
- 1 macchina fotografica magica


Edited by Gaelle - 3/3/2022, 11:05
 
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view post Posted on 20/10/2021, 11:40
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La marmocchia parve alquanto intimorita dalla presenza dell'anziano Mastro Gazza. Il vecchio Guardiano della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, d'altro canto, incuteva sempre un po' di paura nelle giovani menti del Castello, e quello che accadde in quel momento non sembrò - agli stessi occhi dell'uomo - rappresentare un'eccezione. Mentre la giovane Amelia parlava, cercando di mostrarsi sicura di sé, un pensiero si fece largo nella mente di Argus Gazza. Un sopracciglio alzato rese nota la sua sorpresa: a quanto pareva, l'intento primario della ragazzina non era di curiosare in giro - anche quello, probabilmente - quanto piuttosto di assicurarsi che un oggetto - che aveva trovato nel corridoio - ritornasse alla fine al suo legittimo proprietario. Davvero la Moonword l'aveva disturbato per questo? « Ufficio. » Le fece presente carezzando il lungo pelo di Mrs. Purr. La verità era che nessuna delle definizioni che lei aveva utilizzato erano state di suo gradimento. Mantenne lo sguardo sulla Corvonero per poi invitarla a consegnargli quello che aveva tra le mani. « Si chiama ufficio. E questa dovrebbe essere una buona scusa per avermi disturbato!? » Riprese riferendosi, infine, a ciò che la piccola Amelia aveva scovato prima di incorrere in lui. La ragazzina aveva sicuramente notato il caos all'interno di quello che l'anziano Guardiano aveva definito ufficio. « Tu, ragazzina, mi hai interrotto... » Spiegò. « ...mentre stavo sistemando. Perciò, adesso mi aiuterai! » Si abbassò per liberare Mrs. Purr. Il maine coon, in tutta risposta, miagolò restando tuttavia in attesa allo stipite della porta. Fu in quel momento che gatta e padrone rimasero ad osservare, per qualche altro secondo, la discepola di Priscilla, prima di spostarsi all'interno dell'ufficio, invitandola a seguirli. Appena Amelia Gin Moonword avrebbe messo piede dentro lo studio, si sarebbe trovata alla sua sinistra due grandi scatoloni, disposti l'uno sopra l'altro, sui quali era posizionato un recipiente con una lunga pila di fogli. Lì, accanto, per terra, era poggiata un'altra scatola, questa volta di piccole dimensioni. Si trovava a ridosso di un lungo scaffale in legno, dall'aspetto resistente, libero per metà. Alcuni ninnoli che sarebbero dovuti stare su quei ripiani, erano invece adagiati senza un ordine sulla scrivania di fronte alla giovane Corvonero. L'uomo si avvicinò alla struttura lignea per aggiungere a tutto quel caos anche l'oggetto che l'Adepta di Priscilla gli aveva appena consegnato. Lo lasciò dentro un piccolo contenitore straripante tra un sacchetto in cuoio e una macchina fotografica. « Comincia da lì » Fece un movimento del capo in direzione della parete alla destra della Moonword. Il mobile, sul quale cercò di catturare la sua attenzione, era formato da diversi ripiani. Quelli superiori presentavano cianfrusaglie varie ed erano pieni a metà, esattamente come i corrispettivi alla parete sinistra. Quelli inferiori erano occupati da alcune cartelle. Ma prima di giungere fino a quel mobile, bisognava passare affianco ad altre quattro scatole e ad un piccolo comodino. Sembrava non vi fosse alcun ragionamento logico, dietro la disposizione delle cose che occupavano quel luogo. « I fascicoli non sono in ordine. Dovrai disporli in ordine alfabetico. Dal terzo al primo ripiano in basso. » Si trattava di pratiche che segnalavano la storia scolastica di alcune persone con particolare enfasi sulle marachelle compiute e le punizioni ricevute. Ciascun fascicolo era intitolato con il nome e il cognome (prima il cognome poi il nome) dello studente o della studentessa in questione. Non appena Amelia avesse iniziato a dare uno sguardo a quei documenti, avrebbe scoperto che McPherson, Sheila stava prima di Bowen, Thomas, e che Meyer, Timothy e Argent, Christopher erano uno subito dopo l'altro. « Dentro quel recipiente... » Il braccio destro si mosse per mostrare il contenitore alla sinistra della ragazzina, quello sopra le due scatole. « Troverai delle carte: vanno ordinate in quei fascicoli. Pensi di potercela fare, piccolo impiastro?» Quello che doveva fare era piuttosto chiaro ed evidente. « Su, non perdere tempo » Un sorriso sadico illuminò il volto del Guardiano pieno di rughe. Il tutto avrebbe impegnato la ragazza un bel po'. Gazza stava iniziando a sistemare gli oggetti che ingombravano la scrivania, quando si presentò improvviso un boato incredibile. « Dannazione! Adesso basta! » Era adirato. « Continua a sistemare. La mia fidata Mrs Purr ti controllerà » Aggiunse rivolgendosi alla sventurata. La gatta non poté fare a meno di dire la sua: si espresse in un miagolio sommesso. L''idea di dover badare ad una studentessa della scuola, per lei, non doveva essere particolarmente entusiasmante. « Non deve mancare nulla da questo posto. Altrimenti, saranno guai! » Le raccomandò di non rubare nulla. Meglio evitare di sgraffignare qualcosa da quello studio. Così, convinto che la malcapitata avesse compreso le sue parole, si allontanò piuttosto irritato. Argus Gazza riteneva che fossero stati alcuni studenti ad aver provocato quel boato; quindi perché non approfittare di questa occasione per mettere in punizione qualcun altro?

Amelia
PS: 104/104
PC: 51/51
PM: 51/51
Piccolo appunto, Amelia. Nel mio masteraggio precedente, non ho fatto alcun accenno a possibili odori: ti consiglio di non descrivere aspetti non presenti nei miei post.
Per qualunque dubbio, rimango a disposizione via mp!
 
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A Gin sembrò che Mastro Gazza fosse parecchio irritato quando le aveva precisato che quello era il suo ufficio e non una "stanza" come la ragazza aveva cercato di chiamarlo. Ma più che altro Gazza le sembrò irritato dal fatto che Gin lo avesse disturbato. Ecco quindi che la piccola Corvonero si trovava effettivamente di fronte all'ufficio del guardiano. Quell'ufficio di cui aveva tanto sentito parlare e che, si diceva, nascondesse oggetti di ogni genere, sequestrati agli studenti in anni di servizio. Gin non era necessariamente attratta dall'idea di entrare in contatto con oggetti proibiti o con scherzi strabilianti, ma soprattutto dalla curiosità -da topo di biblioteca- di vedere cosa c'era e cosa era possibile trovare. Ma quella curiosità doveva fare i conti intanto con la paura che Gazza potesse appenderla per gli alluci al soffitto non appena fosse entrata (qualcuno glielo aveva detto ma Gin sperava fosse uno scherzo); quindi con l'inquietudine di stare sola con il guardiano in uno spazio decisamente non grande e decisamente non ordinato; infine con il fatto che era in ritardo per le lezioni.

Che fare? Accampare una scusa qualsiasi e girare i tacchi senza voltarsi indietro? Dopo averle intimato di aiutarla, come punizione per averlo disturbato, Gazza e la sua gatta Mrs Purr, ora a terra, arretrarono all'interno dell'ufficio dandole l'opportunità di entrare.

Che fare, dunque? Gin era ancora fuori e ma in un attimo fu come se una forza esterna le facesse muovere i piedi. Magia? No: semplice curiosità.


*La troppa curiosità spinge l'uccello nella rete* pensò Gin mentre entrava dentro la stanza. Questo era solo uno dei proverbi babbani che sua mamma amava ripeterle. E mai come in quel momento le sembrò azzeccato. Del resto, per quanto ne sapeva, poteva benissimo succedere che appena entrata si trasformasse in un uccellino e Mrs Purr la mangiasse viva!

*Ma cosa vai a pensare? Figurati se il preside permetterebbe una cosa del genere! Non facciamo volare troppo la fantasia, Gin!* pensò.

Ma ormai era fatta, era dentro. Aveva appena messo piede all'interno dell'ufficio che le si parò davanti uno scenario complesso, nella sua semplicità disordinata. Alla sua destra c'era un mobile composto da ripiani. Alcuni di questi erano pieni, altri vuoti. Nei ripiani inferiori c'erano quelle che sembravano cartelle di documenti. Per terra diverse scatole e quello che sembrava un comodino. Lo sguardo di Gin vagò rapidamente anche sul resto della stanza. Era presente un altro mobile simile a quello che aveva sulla destra, anch'esso per metà vuoto. Di fronte a lei una scrivania su cui erano stati messi diversi oggetti e oggettini. Forse quelli che erano stati prima sulle mensole? Gin non avrebbe potuto dirlo. *Possibile che Gazza stia davvero spolverando?* pensò mentre lo sguardo passava velocemente in rassegna gli oggetti sulla scrivania e gli scaffali mezzi vuoti. In un attimo le sembrò di rivedere sua madre che, con in mano un piumino Swiffer, spostava i soprammobili di cristallo dalle mensole e li posava sul tavolo. Beh certo, a casa sua c'era più ordine... Sorrise inconsciamente al pensiero di quello scorcio di vita passata ma subito tornò in sé, sperando che Gazza non si accorgesse del suo sorriso e lo interpretasse come un affronto.

Riprese a guardare la stanza. Alla sua sinistra c'erano anche altre cose: scatoloni, di diverse dimensioni, una pila di fogli in un contenitore. Vide Gazza mettere la pallina che gli aveva consegnato in un contenitore con altri oggetti. E la sua attenzione fu catturata da una macchina fotografica: sembrava simile a quella che aveva in tasca, o era una impressione? Vicino alla macchina c'era un sacchetto di cuoio. Chissà cosa conteneva?

Delle istruzioni di Gazza non capì molto, presa com'era dai suoi pensieri e dall'osservazione del contesto. Percepì chiaramente la parola "fascicolo" e "ordine alfabetico" che le fecero voltare lo sguardo su Gazza e, poi, sul mobile che le indicava. Delle istruzioni che coinvolgevano un ulteriore recipiente e delle carte non capì granché, ma assentì, cercando di dare l'impressione contraria.


« Su, non perdere tempo » la incitò Gazza e Gin capì che o si muoveva subito e iniziava a fare qualcosa oppure, probabilmente, il custode si sarebbe ulteriormente innervosito.

Gin si mosse e tentò di raggiungere lo scaffale che le era stato indicato senza fare guai. Non era un compito semplice. Per raggiungere il mobile, infatti doveva passare vicino alcune scatole, quattro si rese conto, e al comodino. Piccolo com'era, l'ufficio non dava molto spazio di manovra e Gin si mosse con calma, cautamente, quasi in punta di piedi, per evitare di urtare qualcosa. Aveva appena accennato qualche passo che l'attenzione di Gazza fu catturata da un rumore piuttosto forte che proveniva dall'esterno.


« Continua a sistemare. La mia fidata Mrs Purr ti controllerà » le disse ed uscì dall'ufficio raccomandandole di non rubare nulla.

Gin tirò un sospiro di sollievo. Si sentiva meglio adesso che il custode era uscito. Non si preoccupò molto di Mrs Purr. Era un gatto e, in genere, Gin andava d'accordo con i gatti. Le piacevano e, di conseguenza, non percepiva Mrs Purr come una minaccia reale. Ora avrebbe terminato il breve percorso che ancora la separava dallo scaffale in pochi passi, con maggior velocità e noncuranza per le cose che, a quel punto, avrebbe potuto urtare ed eventualmente far cadere o spostare. Gin si sarebbe avvicinata ai fascicoli, li avrebbe scorsi notando la loro disposizione casuale. Avrebbe inconsciamente e rapidamente cercato di vedere se riconosceva qualche nome e, magari, se riconosceva il suo cognome. Non si sarebbe aspettata di trovare se stessa, poiché era certa di non aver ancora combinato nessun guaio degno di nota, ma chissà se qualche suo parente... Dando questa occhiata ai fascicoli, però, si sarebbe rivolta spesso al sacchetto di cuoio sul mobile dall'altro lato della stanza, incuriosita. Una cosa degna di stare in un sacchetto di cuoio poteva essere preziosa o comunque importante o comunque degna di un qualche interesse. Certo, c'era la possibilità che fosse semplicemente vuoto ma aveva voglia di toccarlo quel sacchetto, di prenderlo, di sentire la consistenza del cuoio tra le dita, insomma di dar da bere alla sua curiosità.

spu2R2Y
PS: 104 PC: 51 PM: 51



Modifiche concordate con Master (relative a immagini scadute)


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Edited by Gaelle - 3/3/2022, 11:02
 
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Dando libero sfogo alla propria curiosità, la giovane corvetta avrebbe scoperto tante cose interessanti scritte all'interno di quei fascicoli. Tra le varie informazioni presenti nel primo documento, le sarebbe balzato all'occhio che Sheila McPherson, Grifondoro era finita al suo secondo anno in punizione per aver violato il coprifuoco, il giorno dodici settembre di otto anni prima, insieme ad Henry Keith Jenkins. Per la loro bravata erano stati tolti sedici punti totali alla Casata di Godric, Casata alla quale entrambi appartenevano.
Continuando a spulciare dentro quelle cartelle, l'Adepta di Priscilla si sarebbe imbattuta nella scheda relativa a Thomas Bowen. Un Tassorosso che, al primo anno, il ventotto aprile di sette anni prima, era stato beccato a girovagare per la foresta proibita. Aveva in seguito addotto come scusa il fatto che si era ritrovato lì perché Samuel e Matthew Knight - i gemelli discepoli di Salazar che erano corsi a fare la spia sulla sua presenza nella foresta proibita - lo avevano invitato a partecipare ad una festa clandestina che si sarebbe dovuta svolgere tra quegli alberi dall'aspetto per nulla rassicurante e tutti i pericoli su cui ci si poteva imbattere in quel luogo. Tutto questo aveva comportato che venissero tolti sessanta punti in totale. Erano stati sottratti così venti punti a Tassorosso e quaranta a Serpeverde. Tutti e tre in fondo avevano violato la stessa norma, quella che vietava di inoltrarsi nella foresta proibita, no?
Il fascicolo successivo riguardava Timothy Meyer. Un Serpeverde che al suo terzo anno, il ventiquattro gennaio di sette anni prima, aveva utilizzato un Densaugeo contro Beverly Mitchell facendole crescere i denti a dismisura. Colto sul fatto, il ragazzo aveva poi dichiarato di sentirsi deluso perché per quanto riguardava i denti della Mitchell non trovava alcuna differenza tra il prima e il dopo l'incantesimo.
Tuttavia, questo non era l'unico suo comportamento degno di nota. Due anni dopo aveva preso parte ad una rissa insieme ad un concasato - Jess Flyer - e a due studenti rosso-oro - Sasha Hadler e Gregory Hillman.
La ragazza passò qualche minuto dopo a dare un'occhiata al fascicolo seguente. Era focalizzato sulle informazioni relative ad un Corvonero, di nome Christopher Argent, che al suo primo anno, il tre dicembre di otto anni prima, si era intrufolato nel reparto proibito della Biblioteca. In quel frangente particolare, erano stati sottratti dodici punti alla Casata di Priscilla.
Nel frattempo, Mrs Purr - il maine coon - sembrava aver preso con senso del dovere ciò che il suo padrone si aspettava da lei. Zampettò placidamente, tra gli scatoloni e il comodino, vicino al mobile verso il quale adesso si trovava la Moonword. Si mise seduta osservando ogni minimo movimento di quest'ultima. Qualche istante dopo emise un miagolio contrariato quando si rese conto che l'attenzione della Corvonero di tanto in tanto veniva catturata dal sacchetto in cuoio. Era comprensibile. Cosa poteva contenere quell'oggetto?
Altri nomi si sarebbero presentati sotto lo sguardo incuriosito della ragazza, non appena fosse tornata ai fascicoli. Ruth Metzberg. Tyler Matheson. Sasha Hadler. Eleonor McBrisey. Se avesse controllato in seguito anche i documenti, all'interno del contenitore accanto alla parete opposta, sarebbe incappata in altre informazioni che per il momento le sarebbero rimaste ignote.
Infatti, proprio nell'istante in cui proseguì ad ordinare le cartelle, il sacchetto da lei adocchiato all'improvviso prese ad agitarsi. Un tonfo sordo avrebbe segnalato che qualcosa cercava di liberarsi dalla prigionia alla quale il sacchetto la costringeva. Ma cosa? I suoi movimenti avevano fatto cadere con un suono cupo la macchina fotografica sul legno della scrivania. Mrs Purr miagolò ancora, terrorizzata. Il pelo le si era drizzato per lo spavento. Fu presto evidente che quel qualcosa era riuscito ad uscire dalla sua prigione. Una minuscola creatura, dalle sembianze umane, con ali da insetto in quel momento si librava a mezz'aria. Parve per un istante quasi confusa per poi volare sbattendo violentemente le ali e dirigendosi rapidamente verso Amelia. L'aveva presa di mira. Un attimo dopo le mordeva il dorso della mano sinistra(-5PS) tra il pollice e l'indice, per poi volarle accanto in maniera nervosa in direzione del contenitore alla parte opposta. Era stata troppo veloce, e la Corvonero non aveva potuto evitare l'attacco della creaturina sconosciuta. Cosa fare adesso?

Amelia
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PC: 51/51
PM: 51/51
Fata
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PC: 40/40
PM: 40/40
Tieni in considerazione che, in base alle sue conoscenze, Amelia non può riconoscere la tipologia della creaturina malefica che si è liberata dal sacchetto e ha attaccato. In sostanza, per una questione di coerenza, Amelia non può dire a quale categoria essa appartiene. A te la mossa!
 
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view post Posted on 5/5/2022, 13:37
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Uscito Gazza, Gin si mise a sfogliare i fascicoli. La sua attenzione era però messa a dura prova dagli altri oggetti presenti nella stanza. Un sacchetto in particolare sembrava affascinarla. Mentre scartabellava tra le carte, la gatta Mrs Purr sembrava irritata. Gin non avrebbe potuto dire esattamente cosa la irritava, fatto sta che non solo le si era avvicinata ma ad un certo punto aveva anche emesso un miagolio che non sembrava accomodante.

«Cosa ho fatto? Guarda che li sto trattando bene questi fascicoli, non preoccuparti!» le disse Gin, che non aveva assolutamente capito che Mrs Purr era invece molto probabilmente contrariata per il fatto che la ragazza continuava a distrarsi. In un’altra situazione, forse, Gin avrebbe provato ad accarezzarla o a farsela amica, ma quel miagolio non le aveva dato nessuna spinta verso quella direzione.

Gin continuò dunque a guardare i fascicoli, lo sguardo che ogni tanto andava al sacchetto marrone.


*Se fra 5 minuti Gazza non torna, vado a vedere cosa c’è dentro* pensò. Questo era il tempo massimo che si era data. Da un lato non voleva essere colta in fragrante, dall’altro la sua curiosità su persone che forse conosceva era alta.
*Sheila McPherson, Henry Keith Jenkins, Thomas Bowen...*, «oh guarda una punizione ad uno del primo anno!» disse ad alta voce senza rivolgersi a nessuno in particolare, poi aggiunse guardando un'altra scheda, «Timothy Meyer ha fatto un Den-sa-u-geo, mai sentito nominare. Cercherò poi in biblioteca. Ma non sembra aver funzionato molto bene o sbaglio? Tu c’eri? Te lo ricordi?» disse rivolgendosi a quel punto alla gatta. Non si aspettava una vera risposta, ma parlare ad alta voce o ad animali o a cose, era una caratteristica tipica della corvetta.

Mano a mano che andava avanti, i nomi acquisivano sempre meno fascino e interesse. Non le sembrava di riconoscere nessun cognome a lei noto. *Mitchell, Flyer, Hadler, Hillman... non conosco nessuno. Chissà se sono passati 5 minuti...?* si chiese, infine, pensando di abbandonare quel compito per rivolgersi al sacchetto. *Meglio non rischiare* decise infine. Quel contenitore di fascicoli era sostanzialmente terminato. Si accinse a proseguire con un nuovo contenitore, posizionato vicino alla parete opposta. Allungò la mano verso di esso, quando il sacchetto marrone, che stava continuando a guardare, iniziò a muoversi.

Gin si arrestò, con la mano a mezz’aria, catturata da quel movimento: piccolo ma ben visibile. Non fece in tempo nemmeno a pensare di muoversi che un tonfo le confermò che il sacchetto si stava proprio muovendo. Non solo: iniziava pure a fare danni. Aveva appena fatto cadere la macchina fotografica per terra.
In un primo momento Gin pensò che fosse il sacchetto stesso ad essersi animato. Ma questa congettura fu spazzata via velocemente da qualcosa che si liberò, uscendo improvvisamente dal sacchetto. Successe tutto velocemente. Un enorme insetto (o almeno questo era quello che Gin pensò di avere davanti in un primo momento) si era liberato. La faccia di Gin si deformò dall’orrore e dallo schifo, perché vide che quella bestia le veniva addosso. Sembrava una farfalla, no una libellula, no, era decisamente più grande di entrambe. Non poteva essere un bombo e nemmeno un altro coleottero perché la sua forma sembrava allungata. Ma si muoveva velocemente e Gin non riuscì a mettere a fuoco, se non quando la bestia le morse il dorso della mano.


«AHI» urlò la ragazza, muovendo freneticamente la mano e portandola senza pensarci alla bocca, in un gesto fin troppo comune per i babbani. Quasi immediatamente si ricordò della lezione sui veleni e sulla loro provenienza da molte fonti, anche di tipo animale. Sbiancò. Avrebbe tolto immediatamente la mano dalla bocca e, guardando l’animale, che ora le sembrava di individuare come avente alcune fattezze antropomorfe, avrebbe pensato a cosa fare. Le sarebbe servita una soluzione veloce, ma Gin era appena arrivata ad Hogwarts e ancora non aveva il riflesso della magia. Si sarebbe quindi armata di qualcosa vicino a lei, che aveva a portata di mano: un fascicolo probabilmente. Lo avrebbe impugnato saldamente con la mano sana e avrebbe atteso che l’animale si facesse sotto di nuovo. Senza perderlo mai d’occhio. Avrebbe cercato di essere pronta all’attacco, pur con la mano sinistra che le faceva un po’ male, e avrebbe tentato di scaraventare lontano, il più possibile lontano da lei, l’animale per poi, probabilmente, tentare la fuga.



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La creaturina sbatteva con violenza le piccole ali. Si mise a volare in maniera fastidiosa attorno alla piccola Corvonero. Stava facendo poi per dirigersi verso il contenitore a ridosso della parete opposta, quando si accorse che la giovane Amelia Gin Moonword aveva appena preso in mano un fascicolo. La cosa non prometteva affatto bene. Sicuramente se ne sarebbe servita per colpire, qualora fosse tornata ad avvicinarsi. Sembrava quasi una minaccia messa in atto in risposta al suo attacco precedente.
A quel punto, il piccolo - ed esplosivo - concentrato di perfidia si avvicinò per strapparle di mano la cartella. L'afferrò. Prese poi a tirare con forza - nonostante le braccia esili - ritrovandosi poco dopo nel bel mezzo di un serrato tiro alla fune con la Corvonero. I miagolii disperati di Mrs Purr facevano ancora da sottofondo. Fu proprio in quel frangente che l'esserino ebbe la meglio. Una volta che il fascicolo finì tra le sue piccole mani rachitiche, venne lanciato in aria, e i documenti contenuti al suo interno caddero a terra. Un altro frullo d'ali nervoso, e la creaturina si approssimò al contenitore dal quale poco prima si era allontanato. Parve subito evidente quale fosse il suo obiettivo. Combinare un vero guaio. Portare un bel po' di scompiglio. Qualche istante dopo, i documenti che riempivano il contenitore, stavano già volando per aria. In qualità di narratore imparziale di questa storia, posso assicurarvi che l'esserino era riuscito nel suo intento. Quei documenti ora ricoprivano il pavimento. Se, appena fatto il suo ingresso in quell'ufficio, Amelia aveva avuto la possibilità di constatare un certo caos imperante, adesso la situazione era anche peggiore. E di certo, il vecchio Gazza non ne sarebbe rimasto entusiasta, quando sarebbe tornato. Poco, ma sicuro. L'esserino si dirigeva ora verso il mobile di fronte alla ragazza. Sopra il ripiano che aveva preso di mira erano poggiate delle bottiglie opache (alcune piene per metà di un qualche liquido) dalle forme strane e di svariati colori. Blù. Rosse. Viola. Gialle. Verdi. La creaturina le aveva puntate. Si sarebbe aggiunto un altro problema - a quelli già presenti - se le avesse fatte cadere a terra, insieme agli oggetti disposti vicino a loro, finendo per ridurle in frantumi. Accanto a loro vi erano alcuni fogli di pergamena arrotolati, una piccola sfera con uno spesso anello dorato a circondarla, e una spilla che raffigurava la testa di un leone. Guardando però all'interno del contenitore, quello contro cui si era abbattuta la creaturina, si sarebbe potuta notare sul fondo la presenza di altri fogli di pergamena, di un piccolo specchio circolare e di un ciondolo a forma di aquila con le ali dispiegate. La Corvonero si sarebbe occupata dell'esserino malefico senza dimenticare di attenzionare gli oggetti sopra la mensola e quelli posizionati dentro il contenitore?

Amelia
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Fata
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Amelia, dovrebbe essere tutto molto chiaro! L'esserino ti strappa di mano il fascicolo e lo fa volare lasciando cadere a terra i documenti contenuti al suo interno. In seguito, fa fare la stessa sorte ai fogli che riempiono il contenitore alla parte opposta. Vola poi in direzione del mobile accanto: ha appena puntato in particolare gli oggetti - bottiglie, fogli di pergamena, una sfera con un anello dorato a circondarla e una spilla raffigurante la testa di un leone - disposti sopra uno di quei ripiani. Avrai modo di notare che, all'interno del contenitore preso di mira dalla creaturina, vi sono altri fogli di pergamena, un piccolo specchio e un ciondolo a forma di aquila con ali dispiegate. Ti faccio presente che il tuo pg può conoscere e utilizzare tranquillamente gli incantesimi della Prima Classe e quelli appresi fino al momento di avvio della Quest con le lezioni. Ecco i due topic che possono tornarti utili: Lista Incantesimi e Descrizione Incanti ;)
 
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view post Posted on 27/8/2022, 08:33
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Gin non aveva davvero pensato alla magia finora. Del resto, ancora al suo primo anno, non possedeva quel riflesso incondizionato di attingere alla nuova conoscenza in risposta ad una emergenza. Aveva sempre usato il suo ingegno babbano per tutta la sua breve vita e quello le era bastato. Ma ora, vedendo il guaio in cui si era cacciata si trovò a pensare che le solite astuzie non bastavano più. Serviva ben altro per creature magiche in una scuola magica dove tutto poteva succedere e niente era “normalmente” babbano. *Forza Gin, diamoci da fare* si trovò a pensare. Riosservò velocemente la scena, quasi come per rifocalizzare la situazione. Poteva sentire Mrs Purr miagolare all’impazzata: avrebbe di sicuro attirato qualcuno, Gazza per la precisione, quindi doveva pensare in fretta. L’essere antropomorfo aveva fatto un bel guaio strappandole di mano il fascicolo e facendolo cadere e soprattutto sparpagliando tutti quelli che erano nel contenitore. Era stata colta alla sprovvista e non aveva fatto in tempo a salvarli. Se Gazza fosse entrato in quel momento... beh Amelia non voleva pensare a quale possibile e terribile punizione avrebbe potuto inventarsi il guardiano! Sentì qualcosa di rigido nel fodero che si era cucita tempo prima, sotto la felpa Corvonero. La sua bacchetta. Come aveva fatto a non pensarci prima? Con quella avrebbe potuto fare tutto, forse: rimettere in ordine in un lampo e soprattutto liberarsi di quella creaturina malefica e dedicarsi alla sua curiosità. Si beh, ma come fare? Doveva agire in fretta, stava già perdendo troppo tempo. Non voleva farle male, in fondo, ma solo allontanarla. Pensò subito a due possibili incantesimi Apis e Fumos. Erano entrambi suoi incantesimi innati, li padroneggiava abbastanza bene, almeno quando era concentrata e in camera sua. Ma, quanto sarebbe durato il fumo che avrebbe potuto evocare? Abbastanza per permetterle di scappare? Oppure per guardare dentro il contenitore dove le sembrava di scorgere qualcosa di alato insieme ad altri oggetti? Non vedeva bene da quella posizione ma qualunque cosa fosse stata nascosta in quella scatola, doveva avere un qualche interesse. Si trovò ad allungare il collo verso quel nuovo tesoro e vide cosa stava catturando la sua attenzione: un oggetto alato. Forse un’aquila. Ma nella velocità di quella occhiata e da quella posizione non poteva esserne certa, intravedeva solo alcune parti. Corvonero. C’entrava qualcosa?

Nell’incertezza e nella foga di voler prendere l’oggetto si trovò ad evocare, invece, l’incantesimo Apis. Concentrata, Gin rivolse bene la bacchetta verso la creatura volante e immaginò nella sua mente una singola ape. Non gliene servivano molte di più e, forse, pensando ad un unico animaletto, l’incantesimo sarebbe riuscito meglio. La vide nella sua mente, distinta, prendere forma e volare verso la creatura per darle fastidio.


«Apis» si sentì chiaramente pronunciare. Se l’incantesimo avesse avuto successo, e l’ape si fosse materializzata, Gin avrebbe, con la stessa concentrazione, visualizzato l’ape che andava verso la creatura per darle fastidio. Il suo intento non era quello di fare male, ma solo quello di creare un diversivo abbastanza duraturo da permetterle di muoversi. Avrebbe probabilmente supportato il suo pensiero con una frase come «vai a dare fastidio a quell’essere malefico». Questa frase non sarebbe davvero servita, probabilmente, ma avrebbe dato forza in più alla sua evocatrice. Se tutto fosse andato come Gin immaginava e l’ape avesse tenuto a bada per un po’ la creatura, allora lei si sarebbe avvicinata al contenitore e avrebbe allungato la mano per toccare, prendere ed esaminare più da vicino l'oggetto alato, per scoprire che si trattava di un ciondolo e che la sua forma era proprio quella di un'aquila.



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Chiedo scusa per l'attesa. Dovrei esserci con più frequenza d'ora in poi.


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La situazione si stava complicando. Quell'esserino malefico non smetteva di muoversi con l'intento di creare scompiglio all'interno dell'ufficio. La piccola Corvonero di contro non poteva fare a meno di sentirsi alquanto preoccupata per la reazione che il vecchio Guardiano avrebbe potuto avere - se fosse tornato - in quel momento. Non aveva tutti i torti, Amelia, ad averne paura: fare ritorno nel proprio ufficio e assistere a tutto quel caos, era di certo una cosa non particolarmente gradita dall'anziano Gazza. In che modo l'avrebbe punita questa volta? Cosa c'era in serbo per lei? Come agire di conseguenza per evitare la punizione? Nonostante il timore per il ritorno del Guardiano, aveva senza alcun dubbio compreso. Ciò che in verità aveva la priorità in quel preciso momento, era cercare a tutti i costi di fermare l'esserino e fare in modo che quest'ultimo non combinasse altri danni. Era già troppo così. Amelia Gin Moonword aveva preso a riflettere su quale incantesimo utilizzare, mentre la creaturina continuava a volare lì attorno, in procinto di combinarne un'altra delle sue. Fu proprio in quel preciso istante che il ciondolo a forma di aquila ad ali spiegate, quello disposto all'interno del contenitore a ridosso del mobile a sinistra, attirò l'attenzione della giovane seguace di Priscilla. Il possibile rimando al simbolo della sua Casata forse l'aveva stimolata a rivolgere in maniera quasi naturale la propria curiosità sull'oggetto. Da buona Corvonero si era trovata ad optare alla fine per una soluzione di certo non scontata, e piuttosto particolare per una circostanza come quella in cui era finita. Aveva così preso la decisione di avvalersi di un incantesimo semplice. Un Apis. L'immagine nitida di un'ape - un'unica e singola ape - che tormentava l'esserino, era impressa in maniera chiara nella mente. La bacchetta puntava verso il suo minuto - e non tanto innocuo - bersaglio. Venne così generato un piccolo insetto - di dimensioni appena più ridotte della creaturina maligna. Cominciò a volare e si diresse verso l'esserino. Ora gli ronzava attorno. Lo infastidiva. Lo rendeva nervoso. D'un tratto parve anche costringerlo a spostarsi verso la scrivania - anche se questo non gli impediva di seguitare a prenderlo di mira. Quando gli fu abbastanza vicino, l'insetto non mancò di utilizzare il suo pungiglione per ferirlo(-10PS) alla spalla destra svanendo qualche istante dopo. Questo sarebbe stato d'aiuto alla Corvonero. Le avrebbe concesso il tempo per esaminare l'oggetto che aveva catturato la sua attenzione. Si trattava di un meraviglioso ciondolo d'argento. Luccicava. Splendeva nei suoi precisi rifinimenti. Brillava nella sua forma simile a quella di un'aquila con le ali spiegate. Richiamava senza alcun dubbio proprio la Casata bronzo blù. A chi poteva essere appartenuto? Perché si trovava lì? Perché era stato confiscato? Cosa ne avrebbe fatto la ragazzina? Sarebbe stata tentata dall'idea di rubare quell'oggetto al Vecchio Guardiano del Castello? E l'uomo se ne sarebbe mai accorto? Intanto l'ombra della bestiolina - dall'aspetto quasi umano - incombeva ancora sulla Corvonero. La creaturina presto sarebbe tornata all'attacco, più agguerrita di prima. Più agguerrita che mai.

Amelia
PS: 99/104
PC: 51/51
PM: 51/51
Fata
PS: 60/70
PC: 40/40
PM: 40/40
Benissimo! Sei riuscita ad evocare l'incantesimo Apis - come da tue intenzioni. La bestiolina malefica viene punta alla spalla destra; e questo le fa male e la ferma dai suoi intenti. Così hai il tempo e la possibilità di ispezionare l'oggetto che ha catturato la tua attenzione. E' appunto un ciondolo a forma di aquila con le ali spiegate: richiama la tua Casata. L'esserino è nervoso adesso - e non è da escludere che possa tornare all'attacco!
 
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