Aveva litigato così pesantemente con James,
l'altro commesso, da aver infastidito interamente i visitatori al terzo piano: né l'Arpa Rilassante né la Viola Pensante erano riusciti rispettivamente a calmare il suo nervosismo crescente oppure a ripristinare il lume della ragione perduto da tempo. Il comportamento del collega era stato fuori da ogni schema, aveva superato ogni confine possibile, peccando di buon senso e perfino di correttezza nei suoi confronti. Quando Oliver aveva dichiarato, una settima precedente, di voler - di
dover - essere il primo in assoluto ad aprire la scatola dei nuovi CD delle Sorelle Stravagarie per quell'Estate, in effetti, mai avrebbe anche solo immaginato di affrettarsi al pianoterra per scoprire James già alle prese con la quarta e poi quinta canzone, memorizzandole e ripetendole come il più grande dei fan della band d'eccezione. Baggianate, quel ragazzo non avrebbe avuto intonazione neanche sotto Schiantesimo. Essere stato anticipato, a ben vedere, equivaleva per lui ad un assalto del tutto personale; l'impegno per quel ruolo, per quel lavoro, non aveva precedenti tra le mura dello store: la musica, diceva spesso il proprietario di Evviva Lo Zufolo, scorreva nelle vene del Caposcuola di Hogwarts al pari della sua eleganza. Batterlo sul tempo era stato per James uno scacco matto che avrebbe pagato amaramente e per Oliver, senza alcun dubbio, la vendetta si sarebbe stagliata per la prima volta in una frenetica ricerca dettata dalla furia assoluta. Forse più infantile di quanto potesse credere, si diresse a passo rapido verso il piano in cui era stato chiamato. Gironzolava tra i corridoi, sistemando talvolta un flauto manomesso, talvolta una chitarra svolazzante in solitaria, fin quando sulla scia di un brano di Glenda Chittock -
Cry, Phoenix, cry for the ashes, cry for the flashes -, non si fermò di scatto alla vista di un volto piuttosto familiare.
«Lav del mio cuore!» Aumentò il passo, quasi correndo con rinnovata allegria, l'onta dello scetticismo di poco prima già più velata di un attimo prima; quando la voce dell'altra lo circondò al pari di un piacevole ricordo, per Oliver tutto cambiò immediatamente forma e valore, districandosi in una tavolozza di colori così caldi e così belli, intensi, vivaci, da non poter fare a meno di sorridere con trasporto. Si accorse di sottecchi di un cambiamento nell'amica che non passava indifferente, non alla virtù di un fascino che Lavender forse non sapeva di avere in modo tanto profondo, ma che per lui, come per altri, aveva impatto d'eccezione. Compromessa, sussurrò il suo cuore; segreta, rivelò a se stesso, in un silenzio tanto fulmineo quanto per lui fulminante. Non aveva dimenticato il loro incontro al Bagno dei Prefetti, molti mesi addietro, e per un istante Oliver si chiese se quell'Estate non fosse stata poi chissà quanto tutta rosa e fiori anche per l'altra. C'erano cose, c'erano aspetti, c'erano misteri, che l'una e l'altro condividevano inaspettatamente; e l'uno e l'altra, ancora insieme, ne erano agli estremi in avvicinamento perpetuo. Sorrise, lasciando correre quella domanda -
come stai - in un dimenticatoio del tutto voluto e considerato. Andava bene così, non avrebbe insistito. L'arte della comprensione era per pochi, lui era un buon allievo.
«Sai che è sempre un piacere vederti, ti aspettavo da queste parti da tempo. Se vuoi fare un giro, Lav, ti accompagno, ho una mezz'ora libera e sono arrivati nuovi album e nuovi strumenti magici». Non avrebbe insistito più del dovuto, senza fretta né fastidio di sorta, ma ad un cenno affermativo dell'altra, le avrebbe fatto volentieri da Cicerone verso i diversi reparti dello store. Si occupò in ogni caso prima della richiesta e dell'acquisto doppio dell'altra, adocchiando lo strumento di cui parlava e annuendo con piacere, quasi espressione sicura.
«Ottima scelta, davvero! Nessun problema per il pianoforte, un colpo di bacchetta e lo restringiamo, posso fartelo avere in dormitorio al rientro dalle vacanze a Settembre. Intatto, lucente e meraviglioso come lo vedi in questo momento. Ti regalo anche un plettro in omaggio, aspetta un secondo.»Trafficò con un cassetto di legno di un bancone alla sua sinistra, recuperando un sacchetto di carta che tra le sue mani quasi parve suonare indistintamente. Ne estrasse con cura tre plettri, ne fece ricadere al suo interno il primo ed il secondo ancora, fin quando ne rimase uno colorato di nero, trapunto in superficie di rose rosse, i cui gambi, steli e spine si intrecciavano tra di loro. Nel punto più alto c'era un buco di piccole dimensioni, appena utile per eventualmente far passare un filo o una catenina, indossandolo così come ciondolo o gioiello, in qualsiasi modo. Era un'usanza che Zufolo difficilmente poteva dimenticare. Olver riprese a parlare un attimo dopo.
«Il pianoforte viene venticinque Galeoni, il CD del Vampiro Baritono invece tre Galeoni. In totale ventotto, fai ventitré e fatti abbracciare, Lav!» La strinse a sé, il tintinnare delle monete lontano, il battito del cuore vicino. La strinse a sé, caldamente e con affetto sincero, come un fratello, come un amico, come una roccia alla quale affidarsi, lasciarsi, infine perdersi. Le voleva così tanto bene.
Aggiornato, baby ♥
Lavender Lovecraft
♫ CD Blodwyn Bludd +1PS click | 3 G
♫ Pianoforte non magico | 25 Galeoni
Totale: 28 23 Galeoni