Evviva lo Zufolo!

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view post Posted on 25/12/2020, 11:52
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Evviva lo Zufolo » Londra
Casey Bell
Le carole natalizie erano naturalmente arrivate anche allo store musicale, lì avevano lasciato il segno e continuavano da mattina a sera a stuzzicare dolcemente i vari clienti che si susseguivano; dalle radio incastonate come gemme preziose tra uno scaffale e l'altro, opportunamente nascoste allo sguardo comune, si sospendeva - talvolta delicatamente, talvolta in ritmo più battente - una serie di motivetti che la maggior parte dei visitatori riconosceva, e canticchiava a sua volta. C'era chi come James non ne era affatto partecipe, suscettibile ad ogni Silent Night di passaggio; e chi, come Oliver, ne era coinvolto fin nel profondo. Non avrebbe potuto negare di aver atteso il Natale come un amico di lunga data, quella era di gran lunga la sua festività preferita in assoluto; non importava, allora, di non sapere ancora con chi, come, e dove avrebbe trascorso la Vigilia - si era ripromesso, infatti, di non rientrare a casa, non dopo gli ultimi trascorsi; quello che aveva desiderato così intimamente era proprio lì, tutto intorno: tra i volti di ragazzini che si avvicinavano per la prima volta alla scoperta della musica, tra genitori e figli agghindati tra cappotti pesanti e cristalli di ghiaccio tra i ciuffi solitari, e soprattutto nella melodia spensierata di canzoni che sempre avrebbero saputo affascinare. Il Natale, ne era consapevole, conquistava il suo cuore per la spensieratezza che magistralmente vestiva; e così, a dispetto di ogni altra cosa, a dispetto di ogni altro momento, sorrideva all'uno e all'altro con gentilezza. All'ultimo assolo di Emily Vannet, la radiolina acquamarina sul bancone passò in fretta al tradizionale brano di Jingle Bells, e una coppia di flauti traversi lì accanto - incantati a loro volta, entrambi in attesa di consegna - si animarono come partecipanti all'armonia improvvisa. Un motivetto allegro, ritmico, molto scandito guidò Oliver verso il prossimo cliente; quando si accorse che fosse Casey, non poté che apprezzare la coincidenza. L'indice della mano destra ticchettò sulla radiolina.
«Jingle Bells ed ecco Bell.» Un occhiolino divertito, mentre il motivetto rock scivolava lungo tutto il negozietto. «Potrebbe essere l'incipit di una storia natalizia, io ci farei un pensiero ché l'Agrippa Edizioni cerca nuovi talenti.» Con un sorrisetto, si affrettò a contare rapidamente gli album nel cassetto che Casey aveva già preparato - non poté che esserne tacitamente grato - e confermò così le parole dell'altra con un rapido cenno del capo. Erano tutti i dischi che fino a quel giorno avevano in store, e se non fosse stata per la spiegazione successiva della studentessa, Oliver avrebbe di gran lunga pensato vi fosse una svendita in corso di cui lui - bizzarramente - non era stato posto a conoscenza. Non era la prima cliente che veniva lì per portare via tutti gli album, il ricordo recente di Sirius zampillò in modo vivido. Però l'amica aveva ragione, e sebbene lui fosse un pizzico scaramantico - al punto da non commentare, limitandosi ad un'espressione di pura, febbrile aspettativa - gli occhi tradivano una felicità che avrebbe voluto custodire a lungo. Ci sperava, ci sperava con tutto se stesso, e ogni giorno che passava in Sala Grande lo sguardo continuava ad ammirare i rubini della clessidra rosso-oro. Chiuse il cassetto sul bancone e recuperata la coppia di strumenti musicali di cui già era a conoscenza, si premurò di inserire l'uno e l'altro in cartoni separati, di colori vivaci e con un fiocco in bella mostra. Ad un colpo di bacchetta, infine, animò la serie di chiave di violino in superficie e tutto apparve ben più decorativo di quanto già non fosse. «Mi preoccupo più di te che di Les, ma hai via libera assoluta. E...» Abbassò appena il tono di voce, sistemando nel frattempo tutto in buste ben più facili da trasportare per l'altra. «Conta su di me.»
Concluse così, pescando subito un paio di cioccolatini, marca DiscoPops, e passandoli sottobanco al suo Prefetto. Quel fra', tra tutti, stuzzicò la sua curiosità più vivida, e si chiese se si trattasse di un nuovo gergo che non aveva mai sentito prima. Comunque, comunicò il prezzo totale - quarantuno Galeoni per l'una, trentacinque Galeoni per gli acquisti di Casata - e incassando tutto, ammiccò.
«Sempre un piacere... frà.» Sì, doveva lavorarci.

Diciannove album per rispettivi punti salute, totale 41 Galeoni per te. Una coppia di Tamburo del Fuoco (15 Galeoni) e un Flauto Crea-Immagine (20 Galeoni) per la Casata Grifondoro e tante belle cose *fru

***

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Evviva lo Zufolo » Londra
Jolene White
Era in trepidante attesa, per una notte intera aveva seguito gli aggiornamenti della semifinale del Fwooper d'Oro come il più appassionato tra gli adolescenti; in dormitorio, al Castello di Hogwarts, altro non aveva fatto che ticchettare con la bacchetta magica sulla radiolina vermiglia che aveva acquistato tempo prima. Quanto, quanto avrebbe dato per essere lì con tutti loro, al Globe Theatre di Londra. Avrebbe pagato qualsiasi somma richiesta, fino a svuotare l'intera camera blindata che aveva alla Gringott's; avrebbe fatto di tutto, ne era convinto, ma quel periodo era stato meschino nei suoi riguardi. Avrebbe potuto ottenere un pass d'accesso come giornalista della Gazzetta del Profeta, aveva già seguito quella strada e non sarebbe stato così problematico. In effetti... in effetti non ci aveva pensato. Impegnato com'era stato tra una palude portatile gettata al primo piano di Hogwarts, le continue lamentele degli studenti che non riuscivano a superare il corridoio in tempo per le altre lezioni, e le ripicche di Penny che ancora desiderava sapere quando, come, e perché non avesse deciso in definitiva i suoi programmi per le feste, e tanto, tanto altro, Oliver era stato banalmente distratto. Per la prima volta in assoluto, infatti, ne era stato così condizionato da perdere la cognizione del tempo, tanto da aver lasciato che un'occasione simile sfumasse davanti ai suoi occhi come volo di gufo. Si era ripromesso, ad ogni modo, di non correre lo stesso rischio per la finalissima dell'ambito concorso musicale. Oh sì, l'avrebbe ottenuto, quel maledettissimo pass: a costo di chiederlo con i denti e con il sangue.
«James, puoi...» Borbottò qualcosa in modo indistinto, occupatissimo a carezzare la prima di una numerosa serie di scatole appena arrivate. Lì dentro, lo sapeva, c'erano i dischi di .shey, e lui era letteralmente in brodo di giuggiole. Sognava di ascoltare tutti i brani con profonda, intima partecipazione, e non vedeva l'ora di concludere il proprio turno di lavoro per dedicarvisi con tutto il cuore. Quando però si accorse di un volto familiare, e quando ne riconobbe la voce, scattò sull'attenti. Sorrise con quell'espressione tra la sorpresa e l'entusiasmo, le gote arrossate. Dietro il bancone dov'era, stringeva la scatola come tesoro, e quasi somigliava ad una mistica, antica creatura. Voleva essere il primo a svelarne il contenuto.
«Oh Jolene, che bello incontrarti.» Lo disse con sincerità, il tono di voce di una nota più alta. Si premurò di schiarire la gola, abbozzando un'espressione di scuse. «Proprio così, ma più che lavoro, è un'infinita passione. Zufolo è un negozio dalle mille sorprese, ma...» - indicò le buste dell'altra - «...le missioni segrete hanno sempre la precedenza.» Aggiunse un occhiolino, preparandosi a sistemare tutto in variopinte buste con note musicali; proprio in quel momento l'altro collega passò di lì e sembrò adocchiare la stessa scatola di Oliver. Lo vide con la coda dell'occhio, e volse tutta la sua attenzione nell'esatto istante in cui James tentò di appellare il pacchetto. Imprevedibile, il più giovane vi si avvinghiò come un calamaro, e lasciò che il sortilegio in atto si estinguesse senza riuscita. Fulminò poi James con una smorfia, palesemente stizzito. Quando nascose la scatola sotto il bancone, tornò su Jolene - tutto era accaduto in pochissimi secondi.
«Perdonami, sono arrivati i dischi di .shey, il nuovo cantautore, e devo aprirli io. Non quella specie di Jarvey- hey, James, via da qui!»
Gli puntò l'indice della mano destra, appena spazientito; non riuscì a nascondere un sorrisetto divertito. «Ci sono. Allora vediamo, abbiamo tre dischi di Malala Wisk, è un'artista straordinaria.» La voce si addolcì velocemente, e Oliver quasi accentuò il verbo presente. Per lui, in effetti, la Veela Cantante era ancora lì, immortale come soltanto il talento sapeva essere. Le tre copertine, appena recuperate dai cassetti della scrivania, brillavano di colori eterei, così iridescenti nelle tinte pastello. Erano bellissime, a suo avviso, e l'ultimo album - con il profilo di una mano stilizzata, e un bagliore arcobaleno tra le dita - già soltanto alla vista rivelava uno stile ineguagliabile. Si accorse di aver trattenuto un sospiro, malinconico com'era. «Il primo album si intitola Struck by Wave, forse ne avrai sentito parlare perché contiene il famoso brano del Troll che si innamorò di una Sirena. Scoprirai che sia un ritmo più vivido, più sul pop. Il secondo è molto, molto delicato, sfuma sull'introspezione vera e propria, si chiama Fighting Against The Dark e trovo sia incredibile.» Accompagnò l'ultimo disco come in una presentazione ben delineata, e lì soffermò il suo sguardo.
«Il terzo album è postumo, Armocromia. Ed è un capolavoro, molte tracce sono di sola voce, non hanno accompagnamento musicale. Sai, era un album che non doveva essere rilasciato, e dopo la scomparsa di Malala Wisk è stato un dono per tutti noi.» Ricordava la coppia di articoli che aveva dedicato alla star internazionale, così come la triste vicenda che vi si legava indissolubilmente attorno. Una vicenda, quella, che aveva in sé ancora qualcosa di irrisolto. Concluse con un sorriso velato di mestizia, di quella però che pungeva dolcemente il cuore. «Ma tu, Jolene, ne saprai cogliere ogni meraviglia. Per la radio, a te la scelta.» Si portò gentilmente oltre il bancone, mostrando sulla destra una serie di scaffali pieni di radioline di una e più forme, tinte e decorazioni. Nel frattempo, quella vermiglia sul bancone passò alla voce della radiocronista Glenda Chittock, che ripeteva al pubblico magico il sorprendente successo di .shey e della sua musica. Oliver sorrise, deliziato. Non appena l'altra avesse comunicato la radio desiderata, ad un colpo di bacchetta sarebbe arrivata in volo fino a posarsi dolcemente lì davanti, proprio per lei. «Molto bene, sono sette Galeoni per i tre dischi, cinque Galeoni per la Radio Magica e quindici Falci per i tre sacchetti di DiscoPops. A proposito, non chiedermi perché, ma le praline blu sono sempre le migliori.» Così, sistemato tutto in buste molto raffinate, completò la vendita: confermò il totale di dodici Galeoni e quindici Falci, e con un altro sorrisetto le passò un quarto sacchetto di dolcetti. «Ci puoi giurare che sarò al Ballo. Devo solo trovare un paio di ali adatte.» Aveva parlato in tono ironico, sebbene a ripensarci non fosse affatto uno scherzo. Cercava davvero le ali migliori, aveva già un'idea per il suo abito. Se non vi fosse stato altro, comunque, avrebbe accompagnato Jolene all'uscita con gentilezza. Sperava che le buste non fossero troppo d'impiccio, ma quando vide James aggirarsi verso il bancone, corse a perdifiato all'indietro. «La scatola è mia, brutta salamandra affumicata!»

Malala Wisk #1, Struck by Wave (2 Galeoni)
Malala Wisk #2, Fighting Against The Dark (2 Galeoni)
Malala Wisk #3, Armocromia (3 Galeoni)
Radio Magica (5 Galeoni)
DiscoPops x3 x4 (15 Falci)
Totale 12 Galeoni, 15 Falci

***

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Evviva lo Zufolo » Londra
Camille Donovan
Il negozio andava riempiendosi di continuo, istante dopo istante, e se non fosse stato per l'Incantesimo Estensivo tra le pareti, Oliver avrebbe temuto per la sicurezza generale. Era come assistere ad un incredibile via vai di colori, ancor prima che clienti veri e propri - i loro abiti, i loro cappotti, perfino i loro cappelli più vistosi, tutto realizzava una cornice d'insieme pienamente vivace. Era piacevole, non poteva nasconderlo, ma portava con sé un carico di lavoro infinitamente superiore al resto degli altri giorni: gli acquisti natalizi non erano diminuiti dopo la coppia del ventiquattro e del venticinque Dicembre, e al contrario lo store musicale accoglieva cortesemente tutti coloro che ancora erano in ritardo con i regali da concludere. Se per Zufolo era un vantaggio vero e proprio, per Oliver cominciava ad essere una tortura. Riusciva a stare dietro alla maggior parte dei visitatori, ne era consapevole, ma allo stesso modo non poteva trattenersi troppo, non come di solito faceva e come sempre avrebbe voluto considerare. Mr Vinaccia era stato molto chiaro, quel giorno: massimo quindici minuti per cliente, poche raccomandazioni, una guida veloce e libertà di scelta in assoluta autonomia. E andava anche abbastanza bene, molti davano l'impressione di sapere già cosa acquistare, altri avevano già effettuato ordinazioni precedentemente, e così Oliver altro non doveva fare che sistemare gli articoli in buste, cartoncini e custodie varie. Indossava un completo elegante, in giacca e cravatta sulle tonalità dell'indaco, tutto gessato, e pregustava la fine del proprio turno per correre a pranzo da Himiko's Taste, come da programma. Osservando il campanello di clienti già all'ingresso, tuttavia, provò timore - sempre più certo, tra l'altro - di non riuscire a rispettare i suoi desideri; forse, si disse, avrebbe dovuto scrivere una pergamena a Penny per rimandare il pranzo in comune. Quando un giovanotto passò via con un flauto traverso, rimirandone la superficie in legno lucido, Oliver trasse un sospiro rapidissimo. Aveva bisogno di una pausa, non ricordava da quanto tempo fosse in piedi. All'arrivo di una studentessa che riconobbe, colse la palla al balzo.
«Buongiorno a te, mia salvatrice.» Abbozzò un sorriso, il tono divertito. Era passato direttamente ad uno stile più informale, più cortese, considerando che fossero entrambi molto giovani. Si guardò attorno e fece segno a James di sostituirlo al bancone - credulone com'era, il collega si affrettò verso i clienti che lui invece aveva appena lasciato, sempre con gentilezza. Tornò sull'altra, parlando in fretta per spiegarsi. «Stamattina siamo pienissimi, e non avrei resistito ad un'altra richiesta di una Viola Pensante. Sono molto più contento di consigliare qualche album. Prego, da questa parte.» Con un sorriso, e di certo tornando molto più nel suo carattere, si premurò di fare strada verso il reparto dei dischi musicali, poco distante. Con l'arrivo di numerosi clienti di quel periodo, infatti, avevano aggiunto una serie di scaffali proprio in un angolo dello stesso pianoterra. Superati alcuni clienti, Oliver tentò di guadagnare un punto più libero, per riprendere tranquillamente. «Sono d'accordo, .shey è la rivelazione dell'anno, ne sono innamorato anch'io. Se ti è piaciuto molto, posso suggerirti una musica affine, altrettanto poetica e di certo soggettiva.» Una pausa cadenzata, recuperò subito dopo un paio di dischi - entrambi sulle tonalità eteree, molto più delicate. «.shey ricorda l'armonia di Malala Wisk, non direi allo stesso modo, ma si avvicina. Di questa seconda cantante abbiamo tutti e tre gli album che ha rilasciato nel tempo, per iniziare consiglio di ascoltare i primi due, Struck by Wave e Fighting Against The Dark. Il primo è un disco esordiente, incentrato sulle cadenze del pop. Troverai un maggiore, meraviglioso accompagnamento musicale.» Sorrise, ticchettando sulla copertina lì sullo scaffale. «Ricordi il brano Like I do di .shey, al Ballo di Hogwarts? Ecco, si lega alle prime tracce di Malala Wisk, è una musica coinvolgente e straordinariamente piacevole.» Nel frattempo, aveva già recuperato la copertina più brillante di lingua di fata, di .shey. Lasciò che gli occhi di smeraldo vi si impreziosissero, poi proseguì attentamente. «Il terzo album di Malala Wisk è da ascoltare solo dopo, mi permetto infatti di suggerire ai primi due un disco che non sia della stessa cantante, magari... sì, The Sound of Silence di Glenda Chittock.» Ricamata di candore, la copertina si sospese fino ad arrivare tra loro. «Credo tu possa conoscerla, è la radiocronista più famosa di RSN, Radio Strega Network. Sai, è anche il volto della Cioccorana numero ventitré. Comunque, direi che un quarto CD di stile più movimentato potrebbe essere Fly with me, baby di Emily Vannet. Anche se il titolo risulta un po' stravagante, è un'ottima cantante. Mi chiedo sempre quando possa tornare alla ribalta, i suoi concerti sono sensazionali.» L'ultima copertina, molto più scenica, apparve in un bagliore intensissimo, sul verde: la superstar, vestita in un abito di pelle molto aderente, si animava da destra a sinistra con una chitarra elettrica tra le mani. Così Oliver sorrise, le copertine - quella di .shey, e altre quattro di suoi consigli - in bella mostra. «Ognuno di questi CD costa due Galeoni, se li prendi tutti sono dieci Galeoni in totale.» Sorrise di nuovo, attendendo la decisione della ragazza, pronto a cambiare album o sistemare tutti in una bustina a sua volta colorata.

Oltre l'album di .shey, dei quattro richiesti Oliver consiglia i seguenti, a te naturalmente la scelta *fru
.shey, lingua di fata (2 Galeoni)
Glenda Chittock, The Sound of Silence (2 Galeoni)
Malala Wisk, Struck by Wave (2 Galeoni)
Malala Wisk, Fighting Against The Dark (2 Galeoni)
Emily Vannet, Fly with me, baby (2 Galeoni)

 
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view post Posted on 25/12/2020, 13:03
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Il ragazzo a cui si era rivolta per l'aiuto, che poi identificò come il caposcuola dei Grifondoro, sembrò entusiasta di aiutarla per fortuna, già questo le bastò per sentirsi a suo agio. Erano oberati di lavoro in negozio e di certo non voleva essere d'intralcio.
Dopo aver lasciato gli altri clienti ad un collega, invitò con sorriso la tassina a seguirlo, facendo strada tra i clienti che riempivano il locale. Il reparto dei dischi musicali era immenso, pieno di dischi dalle copertine molto suggestive, che sicuramente incuriosivano i clienti e, in quel momento, anche la piccola.
Anche il ragazzo disse di essere rimasto colpito da .Shey, a quanto pare il suo talento non aveva attirato solo la sua attenzione.
Arrivati al giusto espositore, il ragazzo iniziò a consigliarle i primi due CD. Malala Wisk l'aveva sentita nominare dai cugini, ma non aveva ancora avuto occasione di ascoltarla, sicuramente sarebbe stata una piacevole scoperta. Inoltre, a quanto pare, alcune tracce erano in sintonia con alcune di quelle ascoltate al ballo.
-Sì, la ricordo bene. È una delle mie preferite insieme a "Love Myself".- i testi l'avevano colpita molto, insieme alla parte strumentale.
Spostandosi di poco le mostrò un altro paio di CD, ma di due artiste diverse; una a lei sconosciuta, ma la seconda, così come aveva detto il ragazzo, l'aveva sentita alcune volte su RSN quando era dai cugini.
Dopo averle mostrato i CD le disse il prezzo, dopodiché stava lei decidere.
La tassina era incuriosita dalle proposte, le sembravano ottime date le premesse fatte dal ragazzo.
-Direi che li prendo senz'altro. Sicuramente, in base a quello che hai detto, saranno delle piacevoli scoperte.- era pronta a concludere il suo piccolo affare.
-E, ovviamente, grazie per la pazienza e i consigli, non vedo l'ora di ascoltarli. Quando tornerò, ti farò sapere cosa ne penso- disse sorridendo. Sicuramente sarebbe tornata per fare acquisti, ormai era rimasta folgorata.



Perfetto, direi che possiamo aggiornare :fru:
 
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view post Posted on 26/12/2020, 12:26
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Quelle erano le occasioni che più ricercava, quelle che più apprezzava in assoluto durante ogni turno di lavoro: la possibilità di consigliare artisti e generi musicali, l'empatia che poteva trasmettere attraverso i brani, le informazioni e le curiosità più vivide che poteva snocciolare dall'uno all'altro disco, tutto era estasi per lui. Ne traeva giovamento vero e proprio, al punto da trattenersi volentieri in quel reparto fino alla fine. Lo store, per Oliver, era un mondo originale, così singolare da sfumare in una e più rivelazioni giorno dopo giorno; e se solo non avesse visto così tanti clienti all'ingresso, e se solo James fosse stato un po' più rapido nella gestione degli acquisti, allora Oliver avrebbe avuto modo di proporsi verso la studentessa come guida per un tour più mirato tra gli album e le scoperte più preziose del panorama musicale odierno. Invece, sentì lo sguardo del collega fin da quella distanza, e tacitamente si augurò di poter avere altro tempo. Apprezzava chi, come la ragazza lì con lui, percepiva un'affinità maggiore in brani molto introspettivi, quali potevano certamente essere quelli di .shey. Nel giro degli ultimi giorni avevano venduto così tante copie di lingua di fata, il disco esordiente del cantautore, da temere intimamente di non riuscire a porne una copia da parte per sé. Alla fine, però, l'aveva scelta a sua volta e con infinita cura l'aveva riposta al sicuro in un cassetto del bancone principale, all'atrio, accessibile dai dipendenti. Già gustava l'occasione di ascoltarne le tracce in tutta tranquillità, magari con uno di quei deliziosi tè di Madama Piediburro, perché no. Così, sovrappensiero, accolse di buon grado la conferma della giovane strega e annuì subito dopo. I cinque album sullo scaffale si animarono ad un altro colpo di bacchetta da parte del commesso, sistemandosi di lì a breve in una bustina di carta bianca. Una nota musicale brillò in superficie, decorandone la struttura, fin quando esplose da solitaria in una e altre note - un tripudio visivo, molto scenico, che ad Oliver strappò un altro sorrisetto.
«Molto bene, sono tutte ottime scelte e sono certo ci rivedremo presto.» Concluse l'acquisto sempre con gentilezza, ma prima che l'altra potesse andare via si premurò di fermarla al volo. Dal cassetto principale del bancone, lì all'ingresso, Oliver aveva appena recuperato qualcosa che ricordava bizzarramente un foglio di giornale, arrotolato com'era su di sé. Era interamente bianco, non recava scritte di alcun genere, e c'era un nastro color indaco pastello avvolto tutto intorno. Lo aggiunse alla bustina dove c'erano gli altri CD, e rivolse all'altra un occhiolino.
«Ne abbiamo pochissimi, questo è un poster di .shey. Puoi attaccarlo dove desideri, e ad un colpo di bacchetta apparirà la sua gigantografia. Sai, è bellissimo perché richiama la sua Metamorfomagia.» L'avrebbe scoperto da sé, Oliver vi confidava. Il poster, infatti, talvolta mostrava l'immagine di .shey come ragazzo e talvolta come ragazza, e sebbene non parlasse come tanti altri dipinti, restava un vero e proprio capolavoro artistico. Sembrava una scena tratta da un concerto. Così la salutò, ringraziandola e augurandole ottime feste. Di lì a breve si accorse di essere chiamato da James e corse subito da lui. Doveva rimandare il proprio pranzo, ormai era chiaro.

Aggiudicato, torna a trovarci presto *fru
 
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view post Posted on 15/1/2021, 19:00
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Emma C. Green
La giovane Grifondoro era di buon umore, stava per vedere Oliver, come avrebbe potuto non esserlo? Non era la prima volta che andava da Evviva lo Zufolo, quel negozio era pieno zeppo di articoli interessanti e prima o poi Emma ne avrebbe comprato la maggior parte. Esitò per qualche secondo davanti la porta e si sistemò la coda, fece lo stesso con il ciuffo, non poteva farsi vedere da Oliver con i capelli scompigliati dal vento, per carità! Buon pomeriggio... disse cercando di nascondere l'entusiasmo e poi lo vide... se fosse stata in un anime giapponese, in quel momento avrebbe avuto gli occhi a cuoricino. Andò verso di lui cercando di camminare dritta, non riusciva a capire perché ogni volta che si trovava in compagnia di Oliver aveva come la sensazione di camminare male, tipo come un Tirannosauro: fortuna che non aveva mai indossato i tacchi, si chiedeva sempre come le altre ragazze riuscissero a stare in piedi su quegli affari infernali. ...tutto bene? sperava di non avere la stessa espressione ebete che aveva la protagonista de "Il mondo di Patty" quando si trovava davanti al suo adorato Mathias: no... non poteva, anzi, non doveva avere quella faccia. Concentrati Emma... si disse... forse troppo ad alta voce. Sperò che il bel Caposcuola non pensasse che fosse una stramba. Ti ho portato un sacchetto di Fagottini ripieni di Burrobirra, spero siano di tuo gusto. Aveva avuto un pensiero anche per Alice passando dai Tiri Vispi. Prima di andare via, la giovane Grifondoro avrebbe acquistato tre bei ed interessanti articoli. Sul momento di pagare avrebbe tirato maldestramente fuori dalla tasca della sua salopette di jeans i galeoni e avrebbe lasciato all'Oliver del suo cuore due Galeoni di mancia. Ci vediamo presto, Oliver. Inciampò sulla porta sperando con tutta l'anima che lui non la stesse guardando.






Emma porta ad Oliver un sacchetto di Fagottini ripieni alla Burrobirra e lascia per lui 2 Galeoni di mancia

COMPRA:
* Piffero magico - 16 Galeoni
* microfono Aggiusta-tono - 9 Galeoni
* l'album di Celestina #1 (Cuore riparato) - 2 Galeoni
 
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view post Posted on 17/1/2021, 13:04
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Evviva lo Zufolo » Londra
Emma Green
Non aveva più idea di che ore fossero, sapeva soltanto di avere maledettamente fame. Non aveva ancora mangiato nulla dal mattino, e la colazione al volo - un caffè ristretto, un toast alla marmellata di fichi d'abissinia - altro non era che un ricordo troppo lontano. Da quando era arrivato allo store musicale, infatti, non si era fermato un momento. Il proprietario gli aveva lasciato una nota al bancone principale, chiedendogli di catalogare i nuovi dischi di .shey che l'ultimo carico aveva portato alle prime ore d'apertura. In effetti, almeno quello era stato un piacere, e più scartava le confezioni e sistemava gli album negli scaffali opportuni a colpi di bacchetta, più Oliver ne era deliziato. Il successo di un artista emergente come .shey rappresentava per lui il coronamento di un sogno che in parte, intimamente, apparteneva a tutti, perfino a lui. Sentiva poi una certa affinità con la sua musica, con il suo stile vero e proprio, e ancor più verso i suoi testi più belli. Un incanto, quello, che si augurava potesse conquistare il visibilio del pubblico del mondo magico per intero, e che nell'ultimo periodo aveva ispirato a sufficienza anche lui; quando aveva concluso tutto, per pranzo, aveva lasciato che il collega lì presente andasse da Himiko's senza alcun problema. Un piatto di onigiri non gli sarebbe affatto dispiaciuto, doveva ammetterlo, ma in quei giorni James era più distratto di quanto non fosse mai stato, e lui non avrebbe mai forzato la mano nel chiedergli di portare qualcosa da mangiare insieme, dal locale orientale. Ci sarebbe andato da sé, prima o poi, non era poi chissà quanto distante da Evviva Lo Zufolo. Così, approfittando dell'orario meno di punta, aveva recuperato il taccuino verde bottiglia sul quale appuntava parole, frasi, idee di getto, in ambito musicale. Aveva un titolo per una nuova canzone, e parte del testo - almeno alle prime due strofe - gli sembrava funzionare. Aveva un buon ritmo, e con l'accordo che aveva provato alla chitarra classica, lì allo store, aveva avuto l'impressione di seguire una direzione concreta. Mancava qualcosa, però. Con il trascorrere del tempo e l'incedere del meriggio, Oliver si era fatto strada tra clienti, richieste e classici compiti da commesso, occupando le pause più disparate per tornare al bancone principale, al suo taccuino. Gli serviva una sinfonia che potesse unirsi alla chitarra, qualcosa di dolce, qualcosa di profondo. Pensò all'armonia malinconica del pianoforte, e spaziò in lungo e in largo verso quel genere. Le prime note, ad ogni modo, si tracciarono da sé - come per familiarità - alla punta bene affilata di una matita rossa. Non andava bene, non pienamente. All'arrivo di Emma, sollevò il volto così di scatto da accorgersi di essere stato sovrappensiero. Colse al volo le prime frasi, e d'istinto notò di aver sorriso verso la concasata. Era sempre un piacere rivederla, ancor più da Evviva lo Zufolo: affatto per una questione di vendita e di guadagno, non era mai stato quello il motivo per il quale aveva richiesto di lavorare lì part-time, quanto più per la consapevolezza di come i suoi affetti più preziosi si stessero avvicinando, forse perfino appassionando, alla musica. Quella, infatti, non era la prima volta che vedeva Emma lì allo store. Il sacchetto di dolcetti, proprio per lui, gli lasciò un moto di gratitudine e di sentimento che non aveva confronto, e non poté che sorridere con l'espressione più sinceramente partecipe. Un leggero, improvviso brontolio allo stomaco, tra l'altro, gli diede conferma di avere davvero appetito, e quale pasto migliore di fagottini direttamente dalla sua pasticceria più amata? Sorrise, di nuovo. «Sono tra i miei preferiti in assoluto, ti ringrazio davvero.» Sentì l'istinto di catturare il sacchetto, scartarlo e gustare in fretta il primo fagottino, ne ricordava il succo più intenso della burrobirra, ne era estasiato. Apprezzò così tanto la gentilezza ricevuta da non smettere di sorridere, le fossette lì sulle guance.
«Anche la mancia, oggi deve essere il mio giorno fortunato. Grazie di cuore, Emma. Allora vediamo un po', è tutto un'ottima scelta. Quel disco di Celestina, tra l'altro, è incredibile. Felix Felicis è uno dei brani più belli, ti svelo anche una curiosità.» Si sporse leggermente sul bancone, e riprese con un cenno divertito. «Sai, come dice il brano, la Felix Felicis è una Pozione che concede fortuna, e in una vecchia intervista Celestina rivelò di averne bevuta una fiala intera per cercare un nuovo amore, perché quello di prima era finito. Ecco perché Cuore Riparato. Che lo abbia poi trovato o meno, l'album è stato un successo» Un occhiolino, sistemando nel frattempo i vari articoli in una busta più grande, le chiavi di violino animatesi in superficie come crisalidi dorate. Lasciò che il piffero magico, invece, scivolasse dolcemente in una custodia di tessuto, più morbida. Dal cassetto del bancone poté recuperare un libretto dalla copertina d'incanto, mostrava infatti alcuni passerotti su rami di ciliegio in fiore; tutto intorno, mentre gli uccellini dispiegavano silenziosamente le ali di carta, si espandeva una schiera di note musicali in lungo e in largo, come squisita pioggia di petali. Il titolo, a chiare lettere, era in calligrafia sinuosa: Cinguettio d'Incanto, e subito dopo in lettere minute "Esercitazioni per Piffero, Zufolo, Flauto".
Lo aggiunse semplicemente all'acquisto, e sorrise concludendo.
«Un manuale che potrà tornarti utile, è un omaggio da parte mia.» Così, prima di salutarsi, la cifra in totale risultò ventisette Galeoni, e due di mancia con un altro ringraziamento da parte propria. A quel punto accompagnò gentilmente Emma all'uscita, e le augurò di tornare presto. Di fretta verso il bancone, al rientro, già pregustava il primo di una lunga serie di fagottini ripieni.

Conti corretti, ventisette Galeoni e due extra ♥
 
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20210121-11202720210121-114352

Era il penultimo finesettima di Febbraio e la tassina aveva approfittato per andare a trovare i nonni a Londra. In quei giorni non poteva non passare del tempo con i suoi cugini, quel sabato in particolare era rimasta d'accordo per fare un giro di spese con Jordan. Pronta per uscire, Pinky in spalla, si avviarono verso la prima meta di quel pomeriggio. -Da quando ti piace la musica? non è che Cristopher e Juliet ti hanno plagiata? Sappiate già da ora che non mi avrete mai- squadrò suo cugino da capo a piedi prima di mettersi a ridere
-Veramente non è merito loro, ma non lo sanno. Quindi acqua in bocca- per sottolineare la cosa, fece il gesto di sigillare le labbra per poi lanciarsi la chiave alle spalle. Arrivati di fronte al negozio, poterono sentire la musica già da fuori. È una delle caratteristiche che le piace del locale, rende l'atmosfera ancora più calda e accogliente, oltre a far venir voglia di muovere i piedi. Non resisteva all'idea di improvvisare dei passi di danza. Guardò Jordan negli occhi e lui, capite le sue intenzioni, iniziò a retrocedere leggermente -Non ci provare. Non ti avvicinare- la tassina, ridendo di gusto lo prese per l'avambraccio attirandolo a se -Ma come? sei così spavaldo e ti vergogni a concedere un ballo a tua cugina? Diglielo anche tu Pinky- tenendolo per mano fece una teatrale giravolta, per poi lasciarsi andare ad un mezzo casquet, attenta a non far cadere la povera puffola, che sicuramente stava disapprovando quanto il cugino. Terminata la sua improvvisata quanto stramba esibizione, le venne in mente che forse aveva portato a termine l'ultima prova proposta da cioccolatini di Madama Piediburro. L'ultimo che aveva scartato recitava:

《Prova n°5: danza con qualcuno/a all'aperto.》

Chissà se poteva andare, lo avrebbe scoperto una volta a casa. Doveva controllare che il bigliettino fosse diventato rosso, più o meno come le guance di Jordan in quel momento. -Non farlo mai più, intesi? Altrimenti giuro che è l'ultima volta che ti accompagno.- la tassina roteò gli occhi al cielo in segno di resa -Va bene. Ma quanto sei permaloso però.- disse prima di spingere la porta del negozio per entrare.


L'atmosfera che si respira lì dentro è sempre tra le più piacevoli, la musica, il profumo del legno utilizzato per gli strumenti, niente di meglio per rilassarsi e godersi il momento. La tassina per prima cosa fece un giro al piano terra, probabilmente quello che cercava era lì intorno, su uno degli scaffali. -Piuttosto, sai per cosa dovresti ritenerti in imbarazzo? Per non avermi detto che a breve vieni ad Hogsmeade! Sono venuta a saperlo dalla zia, ma ti sembra il modo?- adesso voleva sapere cosa aveva da dire Jordan in sua discolpa. -In realtà te lo avrei detto. Comunque sì, uno dei miei ex concasati ha trovato casa lì, diciamo che andiamo ad inaugurarla.- dopo aver parlato, con tono troppo vago e sospetto, divenne nuovamente rosso -Non me la racconti giusta, non sarà mica per....ohhhh dopo parliamo, credo di aver capito- finalmente trovò quello che le serviva, una radio magica. In dormitorio l'avrebbero odiata, ma a lei piaceva l'idea di girare la rotella e poter ascoltare tutta la musica che voleva, magari avrebbe scoperto qualche altro artista interessante di cui prendere i CD. -Aspetta qui, vado a pagare e poi mi racconti tutto, chiaro?- detto ciò si diresse al bancone, dove attese il suo turno per avvicinarsi. Quando toccò a lei, ritrovò il volto ormai familiare di Oliver. Doveva ancora ringraziarlo per la volta precedente. Il tempo di poggiare i suoi acquisti che Pinky saltò sulla radio
-Vieni qui, dove pensi di andare?- la recuperò delicatamente per rimetterla nuovamente sulla spalla. -Ciao, devo ancora ringraziarti per i CD che mi hai consigliato la volta scorsa. Sono davvero bellissimi.- ormai aveva perso il conto delle ore passate ad ascoltarli, perdendosi nei testi e nelle melodie degli arrangiamenti. -Oggi Prendo questa e.....se non sbaglio avete delle praline particolari, giusto?-aveva sentito che queste praline sono tanto buone quanto particolari, permettono di riprodurre un brano nella mente, senza bisogno di radio o altro -Se ne avete ancora, ne prenderei due sacchettini- non era gola, era solo curiosa di scoprire i brani a cui erano associate.

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Con questa, forse (?), ho finito le prove di San Valentino. Ne sarò uscita vincitrice? lo scopriremo nella prossima puntata. :ph34r:

Ricapitolando, prendo:
- Radio magica (5 G)
- Disco pops × 2 (10 F)
Arrotonda pure a 6 G :fru:
 
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Evviva lo Zufolo » Londra
Camille Donovan
Tremble for yourself, my man /
You know that you have seen this all before /
Tremble, little lion man / You'll never settle any of your scores
– Il vinile che stringeva tra le mani appariva come un tesoro prezioso, di inestimabile valore. Lucente lungo l'intera superficie, custodiva brani che curiosamente neanche lui aveva mai ascoltato prima, non ne aveva mai avuto occasione: quando Mr Vinaccia ne aveva portato alcune copie quel giorno, in uno dei soliti cassetti in cartone, aveva semplicemente immaginato potesse trattarsi dell'ordinazione dei dischi di Mr Gingerbread, il neo-cantautore di ultima generazione che stava spopolando nel mondo magico, lo stesso che aveva annunciato il suo album d'esordio da lì alla settimana seguente, e lo stesso – ancora – al quale avrebbe dovuto dedicare a malincuore un articolo per la rubrica musicale. Ne era stato spazientito fin dalla prima nota, consapevole di come tra tutti quel cantante non vantasse il suo personale apprezzamento. Una questione di stile musicale, si diceva. Forse, però, era più una riflessione legata al contenuto astratto dei brani dell'artista, cui si aggiungeva la consapevolezza di non poter ignorarlo a lungo, né per la rubrica del giornale magico né per lo store presso il quale lavorava nel tempo libero. Era stato sorpreso, per giunta nel migliore dei modi, quando nella scatola aveva adocchiato dischi in vinile, di musica perlopiù di carattere babbano. Copertine meravigliose, semplicissime nelle sfumature del bianco, del celeste e del nero, appena velate di lato dall'immagine di un edificio verniciato di verde bottiglia. Con il grammofono a portata di mano, esattamente sul bancone principale all'ingresso del negozio, Oliver aveva così sistemato delicatamente il vinile, e di lì a breve la sinfonia dei bassi, delle chitarre e degli strumenti a corda aveva deliziato l'atmosfera – non era stata una cattiva idea, Radio Strega Network in quel momento stava mandando in frequenza uno degli ultimi brani di Mr Gingerbread, tanto per cambiare. La custodia del disco che aveva appena iniziato ad ascoltare, invece, recitava il nome Mumford and Sons, quella che di primo acchito ritenne essere una band musicale. Era una melodia di certo coinvolgente – un buon ritornello, un testo originale, una giusta armonia di voci e strumenti in sottofondo. Cominciò a tamburellare con l'indice sul bancone, tenendo così il ritmo a sua volta. Un gruppetto di clienti volse lo sguardo in quella stessa direzione, come ad indugiare verso un brano, forse un'intera discografia, che come Oliver anche loro non conoscevano – maghi, tutti loro. Era bizzarro sentire una voce così nuova inseguire una radio dopo l'altra, realizzando in quel modo una piacevole sinfonia dalle pareti del negozio all'esterno. Era come un richiamo, lo era sempre – lo era stato per lui tanto tempo addietro, quando era entrato da Evviva lo Zufolo per la prima volta; lo era tuttora per ogni passante lungo quel tratto di Tottenham Court Road. Non poté che sorridere vivamente, infatti, quando scoprì una coppia di persone proprio oltre la vetrina: sembravano essersi fermati, entrambi, come a catturare un momento perfetto, al confine di ogni tempo e di ogni sensazione. Più incuriosito di quanto non fosse stato per l'intera giornata, si portò fuori il bancone fino ad indirizzarsi verso le porte. Nascosto dietro un violoncello, osservava l'intera scena di lì a pochi metri con una tale partecipazione da desiderare ad un tratto di essere con loro: non riconobbe subito Camille, ma provò per lei quella spensieratezza genuina, di chi a sua volta avrebbe voluto semplicemente lasciarsi andare. La musica fomentava il movimento, si annunciava come una promessa – di gioia, di libertà, di uno strappo alla routine, e anche soltanto di uno scatto di divertimento. Nel taschino della camicia azzurra che indossava quel pomeriggio, tra l'altro, sostava tuttora uno dei bigliettini che aveva scovato da un cioccolatino delle prove dell'amore, di Madama Piediburro: ne aveva acquistato una scatola poche settimane prima soltanto per curiosità, al cioccolato poi non si diceva mai di no. Non aveva ancora completato tutte le sfide, e quella sul biglietto lì con lui invitava proprio a danzare con qualcuno/a all'aperto.
Sentiva la frenesia che soltanto un luogo come quello poteva offrire, e più ammirava i due giovani dilettarsi in casqué, più ne era affascinato fin nel profondo. Il ritornello del motivetto tutto intorno acuiva l'entusiasmo in corso, già andava convincendosi così di un distacco da ogni dovere, che fosse di lavoro, di carattere, di ogni genere. Lasciati andare, si diceva intimamente. Un passo, soltanto un passo, non avrebbe rappresentato nulla di fuori dall'ordinario, e per giunta – diede un'occhiata all'indietro, verso il bancone – non v'erano ancora così tanti clienti, nessuno era in attesa alla cassa. Quasi inconsapevolmente, tra l'altro, Oliver si era spostato fino alla destra, ormai poteva essere visto dall'ingresso senza troppi problemi. Prima che gli altri potessero entrare, e di certo con un lieve rossore a tingere le gote all'improvviso, accorciò la breve distanza che mancava e si diede letteralmente, pienamente alla pazza gioia a sua volta. Un sorrisetto divertito, accentuato ancor di più alla scoperta della Tassina, riconoscendola fino ad ammiccare con simpatia. Non cercò attenzione, non cercò neanche di intromettersi tra i due, semplicemente si lasciò guidare dalla musica – con le porte aperte arrivava perfino più nitidamente all'esterno, attirando così anche altri passanti dall'altra parte della strada. Un movimento ancheggiante, di gran lunga bizzarro più di quanto gli fosse capitato dal mattino: destra, sinistra, e viceversa, in un ritmo dapprima minuto, in pochissimi passi, poi più libero per davvero. L'ultima volta che ti accompagno, sentì dire dal ragazzo con Camille. Se solo si fossero girati, avrebbero visto anche lui – un po' insolito, e molto stravagante. Era una complicità, quella, che aveva rinnegato a lungo al suo stesso cuore, e che in quel momento tornava in modo sereno, perfettamente vivido. Sorrideva così naturalmente, le fossette sule guance a rendere giustizia ad un volto gentile, mentre indietreggiava – anche lì in movimenti di vivida creatività, le braccia ad un tratto sollevate al cielo, avanti e indietro a ritmo del giradischi in funzione – fino a rientrare verso il negozio.
«Non ho resistito, mi perdooonerete.» Non riuscì più a nascondersi, né per i clienti che guardavano dall'interno né per tutti coloro che erano lì di passaggio all'esterno. La sua voce, non appena incrociato i volti di Camille e del suo accompagnatore, tradiva disagio quanto divertimento vero e proprio. Perfino l'ultima parola, a mo' di scusa da parte sua, gli uscì prolungata nel movimento all'indietro, con tanto di giravolta su di sé. Alla fine, però, si fermò di scatto.
«E così andrò in pausa prima che mi veda qualcun altro.» Sorrise, concludendo con un inchino prettamente scenico, mentre spingeva la porta con una mano per offrire l'ingresso ai due ragazzi. Ascoltò le parole di Camille, scusandosi di nuovo per aver interrotto entrambi ed essersi intromesso nel ballo. Spiegò di esserne stato davvero coinvolto, in modo intenso, tenne per sé invece il riferimento alla prova dell'amore – ne sarebbe stato comunque stuzzicato così da prendervi parte, ne era convinto. In più, e non poté fare a meno di ripeterlo tra sé, trovava sempre piacevole la presenza di Camille, era come se portasse con sé attimi felici e ne era deliziato a sua volta. Di lì a breve si ritrovarono al bancone, Oliver già più diligente di quanto non fosse stato poco prima. Scoccò un'occhiata da Camille alla curiosissima creaturina che era con lei. Poté riconoscerla immediatamente come una Puffola Pigmea, ne aveva una anche lui. Batté una mano sul bancone, leggermente, come colto da un'illuminazione sfuggente.
«Deve essere Pinky, giusto?» Pronunciò quel nome come un sussurro, come una nota di una canzone: nel frattempo, il vinile accanto procedeva verso altri brani. «La ricordo dal tuo articolo sui Famigli, è una Puffola molto carina. A proposito, il tuo articolo era bellissimo. Complimenti davvero.» Una radio, un paio di sacchetti di disco-pops, ben presto sistemò tutto sul bancone e poi in una busta di carta più comoda da trasportare. La spesa, disse, era di cinque Galeoni e dieci Falci, e ringraziò di cuore Camille per aver arrotondato direttamente a sei. Molto più semplice anche per il conto, per lui. «Ecco a te, le praline sono i nostri Disco-Pops, basta assaggiarne una e sentirai una canzone soltanto tra i tuoi pensieri. Quelle verdi sono le migliori, questo mese.» Un occhiolino. «Torna a trovarci presto, che sia per un altro consiglio musicale, per qualche album o perché no...» Una giravolta, lì dietro il bancone. «Per un ballo

Azioni concordate. Non ho resistito, grazie Camilletta ♥
 
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La musica era una delle espressioni artistiche che Lucien preferiva. Era capace di modellargli l'animo alla stregua dell'incantesimo più riuscito ed era uno degli elementi che maggiormente spiccavano nella sua mente quando pensava a Jolene White.
La musica aveva fatto da sfondo al loro riavvicinamento fortuito al negozio di antiquariato di zio Jacques ed aveva contornato quel prezioso pomeriggio in compagnia dell'imfermieria e dell'amica comune Ariel.
Fece il suo ingresso nello store musicale situato nel cuore di Tottenham Court Road, una delle zone di Londra dove la libertà d'espressione vantava il maggior spago. L'interno profumava di legno, quello con cui erano stati fabbricati numerosi strumenti musicali che ilagp ai ripropose di vagliare con maggior attenzione ad una seconda visita - ahimè disponeva davvero di pochi Galeoni in quel periodo. Avrebbe potuto suggerire alla cara Lucille un aumento del suo salario, ma tremava al solo pensiero di dover rimettere piede nel suo ufficio strampalato.
Dopo un'accurata analisi degli album esposti, il Guardiacaccia si presentò al bancone munito di tutto ciò che desiderava acquistare.
«Buongiorno!» trillò tutto soddisfatto, manco avesse trovato la Pietra Filosofale. Mentre sistemava gli album sul ripiano ligneo, scorse nei tratti del commesso un volto già visto. Istantaneamente scorse le memorie dell'ultimo periodo di vita sociale che poteva considerarsi decente e riuscì a trovare la giusta collocazione di quel ragazzo dall'aria conosciuta. «Ma...tu eri al Consiglio dei Gufi del Natale!» l'esclamazione sortì il triste e non voluto effetto di un'accusa, ma per fortuna Lucien se ne accorse abbastanza in tempo da poter cercare di recuperare in extremis. Il tu, come sempre, lo dispensava secondo un criterio del tutto personale. «Mi è rimasto impresso il tuo discorso, così come il singolare papillon e lo splendido esemplare di Fwooper.» Se i modi erano carenti, almeno il mago poteva vantare una buona memoria - giusto quella. «Sarà stata l'atmosfera natalizia, l'esclusività dell'evento ed il buon cibo francese, ma davvero non potrò mai dimenticate quella piacevole serata.» aggiunse con lo spiccato accento francese a sporcare d'inflessione un inglese impeccabile.


Lucien acquista:
- SORELLE STRAVAGARIE #2 MAGIC WORKS
- CELESTINA WARBECK #3 ONCE UPON A TIME
- SKULL&ROOTS #1 THE SECRET GOD HAS GOT YOU
Totale: 6 galeoni

Trattandosi di un regalo, per questioni di tempo lo considero già servito :fru:
Azioni concordate ~



Edited by Atonement. - 13/3/2021, 16:00
 
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Evviva lo Zufolo » Londra
Lucien Cravenmoore
Più si avvicinava la finale del Fwooper d'Oro, più sentiva crescere l'aspettativa migliore: il concorso musicale più famoso di tutti i tempi, infatti, avrebbe dovuto sancire un vincitore già lo scorso mese, purtroppo però per una bizzarra serie di circostanze non era stato apparentemente possibile, non ancora. Non gli era mai capitato di vivere un'impazienza come quella degli ultimi tempi, per alcuni versi in effetti cominciava ad essere perfino snervante. Passava vere e proprie ore ad ascoltare Glenda Chittock di Radio Strega Network, alla ricerca di annunci, informazioni o anche soltanto di commenti, critiche e previsioni sulla rosea dei finalisti. Non vedeva l'ora di saperne di più, ne era consapevole – al di là di una semplice passione per la musica, sentiva che in qualche modo vi fosse coinvolta una delle sue più preziose aspirazioni. Una parte di lui credeva ingenuamente, un po' come un eterno sognatore, che se .shey avesse vinto per davvero, tutti avrebbero potuto seguirne l'esempio: si trattava in principio di un perfetto sconosciuto, un cantautore che era riuscito a raggiungere quel traguardo – già soltanto l'ammissione al Fwooper d'Oro – esattamente con le proprie forze, senza alcuna raccomandazione. La storia di .shey gli era molto a cuore, non poteva negarlo: oltre che nella sua musica, era nella sua identità che catturava una forma d'ispirazione, e da quando Lingua di Fata aveva accompagnato le sue giornate, ancor più di sera prima di concedersi al sonno battagliero, qualcosa di altrettanto incredibile aveva cominciato a germogliare tra infiniti desideri. Confidava nel suo successo quasi come se ne fosse direttamente partecipe, e d'altronde – si diceva – sarebbe stato come un sogno ad occhi aperti: l'annuncio che avrebbe potuto dedicargli di nuovo, sulle pagine della Gazzetta del Profeta, sarebbe stato un annuncio che avrebbe augurato anche a tutti quelli come lui, a tutti quelli che non demordevano ancora. Un po' sovrappensiero, allora, Oliver ticchettava sulla radiolina temprata d'ocra, sul bancone principale all'ingresso dello store musicale. Lasciava che la bacchetta magica guidasse una frequenza dopo l'altra, la voce della storica presentatrice interrotta di continuo. Mr Vinaccia, il proprietario di Evviva lo Zufolo, già gli aveva scoccato un'occhiataccia di quelle che non avrebbe dovuto ignorare: un po' come ad ammonirlo prima che potesse essere troppo tardi. Diversi clienti, infatti, volgevano espressioni stranite tutto intorno, a chiedersi con tutta probabilità per quale ragione la musica di sottofondo dello store fosse ad un tratto tanto... caotica. L'intervento di un mago ad attirare l'attenzione risultò quasi salvifico, perché di lì a breve la musica poté riprendere senza più fermarsi: scivolò energicamente fin dalle prime note di The Skull in a Box, un brano di spicco tratto dall'omonimo, ultimo album della band Skull&Roots. Sorrise alla coincidenza che proprio tra i dischi scelti dal cliente vi fosse un richiamo alla stessa. Gli bastò un attimo per collegare la figura di fronte ad un nome: nell'ultimo periodo il Guardiacaccia di Hogwarts era una presenza costante tra gli stessi confini scolastici. Non credeva di aver mai avuto occasione di scambiare un vero e proprio discorso insieme, ma di certo l'aveva visto in giro. Intimamente, in effetti, quasi si sorprese di non essere stato riconosciuto a sua volta: d'altronde, era un Caposcuola, oltre al fatto che fosse invischiato in molte altre attività al Castello. Ad ogni modo, non ne fu affatto risentito: forse dispiaciuto, un cenno fugace negli occhi, tutto lì.
«Mr Cravenmoore, buongiorno.» La voce, infatti, svelò cortesia. Non si trattenne tuttavia dal pronunciare il nome dell'altro: una gentilezza, era certo, ma anche una forma d'attenzione. Si scoprì contento dell'apprezzamento del mago verso l'evento della cena natalizia dei giornalisti, e per un attimo si scoprì profondamente interessato, anche incuriosito, al punto da chiedersi come mai anche l'altro fosse lì: quello che il Guardiacaccia forse non sapeva, in effetti, si esprimeva nella consapevolezza che fosse stato proprio lui, Oliver, a curare l'evento fin nei dettagli, a scrivere e a spedire gli inviti, perfino a rendere possibile la partecipazione di delizia dello Chef Gautier e, condivideva pienamente, della sua indimenticabile cucina francese. Eppure, il nome Cravenmoore gli era sfuggito dalle pergamene? Non era consapevole, infatti, di quale incantevole nom de plume si celasse dietro il giornalista: un enigma, quello, che cesellava i suoi interrogativi più vivaci. Forse, si disse, era stato invitato da uno dei giornalisti partecipanti, o forse... forse c'era altro. Non indagò, quasi a tenere per sé un'indagine entusiasmante. Però sorrise con estremo coinvolgimento, lo sguardo che si abbassava leggermente fino a tornare sul volto dell'altro, quasi ad accogliere un gesto di gratitudine.
«Proprio così, ero io.» Molti, al suo posto, avrebbero continuato. Avrebbe infatti potuto dire che fosse stato lì, all'evento, per il ruolo che aveva guadagnato nel tempo; avrebbe potuto dire di aver impiegato giorni e notti per l'organizzazione della cena; avrebbe potuto dire di aver parlato tête-à-tête con lo Chef Gautier per omaggiare il suo banchetto paradisiaco; avrebbe potuto dire tanto altro, meriti che non avrebbero presenziato alcuna immodestia, ma soltanto naturalezza. Invece sorrise educatamente. Un insegnamento, quello, che doveva alla sua famiglia.
«La ringrazio davvero, ne sono felice. Sì, è stata una serata indimenticabile anche per me, la cucina era ad opera di Chef Gautier direttamente dalla Francia, è stato squisito.» Cercò nel frattempo un piccolo contenitore in carta, i manici leggeri ma resistenti, in superficie tante chiavi di violino animate in vertiginosi bagliori d'oro. Presto poté accogliere i tre album musicali, e sulle note finali del brano di The Skull in a Box, tutto intorno, Oliver sollevò per ultimo il disco The Secret God Has Got You tra quelli acquistati dall'altro.
«Ottima scelta per gli album, quello che stiamo ascoltando in questo momento in store è proprio della band Skull&Roots, è nel disco successivo a questo che ha appena preso. Magari piacerà e nel caso, le consiglio davvero di tornare a trovarci per ascoltare anche l'ultimo. Un rock funereo, così l'hanno descritto. Agli antipodi dalle sinfonie di Celestina Warbeck, ma già più vicino alle Sorelle Stavagarie.» Concluse, passando tutto all'altro.
«Quasi sembra che nelle scelte dei suoi dischi abbia cercato un'evoluzione, Mr Cravenmoore. Sono sei Galeoni in tutto, grazie.»
Prima di congedarsi, recuperò un cioccolatino agghindato di carta di un intenso color violetto, e lo offrì gentilmente all'altro: era uno dei loro Disco-Pops, i più gustosi. «Ci rivedremo ad Hogwarts, prima o poi passerò da lei con il mio Fwooper. Sa, c'è sempre molto da scoprire.»

Ho immaginato che Oliver non conoscesse l'identità di Lady Amortencia, è un mistero che trovo stuzzicante. ♥
 
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| Camille Donovan | Hufflepuff Prefect | 14 y.o |




Ottobre era appena cominciato e già si respirava l’aria di festa. Non una festa qualunque, ma quella di Halloween. Una delle sue preferite. Vuoi per i dolcetti, vuoi per il suo amore per le storie dell’orrore, ma niente batte la sua passione per i travestimenti. La Gazzetta del Profeta le aveva dato la scusa perfetta. Quel giorno aveva deciso di andare a fare un giro di shopping mascherata. Certo, si stava prendendo qualche occhiata storta. Probabilmente conciata così sembrava una pazza, ma lei non ci faceva caso. Era troppo divertente.
Prima di dirigersi verso i negozi aveva deciso di passeggiare per il parco lì vicino. Le sfumature calde dell’Autunno le riempivano gli occhi regalandole il buonumore, mentre la leggera brezza le faceva svolazzare delicatamente l’orlo dell’abito in pizzo color avorio. Le foglie dalle tonalità del sole al tramonto tappezzavano il terreno, scricchiolando sotto gli stivali neri al suo passaggio. Dei bambini giocavano a palla, mentre un venditore ambulante era lì pronto a servire loro zucchero filato e palloncini. Palloncini di ogni forma e colore che lasciarono estasiata persino lei, nonostante fosse piuttosto grandicella per certe cose. Però non resistette, a passi decisi gli si avvicino. Inizialmente la osservò perplesso per qualche istante. Chissà cosa gli passava per la testa? Cosa lo incuriosiva? Le labbra rosso sangue? Il volto pallido allo stremo? Gli occhi circondati da una leggera colata di nero? Oppure lo strambo cappello vermiglio che indossava?

«Ehm, non faccia caso al trucco. È per una scommessa che ho perso...» tagliò corto, cercando di evitare domande scomode. L’uomo alzò un sopracciglio, ma non chiese niente.

«Potrei avere un palloncino? Quello rosso acceso andrà benissimo…» attese che glielo porgesse prima di allungargli una moneta e ringraziarlo.

A quel punto doveva decidersi a sbrigare le sue commissioni, rischiava altrimenti di fare tardi. Poi chi la sentiva sua madre? In dieci minuti raggiunge la sua meta. Un negozio tra i suoi preferiti. La musica, come l’ultima volta che vi aveva messo piede, si avvertiva da fuori. Sorrise istantaneamente. Con la mano libera spinse la porta ed entrò.
Al solito fece un giro al piano terra, sfiorando le varie copertine dei dischi ed i più delicati vinili. Lesse incuriosita i titoli, ammirando la grafica più o meno elaborata. Intanto fischiettava, tenendo il tempo con il piede, mentre gli altri clienti si facevano avanti uno per volta. Quando la lunga fila che la precedeva si dissipò, si fece avanti. Di fronte a lei aveva la figura familiare di Oliver, al quale decise di fare uno scherzetto. Sperando non se la prendesse.

«Fermo lì umano e forse, per questa volta, ti risparmierò la vita!» cercò invano di riprodurre un sorriso malefico. La sua stessa poca convinzione, però, la fece scoppiare a ridere.

«Scusa, non ho resistito» ancora sogghignava. L’avrebbe riconosciuta conciata così? Male che vada si sarebbe presa uno Schiantesimo in pieno petto.

«In realtà non sono qui per terrorizzarti, sono venuta a fare un po’ di compere.» cercò di ricomporsi per spiegare al ragazzo di cosa aveva bisogno.

«Ormai mi fido cecamente dei tuoi consigli musicali, per cui sono venuta qui apposta anche oggi! Avresti altri album da suggerirmi?» non vedeva l’ora si sapere cosa aveva in serbo per lei.






Non odiarmi, mi sono lasciata prendere dal momento e dall'atmosfera creepy :ihih: libero di cruciarla e lanciarle uno Schiantesimo :ihih: :<31:

La cattivella qui acqusta:
Music Flash Vision x 1 (3 G)
Disco Pops x 4 (1 G 3 F)
3 CD a libera scelta di Oliver :<31:

Dischi che già possiede
• .shey, lingua di fata
• Glenda Chittock, The Sound of Silence
• Malala Wisk, Struck by Wave
• Malala Wisk, Fighting Against The Dark
• Emily Vannet, Fly with me, baby


Sfrutto l’Halloween Prophet (click)


Edited by Camille Donovan - 5/10/2021, 18:48
 
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Evviva lo Zufolo » Londra
Camille Donovan
Scriveva febbrilmente, come un fiume in piena. Note a piè pagina, battute, frasi d'esordio, tutto tesseva una ragnatela d'inchiostro, la piuma stretta nel pugno della mano destra come un martello di giudice. Viveva una foga che gli era mancata nell'ultimo periodo, una febbrile impazienza che inneggiava all'assoluto nervosismo; un nome, un destinatario, una pergamena scarlatta: la Strillettera era stata una scelta accurata, l'Accademia del Fwooper d'Oro avrebbe dovuto fare i conti con la serie di critiche che Oliver continuava a tracciare, nero su bianco. Quello, infatti, era il periodo delle nuove candidature al concorso musicale d'eccellenza del mondo magico, ma l'ultimo giaceva ancora nel dimenticatoio. Chi aveva vinto, alla fine? Chi aveva portato il premio a casa, quell'anno? C'erano stati diversi problemi, complice una causa totalmente estranea all'aspetto musicale; lui stesso ne era consapevole e ora che il quadro andava delineandosi, finalmente, avrebbe dovuto scriverne un articolo sulle pagine del Profeta. Come lui, tanti altri appassionati ai brani di successo del panorama canoro indugiavano giorno dopo giorno nella ricerca di informazioni. Il merito aveva premiato .shey e il cambiamento così originale che la sua musica aveva svelato a pieno ritmo? Oppure aveva vinto Mr Gingerbread, il cui nome – per Oliver – suscitava di per sé un'espressione di disgusto. Erano loro, quei due cantanti, ad essere arrivati in finale; e di loro, ancora, non si sapeva più nulla in merito alla vittoria o rispettiva sconfitta. Da parte dell'Accademia, altro non c'era che silenzio stampa.
*Col cavolo*, si ripeté. Lucente come un dardo appena incoccato, la Strillettera era pronta. Assaporò la sensazione di un diverbio appena nascente, mentre ne chiudeva attentamente i lembi. Pochi istanti dopo, come un mini Bolide partito a più non posso, la letterina vermiglia volteggiava via stretta tra gli artigli di un gufo postino. Sul bancone, sistemando piuma e boccetta d'inchiostro, Oliver si accorse di un incantevole carillon; un dono, quello, che era stato acquistato da un romantico stregone per la propria bambina. Un dono di compleanno che lui stesso, Oliver, avrebbe dovuto incartare con un bel fiocco colorato. Cominciò in effetti quel semplice lavoro – carta, forbici, nastrini. A colpi di bacchetta le decorazioni si adagiavano sul primo pacchetto, avvolgendo delicatamente la danzatrice di ceramica al centro esatto del carillon; di lato, tuttavia, c'era un'altra confezione: rettangolare, piccola, di legno, avvolta subito dopo interamente dalla stessa carta regalo, un nero lucente con un fiocco avorio. Un bigliettino, per fortuna non un'altra Strillettera, sbocciò in superficie come l'ultimo tocco di classe.
«Dannazione Saltò sull'attenti, l'espressione spaventata – ma subito divertita – di chi colto di sprovvista; nell'ultimo periodo, complice l'avvicinarsi di Halloween, capitava spesso che in negozio arrivassero clienti vestiti dai più svariati, terrificanti, stravaganti costumi a tema. Quello da clown, però, era probabilmente il travestimento più storico in assoluto; quando riconobbe Camille Donovan oltre trucco, abito e palloncino rosso – «Quello fa la differenza, che classe!» commentò –, Oliver si riprese in fretta. Una parte di sé, segreta, attendeva la Tassina già dalle prime ore del suo turno lavorativo: una sensazione, forse, oppure qualcosa di più. Era presago, ad ogni modo, di quell'incontro – mai avrebbe immaginato che fosse nei panni di uno scherzo di Halloween in largo anticipo, quello aveva lasciato intatto il gusto della sorpresa.
«Nonostante abbia perso almeno qualche mese di vita per il tuo costume, è sempre un piacere ritrovarti.» Si concesse un sorriso e un rapido occhiolino, dandosi subito da fare per recuperare quanto richiesto dalla Tassina. Un succo di frutta Music Flash Vision, al gusto che Camille avrebbe preferito, e via con ben quattro sacchetti di DiscoPops. Un paio di cioccolatini in più finirono volontariamente in ogni confezione. All'ultima domanda in merito agli album musicali, invece, Oliver curiosamente non diede segno di allontanarsi dal bancone: il pianoterra aveva alcuni CD, era vero, ma la maggior parte si trovava in un altro settore dello store, lì dove con Camille era già stato. Dava quasi l'impressione di non aver afferrato al volo, perché si concentrò dapprima sul buono sconto della Gazzetta. Scosse la testa, un po' come se sovrappensiero, ma prima di suscitare altri dubbi aprì finalmente bocca. «Credo di non aver mai avuto modo di farti i complimenti per la tua nomina a Prefetto Tassorosso.» Complice, si disse, la sua scelta di allontanarsi dalla vita festiva e pubblica del Castello di Hogwarts. «Permettimi di rimediare, questo è per te.»
Con la mano destra, allora, portò avanti il secondo pacchetto regalo che aveva incartato poco prima: quale curiosa coincidenza, quasi come se fosse presago dell'arrivo della Tassina.
«Sono le Litanie di Blodwyn Bludd, è una confezione che non trovi separatamente. Sono quattro album, tutti del Vampiro Baritono. Per questo periodo un po'... macabro, vai, è la scelta migliore e sono certo possa essere una musica originale, di certo diversa da quella degli album che già possiedi.» Non voleva svelare la sorpresa, ma neanche lasciar intendere di aver ignorato la richiesta di Camille in merito a nuovi album da acquistare. Molto semplicemente, però, non avrebbe dovuto comprarne altri, non quella volta.
«Un regalo da parte mia per la tua nomina. Sai, le Litanie hanno un ordine, dall'uno al quattro. Consiglio però di ascoltare prima la Litania numero due, Ghostly Heart ti farà commuovere. Passa poi alla Litania numero quattro, The Tales of No-One è il mio brano preferito tra tutti. Poi le altre.» Un po' confusionario, si ritrovò a pensare subito. «In qualsiasi ordine le ascolterai, troverai molti collegamenti tra i vari testi. Bludd è un maestro della musica. Tornando a noi, ti direi di non sfruttare ora il buono sconto, non ne vale la pena per una spesa bassa. E poi... chi sono io per privare altri negozi del tuo costume?» Scherzò. Così indicò il Music Flash Vision e i quattro pacchetti di DiscoPops, tutti appositamente in una bustina con note musicali. In totale, concluse, faceva quattro Galeoni e tre Falci. I CD, ripeté, erano invece un regalo suo. «Poi fammi sapere, mi raccomando. Magari puoi ascoltarli durante le ronde notturne, è l'ottima compagnia per spaventare i Fantasmi nei dintorni. Passa presto a trovarci, buona giornata!»
Un sorriso, un occhiolino, e via.


Ho pensato che non fosse utile consumare il buono spesa, il totale infatti è 4G e 3F, nel caso però tu voglia usarlo comunque scrivimi pure. Altrimenti... corri a spaventare altri commessi nel mondo magico! Da parte di Oliver ricevi la Box Litanie di Blodwyn Bludd (+4 PS).

Alla prossima, Camilletta ♥

***
Camille Donovan | 4G 3F
Oliver Brior | 7G

 
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view post Posted on 10/10/2021, 17:56
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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| Camille Donovan | Hufflepuff Prefect | 14 y.o |




Lo scherzo, nonostante la sua totale incapacità di risultare terrificante, in parte funzionò. Per pochi istanti sorprese davvero Oliver. La cosa che soprese lei, invece, fu il gesto tanto dolce quanto inaspettato del ragazzo. Lì per lì pensò che non potesse accompagnarla a scegliere i CD, ma ben prestò capì perché. «Oh, io-» non sapeva cosa dire. Quando parlò della sua recente nomina a Prefetto, arrossì sotto il cerone e abbassò leggermente lo sguardo. Il tempo non sembrava aiutarla ad abituarsi ai complimenti per la carica. Quasi fosse una cosa che non le appartenesse. Probabilmente, l’unica cosa a cui si era abituata era essere guardata come una creatura leggendaria, ma non come i teneri e gentili Unicorni, più come una feroce Chimera, pronta a riprendere chiunque. Cosa non vera, ma evidentemente li studenti, soprattutto i più giovani, avevano quest’assurda idea.
«Grazie, davvero. Spero di essere all’altezza, o almeno di esserlo un giorno.» mormorò, pronunciando l’ultima frase in un soffio. Nel frattempo, si vide depositare di fronte un pacchettino. Immaginate lo stupore quando capì che si trattava di un regalo per lei. «Va bene, ora sono io ad aver perso un battito. Sono senza parole e non è facile lasciarmi così.» eppure Oliver ci riuscì. L’ultima cosa a cui pensava era la possibilità di ricevere un regalo. Sperava di meritarlo. Si trattava di una raccolta di album, tra l’altro adatti al periodo di Halloween. A quel punto era ancora più curiosa, quella sera stessa avrebbe sicuramente rubato preso in prestito lo stereo dei cugini per fare un primo ascolto. Proprio riguardo all’ascolto, prese mentalmente nota dei preziosi consigli del ragazzo. non vedeva l'ora di mettersi comoda ed assaporare testi e melodia, chissà cosa l'aspettava?
Quando arrivò il momento di pagare il resto degli acquisti, come le suggerì Oliver, tenne il buono per uno dei negozi ancora in lista.
«Sempre che gli altri siano altrettanto clementi. Che Tosca me la mandi buona!» si lasciò scappare una risata. Già s'immaginava a spaventare altri poveri malcapitati. D’altra parte, è o non è la festa più terrificante dell’anno?
«Non mancherò! Spero che funzioni anche con i Poltergeist!? Pix è la vera minaccia durante le ronde!» scosse la testa pensando a quel piccolo demonio, sempre in vena di prendere in giro il prossimo. Era una continua fonte di disturbo durante le ricognizioni, soprattutto che sorprendeva lei o uno dei suoi colleghi da soli.
«Grazie di nuovo! Ci vediamo al Castello!» lo salutò calorosamente prima di recuperare il regalo e le compere dal bancone. Quella musica avrebbe spaventato Spettri e Poltergeist, ma a lei avrebbe regalato solamente sorrisi al ricordo di quel momento.






Grazie ancora di cuore :<31: :<31: Già sai :<31: :<31:
 
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view post Posted on 19/10/2021, 21:13
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Alice Wagner
Gryffindor - 16 y.o - 2nd year-
Se ne stava allegrotta, passeggiando per le strade di Londra con la mente spensierata. Indossava insieme agli alberi che abbellivano le strade affollate, i colori dell'autunno con il rosso dei capelli che risplendeva più vivido che mai, in un taglio ora sbarazzino, corto fino al collo. Certo aveva dovuto impegnarsi un bel po’ per mettere insieme un costume di Halloween con le poche cose che aveva lì ad Hogwarts e quindi aveva finito per indossare una felpa arancione corta fino in vita con su disegnata la figura di una zucca, era fatta a mano da sua nonna Rose che amava fare le cose a maglia ed Alice non l’aveva praticamente mai indossata per l’imbarazzo ma ehi, era perfetta per un costume di halloween giusto? Aveva lasciato la gonna nera della divisa, ma aveva colorato le calze di questa fantasia arancio nero che ricordava un po’ le zucche e un po’ halloween. Poi aveva messo su un cerchietto con delle zucche che balzavano ovunque ad ogni movimento del capo e aveva incantato una zucca a mo’ di borsetta nella quale trasportava la sua roba. Forse non era spaventosa abbastanza come le aveva detto quel bambino per strada facendole la linguaccia, ma si era divertita a creare delle sfumature arancioni sugli occhi con l’ombretto e a indossare il rossetto nero. Cosa non si faceva per ricevere uno sconto! Le ultime giornate estive avevano lasciato il posto al fresco e ruvido ottobre, ma Alice era assolutamente convinta di non aver bisogno di una giacca. Guai a chiunque glielo avesse sottolineato, quello in fondo non era un po' di venticello fresco! Era venuta con l'intento di far compere, ma l'idea di passar a salutar qualcuno le era balzata in mente già qualche giorno prima. All'interno della tasca della gonna aveva due biglietti appena comprati per la finale di campionato e in fondo chi altri poteva voler portarci se non Oliver Brior? Ricordava ancora la sua faccia quando le Harpies avevano vinto, schiacciando i Falcons e portando Alice ad esplodere in un urlo di gioia. Ricordava inoltre benissimo di aver vinto una certa scommessa, secondo la quale un qualsiasi suo desiderio doveva venir esaudito, per cui il vecchio caposcuola non poteva che accettare la sconfitta e darle un passaggio fino allo stadio. Sì certo poi già che c'era sarebbe potuto anche rimanere. Non vedeva Oliver da molto tempo. Sì certo lo aveva incrociato in giro, visto parlottare in sala comune, ma era dall'ultimo avvenimento in sala comune che non volevaammazzarlo ci parlava. Da San Valentino e la follia che quella stupida festa aveva portato con sé, per cui tutti erano diventati ossessionati da gesti plateali. Figuriamoci la reazione di Alice nel ricevere una specie di strilettera melensa. Oh se era stata furiosa al tempo. Le minacce successive urlate all'ex caposcuola erano però suonate alle orecchie di tutti gli altri come parole d'amore e per questo motivo Alice aveva evitato Oliver come la peste, cercando di mettere a tacere insensatissime voci di corridoio. Nell'ultimo anno era cambiata molto, soprattutto durante i mesi estivi, era diventata molto più alta e le forme fanciullesche erano state sostituite con quelle di una giovane donna, aveva insomma iniziato la fase dell'adolescenza. Inoltre si era fatta qualche piercing in più che a suo parere le davano un'aria molto figa e ribelle. Ne aveva diversi sulle orecchie, uno sulla lingua e un altro sul naso.
Voleva passare da Evviva lo Zufolo da molto tempo ma non aveva ancora avuto l'occasione di farci un salto, ecco che mentre passava la soglia si ripromise di non compiere mai più uno sbaglio del genere. Lei adorava la musica e non vedeva l'ora di potersi accaparrare metà negozio, per questo motivo si mese a curiosare in ogni dove, utilizzando la propria zucca come carrello. Appena vide Oliver spuntare dal bancone lo salutò con una mano a mezz'aria « Buon Halloween a te Brior! » fece una giravolta « Ti piace il mio costume?» ridacchiò sollevando la zucca che teneva in mano e nella quale aveva poggiato tutti le robette che voleva acquistare. Ce ne erano un bel po' dentro doveva ammetterlo, ma era da troppo tempo che non andava in giro per negozi « Prendo tutte queste belle cosette e in più.. Ho una sorpresa per te.» gli strizzò l'occhio avvicinandosi e tirando fuori dalla tasca della gonna i biglietti con una mossa lenta e scenica « Esatto, esatto sono i biglietti della finale di campionato!! » saltellò sul posto, ancora troppo elettrizzata « Verrai con me, vero? » Non è che si aspettasse un no in effetti.
code © psiche


Acquisti:
Alice acquista:

- Armonica rallegrante
- Album sorelle stravagarie #1 e #2
- Shey lingue di fata
-The Hobogoblins #1 Oh the highway of reborn
- Malala Wisk #2 Fighting against the dark
- Cuffie anti-rumore
- Radio Magica


e utilizza lo sconto questo qui!


Edited by Nontiscordardime - 4/11/2021, 20:52
 
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view post Posted on 8/11/2021, 19:28
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Non sarà mica così terribile parlargli, insomma... gli hai solo detto che ti piace... non gli hai ammazzato mica il gufo! - Kelly Parker, una Serpeverde con la quale Emma aveva stretto amicizia (anche se forse amicizia era una parola veramente grossa per definire il loro rapporto, più che altro si scambiavano favori a vicenda), cercava di incoraggiarla ad entrare nel negozio dove Oliver era l'unico commesso. Non che non volesse parlare con il bel Grifondoro, il problema era che poco tempo prima per via di una specie di gioco di San Valentino messo in piedi al Madama, la strega si era ritrovata in piedi su un tavolino a dichiarare quello che provava per lui in sala comune, dopodiché era scappata via correndo sperando che un buco nero la inghiottisse senza lasciarne traccia. - Il problema è che se provassi a parlare con lui mi verrebbe in mente quella scena e a quel punto inizierei a balbettare e... sudare... e gli farei ancora più pena... cavolo... ti do tre galeoni se entri al posto mio, Kelly... - La Serpeverde la fissò per qualche secondo prima di iniziare a ridere - Cavolo... mi sono immaginata la scena Green. Avrei tanto voluto esserci! - la Grifondoro spazientita incrociò le braccia al petto e la guardò con sguardo truce - Allora? Ci stai o no, Parker? - Kelly tornò seria e le porse la mano destra. Emma notò il grosso anello a forma di gufo che circondava l'anulare sottile della strega prima di stringerle la mano - Questo è il biglietto con le cose da acquistare... - cominciò a dire consegnandolo alla ragazza - ...questi sono i galeoni che potrebbero servirti... e quelli che ti devo per il favore li avrai alla fine - puntualizzò la Grifondoro decisa. Kelly arricciò il naso, non era d'accordo della posizione presa da Emma, ma per qualche motivo cambiò subito idea - ok, va bene dai... facciamo come dici tu, Green!.
Emma fece capolino dalla porta di ingresso ed osservò Kelly dirigersi verso la cassa con la sua lunga chioma color carota. Appena raggiunse Oliver si voltò guardando la Grifondoro che stava sbirciando cercando di non farsi vedere dal Caposcuola. Kelly spiattellò sul bancone il foglietto che le aveva consegnato Emma - mi serve questa roba... - esordì puntando i suoi grandi occhi azzurri in quelli del ragazzo - ...in realtà non servono proprio a me. Mi ha mandato quella ragazza che cerca di nascondersi all'entrata... - puntò il suo indice dall'unghia mangiucchiata in direzione della Grifondoro che si ritirò completamente dietro la porta maledicendo la Serpeverde - ...la vedi?. Non avrebbe dovuto fidarsi di lei. Maledetta.
Emma se ne stava fuori mangiandosi le pellicine delle mani per il nervoso. Come avrebbe potuto rivolgere ancora la parola ad Oliver dopo quell'ennesima figuraccia? Chissà cosa le aveva raccontato quella stron*a malefica. Maledizione... quando esce la strozzo!




Ciao Ollino! :<31:

Emma manda Kelly a comprare:
- Piffero magico x2
- Flauto di Marsia x1

Mi ritengo servita per questa volta perché devo fare un regalino :potion:

Tieni 2 galeoni di mancia!
Tivibbì :<31:
 
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view post Posted on 11/12/2021, 18:55
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Evviva lo Zufolo » Londra
Alice Wagner
Halloween vestiva un'atmosfera ambivalente, a tratti macabra e a tratti variopinta; era di certo una di quelle festività particolarissime, molto apprezzate soprattutto nel mondo magico. Bastava osservare le decorazioni che serpeggiavano in lungo e in largo presso lo store musicale di Tottenham Court Road. Dalle più semplici zucche intagliate nei volti di cantanti e musicisti di spicco – quella con la testa di Celestina aveva conquistato il cuore di tantissimi clienti, negoziante e commessi naturalmente inclusi – alle ragnatele sospese a mezz'aria, dai pipistrelli incantati per canticchiare brani di successo alle radioline trasfigurate in scheletri e zombie tutti in miniatura, c'era davvero l'imbarazzo della scelta. Perfino i poster dei cantanti, di solito tirati a lucido, svelavano gocce di sangue finto, a creare un effetto intenzionalmente tetro, e tuttavia tragicomico per i più. I cantautori che vi erano ritratti non ne sembravano pienamente soddisfatti: più volte avevano dovuto convincere il Mago di Oz – o perlomeno il suo corrispettivo in carta pergamenata colorata – a restare al negozio, perché altrimenti una cornice vuota non avrebbe chiaramente attirato né attenzione né guadagni. Non c'era il suo zampino, Oliver poteva giurarlo. Mai come in quell'occasione aveva lasciato libertà assoluta per la scelta degli ornamenti, il signor Vinaccia aveva dato sfogo al peggior estro creativo della storia e l'effetto era stato... curioso. Molti visitatori ne erano stati sorpresi in modi che mai avrebbero lontanamente immaginato, d'altronde non capitava tutti i giorni di scorgere il Vampiro Baritono, violino sottobraccio, a passeggiare per le tele incantate con canini estremamente appuntiti, insanguinati per bene. Da parte propria, affari di successo a sé, Oliver si augurava profondamente che nulla di tutto quello giungesse all'attenzione dei diretti interessati: c'era chi, tra gli artisti, sapeva stare al gioco; e c'era chi avrebbe invece fatto partire una denuncia così lunga da mandare in confusione l'intera Magiquestura. Ignorando un pipistrello di passaggio – On the hiiighwaaay to heeell strillato in versi acutissimi, per nulla ritmati –, Oliver si scoprì infinitamente grato dell'arrivo di una cliente piuttosto... birbante.
«Guarda un po' chi passa da queste parti.» Sorrise.
«Sei in fuga dall'orto del Guardiacaccia, mia zucchetta preferita?» Aveva notato il costume di Alice, impossibile evitarlo: l'arancio dominava un abbigliamento interessante, e la zucca in stile borsetta rappresentava una chicca unica nel suo genere. Non che lui fosse sistemato meglio, a ben vedere: il capo dello store aveva preteso che anche i dipendenti vestissero a tema, e così Oliver aveva rinunciato ad un completo più raffinato per sostituirlo con una felpa nera con un teschio in superficie, truccato com'era in generale come uno scheletro sulla faccia, sulla bocca e sulle mani. Una battutina qui, un'altra lì, ben presto poté sistemare quanto richiesto dalla concasata in ampie borse decorate da note musicali, tutte nerissime, alcune gocciolanti sangue (per magia illusoria, s'intendeva). Buono sconto del Profeta alla mano, arivò alla conclusione dei conti.
«Armonica rallegrante, Cuffie Anti-rumore e Radio Magica... scegli pure il colore, l'arancio dovrebbe fare pendant. Più i quattro album musicali.» Si fermò, sollevando lo sguardo. «A proposito, ottima scelta. Forse hai gusti musicali migliori di quelli sportivi...» Neanche a farlo di proposito, e sempre scherzando, si scoprì completamente spiazzato all'invito della Grifondoro. Il prezzo totale, che sussurrò come ultima frase, era scontato da trentaquattro a ventinove Galeoni, ma il resto dei suoi commenti sfumò con la sorpresa appena ascoltata.
«Hai i biglietti della finale.» Un tono ammirato, uno sguardo d'estasi. Come avrebbe potuto rinunciare per davvero? Annuì, immediatamente. Da tempo preferiva una solitudine che mal gli s'addiceva, ma... era la finale, per tutti i Bolidi!
«Vorrei regalarti tutto per ringraziarti dell'invito, ma se lo faccio... sai, potrei essere licenziato. Ti regalo un succo di frutta magico, ne porterò altri alla partita. Quando le Harpies perderanno, non voglio che resti a bocca asciutta.»
Lo disse con assoluta convinzione, e un sorrisetto tutto divertito. Quando salutò la concasata poco dopo, la osservò andare via con una sensazione nuova: un'emozione unica, un gesto che aveva saputo scaldare il suo cuore.
Curioso, pensò. Un cuore in uno scheletro.

Armonica rallegrante (16 Galeoni +1PS)
Cuffie anti-rumore (3 Galeoni)
Radio Magica (5 Galeoni)
Sorelle Stravagarie #1, Weird, The first (2 Galeoni +1PS)
Sorelle Stravagarie #2, Magic Works (2 Galeoni +1PS)
Shey, Lingua di Fata (2 Galeoni +1PS)
The Hobogoblins #1, Oh the highway of reborn (2 Galeoni +1PS)
Malala Wisk #2, Fighting against the dark (2 Galeoni +1PS)
*Buono Sconto 15%
Totale 34 29 Galeoni

e il mio cuoricino per te e per Alice

***

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Evviva lo Zufolo » Londra
Emma Green
Am I a stranger if I don't recognize myself / Tryin' to fix up something real? Mentre Love Myself di .shey passava alla radio, sulla frequenza di Radio Strega Network, ogni cosa sembrava sospendersi nel tempo. Quel brano, uno dei preferiti in assoluto di Oliver, custodiva un'infinita dolcezza, e non ricordava quante volte l'avesse già ascoltato in passato – sotto la doccia, prima di andare a dormire, durante una pausa da una lezione all'altra, perfino prima di un esame scolastico. La colonna sonora della sua vita, nell'ultimo periodo, aveva esattamente la voce del cantautore di successo. Il Fwooper d'Oro spettava a .shey, nessun altro avrebbe potuto reggerne il confronto, ma qualcosa gli suggeriva che forse non sarebbe stato così: attendeva la settimana seguente con una tale partecipazione emotiva da aver perso appetito; la commissione musicale era riuscita finalmente a formarsi di nuovo, presieduta dall'immancabile Celestina Warbeck. Di lì a breve il vincitore del premio musicale sarebbe stato annunciato e in parallelo avrebbero sentito tutti la nuova rosea di candidati per l'edizione successiva. Da parte propria, infatti, Oliver non smetteva di interrogare la radio accanto al bancone, al pianoterra dello store musicale. Vi ticchettava di continuo così da essere informato sulle ultime rivelazioni, ma più di uno scandalo d'amore di Emily Vannet e una proposta d'asta magica del Vampiro Baritono, non c'era altro di rilevante di quei tempi. Ad ogni modo la piuma prendi-appunti era pronta e così lo era a sua volta. Distratto e sovrappensiero com'era, s'accorse in ritardo dell'arrivo di una cliente. Il modo frenetico – un foglietto spiegazzato, slanciato sul bancone – poté portarlo infine all'attenzione vera e propria. Se da un lato fece fatica a ricordare il volto apparentemente familiare della ragazza di fronte, dall'altro non ebbe difficoltà a riconoscere la calligrafia presente sulla pergamena. Sollevò lo sguardo alla ricerca di un volto di cui aveva nostalgia, una persona che portava giorno dopo giorno nel suo cuore – di quei tempi, l'anno precedente, erano insieme a festeggiare Halloween alla Testa di Porco. Sorrise al ricordo del Grinch Festival, mentre la vocetta della studentessa – Cirk, Kirby, Kari? Non ricordava bene, ma collegò la figura ad Hogwarts – pretendeva concentrazione. Concluse la vendita in fretta: una coppia di pifferi magici seguì il flauto di Marsia, ogni strumento nella propria custodia di pelle. Incantò tutto ad un rapido colpo di bacchetta, favorendo in quel modo il trasporto degli oggetti, sospesi a mezz'aria e invisibili a sguardo babbano. Non parlò molto, leggermente dispiaciuto di aver trovato Emma fuori dallo store: l'aveva cercata fin da quando aveva letto il biglietto della spesa, consapevole fosse di suo pugno ancor prima che la ragazzina la indicasse. Salutò infatti con la mano.
«Per favore, portale questo da parte mia e ringraziala per la mancia.» Consegnò un sacchetto di DiscoPops e congedò anche l'altra con ultime parole gentili. Il lavoro attendeva, ma si ripromise di incontrare presto la concasata: aveva nostalgia dei vecchi tempi.

Piffero magico x2 (32 Galeoni)
Flauto di Marsia Pan x1 (20 Galeoni)
Totale 52 50 Galeoni
+2 Galeoni mancia

Ho immaginato fosse il Flauto di Pan e non di Marsia, che costa di più ed è uno strumento oscuro. Grazie come sempre *fru

 
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