Evviva lo Zufolo!

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view post Posted on 30/12/2021, 16:39
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The North remembers. ♥

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Si era decisamente impegnata: oltre alla borsa dei Tiri Vispi Weasley sottobraccio, ora c’era anche quella del Wizard Store. Sembrava che Natale per lei fosse arrivato con qualche giorno di ritardo, visto lo slancio con cui stava spendendo i propri Galeoni. Eppure, da quanto non si concedeva del tempo per fare compere? O per lo meno, da quanto non comprava qualcosa che non fossero libri o tisane? Ormai la libreria del suo appartamento traboccava di tomi, tanto che la carta stava lentamente prendendo il sopravvento sul tavolo della cucina e su quello del soggiorno: se non avesse prestato più attenzione avrebbe dovuto chiedere ad Isabel di castare un incanto di estensione anche sulla libreria. Fu anche per questo che si trattenne quando passò davanti alla vetrina di una libreria babbana, lasciandosi guidare invece dal dolce profumo invitante che conduceva i passanti all’interno di una piccola caffetteria. Il locale era minuscolo ma non per questo poco accogliente: quando notò i nomi vergati sul menù, fu chiaro per Jane che sarebbe diventato uno dei suoi preferiti. Le torte recavano il nome delle storie babbane più famose – strati di panna bianca per Biancaneve, roselline rosse nella red velvet di Alice nel Paese delle Meraviglie, fiori multicolore per il Giardino Segreto – mentre le autrici più importanti davano il nome alle tisane, gli autori ai caffè. Era letteralmente un paradiso per la strega. Recuperate delle sterline dal fondo della borsa, in pochi istanti si era fatta preparare dall’allegra ragazza al bancone dei sacchettini di tisane sfuse e un caffè Oscar Wilde da asporto. Solo mentre stava per pagare si accorse delle confezioni di biscotti natalizi, esposti accanto alle torte, e ne acquistò quattro anche di quelli. Era certa che i suoi colleghi avrebbero apprezzato durante il turno di notte.

Una volta fuori, si costrinse a proseguire nel suo cammino senza ulteriori soste: lasciò il quartiere magico alle sue spalle, incamminandosi verso una delle vie principali di Londra. Lì la presenza babbana era più consistente, ma aveva imparato da quando viveva nella capitale a notare scintille di magia qua e là. Fu il motivetto di una canzone, sfuggito dalla porta socchiusa di un negozio, a farla fermare. Sembrava quasi un brano magico… com’era possibile? Incuriosita, lasciò cadere il bicchiere di caffè ormai vuoto in un cestino, ed assicuratasi che la Puffola fosse ben nascosta, entrò nel locale. La melodia soffusa, originata da un grammofono che non impiegò molto ad individuare, la avvolse dopo pochi passi. Si guardò intorno, incuriosita e incantata al tempo stesso dallo stile retrò: come per la caffetteria di pochi minuti prima, il locale era incantevole. Vagò con aria rapita tra gli espositori, sfiorando gli album più in voga e leggendo ogni tanto la lista di brani di quelli che la colpivano di più. Aveva giusto tra le mani un album di musica classica quando la notò: Celestina Warbeck, in tutto il suo splendore, la osservava da una gigantografia davanti a lei. Non poteva essere un caso. Sorrise, e dopo aver posato il cd da parte si immerse nella sezione magica del negozio. Trattenersi a quel punto divenne impossibile. Conscia della notevole carenza – praticamente un’assenza vera e propria – di cultura musicale, la strega non esitò nemmeno un istante ad acquistare ogni album che le capitava sotto gli occhi, l’animo in trepidante attesa di ascoltarli tutti. Nella frenesia di acquisti, aggiunse anche una radio magica alle sue scelte, e due confezioni di praline colorate. Ora però, doveva fermarsi. Si diresse alla cassa cercando di mantenere lo sguardo fisso davanti a sé per non guardare il resto degli articoli in vendita: fu allora che lo notò. Oliver Brior all’evento al San Mungo, qualche settimana prima, le aveva rivelato di essere il responsabile della rubrica musicale del Profeta, ma non immaginava che lavorasse anche in un negozio di musica. « Oliver, ciao! Come stai? » Posò gli album e la radio sul bancone, lasciando poi scivolare anche i due sacchetti di praline. « Non sapevo lavorassi qui. E’ un posto meraviglioso! » Come se si sentisse il dovere di confermare le emozioni della ragazza, la Puffola Pigmea che da poche ore era diventata parte della sua famiglia fece capolino dal bavero del cappotto, scivolando poi con un fischio entusiasta lungo il braccio di Jane e posandosi in cima agli acquisti, cercando di attirare l’attenzione di Oliver. « Credo che piaccia molto anche a lei, sai? » Sorrise, divertita da quella scena. « Come stanno andando le vacanze di Natale? » Mentre attendeva una risposta, andò alla ricerca nella borsa dei Galeoni per pagare il conto: le dita sfiorarono però i sacchetti di biscotti che aveva scelto nella caffetteria letteraria, e non riuscì a trattenersi. Estrasse quindi una confezione decorata da un nastro blu notte, all’interno della quale sbucavano le faccine sorridenti di numerosi omini di marzapane. « Immagino che le feste abbiano portato un sacco di persone a fare acquisti qui, deve essere stato tosto. » Mosse il sacchetto in direzione di Oliver, sorridendo. « E di sicuro avrai ancora una lunga giornata di lavoro davanti a te. Non dico di essere un’esperta di salute, ma credo che potrebbero aiutarti a recuperare le energie nel caso ne avessi bisogno. » Attese di sapere il totale prima di posare i contanti sul bancone, impaziente di arrivare a casa e ascoltare ognuno degli album che aveva acquistato. « Ti ringrazio! Passerò sicuramente di nuovo, è una promessa. »


Oggi gli acquisti mi stanno decisamente sfuggendo di mano :gattello:

Jane arriva allo Zufolo pronta a svuotare la Gringott e acquista:
- Weird, the First (Sorelle Stravagarie #1 - 2 G), Magic Works (Sorelle Stravagarie #2, 2 G)
- Cuore riparato (Celestina Warbeck #1, 2 G), You stole my cauldron... (Celestina Warbeck #2, 3 G), Once upon a time (Celestina Warbeck #3, 2 G)
- Siamo figli di Salazar (Mago di Oz, 2 G), Fly with me, baby (Emily Vannet, 2 G), Death is my friend (Blodwyn Bludd, 3 G)
- Cofanetto con le 4 litanie, Blodwyn Bludd (7 G)
- The secret god has got you (Skull&Roots #1, 2 G), The skull in a box (Skull&Roots #2, 2 G)
- On the highway of reborn (The Hobgoblins #1, 2 G), Motorbike's spells (The Hobgoblins #1, 3 G)
- Struck by wave (Malala Wisk #1, 2 G), Fighting against the dark (Malala Wisk #2, 2 G), Armocromia (Malala Wisk #1, 3 G)
- The sound of silence (Glenda Chittock, 2 G), Lingua di fata (.Shey, 2 G) aiuto, spero di averli scritti tutti
- 2x Disco Pops (5 F x 2 = 10 F)
- Radio Magica (5 G)

In totale dovrebbero essere 50 Galeoni & 10 Falci, ora toglietemi le chiavi del mio caveau :secret:

Iniziativa Candele di Natale, "Gingerbread" ✓

:<31:
 
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view post Posted on 31/12/2021, 18:02
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Even if I played for another ten years, I wouldn’t lose interest.

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Alla fine, Marjorie aveva chiesto aiuto a sua madre. Proveniendo da una famiglia purosangue, la piccola strega non aveva frequentato le elementari babbane, venendo invece educata in casa. Se questo aveva permesso di dare alla sua educazione un indirizzo più specializzato, offrendole forse qualche piccolo vantaggio una volta iniziata Hogwarts, le aveva anche impedito di farsi degli amici. Così, l'anno che si stava per concludere aveva dato il via non solo al suo primo anno di Hogwarts ma anche al suo primo anno di regali di Natale che non fossero per i suoi genitori o per qualche parente. Coi primi doni si era arrangiata, approfittando tra l'altro di quanto comprato appositamente durante l'evento del San Mungo, ma alla fine aveva esaurito le idee.

Quando Noctus era planato in pieno soggiorno e le aveva consegnato tutto orgoglioso la lettera della figlia, Ashley Hastur era rimasta piacevolmente sorpresa della richiesta d'aiuto in essa contenuta. Conoscendo il carattere introverso di Marjorie, si era quasi aspettata che - a quattro mesi dall'inizio dell'anno scolastico - non fosse riuscita a farsi tanti amici. Anzi, non si sarebbe stupita se si fosse chiusa in biblioteca rifiutando ogni contatto diverso da quello offerto dai libri. Invece, sembrava che avesse conosciuto almeno due ragazze. Che fossero amiche o semplici conoscenti non era ben delineato nello scritto ma, visto che vi si chiedevano consigli per i regali da fare loro, Ashley era piuttosto ottimista.

Così, dopo alcuni minuti di riflessione, la donna si era materializzata a Londra, nei pressi di Tottenham Court Road. Con passo deciso si era diretta verso Evviva lo Zufolo, store musicale che le piaceva particolarmente a causa della sua doppia natura, sia babbana che magica. Entrata, aveva salutato con un cenno del capo il commesso per poi dirigersi verso gli scaffali ricchi di album. Aveva analizzato CD dopo CD, chiedendosi quale potesse piacere maggiormente alle amiche della figlia, poi aveva preso finalmente una decisione. «Buongiorno.» Disse, una volta raggiunto il bancone con i due album in mano. «Sembra che ogni anno io sia destinata a fare gli acquisti all'ultimo.» Aggiunse ma con un tono più divertito che lamentoso e un sorriso sulle labbra. «Colpa di mia figlia, questa volta, ma se ha bisogno di aiuto per fare dei regali alle amiche non posso certo dirle di no. Vorrei acquistare questi due album.» Disse, posando CD e galeoni sul bancone. Una volta pagato, mise gli album nella borsa e si diresse verso l'uscita. «Grazie di tutto e alla prossima! Buon Natale!»

Marjorie Hastur
11 anni | Primo anno | Serpeverde | scheda

Tramite la madre, Marjorie acquista:
- MALALA WISK #3, ARMOCROMIA
- THE HOBGOBLINS #2 MOTORBIKE'S SPELLS

Ho ambientato il post prima di Natale perché... cof cof, sono in ritardo coi regali. Quindi, se non ti dispiace, mi considererei servita: ho dei pacchi da inviare!
P.S. Buon anno! :<31:

 
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view post Posted on 1/1/2022, 17:34
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Emma C. Green - 15 anni - Grifondoro
Emma stava camminando nei pressi di Tottenham Court Road con un pacchetto in mano già da un bel po'. Da quando aveva detto ad Oliver che provava dei sentimenti per lui, la Grifondoro aveva cercato di evitarlo in tutti i modi possibili perché si sentiva troppo in imbarazzo per quello che gli aveva detto in sala comune, soprattutto perché sapeva che lui non ricambiava quei sentimenti e non li avrebbe mai ricambiati. Aveva fatto il giro dell'isolato già un paio di volte, ogni volta che stava per avvicinarsi all'entrata di Evviva lo Zufolo perdeva il coraggio di entrare e proseguiva per prendere tempo, cercava di prepararsi mentalmente al fatto che avrebbe dovuto affrontarlo anche se sarebbe stato difficile per lei. Non poteva continuare a fare finta di nulla e sicuramente doveva smettere di evitarlo, altrimenti avrebbero finito per non parlarsi mai più ed Emma questo non se lo sarebbe mai perdonata. Dopo il terzo giro dell'isolato si fermò nuovamente davanti all'entrata del negozio dove il Grifondoro lavorava. Esitò per parecchi minuti davanti alla porta attirando gli sguardi interrogativi della gente che le passava accanto. Che c'è!? - chiese acidamente ad un ragazzino che era rimasto lì a fissarla mentre mangiava un bastoncino di zucchero. Il marmocchio fece spallucce e se ne andò via girandosi un paio di volte per guardarla ancora. Era così strano che stesse esitando davanti a quella porta da almeno dieci minuti, ormai? Si, lo era. La strega scosse il capo come a voler mandare via l'ansia e finalmente si decise a spingere la porta. Lo stile rétro di quel negozio era sempre una goduria per gli occhi e le note soffuse del grammofono in funzione avevano un non so che di rasserenante, Emma si sentì leggermente meno in ansia. Il piano di sotto era interamente dedicato ai babbani, alla Grifondoro non serviva nulla del genere al momento, così salì al piano di sopra. Per rimandare ancora un pochino l'incontro con Oliver si mise a girovagare tra gli scaffali prendendo roba che al momento nemmeno le serviva, ma non avrebbe potuto continuare a perdere tempo in eterno, doveva affrontarlo e togliersi questo dente dolorante una volta per tutte. Lo vide da lontano e cercò di non farsi notare. Il suo cuore aveva già iniziato a battere più velocemente, così la Grifondoro cercò di tranquillizzarsi il più possibile prima di dirigersi verso di lui. Si era avvicinata lentamente, senza farsi vedere prima che l'avesse raggiunto. Ciao Oliver... - riuscì a mormorare cercando di sostenere il suo sguardo: fallì miseramente. I suoi occhi ricaddero subito sul bancone dove appoggiò la roba che aveva preso dagli scaffali, tranne il pacchetto che tenne in mano ancora un po'. Prese coraggio puntando nuovamente le sue iridi castane in quelle del ragazzo. Non era mai riuscita a capire perché la sola presenza di Oliver la rendesse così… vulnerabile e insicura. Era sempre stata una strega sicura di sé, ma davanti a quel ragazzo tutte le sue sicurezze crollavano come un castello di sabbia buttato giù da un forte vento. Il Grifondoro era sempre stato gentile con tutti, almeno da quando Emma lo conosceva. Non si era mai esposto in modo particolare nei suoi confronti, eppure involontariamente i suoi sorrisi, i suoi modi gentili, l'avevano conquistata. La giovane strega non sapeva ancora come definire il suo sentimento per la mancata esperienza avuta al riguardo, ma una cosa era certa: non si era mai sentita così fragile davanti a nessun altro. Ti volevo chiedere scusa per l'ultima volta che sono venuta qui e ho mandato Kelly a parlare con te al posto mio… sono stata una codarda. A proposito… grazie per i DiscoPops... - strinse il pacchetto più forte tra le dita sottili e pallide. Le unghie smaltate di nero erano messe in risalto dal rosso del pacchetto - Io… ti ho evitato per tutto questo tempo perché non sapevo come comportarmi con te dopo le cose che ti avevo detto in sala comune. Mi sentivo tremendamente in imbarazzo… e beh… insomma… lo so che io e te siamo solo amici… non so cosa mi sia preso. Scusami se puoi - la ragazza mise finalmente il pacchetto sul bancone porgendolo al Grifondoro - Questo è per te… non potevo non regalarti nulla questo Natale... - esitò un attimo cercando di rallentare il suo cuore. Doveva dirgli tutto quello che aveva da dire, non voleva avere dei rimpianti, ormai era in pista e doveva ballare fino alla fine - In qualche modo ti voglio nella mia vita, Oliver. E se non posso averti nel modo in cui vorrei… spero almeno che tu voglia essere ancora mio amico - avrebbe tanto voluto non mostrarsi così debole, ma dopo quelle parole una lacrima aveva percorso la sua guancia delicata senza che lei potesse trattenerla. L'asciugò con la manica del suo maglione scuro. Era stata finalmente sincera con lui e se il ragazzo avesse voluto, la loro amicizia sarebbe continuata e magari sarebbe stata anche più forte di prima.
Dopo aver sentito le parole di Oliver, Emma avrebbe pagato e sarebbe andata via con il cuore finalmente più leggero, qualsiasi cosa lui le avrebbe detto.
codice role © Akicch~NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT






Prova MERRY MARSHMALLOW del box bianco♡

Anche il mio post è ambientato prima di Natale per ovvi motivi. Emma compra:
• Violino del Guaritore (24 galeoni)
• Cuffie anti-rumore (3 galeoni)
• Album "Mago di Oz, Siamo figli di Salazar" (2 galeoni)

Nel pacchetto portatogli da Emma, Oliver troverà il "Ciondolo Giada delle Fate"
Ciondolo creato dalle Fate con le loro magiche mani, dona forza e sicurezza in sé (+5 Mana)
Mi sembrava impossibile riuscire a trovare qualcosa che tu non avessi già, eppure ci sono riuscita. Evviva i miracoli di Natale! :asd:


Alla prossima, tivibbì!


Edited by Miss Effe - 3/1/2022, 10:24
 
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view post Posted on 16/1/2022, 21:11
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Evviva lo Zufolo » Londra
Jane Read
Girava tra le mani un foglietto di carta, appena un rettangolo, che aveva piegato una e più volte tanto da stropicciarlo in modo disastroso. Di tanto in tanto cercava di riporlo al sicuro nel taschino della felpa nera che indossava quel giorno, concentrandosi così verso un cliente dopo l'altro presso lo store musicale di Tottenham Court Road; nei momenti di pausa, tra un passaggio e il successivo, tornava alla pergamena, recuperandola di scatto come ad assicurarsi che il contenuto non fosse affatto cambiato. Allo sguardo dei più, tutto sommato, la missiva non avrebbe rappresentato nulla di eccezionale: semplici auguri da parte della sua famiglia, in calce la firma di zio Albert. Era lì, in effetti, che si poneva l'attenzione maggiore; era lì il senso di una promessa, forse di una speranza, che a lungo aveva trattenuto soltanto per sé. Non c'era alcun invito a tornare in Irlanda per le vacanze, non più, di certo non come una volta – da parte sua avrebbe trascorso il periodo natalizio al Castello di Hogwarts, oramai l'aveva deciso per bene. Però... però c'era qualcosa, c'era l'impronta di affetti che aveva perduto, senza mai dimenticare.
Am I a stranger if I don't recognize myself / Tryin' to fix up something real?
«Ben detto, .shey» Commentò così, cogliendo la voce di sottofondo di uno dei suoi cantautori preferiti in assoluto. Sovrappensiero com'era, Oliver continuò a ticchettare a tempo dei brani di lingua di Fata, interrogandosi circa dubbi, pensieri, supposizioni che portavano l'animo in situazioni pericolose. Gli mancavano, non poteva negarlo: i suoi genitori, i suoi zii, i suoi cugini, tutti loro mancavano tanto da mozzare il fiato. Nei battiti più forti del cuore, infatti, si accorse d'essere d'improvviso infinitamente grato alla strega che aveva appena attirato l'attenzione.
«Dottoressa Read, che piacere.» Salutò con gentilezza, una nota d'entusiasmo tanto nel tono quanto nell'espressione. Memorie recenti, di una cerimonia che aveva lasciato il segno, turbinarono più dolcemente lì dove il cuore aveva tentennato fino ad un attimo prima. Si sentì meglio, sinceramente contento di trovare l'altra presso Evviva Lo Zufolo. Con la serie di album tra le mani della strega, si mostrò subito pronto ad aiutarla, girando così oltre il bancone e sporgendosi fino a sistemare i dischi in colonne ordinate. Lo sguardo saettò dalle copertine vistose di Emily Vannet e Il Mago di Oz a quelle più delicate, in tinte pastello, di Celestina Warbeck, le Sorelle Stravagarie e .shey. E tanti, tanti altri.
Non poté fare a meno di palesarsi sorpreso, in modo genuino.
«Alla grande, grazie mille. Spero lo stesso per lei... per te Si corresse subito, ricordando l'ultimo incontro e la gentilezza accordatagli per essere meno formale. A differenza della prima volta, si accorse di aver risposto finalmente alla domanda. «Proprio così, lavoro qui part-time, è una passione che coltivo da una vita e questo store è un teatro delle meraviglie. Suggerirei un giro ai piani superiori, ci sono strumenti davvero belli, ma...» Indicò tutti i dischi, radio e vari acquisti.
«C'è forse un'altra cerimonia in programma al San Mungo?» Nonostante la domanda fosse scherzosa, una parte di lui cominciava a credere vi fosse qualche tipo di post-festa soltanto per Medimaghi. O più semplicemente, Jane Read aveva desiderato aumentargli la paghetta nel periodo migliore – non indagò oltre, sistemando gli album per artista in box di legno decorate con arabeschi dorati, ramati e rubino, a formare chiavi di violino lungo la superficie. Una dopo l'altra poi in una busta ben più grande, un colpetto di bacchetta a renderla più leggera.
«Oh grazie, grazie davvero.» Accolse di buon grado il dono degli omini di marzapane, non aveva toccato cibo fin dalle prime ore del turno lavorativo; ancora una volta scovò conferma di un'empatia unica nell'altra strega.
«Ho una Puffola Pigmea anch'io che va matta per... dove sono...» Cercò rapidamente, finché un sacchetto color carta non gli sgusciò tra le mani. Lo aprì, offrendolo verso la creaturina: sperò che in un guizzo di lunga lingua, in effetti, raccogliesse quelle che somigliavano a tante...
«Immaginiamo siano biscottini.» Era convinto che la Dottoressa avesse afferrato.
«Sono cinquanta galeoni, questi da parte mia per ringraziarti.» *Non solo della spesa*, lasciò sottintendere, mentre passava due sacchetti di DiscoPops direttamente in busta. Salutò così cordialmente, augurando ottime festività.
«Spero di incontrarti presto di nuovo, chissà, forse ad un concerto.»
Con tutti quegli album con sé, Jane Read sarebbe stata preparatissima.

Tutto esatto, l'aiuto con i conti è sempre bene accetto *ops
Totale 50 Galeoni 10 Falci

e tanti tanti cuori per Jane!

***


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Evviva lo Zufolo » Londra
Marjorie Hastur
Nel periodo natalizio gli affari proseguivano a gonfie vele, per la gioia tanto propria quanto di Mr Vinaccia. Soltanto quel mattino, in effetti, aveva portato a termine una spedizione di ben cinquanta radio, tutte color azzurro – non aveva idea del perché, sapeva soltanto di fare in fretta, perché il carico non avrebbe atteso più di quanto non avesse già fatto. L'acquirente sembrava un giovanissimo stregone con un patrimonio che avrebbe fatto la gioia di ogni Folletto della Gringott's, si vociferava in giro potesse essere una delle nuove promesse del campionato sportivo della stagione imminente; da parte propria, ad ogni modo, Oliver si era scoperto a fantasticare più del solito, immaginando nuove identità – una più bizzarra dell'altra – verso il mago e le sue numerose radio. In sottofondo, da un punto all'altro dello store, la voce di Celestina Warbeck deliziava i clienti in modi unici, con quella delicatezza ed energia che parimenti mescolavano il talento della stella internazionale. Gli mancava partecipare ad un concerto, non ne aveva avuto concreta occasione da più mesi – con l'imminente annuncio della rosea di candidati del Fwooper d'Oro, però, aveva appuntato mentalmente di ottenere biglietti per le prove d'esordio. Non poteva mancare, non di nuovo.
«Benvenuta da Evviva Lo Zufolo.» Salutò subito cortesemente la strega che era appena arrivata al bancone. Quelli erano i momenti che più preferiva in assoluto: la possibilità di scambiare qualche commento circa gli acquisti dei clienti, eventualmente di offrire consigli circa artisti, album, strumenti e tanto, tanto altro ancora. Non poté fare a meno di sorridere, infatti, alle parole della donna.
«Sono ottime scelte, andrà sul sicuro.» La coppia di CD brillava nei riflessi di violini e violoncelli sopra di loro, tutti sospesi a mezz'aria tra scaffali di legno e custodie di pelle – la conferma di sbrigarsi per sistemarli come avrebbe già dovuto.
«Quello di The Hobgoblins è un genere più rock, molto più ritmato. Se le piacerà, consiglio tanto il primo disco della band, si intitola On the Highway of Reborn, è un capolavoro. Quello di Malala Wisk è un esperimento musicale che è riuscito nel mondo magico, è infinitamente più dolce e malinconico, una musica che oserei dire superi la fine.» Forse avrebbe dovuto spiegare maggiormente il senso del suo ultimo commento; Armocromia era un album uscito postumo, quando oramai la Veela Cantante era già morta. E forse per quello, pensò, rappresentava molto più intimamente il talento di una stella prematuramente spenta com'era Malala Wisk. Consegnò tutto in una busta di carta, decorata da chiavi di violino. «Sono sei galeoni, grazie.» Sorrise. «Buon Natale, torni presto a trovarci anche con sua figlia, l'aiuterò volentieri con altri consigli.»

The Hobogoblins #2, Motorbike's Spells (3 Galeoni +1PS)
Malala Wisk #3, Armocromia (3 Galeoni +1PS)
Totale 6 Galeoni

***


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Evviva lo Zufolo » Londra
Emma Green
Quanto accaduto ad Harrods aveva fatto il giro del mondo magico, e non solo – un assalto di soldatini schiaccianoci di tutto rispetto, con aculei di pungitopo a mo' di cerbottane, sciabole di aghi di pino e tutta una serie di colpetti ben ritmati da parte di... statuine, tutto sommato. Nonostante fosse una notizia in prima pagina sulla Gazzetta del Profeta, per Oliver continuava ad essere una di quelle storie fiabesche che avrebbe immaginato di sentire di fronte un caminetto sempiterno. Era però vero, tutto vero. Al punto da aver spinto Mr Vinaccia, proprietario dello store musicale londinese, a rimuovere ogni soldatino in decorazione: le pareti già più spoglie lungo i piani di Evviva Lo Zufolo, ad ogni modo, avevano presto trovato nuove scintillanti stelle, le cui punte brillavano al ritmo della musica di sottofondo. Nulla di paragonabile alle statuette, s'intendeva, ma tant'era... Aveva finito da poco di incantare una serie di alberelli in miniatura, così da sospenderli a mezz'aria tutto intorno. L'atmosfera natalizia sfavillava maestosamente, realizzando giochi di colore e di sinfonie che avrebbero deliziato moltissimi visitatori, lui per primo. Si spostò allora da un punto all'altro, stringendo tra le mani un album che mancava alla raccolta dello store e che rimpiangeva di non aver adocchiato prima – lo conosceva, era ovvio, tuttavia era stato convinto per lungo andare che fosse semplicemente nel reparto, lì dove invece svettavano altre copertine. Girando verso una serie di Flauti Crea-Immagine, tutti lucidati per bene per attirare uno e più passanti, ticchettò sulla superficie del disco – Nothing Like a Holiday Spell era un classico della musica natalizia, non a caso firmato da Celestina Warbeck. Ed era bellissimo..
And what could be rich, is if we bewitch / Some snow and start a snowball fight – catturò di sfuggita la strofa d'esordio di uno dei brani più di spicco, uno di quelli che sua madre cantava sempre nei giorni natalizi; in effetti portò con sé ricordi e sensazioni d'altri tempi: il profumo delle frittelle di miele, degli omini di marzapane per tutta la casa e di fresche ghirlande di fiori d'inverno sulle porte; il suono di bocche divertite, di racconti e fiabe della buonanotte, di ricette borbottate in cantilena; di canzoni, tante canzoni, tutte sfumate le une verso le altre da radioline e grammofoni in giro per le stanze. Gli mancava, gli mancava maledettamente.
We'll glide right along, singing a song Notò d'aver cominciato a canticchiare, il tremito di una memoria malinconica, un tuffo fin nel profondo. Alla fine, però, una voce familiare gli giunse dalle spalle, si volse indietro rapidamente.
«Emma» Chiamò il suo nome, ripetendolo tacitamente una, due, infinite volte. Desiderò avvicinarsi, stringerla a sé e non lasciarla più andare via – si era sentito responsabile del distacco degli ultimi tempi, convinto d'aver peccato di ogni forma gentile nei riguardi dell'altra. Quello che aveva rivelato in Sala Comune, quello che avevano condiviso nel corso dei mesi, tutto aveva lasciato un segno tangibile in lui, in mente e in cuore. Non l'aveva dimenticata, non avrebbe potuto. Né l'aveva ignorata, mai l'avrebbe fatto davvero – eppure aveva lasciato all'assenza l'ingrato compito di offrire ristoro, forse egoisticamente più per lui. Aveva voluto dirle una e più rivelazioni – di Leah, di Mary, di come le sue relazioni fossero in uno stato compromesso, di come gli fosse mancato coraggio, di come fosse caoticamente condizionato. Avrebbe voluto dirle di non aver mai causato intenzionalmente dispiacere, neanche un po'... non per lei, che era parte di lui fin dal primo giorno. Avrebbe voluto che sentisse i battiti più frenetici lì nel petto, in quel momento, in ogni altro. Invece, taceva. Mentre le parole di Emma gli arrivavano dritto al cuore, lui non riuscì a trovare nulla di altrettanto prezioso da comunicarle, e si sentì terribilmente in difetto – più di quanto non avesse immaginato già di essere.
«Sono io a dover scusarmi.» Perché sono incasinato, Emma. Perché sono così profondamente incasinato, avrebbe voluto aggiungere. Si chiese se la concasata fosse a conoscenza della fine della sua relazione con la Tassorosso, di come le voci circa la loro rottura fossero girate al Castello di Hogwarts, di come il nome di Mary avesse impreziosito il suo subito dopo. Di come, si disse, lui non fosse stato coraggioso. Avrebbe voluto fermarsi con lei, interrompre ogni tempo: parlarle della sua famiglia e dei problemi che aveva con loro, del suo passato che tornava spesso a tormentarlo, dell'insonnia che talvolta lo devastava sulla scia di visioni incomplete e tanto, tanto altro. Osservò invece il volto dell'altra, ascoltò tutto quello che desiderò svelargli, e quando gli offrì il dono, lo strinse a sé come tesoro inestimabile. Lo portò vicino al petto, trattenendo un sospiro. Celestina, in sottofondo, cantava dolcemente. E allora sorrise, in modo sincero.
«Taking in enchanted sights / As night leads to day, see the stunning display» Cominciò così, quasi in sussurro. Indietreggiò appena di un passo, e di un altro, e di un ultimo ancora; si portò al centro della sala, sotto gli occhi di tutti i clienti nei dintorni. Allargò le braccia, nel movimento il cappuccio della felpa nera gli scivolò dolcemente di lato, sulla spalla destra; e sembrò uno di quei cantanti di strada, la cui voce traboccava di semplice armonia. Ed era bravo, lo era – un tono dapprima molto basso, le note malinconiche di un brano d'affetto; poi in crescendo, sempre di più, come ad un tratto ignaro di chiunque fosse nei dintorni, di chiunque stesse volgendo l'attenzione curiosa su di lui. Un microfono eco tra le mani, recuperato dalle vetrinette più vicine, e via di un passo, di un altro, di una giravolta su di sé, di una danza che coinvolgeva l'incanto più elegante.
Cantò per lei, soltanto per lei. Cantò una carola natalizia in pubblico (#7), alla presenza di tutti gli altri, e già c'era chi sorrideva, chi s'univa, chi s'apprestava a ballargli accanto. Le luci natalizie, la voce di Celestina ad inseguire quella di Oliver, la carola così vivida nei toni caldi, profondi e romantici cui si stava dedicando.
«Of glowing fairy Christmas lights / I'm under your spell, and it's clear to tell / That baby, you're under mine too» Cantava del Natale, del sortilegio d'amore ad unire l'uno e l'altra; indicava lei, Emma Cornelia Green, con la mano destra sospesa a chiedere quella dell'altra. Avanti, Emma. Avanti, le diceva sottinteso. La musica sembrò già più alta, una melodia dolce e vivace insieme, un ritmo che ricordava l'intreccio di violini, arpe e giri di corde: tutto intorno sfolgorarono meravigliose illusioni, l'effetto magico dei Flauti Crea-Immagine. Spettri di memorie mai dimentiche, richiami tanto personali per lui – una figura che ricordò il Grinch, una coppia seduta al tavolino di un locale, una polaroid trascinata con il flash ripetuto, una sfera di neve lanciata lontana, una poltrona e un camino scoppiettante, un plaid che copriva dolcemente qualcuno sul divano, un'avventura dopo l'altra. C'erano loro, sempre loro. Concluse il canto, un po' imbarazzato, le fossette sulle guance e il respiro affrettato.
«I'm yours heart and soul, as I take a stroll / In a witch and wizard's wintry wondrous land with you» Qualcuno applaudiva, qualcuno rideva estasiato; lui si avvicinò alla concasata, soltanto a lei. Non si preoccupò di peggiorare la situazione, non pensò al rischio di una simile scena; nel suo cuore c'era lei, la loro amicizia, il loro affetto. La strinse a sé, velocemente. Nell'abbraccio vivo, al tepore e al profumo così familiari dell'uno e dell'altra; e desiderò per molto, molto tempo, non perderla più. Soltanto dopo, con un sorrisetto malandrino e le fossette, le sue fossette così gioviali sul volto, concluse la carola natalizia a voce.
«Wherever we roam, we're sure to head home / When our Christmas hearts are full» Sorrideva. «Tu sarai sempre nella mia vita. Perché ti voglio bene, Emma.» E il resto, tutto il resto, già non contava.
La lasciò andare via con i suoi acquisti, con un abbraccio, con un sorriso ancora commosso. La lasciò andare via, oltre lo store, con la musica di Celestina ad accompagnarne il passo. La lasciò andare via, solo una volta, solo un'ultima volta. Con la promessa di inseguirla, e di non perderla più.

Ci tenevo molto. ♥

Violino del Guaritore (24 galeoni +2PC +1PS)
Cuffie anti-rumore (3 galeoni)
Mago di Oz, Siamo figli di Salazar (2 galeoni)
Totale 29 Galeoni



Edited by Oliver Brior - 16/1/2022, 21:31
 
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view post Posted on 23/7/2022, 16:39
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Edmund Artemis Knight - 11 Anni - Corvonero - ALTRO
« IL POTERE DEL PENSIERO È LA MAGIA DELLA MENTE»



F inalmente quel giorno era giunto! L'aveva immaginato, sognato, desiderato, ne aveva calcolato i movimenti e prefigurato le azioni, financo preparato i dialoghi.
Tutto doveva essere perfetto, è un giorno memorabile quello in cui si compra uno strumento musicale!

La partenza per Hogwarts aveva segnato per Edmund il distacco dal suo amato violino, rimasto a riposare nella custodia distesa sul letto della cameretta presso Villa Knight. Non aveva infatti ricevuto il permesso di
portarlo con sé a Hogwarts.


"Troppo prezioso per essere sballottato avanti e indietro come un baule di scope! Lo suoni quando torni, avrai già abbastanza da fare ad Hogwarts anche senza il violino. Pensa a studiare!"


Aveva tagliato corto il padre, ponendo un punto fermo a ogni ulteriore discussione. E così Edmund aveva dovuto fare di testa sua, si era cercato un lavoro come garzone in un negozio di Diagon Alley e aveva iniziato a scrivere, sotto pseudonimo, per la Gazzetta del Profeta; ora che svolgeva le due attività da circa un mese poteva ammettere di averci preso un discreto gusto, specialmente scrivere senza che nessuno conoscesse la sua identità, carpire informazioni al padre e ai docenti, addirittura comunicare tramite lettere anonime per porre, ai destinatari più disparati, le domande che riteneva meritassero una risposta; quella sua occupazione era diventata quasi avvincente, eppure tutto era iniziato per caso, tutto era iniziato per quel tanto desiderato violino. Quelle occupazioni extrascolastiche dovevano avere lo scopo di consentirgli di guadagnare i galeoni che non aveva, di racimolare quanto gli consentisse di acquistare autonomamente uno strumento. Anche se non fosse riuscito a comprare un modello costoso come quello che teneva a casa, gli bastava uno strumento con un suono gradevole, da tenere a Hogwarts. Il padre non si rendeva conto infatti di cosa significasse per lui lo strumento, compagno di viaggio, amico sempre fedele, unico in grado di comprendere a fondo le emozioni più intime, sfogo nei momenti tristi e mezzo per esprimere la gioia nei momenti più felici, non si rendeva conto che per un musicista lo strumento è parte integrante di noi stessi, e non si rendeva conto infine che più tempo sarebbe rimasto senza suonare, più sarebbe regredito nella sua tecnica.
Ma tant'è, ormai quei discorsi erano acqua passata, ormai quel che è stato, è stato, ora era giunto il momento di rivoluzionare quella condizione. Di lì a un'ora, probabilmente, sarebbe tornato al castello con un violino tra le braccia, e quello valeva ogni sforzo.

Quel sabato mattina era passato alla Gringott per prelevare un gonfio sacchetto di Galeoni; aveva atteso infatti gli accrediti delle paghette raggiungessero una somma considerevole e ora, col suo sacchettino in velluto blu tintinnante di monetine dorate stava entrando nel negozio del signor Vinaccia.
Appena varcata la soglia si guardò intorno a bocca aperta, strumenti e strumenti ovunque. Album, dischi, tamburi, archi, pianoforti, ottoni, flauti... Ogni sorta di personaggio che abitava il vasto mondo della musica, trovava la sua collocazione in quella piccola porzione di paradiso. Non poté trattenersi dal curiosare tra tutti quei strumenti, ci era stato in altre due occasioni ma ogni volta si ricominciava da zero, ogni strumento da guardare era come una giostra alla fiera, il fatto di averla provata una volta non esenta dal farlo negli appuntamenti successivi.


«Buongiorno, c'è nessuno? Sono qui per comprare un violino...»

Disse un po' titubante cercando di farsi sentire sopra le note della musica di sottofondo che inondava il negozio. Attese che il titolare o qualche commesso venisse a servirlo. Nel frattempo si avvicinò al bancone e si chinò a guardare gli archetti. Era chino con il braccio proteso lateralmente per confrontare la lunghezza del braccio con quella del modello di archetto che gli sembrava più adatta a lui quando si alzò di scatto sentendosi osservato.
Vide un volto noto: aveva visto quel ragazzo a scuola e l'aveva incrociato anche la prima, e unica volta, che si era recato alla redazione del Profeta per concordare i termini del suo servizio, sebbene in quel momento non si ricordasse il nome.

Quando il commesso gli si rivolse, Edmund si rialzò, e per l'emozione vantò più pollici di altezza di quelli che solitamente aveva, e recitò la parte ben studiata nelle ore precedente.


«Buongiorno di nuovo, sono venuto qui oggi per acquistare un violino. Cerco un modello buono da studio, manico regolare, legno possibilmente di acero della Valle Armoniosa delle Highlands e abete della Val Cangiante. Per le corde, è indifferente, ma sarebbe meglio fossero di fattura artigianale. Anche se non è di ottima fattura, l'importante abbia un suono gradevole.
Magari se ne ha più di un modello, potrei provarli...»


Il commesso molto gentilmente lo accompagnò alla relativa sezione ed Edmund passò un abbondante quarto d'ora a provare l'uno e l'altro modello. Gli mancava suonare, stringere le corde sotto i polpastrelli e misurare le arcate.

Quando fu pronto ritornò al bancone, con un'espressione evidentemente soddisfatta.


«Ho deciso, acquisterò questo modello qui.»

Disse in modo preciso e composto, appoggiando con tutta la delicatezza di cui era capace il modello scelto sul bancone del negozio; stava per silenziarsi quando si ricordò che qualcosa mancava...

«Ah già, e poi sono senza archetto, quello è compreso? Magari uno in crine di unicorno giovane, se ce l'ha! Se non fosse compreso lo compro a parte, grazie!»

Ora non restava che attendere, di lì a poco uno dei personaggi che abitava quel negozio se ne sarebbe andato con lui.


EDMUND COMPRA:

Violino del Guaritore
Archetto se non compreso

I soldini sono nel sacchetto, prelevate pure!

EDMUND ARTEMIS KNIGHT
PER ASPERA AD ASTRA
 
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view post Posted on 3/8/2022, 01:23
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Post ambientato il giorno dopo la chiusura della Sugar Weeks in on.



Durante la Sugar Weeks, Emma e Vivienne avevano ricevuto un bel po' di mance dai maghi e streghe di ogni età che erano andati lì per fare scorpacciate di dolcetti da regalare alla persona amata o per mangiarli da soli, chissà. Era stata una bella esperienza per lei lavorare insieme a Viv e gestire quella bancarella da sole, senza l'aiuto di nessuno: l'aveva fatta sentire più adulta e responsabile. Più di un viso familiare si era presentato all'iniziativa, tra cui Gwen, Camille ed Alice, persino le insegnanti di Astronomia ed Erbologia non erano mancate all'appello. La Grifondoro aveva aspettato Oliver con ansia, aveva immaginato di vederlo arrivare da un momento all'altro a portarle ancora di più il buon umore, ma non si era presentato, Emma immaginò che probabilmente il Caposcuola Grifondoro fosse stato impegnato. Per quanto ne sapeva, Oliver, non si sarebbe mai perso quei dolcetti in edizione limitata senza una buona ragione. Per questo motivo aveva deciso di andare da Evviva lo Zufolo a portargli qualcosina, così avrebbe avuto anche una scusa per stare in sua compagnia visto che in Sala Comune non riusciva mai a rimanere da sola con lui. Adorava andare a trovarlo a lavoro, quel posto le piaceva molto, avrebbe approfittato per qualche acquisto, grazie alle mance si era fatta un bel gruzzoletto.

Dopo aver messo piede nel negozio si era immediatamente recata a cercare Oliver. Questa volta non aveva esitato, si era detta che era inutile farsi prendere dall'ansia ogni volta che doveva rivolgergli la parola, doveva imparare a convivere con quello che provava per lui, anche se non era facile ci sarebbe riuscita prima o poi… e solo quando lo ebbe davanti realizzò che sarebbe stato impossibile: non si sarebbe mai abituata alla sua presenza, al suo odore, alla sua risata. Non le sarebbe mai stato indifferente.
Restò ad osservarlo per qualche istante mentre era alle prese con il lavoro, prima che il mago si accorgesse di lei. L'accenno di un sorriso le si formò ai lati della bocca, così, senza rendersene conto aveva già gli occhi lucidi e il cuore che le batteva forte, come se avesse voluto uscirle dal petto. Camminò verso di lui - Ciao Olly… - mormorò dopo averlo raggiunto. Le mancava quasi il fiato. Oliver era la persona che più di ogni altra avrebbe voluto avere vicina, eppure la sua vicinanza le toglieva il respiro fino a farla stare quasi male. Era strana quella sensazione.
Come stai?
Mi sei mancato da morire, avrebbe voluto aggiungere.
Porse verso il ragazzo il sacchetto rosa che aveva in mano - Questo è per te. Mi è dispiaciuto non vederti alla Sugar Weeks.
Ho sperato per tutto il tempo di vederti arrivare.
Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere assaggiare qualcosina… - si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio - c'è anche una tazza magica. La davano in omaggio… - continuò a giocherellare nervosamente per tutto il tempo con il bracciale che le aveva regalato Mary, senza rendersene conto - ...mi fa piacere darla a te… - sorrise, non solo con la bocca, ma anche con gli occhi. Anche con il cuore. Lui era come un arcobaleno pieno di colori che le penetrava la pelle, percorreva le vene e finiva per illuminarle il cuore.
Prima di andarsene fece qualche acquisto.
Adesso devo andare.
Non voglio andarmene via.
Lo salutò a malincuore - mi ha fatto piacere vederti.
Vorrei avere il tuo sorriso sempre con me.
Buon lavoro, Oliver.
Mi mancherai ogni secondo.

Così Emma uscì dal negozio. Se ne andò via con la roba che aveva acquistato e un milione di parole non dette.
❥ Emma Cornelia Green - 15 anni - Grifondoro - garzona di Magie Sinister



Oliver riceve:
• Confetti dell'affetto, un sacchetto (10 pezzi)
Confetto dell'Affetto
Mangiandone uno avrete la capacità per qualche minuto di sentire l'odore della persona amata o per cui provate più affetto, anche se non è accanto a voi. Utile per sentire vicine le persone a cui volete bene e che vi mancano.
• Biscotto "C'è posta per te" x1
Biscotti di marzapane ricoperti di glassa. Volete scrivere una lettera con il cuore ma non avete tempo? Mandate alla persona in questione uno di questi biscotti, dopo averlo mangiato sentirà la vostra voce nella testa che dirà quello che avreste voluto scriverle.
• Tazza Dolce Desiderio (+1 PS)
All'apparenza è una normalissima tazza, ma ha il potere di dare al liquido con cui viene riempita il sapore di qualcosa di dolce che al momento desiderate (zucchero filato, vaniglia, cioccolata calda, succo di zucca).

Emma acquista:
• Album The Hobgoblins #1
• Album di .Shey
• Piatti stordenti
• Malala Wisk #1
• Malala Wisk #2
• Celestina Warbeck #3


Edited by Miss Effe - 5/8/2022, 23:35
 
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view post Posted on 22/8/2022, 17:05
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Una passeggiata tra le vie di Londra in una calda giornata estiva aveva portato Draven fino a Tottenham Court Road. Aveva attraversato Oxford Circus a piedi, si era fermato a guardare qualche vetrina, poi, sovrappensiero, aveva superato il quartiere e si era ritrovato davanti al famoso negozio "Evviva lo Zufolo!". Non ci era mai stato prima, ma lo conosceva molto bene, era un negozio rinomato sia tra i maghi che tra i babbani. Decise di entrare a dare un'occhiata e, dopo un giro di perlustrazione tra le ultime uscite babbane, si diresse verso la sezione nascosta, quella dedicata ai celebri artisti musicali del mondo della magia. Prese qualche cd delle band che aveva avuto il piacere di ascoltare sia dal vivo che nei momenti di relax in sala comune; era assurdo che non avesse sentito prima l'esigenza di averli. Doveva assolutamente tornarci in futuro: il negozio offriva un tale assortimento di musica che fare una scelta fu più difficile del previsto. Perse la cognizione del tempo a setacciare gli scaffali, ma alla fine si diresse in cassa con una piccola - prima - selezione.
Li posò davanti a sé, accennando un saluto al Grifondoro che riconobbe dietro il bancone.


Prendo questi, grazie.
Sì, sarebbe sicuramente tornato a prendere altri cd. Quel posto emanava una bella energia.


Dravenino acquista:
• The Sound Of Silence, Glenda Chittock
• On The Highway Of Reborn, The Hobgoblins #1
• The Skull In A Box, Skull&Roots
• The Secret God Has Got You, Skull&Roots #1
• Siamo Figli Di Salazar, Mago Di Oz
 
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view post Posted on 12/9/2022, 10:45
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Evviva lo Zufolo » Londra
Edmund Knight
Capitava, di tanto in tanto, di ritrovarsi invischiati maldestramente nei sortilegi adoperati per diversi strumenti musicali: coppie di flauti magici lanciati all'impazzata tra un volo e l'altro, lire amorose capaci di far impazzire il cuore d'ogni visitatore, ultimamente perfino un pianoforte con il malocchio che aveva procurato una serie di sfortunati eventi per tutto lo store londinese. Il più delle volte, bisognava ammetterlo, la colpa ricadeva precisamente sul proprietario – Mr Vinaccia era un mago un po' su di giri, la testa spesso tra le nuvole, con una spiacevole tendenza a voler fare tutto da sé. Pur stregone da moltissimi anni, con un diploma che aveva strappato per il rotto della cuffia, non vantava tuttavia la giusta concentrazione quando si trattava d'incantare gli strumenti magici.
Non sempre, perlomeno. Quel giorno, tanto per cambiare, le radio dei reparti principali risultavano fuori controllo: la frequenza di Radio Strega Network, tappa fissa per la musica del mondo magico, strideva con intervalli di voci che non appartenevano affatto ai noti cantanti. Stralci di conversazioni private, in effetti, s'intrecciavano alle melodie di Celestina Warbeck, Emily Vannet e il Vampiro Baritono, in un connubio che in principio aveva incuriosito tutti, e che nel corso delle ore aveva poi cominciato ad essere estremamente... fastidioso. Oliver avrebbe giurato che vi fosse lo zampino del capo, poco ma sicuro. A malincuore, allora, non poté cogliere fin da subito la voce dell'ultimo visitatore presso lo store; in sottofondo una vecchietta elencava, a ritmo di musica, le migliori soluzioni di Solvente di Nonna Acetonella – come evitare l'incrostazione da uova di doxy, come disinfestare il giardino dagli gnomi, perfino come pulire il vetro a colpo di bacchetta. Non ne poteva più, l'arrivo di Edmund in effetti giunse come una benedizione. A passo affrettato, poté così raggiungerlo.
«Eccomi, perdonami. Oggi abbiamo un problema con un sortilegio, forse più una fattura...» Buona prima impressione, no? Cercò di stemperare tutto con un sorriso gentile, catturando un'impronta ben familiare dal volto dell'altro. La richiesta, in ogni caso, giunse molto nitida – un violino con legni singolari e, di lì a breve, un archetto altrettanto significativo. Apprezzava molto quando i clienti mostravano d'aver idee precise, e tentò così di ottenere la scelta migliore. Nel tempo che lasciò all'altro, nel reparto dedicato agli strumenti adatti, Oliver cercò Mr Vinaccia – in parte per invitarlo nuovamente a sistemare il suono assordante, per fortuna già diminuito con alcuni incantesimi bene assestati; in parte per domandargli la giusta soluzione per i legni ricercati dal cliente. Vi erano alcuni strumenti lavorati finemente proprio nei confini indicati, i modelli che subito dopo indicò l'altro avrebbero potuto rappresentare la soluzione perfetta.
«Lungo questi scaffali trovi i violini con le caratteristiche più simili a quelle richieste, in generale posso confermare che ciascuno dei nostri strumenti sia di ottima fattura, tutti prodotti artigianali scelti accuratamente dallo store. Per di più, quello che stai considerando è chiamato il Violino del Guaritore.» Lasciò che il nome cadenzasse una pausa veloce, guidando verso una zona meno trafficata e più tranquilla in negozio. «Si tratta di uno strumento incantato, è un autentico toccasana con effetti curativi, in particolare per la sfera psichica. Davvero ottimo, aggiungo i miei complimenti.» Parlò con sincerità, recuperando nel frattempo un paio di spartiti con una chiave di violino in prima pagina e note animate magicamente da un punto all'altro. Vi aggiunse una custodia in pelle, attirata ad un colpetto di bacchetta: il violino poté essere accolto dolcemente.
«Per l'archetto temo sia difficile ottenerne uno con crine di unicorno, è tutto per le fabbricazioni di Olivander» scherzò rapidamente. «Ma l'archetto è compreso ed è altrettanto pregiato, non avrai problemi. Aggiungo questi spartiti in omaggio, sono musiche per violini di cantanti come Malala Wisk e il Vampiro Baritono, più alcune indicazioni. Consiglio in effetti di tornare per i loro album, sono molto belli.» Con il totale di ventiquattro galeoni, alla fine, si premurò così di affidare tutto e salutò con un ultimo sorriso di ringraziamento.
Alla prossima, tentò di aggiungere. Le radio, tuttavia, non aiutavano affatto.

Torna presto, Ed *fru
Totale 24 Galeoni

***


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Evviva lo Zufolo » Londra
Emma Green
Non aveva mai sofferto l'Inverno così intensamente come quell'anno, pur nell'atipica stagione che sferzava i confini britannici. Percepiva continuamente freddo, brividi tanto sinistri da spingerlo ad adoperare la stregoneria per ogni soluzione immediata – schiere di fiammelle di blu e d'arancio lo inseguivano come fate scintillanti, accostandovisi nel tepore che leggermente concedevano. Cappotti, felpe pesanti, scarponi da montagna, tutto vestiva il corpo nel miglior modo possibile, eppure... tremava. Aveva pensato di fare tappa presso l'Infermeria di Hogwarts, affidandosi in quel modo ad un intervento di certo più rapido ed efficiente di un paio di incantesimi alla rinfusa; un po' per il timore ancestrale che viveva in quei luoghi, un po' per ostinata reticenza, non aveva mai portato a termine l'idea. Procedeva così, giorno dopo giorno, rinnegando sempre più i momenti di condivisione perfino con gli affetti preziosi: non ricordava quando fosse stata l'ultima volta ad aver giocato una partita a scacchi con i concasati, non avrebbe neanche saputo dire quando avesse pranzato o cenato con gli altri amici. Non metteva piede in Sala Grande da settimane, in una dieta consistente in sandwich, fette di torta e pasticcini che di tanto in tanto Penny ed Herbelia gli portavano in dormitorio. Non aveva fame, non aveva sonno, aveva soltanto freddo.
Sapeva, nel profondo, che si trattasse di qualcosa più grande di lui. Gli bastava interrogare il tempo per accorgersi che vi fosse altro in arrivo, e forse era quella la base d'ogni diniego compiuto. Cercava la solitudine, pur di non incrociare il volto di chi amava, pur di evitare che il futuro s'incastrasse terribilmente in pericolo. Se fosse rimasto tra sé, si ripeteva, non avrebbe inseguito il rischio – taceva il dolore più vivido dell'ultimo periodo, nascosto come spettro nella Torre di Godric.
Perfino a lavoro, nelle poche ore che aveva ritagliato per lo store londinese, lasciava via libera ai colleghi. Nessuno sembrava aver notato quanto fosse distante in quel periodo, e forse andava bene per tutti. Mentre .shey cantava la lingua delle fate, tuttavia, il cuore poté cogliere in anticipo il battito perduto del cambiamento – vide Emma ancor prima del tempo, e il passo d'ingresso allo store colorò il primo, forse unico sorriso di un'intera settimana. Cercò il suo arrivo tra le trame prossime, lasciando che le fiammelle notturne brillassero fiocamente, altrove, oramai lontane.
«Ciao, Emma» salutò così, dolcemente. Somigliò ad un sospiro, il soffio del vento d'inverno che s'acquietava dopo la tormenta. Non credeva d'aver mai sentito la nostalgia spezzargli il cuore come quella volta – la certezza di non aver incrociato il volto dell'altra per così tanto tempo, distaccato com'era, mutò rapidamente nell'oggettiva, peggiore punizione per lui. Sul proprio viso s'esprimevano i segni della solitudine, dell'insonnia, della difficoltà d'animo – fermò il brivido di freddo che coinvolse le mani, e si gettò a capofitto nella richiesta della concasata. Piatti stordenti, un album, un altro, un altro ancora, copertine variopinte che catturavano note splendenti. L'ultimo disco, Fighting Against The Dark di Malala Wisk, gli sembrò brillare d'una patina opaca, stretto tra le proprie mani. Non avrebbe saputo spiegarne il motivo, eppure viveva la sensazione – in parte temuta – che vi fosse altro, al di là del volto un tempo gioioso della cantante. Portò tutto al bancone, nuovamente, lasciando che un pacchetto leggero, sulle tinte d'inchiostro, accogliesse ogni articolo... ad eccezione dell'ultimo album.
«Mi dispiace tantissimo non essere riuscito a passare.» Sugar Weeks, l'iniziativa di San Valentino, era stato un campanello che mai, mai avrebbe perduto in altre circostanze. In dormitorio, in Sala Comune, ovunque ne aveva sentito parlare, e lui per primo avrebbe fatto di tutto per non mancarvi, com'era sempre stato – goloso di natura, senza dubbio, ma soprattutto vicino com'era alle concasate che avevano organizzato tutto. Avrebbe voluto spiegare, tornare indietro... il peso di una sofferenza, invece, trattenuta a stento. Oliver sapeva di non meritare i doni della concasata – il sacchetto di confetti, il biscotto postale di cui aveva sentito tanto parlare, perfino la tazza che aveva adocchiato sul comodino di altri Grifondoro. Non poté esprimere il giusto ringraziamento per tutto quello, non credeva che il cuore fosse ancora pronto. Accolse tutto tra le mani, in modo delicato, portando la tazza infine al petto. Quando tornò sul volto di Emma, si catturò in lui l'ombra sorridente di chi era stato.
«È il regalo più bello che potessi farmi. Grazie, Emma.» Non abbandonò la Tazza del Desiderio neanche una volta, né nella conta degli articoli né nella conclusione del pagamento di diciotto galeoni. L'ultimo album, infatti, passò dalla mano libera a quelle della concasata.
«Per perdonarmi, e perché sei parte di me.»
Poco dopo, in solitaria, il caffè bollente versato nella tazza ricevuta in regalo gli lasciò un gusto diverso, sull'effetto magico che lo condizionava. Qualcosa che ricordava il sapore dei cookies, e del cioccolato, e delle torte di glassa verde, e della menta piperita. Il ricordo del Grinch Festival, tutto tra lui ed Emma, lo accompagnò fino a tardo pomeriggio, tanto da riscaldare il cuore.

Piatti stordenti (10 Galeoni)
.shey, Lingua di Fata (2 Galeoni +1 PS)
The Hobgoblins #1, On The Highway of Reborn (2 Galeoni +1 PS)
Malala Wisk #1, Struck by Wave (2 Galeoni +1 PS)
Malala Wisk #2, Fighting Against The Dark (2 Galeoni +1 PS)
Celestina Warbeck #3, Once Upon A Time (2 Galeoni +1 PS)
Totale 20 18 Galeoni


***


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Evviva lo Zufolo » Londra
Draven E. Shaw
Mancava pochissimo all'uscita dell'album d'esordio de I Figli del Sole, e lui non vedeva assolutamente l'ora. Dall'annuncio della partecipazione al Ballo del Solstizio, al Castello di Hogwarts, il nome della band più originale del periodo aveva fatto letteralmente il giro del paese – la frequenza radio era oramai in visibilio, Glenda Chittock annunciava ripetutamente grandi sorprese sul panorama musicale. I commenti riguardo alla band erano variegati, bisognava ammetterlo: alcuni sostenevano che fossero musicisti d'avanguardia, altri che puntassero semplicemente ad effetti scenici piuttosto vistosi, altri che avessero un talento magico ancor prima che canoro. In un caso o nell'altro, avevano attirato l'attenzione pubblica, e tanto bastava per ricevere richieste continue allo store londinese: chi desiderava essere aggiornato in anticipo, chi prenotava il primo album, i gufi arrivavano da giorni in modo tanto sfrenato da aver spinto Mr Vinaccia – il proprietario – a realizzare una schiera di sortilegi disillusori lungo l'intera porta d'ingresso (i poveri babbani, d'altronde, non avrebbero capito di certo). Da parte propria, Oliver seguiva la scia d'entusiasmo dei più: ticchettava ripetutamente, talvolta anche troppo, sulle radio in esposizione tra gli scaffali del negozio; appena coglieva un cenno alla band, prendeva appunti letteralmente sul piccolo taccuino che portava con sé, nel taschino della camicia azzurra. Sarebbe stato il primo a scrivervi un articolo, l'esclusiva non poteva che essere della Gazzetta del Profeta.
«Buongiorno, arrivo subito.» Salutò gentilmente l'ultimo cliente, riconoscendolo subito come il Prefetto Serpeverde. Di lì a breve gli album si accostarono in una cornice coloratissima, le immagini di cantanti, band e figure stilizzate in copertina; sistemò tutto in un sacchetto di carta, animato da note magiche e brillanti, finché non concluse con la somma di dieci galeoni in totale.
«Consiglio di ascoltare prima gli Skull & Roots e poi The Hobgoblins, scoprirai che i primi abbiano ispirato i secondi, anche se sono stati scoperti in seguito. E poi questo...» Sollevò l'ultimo album, Siamo Figli di Salazar, prima di porlo a sua volta nel contenitore. «Potrà farti compagnia nelle ronde notturne.»
Con un ultimo sorriso cordiale, salutò e tornò nuovamente alla ricerca.

Glenda Chittock, The Sound Of Silence (2 Galeoni +1 PS)
The Hobgoblins #1, On The Highway of Reborn (2 Galeoni +1 PS)
Skull & Roots #1, The Secret God Has Got You (2 Galeoni +1 PS)
Skull & Roots #2, The Skull In A Box (2 Galeoni +1 PS)
Mago Di Oz, Siamo Figli Di Salazar (2 Galeoni +1 PS)
Totale 10 Galeoni

 
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view post Posted on 27/10/2022, 18:47
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Camille Donovan



Terminati gli acquisti per il Quidditch – e con un massiccio peso in meno sullo stomaco –, lascio Diagon Alley e mi dirigo in tutt’altra zona della città. Una zona che conosco piuttosto bene, verso un luogo che sa di casa. Sa di casa perché vi trovo sfogo ad una delle mie passioni, lì il tempo non esiste quando una melodia dolce ti abbraccia, e inoltre il commesso è un amico a cui tengo molto.
Prima, però, faccio una piccola deviazione. Non ci metto tanto, giusto quindici minuti. Sono sul marciapiede, ho appena imboccato nuovamente la via giusta a passo svelto. Lo sguardo distratto è rivolto verso il basso per schivare una lastra malmessa, per un istante perdo di vista le persone che mi scorrono davanti. Ed è proprio in questo brevissimo lasso di tempo che una voce mi fa sobbalzare:
«Volantino?»
Osservo con aria intontita la ragazza dai capelli corvini che mi ha rivolto la parola, quasi le sbattevo contro poveretta.
«Scusami dico di getto «Un volantino? Ma certo.» lascio che me lo porga, dopodiché con un gesto gentile del capo la ringrazio e lo prendo. Mentre mi allontano, rigiro il foglio dalle trame tetre tra le mani, a quanto pare è prevista una festa per Halloween dall’altra parte di Londra. Interessante, magari potrei farci un salto. Lo infilo poi in tasca, ci avrei riflettuto su più tardi.
Finalmente arrivo al negozio successivo – l’ultima tappa della giornata –, basta questo per regalarmi del genuino buonumore. Varco la soglia e mi perdo fin da subito nella musica che aleggia nel locale accogliente. In automatico mi aggiro per un po’ nel reparto dischi al piano terra, in attesa che la folla scemi un minimo. Me la prendo con calma, anche se in realtà la mia scelta è mirata stavolta. Recupero i due album che hanno attirato la mia attenzione sin da quando ho letto la notizia sulla Gazzetta, recandomi con essi al bancone.
«Oliver!» un sorriso è già dipinto sul mio volto «Lo sai che ti sono sempre grata per le recensioni?» gli mostro i cd che stringo tra le dita della mancina, l’implicito riferimento al suo recente articolo.
«Prima del dovere, però….» vado a poggiarli con delicatezza sulla superficie di fianco a me, assieme ad un sacchettino che scivola dalla destra «…spero tu possa concederti una meritata pausa.» apro quest’ultimo, in modo che l’altro possa dare un’occhiata «Non so se sono degni di quelli dei coniugi Flume, ma l’aspetto è decisamente invitante.» al suo interno ci sono paio di muffin al cioccolato con crema di pistacchio, il motivo per cui ho deviato in una pasticceria qualche civico più indietro. Non ho resistito al profumo e sono entrata.

Hufflepuff Prefect | 15 y.o


Insomma, avevo promesso che passavo per quei CD ed un salutino :fru: :<31:

Camille acquista:
- Zenit & Nadir – Figli del Sole (4 G) :*-*:
 
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view post Posted on 31/10/2022, 19:50
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CeUhlVA
Evviva lo Zufolo » Londra
Camille Donovan
I Figli del Sole avevano portato un'ondata innovativa nel panorama musicale, oramai era un dato di fatto: il modo in cui armonizzavano le voci pur senza pronunciare parola, il connubio degli strumenti leggeri di corda e di lira, soprattutto il canto unanime di chi incontrava l'altro in un viaggio quasi onirico, tutto assicurava successo per la band musicale. In prima pagina sui giornali del mondo magico, in effetti, i sei artisti conquistavano il cuore, l'attenzione e la passione dei più. Radio Strega Network annunciava un'intera serata di recensioni della coppia d'album già in uscita negli store del paese, confermando la presenza di ospiti del calibro di Glenda Chittock, Emily Vannett e lo stesso Vampiro Baritono. Non c'era frequenza che non vertesse sulle loro canzoni, in un'atmosfera illusoria che attirava più maghi e streghe e che, curiosamente, offriva l'impressione d'essere chissà dove – un altro mondo, forse altro tempo. Alcuni già sostenevano di ritrovare I Figli del Sole come finalisti dell'imminente premio canoro, il Fwooper d'Oro. Pur prematura che potesse apparire, l'idea aveva sfiorato anche Oliver. C'era qualcosa di originale, di certo sorprendente e mai conosciuto prima d'allora: perfino i titoli dei brani dei dischi d'esordio, in tal senso, trattenevano la fantasia d'oltremondo – i nomi in una lingua antica, il collegamento con le pratiche spirituali, l'intima predisposizione all'ascolto della natura e tanto, tanto altro. Colpiva nel profondo.
«Hey, Camille» salutò così, di scatto, nel sorriso genuino che già illuminava il volto. Impossibile non riconoscere fin da subito la persona ch'era di fronte, una parte di lui – doveva ammetterlo – l'aveva attesa fin dall'inizio. Gli bastò un attimo per tornare indietro nel tempo: una quercia secolare, una pira di fuoco sacro, un incantesimo sotto le stelle. Il Ballo del Solstizio era volato via in un attimo, eppure gli sembrava che avesse lasciato un'impronta ben più profonda.
«Non ci crederai, ma ti aspettavo.» Continuò con sincerità.
«Mi hai salvato, grazie davvero. Il mio capo ha ben pensato di privarci d'ogni pausa oggi. Siamo in attesa dell'annuncio del tour degli Skull & Roots.» Il sacchetto di dolcetti, sul bancone, gli sembrò un dono infinitamente prezioso (complice il fatto che fosse stato inaspettato, senza dubbio, e che fossero pasticcini al pistacchio). Con gentilezza, si affrettò a recuperare una scatola da uno dei cassetti più vicini: di legno, in raffigurazioni stilizzate di sole, i cui raggi s'univano in riflessi dorati a formare la scritta Zenit e Nadir, proprio della band del momento.
«Hai già scelto gli album, ma questi sono autografati.» Ammiccò, divertito.
«Ne abbiamo pochissime copie e di solito le vendiamo con un sovrapprezzo, ho conservato però questi per te. Acqua in bocca e corri via.» Scherzò rapidamente, offrendo così la possibilità all'altra di sostituire gli album con quelli firmati. Erano identici, con le firme splendenti sul frontespizio colorato. Con il pagamento dei galeoni, copie autografate o meno, concluse di nuovo in un ringraziamento per i dolcetti e la promessa di ritrovarsi presto.
 
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view post Posted on 1/11/2022, 03:47
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PHOEBE HALLIWELL - RAVENCLAW PREFECT ~ THIRD YEAR - 17 Y.O.Aveva saputo da alcuni suoi concasati e da alcune sue concasate che a Londra vi era un meraviglioso negozio di musica, dove si potevano acquistare fantastici strumenti musicali, ma anche gli album migliori dei cantanti e delle band magiche in voga al momento. Le Sorelle Stravagarie. Celestina Warbeck. Malala Wisk. .shey. i figli del sole. Quanto talento musicale! Si diceva ci fosse davvero l'imbarazzo della scelta, chiunque avrebbe potuto confermarlo. Cosa in fondo si poteva desiderare di più? Dunque, perché non farci un salto?
Quello si stava mostrando come uno dei tanti pomeriggi placidi e uggiosi di fine ottobre. Fuori, la presenza di qualche nuvola oscurava il cielo, altrimenti terso, rendendolo un po' grigio. Tuttavia, non era una novità in quel di Londra. Quella città si vedeva spesso, soprattutto in quel periodo dell'anno, bersagliata da un clima non sempre favorevole. Eppure, quel pomeriggio, nonostante le nuvole in cielo, non sembrava affatto che si sarebbe messo a piovere. Fuori, il tempo era strano e sembrava quasi non aver idea di quale direzione prendere. In fondo, come in qualunque giornata di fine ottobre. O quasi. Ormai Phoebe era abituata a tutto questo.
Quel pomeriggio aveva deciso di passare al negozio di musica, Evviva lo Zufolo!, e di spendere qualche galeone acquistando qualche album. Aveva già scartato l'idea di comprare anche uno strumento musicale; per quanto adorasse alla follia la musica, sentiva di non avere alcuna abilità nel suonare. Non si era mai approcciata ad un pianoforte o a un violino, era vero, tuttavia per il momento non ne sentiva l'esigenza. Magari, in futuro avrebbe considerato l'idea.
Si fermò un istante sul marciapiede che l'avrebbe condotta fino al negozio. Una marea di pensieri prese ad affollare la sua mente. mentre alcune persone andavano e venivano lì accanto. Sì, sarebbe tornata dal negozio con qualche album. Riprese a camminare accorgendosi subito dopo di essere vicina alla meta. Pochi passi la separavano dall'Evviva lo Zufolo! Accorciata la distanza si trovò di fronte alla sua insegna.
Vi entrò. Un piacevole e delicato stile retro subito l'accolse, seguito qualche istante dopo da un'elegante musica soffusa. Phoebe prese subito a guardarsi attorno. Diversi strumenti musicali facevano bella mostra di sé. No. Per quanto la tentazione fosse alta, sentì non fosse il caso fare ritorno con uno di quelli. Si avvicinò così alla gigantografia di Celestina Warbeck, attraverso la quale poté poi raggiungere una ascensore, che l'avrebbe condotta ai quattro piani inferiori dedicati al mondo della musica magica. Era tutto così fantastico. Non riuscì proprio a fare a meno di rimanerne estasiata. Piano piano, diversi minuti dopo, riuscì a trovare tutto ciò che era di suo interesse. Con gli album tra le mani, in seguito per raggiungere il bancone del commesso. Suo malgrado non rimase per nulla sorpresa di trovare Oliver dietro alla struttura lignea. La Corvonero non era mai stata lì, all'Evviva lo Zufolo!, però aveva sentito dire in giro per il Castello che ci lavorava proprio l'ex Caposcuola Grifondoro. Sicuramente, per lui, invece, sarebbe stata una sorpresa trovare lei come cliente.
Ciao, Oliver! È un negozio fantastico, meraviglioso. Dico davvero. Wow, complimenti.
Esordì con sincerità per poi proseguire mostrando l'occorrente che aveva intenzione di comperare.
Sì, ehm... Ecco. Prendo questi, ti ringrazio. Quanto ti devo?
Una volta saputo il costo del suo acquisto, avrebbe pagato - aggiungendo due galeoni di mancia, e ringraziato di nuovo. Infine sarebbe uscita con gli album appena acquistati.

EVVIVA LO ZUFOLO!



Heylà! Phoebe acquista:

Sorelle Stravagarie#1 - Weird, The First (2G)
Sorelle Stravagarie#2 - Magic Works (2G)
Celestina Warbeck#1 - Cuore Riparato (2G)
Celestina Warbeck#2 - You Stole My Cauldron, But You Can't Have My Heart (3G)
Celestina Warbeck#3 - Once Upon A Time (2G)
Malala Wisk#3 - Armocromia (3G)
Glenda Chittock - The Sound of Silence (2G)
.Shey - Lingua di Fata (2G)
Figli del Sole - Zenit (2G)
Figli del Sole - Nadir (2G)

Se non ho sbagliato a fare i conti, il totale dovrebbe essere di 22G. Aggiungiamoci anche 2G di mancia! :fru:
Grazie mille! :flower:


Edited by » Phoebe ° - 1/11/2022, 15:03
 
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view post Posted on 2/11/2022, 21:35
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Evviva lo Zufolo » Londra
Phoebe Halliwell
Now that she's back in the atmosphere / With drops of Jupiter in her hair. Un motivetto intrigante, di voce limpida e di chitarra in sottofondo, scivolava lungo le radioline colorate – tinte pastello, tutte in fila – di uno e più scaffali dello store. Sintonizzavano una frequenza che non apparteneva al panorama musicale magico, Oliver avrebbe potuto giurarlo, ma che affascinava di tanto in tanto i clienti che passeggiavano nei dintorni. Era un canto nuovo anche per lui, tutto sommato. Il ritmo volgeva in fantasie di corde e forse in qualcosa di più – gli sembrava di catturare il sospiro delle percussioni, forse l'armonia di un pianoforte di base. C'era bellezza, nel brano. Al punto da offrire ispirazione: il taccuino di fiducia già sul bancone, una piuma carezzata tra pollice e indice, Oliver scribacchiava alcune righe, un po' sovrappensiero. Poteva trattarsi dell'accenno di una canzone originale oppure, più probabilmente, dell'ennesima pagina strappata e gettata alla rinfusa alle sue spalle, in un cestino già traboccante di carte d'api frizzole. Non ricordava quando fosse stata l'ultima volta, in effetti, ad aver ritagliato tempo per la musica – in modo sciocco avrebbe potuto sottolineare che il lavoro part-time allo store facesse già la differenza, ma intendeva qualcosa di più personale. Non scriveva canzoni da così tanto, e forse non avrebbe mai saputo riprenderne la verve d'una volta. Ad un'altra parola tracciata via, uno scatto feroce d'inchiostro e di carta, la nostalgia poté nuovamente fare breccia nella memoria spensierata del tempo ch'era stato: i balli scolastici, le feste di divertimento comune, tutto gli apparve d'un tratto estremamente lontano.
The best soy latte that you ever had, and me? Il brano alla radio tratteneva l'ironia del momento, strappandogli in ogni caso un sorriso. Non avrebbe concluso nulla, lo sapeva. Chiuse il taccuino in uno scatto leggero, ticchettando sulla superficie e sigillando la boccetta d'inchiostro che vi era accanto. Il post-it azzurrino, sulla custodia in pelle di un flauto, gli ricordò di dover affrettarsi per la sistemazione degli ultimi strumenti arrivati. Una voce familiare, per fortuna, cambiò ogni programma.
«Ciao, Phoebe.» Salutò subito, riconoscendo l'altra in un battito di ciglia. Non credeva d'averla mai ritrovata allo store musicale, perlomeno non in uno dei suoi turni – si scoprì allora di gran lunga contento della visita, ma ancor più della scelta. Phoebe, infatti, non si era risparmiata: uno, due, tre e tanti, tanti altri album occuparono ben presto il bancone. Nei colori scintillanti di cantautori, band e titoli in copertina, i dischi – tutti animati magicamente – risultavano veramente bellissimi.
«Ti ringrazio davvero. Sembrerà banale, ma è per via della musica. C'è così tanto da scoprire e di certo sei sulla strada migliore.» Scherzò gentilmente, con un sorriso. Cominciò allora a sistemare i vari album in una confezione pergamenata, appena decorata da chiavi di violino in riflessi dorati.
«Sono tutte scelte incredibili, consiglio però di iniziare con i cantautori più moderni, da .shey ai Figli del Sole, puntando poi a brani più intensi e introspettivi come Armocromia di Malala Wisk. Se poi questo stile più lirico ti piacerà, torna presto così ti consiglierò altri cantanti.» Con il pagamento di ventidue galeoni, concluse velocemente per poi ringraziare vivamente per la mancia: un sorriso felice, in effetti, accompagnò le ultime battute finché non si premurò di recuperare un sacchetto di cioccolatini.
«Sei stata gentilissima, grazie. Questi sono DiscoPops, è un omaggio.»
Non aggiunse altro, anche solo un assaggio avrebbe svelato l'incantesimo. Nel saluto finale, allora, colse una pralina da un altro sacchetto: ne aveva sempre uno di scorta, la voce di Celestina cantò subito dopo solo per lui.

Tutto corretto, grazie ♥ Alla prossima!
 
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view post Posted on 15/11/2022, 23:31
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Emma stava girovagando per le strade di Londra, era un weekend di Novembre e si trovava in compagnia di Cam. Queste te le manda Mitchell, le ha raccolte vicino casa - aveva detto l'uomo, porgendo alla strega un mazzetto di margherite di campo. La Grifondoro aveva sorriso avvicinandole al naso, odoravano di terra, nessun odore in particolare se non quello di casa. Se le mise nella tasca posteriore dei pantaloni, in modo che fosse in bella vista solo la parte superiore, qualche petalo bianco si era staccato accidentalmente finendo per planare verso terra. ringrazialo da parte mia. Mi sarebbe piaciuto vederlo - ammise con una nota di tristezza nella voce flebile. Il lavoro di cuoco gli toglieva un sacco di tempo, ma lui adorava stare in cucina a preparare prelibatezze e dare ordini ai sottoposti: la strega sorrise immaginandolo all'opera. Prima o poi, il rosso, avrebbe sicuramente realizzato il suo sogno di diventare chef.
Cam era stato molto contento quando Emma gli aveva mandato un gufo chiedendogli di accompagnarla a fare spese nella capitale. Tra l'altro, il mago era molto orgoglioso del fatto che sua nipote provvedesse a guadagnarsi un po' di galeoni per conto suo, anche se non aveva apprezzato molto che la strega avesse abbandonato le mura sicure di Mielandia per passare alle strade lugubri e pericolose di Nocturn Alley. Da ragazzo aveva bazzicato pochissime volte tra quelle strade buie, mentre sua nipote sembrava apprezzare molto il negozio di Sinister. Cam non riusciva davvero a capire il perché, non si era mai fidato del proprietario e si preoccupava molto per lei. Ma ovviamente non c'era stato verso di farle cambiare idea, Cam si era ormai rassegnato al fatto che la sua giovane nipote fosse molto più coraggiosa di lui.
I due si stavano dirigendo da Evviva lo Zufolo, uno dei negozi preferiti da Cam, come anche di Emma: ma per motivazioni ben diverse. La tracolla della ragazza conteneva qualcosa di prezioso, lo considerava tale non per l'oggetto in sé, ma perché era un dono per Oliver. Natale era ancora lontano, non era nemmeno il suo compleanno, ma dove stava scritto che per fare un regalo doveva per forza esserci una ricorrenza? La strega aveva pensato a lui non appena da Magie Sinister erano arrivati degli articoli in edizione limitata, quindi sicuramente il mago non possedeva nessuno di quegli oggetti. Gli avrebbe fatto piacere, Emma ne era sicura.
Una volta raggiunto il negozio, la Grifondoro spedì Cam nel reparto cd per poter raggiungere Oliver: non voleva dargli il regalo in presenza di suo zio, altrimenti l'uomo l'avrebbe sicuramente tempestata di domande e le avrebbe fatto fare brutte figure davanti al Grifondoro. Approfittando della situazione, si diresse velocemente verso il ragazzo, mentre lo zio era tutto preso dal reparto cd. Lo aveva avvistato, ma prima di raggiungerlo sfilò una margherita dalla tasca e la mise sul piccolo pacchetto da consegnare a lui. Non appena lo aveva visto, il suo cuore aveva cominciato a fare le capriole, non si sarebbe mai abituata alla sua presenza. Diede un'occhiata a Cam per assicurarsi che fosse ancora lì e dopodiché andò verso il concasato che probabilmente non si era ancora accorto di lei. Olly… - esordì puntando le proprie iridi nelle sue - come te la passi? - chiese abbassando lo sguardo. Le risultava sempre difficile sostenere i suoi occhi.
Dopo aver ascoltato la risposta del ragazzo, la strega gli avrebbe dato il piccolo pacchetto e la margherita. Sono arrivati alcuni articoli in edizione limitata da Sinister e ho pensato di portartene uno… - fece spallucce - spero ti piaccia.
Emma, eccoti finalmente! - esclamò qualcuno alle sue spalle.
La voce di Cam le fece gelare il sangue nelle vene.
Si voltò lentamente sperando di non pentirsi di avergli proposto di accompagnarla a fare compere lì. Ehi… - farfugliò - ero qui a scambiare due chiacchiere con il mio amico… - si voltò di nuovo verso il ragazzo con una velata disperazione negli occhi - Oliver… lui è zio Cam… - spostò lo sguardo sull'uomo - zio Cam… lui è Oliver.
Il mago abbandonò sul bancone un paio di cd e porse la sua mano paffuta al Grifondoro - piacere! - esclamò. Se il giovane mago avesse deciso di porgergli la mano a sua volta, Cam gliel'avrebbe stretta calorosamente. Emma sorrise spontaneamente a quella scena, ma quel sorriso si spense con la stessa velocità con cui aveva preso vita. E' lui l'Oliver di cui scrivi il nome dappertutto e di cui farfugli sempre nel sonno? - fece alla nipote un occhiolino di intesa. Si rivolse poi al ragazzo con la confidenza di due amici di vecchia data - sai, Emma parla nel sonno e mi capita di sentirla spesso durante i suoi monologhi notturni.
Se al mondo fosse esistita una scuola dove insegnassero a mettere in imbarazzo le proprie nipoti, probabilmente Cam ne sarebbe stato il preside. Non soddisfatto si avvicinò all'orecchio della Grifondoro - tesoro, il tuo amico... - fece il segno delle virgolette con le mani - è veramente carino - cercò di tenere il tono di voce basso come se Oliver non potesse sentirlo comunque da quella distanza così ravvicinata. Il viso di Emma negli ultimi minuti aveva cambiato colore più volte, alternandosi tra il bianco latte ed il rosso fragola. Zio… lui è a un passo da noi… non è sordo e nemmeno cieco… - mormorò imbarazzata come mai nella vita. Avrebbe voluto semplicemente sprofondare sottoterra e vivere lì sotto per il resto dei suoi giorni.
Suvvia, tesoro! Non ho detto nulla di male - si rivolse di nuovo a Oliver - dovresti venire a pranzo da noi qualche volta… - cominciò a dire entusiasta - ...il mio compagno prepara dei manicaretti così buoni che riporterebbero in vita un morto!
Adesso basta zio. Si sta facendo tardi… dobbiamo andare! - cercò di spingerlo via verso l'uscita: doveva portarlo via di lì o non avrebbe mai più smesso di parlare. Con entrambe le mani dietro la schiena dell'uomo, nel tentativo di guidarlo verso la porta, la Grifondoro si voltò verso Oliver, mortificata, sicuramente Cam aveva messo in imbarazzo anche lui.
Mi dispiace un sacco… mio zio è logorroico e non si rende conto di quello che dice… - si avvicinò di nuovo al bancone - ah stava per dimenticare i soldi per i cd… - prese una manciata di galeoni dalla tasca e li diede al ragazzo - dovrebbero bastare… tieni pure il resto… e scusaci ancora.
Fece per andarsene, ma si voltò un'ultima volta - per quanto riguarda l'invito a pranzo o a cena, beh… quello vale, se ti fa piacere.






Spero che Oliver possa perdonare Cam e i suoi modi inappropriati♡

Emma acquista un paio di cd, scegli tu quali… e tieni un galeone di mancia!

Nel pacchetto, Oliver troverà il Bracciale "Snasi Fratelli"
+4 PM - gli snasi sono creature rinomatamente attratte da tutto ciò che luccica. Questo bracciale è stato creato seguendo i riti degli antichi maghi che traevano la forza e l’essenza delle creature sfruttando le loro ossa e membra per creare elaborati artefatti. La particolarità che lo caratterizza è che il bracciale è montato unendo tutti i più piccoli ossicini di due snasi fratelli, indossandolo si aumenta la propria audacia e fortuna.


Alla prossima figuraccia♡
 
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view post Posted on 17/1/2023, 18:20
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Evviva lo Zufolo » Londra
Emma Green
This one's going out to all the lovers out there / Hold each other tight. La voce di Wagtail Myron era ineguagliabile, a dispetto di numerosi cantanti di talento nel mondo magico. Era il modo in cui sfidava le corde vocali nella tonalità bassa, quasi rauca, a renderla unica (e non soltanto nel suo genere). Graffiava le parti salienti, sfumando ripetutamente le ultime sillabe come ad aspirare un tiro di sigaretta – l'ultima metafora, doveva ammetterlo, saltava direttamente da una vecchia intervista di Radio Strega Network. Sarebbe stato sciocco collegare il successo delle Sorelle Stravagarie esclusivamente al cantante solista, bastava ascoltare i giri di corda di McCormack oppure la malinconica declinazione di Merton al violoncello. Eppure... Myron era su tutt'altro livello, senza dubbio. Pur atipico come stile musicale per Oliver, ne era stato affascinato fin dal primo ascolto. Quando capitavano alla radio, i brani delle Sorelle Stravagarie sapevano strappargli immediatamente un sorriso. Magic Works, poi, aveva un ché di sorprendente, che gli permetteva di fare un salto indietro nel tempo – gli ricordava le sere d'inverno in cui improvvisava spettacoli imbarazzanti di fronte il camino, quand'era bambino. Gli ricordava un tempo diverso, cullato dalla spensieratezza. Chiuse gli occhi, trasportato altrove.
«Emma» Chiamò il suo nome ancor prima di sollevare le palpebre. La bocca, famelica di felicità, ritrovava in lei l'ultimo presente. E sentì d'essere via, via per davvero – la carezza del vento sulla pelle, il turbinio di lucciole e stelle in danza, il richiamo ancestrale dei gabbiani. Catturò lampi di luce, una roccaforte, una scogliera a picco sul mare, e la vide aggirarsi tra le onde – un'illusione, forse un punto di contatto. Sorrise subito, tornando da lei. Non poté dire dove fosse andato, eppure... in cuor proprio, lo sapeva, volgeva la domanda: non dove, ma quando.
La salsedine, atipica in momento, soffiò sulle labbra – un promemoria.
«Io... non ho parole.» L'espressione d'entusiasmo genuino, sul volto, non ammetteva dubbi al riguardo. Provò una sensazione tanto vivida da accentuare le fossette alle gote, nel sorriso che s'allargava luminoso. Il dono inatteso, la margherita che ne ingentiliva la superficie, le parole di Emma subito dopo... nella semplicità del momento, comprese quanto fosse infinitamente fortunato. La persona che gli era di fronte, per Oliver, rappresentava uno dei pochi, più importanti punti fissi della vita – Emma, per lui, risvegliava il tempo.
La voce di zio Cam – avrebbe giurato potesse essere lui, i racconti e le descrizioni della concasata gli rendevano giustizia – lo travolse vivacemente. Abbassò lo sguardo con una nota d'imbarazzo, giocherellando d'un tratto con la margherita sul dono: pur ascoltando tutto (come avrebbe potuto non farlo?), percepiva d'essere in visibilio e sì, fece finta d'essere distratto. Cercò la mano dell'altro in saluto.
«È un piacere infinito conoscerla, signore.» Il tono di voce si stagliava nitido, traboccante di una sincerità che curiosamente già volgeva in affetto.
«Emma mi ha parlato così bene di tutti voi, ora capisco perché.» Velò la frase d'omaggio, reclinando il capo in modo gentile. Hold each other tight, cantavano le Sorelle Stravagarie in sottofondo: nessun'altro brano gli apparve più accurato.
«Mi creda, accetterei l'invito anche subito, ne sarei felicissimo. Anzi, vi inviterei già ora a pranzo da Himiko's, è un ristorantino orientale poco lontano. Oggi, però, siamo in attesa dei biglietti del concerto della band I Figli del Sole, lo store sarà preso d'assalto a momenti. E, a tal proposito...» Gli bastò un cenno alla coppia di album musicali che l'uomo aveva scelto e poggiato sul bancone: copertine speculari e in tinte variopinte d'ambra, oro e pesca, un tramonto inarrestabile. Ovunque, il Sole s'espandeva in una corona di raggi e volti.
«Ottima scelta, Zenith e Nadir stanno scalando le classifiche. Abbiamo potuto sentirli in anteprima al Ballo del Solstizio, ma sono certo che nel giro di poco pubblicheranno un terzo album.» Vi aggiunse un poster della band animato magicamente, confermando il pagamento dei quattro galeoni: la mancia gli risultò un'altra, incredibile gentilezza che non meritava. Si premurò, tuttavia, di recuperare un pacchetto bello voluminoso di cioccolatini, i DiscoPops.
Con un occhiolino, passò tutto a zio e nipote. Salutò con un'altra stretta di mano l'uomo più grande, qualora avesse acconsentito; e poi, senza più trattenersi, girò finalmente il bancone per arrivare da Emma. La strinse a sé, dolcemente. Per il dono, per l'affetto che provava, per il fatto che non fosse mai andata via dalla sua stessa vita. La strinse a sé, in un abbraccio che desiderò non sciogliere più.
E in quell'abbraccio gli sembrò perdersi, e ritrovarsi.

Già sai ♥
 
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view post Posted on 20/1/2023, 17:32
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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tumblr_pnxlcadvIp1xbtz2ro6_400 ◆ 25 yo ◆ vice redattore ◆ banshee ◆ schedaariel
a. vinstav

«Inarrivabile, intraducibile, intramontabile. Avanti su, se ti descrivono così un album lo vorrai comprare, no?»
Ariel camminava spalla a spalla con un suo collega, un giornalista che aveva la sfortuna di condividere con lei il corridoio dell'ufficio.
Da quando era stata promossa come Vice Redattore, qualcuno aveva cercato di mostrarsi affabile nei confronti della stravagante strega, cercando di averla dalla propria parte nel caso in cui qualche scoop dovesse venire assegnato dal suo dipartimento a qualcuno di loro.
Ovviamente Ariel aveva visto il tutto come una magnifica opportunità per poter temporaneamente investire le orecchie di qualcuno a suon di chiacchiere.
Così, un povero incauto Timothy Bugby che voleva solo far carriera, era diventato la sua spalla in un giro dei negozi della Londra Magica.
"Shopping spree" e "fare bella figura col capo" non erano due cose che tendevano a viaggiare insieme e via via che il reporter sentiva l'ennesima sequela di complimenti che Ariel spendeva nel parlare dei Figli del Sole, cominciò a pensare di essere caduto lui in una trappola.
«Pensa che il nostro esperto di cronaca musicale lavoricchia qua ogni tanto.»
Parlava ancora ed ancora, anche quando aveva già varcato la soglia di "Evviva lo Zufolo".

Oliver avrebbe potuto riconoscerla sia dal suo parlare eclettico che dal marcato accento francese, o magari sarebbe stato attirato prima dall'espressione sconfitta di Timothy che in pochi minuti dal loro ingresso era stato promosso a porta-borse e teneva dischi, radio e dolci fra le braccia.
«Bonsoir! Ho un bottino da riscattare, che per caso c'è anche il Signor Brior di turno?»
◆ codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT

- Radio Magica (5 Galeoni)
- Lingua di Fata, album di .shey (2 Galeoni)
- Nadir, album di Figli del Sole (2 Galeoni)
- Tamburo dell'acqua (15 Galeoni)
- Disco pops x5 (5 falci l'uno)

 
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307 replies since 2/8/2010, 18:50   8368 views
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