Evviva lo Zufolo » Londra
Camillo Breendbergh
L'amico non aveva tutti i torti, il capo ci andava giù pesante, e non una sola volta. Capitava spesso in occasioni importanti: l'arrivo di nuovi strumenti musicali, l'annuncio di album di spicco, le pubblicazioni delle date dei concerti e i ticket in vendita che maghi e streghe prendevano d'assalto, e così via. Oliver non vi aveva mai dato peso, non più del dovuto – Mr Vinaccia era un tiranno? Oppure, più semplicemente, aveva una verve fantasiosa che mal s'addiceva all'equilibrio del luogo lavorativo. Si limitò a sorridere, riflettendo su un dato di fatto: di per sé Oliver aveva vissuto momenti felici presso lo store, tanto gli bastava per mettere una pietra sull'ultima vicenda. Seguire rapidamente il foulard incastrarsi tra le porte dell'abitacolo gli diede un certo senso di vendetta, oltre che di sollievo. La musica dei piani superiori oramai era sfumata, gli effetti magici non avrebbero potuto raggiungere il reparto in cui si trovavano; passò oltre l'illusione del Mago di Oz – un violino sistemato sulla spalla, un archetto già pronto ad addolcire i clienti con note malinconiche. Lasciò il sacchetto con la pasta alla crema e la bottiglietta sullo scaffale più vicino, lo stesso per la gigantografia di Celestina Warbeck, cominciò ad arrotolarla con cura per poi fermarsi di scatto. Le parole di Camillo gli arrivarono, in effetti, come un pugno al cuore. Gli sembrò di essere vittima di un sortilegio, uno in grado di immobilizzare ogni parte di lui. Si accorse di aver trattenuto il respiro, l'espressione parimenti granitica sul volto; si girò lentamente, sulle note sinistre di
Chi ha incastrato Dracula – brano di successo del Mago di Oz.
«Non ho capito.» No, per nulla. Batté ciglio così tante volte, in pochissimo tempo. E forse non avrebbe neanche saputo dire se l'altro fosse stato capace di sentire, aveva sussurrato ogni sillaba come una stilettata. Poté cogliere a stento le altre richieste, mandandole via in un cassetto della mente. Tanti, tantissimi album.
«Sì, ok, ma fermati un secondo. In che senso non conosci Celestina?» Con tutta probabilità era uno scherzo, ne era certo; o forse aveva capito male, molto più sicuro. I tratti del viso gli si ingentilirono, già più convinto. Celestina Warbeck rappresentava una colonna portante del mondo magico, non soltanto per il panorama musicale. Era ovunque, su ogni copertina, rivista, radio.
«Comunque, ogni tuo desiderio è un ordine.» Bacchetta alla mano, giostrò incantesimi di sospensione, levitazione e d'appello – uno dopo l'altro, in successione. Somigliava ad un giocoliere vero e proprio, attirando a sé uno, due, tre, moltissimi album musicali. Copertine colorate, tinte pastello e altre più accentuate, immagini e fotografie straordinariamente vivide, titoli di cantanti, musicisti, band in schiera: spaziavano in così tanti generi da giungere, come frisbee liberissimi, da più angoli dell'intero piano. Volteggiavano con una certa confusione, eppure mai scontrandosi tra loro – talvolta cozzando contro i clienti nei dintorni, con qualche occhiataccia e imprecazione di contorno. Oliver appariva sovrappensiero, concentratissimo e sì, un pizzico emozionato, ricordando a menadito titoli, album e postazioni: formava così una piramide sempre più alta, con l'ausilio della magia. Snocciolava parimenti informazioni, nomi, consigli d'ordine per l'ascolto dei vari album (restava in effetti fin troppo sorpreso dal desiderio di Camillo di acquistare
tutti i dischi insieme). L'ultimo cd, in primo piano, svelava nientedimeno Celestina Warbeck in un abito azzurrino, un velo di piume rosate a scivolarle sulle spalle. Le dedicò un sorriso e uno sguardo sognante, con tanto di sospiro velocissimo. Gli album erano tutti già sistemati in una scatola di legno, con un paio di manici per tirarla su comodamente. Camillo avrebbe poi scoperto che fosse molto più leggera del previsto, a sua volta stregata in modo semplice.
«Oh già, dimenticavo.» Un ultimo colpetto di bacchetta, attirò così tre sacchetti di cioccolatini: ne lasciò due sulla pila di album, passò il terzo all'altro.
«Provane uno e dimmi quale canzone sia.» Dimenticava – forse
voleva dimenticare – le lacune di Camillo verso la musica del mondo magico, come gli aveva rivelato poco prima. Lui vi era abituato per tanti motivi, non afferrava però l'eventualità che così non fosse per altri. Ad ogni modo, il terzo sacchetto di DiscoPops era in omaggio, il suo occhiolino l'avrebbe chiarito. La richiesta della chitarra – una specifica, inclusa di accessori – lo mandò curiosamente in difficoltà. Non gli capitava mai, o quasi, soprattutto perché aveva una solida conoscenza della musica, degli strumenti e dell'intero store. Cosa cercava Camillo?
«Fino a Moonshine ti ho seguito, poi... mi sono perso, potresti ripetere?» Sentì d'essere in imbarazzo, indietreggiando di un passo per poggiarsi distrattamente alla fila degli scaffali dietro. Per fortuna, una voce familiare poté raggiungere entrambi con un tono fin troppo ridente.
«Non puoi capire, fratello. Vuole una chitarra babbana.» James, emblema dell'empatia, gli si accostò con un sorrisetto beffardo, colpendolo con un leggero buffetto sulla spalla. L'espressione saccente, poi, concludeva tutto.
«Questo l'ho capito, conosco anch'io le Bohemian. Mi dicevi una cifra, è forse una sigla per un modello in particolare?» Oliver, per tutta risposta, fu zittito di nuovo dal collega; quest'ultimo si avvicinò subito verso Camillo, strizzò l'occhio e gli fece cenno di seguirlo con uno schiocco di dita. La direzione era l'abitacolo.
«Tutt'altro, è roba di fighetti non-maghi, mica come te. Vieni bello, ho una in manico di acero che prosegue fino al fondo della latta, quattro gommini alla base per poggiarla senza grattacapi. Te la incanto in un attimo, cavo, spina, tutto compreso. Ti ci metto una custodia in finta pelle di drago, roba buona, l'unico cruccio è che strumenti con tecnologia babbana non funzionino in luoghi pieni di magia come Hogwarts.» James continuò con più informazioni, nomi e strumenti che, a malincuore, Oliver non poté afferrare al volo; non aveva assolutamente idea, mago purosangue com'era, di cosa stessero parlando e in effetti coglieva soltanto frammenti. Se Camillo avesse acconsentito a risalire, alle stesse note dell'ultimo brano di Celestina (con un'occhiata a sottolineare il riferimento), avrebbero potuto raggiungere presto – tutti e tre – l'ingresso dello store e, da lì, l'angolo dedicato alle chitarre in latta. Vi erano di tutti i tipi, colori e forme, e qualsiasi cosa Camillo avesse voluto, James avrebbe saputo aiutarlo più di Oliver. Da pare sua portò la scatola di album direttamente al bancone.
«Posso farti un prezzo di favore, tredici galeoni. Se vuoi usare la chitarra senza paura che esploda per tutta la magia intorno, possiamo sceglierne un modello magico. Quasi simile, non potrai però collegarla a nessun dispositivo, funziona da sé senza corrente. Roba forte, saliamo a qualche galeone in più, sui sedici galeoni. Hey Ol, quant'è per i dischi?» James concluse con un tono più alto del solito, nonostante Oliver non fosse poi lontanissimo. Oliver gli si avvicinò di nuovo a passo rapido e gli rispose cinquantuno galeoni, una somma discreta per l'intero catalogo musicale a disposizione. Di certo era una bella spesa, il totale – in base alla conferma o meno della chitarra, se babbana o leggermente stregata – sarebbe cambiato poco.
«La custodia te la regalo io, ti aggiungo anche alcuni spartiti per chitarra, tutte canzoni del panorama magico» concluse Oliver.
Sorelle Stravagarie #2 (2 G)
Celestina Warbeck #1, #2, #3 (7 G)
Mago di Oz #1 (2 G)
Blodwyn Bludd, cofanetto (7 G)
Skull&Roots #1, #2 (4 G)
The Hobgoblins #1, #2 (5 G)
Crazy & Beautiful Leprechauns #1, #2, #3 (8 G)
Malala Wisk #1, #2, #3 (7 G)
.shey #1 (2 G)
Figli del Sole #1, #2 (4 G)
Mr Gingerbread #1 (3 G)
DiscoPops x2 (10 F)
Chitarra Moonshine + accessori (13/16 G)
Ogni disco, riportato meglio in prima pagina, aumenta di un punto salute.
A te la scelta finale, resto disponibile per ogni cambio o domanda.