Evviva lo Zufolo!

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Kommurg Fenix
view post Posted on 13/11/2012, 20:48




Kommurg osservò attentamente il garzone. Sembrava allo stesso tempo interessato, ma anche dubbioso ascoltando la richiesta del giovane. Ma il ragazzo non si perse d'animo. Raven gli illustrò i costi della batteria e il Serpeverde, prendendo i 18 galeoni richiesti, li poggiò sul bancone, e con un sorrisetto beffardo, replicò:


Qui i tuoi 18 galeoni...per quanto riguarda la batteria, avevo visto nel reparto percussioni una bel modello Pearl Masterwork nero...aggiungici una cassa da 18 e un'altra da 24. Parlando dei piatti, oltre al charleston da 14 pollici, il raid ed il crash, entrambi da venti, anche un china da 18. Tutto modello Zidjian se possibile. e per finire, le bacchette: delle "Vic Firth" taglia 7a, grazie.


Attese



pearl_MMP_master_premium_maple_acero fai finta che tutta quell'infinità di piatti non esista...
 
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view post Posted on 15/11/2012, 20:13
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Semper Fidelis

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Sorrisi quando il ragazzo mi fece l'elenco completo di tutto quello di cui aveva bisogno. Per fortuna, ebbe l'accortezza di dire che voleva entrare a suonare nella band, motivo per cui con un sorriso stampato in faccia, dovetti fare più giri nel retro e portarli diversi scatoloni prima di risedermi e farli il conto.
Va bene. Come dicevo, vengono 18 galeoni in tutto. Te li mando direttamente a casa, Hogwarts o altri posti o te li porti?
Poi passai a parlare della band.
Ci manca un batterista. Parla con Alan Higgs, un studente serpeverde. Per me sei dentro, ma vedi cosa ne pensa anche lui.
 
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Kommurg Fenix
view post Posted on 16/11/2012, 18:00




Ci mise un po' il garzone a prendere tutta la roba dagli scaffali, ma Kommurg non andava di fretta, e ne approfittò per dare un'occhiata. Quindi Raven tornò con la batteria, un'infinità di pacchi che non avrebbe portato a mano neanche con un milione di galeoni in palio.


I galeoni te li ho già messi sul bancone. Mi fareste un grande piacere se, invece, mi porti tutto ad Hogwarts, sala comune Serpeverde.


Poi si mise a parlare del gruppo. A lui andava bene la mia presenza, ma dovevo chiedere anche ad un altro componente del gruppo: Alan Higgs, suo concasato.


Si, lo conosco. Va bene, chiederò anche a lui. Grazie e arrivederci, ti farò sapere.


Detto ciò si incamminò verso l'uscita del negozio.

 
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view post Posted on 11/12/2012, 01:15
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Il ragazzo affondò come meglio poteva il viso nella sciarpa, cercando di far fronte al vento gelido che sferzava la città, com'era solito del resto in quella stagione. Ogni tanto tirava fuori un fogliettino, alzava lo sguardo e sbirciava le vie per poi incamminarsi nuovamente, lanciando occhiate alle strade illuminate e vestite a festa di Londra. Le persone sfrecciavano cariche di pacchi, confusionarie e chiacchierone, talvolta con strani congegni sempre attaccati all'orecchio, delineando la loro natura Babbana. Horus li guardava a metà tra l'incuriosito e il nervoso, talvolta rischiando persino di perdersi, alla faccia delle indicazioni che si era fatto ripetere venti volte da Paul. Lui e il senso dell'orientamento erano agli antipodi, figuriamoci poi se doveva girovagare in mezzo a Babbani colpiti da frenesia pre-natalizia. Ma non dovette imprecare tra sé e sé troppo a lungo; finalmente Tottenham Court Road fece capolino e, sospirando di sollievo, il ragazzo vi ci infilò, svoltando in una stradina secondaria e trovandosi di fronte al negozio che stava cercando. Tirò fuori il fogliettino, lo girò e lesse sul retro la lista degli oggetti da comprare, poi se lo rificcò in tasca ed entrò.
Il piacevole calore dell'ambiente lo accolse, insieme a qualche vaga melodia, e il ragazzo si diresse dritto verso il bancone, cercando di ignorare il richiamo dei pianoforti esposti. Un richiamo a cui, sapeva bene, avrebbe ceduto fin troppo facilmente.

« Buonasera. Desidererei un Flauto di Pan, un Violino Ronzante e... un'Armonica Rallegrante. » aggiunse infine. Mentre attendeva che il garzone impacchettasse gli strambi aggeggi, il ragazzo estrasse l'importo —precedentemente calcolato— dal sacchettino giallonero che aveva in tasca, poggiando sul bancone le monete dorate.
Il pensiero delle commissioni che ancora doveva terminare lo fece sprofondare nello sconforto, più della folla che l'aspettava per le vie di Londra centro una volta uscito da lì.


OT: I soldi van prelevati dal Conto di Tassorosso e non dal mio.
 
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view post Posted on 11/12/2012, 23:33
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Semper Fidelis

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Come ormai da tempo immemore a quella parte, stavo accucciato nel mio bell'angolino di quel negozio a suonare (o meglio: a cercare di suonare) il pianoforte. Gli artisti babbani mi piacevano non poco, del resto. Ritenevo che le loro canzoni avessero un qualcosa di mistro tra una bellezza naturale unica e rara, e un qualcosa di ipnotico che attirava sempre di più man-mano che la canzone avanzava. Una serie di suoni irrimediabilmente dolci e affascinanti; l'arte!, l'unica buona invenzione babbana.
Quasi m'incavolai quando sentii qualcuno entrare nel negozio. Contro la mia stessa volontà, mi distolsi dal brano che stavo suonando, e a passo lento avanzai verso il banco.
Cià - Salutai brevemente il nuovo entrato con un gesto della mano il nuovo arrivato. Ascoltai quindi le sue richieste - numerevoli! - annotandomi tutto su un foglio per non dimenticarmeli e allontanandomi quindi nuovamente verso l'altra aprte del negozio, dove tenevo sistemati tutti i strumenti magici.
Portai quindi tutte e 3 le richieste sul bancone, impacchettandoli e dandoli al ragazzo.
Allora. il Flauto di Pan sono 18 Galeoni
Violino ronzante sono 13 Galeoni
E armonica rallegrante sono 16 Galeoni.
Sono 47 galeoni, Prego.



Aggiornato.
 
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view post Posted on 18/12/2014, 21:43
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Finiti gli acquisti da Mondomago, la Tassina carica di pacchetti era uscita da Diagon Alley passando attraverso il familiare Paiolo Magico e ora passeggiava per le ugualmente innevate vie di Londra, con l’unica differenza che i Babbani superavano di gran lunga i Maghi.
L’atmosfera festosa era però la stessa. Le coppiette ammiravano le vetrine, i bambini ingaggiavano battaglie a suon di palle di neve con la concentrazione di uno stratega del Pentagono, le vecchiette camminavano guardinghe per non scivolare sull’infido strato di ghiaccio che copriva le strade.
Elhena si infilò in un negozio defilato, che la maggior parte delle persone sembrava ignorare.

“Buongiorno. Vorrei un flauto crea immagine e un violino non magico. Uno non troppo costoso, sono ancora una dilettante. Grazie” ordinò, contando i soldi.
Allora, i soldi per il flauto devono essere detratti dal conto Tassorosso. Quelli per il violino dal mio.
 
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view post Posted on 19/12/2014, 14:31
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Meraviglioso ed elegante nel suo bellissimo maglione invernale verde e rosso, con decorazioni che dovevano ricordare tante belle renne, stava il vecchio commesso; vecchio, poi, arrivava forse alla mezza età, ma i capelli brizzolati, le guance rubiconde e la pancia prominente proprio non rendevano giustizia all'uomo.
‹‹ Ciao, cosa posso fare per te? ›› Flauto e violino. ‹‹ Guarda guarda... per cominciare ti consiglierei questo gioiellino; è affidabile come pochi e si lascia maneggiare facilmente, alla modica cifra di 8 Galeoni, che te ne pare? ››
Se la ragazzina non avesse avuto nulla in contrario, lui avrebbe impacchettato entrambi gli strumenti prima di chiederle il totale.
‹‹ Diciotto e otto, fanno ventisei Galeoni. Buone feste! ››

Aggiornata.

 
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view post Posted on 9/4/2015, 12:02
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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Vivere è come inciampare da fermi
HJEk4Ge
E così ancora una volta si era trovato a passeggiare per le strade della capitale. Non aveva un obiettivo preciso, in realtà, ma aveva usato quella visita turistica per tornare a salutare la famiglia. Come al solito tutto sembrava procedere bene, fra il padre che ne usciva matto ma soddisfatto per il lavoro e la madre che sembrava particolarmente frustrata per delle grane saltate fuori abbastanza recentemente, sempre sul posto di lavoro. Tutto sommato, comunque, aveva trovato la situazione a casa più tranquilla del solito; sarà stato forse perché suo fratello si era trasferito per un paio di mesi in America? Probabilmente quella era la ragione, anzi, quasi sicuramente. Ad ogni modo, dopo una breve visita ai suoi genitori, dovette tornare a Diagon Alley per svolgere delle commissioni, questa volta accompagnato dal suo vecchio; a quell’uomo piaceva guidare, non come al fratello, che invece pareva fosse ubriaco anche da sobrio quando si sedeva la volante e, come il nanerottolo aveva scommesso, tutto filò liscio come l’olio. Dovette poi salutarlo quando arrivò a destinazione, congedandolo con un abbraccio e con la falsa promessa che non avrebbe combinato troppi guai a Scuola.
Passò quindi alla Gringott’s per ritirare una somma di Galeoni considerevole, nella speranza di non essere derubato, e dopo esser balzato da un negozio all’altro in cerca degli articoli desiderati, si ritrovò a passeggiare con la borsa piena di cianfrusaglie per la strada secondaria di Totthenam Curt Road. Non chiedetevi come c’è arrivato, non lo sapeva nemmeno lui, ormai credeva di essersi perso.
Venne immediatamente attirato dalla musica che proveniva da un negozietto in quella zona, appena ne fu abbastanza vicino e, quando si rese conto di cosa si trattasse rimase piacevolmente stupito. “Evviva lo Zufolo!” era la bottega dove la famiglia Breendbergh si riforniva di strumenti musicali, a partire dalla madre che andava pazza per i violini - e già ne aveva acquistati giusto un paio -, fino ad arrivare al fratello, che alla sua stessa età si era comprato una chitarra. Beh, quel posto era una garanzia, no? Se già da tempo gli era venuto lo sfizio di comprarsi uno strumento in quel momento si era reso conto di essere nel posto giusto.
Entrò timidamente nella bottega, salutando chiunque fosse all’interno con un
«Buon pomeriggio!» particolarmente allegro, quasi canticchiato a ritmo di musica. Rimase qualche secondo all’entrata, facendo balzare curiosamente lo sguardo da uno strumento all’altro con estremo stupore, senza però muovere un passo per osservare più da vicino, cercando di immaginare cosa gli sarebbe piaciuto suonare. Beh, in realtà non ci dovette ragionare molto e, visto che amava alla follia la musica Jazz, su quale altro stumento poteva aver fantasticato se non il tanto amato Sax? Fra Wikipedia e lo zio materno aveva un’infarinatura basica per quanto riguardava lo strumento, quindi cercò di formulare un’idea precisa per delinearne le caratteristiche e quando si sentì pronto si avvicinò al bancone.
«Piacere, sono Camillo Breendbergh.» Perché presentarsi era cortesia. «Sa, non me ne intendo molto di musica, ma vorrei acquistare il mio primo strumento.» Continuò, cercando di far capire al commesso che di musica in generale ne sapeva gran poco. Quello era un modo come un altro per chiedergli qualche consiglio per prendere una decisione. «Mi piacerebbe un Sassofono, è uno strumento che mi affascina parecchio. Uhm...» L’indecisione era per i millemila tipi di Sax disponibili sul mercato; lui se ne ricordava giusto un paio, ma non era abbastanza esperto da poter prendere una decisione definitiva così su due piedi. Ci ragionò qualche secondo, poi si ricordò il nome di quello dello zio. «un contralto per la precisione.» Ovviamente avrebbe accettato dei consigli, in caso il commesso avesse deciso di indirizzare un profano sulla giusta strada.
«Non cerco l’eccellenza, mi basta solo che abbia un suono pieno, di cui si possano cogliere le ampie sfumature.» Gli spiegò, gesticolando con le mani disegnando davanti a sé una figura non ben definita. «I soldi non sono un problema.» Concluse. Da parte aveva un bel gruzzoletto, era disposto a pagare bene per un buon prodotto, ma era certo che il commesso non lo avrebbe deluso, considerato che di quel negozio aveva sentito parlar bene.
«Ah già, quasi dimenticavo! So che accettate richieste fatte su misura per il cliente per quanto riguarda il Sono..rus?» Disse con voce incerta, cercando di azzeccare il nome di quell’incantesimo che ancora non aveva studiato a lezione. «Se non è un problema mi piacerebbe potesse far “infatuare” del musicita chi sente le note. Qualcosa di breve ed estremamente fugace, che si dissolva dopo la performance.» In sunto voleva che le pollastre cadessero ai suoi piedi mentre suonava, ma non oltre, perché da bravo aspirante Jazzista voleva vivere la vita da scapolo e non ritrovarsi con qualche fanciulla appiccicata addosso più tempo del necessario(?). Una fantasia un po’ particolare, quasi se ne vergognava. Quasi.«E’ Possibile?» Domandò ammiccando.
Una volta ricevuto lo strumento e tutte le indicazioni necessarie avrebbe pagato e poi sarebbe tornato ad Hogwarts prima che scattasse il coprifuoco, con la Magggggia ovviamente.


//OT: Mi sono accordato con un Admin per la richiesta e abbiamo concordato un prezzo di 28 Galeoni.

Code © Aika

 
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versus zero
view post Posted on 13/4/2015, 19:36




La commessa stava tentando di aggiustare un Microfono aggiusta tono appena riportato da un cliente che si lamentava per una brutta figura sul palco.
L'indagato, invece di permettergli di barare spacciandosi per grande cantautore, aveva ampliato la sua stonatura, rendendo la sua voce simile a quella di un demone col catarro. Qualcosa che la faceva sorridere al solo pensiero, sebbene dovesse lavorare gratis per non risarcirgli i Galeoni.
Stava sistemando due cavi quando fece il suo ingresso un giovincello talmente allegro da contagiarla.
Mise tutto da parte, appoggiandosi coi gomiti sul bancone e muovendo le dita a tempo della canzone che aleggiava nel negozio.
Sembrava sapere il fatto suo, sebbene le sue nozioni erano basiche, faceva comunque piacere non ritrovarsi di fronte al solito sfigatello che voleva suonare come il finto bassista dei MonoDirezione, un gruppo di maghi osceno. Meglio non pensarci.


Ottima scelta! Se sei al tuo primo sassofono, il contralto è l'ideale. Penso tu ne sappia già qualcosa comunque ti porto un bel elemento appena arrivato e così parliamo anche dei vari pezzi.

Così facendo si mosse velocemente tra i vari scaffali arrivando con un carico di roba. Tra questa una valigetta contenente lo strumento diviso in pezzi.


Allora, già che ci siamo ti faccio vedere come si monta. I pezzi sono personalizzabili ma da quel che mi chiedi ti puoi mantenere a metà tra l'economico e il professionale, al massimo quando hai fatto pratica, è necessaria eh, tanti se ne dimenticano... comunque, quando torni, puoi osare di più, se ti trovi bene con questo gioiellino, ovviamente.

Così gli illustrò i vari componenti e i vari prezzi, era una cosa noiosa ma era meglio spenderci tempo ed evitare lamentele. E così tra ance, cinte, spazzolini e cinghie, rischiò l'essiccazione della gola.

Ed ora il pezzo forte, ti casto un Sonorus Special per qualche Galeone extra che mentre suoni pari un dio in terra. Il fascicolo con la teoria, suggerimenti sulla manutenzione e qualche esercizio è nella tasca interna della valigetta. Per il suonare in sé ci son diverse imboccature... tipo... o pieghi leggermente il labbro inferiore sui denti inferiori e appoggi i denti superiori sul bocchino.... oppure premi con forza le labbra senza piegarle sui denti. Ma son cose che scoprirai da te mentre studi. Ricordati che serve un'imboccatura ferma e sigillata... oh scusa, quando inizio divento logorroica. Sonorus!

Castato l'incanto, sperando che il giovane non fosse svenuto o peggio, gli preparò il tutto servendolo divertita. Già si immaginava che diavolerie avrebbe combinato con quello strumento.

In tutto sono 28 Galeoni, ricorda che devi suonare col cuore se vuoi far breccia nelle donzelle.

Un occhiolino ambiguo e via, doveva tornare al microfono traditore.


Aggiornato.
 
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view post Posted on 1/6/2015, 19:57
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Okay, sembrava che tutto fosse stato sistemato, finalmente. I bassi erano accanto le chitarre nella stanza numero cinque; i sassofoni erano sospesi per un Incanto di Librazione sul soffitto del negozio, come tante candele volanti; piatti, batterie, contrabbassi e strumenti simili erano tutti nelle stanze due e tre, mentre quelli a fiato erano ordinati in tante teche e strutture di legno, tutte dalla sesta alla settima stanza. Gli strumenti magici erano affascinanti, forse anche più attraenti di quelli Babbani, ma Oliver non riusciva a staccare lo sguardo dal reparto delle chitarre: ce n'erano di classiche, elettriche, magiche, di qualsiasi tipologia! La bellezza di quel negozio al centro di Londra rendeva perfetta la scelta dello studente di lavorare come garzone. Insomma, era un sogno che diventava realtà, in un certo senso! Era riuscito a far coincidere i suoi impegni lavorativi con quelli giornalistici e chiaramente scolastici ed essere così attivo gli faceva piacere, anzi era una sensazione talmente particolare da non volerla cambiare con nessun'altra al mondo. Certo, c'era da sgobbare per molte ore, soprattutto per pulire e lucidare gli strumenti a fiato che richiedevano una cura più attenta, ma Oliver si era divertito quando per sbaglio un flauto magico aveva evocato una figura di una donna vestita di bianco che rideva e scherzava da sola, forse colpita da qualche battuta inudibile. Oliver aveva letto che si trattasse del Flauto di Pan, capace di attirare anche animaletti e creature magiche di varie specie. Per fortuna in quel posto non ce n'erano, ad eccezione di qualche ragno che aveva cacciato velocemente con una scopa. In quell'istante, finite le pulizie, il Grifondoro aveva deciso di fare un giro nel reparto sotterraneo del negozio, scendendo le scale velocemente e raggiungendo una sorta di grotta illuminata da luci blu e rosse soffuse, che trasformavano l'atmosfera con un pizzico di magia. Quella era la zona dove si trovavano CD di ogni possibile cantautore o cantante del Mondo Magico e Oliver aveva già adocchiato quelli rilasciati e incisi da Celestina Warbeck, il suo unico ed inimitabile idolo. C'erano anche quelli del Vampiro Baritono, che avrebbe intervistato di lì a qualche giorno. Oliver prese a camminare a passi lenti in quel corridoio inondato dalla musica. Si sistemò la giacca che indossava su una camicia azzurrina, avendo scelto un outfit impeccabile ma neanche troppo sobrio, quindi si avvicinò ad un ragazzo dai capelli neri scompigliatissimi sotto un cappello da poliziotto e gli sorrise, osservando il CD che stringeva tra le mani, come a valutarlo.

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"Io lo prenderei. Emely Vannet è una cantante straordinaria e in quel disco c'è anche la sua ultima canzone sulle Api Frizzole" suggerì, divertito. "Credo tu sia a conoscenza dello scandalo di qualche tempo fa ad un suo concerto. Ma, vedi, questo la rende ancora più entusiasmante a mio avviso".
Il ragazzo annuì con un rapido cenno del capo, aumentando la presa sul CD e trovandosi d'accordo con il discorso di Oliver. Un secondo dopo sfrecciava sulle scale che portavano al primo piano, pronto a pagare quel nuovo acquisto. Oliver ne fu felice, molto felice.
Si avvicinò ad una poltrona posta dietro una cattedra di legno intarsiato, quindi aprì un cassetto del mobile bianco, dal quale estrasse un sacchetto di carta che, scosso, produsse un tintinnio simile a campanelle. Rise tra sé mentre lasciava cadere tutto il contenuto della busta sul bancone: plettri di diverso colore e forma si sparpagliarono come formiche sulla superficie ruvida, alcuni saltellando, altri sbattendo l'uno con l'altro. Oliver fece attenzione a non perderne neanche uno, poiché di sicuro ne erano più di cento, poi perse qualche manciata di minuti per suddividerli in base ad alcune categorie.
Non poteva credere, in effetti, di aver convinto il suo datore di lavoro a lasciargli campo libero per quell'iniziativa particolare: Oliver era a conoscenza del neo Club di Musica fondato ad Hogwarts, del resto non poteva che farne parte, quindi sapeva anche che molti studenti e partecipanti non avessero ancora uno strumento musicale da suonare. Quale miglior luogo per acquistarne uno se non da Zufolo? E, soprattutto, quale miglior iniziativa se non quella di scontare gli strumenti di manifattura Babbana proprio per aumentare le vendite? Oliver si sentiva ancora lusingato dai complimenti un po' burberi del suo datore dai capelli scuri e rasta, così si era subito dato da fare; aveva trascritto alcune frasi semplici e dirette in un messaggio di offerta e lo aveva colorato con alcune matite e pastelli ad acqua, così da infondere al tutto un effetto visivo immediato. In un'esplosione di tinte, sul poster attaccato al vetro d'ingresso del negozio, si leggeva:

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Non avrebbe potuto scegliere di meglio, a pensarci bene.
Finito il lavoro sui plettri da incantare e colorare, Oliver sarebbe ritornato al castello di Hogwarts. C'era ancora qualcosa da fare, magari avrebbe dovuto ripulire i vetri del negozio e altri strumenti, ma non si sarebbe di certo lamentato.

Quello era il suo mondo, la musica era la sua migliore amica.
Poteva esserci luogo migliore per lui?
 
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view post Posted on 7/6/2015, 18:55
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Helen saltellava tutta felice mentre trascinava suo padre al negozio di musica nel centro di Londra. Si era iscritta al nuovo Club di musica di Hogwarts e necessitava di uno strumento.
Aveva deciso che per il momento avrebbe comprato solo un semplice strumento babbano. Più in là, forse, avrebbe chiesto a suo padre di comprarle anche uno strumento magico.
Quanto entrò nel negozio rimase estasiata; tutti quegli strumenti nelle teche e quelli appesi al soffitto fecero rimanere letteralmente la ragazza a bocca aperta.
Fu richiamata alla realtà dalla voce del padre che la esortava a scegliere uno strumento.
Helen aveva già in mente quale strumento scegliere; in una delle scuole babbane che aveva frequentato le avevano insegnato a suonare uno strumento, non ne era un'esperta, ma decise che era meglio iniziare da uno che sapeva suonare abbastanza bene.
Perciò si diresse immediatamente alla sezione dei fiati e rimase lì, davanti alla teca, a fissare per diversi minuti i vari strumenti.

*Ok Helen cerca di restare concentrata o non uscirai più da questo negozio*
Si voltò per richiamare l'attenzione del padre, che era rimasto qualche passo dietro di lei.
So già che strumento prendere, papà!
Si voltò in cerca di un commesso e, appena individuato, gli corse incontro, e senza neanche dargli il tempo di capire che tipo di essere era lei, gli fece la richiesta.
Salve! Mi servirebbe uno strumento per il nuovo Club di Musica di Hogwarts. Avrei optato per un flauto dolce. Per caso ne avete uno di colore viola?
La ragazza neanche aveva aspettato la risposta del commesso che aveva già estratto dalla tasca il sacchetto con i soldi. Avevo deciso che averebbe pagato, con la sua paghetta, il suo nuovo strumento.
 
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view post Posted on 7/6/2015, 20:53
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"La prego, non tocchi quel violoncello, è da tre ore che mi fa impazzire con la musica del Vampiro delle Vallate!" esclamò Oliver, esasperato mentre allontanava una signora dall'aria abbastanza seria e anche stupida. Cercò di mostrarsi quanto più gentile possibile, sebbene la presenza della musica da cimiteri non aiutasse molto. La donna andò via con la sua bambina, diretta al reparto chitarre: perfetto, ecco come far crollare la calma del giovane studente di Hogwarts. Sperò che non combinassero guai e vide una luce accendersi nello specchio magico appeso alla parete di fronte la sala numero sei: quell'oggetto magico era di grande utilità, perché segnava la presenza di clienti nei vari punti del grande locale di musica. Oliver fu ben lieto di abbandonare la postazione dei violoncelli, finalmente libero di ascoltare canzoni non così tetre. Per quanto amasse Blodwyn Bludd, non intendeva lasciarsi avvolgere dalla sua voce per un solo istante di più. A rapidi passi arrivò nel reparto occupato dai nuovi clienti che l'avevano chiamato. Oliver restò piacevolmente sorpreso alla vista di Helen, del resto aveva conosciuto la studentessa proprio ad Hogwarts, in una delle sue strane avventure nei sotterranei. Ascoltò con interesse la sua richiesta e poi il suo viso si aprì in un grande sorriso.
"Helen, sarà un piacere aiutarti. Dunque, seguimi da questa parte, ti faccio vedere qualche modello di flauto dolce"
Senza aspettare risposta, si diresse attraverso un corridoio illuminato da luci soffuse blu, quindi arrivò in un salone ampio e di vetro che affacciava sulla strada di Londra in cui era situato il negozio. Al centro c'era un piedistallo di vetro con tanti flauti magici, alcuni dei quali stavano evocando immagini strane di donne e bambini divertiti. Oliver vi passò al centro e mosse la mano per scacciare quelle visioni. Il suono dolce di quegli strumenti a fiato si mostrò essere un balsamo per le sue orecchie ferite dal canto del Vampiro Baritono. Prese due scatoli grandi e li portò su un bancone, alla vista di Helen.
"Ecco a te tre tipologie. Ce ne sono di tutti i colori, ma mi hai chiesto quello viola. Questo è viola normale, stile indaco; il secondo è un viola più scuro e il terzo, infine, è un fucsia, una tinta più chiara e accecante, per così dire"
Si prese una breve pausa, entusiasta sia dal suo splendido lavoro sia dal fatto che la cliente in questione fosse una ragazza simpatica che aveva avuto anche modo di conoscere. I tre flauti erano disposti nella stessa posizione sul bancone di legno, tutti con il becco verso destra e con la custodia soffice alle spalle.

Pic_Monkey_Collage



"Il materiale è lo stesso, si tratta di cristallo e quindi devi ripulire con lo stoppino l'interno dello strumento almeno una volta ogni due giorni. Per il labium, la parte superiore, basta anche una volta a settimana. Poi dipende sempre da quanto venga usato" spiegò, avendo letto proprio quella mattina le istruzioni sui flauti e su altri accessori musicali.
"Essendo iscritta al Club di Musica di Hogwarts, hai lo sconto del trenta per cento su qualsiasi strumento non magico, quindi il flauto costa 9 Galeoni, ma scontato viene 6 Galeoni".
Le sorrise, poi estrasse un sacchetto dalla sua tasca della giacca color indaco e prese un plettro dorato con una scritta nera, legato ad un filo di perline come se fosse una collana. Dopotutto, la ragazza non avrebbe suonato una chitarra per il momento, quindi era solo un simbolo. "Ed ecco a te un plettro in omaggio, cara Helen" aggiunse, passato l'oggettino alla Tassorosso.

aaa




Per vedere meglio le immagini, ecco a te:

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Edited by David J. Potter - 7/6/2015, 22:20
 
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view post Posted on 8/6/2015, 12:17
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Quella mattina Fred si era diretto insieme al padre alla capitale. Quando aveva ricevuto la lettera del padre qualche giorno prima era rimasto senza parole, era da un sacco di tempo che non passava un po' di tempo con il padre. Da piccolo amava andare con il padre in giro per Londra, e ci andava come minimo due giorni a settimana. A volte non compravano niente altre volte compravano di tutto e di più e spesso la madre si arrabbiava con il padre dicendogli che era più bambino di Fred. Il Grifo aveva colto quell'occasione per andare a comprare un nuovo strumento da portare con sé ad Hogwarts. Fred faceva parte del club "The Wizard Voice" e aveva assolutamente bisogno di una pianola, visto che quella che possedeva a casa era troppo grande e serviva anche al resto della famiglia. "Edward, andiamo a prendere la pianola?" Raramente chiamava i genitori mamma e papà, non perché gli creasse qualche problema, ma perché i nomi dei suoi genitori erano troppo belli e pronunciarli gli piaceva un sacco, la gente lo guardava un po' strano ogni volta che lo faceva, ma i genitori sapevano perché lo faceva e non gli dava fastidio e Fred aveva imparato a non dar retta alla gente. "Certo, avviati che io vado un attimo a fare un servizio" Fred non chiese ad Edward cosa dovesse fare, sapendo che probabilmente doveva comprare delle cose per la nonna o per Alice, la madre. Detto ciò il padre prese un borsellino dalla tasca, dove teneva i soldi del mondo magico, visto che nel portafoglio non ci potevano entrare troppi spicci. Ma Fred lo fermò "Lascia stare, ce li ho i soldi" Fred non avrebbe permesso al padre di spendere soldi, aveva abbastanza soldi per comprarsi una pianola quindi perché chiederli al padre? Detto ciò Fred corse verso il negozio "Evviva lo Zuffolo" in modo che il padre non potesse dire niente riguardo alla sua scelta. Quel negozio vendeva strumenti magici e non, il Grifo avrebbe preso una semplice pianola non magica, sarebbe bastato. Entrò nel negozio e ne rimase affascinato. Non aveva mai visto tanti strumenti e ce ne erano alcuni che suonavano da soli e altri che facevano dei strani rumori. Girò per il negozio incuriosito da quei strumenti incantanti e non. C'era di tutto, flauti, sassofoni, tamburi, chitarre, bassi elettrici, pianoforti, e molto altro. Quando ebbe finito di guardare tutto il negozio si diresse al banco. "Salve, avrei bisogno di una pianola babbana, non molto grande, e che non superi il prezzo di 21 Galeoni, anche di seconda mano" Fred sperò di essere stato abbastanza chiaro, aveva parlato molto veloce e non si sarebbe meravigliato se il garzone non avesse capito. Fece uno dei suoi sorrisi, quelli che secondo la madre potevano fare invidia al sole, cosa a cui lui non credeva per niente, e sperò con tutto il cuore di trovare ciò che cercava.
 
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view post Posted on 8/6/2015, 12:45
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"Helen, ti lascio scegliere con calma, torno fra poco. Appena hai fatto, premi questo campanello e arrivo subito!" esclamò Oliver, rivolto alla ragazza Tassorosso che stava ancora guardando i flauti dolci. Lo spioncino dello specchio magico si era illuminato nella stanza numero 3, quindi Oliver era corso subito in quella direzione; era arrivato esattamente dietro il bancone quando un'arpa fluttuante gli passò davanti gli occhi.
"Ehi, ma cosa..." fece, bloccando ogni imprecazione gli stesse salendo per la gola, sebbene per i suoi gusti il massimo cui potesse aspirare era un "maledizione" oppure "diamine": sua madre non gli avrebbe mai perdonato l'utilizzo di termini più osceni, per meglio definirli. Recuperò l'arpa con un salto e la infilò sotto il comodino di quel bancone, ripromettendosi di pulirla, lucidarla e rimetterla nella sua sezione non appena avesse servito il nuovo cliente. Stava ancora di spalle quando sentì la voce del ragazzo appena entrato nel negozio. Forse Fred non lo aveva riconosciuto, poiché quel giorno Oliver indossava un completo che solitamente non portava mai ad Hogwarts. Era elegante ma anche giovanile, come adorava essere. Si girò con una piroetta, il cuore che batteva forte perché felice.
"Oh, Messer Zoungla, quale onore!" disse, salutandolo con quel modo strano che solo un dodicenne istruito al galateo poteva avere. Gli diede uno scappellotto sulla spalla e si lasciò scappare una risata. Poi la sua mente elaborò la richiesta e Oliver annuì con un rapido cenno del capo.
"Sezione otto, vieni, scendiamo le scale"
Ormai conosceva quel negozio quasi come le sue stesse tasche, avendo una passione matta per ogni reparto. Scese velocemente due piani con il migliore amico al seguito, così raggiunse un'aula particolarmente grande, questa volta a forma di rettangolo. Ovunque c'erano pianoforti, pianole, tastiere e così via, alcune delle quali suonavano dolci sinfonie da sole, ovviamente per magia. Oliver fu contento di essere avvolto da quei suoni, quindi guidò l'amico di fronte una grande parete.
"Fred, ecco a te. Solitamente una pianola, stile tastiera, costa dai 25 ai 30 Galeoni, quelle non magiche. Essendo membro del Club di Musica, hai lo sconto del 30 per cento e..."
Si fermò, dando un'occhiata in giro e sussurrando una cosa all'amico nell'orecchio. "...e dato che sei il mio migliore amico, vedremo di trovare qualcosa di ancora più conveniente"
Si allontanò dal punto in cui si trovava, avviandosi rapidamente verso una parete strapiena di oggetti dai tasti bianchi e neri, tipici dei pianoforti. Fece scorrere le dita su alcuni strumenti, poi il suo volto si illuminò di un grande sorriso e Oliver fece segno a Fred di avvicinarsi. "Ecco a te due modelli di pianole che personalmente adoro"

aaa



"Queste sono di 61 tasti, ma affianco trovi quelle da 41. Ci sono anche con meno o più tasti, ma in questo secondo caso arriviamo alla classificazione dei primi pianoforti, tipo i codini" spiegò, entrando nella figura del commesso, con tono gentile e affabile. "La prima è più grande e nuova viene 24 Galeoni, che scontato arriva a 17 Galeoni e 2 Falci, ma facciamo 15 Galeoni e un abbraccio" disse, scoppiando a ridere e stringendo l'amico in un gesto affettuoso.
"Che ne pensi? Se hai richieste precise, meglio ancora. Altrimenti troviamo anche di meno, non preoccuparti"
 
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view post Posted on 8/6/2015, 22:35
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Fred era stato così distratto da non notare che il commesso con cui stava parlando era il suo migliore amico Oliver. Possibile che fosse così distratto da non accorgersi nemmeno del suo migliore amico? Sicuramente era perché non vedeva l'ora di avere una nuova pianola tutta per se. Oliver era visto un po' elegante e un po' giovanile, una specie di mix, look che Fred adorava, anche se lui era più un tipo "elegante sportivo" o "casual". Fred ricambiò il saluto di Oliver "Oh, Messer Brior" Disse imitandolo. Ovviamente lo fece in modo scherzoso. Si fece scappare anche lui una risatina quando Oliver gli diede uno scappellotto. Non sapeva che il suo migliore amico facesse da Garzone da "Evviva lo Zuffolo", almeno non fino a quel momento. Ma non gli fece domande, non per ora, glielo avrebbe chiesto ad Hogwarts, in un momento più opportuno. Oliver lo condusse in una sala rettangolo più giù di due piani, sembrava che quella fosse casa sua da come si muoveva per il negozio. *Chissà da quanto lavora qui* Pensò il giovane Grifo. Fred si riscosse dai suoi pensieri quando vide quella stanza, era piene di pianoforti, pianole, tastiera e cose del genere. Alcune di queste suonavano da sole e inoltre suonavano delle bellissime sinfonie, quel suono lo faceva sentire a casa, si sarebbe perso in quei suoni stupendi, per poco non iniziò a ballare. L'amico lo guidò verso una grande parete e gli illustrò due bellissimi modelli di pianola che adorava. Fred non poteva biasimarlo, quelle pianole erano fantastiche, anche meglio di quello che si sarebbe aspettato. La prima era un pochino più grande della seconda e molto ben fatta, ma anche la seconda non era per niente male. Ma molto probabilmente avrebbe preso la prima, che scontata veniva 17 Galeoni e 7 Falci, ma Oliver gliela avrebbe data per 15 Galeoni e un abbraccio. Il Grifondoro si lasciò abbracciare, ma non voleva approfittare della bontà del suo migliore amico, non gli sembrava giusto, anche se al suo posto Fred avrebbe fatto lo stesso. "Mi piace un sacco la prima pianola e penso che prenderò quella" D'altronde sapeva che l'amico aveva un buon occhio per certe cose e quindi si sarebbe fidAto del suo giudizio, e poi piaceva anche al Grifo quindi perché non prenderla. "Accetto con piacere l'abbraccio, ma non voglio approfittare della tua bontà quindi ecco a te" Disse sciogliendosi dall'abbraccio e prendendo 17 Galeoni e 7 Falci dalle tasche della felpa. "Fai finta che siano 15 Galeoni" Disse cercando di non offendere l'amico per non avere pagato solo 15 Galeoni, molta gente si offendeva in certa casi, forse anche Fred se la sarebbe presa, ma davvero non voleva che Oliver pensasse che lui era un amico per interessi, uno che si approfitta degli amici.
 
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