Troia
,
Patrocinio de "La Scuola di Atene"

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Alexander Black
view post Posted on 15/9/2010, 16:49




The first impact;





Giunti a destinazione gli occhi di Alexander ruotarono intorno a sè come biglie impazzite.
Il suo sguardo venne rapito dai resti che ornavano quel luogo.
I templi ormai quasi distrutti.
I capitelli rovinati dal tempo.
E una landa desolata, ricca di vegetazione.
L'aria sapeva di acqua salmastra.
Forse la presenza di una risacca del mare aveva saltao l'aria circostante.
Appena fatto un giro di scoperta del luogo.
I pensieri di Alexander vennero bloccati dalla voce matura del Professore.
Chiedeva se tutto andava bene e ci presentò la terra di Primao e Omero.
Omero.
Scrittore dell'Iliade e dell'Odissea del mondo babbano.
Scrisse in età molto antica le avventure di Odisseo o Ulisse e della guerra di Troia tra Greci e Troiani.
Ci trovavamo nella città distrutta.
Nella cità in cui Achille venne ucisso dal fratello fifone di Ettore, Patroclo.
Unico figlio rimasto di Primao, re di Troia.
Si sedette in una pietra lì vicino al gruppo in attesa di notize per il da farsi.



~ • ~



Ascoltò le parole del Professore.
Descrisse in poche parole il luogo dove erano appena arrivati.
Il trasporto magico con la Passaporta fu quasi disastroso.
Alexander non si accorse del viaggio.
Vide solamente il giardino di Hogwarts e dopo qualche attim, Troia.
Vide il tragitto in modo troppo veloce per ricordare qualcosa.
Si girò intorno e vide il mare che costeggiava la riva.
La spiaggia.
La sabbia dorata, per un momento il pensiero di Alexander andò a quel luogo dorato.
Ascoltò infine il Professore che raccoglieva tutti per poi andare verso un sentiero.
Alexander dopo aver guardato il luogo con occhi da bambino.
Si girò verso il professore e camminò nel lungo sentiero sabbioso.
Dove sarebbero andati ora?





SPOILER (click to view)
Alexander Black.
- Cintura da Samurai Cinese (Corpo +5)
Molto leggera. Permette di stringere a sufficienza ma, con la sua magia,riesce dare un senso di freschezza e libertà al mago nei movimenti.
- Copricapo invernale (Corpo +5 Mana +2)
Protegge dal freddo invernale in maniera ottima il capo e le orecchie evitando orecchioni e sinusite. Aumenta grazie ai suoi poteri magici sensibilmente la vista del mago.
- Stivaletti Lewam Markis (Corpo +7)
Volete avere dei piedi sempre in uno stato di comfort? Ebbene questi stivaletti fanno per voi. Il pelo all’interno fa si che il piede si trovi in una morbosità assoluta. Le particolari fibre incantate, alla pianta, invece servono ad evitare storte, crampi e qualsiasi altro dolore.
- Veste dell'imperatore (Salute +3, corpo + 3, mana +4)
Veste di origine Bizzantina.
- Cappello del Falco (Salute + 3, corpo + 2, Mana + 7)
Migliora la precisione e la sicurezza in se stessi. Elegante, valido anche in ambiente babbano.
- Cappa della resistenza (Corpo + 8, mana +2)
Realizzata con scaglie di testuggine, e cuoio di Trinoceronte e Drago, resiste a moltissimi colpi e folate di calore/Gelo.
- Bacchetta (13 Pollici, Legno di Faggio, Squama di tritone e foglia di mandragora)


Punti Salute: 100 + (16 Quest/Duelli) + (17 per Oggettistica) + (5 Studente Anziano) + (1 Ruolata con Master) = 139
Punti Corpo: 50 + (16 Quest/Duelli ) + (57 Oggettistica) + (5 Studente Anziano) + (1 Ruolata con Master) = 129
Punti Mana: 50 + (16 Quest/Duelli) + (22 Oggettistica) + (5 Studente Anziano) + (1 Ruolata con Master) = 94
Punti Esperienza: 5 + (6 Quest/Duelli) = 11
 
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view post Posted on 15/9/2010, 18:48
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Elizabeth aveva appena afferrato la passaporta quando sentì una strana sensazione, per nulla piacevole, sconvolgerla del tutto: crollò al suolo non appena i suoi piedi toccarono nuovamente terra. Teneva gli occhi chiusi, serrati, come se le faticasse aprirli; sembrava sapere alla perfezione che se avesse aperto gli occhi avrebbe visto ogni cosa intorno a sé muoversi in tondo, velocemente, troppo velocemente per non farla sentire peggio di quanto già non si sentisse, e lei non voleva di certo vomitare... non in quel momento, almeno, visto che aveva praticamente appena finito di mangiare un pasto completo.
Rimase a terra a lungo, e fu l'ultima del gruppo a riaprire gli occhi e rialzarsi, in perfetto silenzio, come se il suo primo viaggio con una passaporta l'avesse privata del dono della parola. Si guardò intorno; gli occhi, che in quella luce intensa apparivano di un rosso sangue, si beavano di quella vista spettacolare, grezza e dal sapore antico come i libri che aveva letto a riguardo. Sorrise d'istinto e si avvicinò, barcollante, al gruppo e al professore, senza dire assolutamente nulla nemmeno stavolta. Era ancora troppo disorientata, scombussolata e instabile per riuscire a parlare, a stento capiva cos'aveva intorno.
 
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ghost…
view post Posted on 15/9/2010, 19:02




Jennifer continuava a osservare ciò che la circondava con stupore. Solo le parole del professore la risvegliarono. Si voltò e guardò il professore di storia e ascoltò le sue parole.
Ritornare indietro con la mente. Al tempo di Troia.
Davanti agli occhi della ragazza iniziarono ad apparire le famose mura che avevano reso celebre quella città, tanta gente che passava, che viveva una vita normale, o almeno, normale per quell'epoca, soldati che venivano addstrati, altri che si preparavano per affrontare gli Achei. Dall'altra parte, verso il mare, l'accampamento greco troneggiava su quella spiaggia deserta. Soldati che parlavano, che ridevano e scherzavano, che si allenavano, emozionati perchè la loro prima guerra, oppure annoiati, abituati a quel genere di cose.
Era uno spettacolo magico agli occhi della ragazza, creato dalla sua mente. Quando voleva, sapeva lavorare bene con la mente e con la fantasia. E quello era un ottimo frutto.
Si risvegliò da quel magico sogno. Le cose che poco prima erano davanti a sè si dissolsero. Si stavano muovendo. Verso dove? Non aveva ascoltato. Ecco. Sempre così.
Indecisa seguì i ragazzi e il professore e subito capì la loro tappa: le rovine del tempio. Beh, le sarebbe piaciuto sapere che rovine erano, anche se una mezza idea in testa ce l'aveva...
 
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view post Posted on 15/9/2010, 21:06
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Arwen aveva ascoltato con attenzione il discorso del professore: con leggero stupore, si era accorta che le sue parole non erano altro che l’esternarsi dei suoi pensieri, il dipanarsi di una trama contorta di idee e sentimenti che avevano invaso senz’ordine la sua mente. Gli Ideali… gli Ideali erano un concetto troppo alto per essere afferrato, e il loro significato più concreto sfuggiva ad una comprensione più profonda: l’Ideale stesso della Bellezza riportava ad un’immagine di Perfezione di certo inesistente nella realtà. Come poteva Paride scegliere la massima Bellezza, la Perfezione, l’Ideale che avrebbe dovuto porsi a guida di ogni futuro concetto di splendore e amenità? Come poteva il discepolo erigersi a giudice e decidere chi tra i maestri meritasse la cattedra? Seguendo quale logica avrebbe potuto giustificare la sua scelta? Grazie a quale potere lui, misero mortale destinato all’oblio,avrebbe sancito la supremazia di una sola delle tre dee garantendole il diritto di porsi a unico e incontestabile modello? No, non sono capaci di veri Ideali gli uomini: Paride scelse l’amore di Elena, non la casta bellezza di Afrodite. C’è stato un tempo, forse, in cui ancora persisteva una pallida imitazione di quelli che potevano essere chiamati Ideali, un’ombra più che un autentico concetto ma che ancora godeva di un qualche prestigio tra gli eroi: Achille lottò per Onore quando cadde Patroclo, eppure lottò anche per un desiderio del tutto umano: il raggiungimento dell’immortalità. L’uomo non è capace di non avere un secondo fine: e per il fatto stesso di averlo non è puro, e se non è puro non è perfetto; se non è perfetto, non può diventare involucro di un qualsivoglia Ideale poiché il contatto stesso con la sua innata “umanità” lo contaminerebbe. Arwen invidiava l’era antica, ma ne invidiava questa dualità: il possedere un valore, ma il possederlo senza perdere di vista il proprio obiettivo, il proprio fine. Non sopportava l’incuria del suo mondo: la terribile precipitosa corsa verso la meta senza curarsi del percorso. Se doveva raggiungere il suo obiettivo, l’avrebbe fatto con coraggio e onore senza chinare, remissiva, la testa.
Quest’ultimo pensiero si tradusse nella comparsa di una rinnovata decisione sul volto di Arwen: gli occhi si strinsero e per un attimo parvero brillare di una luce propria, come specchio cristallino delle sue idee, e per questo ancora più belli. Le sopracciglia si avvicinarono conferendole un espressione appena corrucciata che non disdiceva sul piccolo viso: esse creavano, nel mezzo della fronte, una sottile riga verticale, l’unico flebile segno della tempesta dei suoi pensieri. I biondi capelli brillavano nella luce prepotente del sole e si sollevavano in giochi di intrecci mentre il vento cercava di sospingerli al mare.
Arwen vide il professore incamminarsi lungo il polveroso sentiero che conduceva al tempio. La polvere si levava in nubi basse e dense attorno alle gambe, lo circondava, pareva cercasse di fermarlo, di attrarlo a sé, di condurlo al loro stesso destino: o forse era la polvere a voler riprendere vita, a cercare qualcosa a cui aggrapparsi nell’ultimo disperato tentativo di riacquistare la forza, il vigore e la dignità di un tempo; forse non era ancora pronta a disperdersi nel mare, lì dove il vento la portava, forse sentiva di poter svolgere ancora un ruolo lì dove in un’altra epoca aveva dato forma e consistenza alle poderose difese di Troia: che volesse proteggere ancora quel luogo dalla loro estranea presenza? Che la polvere volesse difendere le rovine come le mura difesero la città? In fondo, non importava. Erano lì ora, e bisognava andare avanti, anche se conquistare le rovine di Troia pareva ora ai suoi occhi alquanto buffo, quasi ridicolo e paradossale, una goffa imitazione della conquista che gli eroi greci compirono sulla città. E mentre s’incamminava, Arwen pensò che forse aveva più coraggio quella polvere che i loro piccoli cuori di ragazzi.


SPOILER (click to view)
Arwen Haryin
Tasche:
- Bacchetta (Legno di Tiglio, piuma di civetta reale, 11 pollici flessibile)
Zaino:
- Pozione dell'illusione: Fa credere ciò che si vuole al proprio interlocutore, usabile una volta sola
- Polvere buiopesto peruviana: permette se lanciata in aria di far calare l'oscurità a proprio piacimento,ottimo se usata come diversivo prima di una fuga.
- Ciondolo Pinna di Sirena: La pinna ciondolo indossata al collo permette di respirare sott’acqua per più di un’ora, finita la quale il ciondolo si sgretola e scompare. Usabile una sola volta.


Edited by Ârwen - 16/9/2010, 00:25
 
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Niko Domenic
view post Posted on 16/9/2010, 00:40




Non era passato molto tempo dal suo arrivo al punto di ritrovo nel giardino, Niko non aveva fatto in tempo nemmeno a salutare qualche compagno di casa come Jessica o qualche conoscente che subito il Professore intimò tutti di afferrare la corda, raccomandando massima attenzione per evitare possibili perdite di gambe o cose simili...
pochi istanti..un TRE che rimbombò tra gli alberi del giardino prima che l' udito del ragazzo si disattivasse , risvegliandosi solo quando toccarono terra,la terra di Troia.
Quella stessa terra che una volta aveva accolto artisti,poeti,guerrieri e era stata spettatrice di eroiche imprese e di grandi guerre..l' ultima, la più grande, che ne aveva decretato la morte.
Ad accoglierli c' era un bellissimo cielo di un celeste limpido, con poche nuvole all' orizzonte, Niko si guardò e la prima cosa che colse nell' aria era l' odore di salsedine del mare, visto che la citta dava sul mare...un tempo lo dominava...ma poi piano piano l' odore di antico che si respirava in quel luogo venne fuori e in tutta quella sistuazione non si sarebbe più di tanto stupito se si fosse visto spuntare davanti un guerriero greco.
Osservò per un attimo i compagni di ventura e riconobbe Jessica , Jennifer,Xander, un Prefetto Serpeverde di cui non ricordava il nome..insomma una bella e ricca compagnia.
Intanto il Professore prese parola e presentò la città e fece appello a quelli ideali su cui era fondata la civiltà di quel tempo chiedendosi cosa ne fosse rimansto al giorno d' oggi e beh Niko dovette convenire che ormai rimaneva ben poco , già era diventato difficile essere un Idealista in un mondo senza ideali, ideali che possono farti diventare debole mente un tempo sarebbero stati motivi di vanto e rispetto.
" Già forse non è più tempo di eroi, ma il mondo in realtà ne ha sempre avuto bisogno... "
pensò con un sorriso, che si dipinse piano piano sul suo volto...mentre si incamminava per seguire il Professore su quel polveroso sentiero che un tempo aveva accolto chissà quante volte il valoroso Ettore al ritorno dalle sue fatiche.


SPOILER (click to view)
una bacchetta modello Wizard: Legno di Quercia,soffio di bora,12 pollici

Punti Salute: 111

Punti Corpo: 61

Punti Mana: 61

Punti Esperienza : 7
 
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view post Posted on 16/9/2010, 12:43
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Grifondoro VI anno

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Lottare per un ideale? Per i tempi che correvano erano davvero pochi quelli che si permettevano di fare cose simili, come aveva detto il professore degli ideali era rimasta solo l' estetica, solo la forma e non più il contenuto. Mentre nell' antica Grecia si era addirittura combattuta una battaglia, uomini su uomini persero la propria vita per l' onore e per riportare a casa una donna accusata di adulterio. Incredibile come a quel tempo certe cose valessero così tanto. Presero a camminare dietro il professore, la parte più interessante era il gioco al quale aveva appena accennato, erano li per imparare divertendosi, magari la giornata si sarebbe conclusa bene. Il sole splendeva alto in cielo, sorrideva felice senza alcun timore per nuvole o altro. C' era anche Trhesy, si affiancò a lei mantenendo il rigore scolastico, tradito solo ed esclusivamente da un occhiolino.

 
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view post Posted on 17/9/2010, 19:36
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Dall’epoca dei miti e delle leggende

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Ascoltò distrattamente le parole del professore, era troppo presa ad ammirare il panorama,
ma colse comunque il senso di quanto disse e non era tanto d’accordo.
Era vero che in tempi antichi si combattevano guerre per seguire degli ideali, anche se “la bellezza” di una donna non era un ideale tanto nobile da seguire. Forse, più che la riconquista di Elena e la conquista di una nuova città, a muovere i Greci fu l’orgoglio ferito di Menelao.
Una guerra combattuta per l’onore che aveva l’utilità di impossessarsi una delle città più potenti del tempo.
Ma anche la società odierna aveva i suoi ideali e c’era chi li seguiva e combatteva per essi,
ideali più nobili di quelli perseguiti dai Greci, ideali come la giustizia.
Decise di non rispondere al professore, dopotutto non erano lì per dibattere, ma per osservare e...
fare un gioco; quello la allettava ancora di più.
Si voltò verso James, che si era avvicinato a lei, ricambiando il suo gesto d’intesa con un sorriso. Anche se fuori dalle mura di Hogwarts erano pur sempre in un contesto scolastico ed essendo due caposcuola dovevano dare il giusto esempio ai ragazzini al seguito.

 
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view post Posted on 17/9/2010, 20:34
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Proseguirono lesti per il sentiero polveroso, in direzione di una marcata macchia d'alberi e cespugli, non troppo floridi per le condizioni proibitive dell'ambiente, ma sufficiente a celare l'imboccatura scura di una caverna. Un sentiero tracciato da qualche misterioso personaggio dell'antichità si avventurava verso l'oscurità, poco più che una spaccatura nella dura roccia, una vena che affiorava dalla sabbia. La stessa roccia su cui poggiavano i resti del grande Tempio.

Ecco infine il loro triste destino, dovevano avventurarsi nelle profondità della terra, alla ricerca di Quattro Oggetti utili alla loro ricerca, dovevano far luce sul Mistero che ancora avvolgeva quella città, chiudere una lunga discussione, per farlo, servivano quegli oggetti. Seguivano di buona lena l’anziano professore all’interno della grotta, le bacchette rischiaravano l’ambiente, che andava lentamente ingrandendosi, da essere a pochi pollici dalle pareti, lentamente tutto si stava ingrandendo, un’enorme caverna, sempre più larga, il soffitto avvolto dalla tenebra. Un rigagnolo d’acqua li scorava sulla destra, andavano in giù, scorreva allegro, verso il centro della Terra. Lentamente anche i più giovani avevano smesso di parlare, sguardi stupiti, sorpresi, impauriti, le tenebre li accompagnavano nel loro viaggio. Dove sarebbero finiti? Le pareti della grotta erano del tutto naturali, pochi gradini che avevano calcato nella discesa sembravano suggerire che l’uomo fosse intervenuto solo minimamente sulla natura originale della caverna, lasciandola inalterata nel tempo. L’acqua si era scavata un canale, nelle tenera roccia superficiale, poche decine di pollici, ma in chissà quanti secoli. Un silenzio tombale li avvolgeva.
E si fermò, l’anziano Docente di Storia si arrestò, nel mezzo della caverna, sorridendo, allegro, e si voltò verso il nutrito gruppo di studenti e studentesse, più o meno grandi, in attesa di qualcosa. Si schiarì la voce, forse era tempo di qualche spiegazione. In fondo erano arrivati, e li aveva condotti lì, doveva qualche spiegazione.

Bene signori, sopra di noi un tempo sorgeva la città di Troia, il tempio di poco fa, all’imboccatura della caverna era dedicato ad Apollo, il Protettore della Città. Così come a Delfi, anche qui il Sacerdote, o la Sacerdotessa si recava a consulto dal Dio nelle profondità della Terra. In più doveva esservi una via, ormai perduta, che portasse fuori dalla città, in caso d’assedio. Penso non sia nulla di speciale, giusto? Una consuetudine, una buona abitudine di ogni città antica. Tornando a noi, al termine di questa Grotta, troverete Tre diverse imboccature, di un’ampia rete di cunicoli sotterranei, una rete perfettamente agibile in buona parte, ormai diroccata nelle regioni più esterne. Dovrete trovare Quattro Oggetti, nascosti qui, e tornare in superficie, vi dividerete in Due diverse Squadre, Due Oggetti a Squadra. Tutto chiaro? Inutile dire che i cunicoli possono nascondere sorprese, trappole, e meccanismi di difesa, più o meno antichi, ma nessuno mortale, per quanto ho avuto modo di accertare. Ad ogni modo, eludete le difese, prendete gli Oggetti, e tornate in superficie. Siete in buone mani, Capiscuola e Prefetti vi sosterranno nelle vostre ricerche, Intelletto, Magia, Astuzia e Coraggio, solo l’unione di queste quattro doti vi permetterà di uscire incolumi, senza sarete perduti. In caso di pericolo chiamate, e l’aiuto arriverà senza indugio. In fondo sapete tutti che chi ad Hogwarts cerca aiuto, lo ottiene sempre, no? Inutile dire di restare uniti, giusto? Soli non uscirete, l’unione fa la forza, come dicono alcuni. Prima di scoprire le Squadre, domande?
Tacque allegro, osservando serio ma divertito la foresta di teste che scrutava più o meno accigliata nella sua direzione.
Ormai il tutto stava per iniziare.


 
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Je Evans
view post Posted on 17/9/2010, 22:33




Il sentiero polveroso sembrava infinito, e per di più portava sempre più lontano dal mare, lungo quella vasta vallata.
Camminava al fianco di Light, ma non sapeva da quanto tempo stava in silenzio. Era immersa nelle sue considerazioni, e sinceramente iniziava a seccarsi, non sapere la meta la irritava non poco..
Poco lontano c'era un piccolo boschetto mediterraneo, probabilmente erano diretti da quella parte.. Ma cosa c'era oltre?
Presto l'avrebbero scoperto.
Calciò un sasso che ingombrava il sentiero, e lo guardò rotolare in avanti, e quasi non si accorse che la luce era sparita.
"Ma dove.."
Era una caverna, a quanto sembrava.
Un piccolo corso d'acqua li accompagnava pigro verso il centro di quel cunicolo umido.
Era abbastanza alto, tanto che non si scorgeva quasi il tetto. Ed era buio, soprattutto..
Il Professore arrestò la sua marcia e si girò verso la combriccola alle sue spalle.
Era ora dei convenevoli.
Stette ad ascoltare, girandosi stupidamente indietro quando Peverell nominò il tempio di Apollo che avrebbero dovuto vedere prima della grotta.
Quel viaggio si stava facendo interessante.. Un'avventura nel sottosuolo, sembrava abbastanza stimolante.. Anche per lei.
Tre imboccature, due squadre e quattro oggetti da recuperare.
"Interessante.."
Parlò a se stessa, più che ad un possibile interlocutore.
Chissà che tipo di oggetti dovevano cercare.. Qualcosa di Antico? Di Storico? Od i Magico?
Incrociò le braccia al petto e si augurò che nessuno avesse da porre quesiti.. Soprattutto se stupidi.
Aveva abbastanza fretta di cominciare quella stramba ricerca.
Ora si che si iniziava a ragionare, finalmente avevano accantonato la teoria per dedicarsi alla pratica.
E, soprattutto, era curiosa di sapere quale sarebbe stata la sua squadra.

 
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view post Posted on 18/9/2010, 00:44
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Un passo. Poi un altro. Un altro ancora. Il sentiero si snodava tra le rocce e le rovine, senza distinzione, come un fiume in piena che travolge ogni cosa, a volte pareva volersi ricongiungere al mare, altre volersene allontanare alla ricerca di acque più calme, quasi temesse il fragore delle onde. Arwen si lasciava trasportare, seguiva la via obbedendo al suo corso: il vento cullava i suoi capelli e ogni soffio era una carezza sulla pelle. Levò gli occhi al cielo e per un attimo l’immensità del suo sguardo rifletté l’immensità dell’universo: e l’unione di quei due mondi infiniti e divisi, l’uno terreno, l’altro celeste, le conferì una pace e una serenità mai provate rendendola un tutt’uno con quel luogo. Un passo. Poi un altro. Un altro ancora. Chissà cosa sarebbe accaduto dopo?

*Dum loquimur fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.*

Sì, il tempo corre. E prima di potercene accorgere, il futuro è già presente. E così, ancor prima di rendersene conto, Arwen si ritrovò a camminare nell’oscura galleria che pareva condurre direttamente alle Porte degli Inferi: le tenebre l’avvolsero togliendole il respiro. Lo scrosciare dell’acqua proveniente dal rigagnolo che li affiancava lì vicino, era l’ultima cosa che ancora la legava alla realtà. Pareva una gabbia, con sbarre di gelido buio che si stringevano addosso rendendo più penosa la discesa. Il silenzio premeva sulle orecchie fino a far male.

Si fermarono. Le parole del professore risuonarono per un attimo come se provenissero da un’altra epoca: pareva impossibile che potesse ancora esserci vita in quell’antica caverna, che vi battessero cuori pulsanti e giovani, che qualcuno osasse ancora proferirvi parola. Il tempo lì era fermo: l’aria stessa stagnava come se una forza oscura le impedisse di essere raggiunta dalla brezza marina appena qualche metro sopra le loro teste. L’umidità si percepiva ovunque e copriva con un sottile velo ogni cosa, ogni persona.

Arwen avvertì un brivido che niente aveva a che vedere con la paura: ascoltò il professore e ogni parola era una promessa di qualcosa di straordinario.


*Dum loquimur fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.*

 
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Vale de ts
view post Posted on 18/9/2010, 11:22




Una volta arrivati tutti, iniziarono a camminare. Scelsero un sentiero polveroso, ma ad un tratto cambiarono direzione, voltandosi verso una piccola macchia di flora bassa. Non conosceva la meta, e a quanto pare non la conosceva nessuno, e ciò provocava un po' di nervosismo in alcuni elementi del gruppo. Valerio si limitò docile a seguire il professore, certo di molte cose. Certo che a breve avrebbe spiegato qualcosa, certo che la visita si sarebbe dimostrata interessante. Certo che... avrebbero attraversato quella caverna che aveva appena intravisto tra vicino al tempio. Vi entrarono e alcune bacchette illuminarono l'oscurità che li circondava. Dopo poco il professore si fermò e parlò al gruppo. Innanzitutto disse dove si trovavano, ma il momento più importante, secondo il parere di Valerio, fu quello successivo, una specie di missione, una Caccia al Tesoro. Dovevano trovare, divisi in due squadre, quattro oggetti che sarebbero serviti successivamente. Avrebbero dovuto procedere al buio della caverna quindi. Rimase interessato ad ascoltare il professore che parlava, quando si accorse di un ruscello che scorreva intorno a loro. In due squadre dovevano recuperare quattro oggetti in tre cunicoli. La cosa si prospettava interessante. Sul viso del giovane apparve un ghigno di sfida. Si sarebbe probabilmente divertito. Il problema era: quali oggetti dovevano recuperare? Come li avrebbero riconosciuti? Erano antichi oggetti Troiani, o qualcosa di magico che il professore aveva nascosto lì precedentemente per loro? Una cosa era certa: questa visita a Troia sarebbe stata più stimolante. Più divertente del previsto.
 
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Alexander Black
view post Posted on 18/9/2010, 14:05




Tutto il gruppo di spostò.
Il gruppo formato da tutti gli studenti che si erano iscritti al Club capitanato dal Professor Peverell.
Il gruppo si presentava come un'insieme di studenti e due caposcuola.
Uno per Tassorosso, Trhesy.
E uno per Grifondoro, Xander.
Avrebbero avuto un ruolo importante in qualche situazione che sarebbe venuta a galla quando con il Professore sarebbero arrivati a destinazione.
Il lungo percorso sabbioso ricordava al giovane Grifondoro la sabbia con cui da piccolo piaceva giocare.
Con sua sorella, Erza si divertiva a costruire castelli di sabbia.
Sarebbe mai andato un giorno in un castello di quei tanti che avevano costruito durant ele estati passate alla riva del mare.
Quel giorno come tutti sanno arrivò all'undicesimo compleanno del giovane Alexander.
Dopo un evento molto opprimente e percepibile nella vita del giovane.
Proseguirono verso un luogo ricco di foreste e verde.
Celava come qualcosa.
Quei cespugli, quel verde, dava una sensazione come se celassero qualcosa.
Alexander appena arrivò davanti il luogo più ricco dell'ambiente circostante di cespugli guardò incuriosito.
Vide come una caverna, ma lasciò stare.
L'aria si faceva pesante.
L'avventura vera e propria sarebbe iniziata da lì a poco, il giovane fremeva dalla volontà di andare all'avanscoperta.
Da lì a pochi centimentri da loro si ereggevano i resti di un vecchio tempio risalente all'età degli dei dell'olimpo.
Il mistero della caverna venne svelato.
Il professore ereggendo la bacchetta davanti a sé entrò cautamente nel luogo nascosto dai cespugli.
Alexnader e il gruppo della "Scuola di Atene" seguirono il Professor Peverell nella caverna.
Istintivamente il giovane Grifondoro tese la bacchetta in avanti a pochi centimentri dal petto ed enunciò sotto voce.
*Lumos..*
La bacchetta si illuminò e produsse abbastanza luce per poter illuminare i passi e la strada che stavano percorrendo.
Alzando los guardo al soffito si poteva intuire l'oscurità del luogo. Le pareti man mano si allontanavano dagli studenti, era segno che il luogo si stava allargando.
Alla destra si trovava un piccolissimo corso d'acqua che scorgeva al centro della Terra.
Proseguirono fin quando il Professor Peverell si arrestò al centro della caverna.
Il segnale che si schiariva la voce significava che stava iniziando a parlare.
Alexander stette attento alle parole del Docente.
Spiegò che il luogo al di sopra di dove si trovavano adesso si ereggeva la città di Troia.
Continuò dicendo che il tempio all'entrata della caverna era dedicato al Dio della Musica, della Medicina, Apollo.
Ecco il perchè dell'avventura della grotta.
Lì, si nascondevano quattro oggetti.
Gli alunni divisi in squadra doveva trovarli, due per ogni squadra.
Tre imboccature si presentavano davanti a loro.
Intelletto, Magia, Astuzia e Coraggio erano le quattro doti che insieme li avrebbeor portati a trovare gli oggetti e ritornar ein superficie.
Concluse il Professor Peverell dicendo se avessimo prima della divisione domande.
Alexander tacque.
Tutto chiaro si presentava nella sua mente.
Attese in silenzio la divisione in squadre.
*Chissà chi saranno i miei compagni di Avventura*
pensò Alexander guardando rimanendo zitto l'ambiente dove si erano fermati.


 
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» keiko’
view post Posted on 18/9/2010, 16:48




Il viaggio si prospettava interessante.
Seguì il gruppetto di studenti verso la grotta.
Il Club di Perevell si stava rivelando piuttosto interessante!
Discussioni con gente che sa connettere il cervello e spedizioni sul luogo discusso.
Avrebbe anche potuto trovare qualche affascinante souvenir Troiano o chissà forse avrebbe potuto fare qualche simpatico incontro con qualche creatura magica del luogo, beh sarebbe bastato qualche colpo di bacchetta per farlo fuori!
Ah la natura!

Stava scendendo la grotta e ascoltando le parole del professore.
Quattro oggetti!
Aveva già estratto la bacchetta
Doveva controllare gli studenti anche lì? Ecchebolle.
Si avvicinò a Light e Je, gli unici che conosceva là dentro e che le stavano leggermente simpatici

«Due squadre... ha già scelto i componenti, professore?»
La domanda era ovviamente posta a Perevell.
 
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Yoruichi
view post Posted on 18/9/2010, 17:05




Un brivido di freddo corse lungo la schiena di Yoruichi, mescolandosi all'inquietudine che era cresciuta, lentamente, mano a mano che si inoltravano nel ventre sempre meno ospitale della Terra. Il Sole l'avevano lasciato fuori, a risplendere nell'azzurrissimo cielo della Turchia, e le fauci della grotta che li aveva inghiottiti non lasciavano passare il calore dei raggi dell'Astro. - Lumos - sussurrò non appena la penombra si fu trasformata in oscurità. Una luce debole comparve sulla punta della sua candida bacchetta: un lume più forte avrebbe potuto disturbare le creature antiche che riposavano indisturbate nelle tenebre della caverna: ne avvertiva la presenza attorno a loro, vegliavano sulla vita dei mortali, nascosti nel freddo utero che li aveva accolti alla nascita e dove avevano per sempre vissuto.
Proseguivano in fila, dietro al professore capocasa Tassorosso. C'erano parecchi prefetti e qualche studente anziano; era davvero un buon gruppo. Si fermarono e il professore rivelò loro il motivo della loro visita: quattro preziosi oggetti erano da ritrovare, quattro segreti nascosti nelle viscere della pietra custoditi gelosamente da creature magiche, alcune pericolose, altre benigne, altre ancora assolutamente indifferenti al genere umano.
Si sarebbero divisi in due gruppi e ad ognuno di essi sarebbe stato affidato il compito di ritrovare due dei quattro cimeli. Yoruichi si accostò ad Alexander, di Grifondoro, che già conosceva:
- Spero di essere con te. Sei l'unico che conosco almeno un pochino. - poco più in là c'era anche Trhesy, la sua Caposcuola che prima non aveva notato. Le sorrise, cercando di attirare la sua attenzione, mentre aspettavano che il professore li dividesse nei due gruppi.
 
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view post Posted on 18/9/2010, 17:07
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Grifondoro VI anno

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Continuarono a camminare per un pò fino ad arrivre alla bocca di una caverna, nascosta dalle fronde di alberi rinseccoliti dal clima secco, quasi arido. All' interno già si stava meglio, la frescura era gradevole, e dovettero ricorrere alla punta delle loro bacchette per illuminare il cammino antecedente a loro, proseguirono per un tratto in fila indiana per poi potersi ritrovare in ampia cava, li il professore espose il piano della giornata. Ottimo a suo parere, due squadre, quattro oggetti da recuperare, c' erano dei premi quindi? E sopratutto sapeva già che probabilmente non sarebbe stato con Trhesy in squadra, qualcuno doveva pur badare ai primini presenti, vero che il professore non avrebbe mai messo in pericolo la vita degli studenti ma non si sa mai cosa si può trovare all 'interno di così antichi siti. Preferì non interrompere e aspettare altre disposizioni. A guardare bene i presenti c' era qualche elemento di spicco che aveva notato durante l' anno. Jessica Evans per esemio o quella prefetta di serpeverde. Insomma carte buone sul tavolo c' erano, bisognava solo stare a vedere come sarebbero state distribuite.

 
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