Fuga nel Deserto

, III Incontro

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view post Posted on 9/10/2011, 20:54
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- Deus ex Mazza -

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Corvonero
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Aveva bussato da pochi secondi, quando cominciarono ad arrivare glia tlri membri del club: alcuni erano semplici studenti, altri ancora prefetti, altri addirittura caposcuola.
La prima ad arrivare fu una giovane Grifondoro che, a giudicare dal suo comportamento, non conosceva ancora bene il castello.


Si, sei nel posto giusto. Rispose Patrick con un sorriso. Il tuo affanno non è stato vano, sei puntuale, ho appena bussato.

La giovane sembrò tirare un sospiro di sollievo quando d'un tratto arrivò un altro membro: portava sul petto una vistosa P come quella di Patrick ed era vestito in una maniera particolararmente insolita ad Hogwarts; ma d'altronde anche il Corvonero aveva fatto attenzione a vestirsi in maniera comoda, la divisa con i pantaloncini gli era sembrata adatta.

Buonasera! Rispose Patrick al saluto del giovane.

Gli altri arrivarono tutti assieme, Thresy la celebre Caposcuola di Tassorosso, che aveva fatto la sua stessa scelta di abbigliamento, un altro Grifondoro del primo anno, un'altro prefetto dalla chiome dorata, Mary, la prefetta Grifondoro con cui aveva avuto un incontro abbastanza difficile in giardino, e tanta altra gente. Erano davvero tanti, il Corvonero stentava a credere che nel castello ci fossero così tanti studenti che condividessero i suoi interessi.

Essendo il più vicino alla porta, non appena udì la voce risoluta del Professore aprì la porta ed entrò per primo. Davanti a lui, il Professor PEverell stava inpiedi dietro la scrivania, serio e apparentemente imperturbabile, come sempre.

Buonasera signore! Aveva esordito il Corvonero con un rispettoso sorriso. Poi continuò indicando i compagni con lo sguardo. Qualcuno è venuto a farle visita.

Il fatto che fossero in tanti gli aveva dato coraggio. Inizialmente il fatto di non sapere minimamente a cosa stesse andando in contro l'aveva turbato, ora gli sembrava tutto un po' più semplice. Magari, sarebbe stata l'occasione per creare nuovi rapporti di amicizia.

Edited by Þaride - 9/10/2011, 23:48
 
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>Just|Athos†
view post Posted on 10/10/2011, 14:24




I compagni arrivarono uno dopo l'altro, ordinatamente e rispettosamente, senza chiaccherare: un ragazzo di Grifondoro, che Random non conosceva; Mary, alla quale riservò un timido "ciao ciao" con la mano; Trhesy, che guardò in modo stranito il suo abbigliamento e non lo salutò (credendo di aver fatto qualcosa che gli avesse meritato l'odio della sua Caposcuola, Random la emulò limitandosi a guardarla con aria pensosa); Valerio, che salutò con un cenno del capo; Henry Rustor della squadra di Quidditch del Tassorosso, cui Random rivolse un "ok" amichevole; una nuova Tassorosso che aveva visto alla cena dello smistamento, ma della quale non ricordava il nome, che salutò tutti in modo imbarazzato, poi i soliti ultimi ritardatari e... Arwen.
Random rimase stupito nel rivedere la vecchia "amica": durante l'estate era cresciuta parecchio, e non solo in altezza e forme, anche dal suo viso era trasparente una sorta di "maturazione"... Era sempre stata una Prefetta ligia ai suoi doveri, e impeccabile, ma in quel momento pareva particolarmente matura e saggia. Il ragazzo ricordò della loro chiaccherata al tramonto, ma poi distolse lo sguardo dalla figura di lei, imbarazzato dall'essere quasi stato sorpreso a fissarla come un baccalà.
Erano un gruppo nutrito, notò il Prefetto mentre la porta dell'ufficio si apriva per mano del giovane Corvonero in prima fila, c'era solo da sperare che gli altri collaborassero... Random non era presente in Grecia, ma nella seconda gita (quella in Giappone) aveva avuto modo di vedere che l'unica possibilità di uscire dalle sfide e dagli enigmi macchiavellici del professore era restare uniti, e collaborare. Dopotutto, erano pur sempre gite educative, una morale ci doveva essere sempre... Questa volta, magari, sarebbero riusciti ad usare più la testa e meno la bacchetta, e a non rimanere intrappolati in una gigantesca buca magica. Chissà.
Gli alunni, sempre ordinatamente, entrarono nell'ufficio del professore: era esattamente come l'ultima volta che Random vi era entrato, due anni prima, con il solito pennuto misterioso a guardare incuriosito i nuovi arrivati, i soliti libri, la solita scrivania e il "solito" (o meglio, insolito) vecchio Peverell a guardarli, rilassato e pacioso. Random sorrise istintivamente nel vedere la faccia saggia dell'anziano docente posarsi su oguno di loro, e solo in ritardo si accorse del grande libro che troneggiava su un leggio in mezzo alla sala, e che aveva sotituito le comode poltrone sulle quali si erano seduti lui e Valerio due anni prima, discutendo della Claim Solais. Ma al momento non c'era bisogno di pensare alla vecchia spada, era in ottime mani, e Random poteva pensare finalmente a divertirsi con le strambe gite del professore... Quest'anno, era già stato comunicato loro, la meta sarebbe stato l'Egitto: era questo il motivo dello strano abbigliamento del Prefetto, cui era stato ben raccontato il caldo e l'aridità che si provavano nel deserto... Anche se con il professor Peverell era più
probabile che si ritrovassero all'esplorazione di un vecchio tempio di Anubi, o invischiati in chissà quale enorme piramide-labirinto.
"Buonasera signore! Qualcuno è venuto a farle visita."

Enunciò eccitato il Corvonero che aveva aperto, sotto lo sguardo per metà stranito e per metà imbarazzato di Random che non si aspettava una tale familiarità da parte del giovane con il professore... ma si limitò a sorridere, e ad aggiungere:

"Già, prof, e non siamo nemmeno pochi. Non so se una vecchia corda basterà per tutti, questa volta..."
Per un novellino tale affermazione poteva sembrare strana, ma gli studenti più anziani avrebbero di certo ricordato la passaporta che li aveva trasportati fino in Oriente, dall'altra parte del mondo. Non era stato un viaggio piacevole, per Random, che però vi si era abituato ritrovando l'esperienza nella smaterializzazione elfica che aveva più volte sperimentato quell'estate. Questa volta, ne era certo, non avrebbero avuto problemi.
Si tolse una spalla dello zaino e osservò gli altri alunni entrare, facendo loro spazio nello studio. C'era anche Mya, che prima non aveva notato...
Oh, non sarebbe stata una gita facile, questo era sicuro, ma fra lui, Arwen, Mya e Trhesy, sarebbero riusciti a cordinare quella massa di marmocchi eccitati... O almeno così sperava.

 
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biffolina5
view post Posted on 10/10/2011, 16:07




Il giovane prefetto Corvonero le confermò che la porta era quella giusta, e nel frattempo il corridoio si riempì di altri studenti. Mi sentivo un pesce fuor d'acqua, non conoscevo nessuno e sembrava che tutti fossero capiscuola e prefetti..
*Come sempre mi caccio in queste situazioni.. Speriamo di uscirne bene..* Pensai.
Mentre mi perdevo in queste considerazioni, udì la voce del professore che ci pregava di entrare. Entrai dietro al Prefetto, e mi sistemai di fianco a lui.
*Che maleducata, non mi sono neanche presentata! Appena ne avrò l'occasione, gli chiederò scusa per la mia mancanza.*
 
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view post Posted on 10/10/2011, 16:37
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L'attesa era finita..Mary stava nagivando nell'indifferenza più totale mentre il gruppetto si andava sempre più ad ingradire con faccie mai viste prima e che mai forse avrebbe più incontrato..Poi finalmente il ciogolio della porta aprirsi.
Riprese finalmente coscienza di se stessa ed,in punta di piedi,collo alto,cercava di farsi strada per vedere Peverell comodamente seduto sulla poltrona ad aspettarli..Che servisse un'azione di sfondamento? Poteva comodamente aspettare che sfollasse per poi entrare e seguire i ragazzi all'ingresso...Ma prima che potesse entrare si girò verso uno dei ragazzi che affolavano il corridoio,Random.
Lo sguardo fu ricambiato e dopo il saluto quasi timido di Random con la mano,Mary si limitò ad un'altrettanto timido movimento del Capo. No,non c'era confidenza trai due,Ma sembravano odiarsi in modo irriperibile,o almeno era ciò che aveva compreso Mary,anche se lei capiva sempre un bolide per un'altro..Seguì con lo sguardo l'ingresso del gruppetto per poi seguirli a ruota e riservare un profondo inchino diretto al Professore..Entrambe le mani a tirare la borsa,era visibilmente nervosa e dopo l'esperienza in Giappone temeva molto. Uno sbuffo,un'altro sguardo in giro poi a Random ed infine a Peverell.

*Diamo inizio alle Danze!*

 
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view post Posted on 10/10/2011, 18:32
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Non aveva avuto molto tempo per oziare. Neppure il tempo di poggiarsi alla dura e fredda pietra, e già la voce del Professore si era fatta largo attraverso la pesante porta dell'ufficio, appena attutita dal legno, ma inspiegabilmente nitida e profonda.
L'aveva dimenticata.
La faccenda la colpì senza una ragione precisa, come avesse percepito improvvisamente una piccola parte di verità, o una rivelazione d'altri tempi. Le lezioni non erano la stessa cosa: lì, in quell'ufficio, tutto era diverso, perfino il Professore. Poteva quasi già vederlo, l'occhio intelligente e penetrante, il sorriso enigmatico ed irriverente, e quella irritante calma nella voce, nei modi di fare.
Forse non aveva così voglia di entrare, dopotutto.
Forse sarebbe tornata indietro.
Perché aveva dovuto scegliere proprio il suo ufficio?
Migliaia e migliaia di parole si mischiavano nella sua testa, allusioni, congetture, interminabili discorsi di un'epoca neppur troppo lontana. Lei sapeva che quei discorsi erano ancora lì, in quella stanza, in agguato, non appena vi avesse messo piede il dubbio l'avrebbe assalita di nuovo fino a farle perdere cognizione della realtà. Era davvero ciò che voleva?
E lui era lì, certo, ovvio che era lì. Cosa ricordava di quegli incontri? Nel buio della foresta, con i rumori della natura sullo sfondo, era tutto diverso: il vento si insinuava nella testa e portava via i pensieri, mentre l'oscurità copriva i volti e l'anima. Tutto era più facile.
E invece no. Invece, ancora una volta, varcava l'accogliente e riparata soglia che l'aveva vista tante volte dubitare, anche di se stessa. Non voleva che tutti vedessero le sue debolezze. E per quanto sapesse che sicuramente quasi tutti in quel gruppo avevano messo piede almeno una volta in quell'ufficio, egoisticamente non voleva che davanti a lei qualcun altro lo profanasse.
Lo sguardo duro scintillava nel buio, ma non fece nulla. Solo un fremito, quando il Prefetto Corvonero aprì la porta, poi, più nulla. Il flusso procedeva, inarrestabile, non poteva farci niente, nonostante la palese violenza.
Finché lei stessa non fu nel ventre della bestia.
Eppure, come sempre, non c'era nulla di spaventoso, nulla di diverso, nulla che potesse accusarla in qualche modo: solo la bella fenice sul suo trespolo era molto diversa da quell'immagine di morte con cui l'aveva lasciata. L'anziano Professore se ne stava in piedi, solitario, il vago sorriso sul volto, lo sguardo vigile dietro le lenti cristalline. Abbassò il suo: non aveva voglia di perdersi nei meandri di quegli occhi, avrebbero potuto dirle più di quanto voleva sapere. Rimase in silenzio, aspettando che l'uomo replicasse al ciarlare allegro dei compagni. Quanta banalità. Si soffermò per un istante sul grande libro al centro, delicatamente poggiato su un prezioso leggio. Aveva la sensazione di averlo già visto, ma non riusciva a capire cosa potesse c'entrare lì. Quasi non potesse farne a meno, volse infine lo sguardo verso quelli che sarebbero stati i suoi compagni d'avventura: erano ben pochi quelli che potevano vantare di essersi recati a tutti e tre i precedenti incontri. Per il resto, molti visi sconosciuti, qualche conoscente e...sorrise appena distinguendo Mya e Random.
Dopotutto, era una buona squadra.
Un nuovo fuoco prese a bruciare nel petto mentre gli occhi si stringevano, sospettosi e determinati. Tornò a guardare il Professore, con rinnovato orgoglio.

 
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view post Posted on 10/10/2011, 19:00
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VII Anno

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Il gruppo sembrava al completo, erano più di quanto credesse il grifondoro ma sembravano una bella squadra, per il ragazzo era la prima esperienza di quel genere certi erano sicuramente più avvantaggiati..
*spero solo di non fare macelli* pensò il grifo cercando di reprimere una risata, non era il tipo che attirava l'attenzione.. Ad un tratto la voce del prof. si udì chiara e nitida.. avanti! un ragazzo corvonero afferrò la maniglia dell'enorme porta e la spalancò iniziando cosi l'avventura del gruppo.
Nathan varcò la soglia dell'ufficio, era molto grande rispetto a quelli che aveva visto, molti più libri e c'era anche un animale, una fenice.. il ragazzo la squadrò per alcuni secondi, e anche il pennuto sembrava fissarlo come una polpetta..
*ehi tieni a posto gli artiglietti* per fortuna l'uccello fissava un po' tutti i ragazzi, cosa che tranquillizzò Nathan..
lo sguardo si posò poi su un grande libro posto su un leggio, chissà a quali disavventure erano destinati, ma il ragazzo era anche li per questo, per mettersi alla prova..
-prof!- esclamò per poi sbattere inavvertitamente un piede su una grande torre di libri *bom!* *cavol..* - ..salve- disse in fine cercando di mascherare il vastidio della botta con un sorriso a dir poco farlocco..
 
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view post Posted on 10/10/2011, 19:12
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Dall’epoca dei miti e delle leggende

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Mentre attendeva che qualcuno aprisse la porta, notò l’espressione preoccupata di Random nell’osservarla, non trovando una spiegazione plausibile a ciò, concluse che forse si era sbagliata.
Per pochi istanti avvertì un leggero disagio, sorrise al prefetto spostando subito dopo lo sguardo sugli altri presenti. Altri si erano aggiunti al gruppetto che attendeva dietro la porta, alcuni volti erano conosciuti, altri meno ed altri ancora non li aveva mai visti prima di allora.
Ricambiò il saluto di Nathan con un cenno del capo, le era parso di vedere anche Mary, ma prima di poter analizzare bene i volti di ognuno, la voce del professore si fece sentire oltre l’uscio.
Il ragazzo più vicino alla porta aprì, attese che fossero altri ad entrare prima di lei, era diventata una questione di abitudine quella di far entrare i più piccoli per prima, probabilmente dovuta a tutte le volte che aveva condotto gli studenti nell’ufficio dei docenti.
Infine entrò anche lei, Peverell era lì, in piedi dietro la scrivania, una soave musica faceva da sottofondo, disturbata dalle voci dei presenti. Non c’erano sedie, era presente solo un leggio che reggeva un libro chiuso. Osservò meglio la stanza non potendo far a meno di chiedersi cosa avrebbero dovuto fare lì, che il professore si fosse dimenticato del loro incontro?


-Buonasera Professore-

Salutò cordialmente, sicura del fatto che a momenti ogni sua domanda avrebbe avuto risposta.



Justino, il tuo pg ha la coda di paglia :shifty: , Trhesy da persona gentile ed educata, prima ha salutato tutti con un Buonasera :fru:

 
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view post Posted on 10/10/2011, 21:26
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Guidava il folto Gruppo, o l'allegra brigata il giovane Corvonero, l'aveva avuto lì a colloquio pochi giorni prima, ed era già stato nominato Prefetto. L'ennesimo tiro mancino della Tuke? In fondo era anche possibile, tutto era plausibile, ma una postilla rispetto al tutto. Una goccia nel mezzo dell'oceano, appariva come un dettaglio, e forse lo era anche. Nonostante tutto, sino ad allora la maggioranza era sopravvissuta, molti erano anche stati promossi, banalmente erano cresciuti. Nuovi oneri, nuovi doveri, nuovi piaceri, eppure il cerchio si tornava a chiudere lì. Una precisione degna del più astuto e navigato dei Burattinai, la Tuke aveva nuovamente ricondotto tutti lì. L'invito era rimasto rivolto a tutti, nuove leve si erano aggregati, diversi avevano desistito all'ultimo, in fondo era solo un altro Incontro, il III, era già passato molto tempo dal I, e molto ne sarebbe passato dal successivo. In fondo non potevano girare il mondo in una settimana, il tutto andava digerito, oltre a doverne avere il tempo materiale. Nessuno poteva fabbricare Tempo!
Saluti, un sacco di saluti, diversi erano già stati lì, l'ambiente non era cambiato, gli era sempre piaciuto respirare aria di continuità, purchè restasse sana e salubre, ma era tempo d'iniziare. Sorrise allegro, amletico, in fondo non sapevano ancora dove erano finiti con l'andare a cacciarsi.


Buonasera a Voi, grazie per essere venuti, in perfetto orario...
Molti di voi son più navigati di altri, qualcuno è novizio, certo, ma la differenza come sempre non sarà insormontabile. Come molti di voi avranno inteso in Giappone, grazie all'aiuto di diversi Amici, non sempre la Magia risolve i problemi, spesso se usata male può solo aggravarli. No?
Non dimenticatelo, son certo che dove ho intenzione di andare, sarà molto stimolante, quindi recepite a piena mente, quanto la Storia vi sussurrerà, e seguite il naso!
Son certo saprete trovare da voi la giusta strada, facile o difficile che sia, questa volta ho influenzato, o meglio, ho potuto farlo, gli eventi pochissimo, e presto capirete anche perchè.
Prima d'iniziare, qualcosa per la più esperta degli Ateniesi...


Aprì quello che era un pugno teso, lasciando scivolare velocemente una sottile catenella d'oro, intrecciata tra le dita. Cadeva, come un grave nel vuoto, precipitosa, senza un senso apparente, trascinata da una forza invisibile, ma spiegabile in fondo. A pochi pollici dalla superficie di legno lucidato, si bloccò, un pesante medaglione d'oro pendeva all'estremità degli anelli, un medaglione pesante o leggero che fosse, con quelle che sembravano due facce lavorate, incise, due diverse immagini. La facciata di quella che sembrava una tomba, scavata nella roccia, in pieno stile ellenistico, egizio, e quelli che parevano gli obelischi di un enorme Tempio, con una facciata indistinta di blocchi di pietra sullo sfondo. Che fosse? Doveva essere una domanda molto quotata in quell'assemblea di giovani menti, la risposta sarebbe giunta?
In tutta tranquillità riprese, il Cielo di Venere, qualcosa di inaspettato, eppure era arrivata sin là, contro ogni ragionevole aspettativa. In fondo, un tempo si era soliti ricordare, di come il buon sangue, non potesse mentire. I fatti sembravano averlo sconfessato per migliaia di volte, ma un qualche fondo di verità, doveva pur esserci.


La signorina Haryin, che si è distinta per meriti eccezionali, almeno secondo la qui presente Minerva, sarà la custode di questo curioso medaglione, che mi è costato innumerevoli sforzi... Come forse saprete i Luoghi Sacri più antichi erano spesso protetti da ladri e profanatori proprio da cancelli, le cui Chiavi erano medaglioni proprio come questo, che è originale. Quindi, non perdetelo, o incorrerete in qualche problema... supplementare!
Come sempre Minerva vi terrà sott'occhio per conto mio, se il pericolo sarà grande, un aiuto verrà sempre dal cielo, ma non fateci troppo affidamento. I segni son difficili da cogliere, e non è bene affidarsi interamente a ciò che non sia la nostra logica. Detto ciò, penso sia tutto, se non ci sono domande, possiamo anche andare...


La giovane avrebbe preso il medaglione, almeno non aveva preventivato altra soluzione, su quello. E tutto sarebbe andato a posto, il puzzle era completo, almeno per iniziare. Certo, non era ancora successo praticamente nulla, i dettagli sarebbero arrivati giunti a destinazione, puntava sulla meraviglia.
Ormai il dado era tratto, e l'inizio era da sempre la Meraviglia.



L'avrei dovuto postare tra almeno un paio d'ore, ma abbiate comprensione di un povero vecchio ammalato... Xd In fondo il Buonasera da parte di tutti non rientra tra i post "critici"! Se Mya sta pensando a qualcosa, e lo spero, l'idea è giusta... U.u
 
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>Just|Athos†
view post Posted on 11/10/2011, 14:04




Random è egocentrico! Non puoi non riservargli un saluto destinato solo a lui :P


Erano finalmente entrati tutti nell'ufficio del professore, un gruppo di una dozzina di ragazzini frementi, preoccupati o ansiosi di fronte alla prova che il professore stava per sottoporre loro. Peverell li accolse, come sempre, con grande pazatezza e tranquillità, forse sperando di calmare anche i partecipanti più giovani e inesperti che parevano, oltre che imbarazzati, visibilmente preoccupati. Di certo pile di libri che cadevano e allusioni a vecchie corde non tranquillizzavano quelle menti fantasiose, ma ben presto avrebbero dovuto preoccuparsi per molto di più, era giusto che si abituassero gradualmente... Anche se, bisogna dirlo, nemmeno i più esperti di loro era rimasto impassibile di fronte alle volpi mutanti, quindi erano più o meno tutti sullo stesso livello per quanto riguardava il sangue freddo.
"...Molti di voi son più navigati di altri, qualcuno è novizio, certo, ma la differenza come sempre non sarà insormontabile..."

Giusto. Ne avevano avuto la prova in Giappone, ove spesso erano stati i più giovani ad avere le intuizioni più geniali, risolvendo guai come quello della parete lucente, del ponte traballante, o del celeberrimo buco antigravitazionale. Era stupefacente come quelle giovani menti fossero portate a risolvere intrighi e misteri, e lavorando in gruppo, anche a scavalcarli. Nelle sfide di Peverell era raro fare affidamento sulla potenza magica, l'ingegno e l'arguzia contavano molto di più.
"...Come molti di voi avranno inteso in Giappone, grazie all'aiuto di diversi Amici, non sempre la Magia risolve i problemi, spesso se usata male può solo aggravarli. No? Non dimenticatelo, son certo che dove ho intenzione di andare, sarà molto stimolante, quindi recepite a piena mente, quanto la Storia vi sussurrerà, e seguite il naso!"
Già... era anche vero che avevano avuto sfortuna, con quel terremoto capitato a metà gita che aveva sconvolto prima loro, poi l'intero mondo babbano, ma avevano comunque avuto modo di comprendere come la magia non fosse l'unica soluzione. "Più astuzia e meno magia", e "segui l'istinto" erano due delle basi fondamentali delle loro escursioni. O almeno, lo erano diventate, erano stati quasi obbligati a capirle per non incorrere in guai serissimi...
Il professore continuava a parlare, a rassicurare il gruppo, e a dare indicazioni ai meno esperti e a tranquillizzarli con la sua voce da vecchio saggio.
Un medaglione, rilucente ai raggi artificiali delle lampade magiche dell'ufficio, scivolò dalle sue mani, e venne dato ad Arwen. Random sapeva che era una sorta di "favorita" del professor Peverell, ed era in grado anche di capire il perché di questa scelta da parte del docente... Che la ragazza fosse speciale lo poteva capire anche lo studente più ottuso, una volta posto davanti a lei, e dunque era giusto che il compito di trasportare quel medaglione toccasse a lei. Non era il momento di essere gelosi, il resto del gruppo avrebbe fatto la sua parte contribuendo a proteggere la ragazza, ognuno al massimo delle proprie capacità.

"...Quindi, non perdetelo, o incorrerete in qualche problema... supplementare!
Come sempre Minerva vi terrà sott'occhio per conto mio, se il pericolo sarà grande, un aiuto verrà sempre dal cielo, ma non fateci troppo affidamento. I segni son difficili da cogliere, e non è bene affidarsi interamente a ciò che non sia la nostra logica. Detto ciò, penso sia tutto, se non ci sono domande, possiamo anche andare..."

Detto fatto, la missione sembrava quasi chiara, benché nessuno sapesse ancora dove fossero diretti di preciso nel grande Egitto: trasportare quel medaglione attraverso una pista, proteggerlo, e aprire un'antica tomba. Quel che avrebbero incontrato poi, non era di grande importanza, per adesso si dovevano concentrare soltanto su quello che il professore aveva detto. Per capire ciò che non aveva detto esplicitamente, ci sarebbe stato tempo.
Ma ancora un dubbio continuava a trivellarela testa del povero e ingenuo Prefetto, che dopo aver alzato la mano avrebbe aspettato che il docente gli concedesse la parola prima di chiedere:

"Mi scusi, professore, viaggeremo ancora tramite passaporta?"
Forse altri oltre a lui si chiedevano la stessa cosa, o forse era l'unico a farsi una domanda con una risposta magari enormemente ovvia, tuttavia era meglio aver chiarito tutto prima di partire.




 
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Julie Richard
view post Posted on 11/10/2011, 14:48





Anche lei silenziosamente si era unita al gruppetto dentro l'ufficio del professore. Si scostò un ciuffo di capelli, squadrandosi intorno.
Volti sconosciuti ridevano, come quello di un nuovo prefetto oppure erano neutrali, come la prefetta di Tassorosso.
Disse un leggero "Buona sera, professore." socchiudendo gli occhi e stringendo la sua borsa.
Era come un pesce che nuotava in montagna. Ok, che cosa strana.
Un esempio che non c'entrava poi molto ma comunque faceva capire il senso dei suoi pensieri.
Lei, che di carattere non era aperta e chiaccherona, si guadava attorno con una maschera in viso che emetteva indipendenza, sicurezza e tranquilittà. Più o meno.
Ascoltò le parole di Peverell con attenzione, avvicinandosi al gruppetto ancora di più.

*Uhm.. La situazione si fa interessante.*
A quanto pareva la Tassorosso bionda e prefetta doveva portare con lei un medaglione, che avrebbe aiutato tutto il gruppo nel viaggio.
Un compito estremamente importante.
Avere sopra le proprie spalle la responsabilità di semplificare un viaggio progettato da un professore come Peverell.
Era un anziano uomo eccellente, fin troppo ma più che potenza magica e colpi di bacchetta esigeva qualcosa che non tutti possedevano: astuzia, intelligenza, la mente dominava con quel professore.
Sarebbero dovuti andare in Egitto, non sapeva esattamente il posto preciso, ma sapeva che ci sarebbe stato caldo.
Oddio! Un viaggio insieme a un altra decina di ragazzi sconosciuti e lei si preoccupava del caldo?
Scosse la testa per poi voltare il busto e scrutare l'altro prefetto della casa dove, forse, la lealtà contava.
Forse un tempo..
Comunque scrutò il ragazzo: ottima domanda. Passaporta o a piedi?
A piedi?! Era impossibile, si.
Sorrise lievemente: sarebbe stato un bel viaggio.
O almeno lo sperava.

 
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view post Posted on 11/10/2011, 15:35
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Quando l'ultimo dei nove rintocchi provenienti da una pendola, che doveva trovarsi all'interno dell'ufficio dietro la cui porta aspettava Cassandra e il nutrito gruppetto, si spense nell'aria la voce profonda del professore disse lor odi entrare.
Un ragazzo che si trovava vicino alla porta fu il primo poi alla spicciolata entrarono tutti, Cassandra per ultima.
Mentre richiudeva la porta alle spalle si guardava attorno, l'ufficio del professore era proprio come se l'era immaginato con le pareti ricoperte da librerie ricolme di libri.
Mentre si guardava in giro, dopo aver salutato il professore, notò la fenice appoggiata sul suo trespolo. Stava per avvicinarsi ma un movimento del gattino che teneva in braccio la fece desistere.
Il suo sguardo fu poi attirato da un libro posto su un leggio e senza farsi accorgere tentò di avvicinarsi, proprio in quel momento il professore iniziò a parlare:

Buonasera a Voi, grazie per essere venuti, in perfetto orario...
Molti di voi son più navigati di altri, qualcuno è novizio, certo, ma la differenza come sempre non sarà insormontabile. Come molti di voi avranno inteso in Giappone.....

Cassandra si dimenticò completamente del libro
*Il Giappone? Cosa c'entrava il Giappone?*
Si ritrovò a pensare sbattendo gli occhi incuriosita.
Intanto il professore continuava a parlare

....Son certo saprete trovare da voi la giusta strada, facile o difficile che sia, questa volta ho influenzato, o meglio, ho potuto farlo, gli eventi pochissimo, e presto capirete anche perché.
Prima d'iniziare, qualcosa per la più esperta degli Ateniesi...

dopo queste parole il professore aprì il pugno che aveva teso e ne fece cadere una catenina con appeso un medaglione. Cassandra dimenticò completamente il libro sul leggio e si avvicinò per vedere meglio i fregi che intravedeva su entrambi le superfici dell'oggetto.
Il docente consegnò l'oggetto al prefetto di Tassorosso mentre continuava a spiegare

.....Come forse saprete i Luoghi Sacri più antichi erano spesso protetti da ladri e profanatori proprio da cancelli, le cui Chiavi erano medaglioni proprio come questo, che è originale.
Quindi, non perdetelo, o incorrerete in qualche problema... supplementare!

Cassandra aggrottò la fronte perplessa, non riusciva a comprendere appieno le parole del professore, stava per porre una domanda quando le ultime parole la bloccarono
....Come sempre Minerva vi terrà sott'occhio per conto mio, se il pericolo sarà grande, un aiuto verrà sempre dal cielo, ma non fateci troppo affidamento.
I segni son difficili da cogliere, e non è bene affidarsi interamente a ciò che non sia la nostra logica. Detto ciò, penso sia tutto, se non ci sono domande, possiamo anche andare...

*Andare? Andare Dove?*
pensò inclinando la testa di lato mentre ripensava alle parole scritte sul biglietto che la convocava li per le nove.
"Mi scusi, professore, viaggeremo ancora tramite passaporta?"
la domanda riportò Cassandra alla realtà
*Passaporta?*
Pensò con gli occhi che brillavano.
Ormai era chiaro che li attendeva un viaggio, un viaggio piuttosto lungo anche, ma dove?
Guardò il medaglione, quello che c'era inciso sembrava un tempio...greco o egizio, ma ripensando al titolo dell'incontrò optò per la seconda ipotesi

*Una piramide o un tempio egizio....*
Lanciò una veloce occhiata al professore, alle librerie dietro di lui e di nuovo al medaglione....
*E se invece fosse....*
un leggero sorriso si disegnò sul suo viso mentre gli occhi le brillavano.

 
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view post Posted on 11/10/2011, 17:50
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Seguì silenziosamente il gruppo all'interno dell'ufficio del suo capocasa.
Non aveva ancora avuto modo di visitare quella stanza, il che per certi versi poteva essere considerato un fatto positivo. Nessuna ramanzina, nessun aiuto, nessun favore.
Eppure aveva avuto modo di chiacchierare con l'anziano professore, più e più volte, scoprendo in lui una persona molto affine al suo essere. Grazie a lui aveva fatto chiarezza su molti punti d'ombra che offuscavano la sua mente, e tanti ancora ne avrebbe dissolti col tempo.
Non era semplice parlare con lui, ma proprio per quella profondità di pensiero anche lei si era ritrovata "oltre" il quotidiano. Studiava più approfonditamente ogni singola traccia di storia, sperando in un futuro di ritrovare la sua.
E si era riscoperta amante di quella materia, i suoi ultimi voti lo dimostravano.

Appena varcato l'uscio mosse alcuni passi verso il lato della stanza, là dove c'erano meno studenti. Molti di loro erano primini mai visti, altre facce più conosciute, tra loro una sola persona attirava la sua attenzione.
Distolse lo sguardo quando avvertì il peso di Amina sollevarsi dai suoi capelli e allontanarsi sbattendo le piccole ali. La sua meta, il trespolo di un bellissimo animale che Mya aveva visto solo nei libri d'illustrazioni, un uccello dal piumaggio del colore delle fiamme vive. Non sapeva che il professore avesse un simile animale da compagnia, Amina sembrava incantata da quella creatura. Sembravano un granello di cenere ed un focolare, se paragonate tra loro, ma Mya non voleva che il passerotto disturbasse la quieta solennità della fenice e con un gesto della testa la richiamò a sè.
Nel frattempo il professore aveva illustrato a grandi linee le direttive di quell'incontro, finendo col consegnare proprio ad Arwen, la più meritevole tra loro, un antico medaglione. Quella scena le causò come un dejavù, che le fece inarcare buffamente un sopracciglio.
"Mi scusi, professore, viaggeremo ancora tramite passaporta?"
Una domanda interessante si fece largo tra le dieci teste che affollavano la stanza, una voce familiare, quella del suo prefetto. In Giappone avevano viaggiato per mezzo di una corda, al solo ricordo le faceva male lo stomaco.
Ma il dubbio maggiore che nasceva nella giovane tassorosso era rappresentato dal grande libro che era sotto agli occhi di tutti, e che fino a quel momento non aveva notato.
Se fosse stato quello che pensava, la preoccupazione di un eventuale viaggio tramite passaporta sarebbe stato l'ultimo dei loro problemi.
 
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view post Posted on 11/10/2011, 19:57
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Infine, ecco che cominciava.
Gli ultimi bagliori oltre la finestra lasciavano spazio ad ombre sempre più sfuocate, disperdendosi nell'aria, scialbi, sbiaditi, smorti. La flemmatica sonnolenza della calura giornaliera lasciava il posto all'irrequieta e nervosa frescura della notte, penetrando frenetica dalle fessure, insinuandosi sin nel cuore del castello, permeando i loro corpi.
Sì, ora la sentiva bene, quella sensazione meravigliosa che invocava a gran voce la nuova avventura, avida, perfino meschina, ma terribilmente appagante. Era pronta. Non si sarebbe lasciata giocare come l'ultima volta. Che i disastri cui erano andati incontro fossero stati o meno colpa loro, non era poi così importante: sapeva bene qual'era stata la lezione che il Professore e quelle forze misteriose sul loro percorso avevano voluto impartire loro, ma non per questo il senso di impotenza e inadeguatezza era stato meno atroce. Se erano riusciti a recuperare il Libro, era stato per puro miracolo, e questo le bruciava ancora di più.
La voce del Professore calava dall'alto a lenire le ferite, purificando lo spirito, rassicurandoli, incitandoli. Ed improvvisamente, si senti inconcepibilmente grata. Per cosa esattamente, non era del tutto chiaro neppure a lei: ma quella calma, quella sicurezza quasi ostentata, quei consigli a un tempo così preziosi e banali, erano ciò che serviva per darle nuova carica e infonderle la fiducia nel successo. Un'ingenua? Poteva anche darsi. In fondo, perchè preoccuparsene? Abbandonato il bellicoso impulso, riscopriva che era persino piacevole essere lì in mezzo, circondata e protetta, una parte del tutto: per certi versi, era qualcosa addirittura di invidiabile, come se fosse stata chiamata a far parte di una ristretta cercha di eletti. Era stupido, lo sapeva. Ma la fiamma d'orgoglio nel suo petto non si spegneva.
I primi convenevoli passavano veloci. Sussultò appena all'udire la parola "amici" associata a quelle malefiche creature incontrate in Giappone, ma evitò di darvi troppo peso. Non voleva contaminare con l'odio o la stizza l'improvvisa pace ritrovata. Le parole scorrevano, verità più o meno vere, più o meno comprensibili, o scomode. Non rimase neppure sorpresa di fronte alla messa in guardia da parte del Professore sul fatto che avesse potuto influenzare pochissimo gli eventi, questa volta. Questa volta. L'idea era quasi comica. Quanto aveva influenzato gli eventi il Professore in passato? E se l'aveva fatto a tal punto, davvero questa volta non si era immischiato? A cosa credere? Era davvero lui quell'oscuro burattinaio che reggeva i fili del gioco? Immagini e parole si mischiavano nella sua testa: la Magia, la Scelta, il Giappone, la Scelta, il Libro, la Scelta... Gli ultimi discorsi, uniti agli ultimi eventi, le ghermivano il pensiero affaticandole il respiro.
Un senso di nausea la invase a un tratto, inspiegabile: lo sguardo si era fermato sul Libro, quel Libro che per qualche evento straordinario era lì, al centro di quella stanza, e della loro attenzione. Eppure, più lo guardava, più credeva di aver già ceduto alle sue malie, in un passato neppur troppo lontano...era qualcosa di perduto, di misterioso... Che fosse...?
Gli occhi grigi scintillarono appena nella penombra mentre quello che sarebbe potuto essere un lampo di comprensione li attraversava fulmineo. E se si fosse sbagliata? Mya era in quella stanza, aveva capito, cosa stava pensando? L'eccitazione si mischiava alla paura: l'imprevidibilità non era stata contemplata...
Si riscosse all'improvviso, un sobbalzo impercettibile, l'eco del suo nome che riempiva la stanza. Una catenella dorata si srotolò con grazia dalle dita del Professore, e la sua caduta rivelò un grosso medaglione all'estremità, finemente intarsiato, visibilmente prezioso. Glielo porgeva.
La più esperta degli Ateniesi, aveva detto.
Distinta per meriti eccezionali, aveva detto.
Era davvero così? Se non ne era sicura neppure lei, doveva esserci un bel problema. La verità, era che tutto si sarebbe aspettata meno quello. L'ansia saliva su per la gola e si riversava in parte nello sguardo.
Non era pronta.
Quell'oggetto gli era costato innumerevoli sforzi...quell'oggetto avrebbe semplificato la vita di tutti. Il peso della responsabiltà era opprimente. In più non le piaceva che lì ci fosse così tanta gente. C'era stato un momento in cui il gruppo le era sembrato quasi accogliente: ora avvertiva di nuovo una certa tensione, lo sguardo curioso di alcuni, quello sospettoso di altri. Ma per quanto ci fossero infinite ragioni per declinare, la mano correva inesorabile verso il medaglione, avida, ladra.
C'era responsabilità, era vero, ma insieme vi era l'egoistico orgoglio di essere giunta a quel punto, di esserselo meritato. Sapeva che non avrebbe dovuto pensarlo: il solo fatto che lo pensasse, era forse il sintomo più palese di una pericolosissima e dannosissima superbia, del suo demerito. Ma in fondo, sapeva anche che il Professore aveva fatto una buona scelta: era anzi quasi sicura che la conoscesse più di lei stessa. Una volta preso l'impegno, non si sarebbe disonorata per nulla al mondo. L'avrebbe difeso ad ogni costo. E non avrebbe tradito nessuno.
In poche parole, l'aveva incastrata. Sorrise appena.

- La ringrazio per la fiducia, Professore -
Le mani toccarono il freddo metallo, il Libro l'aveva già dimenticato. Gentilmente, fece scivolare via la catenella dalle dita del vecchio e tornò nel semicerchio dei compagni. Non era così pesante come l'aveva immaginato. I suoi disegni erano precisi ed eleganti. Era bellissimo. Fece scivolare la catenella intorno al collo. Il medaglione ricadde sul suo petto pulsante, gelido. Lo nascose in parte con la camicia per meglio proteggerlo. Le avrebbero dovuto trafiggere il cuore prima di prenderlo.
Sì, era pronta.

 
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view post Posted on 11/10/2011, 22:01
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- Deus ex Mazza -

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Quando aveva aperto la porta dell'ufficio pochi momenti fa e vi era entrato, non si era particolarmente soffermato sull'ufficio che, a primo impatto, sembrava identico a pochi giorni prima. Ma quando il professore aveva cominciato a parlare aveva avuto l'occasione di osservare meglio il luogo e, per prima cosa, fu colpito da quel libro massiccio posto sopra un leggio davanti innanzi alla scrivania. Sembrava antico e comunque un oggetto dal potere misterioso, arcano, come adorava dire lo stesso Peverell. Poi il suo sguardo si diresse verso la bellissima fenice che superba e regale se ne stava appollaia, come disturbata dalla presenza di tanti studenti, circa una dozzina, i membri del club che avevano deciso di partecipare. Infine dedicò la sua attenzione al professore che ormai era entrato nel vivo del suo discorso.

... son certo che dove ho intenzione di andare, sarà molto stimolante...

Andare? Andare dove? Ma non era un club di scienze umanistiche? Stranito e sorpreso Patrick strizzò gli occhi aguzzando la vista, poi si lasciò andare e si appoggiò con l'anca su una poltroncina che stava innanzi la scrivania per seguire meglio.
Essendo entrato per primo, non potè sbirciare le facce dei suoi compagni per constatare le reazioni degli altri; nello stesso tempo non voleva voltarsi, sarebbe stata una mancanza di rispetto nei confronti di quel grande mago.
Quest'ultimo era poi andato avanti nel discorso e aveva consegnato ad una delle ragazze più grandi, una Prefetta di Tassorosso che sembrava oggettivamente la più esperta, un medaglione che sembrava d'oro zecchino; da quella distanzà òlo potè osservare bene mentre scivolava dal pugno di Peverell fino alla amno della studentessa anziana: nel luccichio generale, si poevano riconoscere delle figure architettoniche in puro stile tardo-ellenico, una splendida commistione di arte greca ed egizia. La Tassorosso dal canto suo aveva accettato umilmente l'incarico di custodire tale cimelio e ora si trovava davanti a tutti e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, in tutti prese vita un forte sentimento di rispetto nei confronti della prefetta.


... Come sempre Minerva vi terrà sott'occhio per conto mio, se il pericolo sarà grande, un aiuto verrà sempre dal cielo, ma non fateci troppo affidamento...

Non fece in tempo a calmarsi che altre parole lo turbarono nuovamente. Forse gli era sfuggito, cioè sicuramente, Patrick era sicuro di non aver letto nulla a proposito di pericoli, avventure o cose simili nello statuto del club. Cercò tuttavia di non pensarci, si stava solo lasciando prendere dalle sue solite fantasticherie da quattro soldi.


Mi scusi, professore, viaggeremo ancora tramite passaporta?


La voce dell'altro prefetto di Tassorosso risuonò forte e chiara nell'ufficio attirando l'attenzione di studenti e del professore.

*Che diavolo?* Pensò Patrick? *Passacosa?*

Che cosa stava succedendo? Sembrava aver appena ritovato il senso comune della situazione quando un nuovo enigma gli si presentò d'innanzi? Ma di che diavolos tavano parlando? Cos'era una passaporta? A cosa serviva? E poi si doveva veramente viaggiare? Ma come? Ci avrebbero messo secoli, sarebbero stati via giorni dal castello! E le lezioni? I compiti? Il Quidditch? La situazione era ormai fuori dal suo controllo. Senza esitare PAtrick chiese a voce alta:


Scusi l'insolenza signore. Ma non credevo si dovesse viaggiare! Non ho preparato nulla e poi con cosa si parte? E soprattutto cos'è una passaporta?

I dubbi del Corvonero si fecero palesi davanti a tutti, ma non se ne vergognava. Da poco sapeva di essere un mago e da quasi lo stesso tempo era ad Hogwarts. Gli altri avrebbero capito.
 
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view post Posted on 11/10/2011, 22:43
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Una sola piccola domanda li separava dall'ormai imminente partenza. L'Orizzonte degli Eventi si avvicinava, e nessuno avrebbe avuto la forza di opporsi. Misteriose ed antiche forze avrebbero custodito l'Ufficio per quella loro breve escursione, pochi istanti in fondo, per così dire... Sorrise al giovane, che di per sè era già una risposta, tutto e nulla, come sempre. Ormai lo sapeva, ci era già passato, eppure il domandare, il volersi distinguere l'aveva spinto in avanti, più oltre dell'Oltre?
Ed ecco che una seconda veniva trascinata nell'arena infuocata del Tempo, un novizio in cerca di risposte. Nella presunzione di trovarne, forse più per sentirsi a posto con la propria coscienza, ormai era fatta. Una seconda lunga occhiata, carica di silenzio, mentre il Medaglione passava di mano. Con la giovane molto era ancora in sospeso, ma la fiducia non era soggetta alle quotazioni dell'Oro.
Il più importante non aveva bisogno di essere pronunciato nemmeno...


Una buona domanda signor Crowell, ma non ha di che preoccuparsi, questa volta viaggeremo sì, ma in maniera... alternativa, per così dire. Avrete altro di che preoccuparvi, la non passaporta non avrà fretta... Quanto al viaggiare, signor Swan, son quasi certo che chi non si sia in fondo preparato, risulterà più preparato, di quanti non lo fossero già prima della partenza. E' una questione di punti di vista, ma come avrà già inteso, non sono solito dare risposte. Trovo decisamente più interessante arrivare alle risposte, il percorso è sempre stato più importante della Meta, la Storia lo dimostra continuamente.
Passaporta? Solitamente viene definita come mezzo di trasporto magico, abbastanza comodo, ma indubbiamente incompatibile con la Natura Magica stessa del Castello, ma avremo modo di discuterne con calma.
Bene, Signore, Signori, l'Ufficio è sigillato, potete lasciare qui il di più, è Tempo!


Una forza arcana era ormai all'opera, come mosse da un'improvvisa folata d'aria, il libro si era schiuso, le pagine venivano sfogliate vorticosamente, raffigurazioni ed emblemi arcani sfrecciavano sotto gli occhi attoniti del pubblico, una Storia millenaria veniva passata in rassegna, uno Storico instancabile, il lavoro di generazioni di Maghi avevano infine dato il disperato risultato. Inchiostri diversi, rosso, blu, nero, verde, quasi distribuiti in un ordine caotico, e bellissime immagini, stili diversi che si accostavano, quasi sposandosi, una carrellata di mondi, che si svelavano loro, prima di rifuggire nell'oscurità.
E le pagine si fermarono.
Una pagina come tante altre, fitte ordinate colonnine di caratteri vergati a mani, con incredibile grazia, intorno ad un'unica grande immagine, incastonata tra le parole, quasi a nutrirsi di esse, il soggetto sfuggiva all'occhio, nascondendosi alle colonne di quella che pareva essere una piazza sullo sfondo, macchie indistinte di rossi, e bianchi, che fossero persone?
Mentre ancora l'occhio vagava spaesato per l'immagine, l'Ufficio prese a vorticare, tentacoli di una Magia arcana e potente fuoriuscivano dalle parole del libro, dall'immagine, che via via si faceva più nitida, e vivida, tutto stava cominciando, ed il libro li avrebbe inghiottiti tutti. Un turbinio di luci, e colori, un vortice dimensionale, una voce profonda femminile che sussurrava qualcosa "Palmyra, IV Secolo", prima che venissero infine risputati nel Mondo, sulla solida pietra.
Dov'erano finiti?
Una città fervente d'attività, una selva di templi ed obelischi che come alberi sembravano infestarla, e lontano, in un'altra zona della città palme, una distesa immensa di palme, e chiome di altri alberi non meglio definiti. Erano finiti ai margini di una grande piazza, che pullulava di capannelli di persone, più o meno indaffarate nel gestire i propri affari, lunghe tuniche bianche, gialle, colorate dai colori più strani. Magistrati con il proprio seguito procedevano spediti tra la folla, diretti in un altro angolo della città, carretti e carri transitavano ai margini della piazza, carichi di merci e persone, dall'aria più raffinata, e florida. Capannelli di soldati, dagli equipaggiamenti più strani pattugliavano allegri le strade, intabarrati in lunghi mantelli rossi, ed elmi di cuoio dalle lunghe trecce. E loro?
Un ammasso confuso di mantelli, e tuniche, colori non troppo sgargianti, ma di un'ottima fattura, riversi sulle lastre di pietra della piazza, nell'indifferenza generale. Solo un uomo non troppo distante, si guardava intorno curioso come un fanciullino, calzava una distinta toga, candida come la neve. Lo conoscevano, li aveva portati lì lui in fondo...
Molto era cambiato, le vesti cambiate, gli equipaggiamenti in gran parte, pareva che solo le Bacchette fossero state salvate dal cambio forzoso. Erano saltati indietro nel tempo, tutto ciò che ancora avevano, era evidente fosse già stato scoperto, quanto era andato perduto, evidentemente era troppo recente. Sarebbe stato divertente...
Mentre già i primi si rialzavano, tornò ad avvicinarsi, una fenice li osservava dall'alto dell'obelisco nel centro della piazza, erano pronti. Lontano, remoto, quasi di sottofondo, ancora si poteva udire la melodia del Quartetto d'archi di Hogwarts, dov'erano? Erano ad Hogwarts? O nel deserto?


Benissimo, siamo arrivati, siamo a Palmyra...
O meglio, nella Palmyra del IV o V Secolo, poco importa.
Come forse saprete era una grande città di confine, all'apice del proprio potere e prestigio, una grande città dell'Impero, ricca e florida come poche altre, e forse anche più di Roma stessa. Una città molto sicura, non molto lontano da qui sono accampate le legioni, potenti Maghi le guidano, e l'Imperatore stesso dovrebbe essere in viaggio verso la città, in visita.
Portate rispetto per gli Anziani, e per chi è vestito in bianco, non fate nulla di strano, o impiegheranno ben poco a farvi arrestare, i soldati pullulano in città, e non sono tollerati disordini. Venendo a noi, il vostro compito è trovare e raggiungere il Tempio del Dio Sole, che a giorni verrà inaugurato proprio dall'Imperatore, entrarvi, e spingervi sino alla Cella interna, giunti là, troverete la strada. Il Medaglione vi aiuterà, ma non dividetevi, o rimarrete intrappolati nei meandri del Tempo.
Ci sono domande?


Una lingua strana, o almeno dalle prime parole era parsa tale, via via la sensazione era sparita. Parlavano un greco strano, misto a dialetti dell'area, evidentemente la Magia aveva pensato anche a quello. Se la lingua non sarebbe stata un problema, non era comunque detto i problemi fossero terminati così, semplicemente potevano nascondersi in altro. Che razza di persone vivevano nel III Secolo, sotto l'egida dell'Impero? Ce l'avrebbero fatta?



Quindi, la Lingua non è un problema, potrete interagire all'occorrenza con la gente del III Secolo, occhio al resto! Come avrete notato indossate altro, non è importante, ma son vesti semplici, di buona fattura, all'interno di ciò, fate voi. Anche gli equipaggiamenti sono cambiati, seguendo la fattura che avevano nel III Secolo! Così come gli oggetti, non è detto anche altro non funzioni nel modo in cui ve l'aspettate... U.u Nelle lezioni di Storia degli ultimi anni potreste trovare qualcosa, ma il resto lo scoprirete presto, magari a vostre spese!
Quanto ai tempi, avrete "un paio" di giorni, a seconda delle nature dei post, per rispondere, se saltate troppi turni non essenziali siete ammoniti, così come se saltate un post "critico".
D'ora innanzi siete nel III Secolo, a Palmyra, quindi non confondetevi!

 
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229 replies since 3/10/2011, 14:40   4486 views
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