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| La parete si stagliava davanti a lei in un unico e immenso blocco, compatta, a tratti minacciosa, custode di un segreto inarrivabile. Pareva essere stata messa lì apposta per deriderli, imponente, troppo, quasi la Natura, Dio, chiunque l'avesse eretta in quel desolato luogo fosse stato al contempo consapevole che quella sua impenetrabilità sarebbe stata il miglior modo per distruggere la tracotante baldanza di chi avesse osato sfidare una legge più grande di lui. Semplicemente non potevano farcela. Ne ebbe la certezza nell'istante stesso in cui, dopo il primo stupore, la mente aveva ripreso la sua logica analisi. Dovevano tornare ad affidarsi al Medaglione? Quel magico oggetto che tutto poteva, anche sovvertire le leggi del possibile, anche consentire loro di passare lì dove non v'era passaggio? Lo sguardo scivolò sulla roccia, in cerca di un segno, un altro tondo dove scoprire che incastrarvi il suo amuleto sarebbe stata la cosa più facile del mondo. Chi avrebbe avuto il coraggio di deludere le aspettative di una fanciulla in così fervente preghiera? Concentratissima, quasi non badava a quel che gli altri facevano. Era una lotta, ormai, tra lei e quell'odioso ostacolo. Erano vicini alla meta, lo sentiva, quanti altri posti avrebbero mai potuto visitare? Se già una volta le sue aspettative erano state disattese, sarebbe stato probabile accadesse una seconda volta? No, dovevano essere nel luogo giusto, ora, se non lo era stato quello precedente. Doveva essere così. Doveva.
Le parole di Trhesy si incunearono all'improvviso nella sua testa: il fuoco? Ebbe l'improvvisa sensazione di essersi persa un passaggio, un passaggio fondamentale, di ragionamento, forse anche peggio che se fosse stato reale. Si voltò e percepì anche lei quel che gli altri stavano ascoltando con terrore già da buoni secondi: un ringhio continuo, agghiacciante, lontano, ma neppure troppo. Forse si avvicinava. Gli occhi scattarono automaticamente verso il sentiero ancora da percorrere, su per la montagna: una via di fuga? Ma da dove veniva il suono? Il vento confondeva le percezioni. Gettò una rapida occhiata a Mya, quasi per assicurarsi che fosse ancora lì, e poi agli altri, quasi a volerli racchiudere tutti in un grande guscio protettivo. Forse scappare non sarebbe servito a niente. Non restava che attendere: il ringhio sarebbe cessato, o si sarebbe infine palesato per quello che era. La bacchetta era pronta nella mano.
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