Fuga nel Deserto

, III Incontro

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biffolina5
view post Posted on 12/10/2011, 16:05




Stavo ancora pensando alle parole del professore quando, un turbinio di colori e simboli ci inghiottì in quella che sembrava la pagina di un libro. Non ebbi neanche il tempo per capire cosa stesse succedendo che l'ufficio era scomparso.
*Oh mamma, ma dove sono finita?* Mi guardai intorno, e a giudicare dal fermento, mi trovavo in una piazza, il giorno del mercato. Guardai gli altri ragazzi che mi accompagnavano, e lo sgomento che avevo provato io, si rifletteva nei volti dei miei compagni. Iniziai a guardarmi intorno, ed una grande città pullulava di persone e manufatti storici, tanto da farmi venire la pelle d'oca. Io adoravo tutto questo, tutto ciò che è intriso di storia e mistero, tutto ciò che si può scoprire scavando nei passati..
*Sono fortunata, ci sono persone che darebbero la vita per viaggiare nel tempo, e io ho questa possibilità.. Ho la possibilità di scoprire cose che ad altri non è dato sapere..* Questo pensiero mi rattristò, poichè mi vennero in mente tutti quei babbani che studiavano e viaggiavano come matti per poter reperire qualche oggetto, che facevano della ricerca la loro vita..
*A volte il mondo è proprio ingiusto.. Ci sono maghi che nemmeno sanno che questo posto sia esistito, e ci sono babbani che sanno e continuano a cercarlo imperterriti..*
Mentre i miei pensieri scorrevano veloci, mi destai sentendo il professore parlare in una lingua sconosciuta, ma che per qualche ragione capivo benissimo..
*Ma che cavolo.. ah.. la magia, mi abituerò mai a tutto questo immenso mondo?*
Peverell ci stava dicendo qualcosa a proposito dei nostri vestiti, allora mi guardai.. Avevo una candida tunica che mi stava a pennello, ed ai piedi un paio di comodi sandali.. *Alquanto bruttini.. certo che in quest'epoca potevano impegnarsi un pò di più.. Queste "ciabatte" sono davvero orrende.. Non che io sia un appassionata di moda però.. Anche l'occhio vuole la sua parte!*
Pensai, magari prima di tornare via, potrei dare qualche dritta ad un fabbricante di calzature..
*Mamma mia quanto sono matta, solo io posso pensare certe cose..!!*
Presi coraggio e dissi:

"Bhè ragazzi.. A questo punto che si fa?"

Edited by biffolina5 - 13/10/2011, 17:10
 
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view post Posted on 12/10/2011, 18:10
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Dall’epoca dei miti e delle leggende

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Ascoltò le parole del docente, aveva accennato al Giappone; cosa mai fosse successo in quel luogo non lo sapeva, lei non era presente a quegli avvenimenti, ma non poteva essere un problema, o almeno lo sperava, non le piaceva essere impreparata su qualcosa.
Venne poi consegnato un medaglione ad Arwen, non lo aveva mai visto prima, ma quando detto da Peverell a riguardo le fece venire in mente le chiavi runiche, quelle si che le conosceva. Dal punto in cui si trovava non riusciva a vedere cosa era impresso sul medaglione, ma se era stato consegnato ad Arwen un motivo c’era.

Era tempo di viaggiare, non avrebbero potuto usare della passaporte, non fino a quando restavano in quell’ufficio, ma era già stato tutto calcolato...
Il libro, che fino a quel momento era rimasto chiuso sul leggio, si aprì. Le pagine vennero sfogliate rapide da ciò che poteva definire solo magia, si intravedevano parole simboli, colori. Il libro stava cercando una pagina particolare e la trovò. Neanche il tempo di riuscire a distinguere l’immagine impressa sulla carta che la stanza iniziò a girare. Nel vortice tra luci e colori distinse una voce *Palmyra, IV Secolo*
Avvertì una fitta agli arti superiori ed inferiori, c’era qualcosa di duro che premeva su gambe e braccia, nelle sue orecchie risuonavano ancora le note della melodia proveniente dai violini. Ci mise un po’ a capire che si trovava su uno strato di pietra. Si rimise in piedi, non erano più nell’ufficio del professore, quella che li circondava era una piazza e non era l’unica cosa che era cambiata... scrollandosi la veste notò con una certa sorpresa di non indossare più la divisa scolastica, ma una specie di tunica blu. Istintivamente si tastò qua e là... aveva uno strano presentimento, ora quelle parole sulla magia che non era la risolutrice di tutti i problemi le suonavano come un avvertimento...tirò un sospiro di sollievo quando, sotto il palmo della mano, sentì i contorni inconfondibili della sua preziosa bacchetta. Per essere sicura infilò la mano nella tasca, era lì.
La voce del docente attirò la sua attenzione, erano a Palmyra, ma non fu quella informazione a sbigottirla... non erano solo in un luogo diverso e con abiti diversi, ma anche in un tempo diverso, il IV secolo. Ora si spiegava il cambio d’abiti, così si confondevano tra gli abitanti del “tempo”. La cosa aveva anche un senso, insomma studiare la storia ritrovandosi dentro di essa era molto più divertente che studiarla sui libri e basta. Eppure c’era qualcosa che non capiva, come avevano fatto a viaggiare indietro nel tempo? Era stato il libro? E perché sentiva ancora la musica?


-Siamo nel libro-


Le era venuto spontaneo, forse si sbagliava forse no, solo il professore poteva saperlo.
Una cosa era certa, dovevano trovare un Tempio.


-Che succede se non troviamo il tempio? Come facciamo a tornare indietro?-




Domanda: siamo nel III, nel IV o nel V secolo?? :huh:
 
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view post Posted on 12/10/2011, 18:38
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Chiedo subito scusa per non aver capito niente della situazione xD

Erano tutti entrati nell'ufficio,dinanzi il vecchio professore pronto ad esporre loro la situazione..La Grifondoro si presentò spaesata,non riconoscendo quasi l'ufficio,per pura distrazione; seguì il gruppetto per poi avvicinarsi a Valerio appoggiandogli una mano sulla spalla..Era più per far vedere la sua presenza che per altro,tanto per far reder conto che c'era,pur silenziosa.
Con il gruppetto ascoltò le parole di Peverell per poi vedere Arwen presa in questione su un certo oggettino che lei avrebbe protetto a tempo indeterminato..Oh cavolo,non stava capendo proprio niente della situazione,sapeva solo che la passaporta non sarebbe stato il loro modo di viaggiare,anzi sarebbero passati attraverso..Cosa? Non si sapeva..Mary ancora con la mano poggiata sulla spalla di Valerio si trovò catapultata..Si,ancora punti interrogativi,dove fosse non si sapeva,o almeno lei non l'aveva ancora capito!
Poi,dopo una confusionevole partenza,finalmente potè aprire gli occhi e guardare ciò che l'avrebbe attesa...La mano ormai non più sulla spalla di Valerio,la bocca spalancata per metà..Erano nel IV secolo dalle parole del Professore,nell'affollata piazza di Palmyra..Non conosceva niente di quel luogo,tranne che era abbastanza affollato..Molto!
Il suo sguardo si posò un pò su tutti,amici e non..Tuniche svolazzavano nell'ambiente che per Mary si presentava estremamente colorato; la Grifondoro decise di avvicinarsi quindi ad una persona,a Random,non era il caso di parlare dell'accaduto in quel momento,ma perchè no,scambiare due chiacchiere in una città sconosciuta è un'occasione speciale..

Come va?
Da lì,oltre ad attendere la sua risposta si guardò intorno,insicura del fatto che avesse scelto di tornare sotto le tremende gite di Peverell.
Non scampagnate o gite,ma suicidi!




Edited by »Mary« - 12/10/2011, 20:21
 
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view post Posted on 12/10/2011, 19:59
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VII Anno

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Dopo i saluti generali il professore cominciò spiegare alcune cose riferendosi a eventi passati, in cui il ragazzo non era presente, ma del suo discorso una frase si impresse nella sua mente più delle altre.. recepite a piena mente, quanto la Storia vi sussurrerà, e seguite il naso! abbastanza chiaro no? avrebbero dovuto affidarsi anche la loro istinto. Il docente mostrò poi uno strano oggetto al gruppo, un medaglione di incredibile fattura, e ad aggiudicare dalla descrizione poteva essere una chiave. Venne affidato ad una ragazza, il prefetto tassorosso, da quel momento lei sarebbe diventata molto importante nell'evento, tutti i componenti del gruppo lo erano certo, ma se lei aveva il compito di proteggere quel medaglione, noi avremmo dovuto proteggere lei, o almeno era quello che si prefiggeva Nathan. Dopo alcune domande da parte degli studenti, il momento era giunto, stavano per cominciare il loro viaggio.. Bene, Signore, Signori, l'Ufficio è sigillato, potete lasciare qui il di più, è Tempo! esclamò il prof. quando ad un tratto una strana energia investì l'ufficio e tutti i presenti, il libro al centro della stanza cominciò a sfogliarsi rapidamente, centinaia di immagini e iscrizioni passavano davanti agli occhi degli studenti finchè il libro si fermò su una pagina, una piazza raffigurata nel centro, il grifondoro fissava sbalordito il libro e quello che stava accadendo, un vortice comiciava a racchiudere l'intero ufficio, il ragazzo quasi non sentiva più la terra sotto i piedi, che stava accadendo? *ma che diavolo* fra quella miriade di colori si udì solo una voce femminile che sussurrava qualcosa "Palmyra, IV Secolo" e ad un tratto come buttati in un'altra dimensione si ritrovarono nel bel mezzo della piazza. Nathan era spaesato continuava a guardarsi intorno, non erano più ad Hogwarts eppure una familiare melodia d'archi si udiva in lontananza. La piazza era molto affollata, fra commercianti e guardie che pattugliavano.. *ma che ho addosso?* pensò poi imbarazzatto, aveva una strana tunica, simile a quella di tutte le altre persone, voltando lo sguardo al gruppo, per fortuna erano tutti presenti ed avevano anche loro quei strani indumenti.. il ragazzo infilò poi la mano nelle tesche e per fortuna la bacchetta era lì *fiù almeno tu non sei cambiata* Benissimo, siamo arrivati, siamo a Palmyra ..la voce del prof. confermò lo strano viaggio nel tempo, ora qual'era il loro obiettivo? il vostro compito è trovare e raggiungere il Tempio del Dio Sole, che a giorni verrà inaugurato proprio dall'Imperatore, entrarvi, e spingervi sino alla Cella interna, giunti là, troverete la strada. Il Medaglione vi aiuterà, ma non dividetevi, o rimarrete intrappolati nei meandri del Tempo. beh non sembrava una cosa difficile almeno per quanto credeva il Grifo.. *intrappolato nel tempio? magari con qualche ancella..* pensò facendo uno strano sorriso, pi scosse la testa come a liberarsi di quei pensieri *comunque no! non rientra nei miei piani restare qui* . Trhesy al quel punto prese la parola facendo subito una domanda -Che succede se non troviamo il tempio? Come facciamo a tornare indietro?- Nathan come al solito dando fiato alla bocca senza pensare esclamò -non ci torniamo, ecco che succede- poi si girò verso il prof. sperando che la sua supposizione fosse del tutto sbagliata. Orami non rimaneva che avventurarsi, erano numerosi e le difficoltà le avrebbero affrontate in gruppo, i misteri di Palmyra non li avrebbero fermati..
 
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covetousgabry
view post Posted on 12/10/2011, 21:19




La porta si spalancò, il gruppo di ragazzi, ormai numeroso entrò nell'ufficio del docente di Storia della Magia. Henry osservò il professore, nonché responsabile della sua casata, con un formale -Buongiorno- poi però smise di parlare e ascoltò attentamente la conversazione instauratasi tra professore e componenti del Club. A quanto pareva avrebbero viaggiato, ad Henry si illuminarono gli occhi, non era convinto della sua scelta di entrare a far parte della “Scuola di Atene” non era mai stato il tipo che amava sedersi su una poltrona a discutere di filosofia, anche se gli piaceva ragionare e usare la testa, ma preferiva farlo per concetti più concreti. Inoltre la meta era il deserto, così affascinante e misterioso, Henry non vedeva l'ora di partire, voleva avventurarsi in quel mondo sconosciuto, e perchè no, conoscere nuovi amici.

Rimaneva ancora da scoprire il mezzo con cui si sarebbero mossi. Erano da escludere scope, troppo lontano, e passaporte, l'aveva detto il professore stesso, ma allora come? Henry osservò il libro sul tavolo, che forse centrasse qualcosa? La risposta alla sua domanda arrivò inesorabilmente veloce, il libro si schiuse e iniziò a sfogliarsi da solo fino a fermarsi su una pagina, che a prima vista sembrò come tutto le altre. Poi tutto iniziò a vorticare, Henry si sentì soffocare, una voce parlò, ma non riuscì a distinguerne le parole. Poi una luce lo investì, si trovava in un luogo a lui sconosciuto, addosso vestiti diversi da quelli con cui era partito. Cosa diavolo era successo?

Si rialzò ascoltando parlare il professore che illustrò loro la situazione, rimanendo comunque molto vago. Ascoltò attentamente guardandosi intorno, si trovavano in una città che a quanto pare si chiamava Palmyra, mai sentita prima dal Tassorosso. Ascoltò le proposte dei suoi compagni di viaggio e poi rispose.


-Già, forse siamo proprio nel libro, ormai non mi stupisco più di niente che riguarda il mondo magico. Forza, cerchiamo questo tempo.-

Sorrise allegramente esaltato dall'idea di una nuova avventura, guardò in faccia i suoi compagni, con cui avrebbe vissuto quel viaggio, lo avrebbero sostenuto, come lui aveva intenzione di fare con loro. Dovevano unirsi come un gruppo per poter superare le sfide cui sarebbero stati sottoposti. Doveva pensare al primo passo da compiere per iniziare la ricerca, diverse idee le vennero in mente, ma alla fine pensò che probabilmente era la più semplice e banale quella più efficace, quindi la propose agli altri.

-Beh, a quanto sembra possiamo comunicare con gli abitanti di questo luogo, perchè non chiedere a loro informazioni? Sempre che voi siate d'accordo!-

Gli sembrava un'idea stupida, quasi insulsa, ma si sarebbe potuta rivelare efficace, insomma, chi è che non sapeva dove si trovava il tempio della propria città? Qualunque persona ben disposta non avrebbe dovuto aver problemi a rivelarglielo, a meno che le cose non fossero come apparivano agli occhi di Rustor ma celassero qualcos'altro di più oscuro e pericoloso, questo solo il professore, e il fato, lo sapevano.
 
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Vale de ts
view post Posted on 12/10/2011, 21:29




Entrò, invitato da qualche vaga voce a farlo, nell'Ufficio del Professor Peverell.
Nonostante la grandezza dello stesso ufficio, Valerio si stupì di come sembrasse stretto avendo accolto già così tanta gente.
Vide teste, tante teste. Di alcuni vide la nuca, di altri vide il volto. Altri ancora li riconobbe. Mary, la sua collega. Random, con cui qualche anno fa aveva avuto un'avventura degna di nota.
In più noto qualcuno con cui aveva parlato qualche volta, una Tassorosso, e qualche Prefetto che aveva già avuto l'onore di incontrare, forse nel bagno.
Con un cenno del volto li salutò, e senza altro indugio, si concentrò sul Professore che aveva richiesto la loro attenzione.
Seguì con disattenzione le prime parole, tanto che un ragazzo vicino a lui non la smetteva di parlare, ma gli parve di cogliere qualcosa riguardo ad un Medaglione. La Prefetta Tassorosso dal volto conosciuto sarebbe stata la loro Minerva. Nulla da dire, aveva il volto di una responsabile, anche se spesso le apparenze ingannavano.
Poi colse le solite parole che avrebbero agitato i novizi. Pericolo, attenzione, aiuti, protetti, eccetera.
Era più veterano rispetto agli altri, aveva fatto il callo ai problemi delle gite, eppure ogni volta era qualcosa di nuovo.
Random, suo compagno di disavventure, chiese se avrebbero viaggiato per Passaporta. Giusta domanda, ma poteva sembrare banale agli altri. A piedi, certo che no.
Un Flash, e erano in viaggio. Un libro, le pagine che scorrevano, la vita che andava avanti, in quel caso indietro.
Secoli e Secoli, ecco Palmyra. Il Deserto. Terzo secolo A.C.
Attonito, fece un passo avanti. Stupendo.
Il suo stupore venne fermato dalla voce della Caposcuola che chiese soluzioni all'eventualità del non trovare il tempio.
Non era problema di allora. Si dovevano mettere in moto, ed eccoli lì.
Tornati indietro nel tempo, a parlare una lingua che fino a poco prima non conoscevano. Magia.
 
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view post Posted on 12/10/2011, 22:25
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- Deus ex Mazza -

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Il professor Peverell era stato davvero un signore: nonostante gli studenti stessero fremendo impazienti, era riuscito a ritagliare alcuni attimi per rispondere alla sua domanda. Probabilmente aveva anche fatto una bruta figura coi compagni, ma se c'era una cosa che Patrick aveva imparato nella sua vita, era di non aver paura di chiedere, accettare di sapere di non sapere e cercare di colmare le lacune.
Passaporte a parte, non era il caso di perdere tempo, per lo meno, Peverell si dimostrò di quest'opinione. Con un gesto soave ma deciso, il navigato mago aveva fatto si che il libro così vecchio e robusto si schiudesse, dando vita ad un turbinio di pagine, parole ed immagini dai colori vivaci e dinamici i quali, cominciarono a vorticare velocemente.
In un primo momento al Corvonero sembrò che quelle figure stessero uscendo da libro, e inglobando l'ufficio, poi ne ebbe la conferma, quando l'arredamento antico sparì ricoperto dalle parole scritte in inchiostro. Il turbinio divenne così veloce che Patrick fu costretto a chiudere gli occhi tanto si sentiva mancare.

Quando tutto smise di girare, una strana sensazione di caldo secco gli pesava sulla pelle, strani suoni di voci in lontananza giungevano alle sue orecchie. Quando aprì gli occhi, impiegò alcuni secondi a mettere a fuoco la scena, sia per la strabiliante luce che inondava il luogo, sia per il senso di nausea che stava provando in quel momento.

Aguzzando la vista, riconobbe vicino a lui la Prefetta di Tassorosso custode del medaglione, si sentì subito più sicuro, se non fosse stato per il fatto che ella non indossava più caratteristici abiti di Hogwarts, ma una tunica dal colore opaco, lunga fino ai piedi, dello steso tessuto di cui era fatta la sua.
Si perchè anche lui portava quello strano indumento; sotto di esso sentiva sulla sua pelle la ruvidità del tessuto e intuì che dovette portare solo le mutande.

*Meno male* Pensò Patrick ironicamente. Le comode scarpe di camoscio che aveva ad Hogwarts erano anch'esse sparite, per lasciar posto a dei sandali di cuoio piuttosto rudimentali, ma freschi.

*La bacchetta! I libri!*
Patrick d'istinto controllò la borsa. Per fortuna Patrick sentiva ancora un peso sulla spalla ma, quando volle toccarla per sentirla realmente, si stupì di affondare la mano in un tessuto lanoso completamente diverso da quello più duro che ricordava. Dentro quella che aveva visto essere una saccoccia di lana di capra, la bacchetta era ferma al suo posto, a fianco a due spesse risme di carta. A rigor di logica, il Corvonero intuì che i libri avevano fatto la stessa fine della sua borsa, infatti si erano trasformati in folti plichi di papiri, fatti di simboli che sebbene sconosciuti era perfettamente in grado di interpretare.

Successivamente, sposto il centro della sua attenzione al luogo che ancora non aveva analizzato. Si trovava ai margini di un grande piazzale sul quale erano disposte piuttosto caoticamente bancarelle e capannine di ogni sorta, probabilmente si trottava di un mercato, nel quale i negozianti non esitavano a fare baccano per attirare gli sguardi dei potenziali curiosi clienti. Seguendo quello che era il perimetro della piazza composto da edifici dall'architettura semplice e dello stesso colore della sabbia, aveva incrociato i suo sguardo con quello di Minerva, la fenice di Peverell, che li scrutava dall'alto. Da alcuni lati poi, si diramavano e anguste stradine e larghi viali costeggiati di palme, che conducevano ad una zona della città più ariosa, dove svettavano obelischi e statue che il Corvonero aveva visto solo sui libri.

Preferì non dire nulla e prendere iniziative. Era ben conscio del compito assegnatogli dal professore, ma nello stesso tempo preferiva seguire e casomai partecipare alle scelte dei più esperti. La prefetta di Tassorosso sarebbe stato il suo punto di riferimento, lei aveva il medaglione, e il medaglione era l'unico collegamento con il suo mondo, l'unica cosa che non dovevano perdere per nessuna ragione al mondo.
Preoccupato, incuriosito ma nello stesso tempo eccitato, Patrick stava solo pregustando l'antipasto di quella che sarebbe stata la lezione di Storia più bella della sua vita.
 
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view post Posted on 12/10/2011, 23:05
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Bastò un attimo e ogni minimo dubbio si allontanò dalla sua mente.
Quel libro malefico, l'aveva già visto, e tanto si era ripromessa di non averci più nulla a che fare. Mosse alcuni passi in direzione della sua prefetta, ma appena prima di riuscire a pronunciare una sola parola sentì una morsa afferrarla per la nuca e trascinarla lontana.
Ricordava perfettamente, quella stessa identica sensazione, diversi mesi addietro le aveva regalato l'avventura più straordinaria e dolorosa di sempre. Il libro aveva attivato il suo potere e ben presto in quella stanza non ci sarebbe più stata l'ombra di un solo ragazzino. Forse qualche sacca lasciata qua e là.
Mya afferrò con la mano sinistra la piccola Amina e la portò verso il suo fianco, non voleva perderla per una simile svista, non se lo sarebbe mai perdonata. Il viaggio durò meno di quello che si aspettava, anche se al ricordo dell'ultimo atterraggio tutto il suo corpo era pronto.

Ed eccolo il suolo infine, la giovane tassa atterrò con il ginocchio piegato e la mano destra pronta ad attutire l'eventuale colpo. Le dita sfioravano una superficie di pietra, liscia e stranamente tiepida.
C'era luce attorno, buon segno.
Si sollevò da terra sistemando al meglio l'abito, decisamente diverso dalla sua divisa scolastica, ma migliorato rispetto alla volta precedente in cui si era sentita tanto un arcobaleno sbiadito. Amina si muoveva all'interno della tasca laterale, forse indispettita da quell'abito tanto rozzo e ruvido. Se ne volò fuori posizionandosi nuovamente sulla sua spalla e smuovendo freneticamente le ali. La bacchetta, ancora posizionata all'interno della sua manica.

Il gruppo era arrivato integro e c'era persino il professore con loro, potevano sperare di aver da lui il dovuto sostegno?
-...il vostro compito è trovare e raggiungere il Tempio del Dio Sole... -
Ovviamente, perchè si era preoccupata anche di chiedersi una sciocchezza simile? Lui li avrebbe osservati da una sala da the, mentre conversava con uomini facoltosi del luogo, incitandoli con un'alzata di tazza.
*Bah, non che faccia tanta differenza...*
Templi e deserti, non era la prima volta che li vedeva, anche se il parlarne apertamente con gli altri era ancora un tabù. Doveva fingersi scioccata? Sorpresa e impaurita? Neanche con il massimo impegno sarebbe riuscita a recitare in un simile modo.
Si decise di restare nelle retrovie come al solito, osservando il gruppo dall'esterno, ascoltando i loro ragionamenti e indirizzandoli se fosse servito.
- Verrà inaugurato a giorni? Quindi per il momento immagino sia ritenuta una zona off-limits...o sbaglio? -
Chiese in direzione dell'anziano uomo. Entrare in un luogo vietato, ignorare la legge, farsi catturare e rischiare la vita. Perchè riusciva a trovare solo similitudini?
*Chissà se tutta questa storia ha a che fare con il vecchio. Conoscendolo, anzi conoscendoli non dubito riuscirebbero ad usare dieci marmocchi per ottenere qualcosa di raro...*
Si portò entrambe le braccia dietro al collo, stiracchiandosi la schiena e preparandosi a tutto ciò che li aspettava. Il fuso "temporale" l'aveva scombinata completamente, sentiva il corpo affaticato dalla giornata, mentre la mente sveglia osservava quell'inizio di mattinata.
 
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view post Posted on 13/10/2011, 14:01
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Le ultime domande si rincorrevano rapide nella stanza, frettolose, specchio di un'ansia malcelata. Non se ne interessò: da una parte sapeva che il Professore difficilmente avrebbe regalato una risposta semplice e concisa, piuttosto avrebbe rimandato, nella speranza che giungessero da soli alla soluzione dei loro quesiti; dall'altra, in cuor suo, già immaginava cosa sarebbe successo.
Ora che il medaglione riposava quieto sul suo petto, il brivido del suo contatto pareva diffondersi sino al cervello, risvegliandolo. L'attenzione tornava a calamitarsi irresistibilmente sul Libro, che inoffensivo se ne stava immobile sul suo leggio. Il sospetto era ormai quasi certezza. Improvvisamente, si accorse che avrebbe preferito non guardare: sapeva cosa sarebbe successo, e nonostante il tarlo della curiosità e dell'incoscienza la divorasse, la repulsione la invitava a scostarsi.
Ah, quella malia!
Le pagine presero a sfogliarsi, da sole, trascinate da una forza arcana, senza tempo, irresistibili. Scostò la testa, ma gli occhi ruotavano indietro senza scampo, bramando quella visione. Infine, era troppo tardi. La realtà si dissolveva, un turbinio di luci, colori, voci che si confondeva tutt'attorno senza un senso, senza un ordine. Era insopportabile, ma la consapevolezza di quale straordinaria magia fosse in atto in quel momento le instillava il desiderio di chiederne ancora, di averne di più. E poi, quando ormai ogni certezza pareva essere decaduta nell'illusione di essere solo un'immagine in un mondo sfuocato e irreale, una voce solitaria e profonda emerse al di sopra di ogni altra interferenza: Palmyra, IV secolo.
Aveva capito.
Tutto cessò.
L'atterraggio arrivò improvviso, ma era pronta: l'aveva già fatto. Hogwarts non esisteva più. Un enorme labirinto si snodava davanti a loro in decine e decine di vie, piazzette, templi. O forse era tutto quel brulicare di gente che lo faceva apparire così caotico. Abbassò lo sguardo: la camicia aveva lasciato il posto ad una lunga tunica scura ma fortunatamente non vistosa. La mano corse avidamente al petto, quasi rabbiosa: no, era tutto in ordine, il medaglione era lì, e anche la piccola fialetta di pozione. Tornò a respirare. I ricordi si affollavano nella testa, ma il fatto che fossero in tanti lì, in quel luogo sconosciuto, era inaspettatamente di nuovo un pregio. Opportunista o meno che fosse, ormai la via era segnata. L'obiettivo era chiaro, avevano i mezzi, e con un pò di fortuna e di astuzia non avrebbero fallito. Non questa volta.
Lanciò un'occhiata ai compagni, alcuni preoccupati dal cambiamento, altri intenti a verificare la presenza di ciò che si erano portati dietro, altri assillati ancora da altre e altre domande. Fiato sprecato. Sapeva poco o nulla di Palmyra, ma conosceva il vecchio. Era il momento di darsi da fare. Il medaglione li avrebbe guidati...ma come?
Il peso attorno al collo pareva aumentare mentre avvertiva avvicinarsi il momento in cui sarebbe stato evidente che non possedeva nessuna capacità particolare, nessun asso nella manica. O forse sì? Quanto poteva essere stato lungimirante il Professore? Ancora una volta, tutto si riduceva alla fiducia. E mentre il gruppo si assestava, già ripensava a quelle effigi... Non voleva che tutto quello diventasse la sua ossessione. Ma voleva essere pronta, per quando "il momento" fosse giunto.

 
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>Just|Athos†
view post Posted on 13/10/2011, 15:42




"Una buona domanda signor Crowell, ma non ha di che preoccuparsi, questa volta viaggeremo sì, ma in maniera... alternativa, per così dire. Avrete altro di che preoccuparvi, la non passaporta non avrà fretta... "
Maniera... alternativa?
*In che senso? Useremo le scope, forse? O qualche incantesimo? Oppure il prof ci farà smaterializzare insieme a lu...?*
Random aveva appena finito di proporre al suo cervello queste tre ipotesi, del tutto inconscio delle altre parole del professore, quando all'improvviso il libro situato sul leggio in mezzo alla sala, che fino a quel momento era stato tranquillo e pacioso senza dar fastidio a nessuno, si aprì cominciando a fogliare le vecchie e coloratissime pagine. Un dubbio abominevole attraversò la mente del diciassettenne.
*Viaggio alternativo? No... non dirmi che leggeremo un libro.*
In effetti Peverell aveva annunciato che sarebbero andati in Egitto, ma non come... Il pensiero contava? Random non pensava che sarebbe resistito per molto, pigro come era, con quel freddo e quegli stupidi vestiti addosso, assolutamente utili in un contesto desertico quanto ridicoli in quella situazione. Stava per chiedere ulteriori informazioni, quando all'improvviso i colori della stanza cambiarono.
*Cosa...???*
Sembrava di essere in un cartone animato, tutti i colori erano strani e il nero era fin troppo evidente... Cosa succedeva?
Si guardò intorno, confuso: parte degli alunni presenti nella sala era allarmata, proprio come lui, e solo una piccola minoranza sembrava conservare il sangue freddo... All'improvviso un grandissimo strattone lo portò avanti, seguito da altri corpi sconosciuti che lo spintonarono ancora di più verso il libro, mentre inutilmente e paticamente provava a rimanere fuori dalla portata del tomo aggrappandosi a zaini, vestiti, altri studenti...
Nulla da fare.
WHOAM!
In un grande risucchio, come se un enorme lavandino si fosse sturato, la stanza sparì, e Random cadde in quello che pareva un buco nero delle dimensioni di una porta, spintonato da più e più ragazzini urlanti. Cadevano, apparentemente nel nulla, urlavano un pò tutti, finché con un nuovo lampo di luce riguadagnarono l'aria, la luce del sole, la mobilità, mentre nelle loro orecchie spariva l'eco di una voce che forse aveva detto qualcosa di importante, ma tra lo spavento e le urla era risultata inascontabile a molti, incluso il Prefetto.
La luce lo accecava, il fianco sul quale era "atterrato" gli faceva male e tremava nonostante sentisse un lieve tepore percorrergli la pelle. Cosa era successo? Chiuse gli occhi, li riaprì, e vide.

*Ma che...?*
Si trovavano al bordo di una grande piazza polverosa, su quello che sembrava un pavimento di pietre, in mezzo ad una gran quantità di gente abbigliata con vesti e tuniche lunghe e apparentemente incurante del fatto che una dozzina di persone fossero appena piovute dal cielo.
Random si rialzò di lato, sfilò il braccio di sotto dalla schiena di Henry e si mise a sedere. Avevano dunque fatto un viaggio tramite passaporta?
Eppure questa volta aveva avuto una sensazione del tutto diversa. Si guardò intorno, accorgendosi solo in quel momento che tutti indossavano delle tuniche identiche a quelle dei mercanti nella piazza. A lui era toccata una veste blu lunga fino alle caviglie, e un paio di sandali marrone scuro fatti di quello che a prima vista sembrava cuoio. Si stava giusto accorgendo di non avere più lo zaino, quando all'improvviso il suo sguardo venne attirato da una figura vestita di bianco che si dirigeva verso di lui. O meglio, verso di loro. Era il professore.

"Benissimo, siamo arrivati, siamo a Palmyra...
O meglio, nella Palmyra del IV o V Secolo, poco importa.
Come forse saprete era una grande città di confine, all'apice del proprio potere e prestigio, una grande città dell'Impero, ricca e florida come poche altre, e forse anche più di Roma stessa. Una città molto sicura, non molto lontano da qui sono accampate le legioni, potenti Maghi le guidano, e l'Imperatore stesso dovrebbe essere in viaggio verso la città, in visita.
Portate rispetto per gli Anziani, e per chi è vestito in bianco, non fate nulla di strano, o impiegheranno ben poco a farvi arrestare, i soldati pullulano in città, e non sono tollerati disordini. Venendo a noi, il vostro compito è trovare e raggiungere il Tempio del Dio Sole, che a giorni verrà inaugurato proprio dall'Imperatore, entrarvi, e spingervi sino alla Cella interna, giunti là, troverete la strada. Il Medaglione vi aiuterà, ma non dividetevi, o rimarrete intrappolati nei meandri del Tempo.
Ci sono domande?"

Le solite raccomandazioni, insomma, che però risultavano sconcertanti per la calma e la tranquillità con le quali erano pronunciate.
Il cervello di Random aveva bisogno di qualche secondo per capire tutto...

*Dunque, siamo in una città romana, a pochi chilometri da legioni di soldati e maghi, e dobbiamo trovare un tempio dedicato al Dio Sole. Indietro nel tempo.*
No, qualcosa non quadrava... O il professore li stava prendendo in giro, allestendo quello spettacolo di mercanti e tuniche, oppure...
Era veramente possibile andare indietro nel tempo? Eppure, che Random sapesse, non esistevano magie in grado di farlo, oppure non ci sarebbe stata nessuna tragedia come quella dell'undici settembre, o il terremoto giapponese... che il professore avesse messo le mani su qualcosa di disapprovato dal Ministero? Non che importasse l'idea di quei buffoni, ma dopotutto anche loro un minimo di coscienza su ciò che accadeva dovevano avercelo...
Si rialzò in piedi spolverandosi la tunica, mentre Trhesy e Mya ponevano delle domande al professore. Sembravano entrambe abbastanza calme, come se fossero abituate a viaggiare nel tempo tutti i giorni...
Cominciava a pensare che l'intera comunità magica gli nascondesse qualcosa, tuttavia in quel momento lo zaino era più importante. Si guardò intorno, tuttavia sembrava sparito finché...

"CRA!"
Sembrava quasi... un corvo. Il suo corvo. Quel corvo che proprio in quel momento uscì dalla borsa ai suoi piedi, che tuttavia era del tutto dissimile dallo zaino blu: si trattava di una tracolla di cuoio abbastanza resistente, e semplice, marrone scuro, che il ragazzo prese subito a frugare nel dubbio di aver perso qualcosa. A quanto pare, i suoi naturali istinti materialistici non si sbagliavano: possedeva sempre la fascia donartagli da Mya, che senza potersi appoggiare ad una manica era ora scivolata fino al polso, ma sia il libro che la borraccia erano spariti, o meglio, trasfigurati: il libro si era ridotto a quella che sembrava una pagina di papiro, mentre la borraccia era diventata una praticissima anfora che stava versando il suo contenuto ovunque, compreso sul foglio. Mise via i due oggetti ormai inutilizzabili e continuò la sua esplorazione, concludendo che l'elmo doveva essere il cappello del falco, i sandali che ora indossava i magici stivali antistorta, e le pagnotte di pane duro i panini (li conservò solo per scaramanzia, erano abbastanza duri da scheggiarsi un dente tirandogli un morso). Le uniche cose invariate sembravano, per l'appunto, la fascia, i gioielli magici, la bacchetta (che ritrovò a terra, non esistendo più la tasca dei pantaloni) e il corvo che chissà come l'aveva seguito, e ora se ne stava sulla sua spalla gongolante.
*Stupida bestia*
In realtà adorava Black, e non era raro che lo viziasse, ma non lo voleva ammettere. Soprattutto perché il volatile sembrava affezionarsi a tutti, da Demyx Lewis alle fette di marmellata e burro, tranne che a lui. Si voltò nuovamente verso il professore.
Avrebbe atteso che avesse finito di rispondere alle domande, quindi avrebbe cercato di capire dagli altri cosa dovessero fare di preciso...
In tutto quel chaos non aveva capito molto. Ma ecco avvicinarsi, senza preavviso, la Prefetta Grifondoro. L'anno precedente l'aveva incontrata sulla torre di divinazione, tuttavia l'incontro si era concluso in maniera a dir poco imbarazzante. Sorrise, infilandosi la tracolla, e annui' come a voler dire che era tutto a posto. In realtà era ancora molto scosso per il viaggio, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere... Ma erano i rischi da correre facendo parte di quello strampalato gruppo.



Ok, dunque, l'armamentario cambia in questo modo:

°Orecchino Corno d'Unicorno: Apparentemente invariato.
°Stivali Lewam Markis: Ora sono dei sandali. I poteri potrebbero essere cambiati, o spariti.
°Bacchetta: Invariata, ora è nella sacca.
°Cappello del Falco: E' diventato un elmo di quello che sembrerebbe bronzo.
°Anello nosferatu: Apparentemente invariato.
°Fascia del Peccato: Apparentemente invariata, ora è una sorta di polsino.
°"Gli animali fantastici: dove trovarli" di Newt Scamandro: Ridotto a un foglio di papiro.
°Corvo nero che risponde al nome di "Black": Sulla spalla di Random. Invariato.
°Vestiti da deserto: Ora Random veste una tunica blu, e una sacca di cuoio.
°Borraccia e panini: La borraccia è stata abbandonata, i panini sono pagnotte dure.


Edited by >Just|Athos† - 13/10/2011, 22:34
 
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view post Posted on 13/10/2011, 22:13
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Erano sicuramente finiti in una città fervente d'attività, in una bella piazza, sgombra, piena di quella che pareva una folla altolocata, magistrati, centurioni, e sacerdoti davano sfoggio dei propri seguiti, tra ricchi patrizi, e notabili. Il traffico pareva regolarsi da sè, tra insulti ed urla, un ammasso confuso di carri pareva confluire in un senso o nell'altro, in entrata o in uscita dalle porte della città, poco distanti. Le Torri giallognole, figlie del deserto, svettavano, alte, immense,sul resto della città, o almeno sulle basse costruzioni, povere in gran parte, che si affastellavano in quella prima cerchia di case. Sistematicamente, infaticabili, coppie di sentinelle battevano il lungo perimetro, sfavillando sotto i raggi perpendicolari del caldissimo Astro.
L'ombra quasi collassata ai piedi dell'Obelisco, pareva indicare l'ora azimutale, non era quindi molto tardi, il traffico nelle strade pareva confermarlo. All'interno della città, salvo nelle ore più calde, e forse nemmeno in tal caso, la vita non cessava, semplicemente ci si ritirava sotto i freschi portici, per continuare in attesa che la gran calura smettesse, e cedesse il passo al vento, che spirava dalle alture. Erano lì, tutti riuniti, in quella piazza, circondati da una lingua ben più raffinata, quello che pareva Greco, privo di inflessioni dialettali, nella sua forma più alta. Oltre l'Adriatico, in fondo, era quella la Lingua Ufficiale, il Latino per Roma, il Greco per Bisanzio.
Una grande arteria commerciale, percorsa dai carri, attraversava la piazza nella parte più lontana dalle gradinate del Tempio, quella che pareva essere la giugulare del traffico cittadino, una doppia ordinata colonna di carri, in attesa, tutti carichi. Il vantaggio di dirottare tutto il traffico su quell'unica grande strada, permetteva di potersi aggirare per la città, in relativa sicurezza, evitando di finire travolti da un conducente sbadato. Certo, nulla era certo, ma la probabilità di finire investiti si ridimensionava notevolmente. Corrieri, cavalieri, staffette, nobili e militari affollavano nonostante tutto le rimanenti strade, e viottoli, ma era comunque più vivibile. Quattro diverse strade si intersecavano in quella piazza, due conducevano alle mura, e quindi alle porte, le altre due si inoltravano nella metropoli. Una relativamente più sgombra, fiancheggiata da minuscoli tempietti, ed edicole consacrate, la seconda più stretta, almeno all'apparenza, ricolma di gente, merci, bancarelle. Manifesta era anche la differenza tra le folle, piccoli gruppetti ben ordinati e distinti di persone, tranquille, prive di fretta batteva i templi, un marasma di colori e volti assiepava le bancarelle. Bambini, fanciulli, giovani, un'incredibile numero di giovani popolava quella parte della città, indubbiamente non doveva essere la più ricca, ma comunque già a sufficienza da poter essere un vanto delle autorità cittadine. Le vie perfettamente squadrate, formavano un ordinato reticolo urbano, lo sguardo si perdeva, in una lunga successione si slarghi, e viuzze, palazzi, e templi da un lato, ed una lunga indistinta serie di botteghe, e persone, lunga migliaia di passi, nella seconda strada. Distanti, quasi puntellati da colonne, archi ed obelischi, macchie di verde, palme, cipressi, querce, alberi, si alternavano tra quelli che sembravano luoghi cerimoniali, privati, sacri e pubblici. Immensi, sulla città, secondi a volte solo alle torri ed alle mura, che abbracciavano in un caldo abbraccio il tutto, si levavano un mare di Templi, tutti orientati verso il Sole, selve e selve di colonne di marmo, immense, decine di metri, profusioni di marmi ed oro, riccioli di fumo, quasi a conferma dei riti celebrati, dei sacrifici, e dell'operosità di una potente casta sacerdotale. Variavano per dimensioni, ma non poi molto per forme, colonne, più o meno numerose, un timpano triangolare, ed una lunga serie di tegole. Ammassi e complessi residenziali degni di nota, svettavano dimessi nel verde del centro, quasi silenti, a godersi il Sole, intorno a quello che sembrava un possente ma minuscolo Forte...
Tra le imprecazioni, un giovane cavaliere, intabarrato in un lungo mantello rosso, si fece largo in quell'orda di ragazzini, proseguendo lungo la piazza al galoppo, per poi dirigersi verso le grandi porte. La contemplazione era ormai finita, il momento d'incanto era terminato, era ormai tempo d'agire. Il vecchio, che attirava una certa serie di sguardi incuriositi dei cittadini, tornò a farsi avanti, domande, c'erano domande che richiedevano risposte, prima di sparire negli angoli più impensati della Metropoli. In fondo, dovevano trovare un Tempio, nulla di impossibile, certo, forse il numero poteva complicare la ricerca, ma nulla di impossibile. Erano abituati a ben peggio...


Sì, dunque, due domande, due risposte, per così dire...
Se non trovate il Tempio, sarà più difficile poi tornare indietro, come anche se finirete per dividervi. Il Tempo all'interno del Libro scorre diversamente che non nella nostra realtà, lo stesso scopo del Libro sembra suggerirlo, quindi se anche io tornassi indietro, e poi ritornassi subito a cercarvi, non escludo che potreste aspettare una decina d'anni, contro una decina di minuti della nostra Hogwarts. Quindi vi consiglio di fare il possibile, per raggiungere tutti insieme il Tempio. Ha anche ragione la signorina Lockhart, se già di per sè normalmente entrare in un Tempio non è per tutti, ma solo per pochissime persone, entrare in Tempio ancora da inaugurare potrebbe essere forse non molto agevole. Ma son certo saprete comunque trovare la Via, avete le Chiavi, dovete semplicemente trovare la giusta porta, per così dire...
Quanto al resto, lo scoprirete... vivendo, siete parte della Storia, nella Storia, avete un semplice lavoretto da portare a termine, per tornare ad Hogwarts, senza troppa fretta. Tecnicamente il nostro incontro sarà durato una manciata di secondi, salvo complicazioni, certo.
Con ciò, abbiate rispetto, e timore reverenziale per chi non è giovane, non sono numerosi in quest'epoca, e se sono arrivati così in là con gli anni, il più delle volte c'è anche una ragione.
E... ricordatevi del Medaglione, abbiate fiducia!
Buona fortuna, ed a presto.
Palmyra ci aspetta!


Ecco, ormai era fatta.
Un'ultima occhiata, un ultimo discorso.
Si sarebbero rivisti, almeno con la maggior parte, forse meno in fretta di quanto non stessero preventivando, forse dove non se lo sarebbero aspettato, ma era pur sempre un dettaglio. Insignificante forse no, ma comunque un dettaglio.
Palmyra li stava aspettando, si avviò tranquillo, lungo la prima strada, direzione imprecisata, solo un enorme sorriso, ed un'aria compiaciuta. A zonzo per la Storia...



Bene, saluti a tutti, Peverell vi lascia al Master! bye1
Inizia ufficialmente la Quest, quindi ligi al dovere... U.u
Avete sino a Sabato\Domenica!
 
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>Just|Athos†
view post Posted on 14/10/2011, 15:03




Il professor Peverell sorrideva, gagliardo, apparentemente a suo agio in quella piazza.
Da quello che potè capire Random erano finiti dentro al libro, che li aveva trasportati indietro nel tempo, e il loro compito era riuscire a tornare indietro entrando nel tempio, la cui chiave era il medaglione, e che purtroppo era ancora chiuso al pubblico. Peccato che sembrasse tutto troppo semplice...
Trovare il tempio, usare la chiave, entrare. Cosa avrebbero potuto eventuali guardie contro di loro?
La parte più difficile sembrava trovare il tempio, ma proprio come aveva suggerito qualcuno che Random non aveva distinto, preso come era dalla ricerca del suo zaino, sarebbe bastato chiedere informazioni...

*Quindi... o il vecchio dopo il Giappone ha deciso che siamo dei rammolliti, o ci sta prendendo in giro, oppure il tempio è introvabile e/o superprotetto. E sono predisposto a credere che l'ipotesi più probabile sia quest'ultima.*
Salutò il professore con un arrivederci educato (in realtà si aspettava un'uscita di scena teatrale, non una tranquilla passeggiatina) e dopo qualche secondo di silenzio incrociò le braccia e scosse la testa.
"Tsk... Ne sa una più del diavolo, eh? Mi sa che dovremmo abituarci. Allora, qualcuno ha la più pallida idea di che posto sia questo? Intendo usi e costumi, eh, che siamo a Palmyra l'ho capito persino io..."

Il caso voleva che fosse deplorevolmente ignorante anche questa volta, non avendo mai minimamente studiato l'antico Egitto. Certo, sapeva che in quel periodo doveva essere sotto il dominio romano, e grazie a certi romanzi babbani conosceva anche abbastanza cose del culto del sole che era praticato anche nel ventunesimo secolo sotto il nome di "Cristianesimo", ma per il resto ne sapeva anche meno degli altri.
Non sapeva, ad esempio, se a quei tempi i babbani erano a conoscenza della magia, cosa che avrebbe potuto complicare tutto, e se avessero dovuto aspettarsi degli agguati o delle discriminazioni in questo caso...

"...comunque penso che si, dovremmo chiedere informazioni. Potremmo spacciarci per dei monaci, o dei pellegrini venuti ad adorare il dio Sole in questo nuovo tempio... Ma il nostro essere giovani penso giocherebbe a nostro svantaggio. Gli unici maggiorenni qui siamo io e Trhesy."

Si rivolgeva soprattutto a quest'ultima, ad Arwen, e a Mya, le uniche persone delle quali era sicuro di potersi fidare, e nelle quali riconosceva un minimo di maturità. Si guardò intorno nella piazza, cercando qualche mercante a cui chiedere, quando all'improvviso notò qualcosa di estremamente strano in due giovani ragazzini che gli passarono accanto giocando con una trottola.
"Hey... aspetta... perché qui tutti parlano Inglese?"
Eh già. Lui li capiva, e presumibilmente dalle faccie atterrite dei due giovincelli anche loro capivano lui. Strano, no? O forse c'entrava ancora una volta la magia del vecchio professore? Dovevano agire, partire subito, ma prima di tutto dovevano organizzarsi. Non potevano pretendere di lanciarsi così, senza aver pensato a come muoversi, o sarebbero inevitabilmente inciampati, e caduti. E tra l'organizzarsi era compreso anche il risolvere gli ultimi dubbi, che non erano stati in grado di sottoporre al professore.


 
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view post Posted on 14/10/2011, 18:21
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La domanda sul metodi di viaggio generò parecchia curiosità in un giovane studente che chiese cosa mai fosse una passaporta.
Il professore rispose con parole enigmatiche al primo e lasciò senza risposta il secondo, almeno per quanto riguardava la pasaporta

Una buona domanda signor Crowell, ma non ha di che preoccuparsi, questa volta viaggeremo sì, ma in maniera... alternativa, per così dire.
Avrete altro di che preoccuparvi, la non passaporta non avrà fretta...

poi si rivolse al secondo ragazzo che aveva parlato
Quanto al viaggiare, signor Swan, son quasi certo che chi non si sia in fondo preparato, risulterà più preparato, di quanti non lo fossero già prima della partenza. E' una questione di punti di vista, ma come avrà già inteso, non sono solito dare risposte....
Il professore nonostante quanto detto in precedenza spiegò cos'era e a cosa serviva una passaporta, ma Cassandra si perse la spiegazione, altre parole avevano attiratola sua attenzione e adesso ci stava riflettendo su mentre distrattamente carezzava il pelo nero di Seven.
*Avrete altro di che preoccuparvi?
Ma che significa?*

L'ultima frase del docente la riportò alla realtà.
Bene, Signore, Signori, l'Ufficio è sigillato, potete lasciare qui il di più, è Tempo!
Un rumore, fogli mossi dal vento.....
*Come è possibile?
Le finestre sono chiuse?*

Pensò mentre si voltava e rimaneva a fissare le pagine del libro che scorrevano veloci.
Senza accorgersene si avvicinò.
Seven miagolò e saltò giù andando a nascondersi sotto una delle poltrone spaventato.
Quando le pagine si fermarono Cassandra si avvicinò e si mise a fissare la figura rappresentata.
All'improvviso i colori, le immagini e le parole si confusero in un'unica macchia indistinta che prese a vorticare e una voce lontana che diceva qualcosa “Palmyra IV secolo”.
Cassandra non ebbe nemmeno il tempo di chiedere cosa significasse e cosa stava succedendo che si sentì trascinata verso il libro.
Quanto durò il viaggio?
Qualche secondo un'eternità?
Difficile dirlo.... A differenza di altri Cassandra cadde in malo modo sul sedere

”Ahi!”
disse mentre si rialzava massaggiandosi la parte dolente.
Il suo sguardo cadde sui suoi vestiti, la divisa scolastica era comparsa sostituita da una tunica violacea al posto delle ballerine nere dei sandali fatti con listino di cuoio intrecciati.
Una mano scattò rapida sul fianco, la borsa c'era ancora anche se modificata, non più di Jeans ma di tela grezza.
La aprì e osservò il contenuto, le due bottigliette d'acqua erano sparite, sostituite da una borraccia in pelle con il tappo in legno. I tramezzini si erano trasformati in due pani azimi e due pezzi di formaggio di capra.
Sul fondo giaceva la bacchetta.
Mi guardai attorno, ci trovavamo in una piazza gremita di gente e tutti erano vestiti più o meno come noi

Benissimo, siamo arrivati, siamo a Palmyra...
La voce del professore che parlava in una strana lingua che per qualche arcano motivo anche Cassandra riusciva a comprendere la fece voltare.
Mentre anche gli altri si rialzarono lei si avvicinò di qualche passo al docente che continuava a spiegare

Portate rispetto per gli Anziani, e per chi è vestito in bianco, non fate nulla di strano, o impiegheranno ben poco a farvi arrestare, i soldati pullulano in città, e non sono tollerati disordini.
Venendo a noi, il vostro compito è trovare e raggiungere il Tempio del Dio Sole, che a giorni verrà inaugurato proprio dall'Imperatore, entrarvi, e spingervi sino alla Cella interna, giunti là, troverete la strada.
Il Medaglione vi aiuterà, ma non dividetevi, o rimarrete intrappolati nei meandri del Tempo.
Ci sono domande?

Se c'erano domande?
C'erano un'infinità di domande che giravano nella testa della ragazza ma non riusci a formularne neanche una.
Continuava a guardarsi in giro ripensando a quanto accaduto.
Per fortuna altri ragazzi diedero voce ai suoi dubbi, formularono le domande al posto suo.

-Che succede se non troviamo il tempio? Come facciamo a tornare indietro?-
chiese una ragazza
-non ci torniamo, ecco che succede-
Le rispose secco un ragazzo
*Non voglio neanche pensarci!*
Scosse la testa come per schiarirsi le idee
-Beh, a quanto sembra possiamo comunicare con gli abitanti di questo luogo, perché non chiedere a loro informazioni?
Sempre che voi siate d'accordo!-

Un'altra voce, un'altra domanda...
- Verrà inaugurato a giorni?
Quindi per il momento immagino sia ritenuta una zona off-limits...o sbaglio? -

Un'altra voce, un altro dubbio....
Cassandra guardò il professore aspettando pazientemente che rispondesse alle loro domande, sempre se voleva rispondere...

Se non trovate il Tempio, sarà più difficile poi tornare indietro, come anche se finirete per dividervi....
Cassandra deglutì a quella parole anche se in fondo in fondo lo sospettava....
il professore continuò a parlare e a fornire indicazioni su come scorresse diversamente il tempo all'interno del libro raccomandandoci infine di rimanere uniti e di cerare di trovare il tempio quanto prima possibile.

Ha anche ragione la signorina Lockhart, se già di per sè normalmente entrare in un Tempio non è per tutti, ma solo per pochissime persone, entrare in Tempio ancora da inaugurare potrebbe essere forse non molto agevole.
Ma son certo saprete comunque trovare la Via, avete le Chiavi, dovete semplicemente trovare la giusta porta, per così dire...

aggiunse con aria enigmatica
Con ciò, abbiate rispetto, e timore reverenziale per chi non è giovane, non sono numerosi in quest'epoca, e se sono arrivati così in là con gli anni, il più delle volte c'è anche una ragione.
E... ricordatevi del Medaglione, abbiate fiducia!
Buona fortuna, ed a presto.
Palmyra ci aspetta!

Concluse prima di salutare e allontanarsi per le vie affollate della città.
Cassandra lo guardava con aria scioccata mentre lo salutava muovendo una mano.

"Tsk... Ne sa una più del diavolo, eh? Mi sa che dovremmo abituarci.
Allora, qualcuno ha la più pallida idea di che posto sia questo?
Intendo usi e costumi, eh, che siamo a Palmyra l'ho capito persino io...comunque penso che si, dovremmo chiedere informazioni.
Potremmo spacciarci per dei monaci, o dei pellegrini venuti ad adorare il dio Sole in questo nuovo tempio... Ma il nostro essere giovani penso giocherebbe a nostro svantaggio.
Gli unici maggiorenni qui siamo io e Trhesy. "

Un ragazzo cominciò a parlare a ragazza ponendo domande ed eventuali soluzioni
"Hey... aspetta... perché qui tutti parlano Inglese?"
Chiese sorpreso guardandosi attorno
”Ehm....Non è inglese è Greco!”
Disse Cassandra avanzando di qualche passo
”Palmyra, si trova nell'attuale Siria, e ai nostri tempi è un importante sito archeologico!”
disse abbassando la voce e guardandosi attorno per esser sicura che nessun altro oltre i compagni avesse sentito
”Dubito che possiamo passare per monaci....
forse possiamo dire di essere di una compagnia di artisti girovaghi e che ci siamo persi!
Sicuramente per l'inaugurazione faranno una festa e non è improbabile che ci siano artisti provenienti da altre città!”


La tracolla Jeans è diventata una borsa in tela grezza
Le bottigliette d'acqua sono diventate una borraccia in pelle
I tramezzini sono mutati in due pani azimi e due pezzi di formaggio di capra.
 
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view post Posted on 14/10/2011, 19:37
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Ed era quindi tutto iniziato,tutto pronto a partire verso qualcosa che ancora nessuno conosceva.
Tra i ragazzi presenti nessuno era stato a Palmyra da ciò che comunque Mary era riuscita a comprendere e di solito errava,forse non quella volta..Ascoltata la risposta di Random,risposta per modo di dire,la ragazza gli si affiancò e,abbandonata l'idea di chiacchiere,rimase in silenzio donandogli un mezzo sorriso una volta ogni tanto,anche per far si che si sentisse la sua "Presenza"..Doveva legarsi a qualcuno dato che il mal di testa le impediva di comprendere per bene la storia,o ciò che comunque stava accadendo nella città..Sapeva solo che ora la sua mano stava salutando il Professor Peverell che si stava allontanando quindi verso una metà sconosciuta ai giovani..Ora eran lì,chiave,libro e tempio,ma strada oscura..Il silenzio era quindi per lei la scelta giusta,non voleva causare problemi ed era la miglior cosa in quel momento..Sguardo a destra,sguardo a sinistra ad incrociare gli occhi degli amici speranzosa che qualcuno avesse un'idea meglio del silenzio..Ascoltata la domanda di Random si girò verso Trhesy,considerata da Mary la più esperta..Attesissima la risposta per lei.

 
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view post Posted on 15/10/2011, 10:36
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E il professore con la sua solita calma si allontanò, lasciando il folto gruppo di ragazzini nell'incertezza più assoluta.
Ritrovarsi in una civiltà del tutto diversa dalla propria, in un tempo che scorreva lungo un altro corso, luoghi che non erano i propri. Tutto il loro armamentario parlava di cambiamento, non c'era risposta più evidente.
Mya cercò nella tasca destra della tunica: la piccola chiave magica era ancora lì, leggermente arrugginita dal tempo ma aveva mantenuto la sua forma. Estrasse quello che molti secoli dopo sarebbe apparso come un piccolo specchietto di vetro, ora non era altro che un pezzo di bronzo piallato e dalla forma leggermente ovoidale. Si avvicinò ad Arwen mostrandogli quello strambo cambiamento nell'oggetto e sorridendone divertita.
- Anche il tuo deve aver ottenuto questa forma moderna e incantevole, immagino. L'importante è che funzionino ancora, anche se spero di non doverlo usare -
Quei due oggetti gemelli, dono dell'amica, servivano infatti per comunicare tra loro e farne uso significava solamente una cosa. Che non erano più assieme, e con molta probabilità c'erano anche dei guai grandi quanto un tempio.
L'aveva portato per precauzione, ma sperava con tutto il cuore che rimanesse un pezzo di bronzo nelle sue tasche.
Tornò ad osservare l'ambiente circostante.
Il professore aveva detto molto in realtà, per chi avesse avuto orecchio per intendere. Aveva parlato di legioni fuori dalle mura, presidiate da maghi, che Mya sapeva per esperienza, vantare un potere di molto maggiore a quello che poteva offrire un mago moderno. Con molta probabilità si trattava comunque di una cerchia ristretta di persone e chi interagiva con loro solitamente erano ufficiali o uomini d'alto rango o lignaggio.
Il popolo perlopiù restava ignaro di certe esistenze, se non di molto altro.
Aveva parlato anche dell'arrivo imminente dell'imperatore per l'inaugurazione del tempio, il che significava solamente una cosa.
Con l'imperatore sarebbero arrivate anche le truppe magiche.
E se dovevano fare un lavoro "sporco" conveniva loro sbrigarsi. Già di per sè profanare un luogo sacro ancora chiuso al pubblico era un atto sconsiderato, per di più trafugare un qualche oggetto dalla zona più interna. Contrastare degli umani poteva rivelarsi un gioco semplice, ma se si fossero trovati di fronte a dei maghi potenti, come avrebbero potuto rispondere all'offensiva?
Loro erano invasori, per quanto giunti là con "nobili" (o ignare) intenzioni, restavano comunque degli stranieri.
La giovane tassorosso osservò le strade circostanti cercando di trovare una soluzione rapida a quell'immobilità. Vi erano due vie che si aprivano dall'altro lato della piazza, una zona mercatale molto affollata da popolani ed una più riservata ed elegante. In lontananza si potevano vedere dei colonnati e i timpani di quelli che dovevano essere i templi della città. Ma loro ne cercavano uno in particolare e non avevano la minima idea di dove questo fosse.

Tornò ad osservare Arwen, parlandole francamente, era tanto matura ed intelligente da offrirle una visione obiettiva. Magari si stava solo incatenando in pensieri troppo negativi.
- Arwen, il professore diceva di portare rispetto per gli uomini vestiti di bianco,vero? E se fossero proprio loro i maghi? Non possiamo chiedere loro informazioni o rischiamo di metterli in allerta...è un periodo "particolare" per questa città... -
Amava la storia magica, ma quel periodo era facilmente riconducibile alla storia babbana e ogni bambino che avesse frequentato le semplici scuole lo sapeva. La Storia era ad un passo dal cambiamento, dalla rottura, dall'inizio e la fine, camminava sul filo di un precipizio.
E loro erano solamente dei forestieri, non potevano in alcun modo alterare il corso degli eventi. Dovevano restarne fuori, dovevano muoversi come fantasmi.
- Direi di provare a chiedere alla gente del popolo... - disse indicando la zona affollata di bancarelle dove adulti e bambini si muovevano avanti e indietro incessantemente.
Loro non avrebbero fatto tante storie, già sopravvivere era una problematica che occupava tutta la loro mente.
 
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