Il Retrobottega, e la Scopa, Accessori di Prima Qualità per il Quidditch

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view post Posted on 24/4/2014, 14:14
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Serpeverde
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Una saetta passò a pochi centimetri dal suo braccio. Fece appena in tempo a ritrarre l'arto che una sagoma familiare si disegnò fulminea di fronte ai suoi occhi. Un bolide? Dannatissimo e odioso nemico per qualsiasi giocatore di Quidditch, quel pesante e veloce ostacolo si era come materializzato di fronte a lei, frapponendosi fra la Cercatrice e la riuscita del compito.
Ma certo, il garzone. Era stato lui a sbrigliare quel cavallo imbizzarrito pronto a fiondarsi su di lei. Avrebbe dovuto immaginarlo, sarebbe stato troppo facile, altrimenti.
Non era, tuttavia, il momento di abbandonarsi alla furia omicida che quel pensiero aveva fatto affiorare in lei, anzi avrebbe dovuto canalizzare il senso di rabbia e di sorpresa in una costruttiva risposta a ciò che era appena avvenuto.

Con un deciso strattone del manico verso destra, tentando di creare una frattura nell'aria per far sì che l'intero corpo seguisse la stessa linea, attuò una rapida inversione nel senso opposto, cioè verso la metà campo, ricondusse la mano sinistra sul manico, ma subito chinò la schiena e tutto il busto verso il basso, attuando una rapidissima discesa, per evitare che la classica polverina gialla derivante dalla Gelbsturm potesse investirla in pieno viso, compromettendo la sua acuta vista da Cercatrice.
Tutto il corpo si contrasse allungandosi sulla scopa, con lo scopo di assottigliarsi e agevolare la presa di velocità, ma gli occhi restavano vigili, cercando di abbracciare l'intera sezione del campo che si estendeva di fronte ai suoi occhi.
Fu nell'istante in cui si abbassò, infatti, che avvistò la minuscola scheggia dorata dirigersi a zig zag verso la metà campo. Un fischio alle sue spalle, tuttavia, la avvertì che il malvagio bolide poteva essere ancora sulle sue tracce, questa volta deciso a non lasciar sfuggire la sua preda.

Il disegno che gli eventi avevano creato avevano subito generato nella sua mente una rosa di possibilità di contrattacco. Il suo istinto, una volta tanto in linea con ciò che la ragione suggeriva, diede subito gli impulsi al corpo per trasformare i pensieri in azioni.
L'idea era questa: sfruttando l'altezza alla quale era giunta per avvicinarsi agli anelli, durante la precedente caccia al Boccino, Talìa avrebbe effettuato una discesa diretta verso la metà campo, volta ad ottenere una serie di vantaggi. Il primo di essi era la presa di velocità derivante dalla discesa, aiutata dalla forza di gravità, che l'avrebbe favorita nel successivo tentativo di presa della palla dorata; il secondo vantaggio consisteva nel fatto che, dirigendosi verso il basso, avrebbe potuto "ingannare" la caccia del Bolide, che infimo continuava ad inseguirla, conducendolo verso il basso, nascondendo una successiva risalita; per ultimo, ma non ultimo, avrebbe finalmente avuto l'occasione di "testare" l'effettiva velocità della Gelbsturm, stirandone le capacità e provando con il proprio corpo quella decantata qualità, allenandosi per la prima volta a controllare quella bestia.
L'idea c'era, bisognava solo provare ad attuarla.

La corsa verso il basso continuava, con la giovane Serpeverde stirata sul manico, saldamente attaccata ad esso, senza mai perdere di vista il Boccino ormai avvistato e senza perdere la concentrazione dalla guida della scopa.
Molti obiettivi da far convergere tutti assieme verso un successo comune; non sarebbe stato facile, ma Talìa non si sottovalutava, credeva nelle sue capacità e si fidava della propria concentrazione, anche se, come sapeva molto bene, le doti dovevano necessariamente essere accompagnate da un costante impegno e da precisione.
Una volta giunta non troppo lontana dalla base del campo, la giocatrice capì che il suo piano era arrivato nel primo punto critico: quello della risalita, per seminare il Bolide e per sfruttare la velocità finora accumulata nella vera e propria rincorsa al Boccino che, secondo i suoi calcoli, tra non molto avrebbe attraversato la metà campo scontrandosi perpendicolarmente con la sua traiettoria.

Con tutta la decisione possibile, la ragazza condusse il manico verso l'alto aiutata dalla spinta delle braccia e da una scossa che proveniva da tutto il corpo, una spinta in più, che il suo fisico si riservava nei momenti di maggior tensione emotiva, in particolare quando si trattava di raggiungere il successo.
Aiutata anche dalla velocità e dall'energia fino a quel momento accumulata, la giovane, stringendo le gambe attorno al manico e chinandosi nuovamente sul legno della Gelbsturm, continuò dritta verso il suo prossimo obiettivo, il Boccino.
Era davvero vicino, lo avrebbe intercettato nella metà del suo percorso zigzagante, circa all'altezza della metà campo, sperando di coglierlo di sorpresa.

Senza abbandonare il controllo mentale sulla scopa, ma fissando intensamente il suo obiettivo sempre più prossimo, Talìa allungò nuovamente il braccio sinistro, questa volta ancor più decisa di prima a non fallire. Per incentivare il suo tentativo le gambe diedero un'ulteriore spinta in avanti, la schiena scivolò sul manico e il braccio destro, quello che avrebbe dovuto mantenere la presa sulla Gelbsturm, continuò a stringere la presa ma assecondando il movimento del corpo.
Il Boccino era proprio sotto ai suoi occhi, non doveva sbagliare. Era suo.



Immagine_zpseb84b2c4
Chiedo umilmente scusa, mi rendo conto di quanto sia orrenda questa immagine. Spero si capisca lo stesso :unsure:
 
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view post Posted on 25/4/2014, 20:58
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Il Fato

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Quando è possibile dire che si sia trattato di fortuna o sfortuna?

La giovane Blackstorm, sempre più a suo agio sulla nuova scopa, tentava nuovamente di acciuffare il Boccino con traiettoria particolare volta in primis ad eludere il Bolide scagliato dal poco onesto Garzone.
La nuova scopa le permise di mantenere il vantaggio nei confronti del Bolide, che però via via andava scemando. Ciò nonostante riuscì ad arrivare al vertice basso disegnato dalla traiettoria incolume mantenendo un gap resiguo che giocò a suo favore: come previsto il bolide si schiantò a terra, mentre la bella fanciulla si fiondava verso il Boccino. Dopo qualche secondo passato a raschiare il fondo, anche il Bolide si riattivò e riprese la fuga verso la Cercatrice, molto più distante rispetto a prima.
Un ghigno apparì sul volto del Garzone.
Si chinò nuovamente e liberò anche il secondo Bolide, anch'esso appositamente incantato, che si dirigeva invece frontalmente verso Talìa.
Accadde tutto in pochi secondi.
Un forte boato, poi il nulla.
I due Bolidi si erano scontrati tra di loro, facendo scappare un terrorizzato Boccino verso l'alto, che svanì dagli occhi di Talìa, la quale solo per un soffio non venne schiacciata come una sottiletta.
I due Bolidi si dirigevano ora rispettivamente verso gli anelli, specularmente. Non sarebbero stati più un problema per il momento.
Ebbene, era stata fortunata per avere la vita salva o sfortunata per non esser riuscita a catturare il Boccino per un attimo?
Fatto sta che il Boccino si dirigeva ora verso l'alto, come se il finto campo non avesse soffitto. Giunto all'apice però, sarebbe rimbalzato su di esso, per poi lasciarsi cadere a capofitto verso il terreno di gioco, ove la sua corsa sarebbe inesorabilmente terminata.
La scopa sembrava essersi sottomessa.
Sembrava. O era forse la quiete prima della tempesta?
L'ultimo atto prima di decretare il successo o la sconfitta.



//idem mit pataten, se qualquadra non cosa, MP.
 
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view post Posted on 29/4/2014, 01:48
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La sensazione fu la stessa di quando, durante la fase di dormiveglia, si prova il timore di cadere nel vuoto e ci si sveglia di scatto: una scarica di adrenalina, come un brevissimo, ma spaventoso, senso di minaccia.
Talìa provò, per quei millesimi di secondo, una sensazione sgradevole, ma tremendamente eccitante allo stesso tempo. La sorpresa le invase il cuore, un'ondata di gelo attraversò il suo corpo dalla testa ai piedi in così poco tempo che sembrò essere passata attraverso una lastra di ghiaccio invisibile ed eterea. L'attimo in sé le sembrò spaventoso, ma quell'attimo successivo fu una sublime toccata e fuga del paradiso. Era viva! Era scivolata via dalla morsa del dolore per un pelo. Cosa l'aveva salvata? L'istinto? Il tempismo dei bolidi? Oppure uno spirito caritatevole aveva messo mano in quella situazione? Il buon senso le suggerì che le soluzioni corrette dovevano essere le prime due; doveva essere stato un insieme di riflessi involontari del corpo, gli stessi che vegliano sulla sopravvivenza ed intervengono anche in quei casi estremi in cui la ragione arriva a soluzioni autolesionistiche, gli stessi che proteggono la natura umana e la salvano proprio quando serve, andando anche contro i pensieri della mente stessa.
Talìa sentì che era stato merito loro se non era stata letteralmente schiacciata come una zanzara, da quei DUE (!) corpi in velocità che, se si fossero scontrati nel punto "giusto", probabilmente le avrebbero frantumato il cervello o, nei casi migliori, qualche arto. Quel secondo Bolide era comparso all'improvviso, cogliendo di sorpresa lei e il Boccino.

In ogni caso, passata quella ventata di stupore-ringraziamento-eccitazione, la giovane Cercatrice avrebbe decisamente dovuto recuperare il senno, nonché capire a cosa effettivamente aveva portato quella situazione, lasciando per un po' da parte l'euforia e la rivivescenza di quell'attimo: l'avrebbe fatto più tardi.

In tutto ciò, la corsa di Talìa era continuata di circa mezzo metro, che non si trattava poi di molto, considerando la velocità alla quale quella scopa viaggiava.
Quindi, con lo sguardo che non si era spostato da davanti a sé, la piccola Serpe tornò in effetti a vedere di nuovo quello che si presentava di fronte ai suoi occhi, che fino a poco prima sembravano essersi offuscati. Il Boccino doveva esser rimasto scosso quasi quanto lei per ciò che era appena avvenuto, infatti lo notò mentre stava volando in modo rapidissimo verso il soffitto del piccolo campo del Retrobottega, grazie soprattutto allo scintillìo tipico dell'oggetto.

Tutto fu velocissimo: il Boccino, giunto al limite della corsa, si stava gettando a quel punto nella direzione opposta, cioè verso il pavimento.
Non gli avrebbe permesso di arrivarci. La strategia che immediatamente si disegnò, questa volta, era la più semplice e naturale: avrebbe braccato la corsa verso terra del Boccino, percorrendo la direzione esattamente opposta alla sua.
Era una tattica decisamente semplice, non se la sentiva di rischiare altrimenti: considerando lo scatto appena vissuto, non sarebbe stato prudente esibirsi in movimenti troppo complicati, se non addirittura suicidi, sia da pensare che da eseguire, perché la scopa che stava cavalcando era una Gelbsturm e, cosa del tutto inaspettata ma profondamente gradita, fino a quel momento non aveva osato ribellarsi. Quel piccolo spavento che aveva vissuto, tuttavia, avrebbe potuto compromettere a livello fisico la sua prontezza di riflessi, a causa dell'adrenalina ancora gorgogliante nelle sue vene, e la Gelb non ammetteva errori: nel preciso istante in cui si fosse lasciata andare o avesse perso per un attimo il controllo, era certa che quella diabolica scopa ne avrebbe approfittato.
Meglio, dunque, concentrarsi pienamente sull'azione da svolgere, in maniera pulita e precisa, piuttosto che azzardare pericolosi eccessi.

Dai pensieri scaturirono i fatti: in men che non si dica, Talìa chinò ancora la schiena sulla scopa, assottigliandosi e facendo in modo che il suo corpo diventasse, il più possibile, un tutt'uno con essa, fondendosi e creando una figura armonica e veloce. Mantenne la presa ben salda sul manico e si preparò, anche mentalmente, a tutto ciò che l'attendeva. Una volta attraversato il fatidico punto d'incontro con la piccola sfera, infatti, bene o male che fosse andata l'azione, la ragazza avrebbe anche dovuto evitare un pericoloso schianto con il soffitto, un ostacolo che nelle normali partite, ovviamente, non avrebbe mai incontrato. Tuttavia, sarebbe stato stimolante aver a che fare anche con quel tipo di imprevisto: l'incerto è sempre più interessante di ciò che è sicuro.
Intanto, la giovane freccia avrebbe dovuto pensare al Boccino: esso stava ora percorrendo una retta traiettoria verso il basso, quindi ciò che Talìa fece fu inserirsi, in direzione opposta, proprio in quella traiettoria, cercando di effettuare il tutto in uno spazio relativamente piccolo. Non poteva, proprio per tale motivo, permettersi sbavature. Lo spazio era decisamente ristretto, così cercò di effettuare quella piccola deviazione di rotta con pochi ma efficaci movimenti coordinati di arti superiori (che avrebbero dovuto assicurare la giusta direzione) e di arti inferiori (che avrebbero giocato un ruolo fondamentale nel regolare l'equilibrio e nel gestire la velocità).
Il braccio destro tese i muscoli, portando il manico ad incrociare dapprima l'immaginaria linea retta, proseguimento ipotetico del tragitto del Boccino, dopodiché si raddrizzò, con l'aiuto del braccio sinistro, allineandosi con essa.
Le gambe, a loro volta, si strinsero attorno al legno della nuova e imprevedibile compagna, roteando leggermente nei momenti cruciali dello spostamento.
Quando la traiettoria le sembrò perfetta, ovvero quando la scopa si trovava in posizione perfettamente verticale rispetto al terreno, e nel momento in cui vide il Boccino avvicinarsi rapidissimamente a lei, Talìa cercò di recuperare del tutto il controllo del mezzo stringendo con decisione il manico con la mano destra e con i muscoli interni delle gambe. Nel frattempo, allungò la mano sinistra di fronte a sé, tendendo i muscoli e divaricando le dita il più possibile, tentando di abbracciare una vasta porzione di spazio. Avrebbe sorpreso in pieno la minuscola sfera.

Subito dopo, qualunque fosse stato l'esito del tentativo, la ragazzina avrebbe dovuto escogitare qualcosa per salvare la pelle dallo schianto col soffitto. Per farlo, sarebbe stato necessario far sterzare la scopa sulla destra, effettuando una torsione, per poter così tornare in una posizione normale rispetto al terreno.
In condizioni normali, cioè con una scopa più docile, probabilmente avrebbe strafatto, tirando il manico verso di sé e, quindi, capovolgendo la scopa e se stessa, restando a testa in giù. In questo caso, tuttavia, preferì evitare un affronto così aperto, decidendo che sarebbe stato più prudente scegliere una via meno complessa.
Comunque, sarebbe stato necessario un ulteriore sforzo da parte dell'arto destro, poiché il sinistro sarebbe stato momentaneamente occupato. Tutto il resto del corpo, gambe e busto, avrebbero dovuto contribuire con un deciso strattone verso destra a far tornare la fanciulla sulla direzione scelta, assicurando però un totale controllo sulla scopa.
Dopo tutta quella fatica, non sarebbe certo stato il caso di lasciar prendere le redini della sua vita ad un oggetto, per quanto magico fosse stato.

Sperando che tutto andasse come previsto, Talìa trattenne il fiato dal momento in cui giunse in posizione verticale fino alla successiva torsione verso destra.
L'esito della presa sarebbe stato sconosciuto fino a quel momento. Ovviamente, Talìa sperava di poter porre fine a quella prova il prima possibile, dimostrando finalmente a se stessa di meritare davvero quel dannato patentino.

 
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view post Posted on 1/5/2014, 10:48
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Il Fato

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Ripresasi dal breve shock fu facile individuare nuovamente il Boccino per la giovane, che ora precipitava verso il suolo dopo essersi spinto al soffitto, come nuotatore che fa cambio vasca, abbandonandosi in questo caso alla forza di gravità, completamente libero da tutto e da tutti, assolutamente inconscio dei pericoli che avrebbe potuto correre, o forse come se volesse prendere in giro la Cercatrice che ormai già da qualche minuto portava avanti la caccia senza riuscire a porle termine.
La strategia, in quel caso, fu molto semplice se così si può dire. Talìa aveva deciso di rispondere alla provocazione con la provocazione: avrebbe tentato di acciuffarlo semplicemente andandogli in senso contrario e chiudendogli lo specchio e quindi eventuali fughe con la mano e il resto del corpo, armonicamente poggiato sulla scopa per poter aumentare il più possibile la velocità e l'efficienza di una così apparentemente semplice manovra. L'obbiettivo era solo uno: acciuffarlo, così da umiliarlo e portare a casa la sua piccola vittoria.
Tale decisione era dovuta anche a non tentare niente di particolarmente complesso con la nuova scopa, che si sarebbe potuta ribellare da un momento all'altro. E aveva previsto bene, perchè è proprio quel che aveva fatto.

Il Boccino, quasi assopito, forse anche un po' annoiato, continuava la caduta, quasi senza accorgersi della cavalcata di Talìa che sempre più velocemente si avvicinava.
Fu solo questione di secondi.
Quando esso si accorse di essere stato ormai braccato, era troppo tardi.
La caccia era terminata.
Ma Talìa non potè bearsi subito della conquista, e probabilmente non fece neanche in tempo ad accorgersene.
La scopa, approfittando della concentrazione della Cercatrice sul Boccino, cominciò a dimenarsi, dapprima lentamente durante la cattura, poi sempre più velocemente nel momento successivo.
Una nube giallastra cominciò a fuoriuscire nel momento in cui la Serpeverde alzò il busto per evitare lo schianto contro il tetto del finto campo, inizialmente appena accennata, poi sempre più viva, sempre più...gialla.
Il Garzone osservava, ma dopo qualche secondo la vista fu completamente offuscata dalla nube. Attese quindi che qualcuno o qualcosa fosse uscito da quella zona.
All'interno della nube, la frenata di Talìa e successiva torsione non permise di evitare lo schianto con il tetto, se non in parte. Sebbene a velocità più controllata, schiantò la spalla sinistra che le causò immediatamente una forte sensazione di dolore (-15 PS), per poi cominciare a precipitare verso il suolo, ma sempre più lentamente.
Il Garzone, vedendola fuoriuscire dalla nube, attuò un incantesimo non verbale che fungeva tipo paracadute.
Non appena la ragazza si adagiò al terreno con la scopa sotto di lei, il Boccino, anch'esso incantato, si liberò dalle sue mani per fiondarsi verso il Garzone e cominciando a ronzare attorno a lui, come mosca attorno alla m***a.
A passo spedito si avvicinò alla giovane, visibilmente preoccupato, per sincerarsi delle sue condizioni

- E..ehi, come stai? -

sussurrò timidamente.
In verità non gliene fregava assolutamente niente della ragazza, anzi, le stava più che bene. Solo non voleva avere problemi con Hogwarts, che già in passato aveva avuto di che lamentarsi per studenti andati sani e tornati con ossa rotte per un semplice patentino.
Fortunatamente, la ragazza sembrava essersela cavata con poco.


- T...tieni, ecco a te il patentino...te lo sei meritato. -

Poteva apparentemente sembrare una scusa per quel che le era successo, ma in realtà era vero. Quella ragazza si era rivelata essere odiosa, ma sapeva il fatto suo sulla scopa e sarebbe stato da folli non riconoscerlo.
Aveva superato la prova.



gN5QTjO



//Complimenti. Quest durata quasi un anno, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Ti chiedo un ultimo post di chiusura e poi sei libera.
 
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view post Posted on 2/5/2014, 01:57
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Al contatto della pelle col Boccino, Talìa poté finalmente lasciare che la soddisfazione le invadesse il corpo, e che le provocasse quell'agognato formicolio che, dall'inizio di quel duello con la piccola sfera, tanto aveva desiderato.
In questo caso, quell'appagamento si duplicò; poteva infatti immaginare che, una volta acchiappata la palla, sarebbe finita anche la prova pratica per ottenere il patentino. Naturalmente non avrebbe rifiutato una nuova sfida, ma l'idea di poter finalmente ottenere il suo premio sarebbe stata difficile da cacciare e tornare a concentrarsi su un nuovo obiettivo sarebbe stato un po' più complicato della prima volta.
Incantata su questi pensieri, con la mente ormai in viaggio su tali prospettive, la ragazza quasi non si accorse, in un primo momento, di ciò che di lì a poco sarebbe accaduto.
Una forte ed improvvisa pressione, infatti, giunse come un treno in corsa a sbarrarle il volo. La sua spalla sinistra fu come travolta da un ostacolo fisso, immobile e rigido, ma poiché era ancora col pensiero su una nuova dimensione, fatta di vittorie, orgoglio e prospettive brillanti, in un primo momento le sembrò solo una fugace carezza.
Un secondo più tardi, tuttavia, una fitta lancinante la riportò violentemente alla realtà; la scopa era uscita fuori controllo, sembrava come impazzita ma, cosa ancor più sconcertante, la giovane Serpeverde non riusciva a vedere più nulla intorno o davanti a sé: solo polvere gialla.
Inizialmente pensò di essere stata scagliata così violentemente al soffitto da aver battuto la testa su di esso, con conseguente perdita della vista. Oppure era semplicemente morta, e quel giallore intorno a sé non era altro che strane ceneri infernali.
Bah, ma che diamine le veniva in mente.
Era stata ovviamente la scopa a creare quel caos e a farla sbattere addosso al muro del piccolo campo, ed ora stava precipitando al suolo con un dolore particolarmente insistente. Solo poco dopo sarebbe morta, sfracellandosi al suolo. Una fine poco elegante, comunque. Peccato, le sarebbe piaciuta maggiormente una morte più artistica, chissà, magari con un po' di sangue in più o con un po' di eroismo. Ma si sa, in qualche modo si deve pur morire, e certo non come ci si aspetterebbe.
Ma l'impatto mortale col suolo non avvenne mai.
Il suo arrivo sul pavimento fu anzi molto dolce e delicato, mentre l'unico fastidio che sentiva era quella dannata spalla finita contro il muro. Come aveva fatto a non evitarlo? La scopa doveva aver rovinato tutto. Si sarebbe rifatta in futuro.
Una figura gracile le si avvicinò poco dopo, tutta preoccupata, o almeno così sembrava. Come stava? Era finita a terra in ginocchio, ma senza farsi male, quindi stava, tutto sommato, bene, se non fosse stato per quella spalla. Meglio la spalla che la testa, comunque.
Dunque, prima avrebbe pensato a rialzarsi da quella posizione sconveniente, poi gli avrebbe detto com'è che stava.
Sollevandosi lentamente, iniziò a squadrare il garzone, di nuovo. In fondo aveva svolto il suo compito, aveva avuto la funzione di intermediario fra lei e quella Gelbsturm, quindi perché degnarlo di puro odio, nonostante l'antipatia che le suscitava? Indifferenza, piuttosto, era il termine giusto.
Si limitò allora a scrollare le spalle, e con viso neutro disse poche parole:


- Il mio encefalo si trova ancora lì. Non c'è male, in fondo. -

Avrebbe voluto massaggiarsi la spalla, per cercare di alleviare un poco il dolore, ma non lo fece. Strinse un poco i denti cercando di non pensarci, mentre il garzone le disse che poteva avere il patentino.
Oh, quale sublime visione e che dolce musica per le sue orecchie! Il patentino, dopo tutto quel tempo di attesa.


- Oh, molto bene. -

Disse con espressione noncurante, mostrando di non essere sorpresa della consegna, ma di esser piuttosto grata di aver terminato finalmente quella noia. Porse così la mano e prese il patentino guadagnato, controllando che tutto fosse regolare. In fondo, c'era davvero stato bisogno di quella prova? Non era già abbastanza sicura delle sue doti?
Dentro di sé, tuttavia, una gioia sepolta cominciò a farsi spazio. Era l'innocente e semplice felicità con cui una bambina accoglie un regalo inaspettato, una pura contentezza primordiale, la soddisfazione di essere di nuovo riuscita nel suo intento, di aver ottenuto un premio meritato e sperato.
Il suo viso, come di porcellana, restò del tutto immutabile e le sue parole vuote soffocarono quello spirito gaio e infantile. Era una Blackstorm, si ripeté fra sé, era ovvio che fosse riuscita a superare la prova. Era una Blackstorm, era una maga dal sangue puro. Non si lasciava andare, lei. Non mostrava emozioni, lei. Era fredda, fredda in tutto. E quella freddezza, ancora, riuscì a ristabilire tutto e sopprimere quell'inutile scossa di sensibilità.


- Addio. -

Salutò con cortesia, poi si voltò lasciando il garzone nella stanza dell'allenamento. Probabilmente avrebbe dovuto ripulire tutto quel caos, di certo la cosa non la riguardava.
La sua prossima destinazione era il bancone del negozio, oltre la scalinata che l'attendeva appena fuori la porta del Retrobottega. Una volta giunta in cima, alla bottega di Accessori di Prima Qualità per il Quidditch, avrebbe finalmente fatto un nuovo acquisto. Un nuovo, meraviglioso acquisto.
Subito dopo esser uscita dalla stanza, dopo essersi richiusa la porta dietro di sé, la scalinata era deserta di fronte ai suoi occhi. Un lieve brusio giungeva da sopra.
Fu in quel momento, durante quei pochi scalini che avrebbero nascosto il suo volto da tutti, dal garzone e da tutti gli altri che si trovavano in cima alle scale, con il patentino in una mano e con l'idea della Gelbsturm nella mente, che Talìa, dopo tanto tempo, si concesse un vero, ma fugace, sorriso.

 
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view post Posted on 2/5/2014, 10:27
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Il Fato

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QUEST LIBERA

 
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