La sensazione fu la stessa di quando, durante la fase di dormiveglia, si prova il timore di cadere nel vuoto e ci si sveglia di scatto: una scarica di adrenalina, come un brevissimo, ma spaventoso, senso di minaccia.
Talìa provò, per quei millesimi di secondo, una sensazione sgradevole, ma tremendamente eccitante allo stesso tempo. La sorpresa le invase il cuore, un'ondata di gelo attraversò il suo corpo dalla testa ai piedi in così poco tempo che sembrò essere passata attraverso una lastra di ghiaccio invisibile ed eterea. L'attimo in sé le sembrò spaventoso, ma quell'attimo successivo fu una sublime toccata e fuga del paradiso. Era viva! Era scivolata via dalla morsa del dolore per un pelo. Cosa l'aveva salvata? L'istinto? Il tempismo dei bolidi? Oppure uno spirito caritatevole aveva messo mano in quella situazione? Il buon senso le suggerì che le soluzioni corrette dovevano essere le prime due; doveva essere stato un insieme di riflessi involontari del corpo, gli stessi che vegliano sulla sopravvivenza ed intervengono anche in quei casi estremi in cui la ragione arriva a soluzioni autolesionistiche, gli stessi che proteggono la natura umana e la salvano proprio quando serve, andando anche contro i pensieri della mente stessa.
Talìa sentì che era stato merito loro se non era stata letteralmente schiacciata come una zanzara, da quei DUE (!) corpi in velocità che, se si fossero scontrati nel punto "giusto", probabilmente le avrebbero frantumato il cervello o, nei casi migliori, qualche arto. Quel secondo Bolide era comparso all'improvviso, cogliendo di sorpresa lei e il Boccino.
In ogni caso, passata quella ventata di stupore-ringraziamento-eccitazione, la giovane Cercatrice avrebbe decisamente dovuto recuperare il senno, nonché capire a cosa effettivamente aveva portato quella situazione, lasciando per un po' da parte l'euforia e la rivivescenza di quell'attimo: l'avrebbe fatto più tardi.
In tutto ciò, la corsa di Talìa era continuata di circa mezzo metro, che non si trattava poi di molto, considerando la velocità alla quale quella scopa viaggiava.
Quindi, con lo sguardo che non si era spostato da davanti a sé, la piccola Serpe tornò in effetti a vedere di nuovo quello che si presentava di fronte ai suoi occhi, che fino a poco prima sembravano essersi offuscati. Il Boccino doveva esser rimasto scosso quasi quanto lei per ciò che era appena avvenuto, infatti lo notò mentre stava volando in modo rapidissimo verso il soffitto del piccolo campo del Retrobottega, grazie soprattutto allo scintillìo tipico dell'oggetto.
Tutto fu velocissimo: il Boccino, giunto al limite della corsa, si stava gettando a quel punto nella direzione opposta, cioè verso il pavimento.
Non gli avrebbe permesso di arrivarci. La strategia che immediatamente si disegnò, questa volta, era la più semplice e naturale: avrebbe braccato la corsa verso terra del Boccino, percorrendo la direzione esattamente opposta alla sua.
Era una tattica decisamente semplice, non se la sentiva di rischiare altrimenti: considerando lo scatto appena vissuto, non sarebbe stato prudente esibirsi in movimenti troppo complicati, se non addirittura suicidi, sia da pensare che da eseguire, perché la scopa che stava cavalcando era una Gelbsturm e, cosa del tutto inaspettata ma profondamente gradita, fino a quel momento non aveva osato ribellarsi. Quel piccolo spavento che aveva vissuto, tuttavia, avrebbe potuto compromettere a livello fisico la sua prontezza di riflessi, a causa dell'adrenalina ancora gorgogliante nelle sue vene, e la Gelb non ammetteva errori: nel preciso istante in cui si fosse lasciata andare o avesse perso per un attimo il controllo, era certa che quella diabolica scopa ne avrebbe approfittato.
Meglio, dunque, concentrarsi pienamente sull'azione da svolgere, in maniera pulita e precisa, piuttosto che azzardare pericolosi eccessi.
Dai pensieri scaturirono i fatti: in men che non si dica, Talìa chinò ancora la schiena sulla scopa, assottigliandosi e facendo in modo che il suo corpo diventasse, il più possibile, un tutt'uno con essa, fondendosi e creando una figura armonica e veloce. Mantenne la presa ben salda sul manico e si preparò, anche mentalmente, a tutto ciò che l'attendeva. Una volta attraversato il fatidico punto d'incontro con la piccola sfera, infatti, bene o male che fosse andata l'azione, la ragazza avrebbe anche dovuto evitare un pericoloso schianto con il soffitto, un ostacolo che nelle normali partite, ovviamente, non avrebbe mai incontrato. Tuttavia, sarebbe stato stimolante aver a che fare anche con quel tipo di imprevisto: l'incerto è sempre più interessante di ciò che è sicuro.
Intanto, la giovane freccia avrebbe dovuto pensare al Boccino: esso stava ora percorrendo una retta traiettoria verso il basso, quindi ciò che Talìa fece fu inserirsi, in direzione opposta, proprio in quella traiettoria, cercando di effettuare il tutto in uno spazio relativamente piccolo. Non poteva, proprio per tale motivo, permettersi sbavature. Lo spazio era decisamente ristretto, così cercò di effettuare quella piccola deviazione di rotta con pochi ma efficaci movimenti coordinati di arti superiori (che avrebbero dovuto assicurare la giusta direzione) e di arti inferiori (che avrebbero giocato un ruolo fondamentale nel regolare l'equilibrio e nel gestire la velocità).
Il braccio destro tese i muscoli, portando il manico ad incrociare dapprima l'immaginaria linea retta, proseguimento ipotetico del tragitto del Boccino, dopodiché si raddrizzò, con l'aiuto del braccio sinistro, allineandosi con essa.
Le gambe, a loro volta, si strinsero attorno al legno della nuova e imprevedibile compagna, roteando leggermente nei momenti cruciali dello spostamento.
Quando la traiettoria le sembrò perfetta, ovvero quando la scopa si trovava in posizione perfettamente verticale rispetto al terreno, e nel momento in cui vide il Boccino avvicinarsi rapidissimamente a lei, Talìa cercò di recuperare del tutto il controllo del mezzo stringendo con decisione il manico con la mano destra e con i muscoli interni delle gambe. Nel frattempo, allungò la mano sinistra di fronte a sé, tendendo i muscoli e divaricando le dita il più possibile, tentando di abbracciare una vasta porzione di spazio. Avrebbe sorpreso in pieno la minuscola sfera.
Subito dopo, qualunque fosse stato l'esito del tentativo, la ragazzina avrebbe dovuto escogitare qualcosa per salvare la pelle dallo schianto col soffitto. Per farlo, sarebbe stato necessario far sterzare la scopa sulla destra, effettuando una torsione, per poter così tornare in una posizione normale rispetto al terreno.
In condizioni normali, cioè con una scopa più docile, probabilmente avrebbe strafatto, tirando il manico verso di sé e, quindi, capovolgendo la scopa e se stessa, restando a testa in giù. In questo caso, tuttavia, preferì evitare un affronto così aperto, decidendo che sarebbe stato più prudente scegliere una via meno complessa.
Comunque, sarebbe stato necessario un ulteriore sforzo da parte dell'arto destro, poiché il sinistro sarebbe stato momentaneamente occupato. Tutto il resto del corpo, gambe e busto, avrebbero dovuto contribuire con un deciso strattone verso destra a far tornare la fanciulla sulla direzione scelta, assicurando però un totale controllo sulla scopa.
Dopo tutta quella fatica, non sarebbe certo stato il caso di lasciar prendere le redini della sua vita ad un oggetto, per quanto magico fosse stato.
Sperando che tutto andasse come previsto, Talìa trattenne il fiato dal momento in cui giunse in posizione verticale fino alla successiva torsione verso destra.
L'esito della presa sarebbe stato sconosciuto fino a quel momento. Ovviamente, Talìa sperava di poter porre fine a quella prova il prima possibile, dimostrando finalmente a se stessa di meritare davvero quel dannato patentino.