| NIHIL INIMICIUS QUAM SIBI IPSELa Rapina ■ London Zoo
PS: 106/106 | PC: 52/52 | PM: 50/50 EXP: 3 Una lunga e apparentemente interminabile doppia fila di orme si dipartiva dai passi di Edmund Knight, mentre saliva lungo Serpentine Road, alla ricerca dello Zoo Magico di Londra, in Hyde Park. Orme piccole, non troppo grandi, ma ben distanziate tra loro, dettaglio che potenzialmente può rivelare informazioni su chi le possiede, accennando forse a quell'età intermedia in cui si è ancora troppo piccoli per indossare scarpe grandi, ma sufficientemente grandi da poter compiere ampie falcate. Era la neve a registrare tutto ciò, era la neve a rendere visibili quelle orme che altrimenti sarebbero semplicemente scomparse tra la polvere della celebre via londinese. Quella notte infatti la neve aveva coperto Londra con il suo candido manto e la capitale Britannica si era svegliata dolcemente innevata, coi tetti e i marciapiedi ricoperti da un soffice strato bianco nel quale i piedi affondavano in quella piacevole sensazione che si prova quando si è ben calzati.
Mentre si affrettava a percorrere la distanza che lo separava dallo zoo, Edmund si guardava attorno stupito, affascinato, incantato, non soltanto dalla neve in sé, quanto piuttosto dal poter ammirare quello spettacolo in solitudine, galvanizzato dal poter atteggiarsi a grande, dato che gli era concesso passeggiare senza lo sguardo vigile dei genitori a giudicarne azioni incomprese o sguardi troppo prolungati sui buffi babbani che si potevano incontrare. Non era stato affatto facile convincerli a lasciarlo andare da solo allo zoo quel mattino; avrebbe dovuto infatti rimanere con il resto della famiglia all' "Ospedale San Mungo per le malattie e ferite magiche" dove i Knight si erano recati per riparare un piccolo incidente accaduto al fratello minore di Edmund. Philippe, molto più spavaldo e molto meno riflessivo del fratello maggiore, si era rotto una gamba in circostanze piuttosto misteriose. Come avesse fatto, a nessuno era dato a sapere, aveva adotto spiegazioni bizzarre e improbabili, e più i familiari insistevano nel chiedere dettagli, più le spiegazioni diventavano poco plausibili rasentando l'assurdo, al punto che Edmund si era rassegnato ad accettare quella strana verità per cui le ossa dei bambini possono anche rompersi da sole. Per quanto però Edmund provasse affetto per il fratellino, l'idea di passare un'intera giornata in un ospedale tra gente con le gambe rotte e con le parti del corpo compromesse dalle più assurde maledizioni, di certo non lo entusiasmava.
Quel volantino dello Zoo Magico di Londra lo aveva trovato quasi per caso nella dimora dei nonni paterni, era sul tavolo del salotto, arrivato nell'edizione mattutina della Gazzetta del Profeta, ma ai nonni non sarebbe servito e così, per quell'abitutudine appresa dal suo vecchio precettore, lo raccolse e lo conservò. Sapeva che prima o poi gli sarebbe tornato utile ed ecco che, quando quel giovedì delle vacanze natalizie i genitori gli dissero che avrebbero dovuto andare necessariamente dai medimaghi del San Mungo per la frattura di Philippe, Edmund non si era fatto cogliere impreparato.
«Va bene, tanto anch'io ho delle faccende da sbrigare a Londra!»
aveva detto con il suo solito tono deciso che sembrava sempre non ammette repliche. Tuttavia non era stato affatto facile convincerli a lasciarlo andare da solo, anzi a dirla tutta, l'impresa più ardua era stata convincerli che la visita allo Zoo fosse importante almeno quanto la gamba del secondogenito, gamba che lui, di certo, non avrebbe potuto curare. Ma vuoi per l'insistenza smisurata di Edmund, vuoi per la sua capacità argomentativa e persuasiva, vuoi soprattutto per quella piacevole sensazione che avrebbero provato i genitori una volta silenziate le insistenti richieste del figlio, alla fine acconsentirono, a patto ovviamente che avesse obbedito a una serie di ordini e di raccomandazioni... nulla di nuovo, il solito pacchetto all inclusive <i>del bravo maghetto obbediente. Non fu semplicissimo per Edmund nemmeno arrivare concretamente a Hyde Park; da Diagon Alley era dovuto salire infatti, o meglio scendere, in quella che credeva essere una navicella sottomarina, un bruco volante con gli occhi gialli davanti e rossi dietro, che viaggia al buio. Oltre a cercare di capire le insolite abitudini dei babbani, aveva dovuto prestare molta attenzione anche a non essere scoperto, così infatti prevedevano gli ordini del padre; ma per fortuna una signora si offrì di aiutarlo, una donna strana con qualche capello bianco che, dal momento che anche lei sarebbe andata a Hyde Park, lo rassicurò che lo avrebbe avvisato di quali operazioni avesse dovuto mettere in atto una volta giunti in prossimità del famoso parco londinese. Era una donna gentile ma molto strana, sembrava sapere tutto di quella navicella spaziale, anche se non sembrava nemmeno sapeva sapesse scrivere dalla faccia che fece quando vide Edmund scriversi il nome della fermata di arrivo della navicella con la piuma di gallo che sempre portava con sé. Era poi anche molto testarda, Edmund la ringraziò molto di quel suo aiuto, ma evidentemente non dovette essere abbastanza visto che la donna continuava a chiedergli se le potesse fare qualcosa su una tavoletta nera che teneva sempre in mano, operazioni cui erano avvezzi i nipotini della signora, più piccoli di Edmund. Il ragazzino provò a dirle che non sapeva usare quegli oggetti da grandi, che a scuola non li avevano ancora studiati, che avrebbe voluto ma non sapeva proprio come aiutarla, e che gli sembrava strano i suoi nipoti lo sapessero usare visto che lui era l'unico della sua età che sapeva accendere il fuoco senza fiammiferi, ma, anche se la donna continuò a guardarlo torvo, per fortuna lo accompagnò senza troppi problemi alla destinazione corretta senza insistere oltre di scriverle quel dannato messaggio. Lasciata quindi la signora si era ritrovato sul limitare del parco, ed era entrato nell'amplissima area verde pennellata di bianco; la via che ora stava percorrendo attraversava in due il parco, viottolo che aveva intravisto essere la strada giusta per arrivare alla meta prefissata. Non ci era mai stato, non dire di recente per lo meno, forse molto tempo indietro quando era piccolo, ma in un passato talmente remoto che non gli consentiva di ricordarsi neppure cosa avesse visto. Ecco perché pubblicità dell'arrivo di un nuovo drago allo zoo lo incuriosì a tal punto da ritenere quella visita non procrastinabile oltre.
Era passata circa una dozzina di minuti dal suo arrivo ad Hyde Park, quando vide finalmente l'accesso allo Zoo; varcati i cancelli si guardò intorno il suo obiettivo era uno e uno solo: i draghi e, in particolare, il nuovo ospite, il Panciasquamato Ucraino. Dei draghi aveva sentito parlare moltissimo, li aveva visti rappresentati nei libri, li aveva osservati sputare fuoco persino in un dipinto appeso al quarto piano di Hogwarts, ma vederli dal vivo sarebbe stata tutta un'altra questione! Tuttavia, non vedendo recinti coi draghi all'orizzonte decise di seguire l'itinerario classico. Superato un recinto che conteneva solamente pezzi di carne che si mangiavano da soli incontrò un'area abitata dagli gnomi. Le facce tondeggianti di questi esemplari curiosi facevano capolino dalle tane sommerse dalla neve; non aveva mai avuto a che fare con i gnomi, una volta il padre gli raccontò che il loro giardino ne fu infestato ma gli elfi domestici avevano risolto la questione prima che Edmund riuscisse a vederne le fattezze. L'undicenne decise quindi di soffermarsi al recinto numero 7 per provare a conoscere questi esemplari apparentemente divertenti.
Se in un primo momento aveva pensato che il loro principale difetto fosse la bruttezza, dovette presto ricredersi: ciò che più mancava loro non era la bellezza quanto l'intelligenza. Uno gnomo più intraprendente degli altri rimaneva a fissarlo non distante da lui, non distante dal recinto invisibile; l'astante reggeva lo sguardo di Edmund, sbeffeggiandolo con linguacce e pernacchie e l'undicenne, non dandosi di certo per vinto, si ostinava a provare e riprovare a intavolare una sorta di discussione.
«Guarda che non ricambio, non sono nato stupido come te, se vuoi comunicare usi le parole come faccio io! Per la barba di Merlino, quanto hai il cervello sottosviluppato!»
Il piccolo Knight rimase quindi in attesa, cercando di reggere lo sguardo dello gnomo e di decifrarne i movimenti. In attesa, in paziente attesa.
ATTIVO E CONOSCENZE ∇ Bacchetta magica - Legno di Vite, nucleo in pelo di Demiguise,11 pollici, rigida ∇ Zainetto ∇ Pergamena (nello zaino) ∇ Orologio al quarzo (tasca del cappotto) ∇ Clessidra (nello zaino) ∇ Bottiglietta d'acqua (nello zaino) ___
∇ I Classe completa
RIASSUNTO E DANNI Edmund, approfitta di un appuntamento dei Knight al San Mungo per recarsi in visita allo zoo magico di Londra. Aggirato un recinto di creature invisibili si sofferma al recinto degli gnomi dove tenta, con scarsi risultati, di instaurare un dialogo con uno di essi. –– Zero danni subiti© Esse | harrypotter.forumcommunity.net Edited by Edmund Knight - 12/12/2022, 21:31
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