| Silenzio. La parola perfetta per descrivere l'atmosfera presente nella stanza in cui Hero si trovava in quell'istante. Era una sensazione strana quella che stava provando, i nonni erano usciti a fare delle compere e l’unico a trovarsi a casa era lui, immerso nei suoi pensieri e nella solitudine. Non sembrava crederci ma finalmente il giorno era arrivato, tra un paio di ore sarebbe uscito per dirigersi a Diagon Alley pronto ad aprire il proprio conto bancario. Il Mondo magico era completamente differente da quello umano, essendo lui un mezzosangue si trovava a metà fra le due realtà e, confrontarle, era uno dei suoi passatempi quando la noia regnava sovrana. A fargli compagnia in camera vi era il gatto che diversi anni prima, lui e sua nonna, decisero di adottare. Si chiamava Sora che in giapponese significava “cielo”. Un nome che si addiceva perfettamente al colore bianco candido del suo pelo e agli occhi color celeste. Egli dormiva tranquillo sul pavimento e svegliarlo lo avrebbe solo privato della pace in cui riversava in quegli attimi. Hero continuò per un’altra quindicina di minuti a contemplare la tranquillità all'interno della stanza, girandosi e rigirandosi tra le lenzuola fin quando non decise di alzarsi per prepararsi.
Non badò molto al vestiario che decise di indossare quella mattina, nonostante fosse una persona molto socievole, quel giorno si sarebbe recato a Diagon Alley solo per effettuare il servizio alla banca. Ignaro della strada che fosse necessario fare per arrivare a destinazione partendo da Londra, fu obbligato ad aspettare il ritorno di suo nonno che, la sera prima, si era incaricato di accompagnarlo affinché tutto andasse liscio come l’olio. Il nonno di Hero era un uomo molto pacato, parlava solo quando necessario e nessuno sapeva esattamente cosa gli passasse per la testa. Il ragazzino aveva un ottimo rapporto con quest’ultimo, le parole dolci non erano all'ordine del giorno ma, a parlare, erano i picccoli gesti. Questi, gli facevano ricordare quanto fosse fortunato ad averlo al suo fianco. Il viaggio fu tranquillo e niente di speciale accadde. Arrivati a destinazione, Diagon Alley si presentava affollata come al solito, molti erano i ragazzi che si stavano preparando per il nuovo anno scolastico alle porte e l’atmosfera era molto calorosa.
Dopo diversi minuti di camminata, eccoli finalmente arrivare alla Gringott. La banca si presentava maestosamente grande, un edificio in marmo bianco che si trovava in mezzo all’incrocio di due strade. Secondo molti la banca era uno fra i posti più sicuri in tutto il Mondo magico per conservare i propri averi. Era la prima volta che Hero la vedeva e rimase a bocca aperta alla vista del portone gigante ricoperto in bronzo. Entrati dentro, una sensazione di déjà-vu colpì il ragazzino. Lo stesso silenzio che quella mattina si trovava nella sua stanza lo stava percependo ancora una volta all’interno di quel posto, la cui atmosfera andava in enorme contrasto con quelle che erano le strade di Diagon Alley. Un lungo corridoio si stagliava dinanzi a loro e, due file di banconi ai lati dell’interminabile corridoio, ospitavano quelli che erano i fantomatici folletti: creature dalle sembianze alquanto strane. Trovato il bancone giusto, Hero fece un sospiro, un passo avanti e aprì bocca. Buongiorno, vorrei aprire un conto bancario a nome mio. Mi chiamo Hero Wolf.
Edited by ¬Asta - 31/1/2023, 15:31
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