Sportello Apertura Conto Bancario

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view post Posted on 23/2/2023, 00:27
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Era arrivato quel giorno anche per lui, avrebbe finalmente messo piede ad Hogwarts. Ne aveva sentiti di racconti dai suoi fratelli maggiori, e non vedeva l’ora di avere a sua volta qualcosa da raccontare.
Il primo passo sarebbe stato quello di aprire un conto bancario alla Gringott’s, la banca dei maghi. Aveva camminato per qualche minuto sul sentiero di Diagon Alley, fin quando non si ritrovò davanti all’imponente edificio e, il padre, che lo stava accompagnando, lo lasciò vicino alla scalinata, incitandolo ad entrare.
Una volta dentro, iniziò a camminare al centro della sala, guardando a destra e a sinistra, in cerca di un folletto a cui chiedere ciò di cui aveva bisogno. Si avvicinò a quello che apparentemente gli sembrava più amichevole e si mise leggermente in punta di piedi, per vedere meglio chi aveva di fronte.

Salve, il mio nome è Viktor Hartmann e sono qui per aprire un conto bancario.
 
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view post Posted on 25/2/2023, 14:52
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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20210515-200048
«Che periodo allucinante, ci credi amico mio?» Undi, con sguardo accigliato, stava firmando alcuni documenti.
«Cos’è successo stavolta?» Turi, ormai abituato agli sproloqui lamentosi del collega, gli diede tutta la sua attenzione per non farlo alterare ulteriormente.
«Stamattina Pip è sceso alle camere blindate per un controllo.» esordì «Appena si è avvicinato alla numero XXXX, nel tentativo di aprirla, è stato sbalzato violentemente a terra!» scosse il capo, rassegnato alla sfortuna che negli ultimi mesi permeava quel luogo «Pare che qualcuno si sia divertito a maledirla a nostra insaputa, quindi ora tocca contattare uno Spezza Incantesimi. » detto ciò sventolò la pergamena che aveva terminato di vergare, indicando implicitamente che toccava a lui risolvere il problema rivolgendosi al Ministero.
«Per Merlino! E il povero Pip come sta?» chiese preoccupato.
«Gli è stata concessa una giornata di riposo, per riprendersi dallo shock a detta dei superiori.» fece spallucce, come se la notizia fosse del tutto irrilevante.
«Per fortuna non si è fatto troppo male, dopo il lavoro passerò a trovarlo!»
«Come vuoi!» rispose l’altro annoiato.
Ne seguirono minuti di silenzio, interrotti bruscamente dalla vocina di un bambino. L’ennesimo neo-studente di Hogwarts.
«Un nuovo conto eh? Prego, firmi qui allora!» nel mentre gli passò un plico di carte, in modo che le compilasse nei minimi dettagli. Una volta convalidato il tutto, dal cassetto incassato sotto il bancone estrasse una chiave dorata «Ecco a lei, la camera blindata è la numero 2456! Non perda la chiave, non ne otterrà una copia!» lo congedò così, sguardo severo e il suo classico gesto che richiamava lo sciò.

20210515-200048


N2456 Viktor_Hartmann Studente 10 Galeoni

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view post Posted on 11/3/2023, 00:15
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Una tappa fondamentale per ogni strega o mago era l'incantevole e misteriosa banca dei maghi. gestita da folletti dall'aspetto poco amichevole la banca dei maghi era uno di quei luoghi che Alma associava agli adulti. Quando i suoi le avevo detto che sarebbero andati ad aprirle un conto suo personale non poteva crederci.
"Guarda Agus!" avrebbe detto alla sorellina mentre facevano il loro ingresso in quell'antico palazzo.

Per la barba di Merlino! Si trovava alla Gringotts e stava per aprire un conto in banca!


*Ci siamo*. Accompagnata e sostenuta dalla sua famiglia, si sarebbe avvicinata ad uno degli sportelli e si sarebbe rivolta gentilente al folletto di turno dicendo "Buongiorno! Vorrei aprire un conto bancario se possibile. Il mio nome è Alma Sophia Foster". Aspettando poi una sua risposta.

Edited by Alma Sophia Foster - 11/3/2023, 14:19
 
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view post Posted on 11/3/2023, 21:54
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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20210515-200048«Alla buon’ora, come mai sei in ritardo?» Turi stava osservando il suo collega, Undi, entrare tutto trafelato, passo svelto e sguardo accigliato. L'altro appoggiò le sue cose davanti alla sua postazione, scoccandogli un’occhiata omicida.
«Ti ricordi mia sorella?» che non la sopportava si capiva dal tono di voce.
«Sì, perché?» l’espressione si fece dubbiosa.
«Alla fine è venuta davvero a trovarmi, mocciosi a presso compresi!» prese un respiro prima di proseguire «Uno dei marmocchi, oppure tutti insieme, ha manomesso l’orologio a pendolo. » e lì veniva bello, il principio del disastro «Quando mi sono alzato ero convinto di essere in orario » mai fidarsi, questa la morale della storia che stava per raccontare «Mi sono sistemato. Ho fatto colazione, come al solito» normale routine «Ad un certo punto becco quegli esseri odiosi a sghignazzare, allora chiedo loro il motivo. Cominciano a fissare l’orologio, lì o iniziato a farmi due domande.» che non portarono certo alla risposta sperata «Ho insistito per un quarto d’ora, poi hanno confessato. » ed ecco il nocciolo della questione «Avevano spostato le lancette un'ora avanti!» riecco la rabbia, gli accendeva una fiammella nelle iridi.
«Beh hanno senso dell’umorismo!» Turi scoppiò a ridere «Dovresti perdonarli, sono solo giovincelli in vena di scherzi innocenti!» aggiunse mentre ancora sghignazzava, le mani rugose ad abbracciare il ventre.
«INNOCENTI?????» tuonò «Sono sole minuscole ed infestati creature, programmate per farti impazzire!!!» era inutile, tempo perso, non sopporta i “cuccioli”.
«Un giorno capirai, fidati!» parlava come un folletto navigato, un vetusto Matusalemme.
«Non c’è molto da capire!» rispose piccato.
«Brontolone!» lo rimbeccò.
«D’accordo! Allora, visto che ci sai fare, occupati tu di quello che ci sta venendo incontro!» contemporaneamente ammiccò verso una graziosa bambina «Non voglio più vedere mocciosi per oggi!» senza aggiungere altro inforcò gli occhiali, abbassando poi il capo con l’intento di lasciare la patata bollente a Turi.
«Benvenuta, come posso aiutarti?» l'accolse «Un conto? Ma certo, firma qui per favore!» subito dopo le passò un plico di pergamene, pronte per essere compilate. Una volta convalidate, estrasse dal cassetto una chiave dorata nuova di zecca, porgendola alla piccola cliente «Ecco a te, la camera blindata è la numero 2457. Mi raccomando, non perderla!» gli ultimi convenevoli, dopodiché la congedò tornando al suo lavoro.

20210515-200048


N2457 Alma_Sophia_Foster Studente 10 Galeoni

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view post Posted on 4/4/2023, 17:43
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Diagon Alley. Incantevole.
La giovane donna che camminava con lentezza per la stretta strada pedonale ne aveva solo sentito parlare dalla zia, che ne parlava con eccitazione residua e forse nostalgia. Un luogo di incanto, frequentato unicamente da stirpe magica, completamente nascosto e sconosciuto ai No-Mag. Ah no, pardon, i babbani.
Scrollò la testa sorridendo: aveva una folta terminologia da imparare, e nonostante molte parole le avesse sentite da zia Eleanor, studiare e lavorare con gli americani non rende facile confondersi tra gli inglesi.
Il tè. Alle cinque del pomeriggio. Non li capiva proprio. Ma un caffè come tutte le persone normali, no?
Sospirò e si fermò di fronte a un pomposo edificio tutto colonne e bordi dorati, attendendo che una coppia, presumibilmente un padre con un figlio, li superasse.
Lasciando gli USA si era portata via tutti i suoi soldi ed aprire un conto di quella che tutti ritenevano fosse la più sicura banca d'Inghilterra le pareva la cosa più giusta da fare.
Entrò nella grande sala dagli alti soffitti e sorrise dalla magnificenza dell'architettura. Certo che i folletti erano proprio bravi a costruire, i maghi non avrebbero mai raggiunto certi livelli.
Con pazienza attese il suo turno approfittando per osservare i contabili al lavoro. le loro piume grattavano lentamente la pergamena e alcuni scoccavano sguardi arcigni e severi ai clienti. Creature affascinanti, senza dubbio. In America erano molto più numerose le banche ma la maggior parte era stata costruita e attualmente gestita da maghi: probabilmente per questo i crimini relativi a furti e rapine erano maggiori in USA piuttosto che lì.
La coppia prima di lei si allontanò dal bancone principale e lei fece un passo avanti. Sollevò lo sguardo su un folletto brutto quanto gli altri e gli lanciò un sorriso di circostanza
.
<<buongiorno, vorrei aprire un conto. Il mio nome è Evelyn Catherine O'Connell.>>
 
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view post Posted on 5/4/2023, 19:24
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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20210515-200048«Hai idea di cosa sia questo?» in un momento di tranquillità, Turi stava rigirando tra le dita un pezzo di stoffa rettangolare – lungo la metà di lui e largo una trentina di centimetri –, con le estremità triangolari. Disteso sul tavolo di fronte a lui, si poteva notare un abito piuttosto elegante.
«Ti sembro un Folletto che s’intende di moda?» Undi sollevò un sopracciglio, sottolineando così l’ovvietà.
«Ti ho sopravvalutato!» intanto continuava ad armeggiare, annodandosela attorno alla testa come una bandana.
«Beh non sarò un genio, ma così sei veramente ridicolo!» lo rimbeccò. In effetti era molto buffo, sembrava uno di quei pupazzi con accessori assurdi che adorano i bambini.
«Quindi? Cosa suggerisci?» a quel punto voleva metterlo alla prova, almeno dimostrava che la sua aria saccente rispecchiava un modo svelto di ragionare.
«Anzitutto chi te lo ha dato e dove devi andarci?» se non altro era un punto di partenza.
«Mia madre, deve presenziare ad una cena importante e mi ha chiesto di accompagnarla!» quindi era decisamente il caso di non farlo sfigurare.
«Mhhh forse è quella che chiamano cravatta?» nessuno dei due ne aveva mai vista una, probabilmente nemmeno la possedevano nel guardaroba.
«Non è troppo grande da mettere attorno al collo?» l’espressione giustamente dubbiosa.
«No, vieni qua che ti mostro come si utilizza!» d’un tratto Undi si trasformò nel Versace della situazione, si avvicinò all’amico e collega e si mise all’opera. Glielo avvolse attorno al collo – basso e tarchiato – e non solo, talmente tanto era il volume che gli coprì anche parte del volto. Solo il naso e gli occhi rimasero scoperti, il resto era nascosto dalla stoffa annodata alla belle e meglio come una coccarda. In pratica, aveva ridotto Turi ad un pacco natalizio pronto da spedire.
«Ecco fatto!» disse soddisfatto.
«Ne sei sicuro?» biascicò «Io non respiro qua dietro!» sibilò. In effetti gli stava mancando l’aria, poveretto.
«Aspetta, te l’alle-» venne bruscamente interrotto da una voce sconosciuta, che ben presto scoprì appartenere ad una giovane donna.
«Faccio presto, promesso!» lo rassicurò, tornando poi alla cliente «Un conto? Ma certo, firmi qui prego!» le passò un plico di pergamene in attesa di essere compilate. Terminata la burocrazia, convalidò il tutto e le consegnò una chiave dorata «Ecco a lei, la camera blindata è la numero 2458. Mi raccomando non la perda, non esistono copie!» congedata la signorina, si apprestò a soccorrere Turi. Lo salvò dal soffocamento per un pelo, in effetti.
A questo punto vi starete domandando tutti cos’era quell’aggeggio infernale? Bene, altro non era che una fusciacca, una semplice cintura da annodare in vita per tenere su i calzoni e assicurarsi che la camicia rimanga al suo posto al loro interno.

20210515-200048


N2458 Evelyn_Catherine_O'Connell_(DurEvil) Adulto 10 Galeoni

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view post Posted on 20/6/2023, 23:04
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Mr Lebedev e sua moglie avevano un importante appuntamento alla Gringott quella mattina di fine estate. Come al solito, l'appuntamento richiedeva una buona parte della mattinata e, come era già successo in passato, Igor doveva aspettare con loro in piedi, spesso fuori ad una porta. Le ore trascorse alla Gringott sembravano sempre interminabili per lui, ma questa volta c'era qualcosa di diverso. Questa volta, Igor aveva una commissione personale da sbrigare: doveva aprire il suo conto personale.

Mentre i suoi genitori erano impegnati nell'incontro con il personale della banca, Igor sfruttò l'opportunità per informarsi sui dettagli dell'apertura del conto. Osservò con attenzione i clienti che entravano ed uscivano dalla banca, cercando di carpire informazioni utili.

Dopo aver ascoltato le conversazioni e raccolto abbastanza informazioni, Igor si sentì pronto per affrontare la sua missione. Quando finalmente fu il suo turno di entrare nella banca, si presentò al goblin responsabile con la sua solita sicurezza e parlantina vivace, dicendo:


"Buongiorno signore, vorrei aprire un conto personale a nome di Igor Lebedev, se è possibile."

Edited by Igor Lebedev - 21/6/2023, 10:34
 
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view post Posted on 21/6/2023, 17:58
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L'estate era alle porte ma il vecchio Gruntch non aveva di certo tempo di pensare alle vacanze. Le vacanze erano robe da umani, loro avevano lavorare e non c'era soddisfazione più grande che mettere via scintillanti galeoni uno dietro l'altro e vederli accumularsi in montagne sbrilluccicose. Lavorare in una banca era di per sé un'immensa soddisfazione, l'unica cosa negativa era dover aver a che fare con i nuovi studentelli. Una cosa davvero snervante. Gruntch odiava farlo, ma nonostante ciò finiva sempre che gli affibbiassero quei doveri piuttosto spiacevoli. Alla fine, un ragazzino si presentò al suo bancone. Il Goblin si sporse per guardarlo meglio. << Sì certo che è possibile mr. Lebedev. >> Si voltò per afferrare un foglio, era chiaramente seccato, quindi glielo porse facendogli gesto di firmare dove indicato. Non c'era tempo da perdere. Dopodiché si assentò un secondo per assicurarsi la chiave tra le mani. Tirò gli occhi al cielo mentre si rivolgeva al giovane, già spazientito nonostante il pover studente non gli avesse fatto un bel nulla, gliela porse << Il suo conto è pronto, questa è la sua chiave. Non la perda per nessuna ragione!>>



S2459 Igor_Lebedev Studente 10 Galeoni

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view post Posted on 7/8/2023, 14:26
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Non hai mai avuto un conto in banca. E ridi non appena ci arrivi di fronte.
Che stramba e che figa questa Diagon Alley, eh? Non ci sei mai stato prima d'ora, e questi maghi sembrano tutti così convinti, così seriosi. Ti piacciono si, anche se già soffochi in respiri che velocizzano. Te la guardi tutta 'sta banca, come se potessi conoscerne i segreti solo perché se la fissi te li dirà lei. Certo, non funziona così, Lex.
Tua madre, poi è sempre stata convinta dei peggiori complotti a riguardo, e se non la amassi così tanto, la prenderesti per matta. Tuttavia stai facendo come ha detto Hans, no? Stai diventando grande e ti sorpassano cuccioli di a malapena dieci anni.
A tua madre, tra l'altro, non hai detto che avresti aperto un conto, che ti saresti spinto con una camicia quasi sobria dai Goblin per chiedere di depositare il "nulla" che conservi in quei pochi Galeoni. Hai solo quelli, contatissimi. Perché un po' ti piace vivere con il nulla, ti diverti di più a sapere che per mangiare dovresti elemosinare qualcosa, fare pietà a qualcuno o affinare le tue doti da Aladdin. A salvarti il culo, comunque, è sempre il tuo sorriso.
Ecco magari però non in banca. Che hai già l'orticaria ad entrarci, ma sono i passi per diventare adulto, no? Theo ti prenderebbe così tanto per il culo vedendoti che saresti costretto a litigarci a gesti, e poi farti offrire l'idromele di consolazione.
«Oi, ehm, io dovrei aprire un conto.» disse il genio in questione, mister ovvietà. Lo dici con un certo moto con cui ti mastichi quasi le labbra, e i denti stridono tra loro. Il fatto che tu abbia copiato chi ti stava davanti, capendo di dover dare il nome completo, lo omettiamo ok? Anche se era una bimba molto dolce che ha finito per sorriderti di rimando. Un po' meno suo padre.
Concentrati.
«Alexander Hydra» Il tuo nome per intero non lo dici da anni. Il tuo cognome è finito presto nel dimenticatoio, si. Tanto che a sentirlo adesso ti sembra rimbombi lungo le colonne. Come se d'improvviso tutti avessero smesso di fare quello che stavano facendo e l'unica fonte di rumore fossi tu. Tu e il tuo cognome. Pesantissimo. Tu che sei un Hydra tra i più atipici, e forse ti prende un po' lo stomaco al pensiero di farti vedere dai tuoi parenti. Non ci devi andare per forza, vero? Non sei più così sicuro che sia stata una buona idea venire qui, dove sono radicati da un bel po' di anni.

ALEXANDER HYDRA ✧ mago adulto ✧ 23
 
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view post Posted on 7/8/2023, 18:27
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20210515-200048«C’È UN GOBLIN NEI SOTTERRANEI!!!» cala il silenzio nell’atrio della Gringott, non perché aleggia del timore, ma bensì a causa dell’attimo di confusione mentale provocato dal grido del piccolo banchiere.
«Manny, sei proprio un idiota!» la fronte di Undi si aggrotta «Siamo tutti goblin qui, chi vuoi ci sia di sotto, uhm?» bella domanda, in effetti.
«Vo-volevo d-dire-» balbetta e si blocca, lo sguardo vaga agitato sui presenti prima che il discorso prosegua «P-Pip-» un nome pronunciato piano, in un soffio.
«Cos'è successo a Pip?» chiede Turi preoccupato. Dovete sapere, infatti, che quello appena citato è il folletto più sfortunato della Gringott. Non per niente, ha in carico una lunga lista di incidenti sul lavoro, superando in graduatoria persino Undi stesso.
«È r-rimasto chiuso a chiave in una delle c-camere blindate.» ecco svelato l’arcano, il problema però è come liberarlo «Un cliente che stava servendo non si è accorto della sua presenza all’interno, ha chiuso la porta prima che potesse uscire.» per filo e per segno, la vicenda è così spiegata.
«Prima o poi dovrà farsi togliere il malocchio, vorrei sapere chi lo ha maledetto!» sospira sconsolato, rimuginando sul da farsi prima di rivolgersi all’altro collega «Undi, ti prego, dicci che hai il passpartout?» la speranza illumina i suoi occhioni.
«Ovvio, non sono uno sprovveduto come voi!» il tono è acido, come al solito. Per sottolineare quanto detto la estrae dal cassetto e la mette in bella mostra «Andiamo, prima che gli venga un infarto!» apre così la fila, uno strano terzetto si avvia al caveau in missione di salvataggio. Ci impiegano circa venti minuti, cinque per sbloccare tutti i meccanismi di sicurezza, i restanti quindici per tranquillizzare Pip e convincerlo a tornare al piano superiore. Raggiunti nuovamente i propri posti, Manny e Turi si prendono cura del poveretto sconvolto, mentre Undi preferisce inveire contro i maghi e le streghe che varcano la pesante soglia, mansione che ama particolarmente. Si avvicina giusto appunto un avvenente ragazzotto, la sua richiesta è una delle più classiche: l’apertura di un conto.
«Un secondo.» predica attesa, nel mentre recupera una serie di moduli che porge al giovanotto «Compili questo e firmi, per favore.» il dito picchietta sulla pergamena, indicando meccanicamente i contenuti salienti del contratto. Terminata la burocrazia, convalida il tutto e gli consegna una chiave dorata nuova di zecca «Mi raccomando, non la perda, non esistono copie!» bugiardo «E soprattutto, se deve prelevare, non chieda a lui!» con un cenno del capo ammicca verso Pip che, come una nonna durante le fredde sere d’inverno, tiene una coperta sulle spalle e sorseggia qualcosa di caldo mentre viene consolato «O potrebbe scoppiarle a piangere in faccia!» che ascolti i consigli poco importa, lui l’avvertimento l’ha dato.

20210515-200048


N2460 Alexander_Hydra_(A.Hydra) Adulto 10 Galeoni

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view post Posted on 23/8/2023, 22:05
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Sotto un cielo azzurro e sereno, Clara si avvicinò con un misto di eccitazione e timore all'imponente edificio della Gringott, la rinomata banca dei maghi.
Le grandi porte si aprirono lentamente, rivelando l'interno maestoso dell'atrio. Clara deglutì nervosamente mentre attraversava quella soglia solenne. Anche se il suo entusiasmo era palpabile, non poteva evitare un brivido di incertezza mentre avanzava in un territorio sconosciuto. Le raccomandazioni e i racconti della madre riecheggiavano nella sua mente, alimentando la sua determinazione di intraprendere questo passo da sola, proprio come aveva fatto sua madre prima di lei.
Il suono dei passi risuonava nell'atrio decorato con dettagli intricati e lampadari sfavillanti. L'aria era densa di profumi di legno e di pergamena.
Immobile per un attimo, Clara scrutò l'ambiente, cercando indicazioni su come procedere. I vari banchi erano occupati da clienti e folletti che si occupavano degli affari, ciascuno occupato con i propri compiti. Clara si morse nervosamente il labbro, sentendo le guance arrossirsi leggermente.
Dopo un momento che sembrò un'eternità, Clara individuò un folletto che si trovava vicino a un banco, in attesa. Clara fece un respiro profondo, cercando di trovare la sicurezza necessaria, e si incamminò verso di lui.
Nonostante le gambe leggermente tremanti, Clara cercò di mantenere un passo deciso. L'ansia e l'emozione si mescolavano mentre si avvicinava. Deglutì, cercando di trattenere l'emozione nella sua voce, prese coraggio e iniziò a parlare...

«Buongiorno, signor Folletto. S-sarei interessata ad... aprire un conto a nome di Clara Oswald, per favore.»
E rimase in attesa della risposta.
 
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view post Posted on 27/8/2023, 08:14
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Era arrivato il momento del ritorno ad Hogwarts ed insieme ad esso nuovi studentelli umani a cui aprire dei maledetti conti. Certo era una cosa a cui Ivy era abituata, ma ciò non significa che le piacesse. Si lamentava da stamattina di un terribile mal di testa, per cui l'idea di dover avere a che fare con un mocciosetto lattante, davvero la rendeva ancora più isterica. Comunque la giornata doveva andare in questo modo, non c'era altro da fare. Ivy si mise seduta al suo banchetto e uno dopo l'altro vide di fronte agli occhi tutti i clienti che quel giorno avrebbero voluto ritirare denaro o consegnarlo. Una ragazzina poi comparve, un po' nervosa a chiederle di aprire il conto. Ivye decise di graziarla forse le faceva un po' pena, si sporse per ascoltare e le porse dei documenti da firmare << Ecco, devi firmare qui. >> Si voltò per risistemare le scartoffie e si sporse ancora una volta per consegnarle qualcosa << Questa è la tua chiave ragazzina. Non perderla! >> e un altro conto era stato aperto.



N2461 Clara Oswin Oswald Studente 10 Galeoni

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view post Posted on 5/9/2023, 00:06
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Ed ecco la grande e imponente Gringotts... Morvan si sentiva quasi piccolo davanti a quel grande edificio. Fattosi forza entrò deciso. Con il suo sguardo scrutò tra i tanti scranni alti un folletto libero e ne indivisuò uno immerso tra le pergamene e probabilmente certi calcoli economici magici. Si levò il mantello e sistematosi i capelli bianchi andò dritto davanti al folletto e schiarendosi la voce disse:

Buonasera! Chiedo scusa se disturbo il vostro lavoro ma vorrei avere delle informazioni per aprire un conto bancario a mio nome, Mar Vand "Morvan" Gundestrup...

Edited by Morvan - 5/9/2023, 21:08
 
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view post Posted on 5/9/2023, 22:44
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Non era poi così male quel periodo alla Gringott. Si differenziava rispetto al resto dell'anno perché i visitatori bambini erano in numero di gran lunga superiore rispetto agli adulti, per via dell'inizio dell'anno scolastico a Hogwarts. E Honglong apprezzava i bambini. O meglio, o meglio, non sopportava gli adulti, e i bambini - almeno la maggior parte - erano mille volte meno spocchiosi dei loro genitori. Arrivavano quasi tutti con l'aria spaesata, sia perché si trattava del loro reale ingresso nel mondo magico (fossero essi babbani o meno) sia per la maestosità dell'edificio, che quasi sempre ammutoliva anche il più tronfio dei bambini incravattati.
Eppure, qualche adulto passava anche in quei giorni. Fu un po' sorpreso dell'uomo che si trovò di fronte, alto, slanciato, con capelli bianchi e occhi azzurri, entrambi dettagli fisici poco comuni da quelle parti. E, a giudicare dalla richiesta di apertura di un conto in età così avanzata, probabilmente non doveva essere di quelle parti. Honglong apprezzò il tono con cui il ragazzo si era rivolto a lui, per cui lo salutò cordialmente prima di procedere con le scartoffie. Finite le noie cartacee, prese la chiave dal cassetto e gliela porse.
«Ecco a lei la chiave della sua camera blindata. Mi raccomando, non la perda: non ne forniremo una copia. Buon proseguimento.» Lo congedò con un lieve cenno del capo prima di passare al successivo cliente.

N2462 Mar_Vand_Gundestrup_(Morvan) Adulto 10 Galeoni

Aggiornato!

 
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view post Posted on 7/9/2023, 08:47
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“Miss Haru”
. Il tacito monito racchiuso nelle due parole fu sufficiente a riscuotere la ragazzina dalla piacevole rêverie architettonica in cui si era inconsapevolmente inabissata alla vista della facciata del maestoso edificio della Gringott e a riportarla bruscamente alla realtà.
Con un cenno d’assenso in direzione della precettrice ed il volto infiammato dalla vergogna per essere stata colta in fallo per l’ennesima volta, Haru si ripromise di (quantomeno) non lasciar in alcun modo trasparire il disagio dato dal fatto che l’anziana donna fosse costantemente costretta a seguirla a distanza di un fathom esatto nel corso di tutti i suoi spostamenti.


Ogniqualvolta Haru era molto in imbarazzo, le risultava infatti pressoché impossibile incedere con l’andatura deliberata e leggera che l’insegnante di portamento –tale Mrs. Morkan– aveva tentato di inculcarle quasi da una decade a questa parte, e finiva invece per ricorrere ad un passo da soldato che di leggiadro aveva ben poco. Haru ne era consapevole, ma la consapevolezza non faceva alcun tipo di differenza. Anzi, alle volte la ragazzina era convinta che la consapevolezza in questione peggiorasse solo le cose.

Raddrizzò le spalle, simulando una disinvoltura che non provava, e ricacciò una ciocca ribelle dietro all’orecchio, intenzionata a riguadagnare almeno parte del contegno già miseramente perduto.
Acutamente consapevole dei passi ritmati e severi del suo chaperon dietro di sé, Haru si impose di dirigersi a passo marziale verso il bancone.

Cercò di non soffermare lo sguardo sul nugolo di suoi coetanei che popolavano l’ampia sala, variamente impegnati a parlare in maniera animata ed entusiasta coi rispettivi tutori. Si costrinse a ignorare la stretta d’acciaio allo stomaco provocata dalla vista di un ragazzino mano nella mano col padre e dallo sguardo adorante di quest’ultimo nei confronti del figlio. Fu così brava che il pensiero *Chissà come ci si sente ad allungare la mano verso il proprio genitore con la certezza incrollabile che verrà accettata* le occupò la mente per soli undici secondi esatti. *Nuovo record,* si appuntò mentalmente con un sorriso obliquo che non raggiunse gli angoli dei suoi occhi.

Inspirò.

*Diversa.*

Espirò.

*No, peggio. Sola.*

Arrivata dinanzi al bancone, cercò lo sguardo del goblin seduto dall’altro lato.

“Buongiorno!”, sorrise educatamente, la testa inclinata leggermente di lato. “Sono Min Haru. Gradirei aprire un conto a mio nome”. Rimase qualche istante in silenzio, realizzando solo in quel momento l’enormità del fatto che –per la prima volta nella sua vita– stesse per avere qualcosa di esclusivamente e legittimamente suo. Fu pervasa da una sensazione di calore rassicurante. Il sorriso rivolto al goblin si fece d’improvviso più profondo, la fossetta divenne visibile e gli occhi si fecero giocosi.

Abbassò poi il tono di voce al punto tale da rendere impossibile a Miss Fairfax di udirla, e aggiunse al banchiere con fare cospiratorio, “Che resti fra noi, ma il portico semicircolare polistilo che avete all’ingresso della banca è semplicemente incantevole. Le colonne doriche tuscaniche? Un tocco di classe squisito. Mai visto un porticato simil-absidale così solenne ed elegante”.

Annuì con aria soddisfatta. E anche oggi aveva portato a termine la sua missione di elargizione di complimenti non richiesti.

Edited by ~ En - 7/9/2023, 15:01
 
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