Scarabocchio su pietra., Hania,Alfier e Vagnard!

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Alfiær Demon
view post Posted on 18/3/2013, 01:41




Messa Hania nelle grinfie di Talìa, Alfier si godette in silenzio lo sguardo freddo e crudele del Prefetto mentre cancellava i ricordi poco antecedenti a quella situazione così eccitante e al contempo così confusionaria.
Gli occhi della Grifoncella sembravano persi mentre la Blackstorm con pochi movimenti del polso aveva fatto tutto il necessario perché uscissero puliti da quella situazione. Quello si che significava avere dei Prefetti degni di rappresentare Serpeverde. Il ghigno dell'albino si era allargato a quel pensiero, tanto che per qualche secondo avvicinò anche il viso di Hania alla compagna di casa, così che i suoi occhi potessero avere per sempre impressa nella mente il volto di Talìa.
Mentre teneva ancora ferma la ragazza però, poté notare in lontananza delle ombre che si avvicinavano troppo velocemente per poter essere ricondotte a degli studenti di passaggio. Qualcuno li stava raggiungendo e le successive parole che volarono in sua direzione furono da contorno a tutto il pensiero di Alfier. Prefetti? Caposcuola? Chiunque fosse non riusciva a vederli ma sicuramente non arrivavano lì con l'intenzione di aiutare i tre Serpeverde nella loro malefatta.
Dovevano andarsene da lì, velocemente. E sopratutto senza che nessuno li vedesse in volto. Era sicuro che tra Talìa e Vagnard lui era quello meno riconoscibile anche perché nonostante fosse rivolto verso i nuovi arrivati, era più in lontananza; senza contare che i due Prefetti di Serpeverde erano di spalle. Quando però Vagnard si accorse dello stesso pericolo, Alfier non si fece prendere dal panico ed una volta visto il raggio della bacchetta di Talìa diminuire d'intensità, lanciò via senza ritegno Hania, mettendosi il cappuccio della divisa sulla testa.
Il segnale arrivò proprio da Von Kraus, che al pari del più grande stratega tedesco conosciuto ai più come "La volpe del deserto", diede loro il segnale di ritirata.
Fortunatamente, proprio il compagno gli aveva dato qualche accenno di tedesco, necessario a comprendere cosa fare.
Senza farselo ripetere due volte, Alfier chiuse gli occhi e anzi, si voltò dal lato opposto a Vagnard, già in direzione della via di fuga più vicina. Al buio ed isolata.
L'incantesimo utilizzato dal concasato era semplice e di efficacia divina; avrebbero accecato i due individui che ancora non avevano messo a fuoco i loro volti e poi se la sarebbero dati a gambe, lasciando Hania lì, in balia dei suoi adorati salvatori. Quanto avrebbe voluto essere nei panni di quelli che arrivavano...solo soletto con il corpo inerme e confuso di una giovane grifona che si ritrovava ad essere sottoposto alle cure dell'albino.
Un fremito pervase Alfier che era già pronto a scappare. Ovviamente non senza i suoi compagni di casata: non era uno che pugnalava alle spalle qualcuno. Se non ovviamente sotto lauto compenso.
Ad occhi chiusi e con il cappuccio tirato sulla testa comunque, si incamminò lentamente via dal gruppetto di persone, cercando di non esagerare con la distanza che lo divideva con Talìa e Vagnard.
 
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view post Posted on 19/3/2013, 18:04
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Con la corsa attraverso il giardino il caposcuola non sceglieva certo via facile o di immediata risoluzione. L'occasione di tornare a dormitori e di godersi meritato riposo sfumava come nuvola nera perdendosi nella notte che lo avvolgeva. Correva sfiorando con gli abiti i fili di erba fresca, umida, profumata. Qualcosa si stava svolgendo poco più avanti. Ombre poco rassicuranti confabulavano, architettavano protetti dall'anonimato che il fato aveva loro di grazia assicurato. E così mentre i muscoli si mettevano in moto, la bacchetta scorreva fuori dalla manica raggiungendo il polso e salda la presa. Avvertí voci, una lingua che non conosceva. L'allerta cosí chiara nelle parole pareva conclamata ammissione di colpevolezza. Non poteva certo intuire cosa stesse per consumarsi né scorgere l'accaduto eppure quell'ostilità verbal e l'istinto gli suggerirono di agire e di farlo in fretta.
Non ponderò altro se non repentina azione atta a congelare il tempo, i suoi protagonisti e gli eventi. Sapeva che qualunque cosa si consumando così davanti ai suoi occhi sarebbe scivolata tra le sue dita come fosse sabbia da lí a pochi attimi. Intuiva che i presunti colpevoli avrebbero tentato la fuga o cercato di cancellare le proprie tracce e questo, no, questo non poteva accadeva.
Voleva beccarli con le mani nel sacco, porre chiunque fosse presente nell'impossibilità di cambiare ciò che le evidenze avrebbe dimostrato.
Si figurava quelle ombre così sfuggenti, ricercava la materialità di cui per natura non potevano vantare. Erano solo queste per il caposcuola purtroppo: volti oscurati e protetti dalla notte, ombre che si agitavano, che tramavano tra loro.
Per questo motivo correndo aveva messo mano alla bacchetta e slanciata la stessa innanzi a se stesso, verso i bersagli.
Con una rotazione decisa aveva inglobato all'interno di una circonferenza immaginaria tutti i suoi bersagli o meglio tutte le ombre che vedeva. Una sola formula in mente, un solo obiettivo. Evitare che lasciassero il posto, che optassero per altra via che non fosse dar spiegazioni.
- Nebula -
enunció allora con decisione e sicurezza mentre la circonferenza si realizzava. Aveva optato per quella magia non a caso. Avrebbe dato loro la falsa idea di capovolgimento ma di fatto non avrebbero mai staccato piedi da terra. Sperava che fosse la scelta giusta atta e scoraggiare qualsivoglia movimento.
Spedita allora la punta della bacchetta individuava il centro del cerchio appena tracciato e la voce ultimava l'esecuzione.
- Antigravitas -
Erano sole ombre, era vero ma non avrebbero mosso passo.



Ruolo attuale: Studente IV anno | Caposcuola Grifondoro | Membro E.S. | Garzone Safarà | Cacciatore della Squadra Di Quiddich Grifondoro. Studente Anziano.

Punti Salute: 130 + 4 (Duello) + 1 (La scienza di Ipparco: Conoscenze per curare malanni gravi o ferite profonde) +2 (L'Ospite della Sala Comune ") +5 (studente anziano) + 2 (duello) + 5 (guanti eroe caduto) + 1 (sovra pantaloni in pelle)= 150

Punti Corpo: 80 + 4 (Duello) + 1 (La scienza di Ipparco: Conoscenze per curare malanni gravi o ferite profonde) +2 (L'Ospite della Sala Comune ) + 10 ( Medaglione Infuocato) + 2 ( cinturone dorato) + 8 (mantello di disillusione) + 5 (studente anziano) + 8 ( mantello) + 2 (duello) + 10 (veste oscuro predatore) + 5 (guanti eroe caduto) + 2 (sovra pantaloni in pelle) + 5 (Guanti "Duel" DeWizard®) = 144

Punti Mana: 80 +1 (Antichi stregamenti ed incanti obliati) + 1 (Grande Falò) + 4 (Duello) + 1 (Grifondoro alle prese con il Natale) +2 L'Ospite della Sala Comune + 1 ( Anello Fortebraccio) + 10 (veste della concentrazione) + 18 (cinturone e punto luce mana) + 10 ( pietra di Luna) + 5 (mantello di disillusione) + 5 (studente anziano) + 2 ( mantello) + 2 (duello) + 4 (ciondolo scaglia di balisco) + 5 (perla del mistero) + 6 (perla del fuoco) + 10 (veste oscuro predatore) + 7 (stivali drow) + 5 (calzatura elfi) + 5 (guanti eroe caduto) = 184

Punti Esperienza: 1 + 1 (Grifondoro vs Serpeverde) + 1 (Duello) + 3 (Passaggio di anno) + 1 (Corvonero vs Grifondoro) + 1 (Prefetto) + 1 (Grifondoro vs Tassorosso) +1 (L'Ospite della Sala Comune ) + 2 (Caposcuola) + 1 (Tassorosso vs Grifondoro) + 1 (Mary vs Sirius) + 5,5 (Quidditch) + 1 (duello) + 6 (Passaggio di anno) + 2 (torneo duellanti) = 28,5
 
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view post Posted on 22/3/2013, 17:51

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Stava seguendo a ruota Sirius. Il passo si era fatto più svelto,sarebbe dovuto rimanere accanto al Caposcuola e non era facile date le grandi falcate che faceva. Più in là le ombre continuavano a muoversi sospettosamente. Chissà cosa ci facevano a quell'ora fuori dal castello. Avevano violato il coprifuoco e sicuramente sarebbero stati puniti per questo; ma prima andavano acciuffati,colti in flagrante,con le mani nel sacco.
Per questo motivo decise di affrettarsi ancor più,cominciando a correre in direzione delle ombre.
La luna illuminava lievemente il paesaggio,per cui era possibile riuscire a scorgere solo i contorni delle figure misteriose. Un bagliore di luce andò a colpire la superficie di qualcosa davanti a sè. Proveniva dalle famigerate ombre. Neanche fece in tempo ad alzare la bacchetta che una voce parlò. Non era possibile capire cosa stesse dicendo,non sembrava nemmeno inglese.
Gli fu subito chiaro che doveva agire. Non poteva permettersi di temporeggiare perchè se l'avesse fatto i trasgressori avrebbero avuto più tempo per fuggire lasciandoli con un pugno di mosche in mano.
La posizione esatta delle figure era stata impossibile da stabilire fino ad allora. Adesso poteva risalire all'area in cui si trovavano grazie alla voce che aveva sentito e al bagliore di luce che aveva colpito una superficie a mezz'altezza. Direzionò la bacchetta verso quel punto e fece compiere al legno una sferzata da destra verso sinistra,mentre la sua corsa procedeva.

- Tormentaaaaaaaaam! -
Pronunciò mentre compiva quel movimento,insistendo particolarmente sulla "a" e prolungando la sua pronuncia fino a che non avesse visto materializzarsi dalla sua bacchetta delle vere e proprie tormente di sabbia che si sarebbe abbattute nella zona da lui designata come bersaglio.



» Punti Salute: 120 (110 base + 10 oggetti)

» Punti Corpo: 70 (60 base + 10 oggetti)

» Punti Mana: 76 (60 base + 16 oggetti)

» Punti Esperienza: 7 (1 base + 3 passaggio d'anno + 1 promozione a Prefetto + 2 Quidditch)
 
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view post Posted on 27/3/2013, 16:15
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L'angelica voce che poco prima le aveva suggerito quale fosse la giusta via da seguire, a poco a poco lasciò il posto ad un fastidioso ronzio, un segnale sfocato, che culminò con una frase decisamente invadente.
Era giunta la puntura della vespa a rovinare l'armonia della deliziosa scenetta che si stava creando. Nella penombra della sera, infatti, la Prefetta aveva potuto notare lo sguardo impaurito della ragazza lasciare il posto ad una più dolce espressione vacua, vuota, come se stesse denunciando, o portando alla luce, una mancanza di intelletto all'interno.
Non che la cosa fosse in dubbio, certo, quello di fronte a lei era senz'altro il volto che più si addiceva ad una persona come quella.
Tutto sarebbe stato perfetto, se qualcuno non si fosse introdotto nel suo raggio di percezione. Era estremamente disturbata, proprio come un artista mentre si accinge a portare avanti la sua opera, sperando che nessuno si metta in mezzo nei suoi tempi e nelle sue tecniche personali.
Con uno scatto, la testa si piegò, il collo si mosse involontariamente, portando l'orecchio a strofinare velocemente la spalla non appena giunse al suo udito quella nuova ed indesiderata voce, come se cercasse ad ogni costo di liberarsi di un fastidioso insetto che le svolazzava attorno.
Evidentemente la lucidità non era tornata del tutto.
Fu nuovamente la voce angelica di poco prima a farla tornare, paradossalmente, con i piedi per terra. Qualche parola in tedesco giunse soave, ma imperativa, direttamente ai suoi nervi. Il segnale fu elaborato dal cervello, che rispedì subito i calcoli al corpo.
Incredibile quale potere avesse su di lei quel ragazzo: il filo della sua mente che delimitava il confine tra ragione e follia sembrava nelle sue mani, in quei momenti più che mai. Se prima era stato lui l'oggetto della sua perdita di razionalità, ora la stava risollevando da quel disordine che era capace di renderla ancor più crudele e spietata di quanto già fosse. E lei, in parte ancor priva di una logica efficace, si nutrì delle sue parole come una serpe affamata.
Il suo fisico agì ancor prima che la mente se ne rendesse conto, spinto forse da più buon senso rispetto ad essa: la mano riportò la bacchetta nella tasca, mentre gli occhi si serrarono, rapidi, e il corpo si mosse immediatamente non appena giunse il secondo ordine, quello di darsela a gambe.
Chi aveva osato interrompere la sua opera d'arte se ne sarebbe certamente pentito, prima o poi.
Era una cosa che proprio non poteva sopportare.
Avrebbero potuto criticarla quanto volevano, non aveva importanza, avrebbe saputo gestirlo. Ma interrompere il suo lavoro ancor prima che fosse del tutto finito... no, non l'avrebbe mandato giù, assolutamente. L'unica priorità ora, tuttavia, sembrava la fuga.
Occorrevano pensieri semplici, puliti, di immediata efficacia.
Direzione: il castello. Mezzi da utilizzare: velocità, furtività, oscurità.
L'orgoglio avrebbe dovuto aspettare.

 
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view post Posted on 1/4/2013, 20:02
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Il Fato

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Quando si ipotizzava a quanto il Fato fosse inflessibile, l'Uomo non errava mai. Ordiva, astuto, imparziale, intrecci per tendere trappole o aiuti, cieco ai sentimenti, ai desideri e alle voglie di chi aveva di fronte.
I Serpeverde ed i Grifondoro presenti, non facevano eccezione.
Ma c'era qualcos'altro di inflessibile oltre al Fato: era il Tempo. Il Tempo implacabile, il Tempo inscindibile, il Tempo che non si piega e che scandisce le azioni umane, le stesse che il Fato controlla. E dunque, due schieramenti, nemici, alzarono le armi.
Vagnard, fiutato il pericolo, con astuta mossa si garantì una protezione per lui e i compagni e dopo un attimo di studio, si voltò castando un Lumos Maxima verso Caposcuola e Prefetto ignaro. Talìa ed Alfier, allertati, chiusero gli occhi e cominciarono a correre, sebbene fosse difficile comprendere le direzioni.
Ma nei medesimi frangenti i Grifondoro non si erano certo fatti attendere. Pochi istanti prima che il raggio accecante li ferisse, un raggio, di diversa entità, scaturì dalle due bacchette, mentre il bagliore ferì i proprio occhi proprio all'ultimo istante (
Will: - 14 ps | Sirius: - 7ps)
Il raggio del Nebula, circoscritto da un ampio cerchio in precedenza, colpì in pieno la povera Hania a quattrozampe a terra, confusa (
- 50 ps). Ma la "strage" non terminò: in fuga, Talìa ed Vagnard sfuggirono in direzione opposta ad Alfier, che aveva deciso di separarsi dai compagni, ma sfortunatamente per lui, aveva intrapreso un moto che mal si confaceva ad una situazione rapida come quella. Il Nebula, dunque, lo colpì ad una spalla (- 30 ps), lasciandogli addosso una sensazione incredibilmente destabilizzante: metà del suo corpo era a terra, l'altro sembrava sospeso nel vuoto, confondendolo.
I due Prefetti Serpeverde, tuttavia, non andarono lontanissimo: non Talìa almeno. Partita poco dopo Vagnard, la giovane si ritrovò intrappolata dentro una tempesta di sabbia, mentre il suo compagno ne usciva per un pelo.
Il Fato ordiva, vero, ma quei fanciulli si stavano davvero dilettando ad impicciare i fili ancor di più.



Poiché Hania non ha risposto salta il turno. Altri due richiami e poi, se ci arriveremo, sarà utilizzata come PNG all'interno della role. Eccovi la bellissima, michelangelica mappa.

XJymn7S
[Il tormentam è stato "decentrato" perché Will durante il puntamento è stato accecato
Sirius e Will distano dall'allegra combriccola sette metri circa. Nove circa dal limitare della Foresta.]

Vagnard Von Kraus
La Foresta e il suo limitare distano circa due metri.
Dietro di te, a neanche mezzo metro, la tempesta di
sabbia in cui è intrappolata Talìa.


Punti Salute: 144
Punti Corpo: 97
Punti Mana: 100


Talìa Blackstorm
Sei dentro la tempesta.
La sabbia ti entra negli occhi, nel naso
e nella bocca. Tuttavia, anche se non è
facilmente comprensibile, visto
che non riesci a vedere bene intorno a te
sei a meno di un metro di distanza dal termine
della tempesta.
- 5 Mana finché sei dentro.


Punti Salute: 124
Punti Corpo: 74
Punti Mana: 69/74

Alfier Demon
Sei stato colpito dal Nebula.
Questo significa che i tuoi sensi
sono capovolti, ma solo per metà.
Da una parte avverti di stare a terra,
ma dall'altra senti che è tutto capovolto,
stando dunque a testa in giù.
Difficoltà di movimenti.
Vagnard e Talìa distano due metri e mezzo.
Il limitare due.
- 8 alle stats finché sei dentro


Punti Salute: 77/107 - 69/107
Punti Corpo: 64/68 - 56/68
Punti Mana: 62 - 54/62

Hania Tirion
A quattro zampe, al centro della radura.
Ti senti come se tutto fosse stato capovolto,
non riesci a comprendere distanze e dimensioni.
Praticamente a testa in giù.
Sei debole.
- 10 alle stats finché sei nel Nebula.


Punti Salute: 40/100 - 30/100
Punti Corpo: 50 - 40/50
Punti Mana: 50 - 40/50

Will Jordan
Accecato per un turno.

Punti Salute: 106/120
Punti Corpo: 70
Punti Mana: 76

Sirius White
Accecato per un turno.

Punti Salute: 143/150
Punti Corpo: 144
Punti Mana: 184


Bene. Provvederò più tardi a postare una mappa, così ci capiremo meglio tutti quanti. Se avete dubbi sul masteraggio e avete voglia di insultarmi perché siete stati colpiti, abbiate l'accortezza di farlo via pm. Vi deluciderò al riguardo delle mie scelte. :fru:


Edited by Master Adepto - 1/4/2013, 23:45
 
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Alfiær Demon
view post Posted on 4/4/2013, 11:38




Cosa odiava Alfier più di un Grifondoro? Ovviamente un Grifondoro (impiccione) con manie di protagonismo e che riusciva a colpirlo con uno di quegli incantesimi da altolocato. Maledetti...se fosse stato per l'albino la loro Sala Comune sarebbe stata la Sala delle Torture (se mai c'era in quel maledetto castello) o comunque un luogo squallido quasi quanto quello che rappresentavano.
Alfier si ritrovò improvvisamente con la bruttissima sensazione di trovarsi capovolto sottosopra e sospeso nel vuoto. Una sensazione che non aveva mai provato e che per qualche secondo rischiò di fargli venire il vomito. Un'altra parte del suo giovane corpo, gli diceva che era appunto solo una sensazione, in quanto fino ad un secondo prima era con i piedi ben piantati per terra e camminava verso la Foresta Proibita, lontano da quella patetica scenetta che si era ormai consumata. La grifona aveva ricevuto la punizione che meritava e tanto bastava all'albino. Anzi, visto che si trovava pure in quella spiacevole situazione avrebbe presto reclamato la testa dell'impiccione che gli aveva fatto quello. Fece un respiro profondo, indeciso sul da farsi. Aprì gli occhi lentamente e notò che anche a livello visivo gli era tutto capovolto..una sensazione stranissima.
Ebbe giusto il tempo di guardarsi un attimo attorno, notando poco alla sua sinistra (stando sottosopra) una piccola tempesta di sabbia e poco più avanti il fidato Von Kraus....riusciva appena ad intravedere in quella tempesta una sagoma e sperò vivamente che non fosse Talìa, perché altrimenti sarebbero stati rallentati ancora un po' da quell'orrenda situazione.
Doveva pensare innanzitutto alla sua situazione a come tirarsi fuori da quella spiacevole posizione. L'idea di tentare con un finite Incantatem era fuori discussione, dal momento che sentendosi sotto sopra la possibilità di sbagliare era molto alta. Dunque, avrebbe dovuto semplicemente agire e farlo in fretta: si sentiva ogni secondo più debilitato e non sapeva fin quando sarebbe riuscito a resistere: facendo forza su tutti i nervi e le forze che aveva a disposizione trattenne il respiro per ricacciare indietro i conati di vomito che rischiavano di fargli tirar fuori colazione, pranzo e cena. Sapeva che era ancora piantato per terra, ma la sensazione era invivibile...che fare? Sospirò ancora e lentamente cominciò a muovere i primi passi in avanti,spinto dalla paura di poter effettivamente posare il piede nel vuoto e non cambiare niente alla proprio situazione. Quando però tastò meglio il terreno, si accorse in effetti che sotto i piedi c'era solidità per potersi muovere, quindi mosso da volontà, rabbia e la voglia di dileguarsi il prima possibile all'interno della Foresta, continuò a muovere quei passi sempre più velocemente davanti a se, verso i folti alberi che seppur sottosopra, riusciva a scorgere bene. Erano alti, scuri e non vicinissimi ma poteva raggiungerli. DOVEVA raggiungerli, non avrebbe lasciato che un qualche impiccione di turno fosse stato in grado di avere la sua pelle. Non così facilmente almeno.
Cercava di concentrare ogni attenzione ed ogni forza solo ai passi e ai movimenti in direzione della Foresta, voleva tentare di mettersi al riparo, prima di poter aiutare in qualche modo i compagni...non per egoismo, ma in quella sensazione era praticamente impossibilitato a fare una qualsiasi cosa.
 
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view post Posted on 5/4/2013, 16:07
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Una formula, un solo incanto e tutto sparì nel nulla come fagocitato. Nell'angolo buio di una zona non completamente individuata il fascio accecante del lumus sortì spegnendo paradossalmente ogni cosa. Un'azione astuta quella, dovette ammetterlo, che costrinse il caposcuola ad arrestare il suo moto e a portare la mano non armata istintivamente agli occhi, lacrimanti, brucianti di dolore. Avrebbe imprecato se non avesse fatto affidamento al suo sangue freddo e alla padronanza di se stesso. Si trovava nella situazione di non poter vedere e così privato del senso principe perdeva l'opportunità di darsi ad efficace inseguimento. Giusto o quasi.
Armato invero di bacchetta, abile e capace, non volle perdere tempo e fu celere come mai lo era stato, già consapevole di quale dovesse essere la prossima mossa e anzi rimproverandosi di non averlo fatto quanto prima. Si asciugó il viso con la mano non dominante e sollevando la bacchetta si apprestò ad agire con immediatezza. Non doveva perdere tempo prezioso, tantomeno acconsentire affinché i malfattori, ora meritevoli di una tale denominazione, prendessero la strada della foresta dandosi all'anonimato. Non si curò nemmeno di Will che aveva al suo fianco. Confidava nel fatto che fosse capace di provvedere a se stesso. Dopotutto era mago abile e preparato. Doveva solo mettersi all'opera.
L'arto impugnante la bacchetta si mosse puntando al terreno più avanti. Non aveva bisogno della vista per sapere dove si trovava, tantomeno i suoi obbiettivi. Non importava in quanto se avesse avuto fortuna l'incanto avrebbe agito su multiplo bersaglio. Le labbra non si mossero, il caposcuola aveva deciso di rimanere nell'anonimato puntando alla castazione non verbale dell'incanto.
Si figuró la terra in moto, tremante, vessata da terribile scossa terrulica. Sirius li voleva lí tutti quanti. Non sarebbero fuggiti. Non lo avrebbe permesso.
Tracció un cerchio e poi un semicerchio in senso orario con prontezza ma cura del dettaglio. Nel contempo:
*Dooooominusterra *
pensó chiaramente richiamando mentalmente la formula che parve risuonare nella sua testa sopratutto per la O volutamente allungata. Voleva cadessero al suolo, perdessero l'equilibrio e arrestassero la corsa. La mossa più ovvia sarebbe dovuta essere recuperare la vista e proseguire con l'inseguimento ma in quel frangente aveva deciso diversamente. Dopotutto aveva a ragione motivo di sperare che il lumus non lo avrebbe a lungo danneggiato.

 
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view post Posted on 21/4/2013, 20:58
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Il Fato

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Poiché è passato parecchio tempo e tuttavia, vedo Willjordan online, quest'ultimo avrà ulteriori 24 ore di tempo per postare.
Altrimenti salterà il turno e toccherà al suo successivo. Amen.

 
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view post Posted on 27/4/2013, 13:27
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Le sue gambe avevano intrapreso il moto rapido della fuga. Si piegavano e si ristendevano al comando automatico del cervello, attraversavano la zona velocemente, nonostante la preoccupazione di essere colta sul fatto le donava l'impressione che i suoi arti, in realtà, fossero pesanti e lenti.
Perfino l'aria sembrava un ostacolo. Fredda e liscia, come una lastra di marmo, sembrava frapporsi tra lei e la fuga.
Ma quella stessa aria d'un tratto assunse una natura graffiante e ruvida, e lei ebbe l'impressione di trovarsi quasi al centro di un uragano. Gli abiti tiravano, i capelli si scompigliavano disordinati. Avrebbe imprecato.
Non poté realizzare immediatamente di essere coinvolta in quella situazione, così la sabbia penetrò veloce nei suoi occhi, nel naso e nella bocca.
Quello che istintivamente fece fu coprire rapidamente il proprio viso, poi tossire, affinché le vie respiratorie tornassero libere. Strofinò gli occhi e tentò di riaprirli almeno per un istante, giusto per avere una minima concezione di dove si trovasse.
Eppure non era facile stabilire l'esatta posizione: era totalmente circondata dalla tempesta, che deformava e confondeva il territorio circostante. Dove erano i suoi compagni? Quale rotta seguire per continuare la fuga?
Poteva soltanto ricavare la sua posizione in relazione di quanto aveva precedentemente attuato. Aveva deciso di dirigersi verso il castello. Non avrebbe dovuto far altro che continuare sulla strada intrapresa poco prima, senza lasciarsi condizionare da quella novità.
Doveva continuare, rapidamente, di fronte a sé. L'incognita più fastidiosa, certo, restava comunque il termine di quella tempesta.
Quanto avrebbe dovuto attendere perché potesse uscire a riveder le stelle?
Gli occhi iniziavano a bruciare, mentre schegge di sabbia continuavano a ferirla e ad insinuarsi nel suo corpo. Con le mani sul volto, trasse un grosso respiro, tentando di assimilare soltanto aria pulita, limpida, non inquinata da quella fastidiosa tempesta.
L'importante era avanzare, dimenticare la tormenta che la inghiottiva e tirare dritto, semplicemente.
Corse. Corse stringendo gli occhi, trattenendo il respiro. L'udito avrebbe denunciato la fine dell'incantesimo. Una volta uscita e abbandonato il territorio contaminato, non avrebbe dovuto far altro che continuare, marciare rapida verso la salvezza.
Non poteva rischiare di attuare una qualunque altra azione, neppure di usare la magia.
Tutta quella storia iniziava seriamente a darle sui nervi.

 
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view post Posted on 8/5/2013, 21:03
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Il Fato

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Hania perde il turno.
Da questo momento in poi sarò io a muoverla come PNG. Se Sirius non me l'accoppa prima.

Turno a Vagnard.

Oh, tanto per chiarezza: immagino che nessuno di noi voglia rimanere vincolato a questa role a vita. Quindi da adesso in poi, direi che avete circa 5 giorni di tempo per postare (se non potete, scrivete qui in OT.). Se non posta l'utente che è in turno lo perde e segue il prossimo.
Dopo due turni persi senza avvisare, direi, il pg verrà mosso a discrezione del master.
Forse ce la possiamo fare. Forse.

Go on.

 
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view post Posted on 13/5/2013, 20:00
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Quella che doveva essere la Fuga verso la Libertà, si rivelò invece essere ancor più insidiosa del previsto. Non bastava infatti l'intrusione di quegli esseri, che si rivelarono essere più ostici di quanto inizialmente preventivato.
Anche da ciechi sembravano riuscire a far danni a quanto sembrava.
Nonostante gli occhi fossero rivolti verso la Foresta Proibita, nuovamente simbolo di sicurezza e protezione, durante la corsa le orecchie erano ben tese, pronte a cogliere ogni singolo dettaglio, fattore essenziale in una battaglia.
I suoni della foresta si facevano sempre più vicini, accompagnati dai suoi passi e quelli dei compagni di gioco.
Qualcosa però mutò d'improvviso.
Udì prima delle formule, poi, con la coda dell'occhio, i presentimenti si manifestarono.
E il Prefetto dovette anche ritenersi fortunato in fin dei conti, quando vide la sua Talìa imprigionata in un semplice ma efficace Tormentam, poco più arretrata rispetto alla sua posizione.
Se pochi minuti prima era stata proprio la sua compagna a avere un impeto d'ira, questa volta fu l'azione del Grifondoro a risvegliare quell'ira assopita entro il Serpeverde, che dopo gli eventi in Giardino con tal Confa aveva solo mostrato la punta dell'iceberg, esclusivamente per scopi puramente ludici. Eppure un gesto così meschino, l'aver puntato la bacchetta contro una fanciulla girata di spalle, non poteva che essere punito con la pena più grande che potesse esserci.
La Morte.
E non con l'Anatema che Uccide (ammesso che lo conoscesse), no, troppo semplice.
Quel maledetto doveva soffrire.

Continuava a correre il Serpeverde mentre faceva i questi pensieri, con gli occhi iniettati di sangue e la mano che sempre più forte teneva in pugno la bacchetta. Tentò di controllarsi per qualche istante, ma in breve l'istinto ebbe il sopravvento.
Si girò di scatto, puntando la bacchetta verso la sagoma in linea rispetto a Demon, presumibilmente il più potente dei due. E se si fosse sbagliato?
Questo non era importante, quel che gli interessava era colpire uno dei due, preferibilmente prima che agisse nuovamente.
E fare male.
Molto male.
Ghignò.
Eseguì un rapido movimento obliquo dall'alto verso il basso, volto a colpire l'obiettivo all'altezza del petto, o comunque qualsiasi altra parte del corpo, essendo la parte più visibile da quella distanza.


- Sectumsempra -

sibilò con voce fredda, la stessa freddezza con cui l'avrebbe ucciso.
Era la prima volta che si trovava ad usare quell'incantesimo, e sapeva che se fosse stat scopeto, la pena sarebbe stata l'espulsione.
L'odio per la o le persone che avevano osato colpire una innocente fanciulla quale Talìa meritava tutto il suo disprezzo.
E ne avrebbero subito la giusta punizione.
Lo avrebbe fatto redimere dai suoi peccati, pulendolo con il suo stesso sangue.

 
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view post Posted on 14/5/2013, 20:39
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Il Fato

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Se il Prefetto Jordan rimaneva immobile, mano agli occhi, incapace di controbattere a quell'improvvisa cecità, la reazione del Caposcuola fu quasi più immediata della mancanza della vista. Accecato, nel vero senso del termine, dall'onta che quei ragazzini sconosciuti si apprestavano a compiere contro di lui —quale Caposcuola avrebbe mai accettato di essersi lasciato scappare da sotto il naso un gruppo di violatori delle regole—, la sua bacchetta agì. Memore del campo che aveva avuto di fronte fino a qualche secondo prima, Sirius richiamò dalla sua Magia un terremoto che, come serpe, si insinuò nella terra che rapida cominciò a tremare, scossa dal potere di quell'incanto.
E se in quel frangente Alfier comprendeva la sua sciagurata situazione, arrivando alla giusta conclusione che quel capovolgimento altro non era che un'illusione, e s'apprestava ad uscirne, per effetto del terremoto il Serpeverde, già precario d'equilibrio, lo perse definitivamente e cadde in avanti. Ma dalla sfortuna, si ritrovò almeno in parte fortunato: non nel vuoto, il suo corpo impattò, bensì sulla fredda erba. Era uscito dal Nebula? Sì, senza dubbio, ma lo spossamento era ancora qualcosa da combattere. Al contrario di Hania, invece, che in mezzo a quella sfera antigravità si trovava ancora: per effetto del terremoto la fanciulla cadde su un fianco, gridando per il terrore di cadere nel vuoto e si rannicchiò tremante, condannata ad paura senza fine, prima evocata dai Serpeverde e dai loro lordi giochi e che continuava poi per mano del suo stesso Caposcuola.
Ma Hania ed Alfier non erano le uniche vittime di quel terremoto: Talìa, che anch'essa giungeva a comprensione della sua situazione, si ritrovò a correre nella tempesta, ma anche lei sentì la terra tremare, il vento fischiare come non mai, e nel mentre della sua corsa, cadde in avanti, sbattendo violentemente i gomiti (
-3 pc).
Ed infine, Vagnard. Animato da un odio atroce, da una voglia di vendetta ancor più forte del Grifondoro, il suo istinto agì ancor prima della ragione. A poco servì il terremoto che, dopo nove metri aveva fatto tremare la terra e che ora giungeva lievemente affievolito. La mira del Prefetto Serpeverde si sbilanciò appena mentre una scossa rischiò di fargli perdere l'equilibrio, la sua Volontà rimase ferma ed ecco, quel potente quanto oscuro incanto, fuoriuscire dalla punta della bacchetta.
Complice distanza e terremoto, tuttavia, il Sectumsempra non colpì il petto di Sirius, ma giunse alle sue gambe. Il Caposcuola, in ogni caso, non poté fare a meno di gemere di dolore: come una fredda lama, qualcosa lacerò completamente la stoffa dei pantaloni corrispondente ad entrambe le gambe, poco sopra il ginocchio, mentre la carne si squarciò sotto effetto dell'incanto (
-10 ps - 12 pc - 7 pm). Ah, zona rischiosa quella, piena di vene e capillari e di un'arteria che per poco non venne recisa. Tuttavia, il sangue cominciò a scendere copioso, inzuppando le gambe del Caposcuola che trovò subito difficile reggersi in piedi.
Ma più del sangue, più di quella ferita qualcosa di nuovo sembrava essersi appena palesato in quella che sembrava una banale zuffa: quell'incantesimo, appena evocato, non era roba da studentelli, né tantomeno da una persona qualunque, qualcosa che, in qualcuno dell'ES come Sirius (e non solo), avrebbe dovuto far suonare numerosi campanelli d'allarme. Cosa si nascondeva dietro i cespugli della Foresta Proibita?


Turno a Sirius.

Vagnard Von Kraus
Sei entrato ai margini della Foresta.
Dietro di te, a circa due metri e mezzo, la tempesta di
sabbia in cui è intrappolata Talìa.


Punti Salute: 144
Punti Corpo: 97
Punti Mana: 100


Talìa Blackstorm
Sei dentro la tempesta.
La sabbia ti entra negli occhi, nel naso
e nella bocca.
Sei sdraiata prona, i gomiti ti fan male, ma nulla di che.
Tuttavia, anche se non è
facilmente comprensibile, visto
che non riesci a vedere bene intorno a te
sei a pochi passi dal termine della tempesta.
- 5 Mana finché sei dentro.


Punti Salute: 124
Punti Corpo: 71/74
Punti Mana: 69/74

Alfier Demon
Sei fuori dal Nebula, ma sdraiato
prono a terra.
Scombussolato e spaesato.
Talìa dista due metri.
Vagnard ed il limitare della Foresta
un metro e mezzo.


Punti Salute: 77/107
Punti Corpo: 64/68
Punti Mana: 62

Hania Tirion
Sdraiata su un fianco, al centro della radura.
Ti senti come se tutto fosse stato capovolto,
non riesci a comprendere distanze e dimensioni.
Praticamente a testa in giù.
Sei debole.
- 10 alle stats finché sei nel Nebula.


Punti Salute: 40/100 - 30/100
Punti Corpo: 50 - 40/50
Punti Mana: 50 - 40/50

Will Jordan
Vista ristabilita.
In piedi, di fianco a Sirius.


Punti Salute: 106/120
Punti Corpo: 70
Punti Mana: 76

Sirius White
Vista ristabilita.
Hai un enorme taglio che
attraversa entrambe le gambe
a metà della coscia.
Il sangue scende copioso ed hai molta difficoltà
a stare in piedi. Le gambe tremano e rischi
di cadere da un momento all'altro.
Il dolore è fastidioso.
Per colpa dell'emorragia continuerai a perdere
- 5 ps e - 5 pc
ad ogni turno se non ti curi.


Punti Salute: 133/150
Punti Corpo: 132/144
Punti Mana: 177/184

 
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view post Posted on 15/5/2013, 17:47
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Sirius White non ebbe mai il tempo di percepire gli effetti del dominus terra andare a buon fine. Un sibilo in lontananza pose fine ad ogni velleitaria aspettativa, capovolse le sorti, mutando gli eventi in tutt'altra ventura che non fosse semplice inseguimento ai danni di loschi figuri. Nel silenzio della notte che solo le bacchette avevano spezzato richiamando diverse forme di magia, finalmente un urlo vivido, non soffocabile e repentino, sguarciò il velo di quella tranquilla vita notturna facendo vibrare l'aria della stessa intensità dell'incanto evocato poco prima.
Cosa diamine succedeva? Perché quel dolore senza fine?
La mano non armata giunse repentina alla coscia sinistra tremante in maniera ossessiva. Si imbrattò del suo stesso sangue che copioso cadde in infiniti rivoli. L'odore metallico del sangue raggiunge le sue narici, lo misero in allerta. Il gioco era finito. Chiunque fosse capitato in quel giardino non era un amico o un studentello in allegra compagnia preso dal desiderio di una passeggiatina illegale alla luce lunare. Era un nemico da affrontare come membro dell'ES e non più come caposcuola. Non riuscì a reggersi in piedi nonostante la forza che i muscoli aveva invano deciso di sviluppare. Cadde sulle ginocchia gemendo e piegando le gambe all'indietro ma restando con il busto in posizione eretta. La sagoma scura in lontana, la vide chiaramente e non ebbe alcun dubbio, era lui l'artefice del maleficio. La vista era stata recuperata, almeno avrebbe potuto agire e non avrebbe atteso nient'altro. Fece scattare il braccio vincendo il dolore che come amico puntuale si era presentato a ogni missione per nome dell'ES. Non avrebbe permesso di caderne vittima senza agire, non sarebbe caduto senza ripagare il nemico con una mossa ancora più aggressiva.
Attinse allora ogni sua stilla di energia sfruttando la stessa rabbia coadiuvata dall'adrenalina immessa in dosa massiva nel suo circolo. Ogni campanello di allarme aveva ormai suonato. La sua risposta sarebbe giunta spietata e imperterrita con il solo scopo di ferire.
Puntó il centro di quella sagoma, presunta sede del petto nemico, flesse il braccio portandolo verso se stesso con il solo scopo di enunciare non verbalmente l'incantesimo più potente del suo arsenale.
Benché la situazione fosse critica non doveva permettere che la rabbia e l'istinto di conservazione lo privassero della freddezza necessaria al buon raziocinio. Dopotutto all'aggressore non era dato saper che Sirius stava rispondendo a tono ripagando l'offesa. Doveva sfruttare il vantaggio e farlo in fretta prima di perdere attimi preziosi. A niente contava il dolore o l'orgoglio ferito, lo aveva sperimento già altre volte ma a quel punto altro aveva fatto capolino nella mente fra i suoi prioritari obbiettivi. Doveva catturare quel codardo, consegnarlo e interrogarlo. Non doveva permettere gli sfuggisse da sotto il naso.
Distese il braccio ritrovando lo stesso punto di partenza e proferendo mentalmente
* Stupeficium *
Era stato veloce, per quanto possibile al fine di evitare un possibile attacco nemico. Sperava di riuscire, sparava che il prefetto Jordan non abituato a quella lotta stesse ancora bene, magari avrebbe potuto aiutato. Non distolse mai lo sguardo, concentrato come già altre volte aveva fatto in corso di una battaglia importante. Il raggio dello stupeficium non avrebbe tradito le aspettative. Avrebbe agito e ferito come si aspettava. Non lo avrebbe tradito.

 
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view post Posted on 20/5/2013, 20:02
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Il Fato

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Will Jordan perde il turno.

Turno a Talìa.

 
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view post Posted on 22/5/2013, 21:05
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Era avvolta dalla tempesta.
Una tempesta sensibile, accecante, fastidiosa, una tempesta così simile a quella presente negli animi dei protagonisti di quella serata che, a quanto sembrava, non voleva proprio saperne di concludersi.
Durante la corsa sentì i piedi muoversi sul terreno fermo, avanzando di volta in volta per quelli che nella sua mente sembrarono solo pochi centimetri, ma che, sperò, dovevano essere molti di più. Eppure quel turbine sembrava non avere una fine, la sua corsa era ancora distante dalla salvezza. Quanto? Aprire gli occhi sarebbe stato inutile, la sabbia la circondava come un immenso velo.
Solo la terra sembrava essere un punto fisso, stabile. Eppure quella sicurezza era destinata a protrarsi ancora poco. Una sensazione nuova, sconosciuta, invase il suo corpo: uno smarrimento che fino a qualche minuto prima era stato solo mentale, a causa di quella stupida ragazzina che aveva provato a metter mano sul suo Prefetto, ora diventava uno smarrimento totale, una perdita di equilibrio vera e propria, spaventosamente tangibile. La terra sotto i suoi piedi aveva tremato, le sue gambe furono colte di sorpresa. Il corpo non riuscì a mantenere l'equilibrio. Cadde a terra, urtando con forza i gomiti sulla crosta solida del pianeta. Strinse i denti. Quel dolore era sopportabile, ma colpiva direttamente la sua pazienza, incrementava il suo odio verso quel disturbatore anonimo che non faceva che turbare la quiete della notte, e le creature che la popolavano.
Era prona, con i gomiti poggiati a terra, quando lo udì.
Confusa nel rumore della tempesta intorno a lei, con la sabbia che scalfiva fastidiosamente la sua pelle e alterava le percezioni uditive, la voce gelida ma dolcemente infernale del compagno tedesco penetrò nei suoi timpani. Come un soave fruscio di una serpe, la formula che percepì riempì il suo animo, e seppe che era il potere del Male.
Mentre sollevava i gomiti, ristendendoli, il dolore dell'urto crebbe leggermente, ma non rappresentava nulla di particolarmente grave. Poggiando i palmi delle mani sulla terra, alla Prefetta sfuggì un ghigno silenzioso. La sorte di quella serata era ancora da scrivere, ma comunque fosse andata due indegni avevano subìto il graffio velenoso della vendetta. Purificazione. Purificazione per chi mostrava il viscido languore della stupidità e dell'indecenza.
La giovane aveva deciso di non risollevarsi in piedi. Almeno non in quel momento. Non era certo una stupida: quell'incantesimo, per quanto affascinante potesse essere, poteva aver dato il via ad una battaglia. Uno scontro stava per iniziare, non poteva essere altrimenti. Qualunque stolto avrebbe avuto una qualche reazione ad un affronto del genere, e fare da parafulmini per incantesimi sconsiderati certo non era intenzione della ragazza.
Rimase con le ginocchia puntate sul terreno, le mani appoggiate su di esso. Sollevò la mano sinistra, e con essa il ginocchio destro, portandoli avanti. Dopodiché fece lo stesso con la mano destra ed il ginocchio sinistro. Avrebbe ripetuto quel movimento finché la tempesta non fosse giunta al termine. Come un bambino prima di imparare a camminare, iniziò a muoversi rapidamente su "quattro zampe", continuando dritta di fronte a sé. Velocemente, il più possibile. Quella maledetta tempesta avrebbe avuto una vita d'uscita, prima o poi.
Gli occhi erano socchiusi, ma non serrati del tutto. Avrebbero dovuto scorgere il timido bagliore della luna, non appena fosse stato possibile, e così dare il via per allontanarsi definitivamente da quell'inconveniente.
Era il suo unico obiettivo in quel momento: uscire dalla morsa di quel fastidioso incantesimo che l'aveva intrappolata e riavere finalmente una visione più limpida della situazione.

 
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88 replies since 7/3/2013, 19:28   2612 views
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