| Mya continuava a guardare incerta la figura che si era presentata alla porta del suo dormitorio. Immobili e impassibili le due si osservavano, o meglio Mya la osservava perchè dietro quei due copriobiettivi neri che aveva sul naso poteva esserci anche una strabica o con gli occhi a palla. Ma non aveva libricini e depliant vari in mano, di quelli che si portavano appresso i predicatori del nuovo millennio per convertire le menti ingenue.
"Ha due minuti per ascoltare la parola di Voldemort?" E sbattergli la porta in faccia, procurandogli una frattura del setto nasale facendolo rassomigliare al suo amato Signore.
Ma la damina di giallo vestita non sembrava essere un messaggero di "tu-sai-chi-ma-lo-sa-pure-tutto-il-mondo", per cui restava l'interrogativo sul chi fosse e del motivo che l'aveva condotta alla sua porta. Ma prima che Mya potesse ri-formulare la domanda, perchè sì magari quel caschetto biondo non era fatto di capelli o fibre sintetiche, ma un casco vero e proprio rinforzato in carbonio e la donna non aveva ben inteso le sue parole, questa le portò una mano alle labbra bloccandola. La tassorosso incrociò inevitabilmente gli occhi indirizzandoli a quelle unghie orribilmente smaltate, per poi riportarle al viso della donna. - Don't call my name - *Eh??* - Ma chi te conosce, per quanto ne so puoi esse pure l'ape Maya - Sbottò Mya, allontanando con un gesto la mano di lei dal suo viso. La donna parve farsi sospetta, osservandosi attorno con circospezione. Un'occhiata al corridoio, una all'interno della stanza e una allo smalto, tanto per sincerarsi che fosse ancora là. Poi prese la ragazza per le spalle e la spinse all'interno della stanza, richiudendo la porta. - Che fai tocchi? Noooon si tocca - precisò la ragazzina scollandosi di dosso la strana figura, iniziando a temere che fosse parte di una congiura ai suoi danni. O perlomeno a quelli della sua salute mentale. Agitò le mani in modo scomposto e poi le pose ad X davanti al suo corpo, come fosse un rituale scaramantico. Ma la donna restò imperturbabile a quei gesti e si rilassò su un fianco, guardando (?) la ragazza. Poi si portò una mano al viso e fece per togliersi gli occhiali, rivelando sotto alle grosse placchette nere un... Che se possible erano ancora più strambi dei precedenti, erano gialli come il vestito ma avevano la forma di un'antica cornetta telefonica, messa in orizzontale sul naso di quella che ormai Mya stentava ad identificare come "umana". E scioccamente, e altrettanto inutilmente si chiese come facessero quelli neri di prima a nascondere questi. E ok che erano in un forum gdr, all'interno di un'ipotetica Hogwarts, al cui interno vi era quel ballo in off. L'apoteosi del delirio legalizzato...e dunque perchè porsi simili domande? Mya -che ancora dentro stava ribollendo di nervoso e mefitico astio- era combattuta tra il desiderio di infilare lo strano essere di forza tra il materasso e la rete del suo letto (saltandoci conseguentemente sopra) oppure di chiuderla in uno dei bauli del dormitorio per poi comprimerlo su se stesso fino a trasformarla in una piccola, piccola apetta, e una volta fatto ciò schiacciarla con un martello. *Una splendida, splendida idea*
Ma la donna con fare teatrale si portò la mano al viso e sfilò il nuovo paio di occhiali, porgendolo alla ragazza. E al posto di quelli ne comparvero altri stavolta più simili a quelli dei becchini ma colorati d'uno strano arancio cangiante. Ma quanti ne aveva? Che le partissero direttamente dal cervello? *Forse non è un essere umano, ma un espositore porta-occhiali dalla forma originale* Mya gettò un occhio al paio di occhiali che le veniva dato e scoprì essere un vero e proprio telefono, con tanto di auricolare e microfono, collegato per giunta all.......all'orecchio della tipa. *Ma cosa sei, una Chobit di sottomarca della Pony e Nicrosoft?* -My telephone! M-m-my telephone! - urlò la tipa presa da un attacco di canterite acuta, allungandole l'apparecchio perchè lo prendesse. Mya era quanto mai disturbata da quella presenza, ma sentiva che attraverso quel telefono avrebbe potuto dissipare in parte i dubbi che l'attanagliavano, scoprendo la verità. Na, non è vero, la sua intenzione era quella di gridare con quanto più fiato avesse in gola all'interno della cornetta, sperando di scollegare qualsiasi neurone dal cervello di quella svitata, pure quelli in ferie e in pausa pranzo, tutti. Ma una vocina le arrivò flebile all'udito, ridacchiando. - Buonasera fanciullina... - rideva mestamente all'altro capo del telefono, ma la sua voce aveva un che di familiare, come se fosse stata modificata per apparire più femminile e giuliva. Mya la analizzò qualche secondo prima di giungere alla soluzione. - Paul...?!- Seguì il rumore di un colpo di tosse piuttosto roco, poi di nuovo la risatina leggera. *coff* - Ma cosa dici! Ihihih chi è poi questo Paul? Io sono...la fata Violetta, Turchina era così poco Chic... - si permise di commentare con tono critico, mentre Mya continuava a non capire il senso di quella gigantesca farsa. - Paul...- - Ancora con questa storia piccina? Sono Violetta, la fata dei desideri ..ihih - - Paul...- - BASTA CON QUESTA STORIA SONO LA FATA VIOLETTA VA BENE? - ringhiò mascolinamente la voce. -Ok.... - - Benissimo...dicevo, purtroppo sono in Tour e non sono potuta venire personalmente, quindi ti ho lasciato la mia adepta, lo stile l'ha preso da me eh... - disse nel pieno dell'orgoglio. - E al popolo? No davvero fata Violè, io c'ho sonno, e della tizia-telefono non so che farmene...a meno che non abbia anche la funzione per fare il gelato e lo zucchero filato, in quel caso possiamo parlarne. Mentre discuteva con la pseudo-fata al telefono Mya aveva preso a camminare per la stanza alla ricerca di oggetti contundenti da utilizzare il prima possibile, visto che le parole sembravano non servire. La tizia gialla la seguiva come una coda, legata da quel filo arricciato che la collegava all'apparecchio. Ogni tanto la sentiva canticchiare ... "P-p-p-poker face, p-p-poker face" "I'll follow you until you love me " papa-paparazzi" e il suo livello di acidità saliva. Finchè la goccia che fece traboccare il vaso non fu il ritornello di : Rah-rah-ah-ah-ah-ah! *No, te prego lui no.* Roma-roma-mamaa! *Mi pedini anche in off? Annamo bene* Ga-ga-ooh-la-la! *No è Caga,non Gaga, tu no aborigeno* Want your bad romance *Ma anche no, fanculizzati Rah rah ah ah* Ok senza volerlo lo stava ammettendo, c'era rimasta di merda. O di GAGA. L'esser stata ignorata per un'altra la mandava in bestia e avrebbe potuto consumare il pavimento per quante volte lo stava percorrendo a giro. Poi ci si mettevano pure la stramba e la fata burlona a complicare il tutto. E non trovava oggetti contundenti, diamine. Le sue compagne di stanza avevano solo cuscini morbidini e orsacchiotti vanigliosi sui letti. - Fanciullina ci sei ancora? Sai che c'è un ballo, no? E' per questo che ti ho chiamata! - *Aridanghete* Mya arrestò la cavalcata, ricordandosi di avere ancora il telefono premuto sull'orecchio. Si girò verso la tizia-telefono e questa le sorrise in un modo che la fece rabbrividire. C'era consapevolezza, e decisione, e in quelle labbra stranamente incurvate verso l'alto c'era una qualche idea che lei ignorava. - No. Non c'è nessun ballo - rispose secca la tassorosso, facendo grattare la voce sulla cornetta, come un ringhio - questo ballo non esiste, non ha valenza - - E allora nemmeno questo castello e questa illusione dovrebbero esistere. Ti basterebbe essere Rachele, davvero? - Mya si arrese infine a quell'evidenza. Lei voleva andarci al ballo, nonostante tutto. Lei era la regina dell'Off, cosa ci faceva chiusa in una stanza, come una depressa o una carcerata? - No. Non mi basta...però sono in ritardo. P---fata Violè non è che c'hai due spicci per il nottetempo? - - Ho molto di meglio Mya cara, ma prima ti occorrerà un abito - - Posso avere i sorci che cuciono come a Cenerella? - E a quella richiesta tanto innocente un esercito di mini topini prese ad uscire dal bagno (il che era tutto dire) dall'armadio e dalle cassettiere, trasportando oggetti e stole in gran quantità. Mya li osservò adoperarsi intorno al suo corpo, finchè una topina con un grosso fiocco in testa non le salì sulla spalla e la ragazza potè notare l'espressione innervosita di questa, gli occhietti stretti a due fessure. - Mhh? - - E io che pensavo che le selezioni fossero per la Disney...già mi immaginavo a Parigi, in un bel ristorante, mestolo alla mano...i miei sogni infranti - - Ti capisco - la pattò Mya sulla minuscola testa, con fare fraterno. Avrebbero fatto in tempo?---to be continued (forZZZe)
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