Il caso Stark: candele ed esplosioni, Per Hope

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~Hope™
view post Posted on 17/10/2013, 08:58





Indietreggiò ancora di un passo lanciando occhiate fugaci verso la strada principale alle spalle dell’anziana donna, in attesa magari dell’ingresso di qualcun altro nel piccolo vicolo. Nel contempo prestava particolare attenzione non solo alle parole pronunciate con timore e preoccupazione dalla donna, ma anche all’espressione del suo volto, al linguaggio del corpo che, anche se si fosse trattato della migliore delle attrici, non avrebbe potuto in alcun modo mentire o mostrare lacune. Benché i pensieri della donna fossero reali, c’era qualcosa che spingeva Hope a non fidarsi completamente di lei e del suo racconto; in primo luogo non era riuscita a spiegare realmente chi l’avesse avvertita del suo imminente arrivo a Portsmouth e in particolare, come faceva quell’anziana donna a sapere che Hope avrebbe raggiunto il suo collega proprio in quel bar? La storia degli abiti non babbani reggeva ma solo in parte e quella donna stava nascondendo qualcosa. Abbassò leggermente la bacchetta poiché non era abituata a puntarla in direzione di un’anziana benché potenzialmente pericolosa, ed osservò ancora il suo volto; ricordava perfettamente la scena alla quale aveva assistito all’interno del bar, la donna seduta da sola ad un tavolino, un po’ in disparte, intenta ad osservare ciò che avveniva all’esterno del locale.

-Perché mi stava seguendo? Ha avuto diverse occasioni per fermarmi e parlarmi, ma ha insistito nel voler rimanere in disparte ed osservare il tutto da una posizione più “comoda”. Come posso fidarmi di lei?-

Le iridi verdi, rese meno limpide dall’oscurità creata dalle due grosse costruzioni poste ai margini della viuzza, si soffermarono sui grossi lacrimoni che in breve rigarono le guance pallide e rugose dell’anziana donna, sicuramente turbata e forse spaventata da quella discussione un po’ brusca. Lentamente Hope abbassò il bracciò destro, adagiandolo al fianco, senza però mollare la presa, ormai salda, sulla bacchetta. Fece quindi un passo e poi un altro ancora in direzione della donna.


-La burocrazia lavora sempre, magari in silenzio, lentamente in alcuni casi o troppo velocemente in altri. Ma bisogna avere sempre fiducia e speranza.-

Il tono della voce si fece più mite, meno dure e freddo. In parte la ragazza si sentì in colpa per aver aggredito a quel modo l’anziana donna, benché l’avesse fatto per una giusta causa. Scrutò ancora una volta i lineamenti della donna che in alcun modo ricordavano quelli di Syanna, che probabilmente era stata adottata dalla famiglia Falk molti anni addietro.

-Non mi ha ancora detto come faceva a sapere del mio arrivo a Portsmouth e soprattutto come faceva a sapere che sarei giunta proprio oggi in quel bar? Perdoni la mia insistenza ma sa, sono costretta ad essere diffidente, sempre-

Si fermò a un metro dalla donna e resto ferma quindi, in attesa delle risposte alle domande che aveva formulato in quel breve lasso di tempo. Nonostante fosse presa dalla discussione, Hope non aveva abbassato la guardi e di tanto in tanto osservava la persone camminare ignare, alle spalle dell’anziana donna.




Edited by ~Hope™ - 18/11/2013, 09:43
 
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view post Posted on 13/11/2013, 13:51
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Le domande e i dubbi di Hope erano più legittimi: come fidarsi di un'emerita sconosciuta che sembrava sapere fin troppe cose?
Eppure le lacrime, la voce rotta dal dolore, la preoccupazione... Non erano abbastanza palesi?
L'anziana tirò rumorosamente su col naso e abbassò lo sguardo, apparentemente a disagio.

"Non... Non ero certa che fosse del Ministero, è così giovane... E ho anche avuto difficoltà a starle dietro..."
Sollevò lo sguardo e si batté delicatamente una mano sulla gamba sinistra.
"Sciatalgia..." mormorò "Non posso camminare a passo troppo spedito, altrimenti l'avrei raggiunta anche prima..."
Si soffiò il naso con un fazzoletto estratto dalla veste.
"Oh, ma io non sapevo che sarebbe venuta!" esclamò poi con genuina sorpresa in risposta all'ultima domanda di Hope "Vede, signorina... Dopo quanto successo a mio fratello, gli Auror hanno cominciato a indagare sulla sua vita... Hanno interrogato anche me, ma Tullius è sempre stato un brav'uomo, gliel'ho detto!" soggiunse con gli occhi nuovamente lucidi "Poi, vista la sua sparizione, ho chiesto loro di tenermi informata... E mi hanno detto che oggi sarebbe arrivato qualcuno a dar loro il cambio, e che se avessi voluto delucidazioni l'avrei trovato in quel pub..."
Le mani tremanti, si portò il fazzoletto alla bocca per soffocare un singhiozzo.

 
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~Hope™
view post Posted on 21/11/2013, 10:39





Man mano che le calde lacrime rigavano il viso delicato e rugoso dell’anziana donna, il senso di colpa cresceva opprimendo il cuore ed i pensieri di Hope che lentamente lasciò cadere il braccio destro, li dove le lunghe dita stringevano ancora saldamente la bacchetta magica. Era vero, non poteva permettersi di abbassare la guardi e farsi cogliere impreparata dagli eventi avversi, ma era pur vero che nessuno avrebbe potuto recitare fino a quel punto, trasmettere emozioni così forti senza riuscire a provarle realmente. Lasciò che le iridi verdi si soffermassero sul viso della donna ancora qualche istante prima di tornare a scrutare con attenzione i passanti alle sue spalle che continuavano a passeggiare tranquillamente, ignari di ciò che stava avvenendo in quel vicolo oscuro. Quel dettaglio fuoriprogramma l’aveva costretta a variare i suoi piani, allontanandosi e non poco dall’abitazione di Tullius, li dove, probabilmente l’attendeva ancora il suo collega Irlandese, chiedendosi magari il motivo di quel ritardo. Tornò a guardare l’anziana donna e fece un ulteriore passo in avanti verso di lei e consapevole di dover necessariamente abbassare il tono della voce interruppe le parole della donna, prendendo la parola.

-Non è stata una buona idea quella di seguirmi per tutto il tragitto. In primo luogo qualcuno avrebbe potuto notarci e non va affatto bene, perché le indagini sono riservate e sto cercando di muovermi senza dare troppo nell’occhio. In secondo luogo si è affaticata inutilmente perché per ora non sono in grado di aiutarla. Le consiglio dunque di tornare a casa e restare in attesa di nostre notizie senza prendere iniziative che potrebbero danneggiare sia lei e la sua faglia, sia noi auror.-

Il tono era calmo, pacato. Nonostante le parole usate dalla ragazza potessero risultare pungenti, Hope tentò di limare il tono della voce, cercando di apparire più serena e disponibile di quanto non lo fosse in realtà. Non aveva nulla contro la donna, ma in un certo senso quell’incontro aveva modificato i suoi piani e l’aveva costretta a scegliere un percorso alternativo per raggiungere il luogo stabilito per l’appuntamento. Un po’ di tempo era trascorso da quando aveva girato l’angolo allontanandosi dall’abitazione di Tullius ed era arrivato il momento di tornare sui suoi passi.

-La prego dunque di non seguirmi ulteriormente signora Falk e di lasciar fare al Ministero. So che non è facile provare a fidarsi di un manipolo di sconosciuti, ma le assicuro che faremo del nostro meglio per riuscire a chiudere il caso nel migliore dei modi.-

Adagiò la mano sinistra sulla spalla della donna per poi accennare un sorriso sincero. In fin dei conti poteva comprendere il suo stato d’animo, l’angoscia crescente e la preoccupazione per la situazione del fratello e dei due nipoti, ma cosa avrebbe potuto fare? La guardò negli occhi restando in attesa della sua risposta.



 
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view post Posted on 10/12/2013, 10:32
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Oh, come spiegare a quella giovane così gentile che lei doveva essere presente quando sarebbe andata a casa di Tullius? Non poteva rimanersene lì, con le mani in mano e il cuore in subbuglio!
Sospirò affranta e tentò di imbastire un sorriso fiducioso: non poteva negarlo, l'Auror le ispirava davvero fiducia, però... Però ci sarebbe voluta essere.

"Come preferisce, signorina..." esalò infine "Mi permetta almeno di accompagnarla fino all'appartamento di mio fratello... Non mi intrometterò!" rassicurò poi Hope "Rimarrò in strada ad aspettarla, lo prometto."
Cosa avrebbe fatto dunque Hope? Avrebbe accettato la ragionevole proposta della vecchina, o si sarebbe dimostrata una volta di più irremovibile?
Quale che fosse la sua decisione, bisognava sbrigarsi: Tullius Falk poteva essere gravemente malato, ferito o addirittura morto, e restava anche da scoprire che fine avesse fatto quell'Auror irlandese così misterioso...



Perdona il ritardo ma, giuro, mi era sfuggita la tua risposta! Dai che adesso cominciamo con la quest vera e propria ;)
 
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~Hope™
view post Posted on 28/12/2013, 09:32





Benché il discorso imbastito dalla donna potesse risultare semplice e scontato per Hope non lo era affatto. I concetti di famiglia, affetto fraterno le erano completamente sconosciuti anche se avrebbe dato qualsiasi cosa pur di comprendere a pieno lo stato d’animo della donna e la motivazione che la spingeva a combattere fino a trovarsi in una situazione di palese pericolo per la sua incolumità. Infastidita dal senso di vuoto provocato da quei pensieri Hope distolse lo sguardo dal viso della donna e si limitò ad osservare i passanti alle sue spalle sperando di non invogliare, con quell’atteggiamento, la donna a fare altre domande che in quella situazione sarebbe risultate del tutto fuori luogo. Rhaegar non avrebbe tollerato un atteggiamento del genere, non avrebbe dovuto mischiare sentimenti personali con ragioni di lavoro e come al solito stava peccando di ingenuità, quell’ingenuità che molto probabilmente sarebbe sparita solo con il trascorrere del tempo. Tornò quindi a scrutare le iridi della donna sorridendole. Afferrò con decisione le grosse mani rugose adagiandole sulle sue e senza abbandonarla con lo sguardo le parlò con estrema sincerità e chiarezza.Sono davvero costernata, mi creda, ma la necessità mi impone di invitarla nuovamente a tornare a casa. E’ pericoloso starmi così vicina e io non voglio mettere a repentaglio anche la sua vita oltre alla mia. Se dovesse succederle qualcosa non me lo perdonerei signora Falk e ho bisogno di concentrarmi sulle indagini senza dover preoccuparmi anche di lei.- Parlò lentamente, senza mai abbandonare quel leggero sorriso che ora le increspava le labbra.So che è difficile farlo ma provi a fidarsi di me, ho bisogno della sua fiducia per portare a termine il mio incarico nel migliore dei modi, ma soprattutto ho bisogno che lei resti a casa al sicuro.-
Lentamente lasciò andare le mani della donna accompagnandole lungo i fianchi. Aveva perso fin troppo tempo e se il messaggio raccolto al bar del porto era veritiero, doveva essere in forte ritardo sulla tabella di marcia. Scrutò un’ultima volta la donna negli occhi prima di muoversi in direzione della strada principale senza aggiungere altro sull’argomento. Eppure sapeva bene che le sue parole non sarebbero bastate e molto probabilmente la donna avrebbe agito di testa sua, ignorando le sue richieste, l’aveva messo in conto.
-Sono sicura che ci rivedremo presto, molto presto. Buona giornata- Aggiunse prima di immettersi nuovamente sulla strada, mescolandosi al flusso di gente che occupava il marciapiede. Naturalmente Hope riprese il suo cammino nella direzione opposta in modo da riuscire a tornare indietro fino al numero civico indicato nel pezzo di carta. Aveva fatto la scelta migliore? Non le era dato saperlo, solo il fato avrebbe potuto rispondere a quella sua domanda.




 
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view post Posted on 3/1/2014, 14:58
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"Arrivederci..." fu quanto esalò la povera Edna osservando Hope che si allontanava inesorabilmente dal vicolo.
La giovane e caparbia Auror aveva seguito le regole più che il cuore, ma non aveva di che rammaricarsi: era stata ligia al dovere, cosa encomiabile e di certo ardua di fronte alle lacrime di una povera vecchina.
Donovan Street era leggermente più affollata di prima ma nessuno, intenzionalmente o meno, rallentò la marcia di Hope verso la sua destinazione: in breve la giovane fu di nuovo davanti al portone accanto al quale campeggiava il numero 234.
Ora cominciava la vera e propria missione e, soprattutto, la parte più oscura: cosa avrebbe trovato lì dentro? Il cadavere di Tullius Falk? Una trappola? E soprattutto, avrebbe dovuto bussare o utilizzare altri artifizi per fare il suo ingresso nell'appartamento?

 
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~Hope™
view post Posted on 13/1/2014, 19:33





Il tempo continuava a scorrere inesorabile, così come i passi che rapidamente la portavano sempre più vicina alla meta. Riconobbe i vari negozietti che poco prima aveva visto scorrere alla sua destra, percorrendo ora la strada a ritroso e finalmente raggiunse l’incrocio, all’altezza del quale aveva preferito prendere una direzione diversa per depistare eventuali inseguitori. Il sole continuava a splendere alto nel cielo e gli occhiali da sole le permettevano di sfuggire ai raggi abbaglianti e quindi riuscire a scrutare meglio la zona. Il numero 234 era scritto, ben visibile, sul muro, all’altezza di un piccolo portone, intorno al quale non sembrava esserci nessuno. Gavin Cooper aveva scelto probabilmente di attenderla all’interno dell’edificio, ma quella scelta lasciò Hope un po’ perplessa; in effetti l’uomo nell’ultimo biglietto, non aveva specificato di trovarsi in prossimità dell’edificio, limitandosi ad incoraggiarla a recarsi li il più presto possibile. Si fermò quindi in prossimità dell’edificio e dopo essersi guardata intorno alla ricerca di qualcuno che potesse lasciar intendere di non esser li per caso, tornò ad osservare l’edificio. La bacchetta era ancora riposta tra la cintola dei jeans e la pelle delicata dell’addome, impossibile per la donna non avvertirla, ma in alcun caso avrebbe potuto utilizzare la magia per entrare poiché numerosi babbani affollavano la strada, seppur distratti o comunque, affaccendati in altro. Hope scelse quindi di avvicinarsi alla porta ed afferrare la maniglia. Che senso avrebbe avuto bussare? Comunicare ad eventuali presenti il suo imminente arrivo e magari combinare un gran casino e non concludere nulla di buono. Se solo ci fosse stata una stradina deserta al fianco della palazzina, avrebbe potuto sperare di castare qualche incantesimo inosservata, e valutare il da farsi con più attenzione. Guardandosi quindi intorno per valutare quella possibilità provò a muovere con delicatezza la maniglia.




 
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view post Posted on 17/1/2014, 08:20
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Prudente e attenta, la giovane Auror scelse saggiamente di non rischiare ed esporsi utilizzando la magia.
La sua mano saggiò delicatamente la maniglia del portoncino d'ingresso, una maniglia come mille altre: purtroppo quando provò ad abbassarla, incontrò una certa resistenza dall'altro lato.
La porta era evidentemente chiusa a chiave. O incantata, arduo dirlo dall'esterno. Ma cos'era quell'iroso borbottio, basso e durato appena un paio di secondi, che era sembrato provenire dall'interno dell'appartamento?
Hope avrebbe dovuto trovare un'altra via, sebbene di vicoli secondari non ve ne fossero.
Eppure, eppure... Molte case sono dotate di ingressi sul retro, deputati alle più svariate funzioni. Dare un'occhiata al retro per sincerarsene non sarebbe stata una cattiva idea, datosi che Hope avrebbe infatti trovato una porticina bianca e decisamente meno Babbani dagli occhi curiosi...

 
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~Hope™
view post Posted on 20/1/2014, 18:43





Un gesto semplice che però si rivelò del tutto inefficace, ma del resto cosa poteva aspettarsi? Di riuscire senza intoppi a penetrare all’interno dell’ abitazione con estrema facilità? E magari trovarci dentro il signor Stark imbavagliato e legato per bene pronto per essere interrogato al Quartier Generale? Sbuffò infastidita dalla situazione e dalla posizione di netto svantaggio nella quale si trovava; quel caso pareva farsi sempre più ingarbugliato ma comunque interessante dal punto di vista della giovane auror. Se per lo meno fosse stata notte fonda nessuno avrebbe notato il luccichio proveniente dalla punta della sua bacchetta magica, unico testimone di un eventuale incantesimo castato. Ma a quell’ora del giorno la via era fin troppo affollata e l’idea di lasciare la bacchetta al suo posto, sotto la camicia leggera, sembrava la più indicata. Si portò la mano destra al viso e dopo aver abbassato leggermente gli occhiali da sole, sollevò lo sguardo per osservare le finestre poste al piano superiore. Improvvisamente però qualcosa, proveniente dall’interno dell’abitazione stessa, attirò la sua attenzione, costringendola a fare un ulteriore passo verso la porta per riuscire a riconoscere quello strano rumore. Fu un attimo durante il quale a Hope parve di percepire un lamento iroso provenire dall’interno della grande casa, non più tardi del suo tentativo di aprire la porta dalla maniglia. Che qualcuno all’interno si fosse accorto di quel tentativo? Almeno aveva avuto la conferma che quella casa non era del tutto disabitata e che doveva far presto e trovare un modo per entrare senza dare troppo nell’occhio e senza attirare troppo l’attenzione del misterioso abitante. Fece un passo indietro e tornò ad osservare la casa, una tipica abitazione inglese, di quelle dotate di piccoli ingressi sul retro, magari munite di giardino e barbecue da utilizzare all’occorrenza. Tornò a posizionarsi gli occhiali scuri dinnanzi alle iridi chiare per proteggerle dai raggi, ancora intensi, del sole e dopo aver lanciato un’ultima occhiata furtiva alle finestre dei piani alti decise di girare intorno alla casa per provare a confermare la precedente ipotesi. Le bastò fare qualche passo in più per ritrovarsi sul retro, dove una piccola porticina bianca pareva esser stata messa li apposta per lei. -Bingo!- proferì in un lieve sussurro. Non solo aveva trovato il modo di entrare senza dare troppo nell’occhio, ma trovandosi sul retro dell’abitazione, difficilmente avrebbe avuto modo di incontrare qualche babbano curioso, e ciò le avrebbe permesso di utilizzare qualche incantesimo. Girò il viso prima a destra e poi a sinistra e contemporaneamente infilò la mano sotto la camicia per afferrare la bacchetta dal manico finemente intagliato. Tornò quindi ad osservare la piccola portina bianca, e dopo essersi opportunamente avvicinata, tirò fuori la bacchetta. L’incantesimo che aveva scelto di castare non era per nulla semplice, poiché richiedeva non solo grande abilità magica, ma anche e soprattutto grande forza di volontà. Hope si soffermò con lo sguardo sulla piccola portina bianca e dopo aver puntato la bacchetta contro di essa, che in quel momento rappresentava per la donna l’ingresso dell’abitazione, lasciò fluire la sua energia magica verso il piccolo bastoncino di legno che stringeva tra le dita. Inconsciamente, nella sua mente, apparve l’immagina di Scianna, rintanata nel piccolo letto del San Mungo, ormai non più in pericolo di vita ma sicuramente toccata nel profondo dell’anima dagli avvenimenti vissuti; affianco a lei l’immagine dell’anziana donna incontrata qualche minuto prima, il viso solcato da amare lacrime, seriamente preoccupata per la sorte del fratello. Era tutto nelle sue mani, e non poteva sbagliare, non doveva. Provò a svuotare la mente, lasciando che lentamente la formula dell’incanto scelto risuonasse chiara e decisa *Homenum Revelio*. Aveva bisogno di sapere quanti erano presenti all’interno dell’abitazione prima di fare irruzione. Sapeva bene di essere ancora acerba ed inesperta, ma sapeva anche di possedere una grande forza di volontà che l’aveva accompagnata fino a quel punto e che mai l’avrebbe abbandonata. Il resto era nelle mani del fato.




 
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view post Posted on 10/2/2014, 08:45
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Hope era stata ripagata dei suoi sforzi quando aveva trovato un'invitante porticina sul retro, riparata e che le consentisse di sfoderare la sua abilità magica senza infrangere almeno una dozzina di leggi per la protezione dei Babbani.
Ciononostante scelse saggiamente di imboccare la via della prudenza, strada più lunga ma certamente meno rischiosa: scelse infatti di utilizzare l'ostico ma utilissimo Homenum Revelio.
La giovane Auror era concentrata e più che determinata a portare a termine la missione, oltre che dotata di ottime potenzialità: fu dunque per questo che, appena ebbe pensato le due parole dell'incantesimo, poté notare come dalla punta della sua bacchetta fossero sbucati due esili raggi simili a cordicelle che, strisciando come serpenti, si insinuarono sotto la cornice della porta. O almeno ci provarono.
Qualcosa, infatti, parve bloccare l'avanzata di quei bizzarri prodotti dell'incantesimo, costringendoli ad attorcigliarsi e a svanire.
Tuttavia l'Homenum Revelio aveva parzialmente funzionato: il numero degli sparuti raggi evocati stava a significare che nelle immediate vicinanze - forse proprio dietro quella porta - vi fossero due individui. Se poi all'interno dell'appartamento vi fossero altre presenza, questo non era ancora dato saperlo.

 
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~Hope™
view post Posted on 19/2/2014, 19:20





Spinta dal desiderio di sapere, di conoscere con precisione il numero di persone presenti all’interno della casa Hope si concentrò al massimo per castare l’incanto scelto nel migliore dei modi. Doveva ammettere che non erano state molte le occasione per provare quella magia assai antica e complicata, ma del resto era maturata e non poco e non vi era tempo per i dubbi o le incertezze. Il suo sforzo però venne premiato dal fato e prontamente, dalla punta della sua bacchetta, fuoriuscirono due esili raggi, simili a delle cordicelle che si spinsero sinuosi verso la porticina bianca e si adagiarono al suolo, pronti a intrufolarsi al di sotto della porta ma qualcosa bloccò il loro avanzare e dopo qualche attimo di esitazione la magia si perse fino a svanire del tutto. Hope sospirò perplessa, era chiaro che la casa era stata protetta dalla magia esterna ma fortunatamente l’incanto appena castato le aveva comunque rivelato qualcosa di significativo e non era stato del tutto inutile. Molto probabilmente all’interno vi erano due persone, anche se in alcun modo avrebbe potuto averne la certezza. Non le restava che entrare per sfatare ogni dubbio e rendersi conto, con i suoi stessi occhi di ciò che stava accadendo all’interno, poiché in realtà si aspettava tutto fuorché che l’auror irlandese fosse giunto sul posto dell’appuntamento in compagnia. Strinse ancora una volta tra le dita il sinuoso bastoncino di legno e con passo leggero si avvicinò ala piccola porticina bianca. Il tempo continuava a scorrere veloce, le pareva quasi di avvertire una sorta di ticchettio sinistro nel cervello che la spingeva a procedere in avanti, senza più tornare indietro, senza continuare ad esitare sul da farsi. Doveva entrare, doveva superare quella sottile portina bianca e trovare risposta alle numerose domande che le affollavano la mente. Sarebbe bastato un banalissimo Bombarda a far saltare in aria quelle assi di legno, ma il fragore dell’esplosione avrebbe anche richiamato l’attenzione dei passanti e in breve si sarebbe trovata in un mucchio di guai. Doveva riflettere, pensare rapidamente alla mossa successiva. La casa era chiaramente protetta da incantesimi e avrebbe dovuto iniziare da quel punto, da quel primo nodo da sciogliere. Doveva “eliminare” quella porta, farla saltare, renderla invisibile, annullarla. Non vi era più tempo per verificare se essa fosse aperta e supporre o magari indovinare l’incantesimo utilizzato per proteggerla. Agire e subito! Strinse in maniera ancora più salta la bacchetta tra le dita e sollevando il bracciò destro la puntò in direzione della porta. La presa era ben salda, la volontà ferma, doveva riuscire, doveva varcare quella soglia e andare fino in fondo, doveva riuscire. -*Vertus Tenuis*- la formula dell’incanto riecheggiò nella sua mente, chiara e precisa. Hope voleva rendere inconsistente quella porta, visibile, eterea, ma inconsistente, giusto il tempo necessario a permetterle di superarla senza grosse difficoltà e penetrare finalmente all’interno della casa.



 
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view post Posted on 6/3/2014, 10:48
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Molte cose si sarebbero potute dire della giovane Hope Lancaster, ma di certo non che si arrendesse o che si perdesse d'animo facilmente.
La porta era bloccata, chissà come - o da cosa -, ma l'intraprendente Auror non aveva esaurito gli assi nella propria manica.
Con un notevole sfoggio di conoscenze magiche, Hope ricorse a un incantesimo alquanto interessante, dal bizzarro effetto di rendere inconsistenti gli oggetti contro cui veniva scagliato.
Ottima trovata, in effetti, ma... Sì, i "ma" sembravano farla da padroni in quella giornata!
Come accertarsi che l'incanto avesse funzionato a dovere? La porta rimaneva immota e, almeno all'apparenza, solida, celando eventuali indizi sulla riuscita o meno dell'incantesimo.
L'unico modo per verificare un successo o un fallimento era, letteralmente, "toccare con mano".
Era però questa una mossa astuta? Quella porta, i rumori di poc'anzi... Potevano celare qualche pericolo?

 
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~Hope™
view post Posted on 8/3/2014, 10:31





Sapeva che l’incantesimo castato era fuoriuscito dalla punta della sua bacchetta, ne aveva avvertito la forza, quel brivido intenso che percepiva ogni qual volta la forza magica presente all’interno del suo corpo si riuniva fino a giungere a livello della mano destra, incanalandosi quindi all’interno del leggero bastoncino di legno. Ben altra cosa era poter constatare con mano la riuscita di tale incanto, poiché il Verto Tenuis veniva adoperato per rendere gli oggetti inconsistenti ma pur sempre visibili. Sarebbe risultato assai semplice protendersi in avanti fino a sfiorare con le dita la piccola portina in legno per testare la riuscita dell’incanto, ma cosa sarebbe successo se l’incantesimo fosse riuscito e d’un colpo si fosse ritrovata all’interno della casa? Avrebbe sicuramente messo a repentaglio non solo la sua vita, ma l’intera riuscita dell’indagine per una sciocca e banale mancanza. E no, non poteva affatto permetterselo, non ora che era giunta fino a quel punto, fin sotto l’abitazione di Tullius Stark. D’altro canto non aveva molto tempo per riflettere sulla tattica migliore per sorvolare quel piccolo inconveniente, e nella mente sentiva le lancette un fantasioso pendolo che procedevano in avanti scandendo con decisione lo scorrere del tempo. L’unica tattica che pareva utile a sorvolare quel problema, permettendole quindi di valutare la corretta esecuzione del precedente incantesimo, e riuscire a penetrare all’interno dell’abitazione senza farsi notare eccessivamente, era quella di divenire nuovamente invisibile o quasi. Per l’ennesima volta, quella mattina, Hope decise di affidarsi all’incantesimo di disillusione, legandosi alla speranza che le persone presenti all’interno dell’abitazione avessero un potenziale magico inferiore al suo. Ma del resto non poteva confidare sempre nell’astuzia, scegliendo la tattica migliore per non rischiare. In quell’occasione doveva rischiare, pur sempre con parsimonia, e con un pizzico di audacia. Strinse nuovamente saldamente le dita intorno alla bacchetta magica puntandola nuovamente contro se stessa senza però sfiorare in alcun modo le vesti e mentalmente pronunciò con chiarezza e particolare riguardo agli accenti, la formula che ormai da qualche istante rimbombava con insistenza nella sua mente -*Séoccùlto*-. Aveva intenzione, dopo aver valutato la riuscita del secondo incanto, di penetrare all’interno dell’abitazione e valutare ciò che stava avvenendo all’interno. Doveva farlo, doveva riuscire per non deludere Rhaegar e soprattutto per non deludere se stessa a le persone alle quali aveva promesso qualcosa di davvero importante.



 
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view post Posted on 10/3/2014, 10:38
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Così vicina al suo obiettivo, almeno all'apparenza, eppur sempre così cauta.
L'addestramento Auror di Hope pareva essere stato del tempo decisamente ben speso: Rhaegar sarebbe stato più che orgoglioso di lei!
Per la seconda volta in quella mattinata, a ben poca distanza l'uno dall'altro, la giovane castò un perfetto Seocculto, celandosi agli occhi di... Beh, non vi era nessuno nei paraggi, ma vista l'idea di Hope di irrompere nell'abitazione era stata un'idea decisamente apprezzabile.
L'incanto aveva appena funzionato a dovere, quando una voce squarciò il silenzio che dominava in quel luogo.

"Nessuno passerà, Tinky non farà passare nessuno..."
Una voce bassa, cantilenante e proveniente esattamente da dietro la porta - immateriale ma apparentemente solida - che Hope stava apprestandosi ad attraversare.
L'Homenum Revelio di qualche istante prima aveva sì rivelato delle presenza all'interno della casa, ma Hope non avrebbe potuto avere idea della loro posizione: ora, forse, un paio di indizi li aveva guadagnati...

 
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~Hope™
view post Posted on 29/3/2014, 10:27





Avvertì nuovamente il suo potenziale magico fluire attraverso il braccio, fino a raggiungere la bacchetta, per poi espandersi a tutto il suo corpo, ancora una volta, nel corso di quella strana mattinata. Sapeva che lentamente stava diventando invisibile ai babbani e alla maggior parte dei maghi, ma nel medesimo istante era consapevole che qualcuno, con un potenziale magico ben più elevato rispetto al suo, avrebbe potuto vederla, più che bene. Ma non le importava in quel momento, poiché era stanca di porre attenzione a ogni più piccolo dettaglio, ed era ormai giunto il momento di esporsi e rischiare per venire a capo di quella situazione; del resto cosa aveva ottenuto fino a quel momento? Le indagini parevano ferme nel medesimo punto e probabilmente qualcuno in quel momento era in attesa del suo aiuto. Eppure non fece in tempo a muovere un passo in direzione della porta una strana voce, proveniente dall’interno, attirò la sua attenzione e la costrinse a restare ferma immobile, in attesa. *Ma cosa diavolo..* pensò incerta e nuovamente indecisa sul da farsi. La voce pareva provenire esattamente da dietro la piccola portina, ma fu impossibile per la giovane donna, riuscire a comprendere a chi potesse appartenere. Dal tono, non sembrava affatto la voce di una persona, ma piuttosto quella di una “creatura”, magari un elfo domestico o chissà cosa. Scosse leggermente il capo e mantenendo la bacchetta magica ben stretta tra le dita Hope decise di fare un altro passo in direzione della porta. Avrebbe potuto decidere di fare irruzione all’interno della casa con discrezione e lentamente magari, ma ciò si sarebbe rivelato alquanto rischioso, poiché il proprietario di quella strana vocina, avrebbe avuto tutto il tempo di notare la sua presenza. Oppure le sarebbe bastato entrare di colpo, senza dare il tempo alla creatura di rendersi conto di quel che stava accadendo, portandola così in una posizione di lieve vantaggio. I pensieri, insieme alle numerose idee, vorticavano nella sua mente, mentre il tempo scorreva ineluttabile. Non era il momento di perdersi, non li, non in quel modo. Non le restava che agire e sperare che la fortuna, almeno in quel caso, volgesse dalla sua parte. Fece un passo indietro prima di lanciarsi letteralmente verso la piccola porticina bianca, pronta ad affrontare i pericoli da essa celati, con la bacchetta ancora saldamente stretta tra le mani.



 
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