| ~Hope™ |
| | La vita era fatta di scelte, alcune esatte, indovinate, ragionate. Altre sbagliate, dettate dalla fretta, dalla voglia di mettersi alla prova, dall’istinto. Hope aveva compiuto numerose scelte fino a quel momento, da quando aveva intrapreso quell’indagine aveva compiuto delle azioni, castato incantesimi, preso decisioni, fino a ritrovarsi fuori da quella casa, dove presumibilmente viveva Tullius. E ancora una volta era pronta a rischiare, mettersi alla prova, decisa a valutare se le sue scelte erano state corrette o meno. Un ultimo sguardo al sole che alto nel cielo, indicava l’avanzare incessante del tempo, una breve rincorsa e *Via..* pensò, muovendosi in direzione della porta. Avvertì un brivido inteso nel momento in cui il suo corpo attraversò la porta, inevitabilmente avvolta dalla magia precedentemente castata, e infine si fermò, prima di riaprire gli occhi, dando loro modo di abituarsi a quel cambio repentino di luce. Le iridi smeraldine scrutarono con attenzione la modesta cucina, impolverata. Lo sguardo corse all’antico mobilio, colmo di posate utilizzate e mai riposte; uno spettacolo quasi ovvio se realmente quella casa era abitata da un uomo. Mentre era ancora intenta a scrutare la modesta stanzetta una vocina stridula catturò l’attenzione dell’auror, costringendola ad indietreggiare di qualche passo. Un piccolo elfo domestico era comparso in direzione del mobilio, proprio in prossimità di quelle vecchie e sudice ante, e del tono della voce, quanto dall’espressione del viso, fu facilmente deducibile che non fosse affatto entusiasto della visita inaspettata da parte della donna. Era li pronta ad agire, quantomeno a rendere “innocua” la piccola creatura, quando un raggio di luce rossa, inaspettato, la colpì in pieno petto, sollevandola da terra. Hope avvertì nuovamente quel brivido non appena il suo corpo riattraversò la porta magicamente incantata, prima di terminare a terra. -Dannazione!- Disse contraendo i muscoli doloranti, pronta a reagire a un secondo attacco da parte dell’elfo, ma ciò non avvenne. Una seconda voce, altrettanto stridula, ma ben più gentile, solleticò il suo orecchio, e la costrinse a fissare, ancora una volta la sagoma di Edna. Con la mano destra strinse saldamente la bacchetta magica, mentre con l’altra iniziò a massaggiarsi i lombi doloranti, senza smettere però di fissare l’anziana donna. Era quasi ovvio che ella avrebbe preso parte alla missione, seppur Hope le avesse precedentemente consigliato, per la sua sicurezza, di restarne fuori, ma del resto, chi meglio di lei poteva sapere quanto riuscisse ad essere cocciuta una donna? Le labbra si incresparono in un lieve sorriso e dopo aver afferrato la mano di lei, si tirò su, senza però abusare eccessivamente di quella gentilezza. -Non si preoccupi Edna, Tinky ha semplicemente fatto il suo dovere. Non vi è nulla di sbagliato in questo.- Disse ritrovandosi a guardare nuovamente la vecchia casa dall’esterno. -Noto che ha deciso di fare di testa sua e di non seguire il mio consiglio. Dovrò farmene una ragione giusto?- Chiese bonariamente alla donna, tornando a fissarla con le iridi smeraldine. Era davvero convinta di esser riuscita a convincere Edna con le sue parole, tuttavia la sua presenza poteva rappresentare un vantaggio in quell’occasione, un vantaggio da dover cogliere al volo. Si avvicinò a lei, decisa più che mai ad andare a fondi di quella faccenda. L’Homenum Revelio le aveva svelato la presenza di due persone all’interno della casa, quindi presumibilmente, oltre ad Edna c’era qualcuno, qualcuno che non aveva ancora rivelato la sua presenza. Osservò la donna negli occhi prima di parlare, aveva bisogno che lei comprendesse a pieno il senso reale delle sue parole. -Edna … ho davvero bisogno di parlare con vostro fratello, e so, che non siete sola in casa. Lasciatemi entrare, lasciatemi fare. Abbate fiducia in me-
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