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| Tutto ciò che stava accadendo in quella serata era così assurdo che anche Sophie stessa stentava a crederci. Non solo quello che stava accadendo, ma soprattutto tutto quello che stava dicendo era assurdo. Cosa le stava passando per la testa? Era veramente così incosciente e dura che si sarebbe addentrata nella Foresta Proibita? Non poteva, purtroppo, prevedere il futuro, non aveva idea di cos'avrebbe deciso di fare quella notte, ma decise anche in questo caso di lasciare che le cose scorressero, senza pensare due volte. Ascoltò attentamente le parole del giovane Prefetto, che stava cercando, forse inutilmente, di convincerla a fare un passo indietro e a riflettere sulla decisione che stava per prendere. E l'avrebbe fatto, certo che l'avrebbe fatto. Ci stava già riflettendo, e anche abbastanza.
-In effetti, Toobl, hai ragione. E' arrivato il momento di smettere di parlare e pensare ai fatti. In poche parole è giunto il momento di andare.-
Quale momento migliore per andare incontro al pericolo? La notte fonda. La Serpeverde, nei suoi quindici anni di vita, aveva avuto paura molte volte e, doveva ammetterlo, in quel momento l'ansia si stava facendo sentire parecchio. Le sue azioni erano dettate dall'impulsività, non stava affatto pensando un minimo a quello che avrebbe fatto, stava semplicemente improvvisando.
-...ma sappi che la vita non funziona cosi. Se non c’ero io stasera saresti morta.-
Era talmente ovvio. Lo scopo di Daddy era quello di far cambiare idea alla giovane ragazza, e d'altronde, la spilla che portava in petto lo portava ad intraprendere quella strada, per evitare che qualsiasi studente, della sua Casata e non, finisse nei guai. Ma Sophie Armstrong aveva la testa dura come la roccia, e non si sarebbe fatta sfuggire quell'occasione. Superò il ragazzo dalla parte destra per dirigersi verso l'uscita della Torre di Astronomia, cercando di fare attenzione a non toccare nessuno degli aggeggi presenti nella stanza. Si fermò a pochi passi dall'uscita e si voltò nuovamente verso il Prefetto. Il suo sguardo era allora serio, e forse esprimeva anche un po' di paura mista con ansia.
-Hai paura?-
Una domanda seria, pronunciata a bassa voce e quasi tremante. Non aveva idea del perché gli aveva posto tale domanda. Sapeva perfettamente che egli aveva paura, soprattutto dopo esserci già stato. Forse voleva solo autoconvincersi, di cosa non sapeva. Ma, forse, non avrebbe avuto il coraggio di varcare quella soglia.
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