| La storia dei nove uomini e una bandiera. Allora, che scrivere? Sono le 10,09, il fuso orario (non) si fa sentire, fuori c'è la neve e sono entusiasta. Non se sia normale che io sia entusiasta senza un motivo apparentemente logico, ma mi capita di esserlo spesso negli ultimi periodi. Perché?.. Già, perché? Non lo sono nemmeno io, ma immagino che sia per qualche merito speciale e solo per mano dell'Onnipotente in cui credo con tutto me stesso e in cui non smetterò mai di credere. Qualche anno fa, nel 2013, cioè, qui iniziava la Rivoluzione della Dignità. Un popolo si ribellava agli ordini di un tiranno malvagio. No, certo, non sono per la libertà. Secondo me la libertà ha portato più male che bene nel corso degli anni. Io sono per l'Utile. E quella rivoluzione è stata utile. Ai tempi, mi ricordo, mi chiedevo cosa dovevo fare. Insomma, stringere il patto di affiliazione con l'Unione Europea non era una buona mossa, specialmente dal punto di vista strategico. Del resto, l'Unione Europea offre molti spunti, ha molti lati positivi, permette una sana meritocrazia e il capitalismo, alla fin dei conti, non è poi tutto sto male come talvolta si vuol far credere. Lo pensavo anche nel 2013, ma non volevo (e mai vorrò) che il mio Stato entri nell'ottica di un'associazione atea, laica, progressista, che mette l'uguaglianza su ogni altra cosa, che promuova leggi dannose per sé stessa e che, alla fin dei conti, danneggia i suoi stessi soldi. Non lo voglio nemmeno ora, quando per via della questione d'immigrati si rischia di perdere la propria identità nazionale, infangare delle tradizioni millenarie e mischiarsi con gli altri fino a diventare uno solo. Non lo voglio perché le politiche di salute impostate sono troppo liberali. Perché combatterò con tutto me stesso affinché obbrobri di vario genere, come certi "diritti civili", non passino anche qui. Ciononostante, quando al tempo le cose si misero subito male e le persone scese in piazza vennero praticamente massacrate da cariche di polizia (e chi mi conosce sa che io con la polizia non ho mai avuto un bel rapporto), capii che non potevo stare lì a guardare come i coetanei combattono per una causa sbagliata. Dovevo farlo anche io... combattere per una causa sbagliata intendo. Ma al tempo non era tanto il fatto che le idee erano sbagliate. Al tempo era più il fatto che c'erano due schieramenti e io, per nascita e forse anche per storia, mi trovavo in quello europeista. Così decisi di andare a Kiev. Lo comunicai ai miei più o meno così: -Ho preso una decisione importante. -Ti sposi? -Eeeeeeeh... non proprio. Poi mi chiarii, che volevo partire per Kiev. Acquistai i biglietti. Al tempo costavano 350 grivnie (tempi d'oro! che ora ocstano più di 750!) e mi preparai ad andare. E poi *puff* mi dissero. Non ce n'era bisogno di andare nella capitale perché vi erano già tipo 2 milioni di persone. Forse quella era stata la mia salvezza (visto che poi morirono 120 persone e circa 80 vennero disperse), o forse no. Fatto sta che rimasi qui, ad aiutare la gente sul posto raccogliendo gomme per auto e pietre di vario genere da spedire poi a Kiev. La situazione precipitò, bruscamente, quando il Presidente diede l'ordine alle forze militari di ripiegare verso la capitale, in modo da fermare le proteste. Era gennaio. Temperatura circa -12. Se andavi a pisciare di lato ti si congelava tutto e l'urina tipo fumava. Ero vicino a una base militare qui a Leopoli. Bloccammo le uscite con le gomme per auto che bruciavano intensamente sprigionando del fumo nero incredibile. Semmai lo respiravi, un cancro ai polmoni ti era garantito. E poi, di notte, quando i militari cercavano di sfondare perché avevano un ordine preciso e tu eri li a bloccare i cancelli, perché tanto sia i protestanti che i militari sapevano che era meglio non andare da nessuna parte, si creava una fratellanza unica. Vi era un cameratismo incredibile. Gente che si è conosciuta da pochi giorni che si abbracciava, faceva muro, si scambiava gli ultimi panini per trascorrere un'altra notte al gelo mentre i tuoi ti chiamavano e non dormivano pure loro perché tutti, - tutti! - sapeva quanto fosse importante non solo resistere e tenere le posizioni, ma anzi avanzare. Credo, che, a parte gli eventi successi quest'anno (il 19 marzo, se non sbaglio), siano stati dei momenti più belli della mia vita. Quella fratellanza me la ricordo ancora, quei brividi li percepisco ancora e se succedesse di nuovo farei di tutti, di tutto per rivivere tutto quello nonostante il gelo, il freddo, la fame e le notti insonni. Perché mettersi in gioco, rischiando pure di prendersi qualche proiettile (o qualche scaglia di una granata luminosa, che quei pazzi lanciavano per liberarsi), è qualcosa che fa sentire vivi per davvero. Nessuna serie tv, nessuna partita di calcio, nessun libro (beh, a parte qualcuno), può trasmettere davvero l'adrenalina di quei momenti. Niente può fare capire quanto sia dannatamente bello interrompere un festival dell'uguaglianza a suon di pietre, o quanto dolore si provi nel venire picchiato da un poliziotto in tuta antisommossa sul braccio con uno di suoi quei bastoni. Ma anche l'adrenalina che c'è quando sei in mezzo ai giochi, agli schieramenti, quando la polizia si copre con gli scudi e tu lanci le pietre e tanto metà di quelle che lanci prenderà qualcuno in testa, e l'altra metà i imbatterà contro auto bus, auto e semplicemente semplici passanti. Perché tutto questo? Perché credo che ovunque nel mondo vi è troppa gente che si lamenta senza fare niente. E' una mia convinzione e resterà con me per sempre, ormai. Perciò, leggendo queste righe, vorrei che i lettori capiscano: non vi è niente di impossibile, la vostra vita è nelle vostre mani, e le vostre mani non devono avere paura. Chi vuole raggiungere il successo può farlo in Italia, in Africa, in Cina, in Giappone, in Ucraina, negli Stati Uniti oppure su Marte. Una persona che ama mettersi in gioco, distruggersi completamente e migliorarsi, ci riuscirà comunque. Non esistono missioni impossibili. Niente è impossibile. E basta volerlo davvero, combattere ogni giorno, lottare, con una decisione ferrea e determinazione, per vedere che anche i propri desideri più assurdi si possono realizzare. Non importa se sia per imporsi sugli altri, o se si voglia solo raggiungere il successo economico ed essere autosufficienti, staccarsi dalla propria famiglia e magari comprarsi una villa. Perché lo dico? Perché l'ho capito. Quando ero tornato qua in Ucraina, lo avevo fatto per un sentimento patriottico più che per altro. L'Italia non faceva per me, anche se il futuro (e lo sostengo tutt'ora) è più roseo in Italia. Ci sono più possibilità, bisogna solo saperle sfruttare. Da allora ho raggiunto tanti traguardi, ho fatto moltissime cose, sto per pubblicare il mio primo libro, studio, lavoro (svolgendo un lavoro che non mi prende troppo tempo e grazie a cui guadagno tanto), mi alleno, divento migliore e mi godo la vita. In un mondo fatto di relatività completa, dove non esiste più né la vera amicizia, né il vero Amore, dove tutto viene dato per scontato e l'Arte ti fa venire l'acido, ho scoperto l'esistenza di Ideali dalle solida fondamenta. L'Onnipotente mi ha permesso di conoscere le persone più luminose di questa epoca. Aiutandoci gli uni con gli altri siamo riuscito a fare ciò che all'inizio era impensabile. Credendoci, andando in avanti, combattendo, creando, senza mollare mai, senza piangere su una vita troppo ingiusta, ma semplicemente lavorando si possono raggiungere dei risultati straordinari. Se state leggendo queste righe e pensate che è meglio mollare tutto, scappare, rifugiarsi, proteggersi, perché siete troppo deboli e non potete farcela: non vi scoraggiate. Non mollate. Non fate un passo indietro. Credeteci. Credeteci fino alla fine. Credeteci come non ci avete mai creduto e credeteci realmente. Alla fine raggiungerete il vostro obiettivo. Vedrete. E tutte le fatiche spese, il sudore, il sangue, il dolore, ma anche il tempo, saranno ricompensate. E ora l'angolo di storia: Fine XVIII secolo. Le armate della rivoluzione francese oltrepassano le Alpi e conquistano l'Italia. Sotto pericolo si trova la Chiesa. Insieme alla Libertà, Fratellanza e Uguaglianza arriva la Morte. Dietro i dettami rivoluzionari si nasconde il volto della Tirannia. In poco tempo le armate francesi conquistano quasi tutta la penisola. Al Sud viene proclamata la Repubblica Partenopea, capeggiata da persone manovrate da Parigi. La situazione sembrava perduta. Il 7 febbraio del 1799 in Calabria arriva il cardinale Fabrizio Ruffo. Con lui soltanto 8 compagni d'armi e una bandiera con la scritta "In hoc signo vinces". Già a marzo il cardinale raccoglie un esercito di 17.000 uomini. I ribelli, sotto il comando dello stesso cardinale Ruffo, vengono chiamati "Armata della Santa Fede". L'esercito francese era comunque più numeroso, ma ciononostante il cardinale, poco dopo, riesce a riconquistare tutta la Calabria. E già a giugno la Repubblica Partenopea ha terminato la propria esistenza. E il tutto era iniziato con 9 uomini e una bandiera. E di esempi così se ne possono fare a centinaia. Perciò non mollate, non arrendetevi, siate delle rocce, non siate delle gelatine. E credeteci. Per il resto: stay hungry, stay foolish.
|