Icy Moon, Paul e Arya

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Neor;
view post Posted on 12/3/2014, 21:43 by: Neor;
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Fu incredibilmente brusco il cambiamento che coinvolse la sfera emotiva del ragazzo – non che non ci fosse abituato –, e così la percezione che aveva dell’ambiente intorno a sé. Se poco prima aveva faticato per togliersi di dosso il torpore che minacciava di impadronirsi dei suoi sensi, credendo di trovarsi in un luogo senza confini di spazio e tempo, adesso avvertiva ognuno di quei componenti netti e prepotenti.
Il silenzio che lo circondava non era privo di significato; il costante sussurrare notturno e l’eco selvaggio della natura lo colmavano di sensazioni, moniti. Sentiva sulla pelle nuda delle braccia l’aria frizzante esortarlo alla veglia, mentre il senso di timore crescente gli pizzicava le vene dall’interno, spingendolo ad avanzare.
Camminò deciso verso l’unica meta plausibile in quell’ignota distesa, un passo dopo l’altro, respirando l’aria gelida senza avvertirne il retrogusto pungente. Lo sguardo si posava rapidamente su ogni zona visibile di fronte a sé, vagando in cerca di indizi, combattuto fra l’indecisione e la disperata ricerca della sua fermezza. Con una punta d’esitazione inclinò lievemente la testa di lato, rivolgendo un’occhiata fugace alla ragazza che, catapultata fuori dalle sue attenzioni in pochi istanti, stava lentamente ed involontariamente perdendo quell’importanza fortuita che lui stesso le aveva attribuito. Faticava ad ammetterlo, ma ancora una volta le circostanze non gli avevano permesso di esser padrone delle proprie scelte; e tutto ciò che stava accadendo, le azioni commesse, i passi che lo avevano condotto fin lì, gli apparivano fastidiosamente privi di senso, frutto di una volontà estranea.
Avrebbe continuato ad ingigantire quella matassa di pensieri, perdendo nuovamente il contatto con la realtà, se qualcosa non avesse bloccato i suoi passi, inchiodandolo sul posto per lo stupore. Un qualcosa che emerse dal silenzioso vociare del vento come una minaccia, sovrastando qualsiasi altro suono o pensiero, interrompendo ogni sua considerazione. Gli occhi, scivolati in basso durante il breve momento di riflessione, risalirono velocemente la visuale incupita dalle tenebre, e subito s’interruppero, trovando quello che cercavano.
E lì stava, a pochi miseri passi da loro, la fonte della minaccia sonora, che già due volte aveva disturbato i suoi pensieri e piegato le sorti di quella strana avventura. Un lupo, ritto sulle zampe in una posa di fierezza e prepotenza, il ringhio dipinto in volto come una sordida minaccia, presagio di una sorte naturale e indiscutibile. I nervi del ragazzo si irrigidirono, e così le dita che circondavano il manico ruvido della bacchetta, mentre il chiarore perlaceo della luna faceva risplendere il manto argenteo della bestia, mettendo in luce quei tratti che le conferivano elegante ferocia.
Fu mentre rimirava il fascino letale della creatura, i muscoli dolorosamente in tensione, che un dettaglio stuzzicò la sua mente, emergendo dai recessi della memoria come un lume giunto in soccorso contro le tenebre. Lo spettro di qualche conoscenza, che lesto si sovrappose alla figura reale lì di fronte, recò con sé un flusso improvviso di domande e ipotesi; prima che potesse rendersene conto, quelle idee fugaci si condensarono in un’unica, agghiacciante constatazione.
Le dimensioni sproporzionate della muscolatura, gli arti innaturalmente lunghi e slanciati, lo sguardo vivido e luminoso… *la luna.*
Sopraffatto da tale convinzione, e dal senso di allerta che accelerò il suo battito cardiaco, Paul proruppe in un rumoroso sospiro, un fervente tentativo di raccogliere lucidità sufficiente ad agire nell’immediato. La mano destra, leggera come una piuma, brandì la bacchetta contro il muso crudelmente distorto del lupo, ed il tempo riprese a scorrere di fronte agli occhi sbarrati del metamorfomagus.
Con la mente rivolta a quanto era in procinto di fare, si ritrovò spiazzato ricordando subitamente la presenza della ragazzina al suo fianco. Lo vedeva, stava vivendo anch’ella quel momento così anomalo eppure tremendamente reale… e, forse, da una posizione diversa rispetto alla sua. Poteva ignorare quel dubbio e azzardare una mossa della quale si sarebbe potuto pentire?
Si morse la lingua, ritornando con la mente e con gli occhi al pericolo più imminente, e mosse con decisione e senza esitare la bacchetta da sinistra verso destra, un taglio orizzontale sugli occhi della bestia.
*Conjunctivitis.*
Niente di più innocuo e di meno eloquente agli occhi della ragazzina.
In realtà, ciò cui aveva mirato il ragazzo, quelle stesse iridi glaciali che ora si riflettevano nelle sue, erano state il bersaglio della sua magia, e forse si sarebbero rivelate il punto debole del loro nemico. Sperava di vederli offuscarsi da un momento all’altro, quegli specchi azzurri, perdendo di vista i loro volti e concedendo loro del tempo. Perché il tempo era l’unica cosa che continuava a sfuggirgli, ma di cui avevano disperato bisogno.

Salute: 172
Corpo: 155
Mana: 153
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