Green Park, London (Simon & Selene)

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view post Posted on 15/2/2014, 18:38
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Emperor of Darkness

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Il destino spesso lo si incontra proprio sulla strada presa per evitarlo.




L'andatura lenta, sinuosa e felina, nonostante la sua enorme stazza,
i vestiti babbani che aveva scelto di indossare per confondersi tra la folla,
un paio di pantaloni blu notte,
una camicia bianconera con fantasia strana
ed un maglioncino nero altrettanto strambo,
passavano inosservati anche indossati da un uomo altissimo e dal fisico possente come il suo.
Green Park era splendido quel pomeriggio,
ma Simon Phoenix non era andato lì per visitarlo o per fare una passeggiatina romantica.
Gli stivali modello biker neri calpestavano l'erba senza far rumore,
portandolo a sedersi su di una panchina in pietra.
Erano trascorsi appena pochi giorni da quando la Luna di Sangue aveva certamente cambiato la sua vita.
Mille pensieri si rincorrevano nella testa di Mr. Phoenix,
domande confuse,
non capiva esattamente cosa stava accadendo
anche se aveva un debole sospetto.
L'omone gigante si teneva la testa tra le mani,
i gomiti poggiati sulle ginocchia..
sentiva troppe emozioni e troppi sentimenti tutti contrastanti,
la testa gli stava esplodendo..


*Il cuore mi pulsa..il sangue mi esplode nelle vene..che diavolo mi sta succedendo?..*

Sudava,
aveva caldo nonostante fosse inverno
ed aveva una voglia incontenibile di spogliarsi..
voglia che riuscì a trattenere.
Era in attesa di comprendere,
in attesa del suo destino...

 
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view post Posted on 20/2/2014, 02:37
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Era una bella giornata, senza dubbio. O almeno, lo sarebbe stata per chiunque non avesse avuto Carter come cognome. D’accordo, nemmeno lei lo aveva, ma in quel caso non aveva importanza, li amava tutti da anni come fossero stati la sua vera famiglia. E quando erano tornati senza Artax e Nox dopo la scorreria dovuta alla Luna Rossa aveva avvertito una fitta al cuore. Non aveva potuto credere alle parole della madre: Artax e Nox erano stati catturati e portati al Ministero. Quella non ci voleva, la loro copertura sarebbe saltata, e con la loro, anche quella del resto del branco. Ma soprattutto… soprattutto non poteva permettere che ad Artax fosse fatto del male. Lui le aveva cambiato la vita, lei gli doveva così tanto… non poteva permettere che perdesse la sua libertà senza fare nulla. Ma cos’avrebbe potuto fare lei? Lavorare come semplice domatrice al Ministero non dava così tanti privilegi da permetterle l’accesso ad Azkaban o, meglio ancora, di firmare qualche documento contraffatto per agevolare la loro liberazione. Si era rigirata nel letto per ore la notte dell’attacco e aveva passato i giorni successivi, immersa in riflessioni che non l’avevano, alla fine, portata a nulla. Entrare ad Azkaban era maledettamente difficile, se poi doveva farlo anche senza dare nell’occhio, si trattava di un’impresa quasi impossibile. Ma doveva trovare il modo, o non se lo sarebbe mai perdonato. Per il momento, però, c’era un’altra cosa che doveva fare: Fenn le aveva raccontato di aver morso una persona. Questo non andava bene. Doveva trovarla e fare in modo che non desse troppo nell’occhio: ci mancava solo che un esterno si mettesse ad attirare l’attenzione.
Per questo, quel giorno, si trovava a Green Park: aveva stabilito di cominciare la sua ricerca dai luoghi pubblici, lì sarebbe sicuramente stato più semplice entrare in contatto con un numero maggiore di persone e avrebbe avuto maggiori possibilità di individuare l’uomo che le interessava. Tra l’altro, da quel che aveva potuto capire, quel tipo non si confondeva facilmente tra la gente: era piuttosto alto e muscoloso e anche se avesse voluto passare inosservato, la sua stazza avrebbe attirato l’attenzione. Sempre, ovviamente, che avesse deciso di uscire. Si mosse lentamente, decidendo di entrare a Green Park. La sua ricerca avrebbe dovuto pur iniziare da qualche parte e un luogo valeva l’altro. Si guardò intorno: non c’erano molte persone, avrebbe potuto rilassarsi un po’. Ma fu costretta ad accantonare quel pensiero: poco lontano, una figura apparentemente maschile, si teneva la testa fra le mani e non sembrava stare troppo bene. Sospirò, maledicendo il suo istinto che la portava sempre ad accertarsi delle condizioni di chiunque e, lentamente, si avvicinò all’uomo

-Mi perdoni, non si sente bene?-
 
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view post Posted on 21/2/2014, 11:56
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Il caldo diventava insopportabile ed il sudore continuava ad aumentare.
Le gocce ora riflettevano il sole, seppur pallido, che splendeva nel cielo.
Era ancora immerso nelle sue numerose domande,
nei suoi numerosi pensieri e la testa gli girava vorticosamente,
sentiva le tempie pulsare.
All'improvviso sentì una voce femminile chiedergli se stesse bene.
D'istinto alzò la testa dalle mani rivolgendola verso la figura osservandola,
gli ci volle qualche secondo affinché i suoi occhi mettessero a fuoco la sua figura.
Alta circa 1,73 m o al massimo 1,78 m,
corporatura normalissima di circa 55 o al massimo 60 kg di peso,
capelli castani e due occhi che sembravano due piccoli diamanti di ghiaccio.


-Come?..oh sì non si preoccupi, sto bene grazie...-

Rispose il giovane Ministeriale con voce leggermente più flebile del normale.
Fece un lungo sospiro per recuperare le forze e cercò di alzarsi:
l'ultima cosa che voleva era dare a qualcuno la sensazione di stare male o di essere debole.
Poggiò le mani sulle ginocchia e si sollevò,
ma non appena ebbe raggiunto la posizione eretta sentì le gambe abbandonarlo.
La testa prese a girare cambiando direzione ogni secondo,
si portò la mano sinistra sulla fronte mentre
"tese" debolmente la destra in avanti, in cerca di un appiglio a cui tenersi.
Fece un paio di passi in avanti barcollando vistosamente.
Stava per cadere, non si teneva in piedi...

 
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view post Posted on 27/2/2014, 03:48
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Nonostante tutti i pensieri che le affollavano la mente e la preoccupazione per Artax e Nox, il suo istinto da guaritrice aveva avuto il sopravvento per l’ennesima volta. Non conosceva l’uomo a cui si era avvicinata, ma vederlo stare male l’aveva spinta ad accantonare il lato schivo del suo carattere per tentare di alleviare la sua sofferenza. Non era molto facile, però: poteva fare delle ipotesi basandosi sui segni visibili, ma non conoscendolo poteva solo tirare a caso. Di certo sembrava incredibilmente accaldato, probabilmente la sua temperatura corporea si era alzata di parecchio. Ma le cause potevano essere innumerevoli, non poteva utilizzare incantesimi senza avere la certezza di stare agendo bene, avrebbe anche potuto peggiorare la situazione. Ed inoltre, l’uomo avrebbe dovuto essere d’accordo col suo intervento e non era affatto sicura che avrebbe acconsentito a rivelare cose così personali ad una perfetta sconosciuta. Anche perché, se davvero avesse voluto una cura, se ne sarebbe andato al San Mungo o in qualche ospedale babbano. Sempre che non avesse avuto qualche strana idea sui guaritori, o qualche malattia a riguardo della quale nessuno poteva fare nulla. Sospirò, maledicendo la sua abitudine di impicciarsi sempre di certe questioni. Anche perché proprio in quel momento, l’uomo le aveva risposto di sentirsi bene e, implicitamente di non aver bisogno di aiuto. Ottimo, aveva fatto una figuraccia, quando avrebbe imparato a spegnere quel maledetto istinto?. Forse mai, si rispose il più onestamente possibile. Nel frattempo, come volendo dare forza alle sue affermazioni, lo sconosciuto si era sollevato, raggiungendo la posizione eretta.. ebbe appena il tempo di osservarlo dalla testa ai piedi, più alto di lei, spalle larghe, capelli scuri ed occhi di una gradazione piuttosto insolita, forse dovuta a quel senso di malessere. I tratti sembravano quelli descritti da Fenn riguardo l’essere umano che aveva morso, ma poteva davvero essere così fortunata? Era meglio non rischiare. Anche se, effettivamente, questo avrebbe spiegato il perché del suo malessere. Ormai erano passati giorni da quando era avvenuta la luna rossa e l’arrivo della nuova luna piena iniziava a farsi sentire per tutti. Quei pensieri furono messi da parte quando lo vide barcollare e rischiar di cadere in avanti. Istintivamente si allungò epr sorreggerlo, afferrandolo per un braccio:
-Davvero? A me non sembra molto in forma. Venga, l’aiuto a sedersi- E chi l’avesse conosciuta almeno un po’ avrebbe capito che quello non era un invito, ma un ordine a cui non erano accettate repliche. Non l’avrebbe portato in Ospedale se non voleva, ma non avrebbe certo permesso che svenisse lì in mezzo al parco
 
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view post Posted on 8/3/2014, 10:18
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Non riusciva a stare in piedi,
ed era quindi costretto ad accettare l'aiuto della fanciulla.


*Maledizione, ma che mi prende?
Non sono mai stato così debole in vita mia!!!*

Pensò con grande rabbia il nostro Ministeriale
mentre si sedeva di nuovo.


-Grazie..davvero non so cosa mi succede:
mi gira vorticosamente la testa e mi manca l'equilibrio...-


Disse con un sorriso forzato.
Era vero ma assolutamente non poteva permettersi di dimostrarsi debole.
Lo stava già facendo e questo lo stava mandando su tutte le furie,
ma dopotutto se non fosse stato per quella donna sarebbe probabilmente svenuto.
Di nuovo tornarono le migliaia di domande nella sua testa,
innumerevoli ipotesi su ciò che gli stava accadendo
e su cosa gli era successo la notte con la Luna di Sangue.
Poi all'improvviso una folgorazione,
un'illuminazione,
come un fulmine a ciel sereno l'idea gli balenò in mente


*Ma certo ora ricordo:
ricordo di aver ipotizzato che quelli non fossero normali lupi,
ma Licantropi. E se avessi avuto ragione?
Mio dio, se ho ragione ormai non c'è più nulla da fare:
sono maledetto..*

Aveva il viso bianco e l'espressione incredula,
come se avesse appena visto un fantasma,
ma in realtà aveva appena realizzato che la sua vita era cambiata per sempre....

 
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view post Posted on 10/3/2014, 19:24
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Annuì alle parole biascicate dall’uomo, restando in silenzio seduta al suo fianco sulla panchina. E sempre in silenzio, lo osservò di nascosto: era pallido, sembrava notevolmente accaldato e affaticato e, stando alle sue parole, gli girava la testa e gli mancava l’equilibrio. Conosceva alla perfezione quei sintomi, erano gli stessi che aveva avvertito lei dopo essere stata morsa da Artax. Possibile che anche lui avesse subito la sua stessa sorte? In effetti, l’era: era uscita proprio per cercare la persona che, le avevano detto, Fenn aveva morso durante la Luna Rossa e l’uomo somigliava alla descrizione che i suoi familiari ne avevano fatto. Ma poteva essere così fortunata da trovare subito la persona in questione al primo colpo? Se poi avesse sbagliato, avrebbe rischiato di mettere in pericolo la sua famiglia e non era ciò che desiderava. Anche se avrebbe sempre potuto infliggergli un Oblivion: nonostante il suo fisico non troppo sviluppato, aveva una notevole forza, derivatale dalla maledizione e non avrebbe avuto difficoltà ad avere la meglio. Se lui non fosse stato maledetto, sarebbe stato sufficiente, se invece lo fosse stato..beh, in quel caso non avrebbe avuto bisogno di scontrarsi con lui e avrebbe semplicemente dovuto spiegargli come stavano le cose. Ma come poteva essere certa di quale delle due possibilità fosse quella esatta? Forse poteva in parte mentire per arrivare a sapere ciò che le interessava. E poi, in fondo, non sarebbe stata una menzogna completa. Non era una medimaga, ma aveva scoperto di essere in grado di individuare alcune malattie solo osservandone i sintomi e se la cavava con gli incantesimi curativi meglio che con gli altri.
-Beh, potrebbe aver preso un’insolazione, a volte capita, a meno che… non ci sia altro che contribuisce a questo malessere, come ad esempio… l’avvicinarsi del plenilunio.- Tacque, riflettendo sul passo successivo
-Alcune persone sono particolarmente sensibili agli influssi lunari, avvertono l’alternarsi delle varie fasi e con l’approssimarsi del plenilunio diventano più irritabili, nervose, soggette a sbalzi d’umore e a sintomi come i suoi. Di solito più si avvicina il plenilunio, più diventano aggressive e desiderose di aggredire gli altri e di cibarsi del loro sangue. Ha mai avvertito simili istinti, ultimamente? Perché se così fosse…- iniziò, fermandosi poi, volendo essere certa che l’uomo non perdesse alcuna delle sue parole. -…io posso aiutarla.-
 
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view post Posted on 13/3/2014, 10:53
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BOOM!
Una specie di "esplosione" nella sua testa e nel suo cuore.
Il tempo ed il respiro si fermarono di colpo ed il volto divenne pallido.
Iniziò a sudare freddo e sgranò un poco gli occhi.


*Allora è proprio così: non solo quelli alla festa erano Licantropi,
ma mi avevano morso e a quanto pare ne ho una qui davanti a me ora..
poteva significare che ero stato infettato dalla maledizione...*

-Lei è una di loro vero?..è una del branco ed io sono stato infettato ho ragione?..-

Disse tremando lievemente e con voce flebile.
Voltò la testa verso di lei ed alzò lentamente lo sguardo per fissarla negli occhi


-..Dice che può aiutarmi...a fare cosa?..
tra quanto tempo mi trasformerò?..
come faccio a controllare le trasformazioni?..-


Chiese Mr. Phoenix. Era confuso ed anche un po' spaventato ma...stranamente anche eccitato.
Aveva sempre trovato affascinante quella razza, con i suoi poteri ed i suoi riflessi,
ma temeva le trasformazioni, non tanto il dolore quanto piuttosto
la possibilità di far del male alle persone che amava, la sua Jacqueline su tutte...

 
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view post Posted on 16/3/2014, 11:50
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L’uomo al suo fianco impallidì di colpo e Selene non poté fare a meno di chiedersene il motivo: cosa mai aveva detto di così spaventoso? Uhm… forse non avrebbe dovuto parlare di persone “desiderose di cibarsi di sangue altrui”: se quell’uomo fosse stato un tipo impressionabile, avrebbe rischiato di sentirsi male, in barba alla sua stazza. E in effetti, sembrava parecchio spaventato. Non poté fare a meno di chiedersi che reazione avesse avuto quando i suoi familiari l’avevano aggredito: chissà, magari si era perfino messo a frignare come una femminuccia. Sbuffò a quel pensiero: neanche lei si era comportata in maniera così infantile. Ma le parole dell’uomo l’allarmarono: era partito in quarta, si era subito convinto che lei fosse una licantropa e non si era fatto remore a dirlo chiaramente. Assurdo, quell’uomo doveva essere pazzo. E ora era assoggettato alla stessa condizione sua e dei suoi cari e per nessun motivo al mondo gli avrebbe permesso di metterli a rischio. Lo afferrò risoluta per il colletto della camicia, strattonandolo decisamente per fare in modo che il suo viso fosse ad una distanza infinitesimale da quella di quell’idiota. Il tono basso con cui gli parlò, non lasciava dubbi su quali fossero le sue itnenzioni
-Stammi a sentire molto attentamente, idiota. Cosa ti dà l’assoluta certezza che io sia ciò che pensi e non, ad esempio, una medimaga che studia certe malattie?Non mi sembra di stare girando con una targa appesa al collo con la scritta “sono una licantropa” a caratteri maiuscoli. E questo è il tuo primo errore.- Tacque per un istante, volendo essere certa che il suo interlocutore la seguisse senza perdere neanche una sillaba. Doveva memorizzare tutto ciò che gli avrebbe detto e tenerlo presente per il futuro, ne andava della loro sopravvivenza e di quella della sua famiglia, ma soprattutto, della libertà di tutti loro: non avevano alcuna intenzione di cominciare a prendere la Pozione Antilupo, era troppo esaltante poter correre liberamente e sentire sotto i denti, la carne delle prede. Mise da parte quei pensieri, tornando a dedicarsi al futuro membro del branco.
-Il secondo è parlare così apertamente di certe cose, facendo addirittura intendere che tu sia stato morso da un licantropo. Se fossi una medimaga, farei di certo in modo di spedirti al San Mungo per sottoporti a tutti gli esami del caso: hai idea di che opportunità perfetta sarebbe per qualsiasi dipendente del San Mungo, mettere le mani su un potenziale essere umano infettato da un licantropo? L’ennesimo esemplare su cui potrebbero basare le loro ricerche.- Un ringhio basso uscì dalla sua gola, mentre digrignava i denti infastidita: che nervoso! Perché mai Fenn aveva dovuto mordere un tale cerebroleso? Quel tipo li avrebbe messi nei guai, lo sentiva. Eppure doveva istruirlo, o avrebbe fatto ancora più danni e sarebbe stata solo colpa sua.
-Per tua fortuna, io non sono una medimaga, la tua supposizione è giusta. E quei lupi che vi hanno attaccato sono effettivamente un branco, sono la mia famiglia e d’ora in poi saranno la tua. Ma fai attenzione, il branco sceglie chi è degno di fiducia e chi non lo è, un passo falso e sarai abbandonato a te stesso.- A quel punto, s’interruppe, ritenendo di essere stata sufficientemente chiara. E se non lo fosse stata, beh, a pagarne le conseguenze sarebbe stato solo quel tizio: sua madre non era una persona buona e gentile, con chi metteva in pericolo la sua famiglia e neanche lei.
-Se questi punti sono sufficientemente chiari, risponderò alle tue domande, altrimenti continuerò a ripeterli finché non saranno impressi a fuoco nel tuo cervello.- E chiunque l’avesse conosciuta almeno un po’ avrebbe avuto la certezza che sarebbe stata in grado di farlo solo osservando la sua espressione. Simon avrebbe afferrato il concetto?
 
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view post Posted on 21/3/2014, 10:15
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Simon ascoltò attentamente ogni singola parola della giovane che,
anche se lui odiava ammetterlo,
aveva ragione praticamente su tutto.
Cercò di memorizzare quello che stava ascoltando,
pur mantenendo un'espressione furiosa per come la donna lo teneva.


-Ricevuto tesoro,
terrò a mente tutto quanto,
ma tu farai meglio a non trattarmi mai più a questo modo
e a non minacciarmi o sarai morta ancora prima di trasformarti...-


Disse.
Sicuramente aveva un po' esagerato con le parole,
ma detestava chi lo trattava così
Simon era potente e malvagio e nessuno,
tranne il Signore Oscuro e la sua Jaq,
poteva dargli ordini a meno che non fosse lui ad accettare la cosa,
cosa che assolutamente non poteva fare se a dargli ordini era una
donna più giovane di lui ed apparentemente senza un ruolo importante.
Si alzò in piedi, costringendola a mollare la presa,
e questa volta ebbe di nuovo il suo equilibrio


-Allora...cosa dovrei, o dovremmo, fare?-

Chiese impaziente...

 
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view post Posted on 22/3/2014, 21:50
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Non poté evitarlo. L’espressione di quell’idiota, il suo tono minaccioso, le sue stesse parole… tutto in lui le provocò l’irrefrenabile impulso di ridere. E se all’inizio fece attenzione a tenere ben sigillate le labbra e a sistemare una mano a coprirsele, lentamente il riso aumentò sempre più fino a diventare palese e irrefrenabile. A quel punto non si trattenne più e lo osservò ridendogli sguaiatamente in faccia. Qualcuno l’avrebbe presa per pazza, probabilmente, ma non aveva potuto evitare quella reazione: i tipi come quell’idiota la facevano ridere troppo, era più forte di lei. Non appena riuscì a calmarsi un po’ e a ritrovare un po’ di contegno, trasse un respiro profondo e si voltò verso di lui. Doveva riprendere il perfetto controllo, in modo che le sue successive parole non fossero male interpretate. I suoi occhi e il suo volto assunsero un’espressione spaventosamente seria, totalmente in contrasto con il riso di poco prima. E le parole che uscirono dalla sua bocca non intendevano lasciare spazio a dubbio alcuno su come stessero le cose: quel tipo aveva volato troppo alto, era ora che tornasse con i piedi a terra.
-Sei soltanto uno spaccone ed un gradasso, le tue minacce non mi scalfiscono. Io tratto gli altri come più mi aggrada, soprattutto i cuccioli presuntuosi come te. E tu farai meglio ad abbassare la cresta e smetterla con le minacce… i miei fratelli non hanno dimenticato la tua ragazzina- L’ultimo termine fu volutamente rimarcato, affinché Simon comprendesse. Era certa che non gli sarebbe sfuggito il riferimento alla notte del morso e a ciò che aveva portato a tutto quello: Thor le aveva parlato di una biondina che si era divertito a spaventare e che, in un altro momento, avrebbe sicuramente preso e fatto sua.
-Uno di loro, in particolare è rimasto molto colpito e sta fremendo da giorni all’idea di un nuovo incontro ravvicinato con lei…- Lasciò volutamente la frase in sospeso e, si allontanò di tre passi,sufficienti ad impedire all’uomo di aggredirla fisicamente. Nel tempo che Simon impiegò a rendersi conto di quel dettaglio, lei aveva ripreso a parlare.
-Per cui, se vuoi evitare conseguenze spiacevoli, ti consiglio di tenere a freno l’ira o a pagarne le conseguenze non sarai tu. È un consiglio.- concluse quella frase con sorriso mellifluo, che tutto voleva essere fuorché rassicurante. Quella minaccia lo avrebbe probabilmente tenuto a freno per un po’, il tempo sufficiente a fargli eseguire il compito che aveva progettato per lui. Dopodiché, di lui si sarebbe occupato Artax: suo padre era l’Alpha, la sua parola era legge, lasua mente superiore a quella di tutti loro e a lui dovevano obbedienza sempre. Presto l’avrebbe compreso anche quel tipo. Che in tutto quel tempo aveva detto una sola cosa giusta, l’ultima.
-Innanzi tutto, rispondere ad una domanda: quanto bene conosci il Ministero e quanto in grado sei di muoverti al suo interno senza lasciare tracce?- Quella era la cosa più importante: per raggiungere l’obiettivo che si erano prefissati aveva bisogno di quell’informazione e poi avrebbe agito di conseguenza. E doveva anche fare in fretta, notò, il tempo stava scorrendo rapido ed il sole aveva superato da parecchio la metà del suo corso: la luna sarebbe sorta probabilmente, entro un’ora.
 
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