Hidden wounds can't be healed., Paul e Arya

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Arya Von Eis
view post Posted on 27/5/2014, 11:35 by: Arya Von Eis




Aveva chiuso gli occhi, ormai stremata, voleva andar via da quel luogo e si affidò completamente al suo compagno, si strinse a lui, seguendo i suoi movimenti e in un attimo sentì il distacco con la realtà, un distacco per nulla piacevole, una stretta alla stomaco, si sentì come strascinata via, una sensazione già provata e poi più nulla, per un battito di ciglia fu come se non esistesse.
Quando quell’istante svanì, ridandole consistenza, il dolore tornò più acuto di prima, sentì nuovamente il terreno sotto i piedi, questa volta più duro, una lastra di cemento, si sentì instabile, destabilizzata, probabilmente sarebbe caduta a terra in quel momento se non fosse stata così saldamente aggrappata al ragazzo che l’aveva tratta in salvo o forse furono il calore del sangue che nuovamente fuoriusciva dalle sue ferite e quel dolore quasi insopportabile a permetterle di raccogliere le ultime forze per varcare la soglia.
Erano salvi, dovevano solo entrare, lontani quella scogliera che li aveva visti protagonisti di una macabra vicenda, ora potevano finalmente intravvedere la salvezza, al San Mungo li avrebbero curati, sarebbero tornati in perfetta forma, rendendo quell’avventura solo un brutto ricordo.
Un brutto ricordo del quale, però, non si sarebbero mai liberati e non solo per le cicatrici che avrebbero portato per sempre con loro, ma per quella maledizione con la quale dovevano imparare a convivere, contagiati dalla creatura, ne avrebbero condiviso la medesima sorte.
Arrancando, sorreggendosi a vicenda o almeno quello era l’obiettivo, anche se, entrambi ormai privi di forze, si stavano forse semplicemente accasciando insieme, stretti l’un l’altro, come a sancire quel legame che il Fato aveva loro riservato, stavano ormai per varcare la soglia dell’ospedale.
“Resta sul vago...”
Furono le ultime parole che il giovane riuscì a rivolgerle prima di trascinarla dentro con sé, prima di cedere completamente, un consiglio, forse un avvertimento, la sua voce sembrava preoccupata, come se fosse importante che ciò che era realmente accaduto non fosse portato alla conoscenza di tutti.
Annuì senza parlare, non ne aveva più le forze, ma quelle parole confermavano solo i suoi dubbi, non c’era via di scampo, quella malattia che li aveva contagiati non era curabile o non avrebbe avuto senso nasconderla.
Fu in quel momento che, nella mente della ragazzina, scattò qualcosa, tipo un processo di difesa o meglio, di negazione, non le sarebbe stato difficile restare vaga, voleva, lei per prima, fingere che tutto quello non fosse mai accaduto, come se, negando il contagio, la malattia sarebbe svanita da sola.
Erano dentro, non si era nemmeno accorta degli ultimi passi compiuti, ormai, non solo le forze la stavano abbandonando, ma anche la lucidità iniziava a venir meno, non distingueva bene i contorni dell’ospedale, tutto era annebbiato, sentì il corpo di lui farsi più pesante, come se si fosse arreso, ormai sicuro di essere in salvo e non era l’unico, l’adrenalina e l’eccitazione provocate dalla paura e dalla voglia di sopravvivere stavano ormai lasciando il suo corpo, rendendo più reali il dolore e la debolezza di corpo e mente.
Non tenne più salda la presa che la legava al giovane e lentamente si accasciò a terra, chiuse gli occhi, lasciando che i suoni di quel luogo si facessero via via più distanti, fino a scomparire del tutto.



Arya:
Ti gira la testa, le ferite si sono riaperte a causa dello strappo dovuto alla Smaterializzazione e hanno ripreso a sanguinare
PS: 66/111
PC 56/61
PM: 61/61
 
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16 replies since 26/5/2014, 17:52   374 views
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