Hidden wounds can't be healed., Paul e Arya

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Arya Von Eis
view post Posted on 28/5/2014, 12:58 by: Arya Von Eis




Erano riusciti a raggiungere la salvezza, ma non appena varcata la soglia del San Mungo, entrambi, si erano accasciati a terra privi di forze, ora, le loro sorti erano in mano ai medimaghi.
Non sapeva quanto fosse passato, secondi, minuti, ore? Non ne aveva idea, aveva perso i sensi e solo in quel momento si stava lentamente risvegliando dal torpore, i suoni, i rumori dell’ospedale cominciavano a farsi nuovamente più vicini, più chiari e riaprendo gli occhi anche le immagini si facevano via via più nitide.
Si guardò intorno, per quanto le forze le permettessero di fare e, chinando il capo verso sinistra, riuscì a intravvedere le bende che le avvolgevano la spalla, qualcuno doveva averli soccorsi e...spostati, non capiva esattamente dove si trovasse, ma di certo non era più sul freddo pavimento dell’ingresso.
Inconsciamente andò a cercare la figura del ragazzo, l’unico che in quel momento desiderava avere al suo fianco, l’unico che sapeva la verità, presto qualcuno avrebbe loro chiesto cosa fosse accaduto, esclusa la possibilità di dire le cose come stavano realmente, non restava che mentire, omettere e lui sarebbe rimasto l’unico a condividere con lei quel segreto.
Lo vide, steso poco distante da lei, anche lui privo di sensi, sperava stesse bene, cioè, per quanto si potesse stare bene ospiti di un ospedale, cercò di muovere il braccio, come nel tentativo di raggiungerlo per svegliarlo, ma non ne fu in grado, ancora troppo debole per quel movimento.
Tornò a guardare il soffitto, chiudendo per un attimo gli occhi, nella speranza che, riaprendoli, si rivelasse tutto un brutto sogno, ma quando li riaprì, era ancora stesa nello stesso posto, non era stato un incubo, era reale e il ricordo di quel morso le causò quasi più dolore della ferita stessa.
Ricacciò indietro quel pensiero e con lui le lacrime, non era successo, erano stati attaccati da un lupo, un semplice lupo, nulla di magico, nulla di maledetto, solo un lupo, questa era la verità, questo era ciò che continuava a ripetersi, questa era la versione ufficiale che avrebbe dato, forse senza nemmeno specificare che si trattava di un lupo, sarebbe rimasta più vaga, un animale, avrebbe detto solo quello.
Fu solo in quel momento, quando cercò di riprendere il controllo dei suoi pensieri, che si accorse che non erano soli, c’era qualcun altro con loro, cercò di metterne a fuoco il viso, aveva così intensamente fissato le luci della stanza mentre era in sovrappensiero che quell’impresa le richiese qualche istante in più.
Inizialmente pensò di avere le allucinazioni, le sembrava di riconoscere Caroline Dalton, ma forse era ancora troppo confusa e i volti di persone conosciute sostituivano quelli di perfetti estranei, sbattè le palpebre un paio di volte, così da eliminare quell’illusione per lasciare spazio alla realtà, ma anche in seguito il viso restava immutato.
Che fosse seriamente lei? In realtà poteva essere, ricordava che le aveva detto di voler lavorare al San Mungo, ma lo ricordava vagamente, nella sua testa era ancora tutto troppo confuso e non riusciva a concentrarsi su qualcosa in particolare, non riusciva a ricordare se effettivamente avesse ottenuto il posto, quindi, per quanto ne sapeva, poteva semplicemente essere una visione troppo reale.


-Come sta?-

Quella domanda fu quasi un sussurro, ma non riuscì a trattenerla, sapeva come si sentiva lei, in realtà non aveva idea di quanto potessero essere gravi le sue condizioni, ma era sveglia, riusciva a pensare e a parlare, più o meno, quindi il suo pensiero era rivolto al compagno, voleva sapere se stava bene e se si sarebbe ripreso.

 
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