Hidden wounds can't be healed., Paul e Arya

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Caroline Dalton
view post Posted on 30/5/2014, 00:04 by: Caroline Dalton
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I secondi passarono rapidi, mentre i due ragazzi venivano sollevati e trasportati al primo piano con la magia. Una volta che entrambi furono collocati ognuno su un lettino, Caroline li osservò attentamente: era intervenuta subito sulla ragazzina, essendo la più piccola e quella più a portata di bacchetta, ma neanche le condizioni del ragazzo erano ottimali. La perdita di sangue nella giovane era momentaneamente arrestata, per cui stabilì di concentrarsi, ora sull’altro ragazzo. A una prima occhiata non sembrava aver riportato altre ferite oltre quella alla gamba e quello era di certo un fatto positivo. Si prese un altro istante soltanto per essere sicura di ciò che avrebbe fatto, quindi si avvicinò al ragazzo posizionandosi al livello della gamba. La ferita doveva essere disinfettata, pulita, purificata se era avvelenata. Ma come diavolo avrebbe potuto fare ad accertare quell’ultimo particolare? Poteva fare un prelievo, ma ci sarebbe voluto troppo tempo e non poteva permettere che quel ragazzo continuasse a perdere sangue. Che poi, guardandolo meglio, ora che gli era più vicina e che si era necessariamente dovuta prendere tempo per fare le valutazioni del caso, le sembrava di conoscerlo, ma al momento le era difficile ricollegarlo ad un nome. Una voce la riscosse dalle sue elucubrazioni, una voce femminile molto flebile, proveniente dalla sua destra che poneva una semplicissima domanda. Si voltò incontrando gli occhi della ragazza che si era svegliata e in quel momento il suo cervello iniziò a collegare: lei conosceva fin troppo bene quella ragazzina la vedeva molto spesso anche in occasioni che mai si sarebbe aspettata. Quella era l’ultima di una lunga serie
-Arya? Non ti avevo riconosciuta. Come ti senti? Ti fa male la testa o da qualche altra parte?- Volse per un momento le spalle all’altro ragazzo, concentrandosi sulla giovane che le aveva posto una domanda precisa. E la risposta richiedeva che tornasse a pensare all’altro ragazzo, quanto prima.
-Male, avete entrambi perso molto sangue, anche se ero più preoccupata per te. Ora fascerò temporaneamente anche lui, per arrestare l’emorragia ma non ho potuto fare altro, finora- Tornò quindi a voltarsi verso l’altro ragazzo, stabilendo di pulire la ferita prima ancora di fare qualsiasi altra cosa: di certo, non avrebbe potuto fare chissà quali danni e nel frattempo avrebbe avuto modo di scoprirne di più. Puntò quindi la bacchetta verso la gamba del giovane tracciando una X sopra la ferita e sussurrando la formula dell’incanto a cui aveva deciso di ricorrere
-Mundovùlnus- Quindi, si voltò verso la ragazzina: non poteva proseguire nella cura, se prima non ricava altre informazioni, non poteva rischiare di metterli in pericolo. Si mosse, quindi avvicinandosi al letto della giovane e tentando di assumere l’espressione più rassicurante di cui era capace
-Ascoltami Arya, ti ricordi cos’è successo? È evidente che qualche animale vi abbia morso ma… ho bisogno di altre informazioni: approssimativamente, da quanto siete stati morsi? E soprattutto da che cosa?- Si fermò: la ragazzina era ancora debole e mai l’avrebbe voluta affaticare in quel modo, ma non aveva scelta: l’unica cosa che poteva concederle erano pochi attimi per assimilare le sue parole
-Devo capire chi ha fatto questo per sapere come curarvi. Se era qualche animale velenoso, il suo veleno potrebbe essere in circolo nel vostro corpo da chissà quanto. E non tutti i veleni hanno effetti immediati. Nel caso non lo fosse, invece, dovreste avere altri tipi di cure.- Tornò silenziosa, in attesa che la ragazzina comprendesse ciò che aveva detto. E sperò che fosse sufficientemente lucida da collaborare.
 
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