Hidden wounds can't be healed., Paul e Arya

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Caroline Dalton
view post Posted on 17/6/2014, 00:33 by: Caroline Dalton
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Perdonate il mostruoso ritardo

Avrebbe dovuto compilare due cartelle nuove con i dati dei due ragazzi, trascrivendo il tipo di danno che avevano riportato e come fosse stato curato. E avrebbe dovuto avvisare le loro famiglie, quantomeno quella di Arya. Se si erano smaterializzati, evidentemente, l’altro ragazzo aveva l’autorizzazione, ma lei sicuramente era ancora troppo piccola. Avrebbe dovuto avvisare i suoi familiari. Ma prima ancora di pensare a questo, avrebbe dovuto curarli al meglio. Ma non avrebbe potuto farlo, se non aveva informazioni decenti. Per fortuna, Arya sembrò riprendersi abbastanza da rispondere alle sue domande. All’inizio confusa, in seguito la ragazzina riuscì a darle un quadro sufficientemente chiaro della situazione anche se… un cane? Sollevò un sopracciglio, perplessa: doveva essere un cane davvero enorme se poteva fare simili danni. Eppure, dalla sua esperienza, sapeva che simili cani potevano esistere, aveva studiato che, seppur rari, erano piuttosto grandi e quando attaccavano facevano dei gravi danni. Ma Arya aveva ragione, non erano velenosi. E se anche si fosse trattato di un altro canide non lo sarebbe stato. Sperò che la memoria della ragazzina fosse buona, da ciò che le avrebbe detto dipendeva tutto ciò che poteva fare. Non era ancora così esperta da riuscire a distinguere il morso di una bestia da quello di un’altra e doveva fidarsi di ciò che le veniva detto. E doveva muoversi a curarli: c’era solo lei, lì e non aveva tempo da perdere. Annuì alla domanda di Arya.
-Sì. Certo che posso, ora fai un respiro profondo e stai tranquilla, farò tutto quanto mi è possibile. Bendo la sua ferita e poi torno a dedicarmi a te-. Tornò quindi a voltarsi verso il ragazzo, osservando la ferita che aveva pulito appena pochi istanti prima: pulirla era soltanto il primo passo per guarirla. Avrebbe potuto farla sparire nel giro di poco, ma non era ciò di cui avevano bisogno i due ragazzi, decise: Arya sembrava piuttosto confusa, l’altro ragazzo non aveva ancora detto una parola. Qualsiasi cosa fosse successa non aveva intenzione di liquidarli utilizzando incantesimi potenti per dimetterli il prima possibile. Avrebbe concesso loro di rirpendere le forze lì, era il minimo. Presa questa risoluzione, mosse la bacchetta in modo da disegnare un semicerchio, mentre le sue labbra sussurravano:
-Medèor Vulneràtio- quindi la bacchetta si mosse nuovamente, facendo attenzione a non toccare la ferita ma dando un colpetto nella sua direzione. Lentamente, i tessuti iniziarono a rimarginarsi. Il giovane avrebbe avvertito dolore per tutto il processo, purtroppo, quel cerebroleso del suo predecessore non amava utilizzare anestetici e al momento lei non ne aveva a disposizione, ma avrebbe dovuto fare in modo di procurarsene. Magari avrebbe potuto farsi rifornire di qualche pozione decente da Camille… ma quello non era il momento per pensarci, aveva cose più urgenti di cui occuparsi. Dopo aver avvolto la ferita del ragazzo in una fasciatura, per agevolare il processo di cicatrizzazione, tornò a rivolgersi verso Arya sospirando:
-D’accordo ragazzina, ora, finché do un’occhiata alla tua ferita, finiamo la chiacchierata. Devo necessariamente scrivere ai tuoi genitori, non posso dimetterti, altrimenti, neanche quando starai bene. Puoi dirmi i loro nomi?- Quell’informazione poteva esserle utile anche per scoprire altro sul quadro clinico di Arya: malattie pregresse, possibili allergie e quant’altro. Più riusciva ad evitare di usare la magia per quelle informazioni, meglio sarebbe stato, gli incantesimi debilitavano sempre un po’ sia lei che li eseguiva, sia chi li subiva.
 
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