Hidden wounds can't be healed., Paul e Arya

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Arya Von Eis
view post Posted on 29/7/2014, 00:50 by: Arya Von Eis




Fortunatamente non ci furono domande, nessuna necessità di dare ulteriori spiegazioni, era bastato, nuovamente, quel poco che aveva detto, a favorirla, probabilmente, il fatto che Caroline conoscesse Trhesy.
I minuti successivi non furono tra i più piacevoli, la benda che le avvolgeva la spalla e che, inizialmente, servì a limitare i danni, doveva essere ora rimossa, operazione che richiese solo qualche attimo ma, malgrado la delicatezza impiegata dalla donna, il tessuto che, in alcuni punti, aveva aderito alla ferita, ora sembrava restio a volersi staccare, provocando alla ragazzina un leggero fastidio, solo un fastidio, nulla di realmente paragonabile a ciò che aveva sentito quella sera.
Sospirando, quasi sollevata quando quell’operazione finì, non ebbe però il tempo di rilassarsi troppo che Caroline già si stava scusando per il dolore che avrebbe provato a seguito del successivo incanto.
Strinse i denti, socchiudendo gli occhi, reazione forse esagerata, il dolore si rivelò, in realtà, più sopportabile di quanto pensasse, incrociò lo sguardo della donna che pareva aver finito, si stava congedando, non poteva fare altro al momento, dovevano solo attendere.


-Grazie-

Fu l’unica cosa che riuscì a dirle, era esausta e ora che il peggio sembrava passato nulla la distraeva dal prendere coscienza di ciò che era accaduto, non erano stati aggrediti da un cane *Magari* la creatura incontrata sulla scogliera li aveva contaminati e presto sarebbero stati come lei, non avevano via di scampo.
Chissà cosa sarebbe accaduto se avesse detto a Caroline cosa li aveva realmente aggrediti, non lo sapeva, in realtà non sapeva nemmeno il motivo esatto che l’aveva spinta a mentire, era stata una reazione spontanea, non voleva si sapesse, non sapeva cosa sarebbe accaduto, non sapeva come doveva comportarsi ma non voleva che altri decidessero per lei, era una cosa sua.
Fu in quel momento che sentì gli occhi del giovane su di lei, si era sollevato, mettendosi a sedere e il suo sguardo sembrava condividere con lei la medesima angoscia.
Erano stati in due fin dall’inizio, aveva affrontato il licantropo insieme, si erano protetti, erano stati feriti entrambi, erano scappati insieme e ora, in quella stanza, in quel momento, tutto poteva avere fine, potevano dividersi.
Se l’era chiesto, si era domandata se il ragazzo, una volta in salvo, sarebbe semplicemente tornato alla sua vita o se avrebbero affrontato la cosa insieme e adesso, quella verità si faceva più vicina, non era convinta di voler conoscere la risposta.
Non lo conosceva, non sapeva nemmeno il suo nome, non era nessuno per lei eppure quell’esperienza l’aveva così avvicinata a lui che l’idea di ritrovarsi sola ad affrontare il resto le pareva terribile, aveva avuto bisogno di lui e ne aveva ancora, non lo avrebbe mai ammesso, non gliel’avrebbe mai detto, ma lo sapeva.
Le sue parole suonarono brusche, come se quella fosse l’unica opzione, come se lei non avesse nemmeno la possibilità di ribattere, le cose dovevano essere così.
In realtà non aveva la minima intenzione di opporsi, non voleva che la cosa trapelasse almeno quanto il ragazzo, a lei stava più che bene non destare sospetti.
Stava già per rispondergli, per rassicurarlo che poteva contare sulla sua riservatezza quando notò che aveva abbassato lo sguardo, non capiva cosa gli passasse per la mente, forse non era convinto di ciò che stava dicendo? Forse lo aveva detto solo per tranquillizzare lei, ma quell’istante non durò a lungo e subito lui riprese la parola.
“Puoi fidarti di me”
Sarebbe rimasto, quella era la risposta, sarebbero stati in due ad affrontare quella situazione, era sincero, poteva notare che il pronunciare quelle parole gli era costato molto e forse proprio quello sforzo, le rendeva così vere.


-Mi hai salvato la vita, non potrei non fidarmi- gli sorrise per tranquillizzarlo -Faremo in modo che l'accaduto non desti troppi sospetti- ripeté le sue parole per confermargli la sua intenzione a non divulgare ai quattro venti ciò che era successo -Ma...cosa succederà? Cioè come faremo a nasconderlo?-

Non voleva nemmeno pensare che prima o poi si sarebbero trovati nella stessa condizione della creatura che li aveva attaccati, figuriamoci dirlo apertamente, ma il punto del suo discorso doveva essere abbastanza chiaro.

 
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