Wounded pride, Post Scarabocchio su Pietra.

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Caroline Dalton
view post Posted on 23/6/2014, 21:42 by: Caroline Dalton
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Era una delle solite, tranquille giornate. Ormai era trascorso un po’ di tempo da quando Fuco Lindo l’aveva legata a quel posto con quell’assurdo contratto e alcune cose stavano cambiando. All’inizio non aveva saputo dove mettere le mani: essere la Direttrice del San Mungo, non era come dirigere Hogwarts, quel compito era mille volte più delicato, aveva tra le mani la vita delle persone, doveva essere iperpreparata. Ricordava ancora quando aveva raccontato a Persefone del suo progetto e i commenti dell’amica: all’epoca le aveva risposto sostenendo che entrambe avevano le stesse responsabilità, ma ora si rendeva conto che non era vero… o almeno, non sempre. Lei aveva nelle mani tutti i giorni la vita delle persone, la loro salute e, in molti casi, la loro sopravvivenza. Le sue amiche, invece, trattavano solo una parte di quella vita: quella legata all’apprendimento e, in casi estremi, alla difesa personale. O, nel caso di Camille, quella legata al lavoro e alla legge. Ma non era loro abitudine avere tra le mani la salute altrui e anche per lei era una cosa ancora nuova a cui non si era del tutto abituata. Per fortuna aveva sua madre che si era rivelata un’ottima guida e un perfetto sostegno. Non si vergognava di ammettere che molte delle cose che era riuscita a fare al San Mungo erano nate grazie a lei: in fondo era normale, era anche più giusto, era stata incastrata con quel contratto assurdo, ma nulla le impediva di farsi consigliare da chi voleva anche se poi, le decisioni risultavano sua esclusiva responsabilità. Per fortuna, quella sera era relativamente tranquilla: tutte le emergenze erano tenute sotto controllo e non c’erano state segnalazioni particolari. Avrebbe tanto voluto fare un giro seguendo qualcuno dei medimaghi più esperti per imparare ancora di più, ma non poteva permetterselo, non quella sera. Le scartoffie che erano impilate sulla sua scrivania facevano invidia a quelle che aveva quando lavorava ad Hogwarts e questa cosa non poteva continuare. Per cui, quella sera aveva stabilito di mettersi di impegno e di occuparsi anche della burocrazia. E ci si era messa davvero di buona volontà, era arrivata a riuscire a smaltire qualche documento, anche… finché un calore insolito non l’aveva costretta a tornare alla realtà. Si era alzata d’impulso, cercando di capire da dove provenisse, fino a rendersi conto che veniva dalla sua tasca. Era il suo specchietto, quello con la P incisa dietro, che la metteva in comunicazione con Persefone… cos’era accaduto? Lo aprì di scatto: da tempo non usavano quel sistema per comunicare e se l’amica vi era ricorsa doveva essere successo qualcosa di grave. E quello che le disse non le piacque per nulla: stava per mandarle Sirius White, gravemente ferito, molto probabilmente a causa di una magia oscura. Ricordava il giovane Grifondoro, era a conoscenza del fatto che lui era un membro dell’Ordine al pari di lei stessa (anzi, era stata proprio lei ad aprirgli le porte di Grimmauld Place): quando poteva essere stato colpito da magie oscure? E chi le aveva castate? Ma non espose quei pensieri all’amica, non era il momento. Chiuse velocemente la conversazione, dandole istruzioni: avrebbe atteso Sirius in una stanza al quarto piano appositamente preparata. Legò i capelli in un’alta coda e si fiondò per i corridoi dell’ospedale, superando rapidamente il primo, il secondo e il terzo piano. In breve trovò la stanza che faceva al caso suo: una stanzetta quasi in fondo al piano, che nessuno mai utilizzava, che fino a pochi giorni prima era stata piena di ragnatele. Per fortuna se ne era accorta e aveva dato ordine di disinfettarla accuratamente ed ora la stanza era perfetta per ospitare un qualsiasi paziente. E per quel paziente, che non avrebbe dovuto essere visto da nessuno, sarebbe stata l’ideale. Si guardò intorno, verificando di avere tutto ciò che poteva servirle a portata di mano. Trasse un respiro profondo e, pochi istanti dopo, sentì una serie di passi pesanti avvicinarsi sempre di più. Estrasse rapidamente lo specchietto per avvisare Persefone che erano arrivati, quindi lo ripose e, quando sollevò gli occhi, si trovò davanti il guardiacaccia con White tra le braccia. Non poté trattenere un moto di orrore a constatare lo stato delle sue gambe: cosa diavolo gli avevano fatto? Nel frattempo il guardiacaccia stava borbottando qualcosa, ma lei non aveva la pazienza di ascoltarlo, non in quel momento
-So quello che c’è da sapere, per ora. Occupiamoci di lui, prima, poi parleremo.- Trattenne l’impulso di chiedere qualsiasi cosa: ora doveva concentrarsi sugli incantesimi curativi. La prima cosa da fare era bloccare quell’emorragia. Puntò la bacchetta contro la ferita facendo in modo che fosse abbastanza vicina da garantire l’efficacia dell’incantesimo, ma che tra la pelle di Sirius e la sua bacchetta ci fossero quei pochi millimetri necessari per evitare di causargli ulteriori danni. Mosse quindi il polso, ruotandolo verso sinistra e pronunciando l’unica formula che in quel momento era adeguata
-Vulnera-sanetur…- E avrebbe continuato a quel modo, finché la ferita non avesse cominciato a ridimensionarsi un po’, anche se sapeva perfettamente che solo quell’incantesimo non sarebbe bastato.
 
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