Gran Ballo di Fine Anno

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Horus Sekhmeth
view post Posted on 5/8/2014, 08:31 by: Horus Sekhmeth
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Aveva agito, ancora una volta, sospinto dalla marea dei suoi sentimenti e del suo istinto che spesso e volentieri lo sommergeva completamente, senza dargli tempo di ripresa alcuna, facendolo annaspare tra l'irrazionalità.
Ma, a poco a poco, sarebbe sempre riuscito a far emergere, quel tanto che bastava per controllarsi e tornare alla lucidità. In quel caso, fu la testa di Emily, contro il proprio petto, a ricordare ad Horus quanto egli avesse tranciato di netto, i legami e le barriere tra di loro che erano sempre esistite sin dal loro primo, bislacco incontro. Sentì l'irrefrenabile impulso di avvolgere le braccia attorno a quella piccola schiena decorata da squame iridescenti, stringendola con forza, persino con violenza: tutto per poter vedere quanto ancora avrebbe retto la corazza di quella ragazza, prima di frantumarsi. E nonostante la testa in tumulto, quel desiderio discordante e pericoloso, il cuore si manteneva calmo, come se niente di tutto ciò potesse tangerlo;

orripilato da quei pensieri, Horus non riuscì a muoversi, continuando a stringere convulsamente il polso della Serpeverde. Si sarebbe aspettato uno schiaffo, un calcio o fredde parole di fiele, eppure, Emily lo stupì ancora una volta, rimanendo placida accanto a lui. Nuovamente, il Caposcuola si rese conto di avere a che fare con una sconosciuta, per quanto questa sconvolgesse completamente i suoi piani e pizzicasse la sua curiosità, trasformando il valore della sua identità da nullo —com'era per chiunque— ad un livello più alto. Nonostante ciò, Horus qualcosa era riuscita ad intuirla, avendo come base ciò che lei aveva pochi momenti prima, affermato: in quello sguardo, che aveva captato in Emily quand'ella millantava il suo ritorno agli Abissi, v'era quella punta di arrendevolezza che aveva spinto Horus a cedere alle emozioni e che aveva contribuito a innervosirlo. Era come se quelle iridi argento non facessero altro che supplicare di uscire dall'oscurità e, al tempo stesso, non conoscessero altra strada che le tenebre, rimanendosi saldamente attaccata senza riuscire ad abbandonarle, convincendosi che non vi fosse altra scelta. Un po' come un uccellino che vuole volare, ma non sapendo come si fa, preferisce rimanere nel suo nido, nonostante il serpente fosse in procinto di arrampicarsi sul tronco, pronto a divorarlo proprio nel luogo che riteneva più sicuro.
Alla risposta di lei, Horus sorrise appena, allentando di poco la presa delle sottili dita sul polso di Emily, mentre l'immagine di quell'uccellino si frapponeva a lei.

« Chissà perché... » Sussurrò, cercando di scacciare quegli orridi pensieri « Immaginavo mi avresti risposto così. » La mano di Emily andò a posarsi sul suo collo, ed Horus lasciò la presa, facendo ricadere il braccio lungo i fianchi. In precedenza, ribadì a se stesso, sveva agito d'impulso, e su quello non ci pioveva; eppure l'incredibile naturalezza che aveva mostrato la Serpeverde lo scombussolò. Sembrava quasi che Emily non fosse inquietata, quanto lui, da quel gesto improvviso, come se non fosse turbata dall'eccessiva vicinanza che in meno di un respiro era stata raggiunta, come se per lei fosse facile e una conseguenza, sfiorarlo con tanta semplicità; lui, che odiava non avere i propri spazi, lui che detestava l'irruenza e lui, che infine l'aveva cercata, applicata e, forse, in fondo, persino voluta. Il perché di quel gesto, di quel nervoso nell'immaginarla sprofondare, Horus non riusciva a spiegarselo, per quanto si arrovellasse. Era ovvio che Emily non sarebbe sprofondata negli abissi, ma, del resto, comprendere i nostri più reconditi istinti andava contro ogni logica.
« Così tanti eventi scolastici e non mi hai mai concesso l’onore di un ballo. » *Huh?* Per la seconda nel giro di neanche un'ora, la Caposcuola Serpeverde riuscì a spiazzare il Tassino che si ritrovò a guardarla per un istante con la fronte aggrottata, come se lei gli avesse appena chiesto di prendere e partire per Timbuctu a cavallo di Mrs Purr. Con un piccolo sospiro, Horus rinunciò definitivamente a trovare un nesso, accettando di buon grado la spontaneità —più o meno velata— che quella sera Emily gli aveva in un certo senso donato; e che lui si era, in fin dei conti, concesso.
« Potrebbe esser questa, l'occasione. » Si sentì rispondere con tranquillità, come se il discorso precedente non fosse mai esistito; ma sapeva, sì, Horus sapeva che non era stato né sepolto, dalle dune di sabbia, né sommerso dalle onde. Sia lui che la ragazza continuavano a rimuginarci su senza neanche saperlo, guidando i propri gesti, anche quelli più semplici, come lei, che prendeva posizione, poggiando con delicatezza una mano dietro il collo di lui e cercando la destra del ragazzo. Non v'era una musica ben precisa, a fornir loro la base dalla quale partire: il fulcro della festa era troppo lontano e il vento non portava che un vago eco, difficilmente udibile al di sopra del dolce suono della risacca. Ma il mare e la brezza fornivano una melodia ancor più consona a quella strana situazione ed Horus, prendendo il controllo, cominciò a muoversi pacatamente in un semplice lento. Nonostante la parte inferiore degli abiti fosse, oramai, completamente zuppa, e nonostante l'acqua arrivasse ben oltre le loro caviglie, il movimento placido delle onde li condusse ancor meglio di quanto loro stessi avrebbero potuto muoversi su una banale pista da ballo. Prima ancora che Horus potesse completamente abbandonarsi a quella breve danza, la voce di Emily tornò, ancora una volta, a richiamare l'attenzione del Tassino, che fino a quel momento aveva osservato un punto indefinito, oltre la spalla di lei. Quando gli occhi di Horus si posarono sul volto della Serpeverde, incontrarono ancora una volta lo sguardo della fanciulla e, alle sue parole, il giovane ghignò divertito.
« Per quanto improbabile sia l'aspetto di questo naufrago, la sua anima è ben lungi dall'essere ammaliata. » Rispose, riprendendo ancora una volta il ruolo che pochi attimi prima erano riusciti, in un certo senso, ad abbandonare. Approfittandosi di quel margine di confidenza, Horus si chinò leggermente in avanti, verso la fanciulla. « Mai e poi mai una Sirena potrà riuscire a trascinare con sé negli abissi un falco. » Le sussurrò nell'orecchio, un angolo della bocca incurvato in una smorfia ironica. Sebbene l'espressione dipinta sul suo viso potesse sembrare fuorviante, il tono della sua affermazione era incredibilmente serio. V'erano tante, forse troppe, sfumature nascoste in quella frase, così come ve n'erano in tutto il loro precedente discorso ed Horus ne era certo, avrebbe speso parecchio tempo, ripensandoci; Emily si sarebbe ritrovata a ripensare ancora al loro discorso, quella notte, una volta dismessi gli abiti da Sirena?
« Se non altro... » Esordì il Tassorosso, dopo qualche attimo di silenzio, allontanando il viso da quello di lei, e osservandola con un piccolo bagliore negli occhi « Questo dimostra che gli Abissi, del resto, non sono il luogo che più ti si addice. »

« I'm not strong enough to pay this ransom. One more monster crawled inside, but I swear I saw it die. Can you save me from the nothing I've become? »

 
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32 replies since 11/7/2014, 12:07   946 views
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