Esame GUFO Patrick Swan

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view post Posted on 21/12/2014, 01:22
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Ministro della Magia
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La gravità della situazione era abbastanza evidente.
Aveva contato quattro figure incappucciate, come diavolo avessero fatto a penetrare le difese del castello non era dato sapere, lentamente il pensiero che non si trattasse di esterni prese forma nella sua testa, Voldemort doveva essere impazzito se pensava di ottenere qualcosa con così poco dispendio di forze, le grida, le esplosioni, i forti rumori avrebbero richiamato studenti e professori, di lì a poco la Sala Grande sarebbe diventata come Diagon Alley la settimana prima dell'inizio della scuola. Affollata.
La sua avversaria era caduta a terra, destinataria del suo stesso incanto offensivo, osservando rapidamente la situazione si rese conto che sia la Lancaster che la Bennet si trovavano in difficoltà, Patrick aveva provocato un'esplosione imponendo a tutti loro un incontro ravvicinato con il pavimento.
Numericamente parlando, considerando anche il "fattore sorpresa", occupavano una situazione si svantaggio. La professoressa Galloway sembrava non voler prendere posizioni, era un bene o un male? Probabilmente un male, forse non poteva appoggiare i mangiamorte con evidente spudoratezza, rimanere inerte costituiva una scelta obbligata per non recare loro svantaggio.
Strinse i pugni con rabbia, la bacchetta le tremò appena. Le iridi ametista passarono in rassegna le varie figure ammantate rovinate a terra, li disprezzava in maniera esponenziale. Sicuramente fra loro militavano anche giovani inesperti, abbacinati dalle folli bugie di quell'essere immondo, che non avrebbe esitato un solo attimo a sacrificarli in nome del proprio, bieco egoismo. Perché erano così ciechi? Perché non si ribellavano, schiavi di un ideale che non aveva niente di comune? Era il suo ideale e sarebbero morti inutilmente. Tutti.
Udì un grido e si voltò verso la porta di ingresso, un altro mangiamorte era entrato, ci mise si e no mezzo secondo per indovinare le sue intenzioni, bastò la pronuncia di tre lettere - "lum" - per capire dove voleva andare a parare. Chiuse gli occhi prima ancora di udire la parte finale della formula e si chinò rapidamente dietro il grande tavolo, per trovare momentaneo riparo.
Non si chiese se fosse necessario, non si domandò se valesse la pena mettere in pericolo altre vite, la priorità in quel momento era difendere la scuola. Non intesa come edificio bensì come giovane società in crescita, costituita da studenti traboccanti di ideali con la I maiuscola. Ideali veri, comuni, generalizzati.
Aveva già avuto modo di utilizzare quel tipo di incanto, affinandone la tecnica di esecuzione, sapeva anche a quale ricordo aggrapparsi, la morte si era portata via quasi tutto ma il tempo le era servito per scindere le cose belle da quelle brutte, i ricordi che amava da quelli che cercava di spingere nei meandri più reconditi del suo cervello. Lo sguardo profondo dell'unico uomo importante della sua vita la estraniò per un attimo riportandola ad una fresca sera d'estate, la musica che scandiva i tempi del ballo risuonava ancora nelle orecchie sebbene non fosse più materialmente udibile e lì, alla fioca luce dei lampioni del piazzale, la voce di lui divenne quasi un sussurro. Non era difficile richiamare alla mente sprazzi del passato, ci aveva lavorato parecchio e, alla fine, si era detta che non poteva fare di tutta l'erba un fascio, sforzarsi di dimenticare l'avrebbe fatto morire due volte.


*Expecto Patronum*

La formula risuonò nella mente fluttuante, il polso armato compì un movimento semicircolare in senso orario mentre la bacchetta puntava la porta della Sala Grande.
Se fosse riuscita nell'intento un regale cigno avrebbe preso forma fra unioni e commistioni di filamenti argentei e si sarebbe diretto, senza indugi, nell'unico luogo in cui sperava che ci fosse qualcuno dei suoi. Non poteva esimersi dal richiamare coloro che avevano fatto della "difesa scolastica" il loro punto di forza, se non li avesse avvisati, se non avesse dato loro la possibilità - e anche la soddisfazione - di ricacciare quegli scarafaggi nella fogna dalla quale erano usciti, loro non l'avrebbero perdonata mai.
Il patronus, qualora apparso, si sarebbe dovuto recare nella Stanza delle Necessità e parlare per lei più o meno in questi termini: affilate le bacchette e scapicollatevi in Sala Grande, abbiamo ospiti inattesi.
Avrebbero sicuramente capito.



Mi scuso per il ritardo ma mi è partita la connessione e ho dovuto scrivere tutto a mezzo del cell.
 
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view post Posted on 8/1/2015, 20:11
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Il Fato

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La situazione si era complicata sin dalle prime battute di "caccia".
L'attacco a sorpresa degli Oscuri aveva certamente trovato la fazione opposta leggermente sguarnita nei primi istanti di orrore e forza, tuttavia...Il Male pareva essersi servito, sino a quel momento di cavie sacrificabili, o meglio di adepti scaltri e capaci, ma dotati di conoscenza magica limitata a causa di età ed acerba preparazione.
Era stata giusta scelta?
Per il Signore Oscuro, forse sì...Chi poteva esser più utile se non adepto pronto a morire per lui? Giovani ancora non indispensabili.
Eppure...A capo di tale fazione vi era la punta di diamante tra i Mangiamorte, Raven Shinretsu e... Il ragazzo prediletto, Vagnard Von Kraus. Doveva dunque trattarsi di faccenda seria.
...Contraddizioni...
Del resto, vi era ancora da capire cosa esattamente volesse ottenere Lord Voldemort con tale attacco.
Puntava ad impadronirsi ufficialmente di Hogwarts? Voleva eliminare definitivamente Ministro, Preside e tutte le cariche di spicco del Mondo Magico?
Domande, quesiti che era giusto porsi ma che non potevano esser contemplati in tale istante dedito alla mera, pura battaglia.
La mente di tutti doveva volgere all'azione da compiere nell'immediato, all'attacco, alla difesa, all'atto astuto da imbastire per vincere ed ottenere il vantaggio.
Vittoria...Solo questo contava.
E nel conteggio e valutazione di eventuale esito propizio, doveva esser forzatamente annoverato anche il numero di alleati di cui si poteva disporre.
Motivo per cui la più esperta tra i combattenti, il Ministro Pompadour, evocò, con successo, l'incanto expecto patronum destinato ad informare alleati e compagni dell'Ordine e dell'ES di quanto stava accadendo.
Un silenzioso grido di aiuto, conciso ed efficace, luce e voce, giunse laddove Camille aveva rivolto la richiesta...Amica, amico, compagna, compagno, alleata, alleato, avrebbero potuto udire la chiamata se nel luogo di destinazione vi fosse stato qualcuno.
Era stata decisione astuta quella di lasciare "libera" la Pompadour? Non sarebbe forse stato più efficace neutralizzarla o cercare di "tenerla" impegnata?
Libero arbitrio...Sempre...
Del resto, allo stesso modo Camille aveva rinunciato ad attaccare in favore di appello e richiesta di aiuto.
Era stato gesto azzardato?
Gli altri combattenti, come pedine di scacchi, si disponevano sul suolo di battaglia e si preparavano alla mossa successiva, non senza errori, distrazioni, o, al contrario geniale mossa e predisposizione al comando.
Una giovane Serpeverde, ex Caposcuola, Aryadne Cavendish, faceva ingresso nella stanza come a voler risvegliare effetto sorpresa a discapito dei nemici. Essa evocava con astuzia, dopo aver urlato a mò di segnale di avvertimento rivolto verso i compagni, l'incanto Lumos Maxima.
Perfetta esecuzione, nulla da dire. La fanciulla si era tanto premurata di avvisare i compagni, ed essa stessa aveva chiuso gli occhi a difesa del proprio operato e si era lanciata di lato, al fine di schivare eventuali incantesimi di attacco degli avversari trovando riparo dietro un possente tavolo. Il Lumos maxima aveva, in effetti, il potere di illuminare sino ad abbagliare un'intera stanza, e, trattandosi di energia radiale, quest'ultima veniva irraggiata in ogni direzione.
Se da un lato, essa poteva contare sul proprio attacco nuocendo alcuni avversari, dall'altro l'incanto procurava danno anche ad alcuni compagni...Ma era opportuno procedere con ordine.
Pareva che ogni mossa, ogni azione ed inizio della stessa avessero preso vita, per ciascun presente, all'udire la parola "Lumos"...
Nessuno sembrava aver giocato d'anticipo...Del resto, forse ciò non sarebbe stato possibile dato il naturale susseguirsi degli eventi concitati e privi di pause.
Dunque, tutti partivano al tempo T.
In tal caso, non essendovi alcuno in anticipo, velocità e rapidità di esecuzione avrebbero fatto la differenza, senza ancora considerare il fatto che un paio di combattenti, non chiudendo gli occhi e socchiudendoli soltanto, si apprestavano a subire conseguenze spiacevoli sul proprio status visivo...
Azione 1.
Il talentuoso Von Kraus decideva di "spendere" parte del proprio tempo a disposizione, levandosi ed avvicinandosi al compagno Raven, risultando pertanto, essendo Raven postosi in ginocchio, parzialmente coperto in linea d'aria ed alla vista fino al bacino rispetto alla posizione assisa di Patrick Swan.
Nel medesimo istante, il Caposcuola Corvonero già sceglieva incanto di attacco e si preparava mentalmente all'esecuzione, sebbene seduto a terra.
Azione 2.
Von Kraus cercava giusta concentrazione e chiudeva gli occhi. Raven dava inizio a dura prova di concentrazione volta al conseguimento dell'incanto Superioris. Swan, senza dimenticare di porre braccio sulla fronte e di calare lo sguardo per evitare di essere accecato dal Lumos Maxima di prossima esecuzione della Signorina Cavendish, puntava la bacchetta in direzione di sassi e macerie, frutto del suo stesso bombarda, per recare danno al nemico ed eseguiva semplice e rapido gesto con polso e bacchetta.
Azione 3.
Von Kraus eseguiva movimento di esecuzione proprio del Protego Totalus. Raven proseguiva nell'esecuzione dei movimenti propri dell'incanto da lui scelto, dando luce e vita nella propria mente a tre copie di sè stesso. Swan sferrava l'attacco, mirando, con visuale parzialmente coperta dal braccio a protezione dal lumos maxima, i sassi di diametro sino a sei centimetri circa, infuocati, diretti verso i nemici, primi tra tutti Raven e Vagnard, gli avversari più vicini.
Tre piccoli proiettili infuocati raggiungevano Raven e lo colpivano nella gamba già ferita e dolorante costringendolo a nuova caduta. L'incanto Superioris non riusciva quindi a trovare compimento. La concentrazione e l'esperienza, sebbene elevati, non potevano ignorare la distrazione del dolore e del bruciore arrecati da ben più semplice ma astuto incanto del Caposcuola Corvonero.
Azione 4.
Altri cinque piccoli proiettili si dirigevano, raso terra verso Chrisalide ma non la raggiungevano poichè il Protego Totalus finalmente trovava il termine e la perfezione dell'esecuzione. i proiettili cadevano dinanzi alla barriera magica senza nuocere ad alcuno.
Ora Vagnard, Raven erano protetti e lo sarebbero stati per alcuni minuti.

Mentre Swan e Vagnard evocavano i propri incanti con successo, una terza protagonista del Male cercava di lasciare indelebile segno nella vicenda attaccando il Caposcuola Corvonero attraverso l'incanto expelliarmus ben eseguito. L'incanto non raggiunse tuttavia la mano laboriosa ed esperta di Swan: il modesto riparo abbassando lo sguardo sperando di non essere colpita da luce indiretta, in attesa dell'imminente lumos maxima, non fu ovviamente sufficiente (considerando addirittura lo status naturale della ragazza).Il lumos maxima aveva effetto radiale ed illuminava fino ad abbagliare un'intera stanza. L'ombra generata dall'esile corspo di una ragazza, come quello della Cavendish, non poteva ragionevolmente essere sufficiente riparo e difesa. Il risultato di tale piccolo errore di valutazione fu la luce: abbagliata, la giovane Arya non riusciva a colpire la mano di Swan disarmandolo, ma colpiva solo la spalla sinistra generando tuttavia dolore nell'avversario. Arya possedeva certamente abilità, forza e velocità...Ma la luce andava temuta nella giusta misura...
Era infine da sottolineare che lo stesso esaminando Corvonero, Swan, non chiudendo gli occhi ma riparandoli soltanto ed abbassandoli verso il suolo, esponeva il suo senso della vista a fastidio e compromissione. Egli non veniva accecato temporaneamente, ma la vista si faceva annebbiata e poco chiara.

La Vicepreside poteva, grazie ai secondi trascorsi, ricominciare a sentire sè stessa, il proprio vigore e le proprie forze...L'effetto del decado andava scemando. D'altro canto, l'aver tenuto ragionevolmente gli occhi chiusi nel corso della crisi di debolezza inflitta dall'incanto evocato poco prima da Von Kraus (il decado stesso) l'aveva preservata dalla temporanea cecità.

La professoressa Bennet, nuovamente colpita dalla giovane Chrisalide, subiva duplice danno: veniva abbagliata dall'incanto Lumos Maxima e veniva anche allontanata di un metro dal tavolo docenti subendo lieve e modesto danno.

Quella era la situazione...Era ora di proseguire.



Persefone D. Bennet
Sei ancora legata, distesa a terra, ad un metro di distanza dal Tavolo Docenti a causa dell'incanto verdimilius evocato da Chrisalide . Vieni inoltre temporaneamente colpita alla vista a causa del lumos maxima. La vista si appanna. Perdi altri 10 punti salute.
Punti Salute: 187
Punti Corpo 207
Punti Mana 230
Punti Esperienza 73

Camille Pompadour
Illesa, china in prossimità del tavolo docenti.
PS 256
PC 196
PM 246

Hope Lancaster
Sei distesa a terra ma l'effetto del decado è venuto meno.
Punti Salute: 194
Punti Corpo: 158
Punti Mana: 180
Esperienza 34,5

Patrick Swan
Sei seduto a terra. Vieni colpito dall'incanto expelliarmus alla spalla sinistra. Perdi 4 punti salute. A causa dell'incanto lumos maxima la vista si indebolisce e si appanna per un turno. Perdi 3 punti salute.
PUNTI SALUTE: 205
• PUNTI CORPO: 216
• PUNTI MANA: 233
• PUNTI ESPERIENZA: 76,5



Raven Shinretsu
Sei in ginocchio. Vieni colpito da tre sassi infuocati del diametro di 6 centimetri l'uno. Ma, in seguito all'incanto di protezione castato da Vagnard, ti trovi ora protetto per 1 turno. Perdi 8 punti salute e 4 punti corpo. Permangono le ferite superficiali e le escoriazioni alle mani.
Punti Salute: 394
~ Punti Corpo: 324
~ Punti Mana: 367
~ Punti Esperienza: 70,5


Chrisalide
Illesa in questo turno.
PUNTI SALUTE: 71/101
PUNTI CORPO: 49
PUNTI MANA: 58

Arya Von Eis
Arya, la vista è compromessa a causa del lumos maxima. Nel corso del prossimo turno riuscirai a vedere in maniera non netta e distinta. Distinguerai figure e masse ma non contorni. E' come se fossi in una fitta nebbia...Molto fitta...In pratica vedi solo ombre indistinte. Perdi 8 punti salute.
Punti Salute: 70
Punti Corpo: 56
Punti Mana: 63
Punti Esperienza: 7

Vagnard Von Kraus
In piedi vicino a Raven. Sei protetto dal tuo stesso incanto per 1 turno.
Punti Salute: 81
» Punti Corpo: 94
» Punti Mana: 60
» Punti Esperienza: 31

Aryadne Cavendish
Illesa. Ti trovi dietro possente tavolo in legno.
punti salute: 132
punti corpo: 85
punti mana: 93
punti esperienza: 24,5

 

 

Allora, cominciamo con le precisazioni.
- Camille, hai postato con circa due ore di ritardo. Tuttavia, poichè nessuno ti ha colpita nè attaccata nel corso del presente turno, è ragionevole il tuo successo nell'evocare l'incanto expecto.
Nel rispetto di coloro che sono invece stati puntuali, non potevo non tenere conto del dettaglio.
Pertanto la mia decisione è la seguente: l'intervendo di colui/coloro che hai chiamato a raccolta potrà trovare materiale possibilità di azione tra due turni (sarò io a dare il via libera). Perchè non ho decretato un turno solo di attesa? Come vedete, le azioni della battaglia sono concitate e voi stessi attaccate e vi difendete nel giro di pochissimo tempo, secondi o minuti.
Ragionevolmente, i soccorsi, non potendosi materializzare ad Hogwarts, dovranno percorrere strada, o scale correndo, ma pur sempre a piedi. Avrei previsto un turno, ma in questo caso ne prevedo due per il ritardo lieve con il quale hai postato senza richiedere di posticipare la scadenza.
Avrei potuto, del resto, anche non considerare il tuo post, ma ovviamente trovo la cosa assurda. Io stesso rispondo solo oggi dopo giorni di vacanza, figurarsi se possa essere giusto punire chi invece non ha potuto postare per problemi di connessione!
E la decisione è equilibrata. Non arreco danno alla fazione del Bene e nemmeno a quella del Male (dando a quest'ultimo un turno in più prima dell'arrivo dei soccorsi del Bene).
Arya, l'incanto lumos maxima è un incanto radiante (colpisce ogni direzione di una stanza. Non è sufficiente abbassare lo sguardo, nè il riparo dell'ombra di un'esile figura come quella di Aryadne. Questa è la mia decisione. Inoltre, sei un licantropo. La luce non ti "dona" giovamento.
Patrick: il non avere chiuso gli occhi ti penalizza, ma meno rispetto ad Arya grazie al braccio ed alla tua condizione più...umana (non sei un licantropo e non devi temere la luce come Arya). Non rimani abbagliato, ma la vista è compromessa temporaneamente.
L'incanto di Patrick ha dato vita e movimento a 8 proiettili infuocati. Tre proiettili hanno colpito Raven, il più vicino a Patrick tra i nemici. Cinque proiettili non sono giunti a destinazione ma hanno trovato arresto dinanzi alla barriera magica.

Avete 7 giorni per rispondere. Sarò più fiscale con i tempi. Ricordo che avete una possibilità di posticipare la chiusura del turno scrivendomi.


Edited by MasterHogwarts - 8/1/2015, 20:43
 
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view post Posted on 11/1/2015, 21:34
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Grifondoro VI anno

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Sulle sponde del lago, era tempo che non tornava al castello, solo due giorni prima era tornato dalla sua lunga ricerca andata sicuramente non a buon fine. Aveva avuto giusto il tempo di riprendersi le energie perse. Era seduto su una delle sponde del lago, non aveva neanche messo piede tra le mura, aveva bisogno di un po’ di tempo per se per riuscire a riambientarsi, gli occhi erano persi al centro dello specchio d’ acqua nero. Ad un certo punto una figura di un colore celestino tendente al bianco comparve dall’ altra sponda del lago. A grande velocità cominciò ad attraversarlo per poi raggiungere il centro e ancora arrivare alla sponda del lago, su cui James fino a quel momento era rimasto seduto, lasciando una scia e una spuma retro di se. Alzandosi di scatto e prendendo la bacchetta in mano era pronto a capire di cosa si trattasse, era un cigno, un patronus, sapeva benissimo a chi appartenesse, cosa era accaduto? Perché Camille mandava il suo patronus? Scoprirlo non fù la cosa migliore, la voce del ministro echeggiò, raccontando in breve cosa fosse successo, un invasione… Di nuovo? James era sbalordito, possibile che fosse lui la calamita per i guai? Non poteva pensarci in quel momento, doveva correre. Strinse ancor di più la bacchetta tra le sue dita, sapeva dove dirigersi, il suo aiuto urgeva. La sala grande.
* Essenubilus*
Nella sua mente risuonò quella parola, quella formula magica, se la sua concentrazione fosse stata quella adatta in men che non si dica la parte inferiore del suo corpo sarebbe divenuta gassosa, una nuvoletta bianca e a velocità anche più elevata di quella del patronus di Camille. Avrebbe voluto irrompere nella sala grande, trovare un angolo con le spalle coperte e dare il suo contributo alla causa, James era tornato, il castello aveva un’ arma in più ora

 
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view post Posted on 11/1/2015, 21:42
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Il Fato

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Xander, come già chiaramente scritto nel mio post considererò il vostro arrivo tra due turni e comunque solo dopo avervi autorizzato ad entrare in scena. Questo per ragioni che ho già ampiamente spiegato. Il tuo post per me sarà solo descrittivo. Ed avrà efficacia (se reputerò di doverlo ritenere tale) dopo due turni.
 
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~Bathory
view post Posted on 13/1/2015, 13:22







Fortunatamente aveva coperto i propri occhi prima del Lumos Maxima che aveva illuminato a giorno l'intera sala. senza dunque subíre danni alla vista. Nel vedere la preside continuare a venir colpita, Chrisalide sorrise, per poi ridere con tono che aveva un qualcosa di isterico, saltellando sulle punte dei piedi e facendo una piccola piroetta su se stessa, per quanto la gamba ferita le permetteva. Le piaceva da morire la sensazione adrenalinica che le aveva invaso il corpo dopo aver colpito la preside piu' di una volta. Le piaceva avvertire quella scarica elettrica che dal braccio correva lungo il polso e fuoriusciva poi dalla bacchetta magica, ed avrebbe dato via la sua intera eredita' pur di riprovare la stessa sensazione. Smise di ridere, concentrandosi, lo sguardo vago' alla ricerca di un nuovo bersaglio. Poso' le iridi sul volto dell'esaminando corvonero. Non conosceva quel ragazzo, ne' sapeva chi fosse, ma era colui che aveva castato il bombarda che le aveva procurato la ferita alla gamba, dunque si mise in posizione, e notando che il Lumos Maxima sembrava aver alterato le sue capacita' visive, si concentro' sull'incanto che le vorticava nella testa. Punto' la bacchetta verso la porzione di pavimento direttamente sotto i piedi del corvonero pronunciando con voce chiara 《 Lapsus !》 mentre nello stesso momento, compiva un movimento con il polso, che con decisione muoveva dall'interno verso l'esterno. Con un po' di fortuna, se l'incanto fosse andato a segno il pavimento sarebbe diventato scivoloso, ed il corvonero sarebbe potuto cadere con il fondoschiena per terra. Dopo aver castato l'incanto, si mosse verso l'uscita dalla stanza, voltandosi solo una volta per vedere se il fato fosse dalla sua parte ancora una volta, per poi sparire avvolgendosi nel mantello.

 
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view post Posted on 14/1/2015, 15:07
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Semper Fidelis

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× Legenda
Narrazione
«Dialoghi»

Sassolini infuocati? Raven sorrise. Come poteva interrompere l'esecuzione del suo incantesimo, per colpa di alcuni sassolini lanciato dal Caposcuola Swan? Tutto ciò significava una cosa sola: Raven doveva allenarsi di più, sempre di più, per resistere, e per far sì che una prossima volta quei sassolini non lo avrebbero fermato. La gamba sì, gli poteva provocare dolore, e i sassolini potevano provocarne ancora di più, ma non doveva cadere, non poteva permettersi di cadere. C'erano troppe aspettative appoggiate sulle sue spalle per fallire così miseramente l'esecuzione di un incantesimo, e in altre occasioni questo sarebbe potuto essere un errore fatale; un errore che spesso costava la vita. Dunque, cadendo e interrompendo l'esecuzione del Superioris a metà, Raven pensò principalmente a questo: rialzarsi e riprovare. Però, rialzandosi, dovette invece ammettere, che sarebbe stato il caso di fare altro: dopo i successi iniziali, la squadra composta dai Docenti e Patrick si stava rapidamente riprendendo. Chris, la giovane adepta, preso-preso avrebbe mollato, così come tutti gli altri. Inoltre, notò con la coda dell'occhio l'uscita di un Patornus dalla bacchetta della signora Pompadour. Che stesse chiamando qualcuno? Quel Patronus non gli piaceva. Decisamente.
Dei rinforzi non ci volevano, decisamente. Già che in pochi, lui e alcuni studenti, stessero tenendo testa a gente di non poco valore, Preside, Ministro, Docente di Difesa, nonché uno studente brillante, significava molto: gli stavano facendo capire, che il male poteva colpire ovunque, anche nella loro casa, anche sotto il loro naso. Ovunque.
Ripresosi, Raven avrebbe semplicemente buttato giù la polvere dal suo mantello. Dunque, rinforzi? Sorrise. Questo lo metteva in condizione di chiamare anche lui i rinforzi, e finalmente giocarsi l'asso nella propria manica. Una ritirata strategica, o qualcosa di quel genere. O forse... Sì. Li avrebbe chiusi tutti in quella grossa stanza, sotto il naso dell'Oscuro Re, e li avrebbe bruciati, osservando il dolore e l'agonia sui loro volti, che illuminavano l'inizio di una strada e vita nuova.
Prima di passare al piano B, quello che avrebbe funzionato sicuramente dopo un primo riscladamento iniziale, lanciò un'occhiata in giro: Patrick sembrava mezzo-accecato per via dell'azione di Aryadne, appena entrata, la Preside legata, impossibilitata nell'azione, il Ministro Pompadour era libera e illesa, e rappresentava un pericolo e la docente di Difesa, invece, non si vedeva proprio all'orizzonte, merito di Vagnard-mascherato.
«Coprimi e usciamo.» – Avrebbe appena sussurrato al suo compagno di mille battaglie. - «Facciamogli avere una gran bella sorpresa a questi qui.»
Detto questo, aspettandosi la copertura dell'amico, egli avrebbe si sarebbe girato, e corso in direzione opposta: verso la porta. Una volta uscito dalla porta, spalancata ancora da prima, sarebbe rapidamente uscito verso il giardino, ancora nella maschera, e puntato la bacchetta verso il cielo:
"Morsmordre!" - Avrebbe egli gridato nella propria mente, eseguendo così un incantesimo in forma Non-Verbale. Era il segnale all'Oscuro Sire: tutte le vittime da lui desiderare erano raccolte in un punto, tutte pronte a morire.
Quindi fuggì di nuovo dentro, cercando un posto ove non lo vedesse nessuno. Un angolino qualsiasi? Il sotterraneo, oppure... Vicino alle scale, sotto di esse. Del resto, i rinforzi, se fossero arrivati, non potevano che arrivare da li, e chi lo avrebbe visto li vicino, sotto le scale, se tutti, in fretta e furia, avessero puntato alla Sala Grande? Astuzia. Doveva essere astuto e sfruttare le debolezze della mente umana: il range di attenzione dei meno svegli non avrebbe permesso loro di indivudare qualcosa direttamente sotto di loro, al di fuori della loro zona di attenzione.
Raggiunto velocemente un posto ove l'ombra lo coprisse e gli studenti si raccogliessero a guardare il marchio impresso nel cielo, Raven si sarebbe dapprima guardato, assicurdandosi di non essere visto da nessuno, e quindi si sarebbe rapidamente tolto la maschera e il mantello, posando entrambi gli oggetti a terra e nascondendoli li, sotto le scale. Sarebbe venuto a riprendere dopo quei vestiti.
Sotto il mantello era vestito normalmente: jeans e un golf nero che gli dava un'aria da tipico studioso britannico, seppure, con gli occhi a mandorla.
Quindi attese che arrivasse l'Oscuro.
La sua parte era finita? Non poté che sorridere. Era appena iniziata.
Doveva solo...
"Dannazione." - Pensò. - "Maledette ferite alle mani".
 
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~Hope™
view post Posted on 14/1/2015, 16:47





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Lentamente, così com’era arrivata, la magia iniziò a dissolversi e finalmente avvertì le forze tornare come se nulla fosse successo. Doveva ammetterlo, chiunque avesse scelto quell’incanto non era affatto uno stupido; aveva preferito puntare sull’efficacia piuttosto che sulla forza ed era quindi riuscito a coglierla di sorpresa e a non darle il tempo di reagire o comunque scansarsi. Ma ormai era passato, non poteva permettersi il lusso di valutare gli aspetti negativi o positivi, non in quel momento. Udiva chiaramente i suoni della battaglia che continuava senza sosta poco distante da lei ed era suo compito nonché desiderio prenderne parte come membro attivo e non certo passivo. Strinse le dita della mano destra intorno alla bacchetta e mosse appena le gambe per constatare se effettivamente l’effetto dell’oscura magia fosse terminato; fino a quel momento era stata forse avvantaggiata da quella situazione, la massiccia scrivania di legno l’aveva protetta e lo avrebbe fatto finché non fosse stata in grado di castare il suo incanto. Riaprì lentamente gli occhi per dare loro modo di riabituarsi alla luce. In parte si sentiva in colpa verso i suoi compagni, era stata una folle a voler castare un incantesimo così complesso e potente per rispondere a un attacco improvviso; inesperienza, desiderio di proteggere le persone più vicine o semplicemente troppa sicurezza di se e delle sue capacità. Si sentiva arrabbiata per essersi sopravvalutata ma soprattutto per aver sopravvalutato il gruppo di intrusi, per essersi fatta mettere al tappeto da un incanto banale, fin troppo, ma non avrebbe permesso loro di cantar vittoria, no affatto, avrebbe lottato fino alla fine ma soprattutto avrebbe fatto sentire a tutti la sua presenza. Le toccava ora rimettere insieme i pezzi e concentrarsi sulla battaglia, rispondendo colpo su colpo, mettendo da parte la ragione o qualsiasi tipo di strategia pensata a tavolino. Aveva bisogno di lasciarsi guidare dall’istinto, fare in modo di pensare e nel contempo iniziare ad agire senza attendere, senza dar tregua a se stessa ma soprattutto agli invasori che parevano decisi a mietere vittime spinti dalla follia di un credo senza alcun tipo di fondamento umano. Lentamente iniziò a fare mente locale, ricordava grossomodo la posizione dei presenti ma non poteva far fede su ciò che aveva visto poiché molte cose potevano esser mutate. Tuttavia su una cosa era certa e quella sarebbe stata la base per l’azione. Ricordava chiaramente la disposizione del mobilio all’interno della Sala Grande, tavoli, sedie, tutto era ben delineato nella sua mente, del resto quella era la sua casa da ani ormai. Poi finalmente una formula richiamò la sua attenzione, complice anche l’incantesimo utilizzato precedentemente da Patrick, ma mentre il suo caposcuola aveva scelto qualcosa di teatrale, come suo solito, lei avrebbe ambito a qualcosa di molto più piccolo ma beffardo. Quando il suo esile corpo aveva toccato il suolo, colpito dall’incanto, qualcosa le era esploso dentro, sentimenti, emozioni, misti alla sensazione di impotenza. Ora avvertiva il desiderio di riproporre quell’esposizione all’esterno, dando modo ai suoi stessi avversari di comprendere ci che avevano contribuito a scatenare. Più di una volta si era trovata a utilizzare il Reducto, incantesimo potente e facile da governare. Chiuse le palpebre e si concentrò sul suo potenziale magico; era sicura di poterci riuscire, non aveva subito danno alcuno anzi, probabilmente quella momentanea distrazione non aveva fatto altro che contribuire a mantenere inalterata la sua stessa forza. Avvertiva la magia crescere e lentamente spostarsi verso il braccio destro, attraverso le sinapsi, lungo le i fasci nervosi del braccio, giù fino a raggiungere la mano. Doveva convogliare tutta la sua magia all’interno della bacchetta magica. Non restava altro da fare. Riaprì le palpebre e senza riflettere troppo si rimise in piedi sollevando nel contempo il braccio destro. Inquadrò subito la scena concentrandosi su due figure posizionate dietro un possente tavolo di legno. Eccolo, lo aveva trovato il suo obiettivò. Lasciò fluire la magia attraverso la bacchetta ben puntata contro la parte del tavolo più vicina alle due figure incappucciate. Immaginò l’esplosione, migliaia di schegge impazzite tagliare l’aria e compire i presenti, distrarli, ferirli, non le interessava. Ruotò il polso una volta in senso orario, due in senso antiorario e l’ultima nuovamente in senso orario. *Reducto* la formula risuonò nella sua mente nitida, chiara, precisa. Era sicura, forse troppo ma non le importava. Nessuno si sarebbe preoccupato di lei, probabilmente in molti l’avevano sottovalutata, e quella sarebbe stata la sua più grande forza.



Statistiche
Punti Salute: 194
Punti Corpo: 158
Punti Mana: 180
Esperienza 34,5







 
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Arya Von Eis
view post Posted on 14/1/2015, 18:15




L’inesperienza, purtroppo, giocava un ruolo fondamentale su tutti i fronti, se da una parte, l’adrenalina del momento poteva caricarla e spingerla a puntare anche sulle nuove abilità acquisite, dall’altra, le impediva di calcolare tutti i limiti di quella stessa condizione, se in più, aggiungiamo il fatto che, non aveva ancora avuto modo di conoscerli tutti, la frittata era fatta.
In questo caso, dunque, l’inesperienza non poteva essere compensata dalla caparbietà, c’erano cose che, maghi più esperti di lei, licantropi più esperti di lei, avrebbero sicuramente preso in considerazione, cose che, a lei, ancora sfuggivano, ma le avrebbe imparate.
Una lezione la stava imparando proprio in quel momento, il risvolto della medaglia del poter vedere in condizioni di buio assoluto era il non sopportare bagliori troppo forti, aveva creduto di essere al riparo dall’incanto della compagna prendendo solo qualche piccola precauzione, ma si sbagliava, il “Lumos Maxima” la investì in pieno, impedendole di vedere correttamene ciò che stava facendo e ciò che accadeva intorno a lei.
Troppo tardi chiuse gli occhi, sperando, come accadeva normalmente, di riacquistare una visuale almeno decente appena superato lo stordimento iniziale, la stanza le appariva come un insieme di luci e ombre sfocate, non sapeva se il suo incanto avesse funzionato, non riusciva a vedere cos’avessero combinato i suoi compagni e, cosa forse peggiore, non sarebbe stata in grado di anticipare un eventuale attacco avversario, come avrebbe potuto se non distingueva gli amici dai nemici?
Era riuscita a rimettersi in piedi, forse più per il senso di smarrimento che per altro, si guardò intorno, rendendosi conto che, sarebbe stato completamente inutile, decise allora di fare affidamento solo sull’udito, almeno, quello, funzionava ancora.
Vedere e sentire, erano, però, due cose completamente diverse, poteva sul serio, in quelle condizioni, tenendo conto anche dell’inesperienza, essere di qualche aiuto ai suoi compagni?
Non poteva però perdere tempo a decidere come agire, doveva farlo e basta, qualunque cosa scegliesse, il piano non prevedeva vittime, almeno non nella loro squadra, non prevedeva sacrifici inutili, da un momento all’altro sarebbero arrivati i rinforzi, rinforzi sicuramente più utili di quanto fosse lei in quel momento, non poteva vedere a che punto fossero tutti, ma anticiparli, nel caso non fosse ancora giunta l’ora stabilita, non le pareva un’idea così folle.
Doveva rimettersi in forze, quello era solo il primo atto, non poteva permettersi di vanificare i loro sforzi, una cosa era ben chiara fin dall’inizio, nessuno doveva cadere nelle mani del nemico, la loro forza era il restare nell’ombra, se anche uno solo di loro fosse stato preso, tutti sarebbero stati in pericolo, la conclusione era dunque abbastanza logica anche ai più giovani adepti dell’Oscuro, non sarebbe stato tollerato nessun prigioniero, la vittoria, la fuga o la morte, non c’erano altre vie.
Lasciando l’ultima opzione come estrema, impossibilitata a rendersi utile per la vittoria, non le restava che la ritirata.
Si trovava ancora vicino al portone d’ingresso, in piedi, lì dove il suo stesso incantesimo rimbalzato sullo scudo del Ministro, l’aveva scaraventata, un rapido scatto e si sarebbe allontanata dal campo di battaglia, la decisione fu immediata, non perse tempo, ogni istante era prezioso, appena resasi conto dell’impossibilità di vedere qualcosa, si voltò e, approfittando del piccolo vantaggio in velocità, tentò di dirigersi fuori dalla stanza, poteva, a grandi linee distinguere qualcosa, non poteva di certo mancare l’uscita, l’attenzione ai suoni rimase costante, non voleva scontrarsi con nessuno e, se possibile, avrebbe evitato eventuali oggetti volanti semplicemente schivandoli, non sapeva se avrebbe funzionato anche con eventuali incanti, non aveva mai prestato attenzione al se emettessero suoni, ma qualsiasi cosa di anomalo l’avrebbe messa sugli attenti facendola allontanare dal rumore minaccioso.
Se fosse riuscita ad allontanarsi dalla Sala Grande, avrebbe poi cercato un nascondiglio sicuro, lontano da occhi indiscreti, doveva riprendersi, riacquistare la vista e, decidere il da farsi, togliere maschera e mantello e tornare alle solite attività di studentessa o unirsi nuovamente alla battaglia, ma, ogni cosa a tempo debito, intanto doveva andarsene.

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 14/1/2015, 18:25





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POST PURAMENTE DESCRITTIVO, in attesa del via libera del Master.

Jessica stava studiando, come al solito. Era in Biblioteca, nella speranza di trovare concentrazione in uno dei luoghi che più amava della scuola. Alti scaffali polverosi e accoglienti, contenenti il sapere in ogni sua forma e sfaccettatura. Sfogliava distrattamente un pesante tomo di Trasfigurazione senza, in vero, prestare attenzione al contenuto, le pagine si voltavano troppo rapidamente per poter essere lette, gesto automatico di chi ha la testa altrove. Il silenzio le premeva sui timpani, quasi infastidendola. Era comodamente adagiata su una vecchia legnosa panca, occupando con i suoi effetti una vasta area di superficie del tavolo di studio. Osservava distrattamente un gruppo di ragazzi intenti a scrivere lunghe pergamene, producendo più carta straccia che altro. E poi, improvvisamente, sentì bruciare. Un vecchio calore ridestato, una fiammella inaspettata ma che sapeva benissimo da dove provenisse, che la fece sussultare, rischiando di farla catapultare giù dalla sedia. Il fuoco divampava dalla sua tasca destra e proveniva da un oggetto che per un anno intero aveva lasciato, impolverato e solo, nel fondo del suo baule: il Galeone dell’ES. L’eccitazione si propagò in lei come la lava di un vulcano che si prepara ad eruttare, dopo anni di inattività. Il sangue prese a ribollire nelle vene e il cuore accelerò il battito, mandando in circolo l’adrenalina. Prese a frugare la tasca estraendo il piccolo oggetto di metallo: la data era quella odierna e il luogo era la Sala Grande. Cosa era accaduto? Erano, di nuovo, tutti in pericolo?
Si alzò di scatto in piedi, buttando alla rinfusa il materiale scolastico nella tracolla e corse a perdifiato fuori dalla Biblioteca, in un turbinio di foglietti svolazzanti. Ansante salì le scale ed imboccò un paio di scorciatoie in direzione del dormitorio. Doveva appoggiare la borsa per essere il più agile possibile, non sapeva cosa stesse capitando, il galeone non lo diceva. L'unica informazione che le era dato sapere era di recarsi immediatamente in Sala Grande e l'avrebbe fatto. Una volta buttata frettolosamente la risposta all'enigma del corvo custode del dormitorio, salì le scale fino alla propria stanza, buttò in malo modo sul letto la tracolla e aprì velocemente il baule, valutando se potesse esserle utile qualcosa. Indossava quotidianamente i suoi opali, decise che sarebbero stati sufficienti; richiuse il baule e ripartì veloce come la luce alla volta della destinazione. Scese nuovamente le scale, con il cuore che le martellava furiosamente nelle orecchie, la gola secca per lo sforzo e la nebbia nel cervello; cercava di arrovellarsi per capire cosa fosse accaduto proprio all'interno del castello e il perché l'Ordine avesse bisogno di un intervento immediato. L’ultima volta che aveva sentito il Galeone bruciare, un pazzo sanguinario e megalomane li aveva quasi sterminati tutti… La sola certezza in suo possesso era la bramosia di arrivare in Sala Grande.

 
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view post Posted on 14/1/2015, 23:28
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«Do I not destroy my enemies when I make them my friends?»

Sdraiata sul letto, a pancia in su, Emily fissava il soffitto del vuoto Dormitorio. Nella sinistra reggeva un minuscolo bigliettino, rigirandolo ripetutamente tra le dita, pensava alle svariate motivazioni che avevano spinto il mittente a chiederle quel “lieto” incontro.
Tra lei e Lesnicky non scorreva buon sangue, era chiaro, più o meno, a tutti; molte volte, quasi sempre a dire il vero, erano riuscite a mettere da parte le loro personali divergenze per giungere ad una soluzione ogni qual volta si trovavano dinanzi a problemi riguardanti le loro Casate ma mai erano arrivate ad una conversazione pacifica su affari di altra natura. Ergo, perché le stava chiedendo, tramite quella minuscola missiva recapitatole da un tenero micio tigrato, di raggiungerla agli esterni del Castello?
Qualche idea iniziò a farsi spazio nella mente della Serpina ma nessuna di queste sembrava rappresentare una ragione valida capace di spiegare quell’inusuale richiesta.

Beh sembra che io debba accettare per saperlo, giusto?
Asserì con voce estremamente dolce mentre piegava il capo verso destra, alla ricerca degli occhi intelligenti della sua piccola palla di pelo da compagnia. La mano che reggeva il ruvido bigliettino ricadde sul letto, lasciando che il pezzettino di pergamena si perdesse tra il candore delle lenzuola di seta. Voltandosi su un fianco e piegando le gambe verso il ventre, la giovane Rose attrasse ulteriormente a sé Hisa, lasciandola accoccolare contro il suo petto, sfiorando appena la sua testolina con la fronte.
Farà freddo fuori, tu resti qui?
Sussurrò appena ricevendo in risposta un appena percettibile e pigro miagolio che la spinse a sorridere e ad intuire la risposta.
Socchiuse gli occhi e per un po’ rimase immobile, in una sorta di dormiveglia che, come esperienza narrava, non sarebbe durato a lungo. Libera dalle lezioni, Emily aveva deciso di attardarsi più del dovuto, lasciandosi cullare dal silenzio della sua stanza indice dell’assenza delle sue compagne.
Lentamente riaprì gli occhi e lasciò scivolare le iridi argentee alla ricerca del letto vuoto di Arya poco distante; inspirò profondamente, decisa a non preoccuparsi: ovunque Ella si trovasse, sapeva cavarsela da sola e mai e poi mai avrebbe ammesso di penarsi per lei.
Con delicatezza si divise dalla sua micia mettendosi seduta e stiracchiandosi la schiena come Hisa stessa fece qualche secondo dopo.

Hai cambiato idea?
Doveva smetterla di parlare così tanto con il suo animale domestico o lei stessa avrebbe potuto iniziare a dubitare della propria sanità mentale. C’era da dire, comunque, che quella ormai-non-più-tanto piccola palla di pelo le sembrava più sveglia ed intelligente di molti abitanti del castello - e con ogni probabilità lo era.
Le posò teneramente l’indice sul nasino rosa per poi alzarsi ed indossare un pesante maglioncino nero che l’avrebbe ben protetta dal gelo invernale. Una semplice sciarpa viola al collo et voilà! Era pronta per il famoso incontro tra titani *Tragica. Anzi tragicomica*, si rimproverò.
Forse si trattava soltanto di un’altra, normalissima – e fastidiosa – discussione tra studenti delle loro Casate eppure… Zoey non le aveva mai scritto per occuparsi di tali faccende.
Decisa a lasciar perdere quel genere di pensieri e seguita dal silenzioso trottare di Hisa, Emily si diresse verso l’uscita della Sala Comune.
L’aria umida e fredda dei Sotterranei le anticipò cosa ci fosse ad attenderla fuori. Arrivata al primo piano, decise di percorrere una strada più lunga, svoltando più di una volta ed incamminandosi verso inusuali corridoi per uscire in Cortile senza passare accanto la Sala Grande: l’idea di cosa stesse avvenendo lì dentro, le creava una strana sensazione d’ansia.
*I GUFO arriveranno anche per te, Mon Cher*, fino ad allora era meglio non pensarci.
Quando la luce esterna le abbagliò il viso, Emily si ritrovò costretta a chiudere gli occhi: non v’era traccia di raggi di sole ma la neve era così bianca da rischiare un accecamento istantaneo.
Portandosi la sinistra davanti al viso, riuscì ad aprirli lentamente e a mettere a fuoco il cortile: era vuoto e di Zoey nemmeno l’ombra. Mani in tasca, si avviò verso un piccolo muretto, lasciando dietro di sé la gattina che ad ogni passo sprofondava nel soffice manto bianco.


POST DESCRITTIVO


 
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view post Posted on 15/1/2015, 01:59
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Vide il cigno uscire, regale ed etereo, dalla Sala Grande e pregò - si, pregò - che giungesse a destinazione.
Non aveva paura. Sebbene svantaggiati su un piano puramente numerico, con la Bennet fuori dai giochi e la Lancaster atterrata ma cosciente, stavano difendendo loro stessi e Hogwarts da un attacco improvviso e non preventivato.
No, non aveva paura. Al contrario, fremeva di rabbia, disappunto, contrarietà. Riparata dietro il tavolo, non era preda facile ma neanche gli altri lo erano per lei. Aveva chiesto aiuto e, con una certa fortuna, l'aiuto sarebbe arrivato. Ma fino a quel momento avrebbe fatto quanto in suo possesso per sventare i deliri di onnipotenza di un nugolo di inutili cavie umane.
Rapidamente alzò la testa ed eresse il busto, un movimento che le avrebbe consentito di avere una visuale completa della stanza. Quello che vide non le piacque per niente.
Uno dei mangiamorte zompettava e piroettava istericamente senza motivo alcuno, per un istante pensò che fosse stato sopraffatto da uno sciame di pulci.
Altri due se ne stavano fermi, uno accanto all'altro, troppo esposti per pensare che non avessero escogitato qualche espediente protettivo.
Avrebbe voluto urlare, dire qualcosa di potenzialmente offensivo, sbraitare come una forsennata tutta la sua rabbia ma a cosa sarebbe servito? Non voleva che lo sfogo diminuisse la sua determinazione, svuotarsi in quel momento non avrebbe avvantaggiato nessuno se non il suo ego.
Notò la Lancaster alzarsi in piedi, l'espressione del suo volto, calma, concentrata, desiderosa di riscatto, la rincuorò.
Per brevi attimi il silenzio li inghiottì tutti. Lo scontro che si era appena consumato aveva rivelato certezze e ipotesi, ognuno di loro stava elaborando congetture e strategie per ottenere la gloria o la salvezza.
Non capiva. Non li aveva mai capiti. Conosceva ormai da tempo l'infimo modus operandi di Voldemort, non vi era nessuno più importante di lui, tutte le battaglie erano preordinate ad innalzare la sua folle grandezza. Perchè la gente si immolava per una causa altrui? Masochismo. Ignoranza. Credulità. Anche il migliore combattente fra loro, il più devoto, non sarebbe mai stato al sicuro. Voldemort faceva e disfaceva, prometteva e negava, schiacciava come formiche i suoi umili servitori senza alcuna pietà.
Poi, così come era iniziata, la situazione di stallo terminò.
Qualche braccio si mosse e qualche bacchetta venne puntata. Nessuna nella sua direzione. Anche lei aveva puntato la sua, ben spianata davanti, i sensi all'erta e i muscoli tirati. Era ormai perfettamente in piedi, il busto sporgeva dal tavolo. Il mangiamorte che aveva sferrato l'attacco iniziale lasciò la sua postazione, si voltò di fianco e prese a muoversi verso la porta. Correva.


*Coniglio*

Fu il primo pensiero. Il secondo, si sovrappose al primo con rapidità sorprendente. Non voleva che scappasse. Aveva la bacchetta già puntata ed il braccio ben teso, non fece altro che spostarlo seguendo la direzione della sagoma, arrivando poi a superarla, mentre tracciava un cerchio con un repentino movimento del polso, puntando direttamente l'uscita

*Nebula*

Colpì il centro esatto del cerchio

*Antigravitas*

Se il suo intento fosse andato a segno, nessuno sarebbe potuto uscire (o entrare) senza evitare l'illusione di trovarsi in un mondo capovolto.

 
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view post Posted on 15/1/2015, 12:15

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

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"Non ti cercherei se non lo ritenessi importante, ma devo parlarti di una questione abbastanza delicata, per la quale credo sia opportuno cessare le ostilità almeno per il momento. Ti aspetto in Giardino. - Zoey."

Un breve biglietto, senza intestazione o altre formalità, firmato con il suo nome di battesimo; sapeva che il destinatario avrebbe compreso chi era il mittente. Che lei sapesse, era l'unica Zoey con cui Emily Rose, Caposcuola Serpeverde e da sempre sua rivale - sempre che così si potesse definire, dal momento che il suo rapporto con la slanciata ragazza dai capelli rossi non era chiaro neppure a lei - avesse a che fare.
Aveva affidato il biglietto ripiegato a Felix, il suo gatto; sapeva che l'avrebbe trovata. O meglio, avrebbe trovato Hisa, la micetta della Verde-argento. E dove stava Hisa, stava anche Emily.
Si guardò allo specchio: delle occhiaie scure le cerchiavano gli occhi e tradivano la stanchezza, frutto di una notte insonne trascorsa a pensare a quello che aveva visto e percepito. La ronda notturna in compagnia di una Arya stranamente non loquace e allegra come al solito ma visibilmente nervosa non aveva certo giovato.
Zoey non era affatto sicura di sapere come stavano le cose e di aver capito la verità; certo era, che il Prefetto di Serpeverde, sua cara amica, non era più la stessa. E dal giorno in cui si era semi-smascherata da sola davanti a lei, non avevano più parlato davvero, malgrado si ritrovassero praticamente ogni giorno fianco a fianco, tra lezioni e ronde; nessuna delle due aveva più voluto affrontare l'argomento.
Personalmente, Zoey pensava che dovesse essere Arya a parlarle, quando si fosse sentita pronta e se avesse voluto; lei, era sì curiosa, ma anche discreta e comprensiva, e ben comprendeva che quella non era una confessione semplice da fare a qualcuno.
Ma c'erano dei limiti, e la Verde-argento li aveva superati quella notte; non perché avesse fatto qualcosa di male, anzi. Si era comportata come al solito impeccabilmente. Ma nonostante ciò, la tensione era stata palpabile, e la sua espressione, tesa e rigida, l'aveva tradita. Aveva parlato pochissimo, e le poche parole che aveva pronunciato, erano state a malapena udibili e troppo formali. Le era persino sembrato di vederla tremare.
C'era qualcosa che non andava, chiaramente, ma non sapeva cosa, né poteva immaginarlo, dal momento che Arya non le parlava più come prima, e lei iniziava a preoccuparsi seriamente.
C'era soltanto un'altra persona che avrebbe potuto dirle qualcosa in più, e magari tranquillizzarla sulle condizioni del Prefetto, e questa persona, era la Rose. Era chiaro che le due fossero legate l'una all'altra, tuttavia, la loro relazione, almeno da quel che Zoey aveva visto, era burrascosa e non delle migliori, almeno quando si trovavano faccia a faccia. Una sorta di rapporto amore-odio, le cui radici erano note a loro due soltanto, e a nessun altro.
*Oramai, è fatta.*, pensò, mentre si preparava al fatidico incontro; non poteva certo non presentarsi, a quel punto. Il messaggio era stato sicuramente già recapitato alla diretta interessata. *Ricordati che soltanto lei può esserti d'aiuto.*
Oh, quanto era ironica quella situazione! Lei ed Emily, sin da quando erano arrivate ad Hogwarts, non avevano fatto altro che punzecchiarsi a vicenda e battibeccare, o al massimo scambiarsi un freddo cenno di saluto quando si incontravano nei corridoi. Il loro rapporto si era sempre limitato a questo, e pareva che nessuna delle due tenesse particolarmente a migliorarlo.
Zoey, stessa, nonostante la natura pacifica e tollerante, preferiva che le cose rimanessero così, anziché conoscere meglio Rose e rischiare che si scannassero a vicenda - il ché era quasi accaduto, anche se in sede di duello, l'anno precedente.
Adesso, invece, si trovava nelle condizioni di chiederle aiuto, anche se non per lei.
Nervosamente, richiuse la porta del dormitorio dietro le sue spalle, e scese in Giardino.
Faceva freddo, ma quella sensazione non era niente se paragonata all'agitazione che la tormentava, in vista dell'incontro.
Sedette su una panchina del cortile, in attesa, rimuginando sul biglietto, e pensando a possibili scenari futuri; avrebbero parlato civilmente? O il tutto sarebbe degenerato in un litigio? O peggio, in una zuffa? No, lo escludeva: né lei, né Emily erano tipe da sporcarsi le mani in una volgare rissa. C'era soltanto da temere che non finissero col puntarsi a vicenda le bacchette alla gola; ecco, quello forse era possibile.
*Possibile...o probabile?*, si chiese, mentre si guardava intorno, alla ricerca della chioma rossa della compagna, che sarebbe risaltata incredibilmente, in mezzo a tutto quel bianco del panorama innevato.
Giocherellò nervosamente con una ciocca di capelli; e se non si fosse presentata?
*No...verrà. Vorrà quantomeno scoprire il motivo dell'incontro.*, si disse; perché sapeva bene che anche l'austera Caposcuola, come lei, aveva un'indole curiosa, non importava quanto cercasse di tenerlo nascosto, ostentando una maschera di freddezza e noncuranza. Emily non era completamente indifferente a ciò che avveniva attorno a lei, come invece teneva a far credere.
E a quanto pare, Zoey non si sbagliava: eccola, schiena contro un muretto poco lontano, che la aspettava. Non sembrava averla vista.

- E va bene, facciamo questa cosa. -, mormorò, alzandosi dalla panchina, e muovendosi in direzione della Serpeverde. *Arya dovrà sdebitarsi parecchio, in futuro.*
A passi lenti, il Prefetto raggiunse la ragazza, e quando le si trovò di fronte, le rivolse un cenno del capo, senza sorridere. Non che non avrebbe voluto, ma l'espressione tesa - e il viso paralizzato dal gelo invernale, soprattutto - non glielo permetteva.
E poi, la Caposcuola Verde-argento non era certo una delle persone che le ispirava più simpatia.

- Ciao, Emily. -

POST DESCRITTIVO.

 
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view post Posted on 15/1/2015, 13:59
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- Deus ex Mazza -

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La luce fu più forte del previsto. Nonostante avesse prestato attenzione a distogliere lo sguardo dal fulcro dell'Incanto Lumos, il riflesso e l'energia radiante aveva comunque raggiunto i suoi occhi offuscando, anche se solo leggermente la sua vista. Per questo motivo non riuscì a rendersi conto degli effetti del suo incantesimo, difficile era oltrettutto venire a conoscenza del fatto che dei miseri sassolini avessero potuto annullare fattura assai più pericolosa. Nonostante l'impedimento visivo, riuscì a scorgere una campana difensiva creatasi improvvisamente sopra le teste dei due mangiamorte più vicini a lui.

*Codardi.*

Pensò.

Dunque era tutto qui l'impavido coraggio dei mangiamorte? Erano entrati in pompa magna in Sala Grande buttando in Galateo nello scarico e ora se ne stavano nascosti o per terra a leccarsi le ferite. Studenti, erano solo studenti, concluse Patrick. Pietà, tristezza, rabbia, questi erano i sentimenti che si impossessavano del suo animo; dei suo esami non gli importava più nulla, provava pena per quelle povere menti bacate manovrate contro marionette, mandate al macello non contro di lui, ma messe alla mercè di maghi potenti come il ministro. Ma le emozioni non potevano annebbiare la mente più di quanto non lo fosse la vista, Voldemort e i suoi cani l'avrebbero pagata cara.

Seduto ancora sulle sue terga si chiedeva se i nemici avessero potuto realizzare il suo momentaneo e leggero handicap visivo dal momento che per sua scelta aveva lasciato che ogni reazione fosse minima. Sentì il dolore bruciante su una spalla e comprese di essere stato colpito. Non c'era sangue, non c'era veleno o altre conseguenze... era davvero questo il massimo che potevano fare. Non si alzò, anche perchè gli parve di udire l'incantesimo Lapsus (no, non era a lezione di incantesimi) ma rimase fisso a guardare i suoi nemici più prossimi e, quando vide uno dei due alzarsi zoppicante (le ferite alle gambe erano piuttosto evidenti) e dirigersi verso la porta, seppe all'istante cosa fare: nessuno, nemmeno il peggiore vigliacco, avrebbe lasciato quella stanza quella mattina.

Di conseguenza, senza dimenticarsi della campana difensiva che li proteggeva, mosse la bacchetta in direzione del pavimento sul quale di solito scivolava il massiccio portone. Lo immagino come al solito, ma coperto da una folta macchia di rovi acuminati e rampicanti alti circa un metro e mezzo. Crescendo, sperava che avessero potuto abbracciare nelle loro spire le gambe già ferite de mangiamorte ed impedirgli la fuga. Se fossero cresciuti prima del suo passaggio, gli avrebbero comunque reso l'uscita assai ardua.

Il braccio del Corvonero si mosse in quella direzione, anche se non riusciva a distinguere perfettamente i dettagli, l'uscio era troppo imponente per mancare la mira; stringendo la bacchetta in un giusto mix di dolcezza e decisione, il polso fece compiere alla stecca un cerchio in senso orario, affidandosi più alla sensibilità del tatto che all’accuratezza della vista.

*Repsi Genitum.*



Se avesse avuto tempo, avrebbe poi cominciato ad indietreggiare sulle sue terga strisciando, sfruttando l'eventuale alterazione del terreno per trovare riparo dietro al suo banco, più indietro.



 
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view post Posted on 15/1/2015, 18:18
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Sebbene la fazione Oscura stesse dominando dall'inizio della battaglia, complice l'effetto sorpresa, i difensori di Hogwarts resistevano, e resistevano bene.
D'altronde di fronte a loro si trovavano i più illustri rappresentanti di quel covo di Babbani, e in più come bonus uno dei più talentuosi studenti che Hogwarts aveva mai avuto.
Questo non fece che compiacere Vagnard. Volevano conquistare il Castello, ma che divertimento ci sarebbe stato senza un combattimento degno di tal nome?
Ed ecco che un unico incantesimo ben castato al momento giusto rischiava di rimettere le cose in parità.

Raven aveva fallito.
Non gli servì voltarsi per capire che erano momentaneamente in svantaggio numerico.
Ovviamente erano partiti con l'intento di seguire un copione ben preciso, ma avevano messo ovviamente in conto anche piccoli "incidenti di percorso". Il Serpeverde non si fece quindi sorprendere dall'accaduto, e invece si mise subito in azione per porvi rimedio; sapeva bene che era proprio nella capacità di reazione che un fuoriclasse si distingueva da un duellante medio.

Sapeva perfettamente cosa serviva in quel caso.
Un incantesimo molto semplice, ma che al momento giusto poteva rivelarsi piú utile di uno schiantesimo.
Con la solita sicurezza che lo distingueva, eseguì una sferzata da destra verso sinistra


- Tormentaaaaaa.... -

iniziò a pronunciare contemporaneamente.
L'intenzione era chiara.
Avrebbe colpito da destra a sinistra la zona dello schieramento avversario. I suoi membri erano abbastanza vicini, e se fosse riuscito ad ottenere con l'intenzione di danneggiare quanto più possibile tutti i suoi membri, sperando che qualcuno ancora avesse subito danni dal Lumos Maxima che aveva udito pochi secondi prima.
Amava infierire sulle sue vittime.


- aaaaaaaaa.... -

cominciò ad indietreggiare, senza distogliere lo sguardo dal punto
Avrebbe fatto da scudo alla sua squadra, che contemporaneamente aveva bisogno di tempo.
Abbastanza tempo.
Era anche per questo motivo che aveva optato per pronunciare l'incantesimo verbalmente. Con un po' di fortuna sarebbe riuscito a distrarre gli avversari, o a farli concentrare sulla difesa, o ancora avrebbero potuto attaccare lui, che dalla sua aveva la solita difesa del Protego Totalus.

- aaaaam -

Alla conclusione si sarebbe girato e avrebbe seguito i suoi compagni, sperando non ci fossero ulteriori intoppi.
Il loro compito era quasi terminato, lo spettacolo sarebbe cominciato presto.
Ghignò.

 
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view post Posted on 18/1/2015, 13:10
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Il Fato

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La battaglia continuava, nel bel mezzo di sorpresa, esperienza, concitazione, eccessiva esaltazione, astuzia, arroganza, superbia, timore...piccoli errori di valutazione...minuscoli dettagli che portavano a decretare
successo o fallimento dei combattenti.
Incanti potenti erano stati castati (o solo imbastiti), sino a quel momento, dai protagonisti dotati di maggiore potere magico. Alcuni avevano trovato successo e luce...Altri non erano giunti a compimento, a causa di piccoli o grandi errori di valutazione.
Anche incanti di poco spessore potevano generare fonte di distrazione nel corso di formulazione di evocazione necessitante
di concentrazione, soprattutto se quest'ultima doveva esser dedicata ad esecuzione di incanto potente, impegnativo e di difficile esecuzione.
La concentrazione doveva essere inviolata, libera, pura.
Anche il misero sussurro di fisico dolore, o il piccolo dettaglio dovevano trovare giudizio e valutazione da parte del Fato, poichè nulla doveva essere umanamente tralasciato. Il dolore, in quanto tale, e l'impatto, erano diventati chiara fonte di distrazione per Raven nell'esecuzione del Superioris.
Ma la forza, il valore e l'astuzia si valutavano proprio di fronte a tali intoppi.
Era necessario accettare l'errore e proseguire nella giusta maniera, prevedendo non unico piano, ma strada alternativa da
percorrere in caso di necessità.
Ancora una volta il tempo e la reazione d'azione avrebbero avuto ruolo fondamentale.
Era oramai chiaro che le battute fossero concitate e di breve durata. Non trascorrevano minuti da un attacco-contrattacco all'altro.
Tutto procedeva in maniera fluida, come a trovarsi dinanzi all'ascolto di melodia andante, ove dita esperte di pianista celebre, generavano senso armonico e piacevole o dissonante ascolto di musica "nuova".
Era giunto il momento per il Fato di procedere con ordine, valutano i Tempi scelti dagli stessi combattenti.
Azione 1
Una giovane ed ingenua combattente oscura, Chrisalide, volgeva lo sguardo verso la Preside ancora legata come insaccato, compiacendosi del proprio giovane ma efficace operato.
Il Capo della brigata di Voldemort, Raven, cominciava a rialzarsi dalla posizione genuflessa, consapevole del fatto di essere ora in svantaggio.
Una valorosa Auror e Vice Preside di Hogwarts, non più "costretta" dal decado, muoveva impercettibilmente le gambe per verificare la sua efficacia di movimento, apriva gli occhi e cominciava già a valutare come dare sfogo alla propria rabbia.
Una talentuosa ma inesperta pedina del Male, Arya, con vista annebbiata, si levava e cercava di scorgere con maggiore chiarezza qualcosa con occhi che non l'avrebbero aiutata particolarmente. Ma vi erano altre consapevolezze da sfruttare, quali ad esempio la certezza di trovarsi in prossimità dell'uscita...
Il Ministro, saldo e forte nelle intenzioni, mirava il successo dell'evocazione dell'expecto patronum.
L'esaminando cercava di collocare ed imprimere, nonostante la vista offuscata, nella propria mente, lo
stato d'avanzamento dei "lavori" (nemici ed amici), avendo addirittura la percezione di scorgere campana protettiva dei due nemici più vicini.
Azione 2
Una isterica pedina del Male eseguiva dubbio passo di danza, come a compiacersi del proprio operato, perdendo tuttavia tempo
prezioso per dedicarsi alla battaglia.
Raven si alzava e cercava di fare il punto della situazione guardandosi intorno.
La Vice Preside sceglieva incanto da castare e si levava.
Arya, con aiuto di muro quale riferimento (poichè ella si trovava spalle al muro vicino al tavolo ove Aryadne aveva trovato riparo, in prossimità dell'uscita, cioè laddove era sempre stata sin dal momento in cui era stata colpita dll'everte statim del Ministro), ma limitata dalla vista, sapendo tuttavia di essere stata catapultata sin dall'inizio in prossimità dell'uscita dal Ministro Pompadour, riusciva ad uscire dalla sala Grande, senza castare alcun incanto, senza attendere urla o avvisi da parte degli alleati, nè attacchi da parte dei nemici, ma solo desiderosa di andarsene.
Vi era da ricordare tuttavia che la fuga, oltre la porta, non poteva essere repentina...Ella ancora aveva vista annebbiata.
Quindi Arya usciva solo dalla sala, ma era ancora in corridoio, vulnerabile.
Il Ministro mirava dinanzi a sè l'isterico balletto di Chrisalide e la posizione dei due avversari più temibili pronti alla fuga (come si evinceva dalle parole pronunciate da Raven stesso) e, braccio impugnante la bacchetta già teso, decideva come agire.
Swan controllava il proprio stato di salute, ancora seduto a terra.
Vagnard, il più freddo ed astuto membro della fazione oscura, decideva già il da farsi, senza esitazione e sceglieva incanto da castare.
Azione 3
Finalmente la magia tornava ad esser protagonista d'azione..
La velocità dell'esecuzione avrebbe nuovamente decretato i vincitori, tenendo conto delle stesse scansioni temporali (come fatto fino ad ora) e percezioni dei partecipanti.
Chrisalide evocava con successo l'incanto lapsus in direzone del pavimento che ospitava il fondoschiena del Caposcuola
Corvonero. La giovane fanciulla aveva compiuto errore di valutazione non indifferente: il ragazzo non era in piedi...
E che scopo poteva avere il lapsus se non far cadere colui che in piedi si voleva muovere?
Swan decideva di restare seduto (complice anche l'udito che gli aveva permesso di percepire la possibilità del pericolo, data la vista non perfettamente vigile) e puntava la bacchetta in direzione della porta di uscita, dopo aver percepito il levarsi del Nemico Raven, il più vicino tra gli avversari, ed avere intuito quanto poteva accadere di lì a poco.
Mentre Swan già si preparava ad eseguire incanto, puntando la bacchetta verso l'uscita, Raven stesso cominciava a muoversi, invitando verbalmente Vagnard a fare lo stesso.
Scopo di Raven era quello di abbandonare il campo di battaglia insieme a Von Kraus detentore della protezione del protego totalus.
Il Ministro eseguiva con successo il Nebula Antigravitas in corrispondenza dell'uscita, con la speranza di arrestare la fuga dei nemici. Veniva subito dopo travolta dal Tormentam ben castato da Von Kraus,
Infatti, Von Kraus, scegliendo ancora una volta incanto rapido d'esecuzione, castava con successo il tormentam recando danno alla vista di Pompadour, Swan, Lancaster. La Professoressa Bennet era ancora a terra.
Raggiunta dal tormentam, la vista della Preside, già compromessa dal lumos maxima trovava ulteriore peggioramento.
Gli incanti di Swan e Lancaster non trovavano successo poichè i due furono travolti prima dal Tormentam (di più rapida esecuzione). Per Swan si doveva anche considerare il fallimento dell'incanto Repsi genitum in quanto l'esecuzione non era stata concepita in maniera impeccabile: dopo avere puntato la bacchetta in direzione della zona scelta, egli avrebbe dovuto successivamente portare la punta della bacchetta verso l'alto portando a stabilire, non solo con pensiero la propria volontà di decretare l'altezza della pianta che, per desiderio di Patrick, doveva aggirarsi al metro e mezzo.
Esito
Von Kraus e Raven non trovarono difficoltà nell'uscire dalla sala grande, benchè la zona d'uscita fosse già incantata dal Nebula antigravitas.
Il Nebula antigravitas, infatti, era incanto che non agiva materialmente sul mondo esterno (come una voragine, per intenderci) ma sulla PERCEZIONE che la vittima aveva di esso. Dunque l'incanto, per avere effetto avrebbe dovuto "raggiungere" in qualche modo il soggetto. Ma se il soggetto era protetto dal Protego Totalus questi non poteva essere influenzato da qualsiasi cosa aleggiasse intorno a lui, proprio per definizione del Protego totalus stesso e non essendone toccato, come avrebbe potuto subirne gli effetti?
Se il ministro avesse generato una voragine o elevato un muro, allora Raven e Vagnard non sarebbero riusciti ad uscire, poichè voragine e muro stessi sarebbero stata alterazione materiale dell'area e non solo sensazione. In effetti, per definizione dell'incanto Nebulas, questo non aveva il potere di capovolgere fisicamente l'avversario, ma dava l'illusione che l'ambiente circostante fosse capovolto.
La sensazione avrebbe dovuto raggiungere Raven e Vagnard per avere effetto, ma la "bolla protettiva" non lo aveva permesso.
La fuga di Raven e Vagnard trovò successo.
Tuttavia, il potere dell'incanto nebulas poneva fine alla protezione dei due oscuri che ora, in corridoio, non disponevano più della barriera protettiva.
Diversa fu la sorte della giovane Chrisalide che, attardandosi a fuggire per voltarsi e vedere l'esito del proprio incanto, anch'essa colpita alla gamba in precedenza dal bombarda (quindi non agile come una gazzella), non riusciva comunque a seguire il passo di Vagnard e Raven (benchè Raven stesso fosse ferito alla gamba, ma potenza magica, esperienza ed assenza di esitazione nella fuga, se non il rallentamento per restare sempre vicino a Vagnard, oltre la barriera del protego, lo avevano aiutato).
Da sottolineare il fatto che Raven e Vagnard non fossero stati comunque fulminei nella fuga, proprio per scelta di Vagnard e per condizioni di Raven, ma lo scudo era stato essenziale per l'uscita dalla stanza.
Chrisalide non rusci a superare l'uscita poichè sopraffatta dal Nebula Antigravitas.
Inoltre la stessa Aryadne, ancora nascosta sotto al tavolo, in prossimità dell'uscita, non aveva compiuto azione alcuna.
Illesa si trovava ancora nella stanza.
Raven, raggiungeva l'uscita (complice il fatto di trovarsi al pino terra) ed evocava con successo il Morsmordre.
Ma al termine del presente turno, si trovava ancora in esterno. Le intenzioni di rientrare e togliere maschera oscura,
erano da rimandare ad altro momento.
Infine Swan, nonostante il fallimento nell'esecuzione del proprio incanto, con lungimiranza ed un pizzico di fortuna, aveva già deciso, sin dall'inizio di agire in propria difesa; egli indietreggiava verso banco in legno, approfittando del lapsus castato da Chrisalide (trovando quindi conferma reale del fatto che il lapsus fosse stato a lui destinato). E si allontanava dalla tormenta, che quindi lo aveva sì travolto all'istante, ma non poteva nuocere ulteriormente.



Persefone D. Bennet
Sei ancora legata, distesa a terra, ad un metro di distanza dal Tavolo Docenti a causa dell'incanto verdimilius evocato da Chrisalide . Vieni colpita nuovamente alla vista a causa del tormentam. Al momento la vista è pari a 0. Perdi altri 5 punti salute, 2 punti corpo.
Punti Salute: 182
Punti Corpo 205
Punti Mana 230
Punti Esperienza 73

Camille Pompadour
In piedi, in prossimità del tavolo docenti. Colpita dal tormentam, la vista è compromessa. Finchè resti nella tormenta non riesci a vedere distintamente cosa accade nella sala. Perdi 2 punti salute e 1 pc. Si perde 1 PC a turno fino a quando non si esce dalla tormenta.
PS 254
PC 195
PM 246

Hope Lancaster
Sei in piedi, in prossimità del tavolo docenti. Colpita dal tormentam, la vista è compromessa. Finchè resti nella tormenta non riesci a vedere distintamente cosa accade nella sala. Perdi 4 punti salute e 1 pc. Si perde 1 PC a turno fino a quando non si esce dalla tormenta.
Punti Salute: 190
Punti Corpo: 157
Punti Mana: 180
Esperienza 34,5

Patrick Swan
Sei seduto a terra. Colpito dal tormentam, la vista è compromessa ulteriormente. Non riesci a vedere assolutamente cosa accade nella sala per un turno. In sostanza, non riesci a tenere gli occhi aperti. Perdi 3 punti salute e 1 pc. Sei uscito dalla tormenta e ti trovi in prossimità del banco in legno, posto di fianco al tavolo docenti. La spalla sinistra duole.
PUNTI SALUTE: 202
• PUNTI CORPO: 215
• PUNTI MANA: 233
• PUNTI ESPERIENZA: 76,5


Raven Shinretsu
Sei all'uscita del castello. Ma non sei ancora rientrato e indossi mantello e maschera. Attenzione: i soccorsi del Bene sono anche in giardino! Non escludo che qualcuno riesca a scorgere la presenza dell'uomo incappucciato che ha evocato il Morsordre al prossimo turno!
Punti Salute: 394
~ Punti Corpo: 324
~ Punti Mana: 367
~ Punti Esperienza: 70,5


Chrisalide
Sei in prossimità dell'uscita della sala. Vieni colpita dal Nebula Antigravitas e perdi 70 ps poichè l'incanto è castato dal Ministro (molto più forte di te). Sei in coma. Non sei morta, tranquilla, è che sei priva di sensi. Dovrai essere curata al san Mungo per riprendere le forze.
PUNTI SALUTE: 1/101
PUNTI CORPO: 49
PUNTI MANA: 58

Arya Von Eis
Arya, sei riuscita a scappare fuori dalla sala grande. Ti trovi ancora in corridoio, quindi se vuoi scappare definitivamente, devi farlo al prossimo turno, allontanandoti dal piano terra. La vista viene recuperata parzialmente. Ora vedi macchie di luce, ma distingui luoghi e forme. Attenzione, se esiti, incontrerai gli avversari in arrivo! Tieni conto del fatto che indossi mantello e maschera!
Punti Salute: 70
Punti Corpo: 56
Punti Mana: 63
Punti Esperienza: 7

Vagnard Von Kraus
Sei uscito dalla sala grande. Il protego totalus non ha più effetto. Non so dove tu sia diretto, ma al momento sei al piano terra (deciderai tu la direzione). Anche tu indossi ancora maschera e mantello.
Punti Salute: 81
» Punti Corpo: 94
» Punti Mana: 60
» Punti Esperienza: 31

Aryadne Cavendish
Illesa. Ti trovi dietro possente tavolo in legno.
punti salute: 132
punti corpo: 85
punti mana: 93
punti esperienza: 24,5


Poche precisazioni (sono stato piuttosto prolisso già nel post).
Mi rivolgo a tutti, compresi i soccorsi del Bene: dal momento che Raven, Arya e Vagnard sono usciti dalla sala grande e, poichè verosimilmente i soccorsi stanno arrivando (benchè non siano ancora autorizzati ad essere attivi nella Sala Grande), a partire da questo post Xander, Jessica, e tutti i soccorritori possono descrivere con maggiore dettaglio il loro avvicinamento in sala grande, poichè è possibile che, Raven, Vagnard e Arya incontrino qualcuno appartenente alla fazione del bene (e non solo), mentre si recano, che ne so, al primo piano, o in giardino, o in un'aula...
Quindi, soccorritori del bene, non potrete raggiungere al prossimo turno la sala grande (come già deciso nel mio post precedente, parlando di 2 turni), ma ora potete ufficialmente avvicinarvi, descrivendo il vostro percorso...E io deciderò se e come incontrerete lungo il tragitto qualche fuggitivo.
Chrisalide, essendo tu dotata di poco potere magico e di punti stat limitati rispetto al Ministro, sei priva di sensi. Devi essere curata. Spero per te che qualche compagno del Male cerchi di portarti via di là. Ad ogni modo, non sei morta. Il tuo PG è vivo. Debole ma vivo. Al San Mungo sapranno guarirti!
Raven, Vagnard e Arya, indossate il mantello e la maschera e siete al piano terra (eccetto Raven che è in giardino). Non date per scontato il fatto che nessuno vi veda...E così vestiti, date nell'occhio!
Vedete di postare in maniera adeguata e dettagliata. Non mi accontenterò di un "fuggii senza farmi vedere da alcuno"...Siate realisti.
Non mi sono soffermato sui post descrittivi in quanto tali. Ma terrò conto del tutto dal prossimo post. Vi ricordo, soccorritori del Bene, che al prossimo turno NON raggiungerete la Sala Grande, ma potrete già avvicinarvi e il vostro percorso sarà prezioso per i motivi sopra elencati.


Avete 7 giorni a partire da adesso.

PS. Perdonate eventuali errori di battitura. Non ho la forza di rileggere il lungo post!

 
 
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144 replies since 3/8/2014, 09:29   7689 views
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