Esame GUFO Patrick Swan

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 25/1/2015, 14:30
Avatar

VII Anno

Group:
Grifondoro
Posts:
3,115

Status:



Un’evocazione, il richiamo oscuro, chi l’aveva evocato? E ad Hogwarts per giunta! Poteva essere solo Lui, quel ragazzo incrociato anni prima a Noctrun Alley, quel ragazzo che aveva fatto strada fino a divenire Docente, o magari erano altri Mangiarmorte che entrati con successo nel castello stavano per far scoppiare una guerra. Nathan era uno di loro, ed anche qualcosa di diverso, il marchio nero sul braccio richiamava la sua attenzione, il suo potere, non poteva redimersi dal rispondere alla chiamata. Lord Voldemort gli aveva dato una vasta conoscenza magica, e sotto questo punto di vista glielo doveva, doveva la sua fedeltà, come l’avrebbe presa se uno dei suoi ultimi Adepti si fosse rifiutato? Non certo bene. L’oscuro signore non conosceva pietà, neanche dinnanzi ad una creatura come lui. Astutamente, come era solito fare, i suoi oggetti prediletti erano sempre con lui, bacchetta e anelli vari. Ma fra questi, nascosti bene nella borsa, c’erano indumenti magici fra i più ambiti da entrambe le fazioni. Il noto mantello della disillusione, oggetto che qualche anno prima fece scalpore di vendite a Magie Sinister, svariati se ne vedevano anche a scuola fra gli studenti dei primi anni, pazzesco. Con il corpo avvolto in esso, potevi donarti dell’illusione di essere invisibile, difficile se non impossibile scorgere una figura sotto di esso, senza contare una creatura veloce come lui. Ma esso non bastava, un cappuccio magico donato da Voldermort stesso, unito alla maschera da Mangiamorte, avrebbero ultimato il travestimento del Vampiro. Nathan Scott, Mago dell’ultimo anno, era pronto ad agire nell’ombra, nuovamente nella casa che l’aveva accudito per sette anni. Chi avrebbe trovato sul suo cammino stavolta? Studenti che conosceva e a cui teneva? Poco importava, con indosso quella maschera, e il Morsmorde in cielo, Lui non si sarebbe fermato davanti a niente. Bacchetta alla mano, sete di sangue alimentata dal momento e dall’eccitazione, scorreva a passo veloce fra gli arbusti al limitare della foresta proibita ove si trovava in precedenza, fregandosene bellamente degli esami di quelli del Quinto Anno. Doveva raggiungere il giardino, dove il marchio nero era stato evocato, e ora maestoso infestava il cielo; sarebbe giunto anche l’Oscuro Signore? E gli altri seguaci? Ghignò al pensiero di attaccare nuovamente Hogwarts al cuore, ma decisamente in modo diverso dall’ultima volta.. .


Punti Salute: 235
Punti Corpo: 239
Punti Mana: 241
Punti Esperienza: 41.5

Bacchetta magica
Maschera da Mangiamrote
Anello Difensivo
Anello del Potere
Ciondolo della Fenice
Orecchino di Drago
Cappuccio dell'Apprendista
Mantello della Disillusione
Cuore della Banshee
Pozione Rimpolpasangue
Pozione Essenza d'Elfo
 
Top
view post Posted on 25/1/2015, 20:23
Avatar


Group:
Mago
Posts:
2,815
Location:
Ireland

Status:



Sole...aria fresca...e una leggera brezza spirava quel giorno. Cedric si trovava nel suo ufficio quella mattina, era impegnato a correggere le innumerevoli lezioni dei suoi studenti, aveva deciso di farlo quella mattina così avrebbe avuto più tempo libero nei giorni a seguire. Non si era fermato nemmeno per un attimo, anzi era totalmente perso nelle numerose letture dei compiti...i suoi capelli un pò arruffati erano la prova che si stava davvero impegnando al massimo per cercare di adempiere bene nel suo lavoro. L'ex auror si mostrava di sicuro come un docente abbastanza severo anche nei suoi metodi di giudizio, dava molto durante le lezioni e pretendeva di ricevere lo stesso.
Decise di fermarsi per un istante, di prendere una boccata d'aria, e si fiondò subito verso la sua piccola finestra che sporgeva dalla torre di astronomia. Diede un occhiata in basso verso il giardino e non potè fare a meno di notare alcuni studenti che correvano e urlavano, quelle però non erano semplici urla di gioia tipo quelle sentite nel momento in cui si oteneva un buon risultato scolastico, ma erano urla di paura....ma paura di cosa?
Non ebbe nemmeno il tempo di farsi la domanda che subito ricevette la risposta, alzò gli occhi al cielo e una terribile visione gli comparve all'improvviso..

Ma che cavolo?

Sussurrò lentamente mentre mostrò la tipica faccia stupefatta di chi aveva appena visto qualcosa che non si vede tutti i giorni. Il marchio nero era lì nel cielo in tutta la sua crudeltà ed interezza. Non si diede nemmeno il tempo di ragionare, corse verso la scrivania e prelevò la sua bacchetta che era tenuta nel suo consueto manico. Mise la sua solita giacca rossa che utilizzava spesso quando doveva recarsi alla caccia o alla ricerca di qualcuno. Di sotto mostrò solo la sua canotta e il ciondolo che tendeva a dimenticare mai...
I suoi occhi improvvisamente assunsero una forma diversa, la sua espressione divenne serie...tipica di chi sapeva di dover affrontare un imminente pericolo. Uscì repentinamente dal suo ufficio e si portò giù dalla torre di astronomia percorrendo velocemente le scale. La sua direzione era il giardino dove si trovava il marchio nero, era lì che voleva andare. Lungo il suo percorso numerosi flashback presero vita nella sua testa, le urla dei babbani, i mangiamorte e soprattutto il volto di sua sorella. preso dai quei pensieri digrignò i denti e corse ancora più veloce. Non potè fare a meno di notare anche i numerosi studenti che cercavano un riparlo sicuro urlando e strattonandosi l'un l'altro, in quei casi l'istinto di sopravvivenza prevaleva su tutto.
Appena aveva visto il marchio l'istinto principale era quello di vendetta, voleva uccidere quanti più mangiamorte possibile per poter adempiere cosi il suo lavoro iniziato molti anni prima.
Passò per il primo piano in fretta e furia ma dovette fermarsi, notò dei strani frastuoni come se fossero incanti lanciati e che si schiantavano contro qualcuno o qualcosa, i lampi di luce poi furono la prova che aveva ragione.
Allora non gli restava altro che proseguire nella direzione di quel suoni e lampi di luce in modo da trovare il luogo da dove provenivano. Percorse velocemente il corridoio e si ritrovò di fronte alla sala grande..notò da subito che quest'ultima risultava essere inaccessibile, l'entrata era sbarrata da una nebula che ne impediva il passaggio. Si avvicinò alla porta , quasi vicino all'orlo e cercò dunque di scrutare i presenti. Vide degli uomini vestiti di nero e con maschere color oro che si battevano come forsennati contro la ministra Camille, l'ispettrice auror Hope e un giovane ragazzo che non aveva mai visto prima d'ora. Non potè fare a meno di notare anche dei corpi distesi lungo la sala privi di coscienza. Non poteva aspettare, fremeva dalla voglia di entrare e aiutare i suoi nella battaglia, il suo senso di protezione prevalse fortunatamente su quello di vendetta...ora il suo compito era quello di proteggere i presenti..in quel momento non si sentiva un docente...si sentiva un auror, e cercò di riprendere le sue vecchie abitudini che ormai sembravano quasi accantonate. Un segno ovvviamente che chi diventava un auror non smetteva mai di esserlo.


POST DI AVVICINAMENTO

• PS: 180 base
+18 oggetti
• PC: 140 base
+43 oggetti
• PM: 140 base
+37 oggetti
• Exp: 24

• Una bacchetta
• Anello Difensivo
• Guanti dell'eroe caduto
• Cappa della Resistenza
• Cappello del Falco
• Veste dell'Imperatore
• Pantaloni Scuri
• Cintura dei Folletti


Edited by † Cedric Eric Black † - 26/1/2015, 01:36
 
Web  Top
view post Posted on 25/1/2015, 20:41
Avatar

« The peaceful times have made us blind

Group:
Capo Auror
Posts:
1,137
Location:
Donuts & Donuts

Status:


rGpH7cT
Era stata una mattinata fantastica.
Svegliatosi di buon'ora, Rhaegar era passato al volo al Quartier Generale per coordinare un paio di operazioni di routine e poi, afferrata una manciata di Polvere Volante, si era proiettato dal camino del proprio ufficio a quello dei Tre Manici di Scopa. Mettendo i polverosi piedi all'interno del locale, gremito di Maghi e Streghe intenti a far colazione, aveva dato un'occhiata rapida all'orologio da polso che indossava: era in anticipo sulla sua tabella di marcia. Così si era seduto al bancone: un buon boccale extra-large di Burrobirra al caramello (per partire con lo sprint giusto) e una deliziosa ciambella alla crema e cannella. Mentre consumava la sua leggera colazione, si era fatto la sua bella chiacchierata con l'affascinante Madama Rosmerta, chiacchierando del più e del meno, perdendo amabilmente il tempo parlando con questo o con quell'altro conoscente che si avvicinava al bancone per salutarlo o per ordinare. Era stata una mattinata incredibilmente tranquilla e la prospettiva di andare a rompere le uova a Camille, direttamente nel suo buio loco ad Hogwarts, lo ringalluzziva come una vecchietta che si accingeva ad andare a Messa in un giorno feriale. Cento e cento volte aveva cercato di affrontare la questione per quel progetto che aveva in mente, ma Camille, come suo solito, faceva di tutto per sfuggirgli come una dannata e viscida anguilla. Così aveva deciso, la sera precedente, di farle un'imboscata. Certo, non aveva più l'età per spacciarsi per uno studente della Scuola, tuttavia era il Capo Auror e godeva di permessi speciali quali: entrare dai cancelli senza troppe domande e infastidire il Ministro. In teoria, proprio per quell'occasione, aveva portato una gustosa quanto glassata ciambella alla fragola e mirtilli, ma, fortunatamente per Camille, Rhaegar non aveva resistito e ci aveva fatto una pre-colazione prima di arrivare ai Tre Manici.
Una volta pagato il conto, l'uomo era uscito dal locale, ritrovandosi subito sulla via principale di Hogsmeade: i negozi erano ormai aperti e la gente passeggiava badando ai propri affari. Rhaegar si era stiracchiato, aveva preso la sua bella boccata d'aria e poi, tirandosi su il cappuccio del mantello nero, con le mani in tasca e decisamente di buon umore, si era incamminato a passo svelto, verso la stradina che portava ad Hogwarts. In quell'ora della settimana, non c'era nessuno: gli studenti erano ancora dentro la Scuola a finire i loro esami e compiti, così come i professori occupati a berciar loro dietro informazioni o punizioni. Quando arrivò ai cancelli, Rhaegar stava cantando un motivetto di un'ultima hit delle Sorelle Stravagarie. Ma quello che vide, gli fece morire la voce in gola e far spalancare entrambi gli occhi mal assortiti. Lento e quasi pigro, sospinto dalla Magia e dall'Aria, un brillante teschio verde saliva nel cielo, allargandosi fino a raggiungere dimensioni imponenti; un orrido serpente si diramava all'interno della mascella, fuoriuscendo come una grottesca e contorta lingua: il Marchio Nero si era stagliato su Hogwarts.

*Merda.*
Già, merda era la parola giusta. Era vero o era una goliardata di qualche idiota? No, si rispose fulmineamente: no era tutto dannatamente vero. Che ormai si fossero infiltrati Mangiamorte tra gli studenti era risaputo a tutti, grazie anche alle notizie riportate dal Profeta. E quasi probabilmente, Voldemort non era ancora arrivato, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di evocare il Marchio. Ma era una conseguenza che si sarebbe verificata di lì a poco: era palesemente un richiamo ed era solo questione di tempo.
Senza voler sprecare quegli attimi, con rapidità, Rhaegar aveva aperto i cancelli, penetrando all'interno, mentre l'occhio Magico, allertato, schizzava in ogni direzione per poter capire cosa stesse succedendo. La mano corse al distintivo che teneva dentro il taschino della giacca, stringendolo con calore: quel sistema avrebbe riscaldato anche i distintivi degli altri Auror, un meccanismo molto simile ai Galeoni dell'ES: gli Auror, erano tutti stati allertati e chi era rimasto al Quartier Generale era richiesto sul campo. Il luogo, in teoria, avrebbero dovuto immaginarlo visto che quella mattina Rhaegar aveva avvisato Hughes della sua gitarella ad Hogwarts... o almeno così l'uomo sperava. All'esterno vaghe figure (studenti?) si muovevano e delle urla di spavento e terrore, si propagavano per l'aere. Una volta, quando era solo una recluta, la paura avrebbe dilagato in lui allo stesso modo, annebbiando; ora, forte dell'esperienza, la paura gli stringeva le viscere, ma allo stesso modo lo fortificava. Un uomo che non ha paura, è solo un idiota, si era sempre detto e aveva sempre insegnato ai suoi Auror. E lui, Rhaegar, aveva imparato a conviverci e ad allevarla come un quieto animale da compagnia, pronto a scatenarsi al momento giusto e alimentare le sue azioni e la sua adrenalina. Una volta dentro, Rhaegar si mosse, cauto ma allo stesso tempo spedito, cercando di macinare la distanza che lo separava dalla Scuola e valutando i punti più coperti per muoversi. L'Occhio magico, infatti, sorprendentemente rapido e scattante, si posava su ogni albero, ragazzino, muro, colonna stabilendo il percorso più protetto e, allo stesso, quello più rapido per raggiungere l'ingresso, guidando i veloci e silenziosi passi dell'uomo che si muoveva fluido, forte dell'esperienza; in quel chaos era facile, del resto approfittarne. Conscio tuttavia del pericolo, dal momento in cui aveva visto il Marchio, Rhaegar aveva fatto scivolare da sotto la manica destra, la bacchetta, sfoderandola, che ora stringeva in modo saldo. Non aveva idea di chi avesse evocato il Marchio nero, ma per farlo doveva essersi esposto. L'occhio magico sfrecciava, inquadrando i portoni spalancati, cercando figure nere, figure sospette, servi del Male nascosti come la venefica Peste. Il suo istinto agì rapido a quella vista: il braccio armato si piegò, in modo da essere parallelo al suolo, il gomito piegato ad angolo retto. Lesto e preciso, Rhaegar compì movimenti circolari con l'arto, direzionandolo verso l'ingresso del Castello e man a mano estendendolo verso di esso, cercando di far rientrare in quel movimento non solo il pianerottolo e le grandi porte di pesante legno, violate, ma anche la zona circostante, la cui ampiezza fosse stata grande quanto la sua potenza Magica gli avesse potuto concedere e quanto più l'uomo sperava.

*Veritas* Pronunciò mentalmente; la sua stessa voce riecheggiò nella testa, potente e inflessibile. Concentrato sull'obiettivo, ovvero, smascherare inganni, trappole e illusioni che avrebbero potuto compromettere la sua entrata o ferire gli incauti che si fossero avvicinati all'ingresso, le nere sopracciglia corrugate, il cuore che batteva calmo nel petto, l'Auror agì: l'istinto invece martellava nella testa. Erano lì, lo sapeva, disgustosi e viscidi, come gli scarafaggi che si infiltrano nelle cucine, nascosti dietro i sacchi di farina, pronti ad insudiciare i pasti, avvelenando i commensali, dispensando malattie. Ma l'odio, il disgusto, e persino i perché e i per come tutto quello era accaduto proprio in quella mattina all'apparenza così tranquilla, erano ormai stati relegati in un cassetto dentro Rhaegar, così come la preoccupazione per gli studenti, il Ministro, Hope e tutti coloro che aveva il compito di proteggere. Al momento giusto, avrebbe tirato fuori uno ad uno quei sentimenti, ma ora, c'era solo la lucidità, la freddezza e la rapidità delle azioni. C'era solo la Battaglia che si spalancava dinnanzi a lui, e la sua bacchetta.

Post di avvicinamento.
 
Top
view post Posted on 25/1/2015, 22:25
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,032
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:



Horus Ra Sekhmeth ♦ ~
UqZ6FBD
Horus sbadigliò, mentre compilava l'ultima mappa di Astronomia. Aveva cancellato venti volte la costellazione di Altair, ma, alla fine, era riuscito a far quadrare i conti e i vari quadranti nel modo giusto. Osservò il suo compito prendendo la pergamena fra le mani, e rigirandosela fra le dita, confrontandola con gli appunti presi a lezione. Sì, si disse, doveva esserci. Alzò gli occhi al cielo, un cielo relativamente sgombro, e si alzò dal pavimento freddo della Torre Astronomia; raccolse piuma, calamaio e pergamena, rimettendo tutto nella borsa, pronto a mollare tutto in Sala Comune e piazzarsi in giardino a leggersi qualcosa. Era stanco e gli occhi gli bruciavano', tuttavia aveva finito i compiti e sarebbe potuto star tranquillo almeno fino all'indomani, quando un'altra valanga di metri di pergamene e centinaia di pagine da studiare sarebbero caracollati su di lui. *Bella roba.
Accadde tutto in un soffio, lo stesso soffio di vento che gli scompigliò i capelli, quando alzò il viso dalla borsa ingombra di libri. I freddi occhi del ragazzo incontrarono una figura evanescente che si stagliava lentamente sopra di sé, muovendosi come un rivolo di fumo sospinto dal vento. Un teschio, le cui orbite vuote osservavano vacue il paesaggio innanzi a sé, prendeva forma e all'interno della sua mascella si muoveva sinuoso e aggrovigliato un rettile, posizionandosi a mo' di lingua spuntando dai denti del teschio. Un gelido brivido freddo corse lungo tutta la spina dorsale del ragazzo che senti una morsa alla gola e lo stomaco rovesciarsi. Un senso di paura e inquietudine prese largo in lui: era il Marchio Nero, il simbolo oscuro utilizzato dai Mangiamorte per richiamare altri seguaci e lui, Voldemort. Concio di quella consapevolezza, ora libero dal sigillo di sua madre, col cuore che batteva a mille il ragazzo arraffò in fretta e furia la borsa e cominciò a correre, tirandosi su il cappuccio, mentre il mantello svolazzava dietro di sé.
Corse, sbattendo la porta dell'aula; corse lungo i corridoi; corse, lungo le scale, facendo a due a due i gradini, saltando al volo una scala in procinto di muoversi, pregando di aver preso quella giusta. E poi udì: voci, urla, boati. Era chiaro, lo sapeva dal momento in cui aveva incrociato quelle vuote orbite: di nuovo, Hogwarts era stata attaccata. E questa volta non erano golem, vuote creature agli ordini di un uomo, ma privi di volontà propria, bensì esseri assai temibili: umani. Che creatura peggiore poteva esserci al mondo? La malvagità umana non aveva rivali e la Natura impallidiva di fronte ad essa e alla sua distruzione.
Il pensiero di tutte le persone a cui teneva e che ora si trovavano nuovamente in pericolo, lo travolse in pieno, ma Horus si impose di calmarsi. Cauto, rallentò il passo, arrivando sul corridoio del quinto piano. La scala precedentemente presa, letteralmente, al volo, l'aveva condotto al piano giusto, ma in un punto diverso, che Horus riconobbe come la zona antistante alla Torre che portava all'Ufficio della Preside. Calmo, si impose, stai calmo.
Gli occhi rapidi e attenti visualizzavano a destra e sinistra e, rasentando il muro, il ragazzo si mosse silenzioso, facendo attenzione a non fare rumore. Per proseguire, per scendere e anche solo per avanzare doveva fare attenzione; non aveva idea di dove quegli stronzi si nascondessero, potevano essere ovunque, sebbene giù dai piani inferiori provenisse una fonte di rumore maggiore. Lesta e fluida, la bacchetta era stata estratta precedentemente dalla tasca, pronta ad esser scagliata contro chiunque. Istintivamente, Horus si portò la mano libera verso il collo, stringendo i due ciondoli: il freddo argento dell'Ankh e della pietra con la Runa Hagalaz gli donò conforto e contribuì a calmare il suo spirito irrequieto. E lì, decise di agire, conscio di aver bisogno di una protezione, ora più che mai che la strada voltava in un angolo, con la Torretta della Preside, un corridoio esposto a chiunque fosse giunto da sotto. Fermatosi qualche metro prima della svolta, per non esporre né se stesso, né la sua creatura, Horus idealizzò nella mente un titano forte e potente, la cui corazza, carne ed ossa erano dello stesso materiale del pavimento del millenario castello: dura roccia, l'armatura perfetta. Largo abbastanza da poterlo proteggere da chiunque si sarebbe posto innanzi a sé e dal pugno letale. Gambe spesse e possenti, ma agili nonostante tutto, per permettergli di muoversi senza impacciarsi, forte come i Colossi del Nilo. La sua figura venne prontamente proiettata come immagine mentale, solida al punto che Horus avrebbe potuto dire di averlo visto lì in quel momento, ancor prima di evocarlo. E altrettanto rapido, così come il pensiero percorse le sinapsi, così si mosse la sua mano armata: la bacchetta venne puntata verso il pavimento e poi, con un movimento alto e fluido, Horus alzò il braccio innalzando la sua arma fino a raggiungere il soffitto: così sarebbe stata alta la sua Creatura, se l'incanto fosse andato a buon fine.

*Colossum.* Ordinò nella sua testa in maniera chiara e decisa: un'ordine impossibile da ignorare, un ordine che doveva andare a segno. Durante tutta l'esecuzione, pur avendo sensi e nervi all'erta, Horus non abbandonò mai la sua creazione né l'incanto, concentrandosi lesto su di esso, avendolo preferito non solo per il potere, ma anche per la semplicità d'evocazione. Il cuore ora pompava il sangue, ossigenando il cervello e schiarendo la mente: sapeva come muoversi, sapeva che doveva muoversi e il suo Titano avrebbe dovuto aiutarlo: un cavaliere che avrebbe dovuto proteggere il suo Lord da chiunque fosse da egli giudicato nemico, pronto ad abbattere il suo pugno sui loro crani, pronto a scagliare massi su i loro fragili corpi. Una pedina, certo, ma una grandiosa pedina che avrebbe dovuto spazzare dalla scacchiera, tante altre, inutili, bastarde pedine. Una volta evocato, se tutto fosse andato bene, il Colosso ed Horus, riparato dietro di esso, avrebbero avanzato.
Partita iniziata.


«I'm not scared of dreams, when it's hard to survive the night.»


Statistiche:
♦ PS: 192
♦ PC: 165
♦ PM: 175
♦ Exp: 43,5

Equipaggiamento:
• Bacchetta: In mano.
• Mantello della Resistenza: indossato
• Mantello della Disillusione: in borsa.
• Pugnale Normanno: infilato nella cintura.
• Artigli di drago sminuzzati (x2): nella tasca anteriore dei pantaloni.
• Una collana con la Runa Hagalaz: indossato.
• Girocollo con un ciondolo d'oro a forma di Ankh: indossato.



Post di avvicinamento.
 
Top
view post Posted on 25/1/2015, 23:07
Avatar

non cliccare

Group:
Corvonero
Posts:
2,365

Status:






Era beatamente seduto su uno dei tavoli della biblioteca,leggeva un libro come era solito fare nei momenti di pausa,era immerso nella lettura.Alzò gli occhi per un solo momento verso le librerie,poi continuò tranquillamente a leggere.
Era stranamente silenziosa la biblioteca per essere giorno,ma comunque non si preoccupò più di tanto,anzi,meglio così almeno nessuno l’avrebbe disturbato,anche se forse per ciò che sarebbe avvenuto da li a poco avrebbe dovuto preoccuparsi.
Continuò a leggere il suo libro con la massima partecipazione quando iniziò a sentire dei rumori strani,ma che non provenivano dalla biblioteca,tese l’orecchio ed era inconfondibile il fatto che provenissero da fuori,non ci fece molto caso,magari era solo un’orda di studenti che parlava.
Continuò a leggere anche se quei rumori si facevano sempre più forti,finchè non senti un urlo,si alzò di scatto tanto che il libro cadde per terra,piegando alcune pagine in maniera scomposta,si girò e dalla finestra lo vide,ne aveva solo sentito parlare,chiuse gli occhi per l’incredulità,li riaprì ed era ancora li,il famoso marchio nero,il marchio di Tu-Sai-Chi,era posto sulla scuola,che qualcuno fosse morto?
Gli occhi si muovevano velocemente a destra e a sinistra mentre il prefetto tentava di riflettere,ma nulla,quella visione gli aveva appannato la mente,una stretta allo stomaco gli impediva di parlare.Adesso c’era solo una cosa da fare:agire,non gli importava di essere poco potente e che se fuori vi erano mangiamorte la speranza di tornare nella sua sala comune erano poche,ma non poteva stare li nella vacua e vana speranza che tutte le persone alle quali teneva tornassero incolumi ed illese.No!Doveva andare,non poteva rimanere li come un’idiota,si tolse il mantello della divisa,che sicuramente sarebbe stato d’intralcio,ma prima prese la bacchetta e uscì dalla biblioteca,corse verso le scale da dove avrebbe avuto una visione di ciò che stava accadendo,in cuore gli era salito in gola.

*Sei fortunato che ancora lo senti,Derek*

Pensò,il cuore batteva più velocemente,sentiva le vene pulsare,continuava a correre verso le scale,continuava a sentire quella stretta allo stomaco,non poteva ancora crederci,i mangiamorte e forse anche Lui erano lì,ad Hogwarts.Non sapeva che avrebbe potuto fare e non sapeva realmente cosa l’aspettasse,l’unica cosa che sapeva che doveva intervenire,un’aiuto per quanto poco potesse essere era pur sempre un’aiuto.
Mentre correva si stava convincendo sempre più che era una follia suicida,era uno studente al quarto anno contro mangiamorte alcuni dei quali erano con ogni probabilità più potenti di lui,ma non importava,era sicuro che qualcuno,come lui,avrebbe fatto qualcosa,i docenti,maghi sicuramente più esperti di lui.
Sempre che tutti si trovassero ad Hogwarts in quel momento.

*E dove dovrebbero essere se non qui?!?*

Arrivò quasi all’arco che dava sulle scale e rallentò,con il cuore che ancora batteva forte si affacciò,non vide nulla e nessuno.Poi decise di salire verso il quinto piano,fece metà della prima rampa di scale che portavano a quinto piano.Si fermò e poi punto la bacchetta contro se stesso,usando un'incantesimo che aveva imparato l'anno precedente e tenendo la bacchetta ben ferma su se stesso disse in modo tale che nessuno potesse sentirlo.


Sèocculto

Aveva come l'impressione che qualcuno fosse vicino,solo un'impressione,ma decise di usare quell'incanto che se fosse andato a buon fine lo avrebbe reso invisibile dando la possibilità di attaccare senza essere visto.





Punti Salute: 131

Punti Corpo: 81

Punti Mana: 81

Punti Esperienza: 13



Post di Avvicinamento
 
Top
Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 28/1/2015, 19:47




tumblr_m70j4c7X0n1qlqjl5o2_500_large


Quella era stata una giornata semplice, noiosa a dir la verità. Era il giorno dei G.U.F.O. quindi niente lezioni, avevano lasciato loro il tempo di prepararsi per le lezioni successive oppure ciò che più garbava loro.
La Serpeverde camminava spensierata per i corridoi, dirigendosi verso la biblioteca, era tanto che non ci metteva piede, aveva avuto altro da fare... Entrò dentro la stanza lievemente illuminata e si sedette prendendo un libro a caso, un libro che parlava di Creature Magiche. Lo aprì cominciando a leggere qualche riga, inoltrandosi subito nella lettura.
Dal primo piano si sentiva un gran trambusto, ma Lucilla non ci diede molto peso, ignorando altamente i rumori.

*Saranno i professori che mettono alla prova gli studenti nella prova pratica, un po' più duramente del solito*
Pensò, tornando nella lettura anche se il trambusto continuava e diveniva sempre più forte.
*Cavolo, si spera che non ci siano omicidi per la fine degli esami, ma ne dubito*
Il rumore continuò per un bel po' ma la giovane faceva finta di non sentire ma non poté fare finta di nulla all'urlo che aveva interrotto tutto a Hogwarts. Sobbalzò appena sentito ciò, era angosciante.
Si alzò in piedi e guardò fuori dalla finestra, come aveva appena fatto un altro ragazzo, ciò che vide le raggelò il sangue.
Il Marchio Nero.

*Oh, merda...*
Un gruppo di Mangiamorte si stava inoltrando nel castello e a quanto pare erano assettati di sangue e morte, perché erano spediti e nulla avrebbe potuto fermarli.
*Ok, Lucilla è un suicidio, non sai quasi nulla di e potrebbero polverizzarti senza batter ciglio, ma se a Hogwarts c'è una battaglia anche il minimo aiuto può servire.*
La sua parte ragionevole l'aveva completamente abbandonata, stava andando incontro alla morte ma in fondo era stata proprio lei quella sera che non aveva paura della Morte, e quella Vampira ne era la testimone.
Fortuna che quella mattina aveva messo in borsa anche il mantello della Disillusione, all'inizio aveva pensato che era una cosa stupida ma ora era davvero utile.
Lo mise indosso coprendosi per bene e seguì il ragazzo che poco prima era stato lì.
Prese la bacchetta, che teneva ben salda e si diresse verso il Primo Piano. Dentro la borsa aveva cose di poca importanza, che teneva per le emergenze, ma quella volta non sarebbero servite.

*Se devo morire ci sarà un valido motivo*
La sua espressione era fredda e il suo viso non lasciava trasparire la minima emozione, ma intanto era fuori pericolo.
Almeno per ancora qualche minuto. Quell'espressione forse serviva più a convincere lei che a convincere qualcun'altro.

Salute: 101
Corpo: 60
Mana: 57
EXP: 1,5
Attivo: -Bacchetta
-Mantello della Disillusione


POST DI AVVICINAMENTO.
 
Top
view post Posted on 31/1/2015, 23:35
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,193

Status:


Alcune considerazioni prima di lasciarvi leggere il post.
In generale, chiedo a TUTTI i partecipanti di essere precisi e dettagliati. Non date per scontato nulla. Non decidete liberamente dove trovarvi. Voi potete esprimere una volontà. Io decido l'effettiva collocazione.
Qualora qualcosa non vi sia chiaro, NON contattate me, ma contattate il Vostro Capo Fazione, ovvero Camille per il Bene e Voldemort per il Male. Saranno i Capi-Fazione a contattarmi privatamente. Questo permetterà alla casella del master di non intasarsi e garantirà alle fazioni la certezza che solo io conoscerò eventualmente le vostre intenzioni.
Siate fedeli a quanto scritto nel Topic Descrizione Incanti in Biblioteca.
Sono stato clemente nel corso di questo topic, lasciando correre errori imprecisioni e limiti di regolarità...
Non accadrà più.
Così come voi pretendete la precisione del master e la correttezza, io pretendo lo stesso.
Ricordate comunque che qualora il master sbagli, il post del master non varierà e le decisioni del master non varieranno.
Ciò che viene postato, viene postato.
Questo vale anche per i partecipanti. NON modificate i vostri post. Chi li modificherà non verrà nemmeno preso in considerazione nel corso del turno incriminato.
Passiamo ora ai dettagli:
Rhaegar gli auror non potranno intervenire per due turni. Ho chiesto a Camille e imposto a Raven di castare un incanto per chiamare i soccorsi (Expecto Patronum e Morsmordre), perdendo così un turno attivo. Avrei potuto pretendere la stessa cosa anche nel tuo caso...Accetto la giustificazione del distintivo, sebbene non compaia tale dettaglio da nessuna parte...Ma sarò io a dirti quando potranno avvicinarsi gli auror. La prossima volta contattami per avvisarmi.
Inoltre...La causalità di trovarti al castello proprio al momento dell'attacco, quando mai prima di adesso tu sei venuto al castello a trovare qualcuno, è un pochino forzata...Accetto comunque la tua presenza. Ricordo che la tua presenza non può essere paragonata a quella dell'Oscuro Signore. Quest'ultimo fa parte della fazione che ha premeditato l'attacco. Tu sei arrivato casualmente...
Lucilla non ho considerato il tuo post poichè hai postato in ritardo.
Ricordate questo: chiunque partecipa a questa battaglia corre il rischio di essere arrestato, imprigionato (fazione oscura) se cade nelle mani dei nemici, oppure corre il rischio di essere rapito, torturato, imperiato (fazione del Bene).
Il futuro dei vostri pg può cambiare. Tenetene conto.

AVETE 7 GIORNI PER POSTARE.




Il Luogo

Ed ecco l'inizio. Ciclico susseguirsi di eventi d'orrore, l'incontro tra le Parti aveva luogo laddove tutto
aveva trovato principio. Le Sacre Mura di Hogwarts, sigillo dell'essenza del potere della mente e di Magia, venivano
violate dal corrotto desiderio di prevaricazione, dominio, supremazia. Nulla sembrava esser stato appreso dalla Storia,
dai secoli passati, teatro della brutalità dell'utilizzo della stessa Arte che veniva ora utilizzata per la guerra. Chi
rammentava cosa effettivamente fosse il limite del decoro, della coscienza? Tutto si riconduceva ad unico e mero
bersaglio: la vittoria. La rivalsa del proprio ideale a discapito dell'altro, in nome di giustizia, supremo Bene, sincera
Verità. E sembrava non esservi modo di reprimere l'umano desiderio di far valere il principio di Pace e Prosperità
utilizzando i canali della Battaglia e della discordia. I membri del mondo magico tutti, erano forse da biasimare? Del
resto, vi era mai stata scelta? Dinanzi a folle e disumana crudeltà, si poteva trovare voce attraverso canali pacifici? E
la difesa, poteva forse esser efficace attraverso parola e dibattito? Un Oscuro Signore, il Lord del Male, null'altro
desiderava se non ciò che effettivamente si stava consumando in quell'istante nel castello che lo aveva accolto,
protetto, cullato, cresciuto. Una serpe velenosa e pericolosa era cresciuta in seno alla pura conoscenza, al baluardo più
candido di Magia. La scuola di Hogwarts era stata invasa...Più di una volta...Da più di un barbarico invasore...Ancora e
ancora...
Ed ora, proprio Colui che non doveva essere nominato, trovava facile via di accesso (complici i suoi stessi
discepoli che, nel corso degli anni avevano trovato vie ed ingressi dimenticati dal tempo, come il giovane Von Kraus nel
cuore della Foresta Proibita, oppure merito della falsità di quei docenti che, nel corso degli anni, si erano susseguiti
da una cattedra all'altra, mostrandosi maschera di incorruttibilità e giustizia, celando il volto dell'Oscurità e
divenendo facile chiave d'entrata). Il castello tutto era stato tradito. Ogni piano, ogni singolo mattone erano stati
violati senza pietà.E quegli stessi sassi, quella stessa costruzione architettonica chiedevano ora, urlando a gran voce,
libertà e facevano appello a quelle forze che sempre si erano battute in nome della Pace. Guerrieri della
Pace, contraddittori combattenti in nome della concordia, utilizzatori di Magia Armata per disarmare la violenza.

Il Tempo

La giornata era estiva, calda, soleggiata. Nessun alito di freddo vento, nessuna traccia di inverno violavano il giorno.
Nessun salto temporale era stato autorizzato da Forze Supreme. Tutto era rimasto fermo dov'era, dove doveva essere, nel
giusto momento, nella corretta collocazione temporale ove tutto aveva trovato il principio. Certo, erano forse trascorse un paio
d'ore dall'inizio di quello che doveva essere un eccellente esame GUFO sostenuto da uno dei più brillanti studenti di
Hogwarts, ma il sole ancora non si era congedato. L'estate non era ancora finita. Il giorno non aveva lasciato posto alla
notte...Non ancora...

Il Momento

Tutto era avvenuto con estrema rapidità all'interno della Sala Grande. L'ingresso inatteso di uno dei Sostenitori più forti e
fedeli del Signore Oscuro, Raven Shinretsu, era stato suggellato da poche parole e numerosi successivi "fatti" resi concreti da entrambe le parti, Bene-Male. Una formalità destinata a sfociare in sguainate bacchette pronte ad attaccare e difendere. Rumori,
colpi di scena, richiesta d'aiuto, presunta ritirata, erano stati attimi da considerare, ma pur sempre con una
certa sequenza e rapidità temporale. Era necessario rincorrere frenetici il tempo sino a raggiungere il Presente che, in
un istante diveniva già appena "passato".
E cosa era avvenuto nell'"appena passato"? Due istanti dovevano essere ben considerati ed impressi quali Tempo Zero, tempo già avvenuto, appena passato:
1) Il Sostenitore del Male, ancora mascherato, aveva già innalzato in cielo il Marchio Nero.
2) Il Patronus evocato dal Ministro era già giunto a destinazione, al Terzo Piano, all'interno della Stanza delle Necessità, luogo protetto a difesa dei sostenitori della Luce. Vi era ora da stabilire cosa avrebbe fatto il destinatario del messaggio.
I due istanti erano un dato di f atto, indiscutibili, non ignorabili, non trattabili. Essi erano i momenti da cui tutto aveva nuovamente inizio.

Alle Sponde del Lago

Un navigato studente Grifondoro restava seduto laddove sedeva da tempo. E null'altro.

James, il patronus è stato evocato da Camille con il chiaro intento di raggiungere la stanza delle necessità, come si evince dal suo stesso post. Dunque tu non puoi avere ricevuto il messaggio e non puoi esserti allertato per il patronus
di Camille. Non avendo più postato, chiarendo la tua posizione temporale e la tua percezione di pericolo (che ne so...Avresti potuto vedere in cielo il Marchio Nero, a questo punto, ma non sei più intervenuto, oppure avresti potuto essere stato allertato dal galeone, ma non hai postato), per quanto mi riguarda sei ancora seduto alle sponde del Lago, in pieno giorno. Non considero nemmeno l'evocazione del tuo incanto, in quanto non vi è ragione per cui tu possa averlo evocato, non avendo di fatto ricevuto il messaggio di Camille. Se e quando posterai nuovamente, ti chiedo di inserire i tuoi punti stat (al netto dei danni subiti in altre missioni, qualora tu non abbia provveduto a curarti al momento del tuo primo post di intervento in questa avventura, ovvero il giorno 11/01/2015)



Al Terzo Piano

La più esperta tra le Truppe dell'Esercito ES, all'interno della "Sede di Comando" celata ai più, la Stanza delle Necessità, riceveva messaggio richiedente soccorso da parte del Ministro. E questo era il Tempo Zero, ovvero era il momento appena avvenuto. Da quell'istante ogni azione sarebbe stata l'incipit del contrattacco delle Forze Bene. La studentessa Tassorosso, Thresy Torre, conosceva il senso dell'allerta e dell'emergenza. Pratica ed efficente, ancor prima di realizzare l'effettiva entità del pericolo che si stava già consumando al piano terra del castello (del resto, ella non poteva immaginare dal sintetico ma chiarissimo e rapido messaggio di aiuto di Camille, quali fossero i dettagli della vicenda), richiamava a raccolta, bacchetta e galeone (mezzo di comunicazione incantato collettivo per gli ES) alla mano, l'intero Esercito del Bene, con un'unica, esplicita
indicazione: "Sala Grande-adesso". La ragazza, lesta, ancora all'interno della Stanza delle Necessità, prelevava dallo zaino il
mantello di disillusione ed usciva nei corridoi del Terzo Piano. Mentre percorreva il corridoio, indossava il mantello,
rendendosi dunque "non visibile" mentre si dirigeva alla meta. Il dettaglio poteva apparire insignificante, data
l'urgenza del momento. Eppure così non doveva esser interpretato. Se vi fosse stato qualche malevolo intruso o qualche
discepolo Oscuro, la corsa e la presenza in corridoio della ragazza sarebbe stata individuata e definita sino al momento nel corso del quale veniva indossato il mantello. Ma non vi erano studenti, non parevano esservi nemici, nè alleati...Thresy raggiungeva il Piano Terra.

Thresy, hai raggiunto il piano terra. Ciò che vedrai lo descriverò nel dettaglio poco più avanti. Essendo infatti stata rapida e non venendo da alcuno attaccata, riesci ad arrivare a destinazione, ovvero al Piano Terra in breve tempo. Ma al Piano Terra stanno avvenendo molte cose (cose che devo ancora descrivere), dunque ti chiedo qualche "riga" di lettura paziente, prima di sapere nel dettaglio cosa vedrai. Leggi bene il trafiletto del Piano Terra.

Thresy Torre
Punti Salute: 233
Punti Corpo: 221
Punti Mana: 231
Punti Esperienza: 70


I Sotterranei

Il giovane "Licantropo", Paul, "neonato" conoscitore della propria, nuova natura, assaporava distratto e vigile al contempo,
l'essenza del proprio essere, scoprendo un rinnovato senso d'olfatto meravigliosamente acuto e, per questo, terribilmente
fastidioso, dinanzi agli odori ovvi, conosciuti, abituali, eppure mai davvero scoperti sino a quel momento. Ignaro di
quanto stava accadendo sopra la sua testa, al Piano Terra, egli si allertava dinanzi a segnale fastidioso e "scottante": un finto
galeone, simbolo di appartenenza a fazione del Bene, richiamava non solo attenzione, ma immediata azione. Sensi ed urgenza imponevano immediata "reazione". La risalita verso l'atrio del piano terra pretendeva rapidità. Una rapidità che lo studente Tassorosso possedeva grazie a prontezza di riflessi e velocità più concitati rispetto alla naturale predisposizione umana. Solo un breve arresto per evocare correttamente un Seocculto, nel bel mezzo della risalita delle scale, rallentava la corsa alla Sala Grande. Egli si celava dunque a tutti coloro che, possedenti minor potere magico di lui, si trovavano al piano terra. Infatti Paul raggiungeva, tracolla in spalla, l'atrio del piano: dinanzi a sè l'ingresso alla Sala Grande.
Una giovane concasata tassorosso, neo militante del Bene, seduta sul proprio letto in dormitorio, sembrava godere di ore
di pace e tranquilla solitudine. Una solitudine dotata di piacevole compagnia, lettura, curiosità ed interesse, ma anche distrazione, forse noia e non convinto desiderio di applicazione allo studio. Ma il galeone era destinato ad allertare ancora una volta persona che aveva giurato di esser fedele a comune causa di pace. Elhena rispondeva alla chiamata, ma con giusta e coerente cautela. Era corretto portare con sè giusto equipaggiamento magico per bene affrontare il pericolo...Di qualunque natura esso fosse. Del resto, ella non conosceva dettagli di ciò che stava accadendo. Ella sapeva solo di dovere andare.
I secondi trascorsi scegliendo quali oggetti magici portare con sè, non permisero alla giovane Tassorosso di incontrare, lungo il corridoio dei sotterranei, il rapidissimo Paul. E mentre Elhena saliva le scale per raggiungere la Sala Grande, indisturbata, la ragazza non notava il compagno di casata...Il seocculto castato da Paul non le permetteva, infatti, di ricorrere alla compagnia e all'aiuto del concasato.

Paul hai raggiunto il piano terra. Ciò che vedrai lo descriverò nel dettaglio poco più avanti. Essendo infatti rapido (in accordo alla tua natura) e non venendo da alcuno attaccato, riesci ad arrivare a destinazione, ovvero al Piano Terra, in corrispondenza dell'ultimo gradino. Ma al Piano Terra stanno avvenendo molte cose (cose che devo ancora descrivere), dunque ti chiedo qualche "riga" di lettura paziente, prima di sapere nel dettaglio cosa vedrai. Inotre, sarà mia cura, nel dettaglio, rendere noto agli occhi di chi "passerai inosservato" e chi invece ti vedrà poichè avente maggiore potere magico di te. Ovviamente tu non saprai chi riesce a vederti (a meno che quest'ultimo non ti fissi e senza dubbio, non ti faccia inequivocabili segnali e ti faccia comprendere che sei visto.)
Comincio a fare presente alcuni dettagli che rendono un intervento verosimile ed altri che lo rendono meno verosimile.
Paul, con te hai un "armamento" magico non indifferente. E ho scelto di non infierire troppo su questo aspetto con molti di voi (fazione del Bene e del Male senza distinzioni, prendi ad esempio Nathan). Tuttavia, per correttezza, voglio essere franco: prendo, a titolo di esempio Jessica che, in maniera realistica, dicendo di trovarsi inizialmente in biblioteca, torna nel proprio dormitorio per prendere oggetti magici che possono servirle, una volta avvisata attraverso il galeone. La stessa Elhena, che si trova nel dormitorio, perde tempo nel raccogliere gli oggetti magici prima di correre al piano terra. Le due partecipanti che ho citato sono state particolarmente "vere" e brave e di questo terrò conto. Tu invece ti trovi nell'aula di pozioni. Passino pure le pozioni che porti con te (sei in aula di
pozioni e posso anche supporre tu le abbia portate per qualche ragione "accademica") e mi sta bene che tu abbia mantello
e cappa, ma...Almeno giustifica il perchè porti mantello e cappa con te (come ha fatto Thresy)! Che ne so, puoi sempre
dire che, dopo l'attacco ad Hogwarts avvenuto in passato sei diventato particolarmente prudente e pronto a qualsiasi
nuovo attacco. Del resto, considera che chi si è trovato in sala grande (Patrick, Persefone, Camille, Hope) sono in
posizione di svantaggio perchè non hanno avuto la possibilità di essere "armati fino ai denti". Voi avete la possibilità di trovarvi nei vostri dormitori per prendere tutto ciò che desiderate! Siate realistici per favore. E ti ringrazio per la collaborazione che sono certo mostrerai.
Elhena, tu hai impiegato più tempo ad uscire dalla sala comune e a risalire. Quindi non hai ancora raggiunto la cima
delle scale (diciamo che sei a metà rampa tra i sotterranei e il piano terra) ma già intravedi movimenti, senti rumori di
battaglia e puoi per questo allertarti come ritieni opportuno. Attenzione: non mi pare tu abbia scritto di avere la
bacchetta in mano. Sii precisa nel prossimo turno su tale aspetto. Come prendi la bacchetta, dov'è (in tasca, o dove vuoi
tu, non so)? Elhena, posta le tue statistiche.

Paul
SALUTE: 188
CORPO: 169
MANA: 170
EXP: 39

Quinto Piano - Le scale - La Torre della Preside

Il giovane Grifondoro White, sempre pronto a schierarsi in prima linea in difesa della rettitudine e della correttezza,
riceveva messaggio di allarme dal galeone degli ES. Dalla Torre che ospitava la Nobile Casata Grifondoro, egli percorreva via
più agevole per giungere laddove l'allarme richiedeva presenza. Egli non indugiava, non si fermava a raccogliere oggetti
utili a contribuire ad una più semplice gestione di eventuale duello o battaglia. Coraggioso, Sirius correva verso il
luogo designato. Bacchetta alla mano, egli era pronto. Tuttavia, anche altri combattenti, egualmente coraggiosi, dediti
alla causa che era stata così fedelmente abbracciata, erano pronti a colpire. Gargantua, seguace del Male, poco vista, semi celata dalla stessa struttura architettonica dell'arco del corridoio, come belva acquattata, pronta a divorare la vittima
inconsapevole, castava senza alcuna esitazione un Everte Statim destinato ad avere successo. Il Giovane Grifondoro,
intento a scendere le scale, desideroso di raggiungere il piano terra, cadeva spinto dalla follia e dall'attacco alla schiena della
seguace del Male, prono. Il Caposcuola Grifondoro ruzzolava dalle scale fino a raggiungere il pianerottolo di congiunzione tra una rampa e l'altra, tra il quinto ed il quarto piano. Disteso, aveva ancora la bacchetta in mano. Le braccia, utilizzate a riparo della caduta, dolevano, le mani erano sbucciate e piccole ferite superficiali erano il risultato di una spiacevole caduta. Il volto rivolto verso la discesa non permetteva di vedere direttamente in faccia l'autore del subdolo gesto. Lo scontro era cominciato prima del previsto.

Due studenti del quarto anno, intenti a svignarsela dopo aver udito rumori e visto scompiglio, se la davano a gambe lungo il corridoio, cercando riparo all'interno di qualche anfratto, ufficio, pertugio disponibile.

Il Prefetto Corvonero, intento a studiare diligentemente in biblioteca, disturbato dal trambusto che si stava facendo sempre più vigoroso all'interno dell'intera scuola, levava lo sguardo all'udire suoni non consoni al luogo e vedeva, oltre la finestra, segnale oscuro, forse mai veduto, ma pur sempre famigerato.
Con coraggio egli decideva di correre...Dove? Qual era la destinazione? Inizialmente pareva che la corsa fosse unico
mezzo per giungere laddove la scuola necessitasse di difesa ed aiuto. Bacchetta alla mano, egli decideva di salire al
quinto piano. La salita trovava volontariamente arresto poco prima di accedere al piano designato. Un seocculto veniva ben
castato. Ma un'inattesa sorpresa trovava luogo: Derek si imbatteva in un Caposcuola, il signor White che, a terra prono sul pianerottolo di congiunzione tra una rampa e l'altra, dava l'idea di esser stato manifestamente attaccato. La sensazione di esser visto, osservato, spiato, era giusta...Ma il soggetto mirante non era stato individuato. Gargantua, ancora celata nella penombra aveva il vantaggio di vedere senza esser chiaramente vista...

Uno studente Tassorosso, Horus, colto dalle distrazioni della Contemplativa Astronomia, presso la Torre che prendeva il medesimo nome della materia al momento "studiata", decideva di tornare al proprio dormitorio. Ma il Marchio Nero, quasi fosse
lecitamente da tutti conosciuto, quasi fosse immagine già vista più e più volte (cosa che poteva esser vera per alcuni,
ma non per altri), lasciava poco spazio all'immaginazione. Qualcosa non andava...Ed egli capiva.
La corsa priva di esitazione, come stimolata da timore di perdere le persone care, lo conduceva laddove egli forse intendeva giungere: quinto piano.
Egli si trovava nella zona antistante la Torre della Preside: l'accesso all'ufficio di quest'ultima era a pochi metri più avanti, bastava effettuare una piccola svolta ad L ed il giovane avrebbe potuto individuarlo.
Forse la volontà del ragazzo era quella di avvisare la massima carica della Scuola. Se solo avesse potuto vedere , in
quel momento, la donna legata come un salame, senza nemmeno tentare di prendere la bacchetta, avrebbe certamente cambiato rotta alla ricerca di figura più autorevole. La prudenza e l'astuzia Horus indussero il giovane a prendere decisione sensata e corretta: difendersi.
L'incanto Colossum, ben castato, ebbe successo: una creatura alta due metri circa, larga, da spalla a spalla un metro, prendeva forma. Un grosso difensore di dura pietra veniva generato dinanzi al ragazzo, ben visibile anche nel lungo corridoio che si affacciava dinanzi all'ingresso dell'ufficio della Preside. Il desiderio del ragazzo aveva trovato positivo riscontro.

I due studenti fuggitivi poco prima citati si dirigevano verso il colosso in pietra, in quanto non attendevano il sorgere di siffatto Mostro. Alla vista dello stesso ulteriori urla e subbuglio provocavano confusione ed ovvio rumore. I due sventurati correvano nuovamente in direzione dell'infiltrata oscura, Gargantua, inconsapevoli del fatto di dirigersi nella direzione che li avvicinava al pericolo...L'apparenza aveva tratto in inganno...Il grosso colosso era amico...L'ignoto era il nemico...

L'ex Caposcuola Corvonero, Jessica Evans, anch'essa intenta a studiare in biblioteca, veniva raggiunta dalla richiesta di
aiuto collettiva rappresentata dal cocente galeone che richiamava l'attenzione della giovane studentessa. Una richiesta
di ausilio, una chiamata alle armi, imponeva alla fanciulla l'azione ed il coraggio. Ed ella rispondeva con prontezza e,
acuta come ogni studente corvonero, si preparava alla battaglia, ben conscia del fatto che le "munizioni" ed il bagaglio
magico necessitassero di potenziamento ed arricchimento. L'intenzione era quella di raggiungere il proprio dormitorio per
munirsi di equipaggiamento necessario prima di giungere alla Sala Grande.
Tuttavia il quinto piano pareva affollato.
Inevitabile sarebbe stato l'incontro e l'arresto in tale area del castello. La studentessa Corvonero si imbatteva, complici le scale poco ordinate e tutt'altro che abitudinarie, in Horus. Un incontro fortunato, se si pensava al fatto che avrebbe potuto scontrarsi, come Sirius, in nemico inatteso nella parte opposta del corridoio. L'intenzione di raggiungere la Sala Grande trovava arresto dal convogliarsi, come acque di risulta, di azioni e reazioni apparentemente indipendenti ma in realtà facenti parte dell'ingarbugliata
matassa definita "libero arbitrio". Tutti erano liberi di giungere a meta secondo la propria volontà, ma l'incontro e lo scontro con altri protagonisti e con altre vicende parallele diveniva il risultato della realtà.

Astaroth e Thren, due fedeli oscuri, nei pressi dell'ingresso alla Torre della Preside, celati in una piccola rientranza della parete interna del corridoio, al fine di non esser veduti o comunque notati nell'immediato, sembravano aver atteso a lungo il momento opportuno per agire. Forse eran già pronti. Per fare cosa?
Tuttavia un'inattesa Creatura mostruosa, in dura roccia (il colosso di Horus) si ergeva ora a pochi metri di distanza da loro. Dettaglio fastidioso...
E due studenti terrorizzati urlavano allontanandosi, correndo, dalla loro postazione. Un fastidio in meno di cui occuparsi al momento.

Il professore Cedric, intento a correggere in maniera accurata e doviziosa i compiti dei propri studenti, si trovava, tranquillo, all'interno del proprio ufficio. Nessun avviso, nessuna richiesta di aiuto e soccorso erano stati a lui rivolti. Dunque, il momento dello stupore si manifestò solo quando, affacciandosi alla finestra, Cedric percepì rumore, urla e notò frenesia di persone e studenti in giardino. Questo lasciava presupporre il fatto che le Fazioni del Bene e del Male avessero già ricevuto segnale di allarme e si fossero anche già allertate da qualche tempo. Il simbolo del Male in cielo non lasciava spazio a dubbio. Qualcosa non andava. Hogwarts era in pericolo. Il professore decise dunque di onorare un passato dedito al Bene ed alla giustizia, agendo attraverso immediata corsa destinata, secondo le volontà del giovane uomo, a condurre in giardino. Tuttavia, non tutti i piani potevano trovare compimento nella personale volontà ed intenzione. In effetti, quasi ogni piano del castello pareva avere già protagonisti ed azioni in corso da non poter sottovalutare o ignorare. Proprio per questo, Cedric scendendo le scale diretto verso il piano terra e nel dettaglio il giaridno, si imbatteva nei protagonisti del quinto piano.
Ebbene mentre correva e divorava rampe di scale, senza ancora esser giunto nel corridoio del quinto piano (quindi ancora sulle scale che collegavano la torre di Astronomia al piano in questione, ovvero nella rampa superiore a quella dove si trovava Sirius che invece già stava scendendo dal quinto al quarto piano) il professore poteva scorgere uno studente Grifondoro disteso sull'intramezzo delle scale inferiori, deducendo vi fosse presenza nemica. Non era necessario forse giungere in giardino per combattere...Era bastato scendere poche scale...Ma il nemico dov'era? Urla e spavento di due studenti potevano trarre in inganno, facendo supporre che il Male fosse in fondo al corridoio, lontano, nei pressi dell'Ufficio della Preside...Invece Gargantua era lì...A pochi metri da Cedric, celata dietro l'arco del corridoio...



Sirius sei disteso a terra. L'everte statim ti ha colpito in pieno. Perdi 14 punti salute. Le braccia fanno male. Le mani sono sbucciate. Perdi altri 2 punti salute. La bacchetta è ancora in mano. Sei rivolto verso le scale discenenti, dunque il nemico è alle tue spalle e non lo vedi, a meno che tu non decida poi di voltare il capo.
Gargantua sei illesa e ti trovi esattamente dov'eri prima di castare l'incanto.

Per orientarci, ecco alcune indicazioni: Gargantua ha dinanzi a sè il lungo corridoio del quinto piano, poichè ella è situata nei pressi dell'arco del corridoio, vicino alle scale, in zona in penombra. Davanti a sè, a circa 10 metri di distanza, si vede
la zona di accesso alla Torre della Preside. Horus non può essere visto da Gargantua poichè è dietro l'angolo, sebbene
l'angolo sia davanti a lei in fondo al corridoio, a circa 12 metri di distanza.
Il Colosso è ora visibile a Gargantua e agli altri due Oscuri.

Una precisazione: Horus, nel tuo post tu affermi quanto segue come dato di fatto:
"La scala precedentemente presa, letteralmente, al volo, l'aveva condotto al piano giusto, ma in un punto diverso, che
Horus riconobbe come la zona antistante alla Torre che portava all'Ufficio della Preside."...
"E lì, decise di agire, conscio di aver bisogno di una protezione, ora più che mai che la strada voltava in un angolo,
con la Torretta della Preside, un corridoio esposto a chiunque fosse giunto da sotto."

Faccio presente che è il Master a decidere se si raggiunge o meno un luogo con assoluta certezza. Ed è il master a decretare se la Torretta della preside sia davanti a noi, dietro l'angolo e soprattutto se sia stata raggiunta effettivamente. Potevi scrivere: "l'intenzione era quella di arrivare...Se ci fossi arrivato avrei fatto ...."
Un conto sono le intenzioni del partecipante alla Quest/evento, un conto i fatti che devono essere giudicati dal Master.
Avrei anche potuto decidere che ragionevolmente tu ti imbattessi in Gargantua. Sarebbe stato verosimile e possibile se avessi deciso che le scale ti portassero dall'altra parte del corridoio del quinto piano. Non l'ho fatto perchè ho liberamente deciso di assecondare la tua volontà, in quanto non vi erano stati impedimenti particolari nel corso della tua "corsa" (scusa il gioco di parole) verso la zona desiderata. Ma, così come io cerco di essere preciso, nel limite della mia pur sempre viva umanità, chiedo a voi lo stesso sforzo. La prossima volta magari puoi scrivere che la tua intenzione è quella di raggiungere la zona X e in quel caso evocheresti l'incanto Y. Sono stato pignolo anche con Raven per una ragione non uguale ma simile nel corso del mio intervento precedente. Per correttezza faccio presente la cosa anche a te. E ti ringrazio per la collaborazione.

Derek, per te vale in parte lo stesso discorso fatto ad Horus. Attenzione ad intenzione e certezza e dato di fatto di
azione. Un conto è volere andare al quinto piano, un altro è arrivarci con certezza. Il tuo incanto seocculto ha avuto
buon esito. Ti faccio presente che esso funziona su soggetti aventi mente meno forte della tua, tale per cui essi vengono
soggiogati da tale illusione. Ahimè, questo non è il tuo caso dinanzi a Gargantua, a Cedric e a Sirius.

Jessica, la tua intenzione era quella di giungere in sala grande. Ma, come già scritto chiaramente nel mio post
precedente, ho considerato fedelmente ogni vostra libera azione. Avendo tu descritto il tempo trascorso nella scelta
degli oggetti da portare con te in seguito al segnale di allarme (scelta che ha portato via un certo tempo se si
considera anche che sei rientrata nel tuo dormitorio due volte), non potevo non tenere conto del fatto che molti altri
partecipanti sono stati più rapidi, quindi, verosimilmente, hanno raggiunto o hanno tentato di raggiungere determinate
postazioni con un certo anticipo rispetto a te. Questo ha comportato l'incontro al quinto piano con vicende e situazioni
che in un certo senso hanno già cominciato a delinearsi. E non potevo non considerare questo aspetto facendoti "volare" al
piano terra. Per questo motivo ti trovi qui.

Cedric, per te vale un discorso simile a quello di Jessica. Per chiarirci ti trovi sulle scale, quindi non sei ancora
"approdato" al corridoio del quinto piano, dove, astuta, si cela dietro l'arco, in prossimità della parete laterale
adiacente alle scale, Gargantua, la nemica. Riesci a vedere in basso, nella rampa di scale inferiore, Sirius a terra.


Sirius
Punti salute 201/217
Punti corpo 291
Punti mana 297
Punti esperienza: 45,5

Gargantua Clegane
(Donna)
Punti Salute: 260
Punti corpo: 230
Punti Mana: 200

Horus Sekhmeth
PS: 192
PC: 165
PM: 175
Exp: 43,5

Derek Hide
Punti Salute: 131
Punti Corpo: 81
Punti Mana: 81
Punti Esperienza: 13

Jessica Evans
Punti Salute: 206/206
Punti Corpo:185/185
Punti Mana: 200/200
Punti Esperienza:41

Cedric (NB, Cedric, che significa "Punti salute: 180 base + 18 oggetti?? Non vorrai che faccia io i conti di tutti i tuoi

punti secondo i tuoi acquisti, vero? XD Per favore aggiorna i tuoi punti stat qualora quelli da me idicati non siano

quelli attuali. Grazie)
PS: 180
PC: 140
PM: 140
Exp: 24


Il Giardino

Il luogo della battaglia era stato, sino a quel momento, la Sala Grande. Quest'ultima sembrava dover essere, di diritto,
scenario dell'evolversi degli eventi cruciali. E forse così sarebbe stato. Tuttavia...Vi erano protagonisti che ancora
dovevano ufficializzare il proprio ingresso, in maniera trionfale, oppure con fare subdolo e spietato. E tali personaggi,
non aventi bisogno di presestazione e prefazione alcuna, si trovavano in giardino...
All'interno dei confini di Hogwarts ma ancora all'esterno delle mura del castello, vi erano molti combattenti da
collocare, molti protagonisti ai quali "porgere" il "benvenuto".
Al Tempo Zero, il fidato Capo della brigata Oscura, Raven, evocava con successo il Morsmordre, come fosse segnale
stabilito per dare inizio a...Qualcosa...Come fosse segnale, chiamata rivolta a...Qualcuno che già era là ed attendeva
solo l'ufficiale via libera.
L'evocazione del Morsmordre era già avvenuta...Proprio pochi istanti or sono. L'evocazione del marchio nero faceva già
parte dell'istante passato, così come il richiamo alla battaglia con i galeoni dell'ES.

Era giunto il momento di ordinare quel caos ordinato di azioni che si susseguivano in giardino.

Il Docente di Volo, l'astuto Raven, cercava rapido, privo di esitazione, riparo in giardino, dando tuttavia la precedenza, un secondo dopo l'evocazione del Morsmordre, all'esecuzione di incanto altrettanto veloce e di semplice esecuzione. Un seocculto ben castato trovava successo. L'immediata corsa ad un vicino riparo di fortuna lo allontanava dall'ingresso della scuola quel tanto che bastava per non trovarsi nel bel mezzo del via vai di studenti che entravano nel castello per difendere Hogwarts e quelli che uscivano per fuggire al pericolo. Ma in giardino egli non avrebbe potuto verosimilmente trovare perfetto riparo adatto a celare la sua figura eretta a 360 gradi. Se fosse stato colonna, albero o cespuglio, comunque Raven sarebbe stato solo parzialmente celato in base a osservazione e prospettiva visiva. Ad ogni modo, egli si riparò dietro folta siepe, alta circa 80 centimetri, che andava a limitare in maniera circolare, area di secolare quercia. Egli doveva dunque acquattarsi e assumere posizione scomoda per nascondersi. Vi era inoltre da ricordare che era giorno, il sole era luminoso in cielo ed eventuali maghi più potenti di lui, passando nelle vicinanze del nascondiglio, avrebbero potuto scorgere Raven. Del resto, menti più forti di lui potevano verosimilmente trovarsi in giardino...
L'atto dello svestirsi non era azione da considerarsi ancora...In poco tempo troppe azioni non erano contemplate.

Al limitare della foresta, ai margini del giardino, Lui, Colui che non aveva bisogno di esser conosciuto per esser riconosciuto, sembrava attendere, beandosi del puro dolore inferto a vittima inconsapevole. Un gioco mortale che lo aveva indotto all'abitudine alla sofferenza altrui a tal punto da trovare tedio e fastidio nel suo stesso, ludico, atto di divertimento.
Seguaci in attesa del segnale, trepidavano, desiderosi di compiacere Lord Voldemort.
Sì.
Era lì.
Il Signore Oscuro era ad Hogwarts.
Quasi fosse incapace di aspettare senza infliggere danno e pena al prossimo, Egli sembrava avere piano ben preciso e mirato a meta sconosciuta a tutti probabilmente tranne che a Lui stesso.
Il segnale era stato lanciato. Era forse il momento di agire?
Poche parole di una suddita implorante e devota, ed ecco partire l'armata delle tenebre verso il castello. Un Lamento
Frango divampava viscido nell'aria, terrorizzando solo gli avversari. In effetti, benchè l'urlo disumano, lo strazio
d'orrore avesse raggiunto ogni uomo, donna, bambino, creatura presenti in giardino in quel momento, solo gli animi puri,
buoni, privi di corruzione e senza oscurità potevano subire il terrore della paura inferto da tale incantesimo oscuro.

Era solo l'avviso dell'arrivo del Male.

L'affascinante Capo Auror, provvidenzialmente e a dir poco in maniera piuttosto fortunata (o sfortunata a seconda dei
punti di vista), si trovava quella mattina proprio nei pressi di Hogwarts. Una sana e dolce colazione, all'insegna della
dolcezza e della gola e piacevoli e rilassanti conversazioni qua e là avevano permesso al tempo di trascorrere, tanto da
permettere al Mago di giungere al castello per fare una visitina al Ministro proprio nei momenti delicati dell'incipit della battaglia. Un tempismo perfetto
Quando egli giunse dinanzi al cancello del castello, il simbolo del Male già era protagonista del cielo. Questo stava a significare che il Tempo Zero era già trascorso...Questo voleva dire che Raven, che un secondo dopo correva verso un nascondiglio in giardino, si allontanava dall'ingresso del castello ancor prima che Rhaegar aprisse i cancelli e osservasse il "campo minato", ovvero il giardino, per individuare i nemici. L'esperienza alla battaglia ed il coraggio cresciuti negli anni, oltre lo sguardo acuto e dotato di magica attenzione, permettevano all'auror di individuare in lontananza (a circa 30 metri di distanza dal cancello, ove Rhaegar si trovava) truppa oscura dotata di mantello e maschera in avvicinamento al castello.
Tra i membri della truppa, vi era il mago che aveva evocato il Lamento frango, quell'urlo di orrore che, nonostante esperienza, coraggio, ardore e volontà di Rhaegar, inevitabilmente raggiungeva anche il Capo Auror conferendo quel brivido, quella sensazione di paura, quell'illusione che arrecavano esitazione ma non arrestavano l'azione.
Rhaegar chiamava soccorsi attraverso mezzo di comunicazione magico simile a quello dell'ES. Presto gli Auror sarebbero giunti.
L'avanzata di Rhaegar verso il castello veniva anticipata dal suo incanto veritas castato in direzione dell'ingresso della scuola stessa. L'intuizione e nuovamente l'esperienza avevano dato giusto consiglio al mago. In effetti vi era un nemico che si occultava, Raven. Ma il nemico era già in giardino.
Il veritas comunque funzionò. Esso era stato castato nella zona dell'ingresso di Hogwarts. E l'incanto per definizione aveva raggio di azione circolare. Dunque il veritas abbracciava un'area circolare di raggio pari a 3 metri circa corrispondente a 28,3 metri quadri approssimativamente (si consideri dunque il diametro di 6 metri).
Niente...Rhaegar non trovava alcuno. Del resto l'incanto non poteva raggiungere Raven che si ttrovava ben oltre tale raggio di azione (ovvero tre metri di raggio in direzione radiale a 360 ° in prossimità dell'ingresso) poichè, per volontà stessa di Raven, il nascondiglio era stato cercato in giardino e non all'ingresso della scuola.
Il seducente vampiro Scott, celato da mantello di disillusione e munito di maschera dell'orrore, si aggirava tra gli
alberi, al limitare della foresta. A pochi metri di distanza dal Signore Oscuro, non visto dal Padrone, egli pareva
pronto a partecipare alla battaglia.

Raven, ti trovi accovacciato all'interno di un'area circolare circondata appunto da siepe alta 80 centimetri. Ricorda che nel mezzo dell'area (che avrà superficie di circa 6 metri quadrati) c'è una quercia secolare. Non ti sei ancora tolto mantello e
maschera. Effettui troppe azioni nel medesimo post. Hai castato un incanto e ti sei allontanato dall'ingresso per raggiungere riparo in giardino. Nel tempo d'azione del post tali azioni sono più che sufficienti. L'incanto Seocculto è andato a buon fine. Solo i maghi con mente più forte della tua possono notarti.

Punti Salute: 394
Punti Corpo: 324
Punti Mana: 367
Punti Esperienza: 70,5

Il gruppo di Vesper e Peredur ha stat invariate.

Rhaegar sei raggiunto dal grido del "Lamento Frango". Perdi 10 punti mana per un turno (dunque il danno è temporaneo).
Preciso un punto. Il veritas ha, per definizione raggio di azione circolare. Come sai, mi hai contattato chiedendomi,
dato che la descrizione incanti era povera in tal senso, cosa intendessi per raggio di azione e quale fosse l'ampiezza
dello stesso. Ti ho risposto dicendo che ritenevo potesse essere plausibile considerare una superficie circolare pari a 5/6 metri quadri. Ma sono stato molto più generoso. Concedendo un raggio pari a ben 3 metri ottenendo così copertura di oltre 20 metri quadri. Ma tre metri di raggio non sono comunque sufficienti a raggiungere Raven.

Punti Salute: 190
Punti Corpo: 200
Punti Mana: 190/200

Nathan Scott
Nathan, per te vale quello che ho scritto a Paul: sei al limitare della foresta. In base al tuo post, decidi di partecipare all'avventura non in maniera premeditata, come invece hanno fatto gli altri colleghi oscuri (che quindi hanno potuto equipaggiarsi come desideravano) ma in seguito alla vista del Morsmordre. Dunque, non è proprio verosimile che tu indossi tutto quell'equipaggiamento per una passeggiatina diurna! XD
Come avvenuto per Paul, ti concedo di avere tutto l'equipaggiamento, ma vi chiedo di essere il più verosimili possibile.
E ti ringrazio per la collaborazione che sono certo mostrerai.

Punti Salute: 235
Punti Corpo: 239
Punti Mana: 241
Punti Esperienza: 41.5


Il Piano Terra
Era giunto il momento di considerare nel dettaglio ciò che stava avvenendo in prossimità della Sala Grande: il Piano
Terra. La meta ove molti ambivano arrivare sembrava proprio essere il corridoio di tale piano, "anticamera"
dell'ufficiale sede di guerra. O forse, si trattava semplicemente del luogo ove tutti dovevano giungere prima o poi per
potere avere accesso al luogo degli Esami GUFO.
La battaglia aveva avuto inizio da non molti minuti. Del resto, il tutto era avvenuto in maniera rapida, ma dolorosa per
alcuni, fastidiosa per altri, tragica per altri ancora...E la battaglia, anche la più studiata e desiderata, poteva
portare all'errore. Proprio coloro che forse mai avevano errato, compivano atto assolutamente sconsiderato pagando
prezzo considerevole...Il diletto del Signore Oscuro, Von Kraus, artefice di azioni astute, tali da permettere
l'uscita dalla Sala Grande di numerosi compagni, appoggiato al muro del Piano Terra, proprio in prossimità
dell'ingresso alla Sala stessa, benchè pronto a combattere qualsiasi nemico, bacchetta alla mano, veniva colto da
sentimento assolutamente imperdonabile per una mente malvagia: la pietà.
Del resto, l'idea di dovere trarre in salvo i compagni con la scusa di evitare che questi potessero essere catturati e potessero rivelare ai nemici possibili piani dell'Oscuro Signore, era assolutamente non fondata e priva di logica. Nessuno conosceva i piani del Male. Lord Voldemort non condivideva con alcuno i propri pensieri. I seguaci del male erano e restavano pedine sacrificabili...TUTTE.
Ma Von Kraus aveva scelto. Aiutare Chrisalide.
E, sebbene con cautela si fosse sporto verso l'ingresso della Sala grande al fine di valutare cosa stesse accadendo e se fosse possibile trarre in salvo eventuali compagni, l'azione che seguì fu errore fatale. Egli scelse di tentare di salvare una compagna che, priva di sensi giaceva a terra, nel bel mezzo dell'area ove era stato castato dal Ministro l'incanto Nebula Antigravitas. Vagnard allungò la mano verso Chrisalide per tirarla di peso a sè e portarla via dal luogo di battaglia. Ma sporgersi significava avanzare anche con il capo...Fino a trovarsi con capo e braccio all'interno dell'area affetta da incanto Nebula Antigravitas. La mano del giovane provava a raggiungere la fanciulla, ma l'effetto dell'incanto, forte e vigoroso perchè castato poco prima da mano esperta e potente, conferiva illusione di vedere Chrisalide a testa in giù, come appesa al soffitto. Dunque Vagnard aveva l'impressione di dover sollevare il braccio per prelevare la compagna. Ma non era così. Il braccio si muoveva a vuoto sopra il corpo inerme di Chrisalide. Inoltre il danno provocato per essersi esposto all'incanto, sebbene parzialmente, fu tale da fare perdere forze e vigore al ragazzo. Senso di confusione, smarrimento e debolezza aggravavano una situazione resa difficile dalle
stesse scelte di Von Kraus. Egli non perdeva i sensi, poichè non si trovava interamente all'interno dell'area "incantata", ma il danno fu considerevole. Per liberare un compagno, egli intrappolava sè stesso, alla mercè dei nemici.

Il prefetto Serpeverde, la prima nemica del Bene a lasciare la Sala Grande, con una vista non pienamente efficiente a
causa dei limiti della propria natura (a seguito di incanto che le aveva arrecato danno agli occhi), cercava, furtiva, zona
d'ombra per potersi liberare di maschera e mantello. Pessima scelta quella di rinnegare la propria natura oscura. La
decisione di allontanarsi, defilandosi, sino a giungere a zona poco in vista per non essere colta in fallo, era sintomo di astuzia. Ma dare le spalle alla via principale era errore madornale.Tuttavia, era da dire che anche la vista non eccellente non le avrebbe
permesso di comprendere quanto di lì a poco sarebbe accaduto. Un vecchio bidello, in realtà, malvagio intruso, seguiva
divertito la fanciulla, quatto, quatto ed attendeva proprio il momento giusto per canzonarla e forse punirla.
Arya toglieva maschera e mantello. E proprio nel momento in cui si accingeva ad evocare incanto atto a fare sparire prove della sua appartenenza al Signore Oscuro, Sheiva, l'infiltrato falso bidello, alleato in realtà del Signore Oscuro, castava con successo
l'incanto expelliarmus. Maschera e mantello non sparivano. Restavano lì, a terra vicino al Prefetto Serpeverde.
Le parole di Sheiva erano chiare e Arya le udì perfettamente. Il compito della ragazza non era finito.

Il Caposcuola Serpeverde ed il Prefetto Grifondoro, Emily e Zoey, visto nel cielo il marchio nero, correvano coraggiose all'interno del castello. Una delle due, l'astuta discepola del Male, sapeva esattamente dove andare...E trascinava con sè la studentessa
Grifondoro. Bacchetta alla mano, sembravano pronte a combattere...Ma entrambe avrebbero lottato per la medesima causa?
Vagnard Von Kraus. Perdi 40 punti salute, 35 punti corpo e 30 punti mana.
L'incanto Nebula non è svanito. Non ho mai scritto che l'efficacia di tale incanto sia venuto meno. Dunque non riesci a trarre a te Chrisalide. Anzi, vieni investito, sebbene parzialmente, dall'effetto del Nebula. Hai l'impressione che Chrisalide sia appesa al soffitto poichè il tuo senso dello spazio è completamente distorto. Inoltre tu, già debole perchè non nella pienezza delle tue forze (i tuoi punti stat erano già compromessi all'inizio dell'avventura), ti trovi ora in una condizione particolarmente difficile. La vista è annebbiata, sei debole, hai forte senso di smarrimento. Sei cosciente.

Punti Salute: 41
Punti Corpo: 59
Punti Mana: 30
Punti Esperienza: 31

Arya Von Eis. Sei colpita dall'incanto Expelliarmus. Ti sei allontanata dall'ingresso della sala Grande di circa 15
metri. Perdi 25 punti salute. La bacchetta si trova sul pavimento, di fianco ai tuoi indumenti. Al prossimo turno non
potrai castare incanti.

Punti Salute: 45
Punti Corpo: 56
Punti Mana: 63

Sheiva. Illeso
Punti Salute: 180
Punti corpo: 140
Punti Mana: 140

Chrisalide
PUNTI SALUTE: 1/101
PUNTI CORPO: 49
PUNTI MANA: 58

Paul nessun nemico ti nota. Ti trovi in cima alle scale. Di fronte a te c'è la Sala Grande. Dunque vedi Vagnard
incappucciato, chino davanti all'ingresso, vedi Chrisalide a terra. Non vedi Sheiva e Arya poichè si trovano a 15 metri
da te in zona in ombra, un anfratto del corridoio, alla tua sinistra. Riuscirai anche a vedere, nei limiti della visuale
di un ingresso largo due mteri, alto almeno 3 metri, cosa accade nella sala grande, oltre la nebbiolina del nebula.
Ovviamente vedi anche Emily e Zoey che corrono verso la Sala Grande.


Thresy, tu ti trovi già nel corridoio del piano terra, sei discesa dalle scale che ti portano quasi di fronte alla sala
grande. Vedi esattamente ciò che vede Paul. Inoltre tu puoi notare Paul e vedere Emily e Zoey.


Elhena, tu vedi Emily e Zoey correre verso la Sala Grande. Non noti Paul. Non vedi Trhesy. Non essendo in cima alle scale, non vedi cosa accade in sala grande.

Emily, Zoey, postate i vostri punti stat.
Faccio presente che NON è inverno, non c'è neve. Siamo in estate, c'è il sole. E' giorno. Zoey, sei membro dell'ES al
momento dell'esame di Patrick? Mi pare tu sia stata arruolata successivamente. Se mi sbaglio, chiedo venia. Se non mi
sbaglio, non puoi avere con te il galeone. Per questo, in via cautelativa, non ho considerato il fatto che tu abbia
ricevuto avviso con il galeone. Ad ogni modo, hai visto il marchio nero (che tu dici di riconoscere in cielo...Ma hai
davvero mai visto il marchio nero? Come fai a riconoscerlo? Qualcuno te ne ha parlato?) e segui Emily. Quindi sei giunta laddove desideravi. XD


La Sala Grande
Ed ecco giunti nuovamente in Sala Grande.
La Preside di Hogwarts giaceva ancora a terra. Nessuna azione era stata da lei compiuta. Pessimo esempio per studenti e
docenti.
Il Caposcuola Corvonero, ancora seduto a terra, decideva di porre rimedio al danno agli occhi, danno generato dal lumos
maxima e dalla tormenta di sabbia cui poco prima era stato sottoposto. L'incanto Aceclo trovava successo. La vista veniva
risanata. Non restava dunque che levarsi, secondo quanto desiderato dallo stesso studente e decidere il da farsi. Davanti
a sè, vi era ancora una lieve folata di sabbia e vento, rasoterra...La tormenta andava scemando. Essa non era più un
pericolo per occhi e corpo.
Il Ministro Pompadour, senza perdere tempo prezioso, al fine di allontanarsi da tormanta di sabbia, castava, occhi chiusi, l'incanto proiecto con l'intenzione di raggiungere in maniera fulminea, quasi istantanea, la zona compresa tra la parte finale dei tavoli e la parete, vicino all'uscita, ma non proprio all'ingresso. L'incanto ebbe successo e così la destinazione. Del resto, sebbene ad occhi chiusi, ella conosceva bene la sala grande e non aveva smarrito senso dell'orientamento. Dunque, centimetro più, centimetro meno, Camille si trovò proprio in prossimità della parete, a venti centimetri da essa, vicino ai tavoli. Giungeva tuttavia con occhi ancora chiusi.
Con un lievissimo ritardo rispetto al Ministro (ella si era dedicata al proprio ginocchio), Aryadne evocava l'incanto fumos ma senza particolare successo...L'esecuzione, in effetti era stata tutt'altro che impeccabile...Ella aveva sì puntato la bacchetta nella direzione in cui voleva espandere il fumo, ma non aveva successivamente spostato la bacchetta per decretare entità della superficie coinvolta. Il risultato fu deludente...Un rivolo di fumo raggiunse il cuore della sala, ma l'estensione fu talmente ridotta da non generare lo scompiglio e la visuale limitata desiderati. Inoltre, sebbene, al momento della fuga Aryadne potè schivare il Ministro che, ad occhi chiusi, non avrebbe potuto afferrarla e, più rapida nell'eseguire l'incanto proiecto si trovava già in prossimità della parete (faccia al muro) all'ingresso della stanza prima di Aryadne, Aryadne fu travolta dal Nebula. Entrata nel raggio di azione dell'incanto castato dal Ministro, ella non potè uscire dalla stanza. L'illusione di trovarsi a testa in giù, la perdita di orientamento furono fatali anche per lei.
Eppure...Vi sarebbe stata ancora una vittima del nebula antigravitas castato da Camille...Anche la Vicepreside, castato correttamente l'incanto proiecto con l'intenzione di raggiungere l'ingresso della sala, finiva per trovarsi nell'area soggetta al Nebula Antigravitas. Stessa illusione, stesso smarrimento delle altre vittime...Del resto, ella non doveva sentirsi in colpa. Ella aveva scelto di giungere all'ingresso certo, ma lo aveva fatto senza sapere che Camille, poco prima avesse castato tale insidioso incantesimo...E non avrebbe nemmeno potuto vederlo a causa della tormenta di sabbia.
Persefone D. Bennet
Sei ancora legata, distesa a terra, ad un metro di distanza dal Tavolo Docenti.Perdi un punto corpo.

Punti Salute: 177
Punti Corpo 203
Punti Mana 230
Punti Esperienza 73

<u>Camille Pompadour
Sei in piedi, in prossimità della parete vicino all'ingresso. Il viso è rivolto verso la parete a 20 centimetri dal tuo naso. Hai ancora gli occhi chiusi. Quando li riaprirai essi lacrimeranno quale "strascico" del danno provocato dal Tormentam. Le difficoltà visive non sono particolarmente limitanti. Vi è solo lacrimazione. Non ti sei imbattuta in Aryadne poichè mentre tu invocavi il proiecto, Aryadne invocava il fumos. E quando Arya è fuggita, tu eri già a destinazione e lei ha ragionevolmente potuto schivarti. Inoltre hai la faccia rivolta verso il muro.

PS 254
PC 195
PM 246

Hope Lancaster
Sei in piedi, travolta anche tu dal Nebula Antigravitas. Sei smarrita. La tua mente è colta dall'illusione di essere a testa in giù e perdi i riferimenti dello spazio. I tuoi occhi sono chiusi. Perdi 22 punti salute e 15 punti corpo e 15 punti mana. Mi dispiace per l'esito di questo incantesimo, ma ho dovuto valutare attentamente ogni cosa, considerando che per tua stessa volontà ti rechi all'ingresso della Sala. Camille, in maniera astuta si è recata in prossimità dell'ingresso ma non all'ingresso. Nel tuo post, tu parli proprio dell'ingresso.

Punti Salute: 168
Punti Corpo: 142
Punti Mana: 165
Esperienza 34,5

Patrick Swan. Sei in piedi, ancora in prossimità del tavolo. La vista è ora nuovamente perfetta. Riacquisti 3 punti salute e 1 punto corpo. Ricorda il dolore alla spalla che tuttavia non è poi così lancinante. La tormanta non ha più effetto. Puoi vedere un rivolo di fumo al centro della stanza ma questo non ti impedisce di scorgere le posizioni di tutti i presenti nella sala. Vedi inoltre tutte le "vittime" del nebula.
PUNTI SALUTE: 205
PUNTI CORPO: 216
PUNTI MANA: 233
PUNTI ESPERIENZA: 76,5

Aryadne Cavendish. Sei nell'area affetta da Nebula antigravitas. Perdi 40 punti salute, 29 punti corpo e 29 punti mana. Hai l'illusione di essere a testa in giù. Sei smarrita e hai perso il senso dell'orientamento e dello spazio.
punti salute: 92
punti corpo: 56
punti mana: 64
punti esperienza: 24,5



 
Web  Top
Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 1/2/2015, 19:08




tumblr_m84843eVtY1rv9d9fo1_500


Quella era stata una giornata semplice, noiosa a dir la verità. Era il giorno dei G.U.F.O. quindi niente lezioni, avevano lasciato loro il tempo di prepararsi per le lezioni successive oppure ciò che più garbava loro.
La Serpeverde camminava spensierata per i corridoi, dirigendosi verso la biblioteca, era tanto che non ci metteva piede, aveva avuto altro da fare... Entrò dentro la stanza lievemente illuminata e si sedette prendendo un libro a caso, un libro che parlava di Creature Magiche. Lo aprì cominciando a leggere qualche riga, inoltrandosi subito nella lettura.
Dal primo piano si sentiva un gran trambusto, ma Lucilla non ci diede molto peso, ignorando altamente i rumori.

*Saranno i professori che mettono alla prova gli studenti nella prova pratica, un po' più duramente del solito*
Pensò, tornando nella lettura anche se il trambusto continuava e diveniva sempre più forte.
*Cavolo, si spera che non ci siano omicidi per la fine degli esami, ma ne dubito*
Il rumore continuò per un bel po' ma la giovane faceva finta di non sentire ma non poté fare finta di nulla all'urlo che aveva interrotto tutto a Hogwarts. Sobbalzò appena sentito ciò, era angosciante.
Si alzò in piedi e guardò fuori dalla finestra, come aveva appena fatto un altro ragazzo, ciò che vide le raggelò il sangue.
Il Marchio Nero.

*Oh, merda...*
Un gruppo di Mangiamorte si stava inoltrando nel castello e a quanto pare erano assettati di sangue e morte, perché erano spediti e nulla avrebbe potuto fermarli.
*Ok, Lucilla è un suicidio, non sai quasi nulla di e potrebbero polverizzarti senza batter ciglio, ma se a Hogwarts c'è una battaglia anche il minimo aiuto può servire.*
La sua parte ragionevole l'aveva completamente abbandonata, stava andando incontro alla morte ma in fondo era stata proprio lei quella sera che non aveva paura della Morte, e quella Vampira ne era la testimone.
Fortuna che quella mattina aveva messo in borsa anche il mantello della Disillusione, all'inizio aveva pensato che era una cosa stupida ma ora era davvero utile.
Lo mise indosso coprendosi per bene e seguì il ragazzo che poco prima era stato lì.
Prese la bacchetta, che teneva ben salda e si diresse verso il Primo Piano. Dentro la borsa aveva cose di poca importanza, che teneva per le emergenze, ma quella volta non sarebbero servite.

*Se devo morire ci sarà un valido motivo*
La sua espressione era fredda e il suo viso non lasciava trasparire la minima emozione, ma intanto era fuori pericolo.
Almeno per ancora qualche minuto. Quell'espressione forse serviva più a convincere lei che a convincere qualcun'altro.

Salute: 101
Corpo: 59
Mana: 57
EXP: 1,5
Attivo: -Bacchetta
-Mantello della Disillusione


POST DI AVVICINAMENTO.

OT// Ho modificato il post perché ho notato di aver fatto un errore di distrazione, perché i miei punti corpo sono 59 non 60.

Edited by Lucilla Degona Lancaster - 8/2/2015, 20:19
 
Top
view post Posted on 3/2/2015, 15:07
Avatar


Group:
Mago
Posts:
2,815
Location:
Ireland

Status:
















Uscì velocemente dall'ufficio per percorrere la sua prima rampa di scale quella che collegava la torre di astronomia al quinto piano. Si sa che a volte la strada che si sceglieva di percorrere, in quel caso obbligata, poteva riservare delle sorprese...il caos generato da quell'attacco al castello si faceva sentire, come le urla dei ragazzi che impauriti cercavano di trovare un riparo sicuro, e furono proprio questi ultimi che limitarono la corsa dell'ex auror. Aveva il cuore in gola, ma allo stesso tempo non vedeva l'ora di incontrare qualche vecchio amico di sua sorella, e rendergli cara la pelle. Con quel sorriso tipico di chi era in cerca di guai, si avventurò giù per le scale cercando di raggiungere il quinto piano. Un piano molto particolare quello, era lì che vi si poteva trovare l'ufficio della preside ed è lì che probabilmente si potevano celare delle brutte sorprese..doveva prestare attenzione..doveva essere cauto e non avventato.
Scendendo le scale che portavano al quinto piano, notò subito un dettaglio molto rilevante. Riusciva a intravedere un ragazzo disteso sulle scale, sembrava quasi svenuto, muoveva a stento la mano e non riusciva a rialzarsi forse colpito duramente da qualcuno o qualcosa. Arrestò improvvisamente la sua corsa, rischiando quasi di cadere all'indietro, si soffermò per una manciata di secondi ad osservare il giovine in difficoltà, ma di certo non poteva restare lì impalato a guardare il castello che crollava sotto i colpi di quei bastardi. Certo è che se quel giovine si trovava lì, qualcuno aveva dovuto fargli visita, non sembrava affatto il tipo da esser caduto giù per le scale da solo. Si accertò che il giovine dunque stesse bene, guardando dall'alto della rampa di scale alcuni dei suoi movimenti. All'improvviso delle urla provenienti dal corridoio del quinto piano attirarono l'attenzione di Cedric, che non esitò un solo istante a percorrere la strada che portava al corridoio, forse li potevano celarsi gli stessi manigoldi che avevano attaccato quel povero studente.
Sgranchì il collo, e la sua mente iniziò ad elaborare, come al solito, pensieri di tutti i tipi. Di certo non voleva arrestare subito il suo percorso, quei maledetti potevano essere ovunque anche a pochi passi da lui..e questo doveva aspettarselo.
Allora pensò alla cosa più intelligente da fare...indagare. L'intuito, l'esperienza ma soprattutto la furbizia di quello che per anni era stato il suo lavoro, lo indussero a spostarsi con passo molto lento verso il corridoio del quinto piano e a fermarsi dietro l'angolo osservando con gli occhi lungo tutto il corridoio sporgendo leggermente la testa. Non poteva rischiare, non poteva buttarsi a capofitto. Così pensò ad un incanto che gli era tornato molto utile anni addietro, lo aveva aiutato a scovare i suoi nemici senza rischiare di ritrovarseli di faccia tutto d'un botto. Si concentrò socchiudendo entrambi gli occhi, fece un lungo respiro, quello era uno degli incanti più difficili da eseguire e c'era bisogno di una grande concentrazione e forza di volontà. Sfoderò la bacchetta dal suo manico e senza esitare più di tanto, sicuro delle sue capacità..pronunciò..

Homenum Revelio


Un incanto che permetteva di scovare i nemici che si trovavano nei paraggi, rendeva la bacchetta sensibile alla presenza umana...fra qualche secondo forse avrebbe scoperto cosa si celasse in quel corridoio così buio..*mmm vediamo un pò chi è venuto a farci visita..* pensò sorridendo subito dopo aver pronunciato l'incanto...


• PS: 198
• PC: 183
• PM: 177
• Exp: 24

• Una bacchetta
• Anello Difensivo
• Guanti dell'eroe caduto
• Cappa della Resistenza
• Cappello del Falco
• Veste dell'Imperatore
• Pantaloni Scuri
• Cintura dei Folletti
 
Web  Top
view post Posted on 3/2/2015, 16:50
Avatar

Group:
Tassorosso
Posts:
5,525
Location:
a far away land...

Status:



La Tassa, uscita in fretta dal Dormitorio e dalla propria Sala Comune, aveva percorso l'intera lunghezza del sotterraneo con un'andatura sostenuta, ma che ancora non degenerava nella corsa. Non desiderava, infatti, attirare un'attenzione eccessiva su di sé, soprattutto in mancanza di un aiuto magico, incantesimo o capo di vestiario, che la aiutasse a celare la propria presenza.
Pertanto si era mossa senza voltarsi indietro, con falcate ampie ed elastiche.
Nemmeno si guardava intorno, preferendo puntare dritto davanti a sé, verso la poca luce che proveniva dal piano terra. Verso le scale. Ad esse aveva mirato. Verso di esse il suo corpo tendeva.
Non badò troppo alla presenza di eventuali studenti sul proprio cammino, sebbene si stesse già pentendo di non aver intimato ai Tassorosso in Sala Comune, soprattutto i più piccoli, di rimanere lì e di non uscire per motivo alcuno.
Purtroppo ormai era tardi. Ripercorrere i propri passi le avrebbe fatto solo perdere tempo, cosa che non poteva assolutamente permettersi.
Più di tutto ambiva a conoscere che cosa stesse accadendo nel castello, quale fosse il motivo della convocazione, la minaccia, che si era chiamati ad affrontare.
Definire il nemico, farlo uscire dalla nube di dubbio che lo circondava, l'avrebbe aiutata a delineare una strategia nella sua testa, a comprendere e a prepararsi. Aveva paura, certo. Sarebbe stata un’incosciente a non averne. Ricordò improvvisamente la primissima lezione di Difesa, anni prima. Una vita prima.


* Temo di più l'ignoto *

Infine, eccole, le scale, le tanto agognate scale. Elhena quasi si fiondò sulla rampa. Il cuore continuava a pompare sangue, ossigeno e adrenalina in ogni fibra del suo corpo. Le orecchie erano tese, spalancate, desiderose di captare qualsiasi suono avesse potuto aiutarla ad aggiungere qualche dettaglio al quadro spoglio per ora in suo possesso.
Un indizio, se così lo si poteva chiamare, venne.
Giunta a metà strada, la Tassa si fermò. Qualcosa, infatti, aveva attirato la sua attenzione. Davanti ai suoi occhi - lei teneva la testa appena chinata all'indietro così da vedere la fine in cima alle scale - passarono due studentesse. Dopo un attimo di riflessione, il tempo di associare un nome ad un volto, le riconobbe come Zoey e la Caposcuola Serpeverde, Emily. Quella chioma rossa era quasi inconfondibile. Che si stessero dirigendo anche loro alla Sala Grande?

* Siete anche voi pedine di questo immenso gioco? *
E poi, un altro pensiero, quasi il proseguimento logico del precedente.
* Siete amiche o nemiche? *
Be’, per Zoey avrebbe quasi messo la mano sul fuoco nel collocarla tra le file del Bene, sua compagna ed alleata. Ma Emily? Emily era sempre stata troppo ambigua, fredda e sfuggente perché la Tassorosso potesse farsi di lei un’idea precisa.
Ormai poteva scorgere e udire abbastanza da iniziare seriamente ad allarmarsi. I rumori degli schianti o degli incantesimi e la confusione della battaglia già avviata giunsero anche a lei.
La Sala Grande, doveva raggiungere la Sala Grande.

* E ricongiungermi ad un compagno. Stare da sola non è una buona idea *
Riprendendo la sua salita, estrasse la bacchetta di ciliegio dalla tasca della gonna, dove la teneva sempre, e la puntò davanti a sé, appena rivolta verso il basso, ma pronta a scattare in attacco se fosse stato necessario. O, almeno, la Tassa sperava di essere abbastanza pronta di riflessi quando fosse giunto il momento.
Con la mano libera, già sudaticcia per la tensione, scostò una ciocca di capelli che nella foga le era finita sul viso. Ora, tuttavia, non poteva fermarsi a legare la sua chioma. Al contrario, doveva andare avanti. La mente passava in rassegna gli incantesimi appresi nel corso degli anni. Gli occhi saettavano a destra e a sinistra, ansiosi di cogliere qualche nuovo particolare.
Qualcosa della cacofonia da poco percepita la informava di come, una volta arrivata nella sala d'ingresso di Hogwarts, sarebbe stata anche lei inghiottita dal caos dello scontro.



Statistiche

Punti Salute: 143
Punti Corpo: 100
Punti Mana: 99
Punti Esperienza: 15

Equipaggiamento
Bacchetta magica
Pochette incantata con un incantesimo estensivo irriconoscibile. Contiene: una fiala di pozione rinvigorente; una fiala di decotto al dittamo; una lanterna magica (fa luce solo a chi la tiene in mano)
Avversaspecchio (in tasca)
Specchio comunicante con Leah R. Eliott (in tasca)
 
Top
view post Posted on 3/2/2015, 18:20
Avatar

A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

Group:
Member
Posts:
6,550

Status:


Le sue giornate, da diverso tempo a quella parte, si susseguivano tutte terribilmente uguali: turni al San Mungo, presenze più o meno frequenti alla Redazione della gazzetta del Profeta, per tenere d’occhio i suoi collaboratori e gli altri giornalisti e poi, se aveva tempo, letture di vario genere. Quel giorno, in quel momento particolare, si trovava al San Mungo, insieme a sua madre e stavano compiendo il loro consueto giro di visite. Solitamente andavano ognuna per conto proprio, ma quel giorno aveva avuto bisogno di chiederle un parere su una questione, così ne avevano approfittato per completare il giro insieme. Stavano visitando due pazienti ricoverati nella stanza, in religioso silenzio, quando, di colpo, un calore familiare la face sobbalzare: ma che diavolo…? Lasciò che lo strumento che stringeva in mano le scivolasse di mano cadendo a terra, mentre la mano destra correva rapida alla tasca del camice dove teneva gli specchietti di Camille e Persefone… eppure quelli erano ancora freddi, ma allora… mosse ancora la mano, finché il suo palmo non si scontrò con una moneta, l’unica moneta che portava con sé senza celarla in un sacchettino e che non aveva mai mostrato a nessuno. Stava bruciando, il galeone dell’ES stava bruciando e questo poteva voler dire solo una cosa: Hogwarts era di nuovo sotto attacco. Indietreggiò lentamente, informando sua madre che non si sentiva molto bene e chiedendole di concludere le visite al suo posto, quindi, imboccata la porta sfrecciò in direzione dell’uscita, senza badare a quante persone travolgesse. Si fermò solo un istante, in ufficio, ad afferrare il mantello della Disillusione, acquistato anni prima e che ogni tanto indossava ancora, specie quando la nostalgia di sua sorella era troppo forte, come in quei giorni. Per fortuna la camera del suo attuale paziente, così come il suo ufficio, si trovavano al primo piano! In pochi minuti (o così le era parso) era fuori dal San Mungo e respirava affannosamente, tentando di concentrarsi su ciò che avrebbe dovuto fare. Quando il suo respiro acquistò un ritmo accettabile, chiuse gli occhi, concentrandosi per la Smaterializzazione: Hogwarts, i confini della Foresta Proibita. Nel giro di un battito di ciglia era scomparsa dal San Mungo e, riaperti gli occhi, si era ritrovata in quello che era il Giardino di Hogwarts. O meglio, i suoi confini. Ma lei non doveva andare verso la Foresta Proibita, per cui si mosse in direzione del castello. E le sue gambe si mossero ancora più velocemente quando, alzando gli occhi verso l’alto in cerca delle rassicuranti Torri che erano state per anni la sua casa (prima quella di Corvonero, poi quella della Presidenza) potè notare il marchio nero stagliarsi nitido sul cielo al di sopra del Castello. Per tutti i Fondatori! Cosa stava… improvvisamente, una serie di suoni la fece fermare: c’era qualcuno anche in Giardino. Fantastico. Sospirò, sguainando la bacchetta, ma bloccandosi di colpo, paralizzata dalla visione di colui che era da sempre il suo nemico mortale. Non era certa che le proprietà di quel mantello avessero effetto anche su un essere del genere. Ma in quel momento non poteva pensarci troppo. Poteva solo pregare che lui non la notasse, o che non la considerasse degna di attenzione. Cercando di essere più silenziosa possibile, si mosse rapida verso l’ingresso, quando un lamento straziante la paralizzò: chi era stato? Cos’era successo? Brividi di terrore le fecero accapponare la pelle, costringendola ad arrestarsi. Esitò per alcuni secondi, poi scosse la testa: cosa diamine stava facendo? Trasse un respiro profondo, quindi riprese a correre, verso l’ingresso della scuola. Cosa si sarebbe trovata di fronte?

Post di avvicinamento

Punti Salute: 261

Punti Corpo: 248

Punti Mana: 267

Punti Esperienza: 63
 
Top
view post Posted on 4/2/2015, 16:37
Avatar

Group:
Mago
Posts:
3,513

Status:


Sirius White credeva di poter raggiungere la sala grande indisturbato ma si sbagliava. Aveva intuito la natura del pericolo, realizzato che qualcosa di grande e mortalmente pericoloso stava avvenendo tra le mura della scuola ma non poteva immaginare che il problema avesse assunto proporzioni tali da coinvolgere l'intera scuola. Non poteva certo immaginarsi che i servi dell'oscuro signore stessero attaccando in massa. Non se lo immaginava ma era stato sufficiente il colpo alle spalle inferto da presunto nemico a ricordargli che mai nulla andava sottovalutato. Tutto era avvenuto così in fretta che non aveva avuto nemmeno il tempo di rendersi conto di quello che accadeva. Era in corsa, scendeva le scale velocemente e poi un fiotto di luce, un colpo violento come da spintone e la sua faccia aveva iniziato a sbattere contro gli scalini, il suo corpo a subire caduta libera fino al primo pianerottolo di congiunzione tra le rampe di scale. Duro colpo al suo orgoglio. Venire colpiti alle spalle sarebbe stata questione molto difficile da digerire. Ma in un secondo momento. Ora doveva solo rialzarsi e affrontare l'attacco. Le braccia gli dovevano, le numerose abrasioni provocate dalle caduta bruciavano, vivo ricordo di una disattenzione che sarebbe potuta costargli anche più cara. Lo scontro che egli aveva immaginato svolgersi in sala grande era in realtà in pieno svolgimento in tutti i piani del castello. Il suo, era iniziato tra il quarto e il quinto piano. Istintivamente, più adirato che mai, serró saldamente la presa sulla sua bacchetta. Era stato colpito, chiunque lo avesse fatto, lo aveva fatto alle spalle ignobilmente e andava scovato.
Per questo motivo Sirius White non indugiò, tantomeno si lasciò andare in inutili affare. Si rimise in piede quanto primo poteva. Il nemico era alle sue spalle e non doveva consentirgli di farlo anche se non ancora localizzato. Il capo si rivolse alla ricerca dell'attacco del trasgressore, gli occhi attenti a cogliere qualsiasi movimento. La tensione alta non doveva distogliere la sua attenzione. In piedi nuovamente rivolto verso la rampa superiore assumeva posizione di attacco. Sirius non era tipo paziente. Se mai avesse scorto il suo nemico gliela avrebbe fatta pagare cara. A dispetto di quello che si aspettava fu la presenza di uno studente Corvonero ad attrarlo. Era forse stato lui? L'istinto di puntargli la bacchetta fu grande ma ponderando bene gli elementi, l'ex caposcuola si rese conto che non poteva essere il responsabile. Lo studente infatti era in salita dal piano sottostante. Piuttosto che crearsi nemico laddove avrebbe potuto celarsi un alleato egli decise quindi di portare indice e medio agli occhi facendo ben intuire, con la sola gestualità, della presenza di qualcuno e che questo qualcuno andava scovato. Ma come?
Difendersi, attaccare non avevano alcun razionale per esistere. Attaccare ma dove? Difendersi ma da quale direzione? Tutti gli elementi in gioco parevano suggerire una sola cosa: fallo uscire allo scoperto.
Pochi elementi, pochi indizi ben ponderati e una chiara possibilità di azione iniziava a delinearsi. Il successo o meno sarebbe stato esclusivamente suo appannaggio. Sirius aveva una idea, una idea particolare ma che se ben attuata poteva rivelarsi efficace e sopratutto funzionale allo scopo che l'ex caposcuola si era prefissato.
Lo studente che gli stava accanto avrebbe potuto fargli da spalla se lo avesse voluto. Lui magari poteva non aver visto o non sapere che c'era un nemico ma Sirius sì. Era stato attacco, alle spalle. L'artefice era nel corridoio del quinto piano. Non poteva essere altrimenti.
Forte di questa considerazione egli compiva rapida sferzata con la bacchetta da destra verso sinistra, tanto ampia quanto necessaria a includere l'area del quinto in prossimità delle scale. Se mai fosse stata in quella zona la sua magia avrebbe dovuto includere anche l'eventuale nemico. Si trattava di strategia o quanto meno di un tentativo. Diversamente non poteva essere fatto.
* Tormentaaam *
Enunció non verbalmente insistendo sulla A. Le intenzioni erano chiare ma era pur sempre un ex caposcuola, un membro di spicco dell'ES. La sua azione non si sarebbe limitata solo a quello. Ciò che era nelle intenzioni di Sirius era creare una particolare forma di tempesta di sabbia, una tempesta di sabbia in grado di evocare l'avversario ma sopratutto di nuocere.
La sabbia non era altro che roccia clastica sciolta, corpi solidi che per loro natura potevano essere resi incandescenti. La tempesta di sabbia che sarebbe dovuto sortire dalla bacchetta del Grifondoro avrebbe dovuto essere una tempesta di sabbia infuocata ben più pericolosa e nociva di una semplice tempesta.
* Candens *
Continuò ruotando il polso e mantenente sempre salda la bacchetta. Concentrato, attento. Nella sua mente era sempre stata chiara l'immagine della tempesta da evocare. Impetuosa, estesa alla zone visibile dalla rampa di scale del quinto piano, terribilmente bruciante. Era solo un tentativo certo che avrebbe potuto rivelarsi un fallimento o un successo ma aveva aveva provato. Si trovava in una condizione di svantaggio, visibile, scoperto dinanzi a un nemico localizzato chissà dove. Quella tempesta avrebbe avuto una doppia finalità: nuocere, limitare la sua esposizione al nemico. Quello che sarebbe venuto dopo sarebbe stato uno scontro degno di questo nome. Dipendeva tutto dalla sua magia di fusione. Doveva sperare, sperare ardentemente funzionasse.
 
Top
view post Posted on 6/2/2015, 11:37
Avatar

VII Anno

Group:
Grifondoro
Posts:
3,115

Status:



Nathan continuava ad avanzare mentre ormai la foresta proibita stava perdendo ogni sua essenza. Il giardino di Hogwarts si faceva sempre più chiaro e nitido, quel vasto prato curato e abbellito da qualche quercia secolare per lo più disposta ai margini del lago. L’oscuro simbolo torreggiava nel cielo sopra al Castello e la presenza di alti maghi oscuri, anche più potenti del vampiro, era palpabile nell’aria. Un senso d’eccitazione attraversò il corpo del giovane, non era nuovo agli scontri, ma quello che stava per accadere avrebbe segnato la storia di tutti, chissà cosa avrebbe fatto una volta trovatosi davanti le persone che amava. D’improvviso il passo veloce scemò dinnanzi ad una figura che di rado aveva visto, e che ormai da anni era per lui solo un vago ricordo. Il signore Oscuro si stava avvicinando, era lì, pronto a metter piede ad Hogwarts. Una vera schiera di mangiamorte e il loro Padrone si affacciavano maestosi al limitare del Giardino, pochi minuti e le mura di Hogwarts sarebbero state invase dall’oscurità. Ringhiò percependo la presenza e l’odore di altre persone nei paraggi, umani, diversi da lui, seppur i suoi occhi non potevano rivelarli, forse protetti da incantesimi o da un mantello come il suo, era solo certo che doveva fare attenzione. Con la bacchetta stretta in mano e celato dall’illusorio mantello Nathan aveva l’obiettivo di mischiarsi con l’armata DE e attendere la mossa di Colui che non deve essere nominato.. .


Punti Salute: 235
Punti Corpo: 239
Punti Mana: 241
Punti Esperienza: 41.5

Bacchetta magica
Maschera da Mangiamrote
Anello Difensivo
Anello del Potere
Ciondolo della Fenice
Orecchino di Drago
Cappuccio dell'Apprendista
Mantello della Disillusione
Cuore della Banshee
Pozione Rimpolpasangue
Pozione Essenza d'Elfo
 
Top
view post Posted on 6/2/2015, 22:04
Avatar

Semper Fidelis

Group:
Mago
Posts:
7,899
Location:
Luce di stelle

Status:


× Off-Game ×


× Legenda
Narrazione
°Pensieri°
«Dialoghi»


Mettendosi al riparo da occhi indiscreti, dietro a quella che era una siepe, di fronte a un albero secolare che tante ne aveva viste, ma che avrebbe ancora visto prospettiva fantastiche, Raven pensava subito su come agire, su cosa fare, su quali passi muovere, e su dove mettere la propria baccheta. Il primo dei molti pensieri che gli venne, fu quello di curarsi le ferite riportate nello scontro con Ministro, Preside, Patrick e altri poco prima. Ma era davvero così importante? Amava il dolore. Il Dolore, quello vero, quello semplice, pungente, puro e soffice, lo portava nell'estasi ormai da molti anni. Il Dolore era la sua filosofia, era la sua droga, era la cosa di cui non poteva fare a meno. Sospinto dalle ali del Dolore, si poteva sentire realmente libero. Poteva scuotere la testa e dire che ormai non aveva paura;c he le Divinità non avevano paura; che coloro che sconfiggevano falsi Déi, non potevano avere paura della mortale bacchetta. Il Dolore era la sua scopa, la sua Firebolt, la sua catapulta in altri mondi, in mondi lontani, mondi migliori, talvolta oscuri, talvolta lucenti. Nulla nella storia magica, nella storia dell'umanità, è stato fatto senza che il Dolore intervenisse: nemmeno una pietra è stata posta su di un'altra senza che qualcuno ne soffrisse, nemmeno un mattone, nemmeno quello.
"Io credo nell'Odio come motore, nel Dolore come catalizzatore, e nella Paura come fissante". - Pensò fra sé e sé Raven, nel mentre, deciso, si rivolgeva la bacchetta contro. Quella frase gli piaceva; era il suo motto. Era il suo sospiro vitale. Cosa ne sarebbe stato del mondo, qualora quei sciocchi si fossero privati dell'Odio, del Dolore e della Paura? Così come la Pace li ha resi ciechi, così l'assenza di questi elementi vitali, li avrebbe resi marci. Li avrebbe resi schiavi senza etica né morale; li avrebbe resi dei stupidi burattini al soldo delle menti e delle persone più potenti, più forti. Si sarebbero mischiato con i babbani, sarebbero nati nuovi mezzosangue, e il mondo magico avrebbe presto conosciuto la propria Fine. No. Questo Raven non lo avrebbe permesso, e avrebbe lottato fino alla fine, al costo di perdere la propria vita, o quella dei propri cari. Nulla! Nulla vi era di più prezioso degli ideali, per i quali era chiamato a sacrificare la sua stessa, propria vita. Avrebbe schiacciato quei ratti che ora abitavano nel castello e nel mondo magico uno ad uno. Avrebbe saputo apprezzare il loro sangue, avrebbe saputo catalizzare il loro Dolore in una missione maggiore, avrebbe saputo gestirli, come sue proprie marionette.
Grazie al Dolore, avrebbe conquistato il Mondo intero, e la Città del Sole, la mitica, utopica, forse lontana Città, non sarebbe poi stata così lontana; i suoi raggi erano già all'orizzonte! La sua ombra copriva, almeno parzialmente, quel mondo falso e già, per di sé, oscuro. E il suo arrivo sarebbe stato del tutto simile a quello di una tempesta infuocata: avrebbe trasformato tutto in polvere.
Sorrise. Poi agì.
Puntò la bacchetta contro il mantello dapprima, e contro la proprio maschera, e compì un movimento circolare con la bacchetta continuo, atto a indicare che quei due oggetti sarebbero dovuti scomparire via, lasciandolo in ciò che indossava di sotto: jeans e golf.
"E-VA-NESCO!" - Pronunciò mentalmente la formula magica, dividendola, come chiedeva il libro, in tre sillabe.
Quindi, una volta eseguito l'incantesimo, e assicuratosi, che gli oggetti fossero spariti (altrimenti non si sarebbe mosso, né sarebbe uscito dal suo nascondiglio), Raven sarebbe schizzato fuori dal suo nascondiglio, godendo ancora della sua presunta invisibilità, e dunque tornando di nuovo nel castello, ad affrontare i mangiamorte, cattivi e viscidi, ormai con un'altra maschera sul viso.


 
Top
~Hope™
view post Posted on 7/2/2015, 11:41





tumblr_msbhu9J5Di1qhwdx3o1_500


Chiaramente quella giornata era iniziata male e pareva destina a finire ancor peggio. Avvertiva i minuscoli granellini di sabbia pungerle il viso, ma non le interessava, aveva bisogno di portarsi fuori da quella tormenta il più presto possibile. Aveva sentito il suo potenziale magico fluire attraverso le vene, percorrerle il corpo fino a giungere in prossimità della mano destra e quindi incanalarsi nel piccolo bastoncino di agrifoglio. Il fato pareva esser stato benevolo, nonostante la situazione si fosse rivelata più ostica del previsto; aveva avvertito chiaramente una forza esterna avvolgere per intero il suo corpo e spingerla in avanti, come una pietra viene spinta dall’azione di una fionda. La sensazione dei granellini di sabbia sul viso si fece ancor più fastidiosa a causa dell’elevata velocità raggiunta dal suo corpo ma improvvisamente tutto cessò. Non vi era più vento, sabbia, nulla che non fosse la tiepida aria estiva presente all’interno della sala grande. Eppure non fece in tempo a rallegrarsi per il successo della sua tattica che qualcosa mutò nuovamente; una strana forza, inizialmente sconosciuta ed inaspettata, avvolse per intero il suo corpo facendole perdere la cognizione dello spazio e in parte anche del tempo. Le pareti lentamente invertirono la loro posizione naturale e tutto divenne scuro come se il Sole di colpo avesse deciso di abbassarsi, avvicinandosi anticipatamente all’inevitabile tramonto. Ma cos’era successo? Perché quell’assurda sensazione l’aveva avvolta come un’ombra inesorabile? Avvertiva chiaramente la paura prendere il sopravvento e il suo corpo divenire preda di un’irrequietezza dovuta, molto probabilmente, al fatto che si trovava, ora, capovolta con la testa rivolta verso il pavimento senza però toccarlo del tutto. Era forse morta? Era stata colpita da qualche incantesimo Oscuro senza avere il tempo di rendersene conto? Doveva fare mente locale per cercare di capire cosa fosse successo e trovare quindi il modo per riuscire a venirne fuori, per l’ennesima volta. Mosse lievemente le dita delle mani per valutare l’integrità delle terminazioni nervose e se fosse ancora padrona non solo della sua mente anche del suo corpo; avvertì la presenza della bacchetta magica nella mano destra. Mantenne gli occhi chiusi e lasciò vagare la mente nei meandri dei ricordi immagazzinati nel corso dei suoi anni scolastici. Ricordava chiaramente di aver letto e studiato di un incantesimo capace di donare sensazioni simili a quelle da lei avvertite, alle sue vittime. Si, ne era certa, era avvinta nelle spire dell’incantesimo Nebula Antigravitas. Non se n’era accorta, probabilmente troppo presa dalla ricerca di un incantesimo che l’avrebbe aiutata ad uscire dalla tormenta di sabbia. Strinse le dita della mano sinistra a pugno; sapeva che non sarebbe stato affatto semplice ora riuscire a venire fuori da quella situazione. Di certo non poteva fare affidamento sulla magia ne tantomeno sull’aiuto di qualcuno dall’esterno poiché sicuramente impegnati a difendere se stessi da chissà quale attacco. Nessuno avrebbe fatto caso a lei, ne amici ne tantomeno nemici, del resto in quella situazione poteva apparire innocua e quindi priva di interesse. Doveva nuovamente fare affidamento invece su se stessa, stavolta non sul suo potenziale magico ma bensì sulla sua forza di volontà, sulla voglia di uscire al più presto da quella ennesima situazione inaspettata. Doveva quindi muoversi da quel punto e provare a tornare indietro verso l’interno della sala Grande. Aveva paura, quel senso di vuoto, di smarrimento era talmente insistente da darle la nausea e ben difficile da mettere da parte. Eppure era solo e soltanto una sensazione; sapeva più che bene che i suoi piedi erano ancora regolarmente appoggiati al suolo e che non doveva arrendersi a quelle assurde sensazioni frutto della magia. Provò quindi a porta indietro il piede destro, e poi subito dopo quello sinistro, ancora e ancora. *E’ solo una sensazione, è solo frutto della magia. Io sono in piedi e ho fiducia nelle mie capacità. Posso riuscirci, devo riuscirci.* Provò quindi a mettere da parte la paura provando invece ad anteporre il desiderio di venir fuori e quindi poter tornare a combattere. Probabilmente a quell’ora in molti avevano visto il Marchio Nero troneggiare sul castello, sia dell’una sia dell’altra fazione, e sarebbero presto accorsi mettendo a repentaglio la loro vita, ma non solo. Doveva quindi muoversi, non poteva più attendere, non poteva più sbagliare! Stinse con maggior vigore le dita intorno alla bacchetta magica e provò ad inspirare ed espirare lentamente. Se il fato le fosse stato favorevole ed avesse accompagnato i suoi passi in breve tempo si sarebbe ritrovata fuori da quella magia.








 
Top
144 replies since 3/8/2014, 09:29   7689 views
  Share